REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 1 FEBBRAIO 2008 - N. 5
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

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DECRETI ASSESSORIALI

ASSESSORATO DEI BENI CULTURALI ED AMBIENTALI E DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE


DECRETO 4 gennaio 2008.
Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area comprendente il territorio circostante il Castello Manfredonico, ricadente nel comune di Mussomeli.

IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO TUTELA DEL DIPARTIMENTO REGIONALE BENI CULTURALI E AMBIENTALI ED EDUCAZIONE PERMANENTE

Visto lo Statuto della Regione;
Visto il D.P.R. 30 agosto 1975, n. 637, recante norme di attuazione dello Statuto della Regione siciliana in materia di tutela del paesaggio, di antichità e belle arti;
Visto il T.U. delle leggi sull'ordinamento del governo e dell'amministrazione della Regione siciliana, approvato con D.P.R. 28 febbraio 1979, n. 70;
Vista la legge regionale 1 agosto 1977, n. 80;
Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116;
Visto il R.D. 3 giugno 1940, n. 1357;
Visto il decreto legislativo n. 42/2004, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio;
Visto il decreto legislativo n. 157/2006, recante "Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo n. 42/2004, in relazione al paesaggio", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 97 del 27 aprile 2006 - supplemento ordinario n. 102;
Visto il parere prot. n. 2364/336.01.11 dell'8 febbraio 2002 reso dalla Presidenza della Regione - Ufficio legislativo e legale, che attribuisce il potere di firma dei provvedimenti di vincolo paesaggistico al dirigente generale, di cui all'art. 139 del T.U. n. 490/99, oggi art. 142 del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 12 del decreto legislativo n. 157/2006;
Visto il decreto n. 5659 del 17 aprile 2007, con il quale il dirigente responsabile del servizio tutela è delegato per la firma dei provvedimenti relativi alle competenze della struttura intermedia cui è preposto;
Visto il decreto n. 5001 del 18 gennaio 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 18 del 20 aprile 2005, con il quale è stata ricostituita per il quadriennio 2005/2009 la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta;
Esaminato il verbale n. 41 redatto nella seduta del 26 maggio 2005, con il quale la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta ha proposto al primo punto all'ordine del giorno di sottoporre a vincolo paesaggistico, ai sensi dell'art. 138 del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 8 del decreto legislativo n. 157/2006, il "Territorio circostante il castello Manfredonico", ricadente nel comune di Mussomeli (CL), delimitato perimetralmente secondo quanto descritto nel verbale n. 41 del 26 maggio 2005 a cui si rimanda e che è parte integrante del presente decreto;
Accertato che il verbale n. 41 del 26 maggio 2005, contenente la suddetta proposta di vincolo, e la relativa planimetria sono stati pubblicati all'albo pretorio del comune di Mussomeli (CL) dal 15 giugno 2005 al 12 settembre 2005 e depositati nella segreteria del comune stesso per il periodo previsto dall'art. 139, comma 1, del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 9 del decreto legislativo n. 157/2006;
Esaminato il verbale n. 47 redatto nella seduta del 6 marzo 2006, con il quale la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta ha proposto al primo punto all'ordine del giorno la convalida della proposta di vincolo paesaggistico, ai sensi dell'art. 138 del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 8 del decreto legislativo n. 157/2006, del territorio circostante il castello Manfredonico, ricadente nel comune di Mussomeli (CL);
Accertato che il verbale n. 47 del 6 marzo 2006, contenente la convalida della proposta di vincolo, e la relativa planimetria sono stati pubblicati all'albo pretorio del comune di Mussomeli (CL) e depositati nella segreteria del comune stesso per il periodo previsto dall'art. 139, comma 1, del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 9 del decreto legislativo n. 157/2006;
Accertato, altresì, che - come previsto dall'art. 139, comma 2, del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 9 del decreto legislativo n. 157/2006 - dell'avvenuta proposta e pubblicazione è stata data notizia su tre quotidiani, due a diffusione regionale ed uno a diffusione nazionale;
Accertato, altresì, che - come previsto dall'art. 139, comma 2, del decreto legislativo n. 42/2004, come modificato dall'art. 9 del decreto legislativo n. 157/2006 - dell'avvenuta proposta e pubblicazione è stata data notizia sui siti informatici della Provincia regionale di Caltanissetta, del comune di Mussomeli (CL) e della Regione siciliana - Assessorato regionale dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione;
Accertato che per quanto comunicato con le note n. 3043 del 5 settembre 2006 e n. 1121 del 12 aprile 2007 della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Caltanissetta non sono state prodotte osservazioni al vincolo de quo, ai sensi dell'art. 139 del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 9 del decreto legislativo n. 157/2006;
Ritenuto quindi, immediatamente comprovato, sulla base degli atti di cui sopra, che le motivazioni riportate nel verbale n. 41 del 26 maggio 2005, convalidato con il verbale n. 47 del 6 marzo 2006, sono sufficienti e congrue rispetto alla proposta di vincolo formulata e testimoniano l'esigenza di proteggere un ambiente singolare che presenta tutti i requisiti per essere oggetto di una studiata e corretta tutela che impedisca alle bellezze naturali e paesaggistiche della zona in questione di subire alterazioni di degrado irreversibili;
Considerato quindi, nel confermare la proposta di vincolo in argomento, di potere accogliere nella loro globalità le motivazioni espresse in maniera sufficiente e congrua dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta nel verbale n. 41 del 26 maggio 2005, convalidato con il verbale n. 47 del 6 marzo 2006, e correttamente riportate nella planimetria ivi allegata, documenti ai quali si rimanda e che formano parte integrante del presente decreto;
Ritenuto, pertanto, che nella specie ricorrono evidenti motivi di pubblico interesse, per il cospicuo carattere di bellezze naturali, paesaggistiche, "storico-architettoniche oltre che geologiche e geomorfologiche", che suggeriscono l'opportunità di sottoporre a vincolo paesaggistico il territorio circostante il castello Manfredonico ricadente nel comune di Mussomeli (CL), in conformità alla proposta verbalizzata dalla Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta nella seduta del 26 maggio 2005;
Rilevato che l'apposizione del vincolo comporta l'obbligo per i proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, degli immobili ricadenti nella zona vincolata, di presentare alla competente Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Caltanissetta, per la preventiva autorizzazione, qualsiasi progetto di opere che possano modificare l'aspetto esteriore della zona stessa;
Visto l'art. 140 del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 10 del decreto legislativo n. 157/2006;

