REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 9 GENNAIO 2009 - N. 2
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

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DECRETI ASSESSORIALI

ASSESSORATO DELL'AGRICOLTURA E DELLE FORESTE


DECRETO 19 dicembre 2008.
Piano regionale di ristrutturazione e riconversione dei 2vigneti.

L'ASSESSORE PER L'AGRICOLTURA E LE FORESTE

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge regionale 15 maggio 2000, n. 10;
Visto il decreto legislativo 7 maggio 1948, n. 789, modificato con D.P.R. 24 marzo 1981, n. 218. Esercizio nella Regione siciliana delle attribuzioni del Ministero dell'agricoltura e delle foreste;
Visto il regolamento CE n. 479/2008 del Consiglio del 29 aprile 2008, relativo all'Organizzazione comune del mercato vitivinicolo, che modifica i regolamenti CE n. 1493/99, CE n. 1782/2003, CE n. 1290/2005 e CE n. 3/2008 e abroga i regolamenti CEE n. 2392/86 e CE n. 1493/99;
Visto il regolamento CE n. 555/2008 della Commissione del 28 giugno 2008, recante modalità di applicazione del regolamento CE n. 479/2008 del Consiglio, in ordine ai programmi di sostegno, agli scambi con i paesi terzi, al potenziale produttivo e ai controlli nel settore vitivinicolo;
Visto il decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali n. 2553 dell'8 agosto 2008, recante disposizioni nazionali di attuazione dei regolamenti CE n. 479/2008 del Consiglio e n. 555/2008 della Commissione per quanto riguarda l'applicazione della misura della riconversione e ristrutturazione dei vigneti;
Visto il decreto ministeriale 26 luglio 2000, relativo ai termini e le modalità per la dichiarazione delle superfici vitate;
Visto il Programma nazionale di sostegno per la viticoltura, predisposto sulla base dell'accordo intervenuto nel corso della riunione della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano in data 20 marzo 2008, inviato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF) alla Commissione dell'Unione europea il 30 giugno 2008;
Considerato che la Regione Sicilia ha provveduto alla determinazione dell'inventario del potenziale produttivo secondo le modalità specificate dall'art. 16 del regolamento CE n. 1493/99;
Considerato che l'art. 2, comma 2, del regolamento CE n. 479/2008, prevede che la concessione del sostegno alla ristrutturazione e alla riconversione dei vigneti è subordinata alla presentazione dell'inventario del rispettivo potenziale produttivo che a norma dell'art. 109 del medesimo regolamento lo stesso deve essere sottoposto alla Commissione dell'Unione europea l'1 marzo di ogni anno;
Considerato che il precitato decreto ministeriale n. 2553/2008 del MIPAAF stabilisce all'art. 1, commi 2 e 3, che le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano adottino le determinazioni per l'applicazione della misura di ristrutturazione e riconversione dei vigneti, nonché a sottoporre le medesime al parere del comitato costituito per la verifica e la conformità alla normativa comunitaria delle disposizioni determinate, al fine della eventuale formulazione di osservazioni da parte del MIPAAF;
Considerato che, ai fini del rinnovamento del potenziale viticolo regionale, è stato predisposto il Piano regionale per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, che fa parte integrante del presente decreto;
Considerato che la finalità di tale Piano è l'adeguamento della produzione alle esigenze di mercato;

Decreta:


Art.  1

E' adottato il Piano regionale per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, previsto dal regolamento CE n. 479/2008 - sezione 3, art. 11 e dal regolamento n. 555/2008 - sezione 2, artt. 6, 7, 8, 9 e 10, che costituisce parte integrante del presente provvedimento.
Il Piano regionale di ristrutturazione e riconversione contiene le disposizioni tecniche e procedurali per l'accesso al regime di sostegno ed ha una validità di 5 anni a decorrere dall'1 agosto 2008.