Decreta:


Art. 1

Per le motivazioni espresse in premessa, l'area comprendente il "Territorio circostante il castello Manfredonico" ricadente nel comune di Mussomeli (CL), descritta nel verbale n. 41 del 26 maggio 2005 della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta e delimitata nella planimetria ivi allegata, che è parte integrante del presente decreto, è dichiarata di notevole interesse pubblico, ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, lett. d), del decreto legislativo n. 42/2004, come modificato dall'art. 6 del decreto legislativo n. 157/2006 e dell'art. 9 del regolamento di esecuzione, approvato con R.D. 3 giugno 1940, n. 1357.

Art. 2

Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, unitamente ai verbali n. 41 del 26 maggio 2005 e n. 47 del 6 marzo 2006 della competente commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta e alla planimetria di cui sopra è cenno, ai sensi degli artt. 140, comma 3, del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 10 del decreto legislativo n. 157/2006, e 12 del R.D. n. 1357/1940.
Una copia della Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana contenente il presente decreto sarà trasmessa entro il termine di mesi uno dalla sua pubblicazione, per il tramite della competente Soprintendenza, al comune di Mussomeli (CL), perché venga affissa per 90 giorni all'albo pretorio del comune stesso.
Altra copia della Gazzetta, unitamente alla planimetria della zona vincolata, sarà contemporaneamente depositata presso gli uffici del comune di Mussomeli (CL) dove gli interessati potranno prenderne visione.
La Soprintendenza competente comunicherà a questo dipartimento la data dell'effettiva affissione del numero della Gazzetta sopra citata all'albo del comune di Caltanissetta.

Art. 3

Avverso il presente decreto è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R. entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, nonché ricorso gerarchico al dirigente generale di questo dipartimento entro 30 giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 4 gennaio 2008.
  MAZZARELLA 