Art.  2

Le risorse rese disponibili per la Regione Sicilia saranno utilizzate così come indicato nel Piano regionale.
L'aiuto sarà erogato ai produttori dall'AGEA, attuale organismo pagatore riconosciuto dalla Commissione europea sulla base di elenchi di beneficiari trasmessi dalla Regione.
Palermo, 19 dicembre 2008.
  LA VIA 

Allegato
REGOLAMENTO CE N. 479/2008 E REGOLAMENTO CE N. 555/2008 PIANO REGIONALE DI RISTRUTTURAZIONE E RICONVERSIONE DEI VIGNETI

1)  Premessa
Il regolamento CE n. 479/2008 del Consiglio del 29 aprile 2008, relativo all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo che modifica i regolamenti CE n. 1493/99, n. 1782/2003, n. 1290/2005 e n. 3/2008 e abroga i regolamenti CE n. 2392/86 e n. 1493/99, allo scopo di adeguare la qualità della produzione di vino alla domanda del mercato, ha istituito, tra l'altro, un regime di aiuti per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti.
Il regime di aiuti prevede l'intervento pubblico per la realizzazione di progetti aziendali di ristrutturazione e di riconversione dei vigneti e si applica a uno o più dei seguenti casi:
a)  operazioni di riconversione varietale anche mediante sovrainnesto;
b)  reimpianto di vigneti;
c)  ristrutturazione di vigneti e miglioramento delle tecniche di gestione dei vigneti finalizzate al raggiungimento dell'obiettivo prefissato.
Il regolamento CE n. 555/2008 della Commissione del 27 giugno 2008 detta modalità di applicazione del suddetto regolamento CE n. 479/2008 e specificatamente gli artt. dal 6 al 10 riguardano la ristrutturazione e riconversione dei vigneti.
Il decreto ministeriale n. 2553 dell'8 agosto 2008, che disciplina le modalità applicative delle norme previste dai citati regolamenti CE n. 479/2008 e n. 555/2008, all'art. 3 dispone che le Regioni individuano le categorie di soggetti autorizzati alla presentazione delle domande di riconversione e ristrutturazione.
Stabilisce, altresì, che vengano individuate le modalità per garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati.
Le risorse finanziarie destinate alla Regione per la realizzazione dei piani saranno gestite dall'AGEA (organismo pagatore nazionale).
La Regione trasmetterà al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF) e ad AGEA Coordinamento il proprio piano e le schede allegate n. 1 e n. 2 al decreto ministeriale n. 2553 dell'8 agosto 2008 per la verifica di conformità alla normativa comunitaria.
Infine la Regione invia all'organismo pagatore, secondo le modalità e i tempi fissati dall'organismo stesso, l'elenco dei soggetti cui spetta il pagamento degli aiuti.
Ciò premesso la Regione Sicilia ha elaborato il presente Piano che stabilisce le modalità tecniche e procedurali per l'accesso al regime di sostegno.
2)  Situazione del comparto viticolo regionale
Il comparto vitivinicolo contribuisce alla formazione della P.L.V. regionale in misura pari al 17% corrispondente ad un valore medio di circa 400 milioni di euro.
Il fabbisogno di lavoro complessivo dell'intero settore è quantificabile in 6 milioni di giornate annue.
La superficie investita a vite per la produzione di uve da vino è pari a 119.893 ettari, concentrata per l'88,73% nelle provincie di Trapani, Agrigento e Palermo.
La viticoltura siciliana si attesta, in atto, su una produzione di uve di circa 9 milioni di quintali che danno luogo a circa 6,5 milioni di ettolitri di vino.
Dal punto di vista varietale la viticoltura siciliana è basata in prevalenza sulla coltivazione di uve bianche che rappresentano circa il 64,14% con larga prevalenza di vitigni autoctoni (Catarratti 31,76%, Inzolia 6,50%, Grecanico 4,47%, Grillo 3,43%) a cui si aggiungono vitigni alloctoni non sempre di grande qualità (Trebbiano toscano 6,59%).
Tra le varietà bianche alloctone troviamo lo Chardonnay 4,14%, il Viogner 0,65%, il Pinot Grigio 0,58%, ecc.
Le uve nere autoctone più rappresentate sono il Calabrese o Nero d'Avola 16,10% il Nerello Mascalese 3,32%, il Nerello Cappuccio 0,67%, il Frappato di Vittoria 0,71%.
Tra le varietà nere alloctone troviamo il Syrah 4,47%, il Merlot 4,09%, il Cabernet Sauvignon 3,27%, ecc.
La viticoltura siciliana negli ultimi anni ha avviato un notevole processo di rinnovamento concretizzatosi:
-  in un allargamento della base ampelografica, che non sempre ha dato luogo a risultati qualitativamente positivi (Trebbiano);
-  in una discreta maggiore diffusione di varietà autoctone, in particolare di uve nere;
-  nell'introduzione di numerose cultivar alloctone di pregio;