Allegati
VERBALE N. 41

L'anno 2005 il giorno 26 del mese di maggio, alle ore 16,00, presso la sede della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Caltanissetta, si è riunita la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche della provincia di Caltanissetta, ricostituita con decreto n. 5001 del 18 gennaio 2005. Debitamente convocata con nota n. 1586 dell'11 maggio 2005, con il seguente ordine del giorno:
1)  proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico, art. 138 del decreto legislativo n. 42/2004:
-  definizione e approvazione della relazione e del perimetro del territorio circostante il castello Manfredonico di Mussomeli.
Sono presenti i signori:
-  dr. Rosalba Panvini (presidente);
-  dr. Michele Ninfa (componente);
- arch. Leandro Jannì (componente);
-  arch. Angelo Piampiano (componente);
-  dr. Antonio Valter Cosentino (componente);
-  ing. Costantino Scarantino (componente);
-  prof. Angelo Barba (Assessore ai beni culturali del comune di Mussomeli);
-  ing. Carmelo Alba (ufficio tecnico del comune di Mussomeli);
-  arch. Angelo Alù (segretario).
Risulta assente l'ing. Ignazio Manduca (componente).
E' presente alla riunione l'arch. Alessandro Ferrara (dirigente del servizio I), convocato dal presidente.
Il presidente, verificato il numero legale, passa alla lettura dell'ordine del giorno, che riguarda la proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico e la relativa perimetrazione del territorio circostante il castello Manfredonico di Mussomeli.
Prende la parola l'arch. Ferrara, il quale propone di allargare il perimetro della proposta vagliata dalla commissione nella seduta del 21 aprile 2005, in quanto a suo dire sembrerebbe che l'area considerata, rispetto al castello Manfredonico, baricentro di un'ampia zona territoriale dai contenuti paesaggistici, storici e architettonici molto forti, sia troppo sbilanciata verso est, e non tiene in considerazione le aree a nord e sud del castello; zone dove l'espansione di case diffuse risulta molto accentuata e di conseguenza eccessivamente antropizzata.
A questo punto intervengono il prof. Angelo Barba e l'ing. Carmelo Alba, i quali esprimono delle perplessità sull'ampliamento dell'area da proporre come dichiarazione di notevole interesse pubblico e contestualmente pongono delle riserve in merito.
La proposta suddetta viene ampiamente discussa e dibattuta dai componenti della commissione, i quali in conclusione decidono di approvarla, con esclusione del prof. Angelo Barba e l'ing. Carmelo Alba in rappresentanza del comune di Mussomeli.
Da tale proposta e nella stessa seduta viene tracciata e approvata dalla commissione la nuova perimetrazione dell'area da sottoporre a tutela paesaggistica.
La proposta relazionata e descritta è approvata da tutti i componenti della commissione, con esclusione del prof. Angelo Barba (delegato dal sindaco di Mussomeli) e dell'ing. Carmelo Alba (rappresentante dell'ufficio tecnico comunale) e viene riportata integralmente nel presente verbale:
Proposta della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta per la dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area del castello Manfredonico di Mussomeli.
Isolato su uno sperone di roccia come un albero legato alle radici, il castello di Mussomeli, tra le rocche siciliane, più di tutte raccoglie gli elementi architettonici del medioevo eroico: gli ornati del gotico chiaramontano delle bifore, dei portali a sesto acuto, dei capitelli a merletto, le torri e le merlature, la fusione tra natura e struttura.
E' ricco di leggende: un'adunanza di baroni nel 1391 in cui si individuava una manifestazione indipendentista della nazione siciliana; la triste fine delle sorelle di un barone murate vive in una torre mentre egli era in guerra, la lotta senza quartiere, nel XVIII secolo, condotta dal castello contro il leggendario bandito Testalonga, Antonino Di Blasi da Pietraperzia.
Il castello si trova un miglio ad est del paese, e domina il latifondo da una rupe alta 80 metri, a picco sul terreno, con una ripida scarpata accessibile solo dal lato nord-est. Qui, alla base della rupe, una cortina merlata ospitava un alloggiamento per le truppe di difesa dell'accesso. Una seconda cinta, realizzata integrando le mura con le rocce, fortifica il pianoro intorno alla vetta.