-  nella generalizzata applicazione di tecniche colturali più razionali (concimazioni, meccanizzazione, difesa).
L'orientamento prevalente resta ancora la produzione di vini grezzi, di mosto muto e concentrato e di vini da destinare alla distillazione.
L'incidenza della quantità di vino confezionato (D.O.C., I.G.T. e vini da tavola di buono e a volte anche ottimo livello qualitativo), si aggira intorno al 13% della produzione.
La produzione dei vini a D.O.C. si attesta attorno ai 190 mila ettolitri costituita per circa il 50% dal Marsala, mentre quella a I.G.T. a circa 1.200.000 mila ettolitri.
Nella commercializzazione esistono gravi carenze, essendosi realizzati progressi solo nella fase iniziale (concentrazione del prodotto e conseguente omogeneizzazione dello stesso), mentre l'indirizzo prevalente rimane quello della produzione di vini grezzi, mosti e vini da avviare alla distillazione che non consentono l'ottenimento di risultati economici significativi per i produttori.
Occorre quindi sviluppare ulteriormente il trend positivo degli ultimi anni in termini di produzione e di riconoscimento qualitativo dei vini siciliani, già avviato da un numero ancora esiguo di imprenditori, che hanno già conquistato ambiti riconoscimenti nei concorsi nazionali ed internazionali.
Alla luce di quanto sopra esposto e degli orientamenti di un mercato sempre più rivolto a produzioni di qualità, occorre intervenire in maniera decisa puntando ad una revisione della piattaforma ampelografica attraverso l'ulteriore introduzione di vitigni miglioratori e di quelli autoctoni di pregio che consentano una qualificazione, tipicizzazione e diversificazione dell'offerta. Occorre infatti cogliere le nuove e differenziate istanze del mercato e suscitare curiosità nel consumatore con la creazione di nuove tipologie di prodotto attraverso la valorizzazione delle varietà autoctone e al contempo incontrare il gusto internazionale, attraverso l'introduzione e l'utilizzazione dei vitigni alloctoni.
Occorre inoltre far crescere la produzione a denominazione di origine sia come numero di denominazioni che come quantità di produzione, sfruttando altresì le indicazioni geografiche tipiche per la produzione di vini che abbiano un buon rapporto qualità prezzo.
3)  Punti di forza e di debolezza della viticoltura siciliana
3.1)  Punti di forza
La Sicilia presenta caratteristiche pedoclimatiche favorevoli alla coltivazione della vite. In virtù del clima asciutto i vigneti richiedono pochi trattamenti antiparassitari e possono consentire quindi facilmente anche la produzione di vini da uve biologiche.
L'attività di sperimentazione ha portato ad un ampliamento della piattaforma ampelografica e al riconoscimento della possibile qualificazione di alcuni vitigni autoctoni (Nero d'Avola, Inzolia, Catarratto Lucido ed Extralucido) che danno origine a produzioni tipiche qualificate. Nello stesso tempo si è assistito alla diffusione di alcune varietà alloctone che rispondono alle richieste del mercato.
La Regione ha avviato, con l'applicazione dei regolamenti CE n. 1493/99 e n. 1227/2000 negli anni tra il 2001 ed il 2008, un processo di riconversione delle varietà di uve bianche ed in parte delle varietà di uve rosse in risposta alle nuove richieste del mercato. In particolare sono stati riconvertiti circa 34.000 ettari di superficie vitata erogando contributi per un ammontare complessivo di circa 235 milioni di euro.
Per quanto riguarda i sistemi di allevamento è in atto una riconversione delle forme ad alte rese e poco funzionali all'impiego della meccanizzazione verso quelle a minore resa e che, specialmente nella fase di raccolta, consentono di diminuire i costi colturali.
3.2)  Punti di debolezza
I vigneti ad uve bianche superano nettamente quelli ad uve nere.
Permane un eccessivo orientamento alle rese elevate a scapito della qualità.
Le denominazioni d'origine hanno una incidenza molto marginale sulla produzione complessivamente vinificata.
E' ancora poco diffusa la cultura enologica, che è patrimonio di elite e di poche imprese private.
Si rileva una eccessiva produzione di vini commercializzati allo stato sfuso e di contro una modesta incidenza dell'imbottigliato.
4)  Obiettivi del piano
L'obiettivo generale del piano, esplicitato anche come raggiungimento di un equilibrio dinamico tra domanda e offerta, è quello del rafforzamento della competitività del settore attraverso la qualificazione, tipicizzazione e diversificazione dell'offerta, oltre che il superamento delle carenze strutturali del "vigneto Sicilia" stante la povertà varietale che ha determinato una produzione che non soddisfa l'evoluzione del gusto dei consumatori e le differenziate richieste del mercato.
Le varietà ad uve bianche che rappresentano come già accennato 64,14% dell'intera piattaforma ampelografica sono rappresentate per circa il 38,35% da Catarratto comune e Trebbiano Toscano. Questi vitigni in molti ambienti e contesti danno una produzione poco qualificata.
Tra le forme di allevamento quella a tendone interessa circa il 9,32% della superficie vitata regionale; le sue alte rese la dove non disciplinate (I.G.T. - D.O.C.), non consentono di ottenere vini di qualità pertanto è necessaria la sostituzione di tale forma con altre più adatte allo scopo.
Sulla base di quanto premesso, il piano punterà al raggiungimento degli obiettivi finalizzati alla:
-  diversificazione varietale con l'introduzione di vitigni miglioratori e valorizzazione degli autoctoni di pregio;
-  ristrutturazione dei vigneti a spalliera al fine di renderli meccanizzabili;
-  sostituzione della forma di allevamento a tendone con la forma a spalliera.
Da una attenta analisi della situazione regionale e considerando l'applicazione negli anni scorsi del regolamento CE n. 1493/99, emerge la necessità di intervenire ancora su una superficie viticola pari a circa 20.000 ettari.
E' evidente che sulla base delle probabili assegnazioni finanziarie e nell'arco temporale del regime di sostegno comunitario, si prevede di potere intervenire su circa 10.000 ettari.
Sulla base di questa previsione, si può calcolare alla fine dell'intervento una considerevole riduzione della produzione complessiva di uve e un aumento nella produzione dei vini a I.G.T. e D.O.C. con conseguente riduzione della produzione dei vini da tavola.
Ciò in funzione anche della riduzione delle rese legate all'utilizzo di altre forme di allevamento rispetto al tendone e al fatto che i vigneti oggetto di intervento dovranno rispettare le rese previste dai disciplinari di produzione delle I.G.T. o delle D.O.C.
5)  Indirizzi tecnici
Il piano troverà applicazione nelle zone ad I.G.T. e D.O.C. e terrà conto delle esigenze specifiche dei diversi areali.
Per quanto riguarda le indicazioni tecnico-agronomiche, i progetti devono prevedere la realizzazione di vigneti meccanizzabili integralmente o in parte, con sesti di impianto di buona intensità.
Relativamente ai vitigni da utilizzare si intendono valorizzare alcuni autoctoni, in particolare il Nero d'Avola ed in particolare dovrà essere limitata la resa al fine di ottenere vini di pregio.
Sia per quanto riguarda il sesto di impianto, le forme di allevamento, i vitigni e la resa dovrà rispettarsi quanto previsto dai disciplinari di produzione della zona siano essi a I.G.T. o a D.O.C.
La tecnica dell'irrigazione deve esclusivamente essere utilizzata per mantenere un adeguato equilibrio fisiologico della pianta e non può essere utilizzata come tecnica di forzatura.
Gli interventi irrigui di soccorso andranno effettuati in funzione dell'andamento climatico e comunque nel rispetto di quanto previsto dai disciplinari di produzione tenendo conto dell'obbligo di non aumentare le rese.
Per quanto riguarda le operazioni colturali relative alla gestione del suolo si utilizzeranno le tecniche a minor impatto ambientale così come previsto dall'art. 20 del regolamento CE n. 479/08, lo stesso articolo prevede che nei 3 anni successivi alla riscossione dell'aiuto i beneficiari dovranno rispettare, nella loro azienda, i criteri di gestione obbligatori e le buone condizioni agronomiche e ambientali di cui agli artt. da 3 a 7 del regolamento CE n. 1782/2003 (condizionalità), secondo quanto previsto dalle disposizioni normative comunitarie, nazionali e regionali vigenti.
Le lavorazioni tenderanno a favorire l'immagazzinamento delle acque piovane e a controllare lo sviluppo delle erbe infestanti.
Relativamente alle concimazioni l'apporto totale massimo di macroelementi per ettaro raccomandato è il seguente: kg. 100 di N, kg. 100 P2O5 e kg. 120 di K2O.
In alcuni casi può essere opportuno correggere le microcarenze con apporto di calcio e magnesio.
Per i progetti che verranno presentati a partire dalla data di pubblicazione del bando di gara si forniscono, di seguito, i dati tecnici minimi relativi alle caratteristiche del vigneto da realizzare:
-  ceppi/ha      n.    3.750 
-  fili      n.    3 
-  per la cortina semplice      n.  1 