Manfredi III di Chiaramonte lo fece costruire intorno al 1370, e nel 1374 è documentata la presenza di re Federico il Semplice d'Aragona con la sua corte, e si tramanda che nel 1390 o 1391 Manfredi vi avesse convocato, nella sala grande, un'assemblea di baroni per organizzare la resistenza dell'insediamento in Sicilia degli Aragonesi partigiani dell'antipapa Clemente VII. Ma il tentativo, se ci fu, fu vano, e i beni chiaramontani della fascia Palermo-Agrigento vennero infeudati a Guglielmo Raimondo Moncada e, dopo alterne vicende, il castello di Mussomeli fu venduto ad un valenciano, Giovanni Castellar (i cui stemmi di famiglia sono scolpiti ai lati dell'arco ogivale che sovrasta l'accesso alla cinta interna) e poi ai Lanza, cui rimase in proprietà fino ai nostri giorni.
Dal punto di vista urbanistico il castello è un caso anomalo, in quanto è arroccato a distanza dall'abitato e quindi sorto non per esigenze di colonizzazione, ma come presidio residenziale e strategico per Manfredi III Chiaramonte. La prima cinta di mura, spessa m. 1,25 con quattro feritoie per l'illuminazione, sedili e corpi di guardia, sul lato nord, difende l'accesso, si inerpica con una rampa a 30 m. dal pianoro, e si apre per mezzo di una porta ad arco ogivale. Di fronte all' ingresso una grande scuderia semidistrutta con volta a botte e direttrice ogivale.
Una seconda rampa si avvita sulla roccia e porta all'ingresso del castello vero e proprio, a 52 m. dal piano. Il lato sud, fortificato su quattro lati a strapiombo, comprende i corpi residenziali che poggiano su sotterranei e cisterne; il lato nord, a tre facciate, raggiunge la quota massima (778 m.) e racchiude la cappella e gli alloggiamenti militari.
Tre stemmi sono scolpiti sul portale d'accesso a questa cittadella a sette lati, che ha i merli dello spallo murati in una poderosa sopraelevazione in conci squadrati, di epoca successiva alla costruzione.
Il risultato architettonico-estetico è di valore eccezionale per la costruzione militare del '400 siciliano. L'adattamento delle strutture alla morfologia della roccia fu ideale, tanto che la facciata sud, vista dal basso, sembra frutto di nascita spontanea, tipicamente medioevale, di mura dalla rupe, senza quel disordine artigianale tipico delle fortificazioni militari, con i chiari segni di progettazione architettonica.
L'adattamento alla rupe influenza ugualmente la disposizione della pianta interna del castello.
Un primo cortile, tra le mura e la chiesa (su uno sperone roccioso più alto) guardava a valle attraverso la bifora del muro perimetrale, e, attraverso un portale gotico, introduceva nella grande sala dei baroni con 5 grandi archi ogivali, restaurata dall'architetto Armò all'inizio del '900. Contigua è una saletta triangolare che raccorda la sala dei baroni a quella del camino, con volta a crociera e 4 pilastri ottagonali agli angoli, sormontati da capitelli rozzamente scolpiti con motivi di foglie, in pietra da taglio, con la solidità tipica delle grandi fabbriche medioevali. Un altro portale introduce alla cappella, strutturata con doppia volta a crociera illuminata dagli squarci profondi di due feritoie. Questo fu l'ambiente più lungamente abitato del castello, come dimostra l'intonaco dell'abside, di epoca barocca. In ogni caso, la vita del castello pare che termini, dal punto di vista residenziale, col finire del '500. Nel XVIII secolo esso fu adibito a carcere, con le celle nei sotterranei. Nel '600 il valore strategico della posizione isolata e rampante sulla roccia aveva perso efficacia, e la residenza in paese era più conveniente alle attività economiche del barone feudatario. Questo ha permesso di conservare il castello senza trasformazioni manieristiche e barocche, raro esempio di tardo medioevo siciliano, una delle testimonianze più imponenti di quel mondo medioevale con cui la cultura spagnola, dominante dal XVI sec. nell'isola, segnò una contrapposizione frontale. L'epoca aragonese e dell'anarchia baronale fu cancellata di forza quasi dovunque in Sicilia, fino al recupero dell'800, con la "Storia del Vespro" di Michele Amari, che riscopriva l'esperienza degli uomini forti, indipendenti, non ancora succubi dell'Inquisizione e della Spagna che nel medioevo avevano affermato la volontà di autonomia di una Sicilia che gli arabi e poi i normanni e svevi avevano riportato a centro culturale del Mediterraneo.
Dal castello si gode di ampie vedute che spaziano per gran parte dell'orizzonte ottico e rappresentano un'ulteriore ricchezza del sito e del monumento. In direzione occidentale si percepiscono le espansioni recenti dell'abitato di Mussomeli che, estendendosi in direzione meridionale, si manifestano con la loro modernità contrastante con la qualità tradizionale del paesaggio; volgendosi verso sud-sudovest e da meridione verso oriente si apprezzano invece gli sconfinati panorami delle colline argillose su cui si ergono rare cime isolate. Il paesaggio del seminativo domina i vasti panorami rurali, cangiante in modo caratteristico nel corso delle stagioni, con una varietà di cromatismi che vanno dal verde tenue al colore bruno dei terreni arati, al nero delle ristoppie. Privilegiato è il rapporto, sempre in direzione sudoccidentale, con il rilievo di Monte San Paolino, straordinaria emergenza geomorfologica, e con le aree boscate che si adagiano sui rilievi che preludono alla brusca insorgenza del Monte, in direzione nordorientale. I canali e gli orizzonti percettivi dal castello sono peraltro uno dei caratteri eminenti di un'architettura munita e incombente dal suo nido d'aquila, con funzione di presidio militare sul territorio, e la conservazione di tali relazioni non può essere disgiunta dalla tutela nei confronti dell'architettura stessa. Analogamente, la percezione del castello dal territorio che lo circonda rappresenta uno dei valori precipui del contesto paesistico. La percezione dal basso dell'architettura difensiva doveva avere un ovvio carattere anche di rappresentazione del potere politico-militare, e costituisce oggi elemento di qualificazione del territorio. Percorrendo la viabilità principale e minore che circondano il castello, questo si apprezza sotto varie angolazioni e prospettive: ora con l'incombere della rupe con le sue fortificazioni, principalmente da nord e ovest, ora con l'eleganza rigorosa del prospetto monumentale.
La proposta di tutela paesaggistica è orientata ad assicurare la salvaguardia dei valori paesistici, ambientali, morfologici e percettivi diffusi; ad assicurare la fruizione visiva degli scenari e dei panorami; a promuovere azioni per il riequilibrio naturalistico ed ecosistemico; alla riqualificazione ambientale-paesistica, a conservare il patrimonio storico-culturale. Gli obiettivi sono inoltre rivolti alla tutela di quadri paesistici di altissima qualità relativa, segnatamente il contesto paesistico-ambientale del castello di Mussomeli. E' dunque prioritario il mantenimento dei margini della città sul versante prospiciente il castello Manfredonico. E' da salvaguardare la forma urbana e il rapporto consolidatosi nel tempo tra il rilievo del castello ed il suo intorno paesistico, tra la città e le pendici rocciose e il paesaggio, salvaguardando le relazioni morfologiche e ambientali reciproche fra paesaggio urbano e rilievo. Interventi di nuova edificazione nell'intorno del castello potrebbero compromettere le relazioni paesistiche e la qualità della percezione del castello dal paesaggio e dal castello verso il paesaggio. Va dunque assicurata la fruizione delle vedute e del panorama, così come la tutela delle emergenze storico-architettoniche oltre che geologiche e geomorfologiche del rilievo.
Perimetrazione dell'area
Salendo dal punto in cui si intersecano la strada provinciale n. 100 con l'alveo del burrone, si procede lungo di esso sino ad intercettare la strada comunale che conduce al castello Manfredonico, si va avanti per un altro breve tratto per poi procedere verso est, lungo la strada che attraversa la contrada Castello fino ad incrociare la reggia trazzera per Vallelunga. Si percorre poi la strada interpoderale che fa da confine tra le contrade Castello e Casazza, in direzione sud e poi ancora per un altro breve tratto verso est per la strada che costeggia l'acquedotto. Da qui si scende verso sud per un piccolo tratto in strada interpoderale per poi procedere lungo l'alveo del torrente burrone Castello fino alla confluenza con il torrente miglia il quale si segue per un brevissimo tratto. Si continua verso sud per un altro breve tratto sulla strada interpoderale e ancora si procede fino a raggiungere il bivio Cantoniera. Infine si procede verso ovest in direzione dell'abitato di Mussomeli, percorrendo la strada provinciale n. 23 per un lungo tratto fino a raggiungere la strada provinciale n. 100, chiudendo così il perimetro.
A questo punto il presidente dichiara chiusa la seduta della quale si è redatto il presente verbale, che previa lettura e conferma viene sottoscritto.
Il presidente: Panvini.
Il segretario: Alù.
VERBALE N. 47