Relativamente ai pali l'altezza minima dovrà essere m. 2,00 e potranno utilizzarsi:
-  pali in cemento vibrato e/o precompresso a sezione rotonda o con due angoli stondati (adatti per la raccolta meccanica), pali in legno trattati, pali in ferro trattati, pali in lamiera zincata, pali in P.V.C. e similari.
Non verranno finanziati piani che prevedono l'utilizzazione della forma di allevamento a tendone o del vitigno Trebbiano Toscano.
Per gli impianti da realizzare nelle isole minori, la forma di allevamento ed il numero di ceppi per ettaro minimo, devono rispettare quanto previsto dai relativi disciplinari di produzione.
6)  Tipologia degli interventi
Il regime di aiuto previsto dal seguente Piano si applica a una o più delle seguenti azioni:
6.1)  Sovrainnesto
Consiste nella sola sostituzione, mediante reinnesto, in un vigneto ritenuto già razionale per forma di allevamento (escluso il tendone), per sesto di impianto (ceppi/ha minimo 3.000) e in buono stato vegetativo, di una varietà di vite ritenuta non più idonea, con altra di maggior pregio enologico e commerciale, iscritta nell'elenco delle varietà autorizzate o raccomandate.
Questa azione consente la sostituzione di una varietà nel caso in cui:
-  la stessa non è più idonea per la produzione di un vino di qualità;
-  non rientra tra quelle ammesse dal disciplinare di produzione del vino a D.O.C. o a I.G.T. della zona in cui è ubicato il vigneto;
-  non è in linea con le scelte produttive dell'azienda nonché di collocazione del prodotto sul mercato.
Tali azioni saranno possibili solo su vigneti di età non superiore ai 10 anni.
6.2)  Reimpianto
Consiste nell'impianto di un vigneto razionale e idoneo alla meccanizzazione, utilizzando un diritto di reimpianto già posseduto, ovvero impegnandosi a estirpare un regolare vigneto di pari superficie esistente e di proprietà nell'azienda.
Questa azione consente di:
-  ricollocare il vigneto in una posizione più favorevole dal punto di vista agronomico, sia per l'esposizione che per ragioni pedoclimatiche;
-  di sostituire una varietà per le ragioni descritte nell'azione 1;
-  di modificare il sistema di coltivazione mediante l'introduzione di diverse tecniche di conduzione e di gestione del vigneto.
6.3)  Ristrutturazione e miglioramento delle tecniche di gestione dei vigneti
Consiste nel modificare la forma di allevamento o delle strutture di sostegno di un vigneto già esistente di età non superiore a 10 anni (es. trasformazione tesa a rendere meccanizzabile un vigneto allevato a spalliera già esistente) con la sostituzione della struttura di sostegno.
Questa azione consente:
-  di modificare il sistema di coltivazione di un vigneto esistente al fine dell'applicazione di diverse tecniche di gestione del vigneto;
-  di sostituire una varietà per le ragioni esposte nell'azione 1.
7)  Condizioni di non ammissibilità
Non potranno essere finanziati progetti che prevedono il rinnovo dei vigneti.
Per rinnovo si intende il reimpianto della stessa particella con la stessa varietà secondo lo stesso sistema di coltivazione della vite.
(2008.52.3669)003
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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
Gazzetta Ufficiale della Regione
Stampa: Officine Grafiche Riunite s.p.a.-Palermo
Ideazione grafica e programmi di
Michele Arcadipane
Trasposizione grafica curata da
Alessandro De Luca
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