L'anno 2006 il giorno 6 del mese di marzo, alle ore 16,00, presso la Soprintendenza per i beni naturali ed ambientali di Caltanissetta, si è riunita la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche della provincia di Caltanissetta, ricostituita con decreto n. 5001 del 18 gennaio 2005. Debitamente convocata con nota n. 527 del 10 febbraio 2006, con il seguente ordine del giorno:
1)  convalida delle proposte di dichiarazione di notevole interesse pubblico:
-  area del castello Manfredonico di Mussomeli;
-  ampliamento del vincolo paesaggistico "Media Valle del Salso o Imera meridionale" (decreto n. 7732 del 9 ottobre 1995) al complesso monumentale dell'area cimiteriale di Caltanissetta;
2)  discussione preliminare sulla proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico, che comprende l'abitato di Gela (centro storico) e parte del territorio circostante.
Sono presenti i signori:
-  dr. Rosalba Panvini (presidente e soprintendente);
-  arch. Leandro Jannì (componente);
-  arch. Angelo Piampiano (componente);
-  dott. Michele Ninfa (componente);
-  dott. Antonio Valter Cosentino (componente);
-  ing. Ignazio Manduca (componente);
-  ing. Costantino Scarantino (componente).
Il sindaco del comune di Gela o un suo delegato, convocato con lettera raccomandata prot. n. 527 del 10 febbraio 2006, risulta assente.
Le funzioni di segretario vengono svolte dall'arch. Angelo Alù.
Premesso che, nelle sedute del 24 febbraio 2005 verbale n. 36 e del 26 maggio 2005 verbale n. 41, sono state approvate rispettivamente le due proposte di notevole interesse pubblico indicate al punto 1), ed erano presenti i delegati del sindaco del comune di Caltanissetta e del sindaco del comune di Mussomeli.
Il presidente, verificato che tutti i componenti della commissione risultano presenti, passa alla lettura dell'ordine del giorno, che prevede la convalida delle due proposte di cui al punto 1), le quali vengono convalidate con giudizio unanime e sono riportate integralmente di seguito:
-  ampliamento e riperimetrazione dell'area sottoposta a vincolo paesaggistico della Media Valle del fiume Salso o Imera meridionale (decreto n. 7732 del 9 ottobre 1995 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 61 del 25 novembre 1995) al complesso monumentale dell'area cimiteriale di Caltanissetta.
La proposta riguarda l'estensione del vincolo a tutta l'area cimiteriale del comune di Caltanissetta e la conseguente modifica della perimetrazione che interessa il tratto G-H descritto nel decreto di vincolo e riportata nell'allegata cartografia, con indicazione sugli indirizzi programmatici e degli obiettivi di qualità paesaggistica che si estendono all'intero territorio compreso nel vincolo paesaggistico "Media Valle del Salso o Imera meridionale".
Descrizione dell'area
L'area proposta per il vincolo si trova in prossimità della zona urbana di Caltanissetta ed è adiacente i ruderi del castello di Pietrarossa ed il complesso monumentale della chiesa di Santa Maria degli Angeli che, per la loro notevole rilevanza culturale ed ambientale, sono già inseriti nell'area tutelata. Il cimitero "Angeli" sorge su un rilievo collinare argilloso che dall'abitato di Caltanissetta si allunga a sud-est sulla valle del torrente della Difesa, inserendosi armoniosamente nel quadro paesaggistico della valle dell'Imera. Dal cimitero, ubicato in posizione geografica emergente rispetto alle vallate circostanti, è possibile ammirare suggestivi e diversi scorci paesaggistici dell'entroterra siciliano. A sud lo scenario paesaggistico è quello tipico dei rilievi collinari argillosi della Sicilia centro-meridionale, con ampie valli e versanti solcati da calanchi diffusi. Da questo punto di vista è possibile osservare la Serra della Difesa, dorsale argillosa allungata in direzione est-ovest, che costituisce lo spartiacque tra i bacini dei torrenti "Vallone della Difesa" e "Iuculia", entrambi diretti tributari del fiume Salso. Su questa dorsale si sviluppa la regia trazzera Caltanissetta - Piazza Armerina detta anche dei Mulini. Alzando lo sguardo è possibile scorgere, al di là della Serra della Difesa, la puntara calcarea Santa Lucia. Ad est emerge visibile il rilievo tabulare sabbioso-calcarenitico di Monte Sabucina, dalla tipica morfologia a cuesta, sul quale sorge l'importante insediamento archeologico di Sabucina. L'orizzonte settentrionale è delineato dal susseguirsi dei profili di monte San Giuliano e S. Anna, sulle cui pendici meridionali si sviluppa il centro abitato di Caltanissetta. A valle dell'abitato, sui diffusi affioramenti argillosi, si impostano estesi e suggestivi sistemi calanchiferi.
Il cimitero Angeli, edificato in seguito all'approvazione del progetto da parte del consiglio comunale di Caltanissetta con deliberazione del 1878, accoglie numerose e pregevoli cappelle e tombe gentilizie che ne configurano la notevole valenza storica ed architettonica. Esso si sviluppa con un sistema sinuoso di viali principali che, per l'accidentata morfologia dei luoghi, mostra una forte pendenza verso sud. Lungo i viali principali sorgono tombe e cappelle gentilizie, concepite da illustri progettisti dell'ottocento quali Pasquale Saetta e Alfonso Barbera, che accolgono sculture di altrettanti illustri artisti dell'epoca quali il Tripisciano ed il Biancardi. Fra queste di notevole interesse architettonico è la cappella gentilizia Testasecca che al suo interno ospita la Madonna con il Bambino, considerata tra le più interessanti sculture del Tripisciano. Singolare è la cappella gentilizia del senatore Morillo, barone di Trabonella, la cui facciata fu progettata nel 1912 dall'ingegnere Nuara. Ricavata da un anfratto della rocca di Pietrarossa, un tempo probabile ambiente dell'antico castello, essa custodisce sculture del Tripisciano.
Gli indirizzi, le prescrizioni e le misure sono orientati ad assicurare la salvaguardia dei valori paesistici, ambientali, morfologici e percettivi dell'area del complesso monumentale cimiteriale, di modeste dimensioni rispetto al più esteso vincolo paesaggistico "Media Valle del Salso o Imera meridionale" (decreto n. 7732 del 9 ottobre 1995 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 61 del 25 novembre 1995), a cui si riferiscono fondamentalmente le azioni programmatiche degli obiettivi di qualità paesaggistica:
Per i versanti e le creste isolate, le aree archeologiche, che spesso assumono anche valenza paesistico-ambientale, le singolarità geomorfologiche e biologiche, promuovere azioni per il riequilibrio naturalistico ed ecosistemico; ridurre l'impatto negativo dei detrattori paesistici; conservare e ricostituire il tessuto e il paesaggio agrario; mantenere l'identità culturale dei sistemi storici minerari sia del bacino nisseno che di quello più meridionale della Trabia Tallarita divisa fra i territori di Sommatino e Riesi; valorizzare la fruizione naturalistica della riserva naturale di Monte Capodarso; tutela e recupero del patrimonio storico-culturale (nuclei, architetture, percorsi storici e aree archeologiche) che si configurano come elementi fondamentali del tessuto territoriale; alla tutela del fondovalle di pregio del fiume Imera meridionale e della sua valle.
In particolare:
-  il mantenimento dell'attività e dei caratteri agricoli del paesaggio;
-  il riuso e la rifunzionalizzazione del patrimonio architettonico rurale, anche ai fini dello sviluppo del turismo rurale e dell'agricoltura;
-  le nuove costruzioni debbono essere a bassa densità, di dimensioni contenute, tali da non incidere e alterare il contesto generale del paesaggio agro-pastorale e i caratteri specifici del sito e tali da mantenere i caratteri dell'insediamento sparso agricolo e della tipologia edilizia tradizionale;
-  protezione e valorizzazione dell'agricoltura in quanto presidio dell'ecosistema e riconoscimento del suo ruolo di tutela ambientale nelle aree marginali;
-  conservazione della biodiversità delle specie agricole e della diversità del paesaggio agricolo; le innovazioni della produzione agricola devono essere compatibili con la conservazione del paesaggio agrario e con la tradizione locale;
-  tutela dell'agricoltura da fattori di inquinamento antropico concentrato (scarichi idrici, depositi di inerti, industrie agroalimentari, etc.);
-  impiego di tecniche colturali ambientalmente compatibili per la riduzione del carico inquinante prodotto dall'agricoltura e dalla zootecnia;
-  si dovrà evitare l'eliminazione degli elementi di vegetazione naturale presenti o prossimi alle aree coltivate (siepi, filari, fasce ed elementi isolati arborei o arbustivi e elementi geologici: rocce, timponi, pareti rocciose e morfologici: scarpate, fossi), in grado di costituire habitat di interesse ai fini della biodiversità;
-  ai fini della localizzazione di impianti tecnologici, nel rispetto della normativa esistente, nelle aree agricole dovranno essere preferite zone già urbanizzate (aree per insediamenti produttivi, aree produttive dimesse) e già servite dalle necessarie infrastrutture;
-  gli interventi devono tendere alla conservazione dei valori paesistici, al mantenimento degli elementi caratterizzanti l'organizzazione del territorio e dell'insediamento agricolo storico (tessuto agrario, nuclei e fabbricati rurali, viabilità rurale, sentieri);
-  le nuove costruzioni debbono essere a bassa densità, di dimensioni contenute, tali da non incidere e alterare il paesaggio agro-pastorale e i caratteri specifici del sito e tali da mantenere i caratteri dell'insediamento sparso agricolo e della tipologia edilizia tradizionale;
-  la conservazione dei nuclei storici rurali, mantenendo inalterati il tessuto edilizio originario, la tipologia edilizia e i caratteri costruttivi tradizionali;
-  il riuso e rifunzionalizzazione del patrimonio architettonico rurale, anche ai fini dello sviluppo del turismo rurale e dell'agricoltura e individuazione di itinerari e percorsi per la fruizione del patrimonio storico culturale;
-  il miglioramento della fruizione pubblica delle aree archeologiche;
-  la tutela delle relazioni visive e ambientali dei rilievi, la definizione di adeguate aree di filtro nei confronti della trasformazione antropica delle aree;
-  la tutela delle emergenze geologiche e biologiche;
-  attuare la conservazione del patrimonio naturale esistente attraverso il monitoraggio e la manutenzione e favorire interventi di rinaturalizzazione e di sostituzione delle specie vegetali alloctone con specie autoctone, al fine del potenziamento della biodiversità;
-  favorire la formazione di ecosistemi vegetali stabili in equilibrio con le condizioni dei luoghi, ai fini della salvaguardia idrogeologica, del mantenimento o costituzione di habitat in un'ottica integrata di consolidamento delle funzioni ecologiche e protettive;
-  il riuso e la rifunzionalizzazione del patrimonio architettonico, anche ai fini dello sviluppo del turismo rurale;
-  il recupero ambientale delle aree di cava dismesse, è vietata l'apertura di nuove cave.
Perimetrazione dell'area del complesso cimiteriale
La modifica della perimetrazione del vincolo paesaggistico denominato "Media Valle del Salso o Imera meridionale", istituito con decreto n. 7732 del 9 ottobre 1995, riguarda solo il tratto G-H nel quale viene inclusa la particella B del foglio di mappa n. 130 del comune di Caltanissetta, relativa all'intera area del cimitero Angeli. Si allega stralcio della planimetria catastale in scala 1:2.000 con evidenziata l'area della particella B del foglio di mappa n. 130 del comune di Caltanissetta da sottoporre a vincolo paesaggistico.

DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DEL CASTELLO MANFREDONICO DI MUSSOMELI

Isolato su uno sperone di roccia come un albero legato alle radici, il castello di Mussomeli, tra le rocche siciliane, più di tutte raccoglie gli elementi architettonici del medioevo eroico: gli ornati del gotico chiaramontano delle bifore, dei portali a sesto acuto, dei capitelli a merletto, le torri e le merlature, la fusione tra natura e struttura.
E' ricco di leggende: un'adunanza di baroni nel 1391 in cui si individuava una manifestazione indipendentista della nazione siciliana; la triste fine delle sorelle di un barone murate vive in una torre mentre egli era in guerra; la lotta senza quartiere, nel XVIII secolo, condotta dal castello contro il leggendario bandito Testalonga, Antonino Di Blasi da Pietraperzia.
Il castello si trova un miglio ad est del paese, e domina il latifondo da una rupe alta 80 metri, a picco sul terreno, con una ripida scarpata accessibile solo dal lato nord-est. Qui, alla base della rupe, una cortina merlata ospitava un alloggiamento per le truppe di difesa dell'accesso. Una seconda cinta, realizzata integrando le mura con le rocce, fortifica il pianoro intorno alla vetta.
Manfredi III di Chiaramonte lo fece costruire intorno al 1370, e nel 1374 è documentata la presenza di re Federico il Semplice d'Aragona con la sua corte, e si tramanda che nel 1390 o 1391 Manfredi vi avesse convocato, nella sala grande, un'assemblea di baroni per organizzare la resistenza dell'insediamento in Sicilia degli Aragonesi partigiani dell'antipapa Clemente VII. Ma il tentativo, se ci fu, fu vano, e i beni chiaramontani della fascia Palermo-Agrigento vennero infeudati a Guglielmo Raimondo Moncada e, dopo alterne vicende, il castello di Mussomeli fu venduto ad un valenciano, Giovanni Castellar (i cui stemmi di famiglia sono scolpiti ai lati dell'arco ogivale che sovrasta l'accesso alla cinta interna) e poi ai Lanza, cui rimase in proprietà fino ai nostri giorni.
Dal punto di vista urbanistico il castello è un caso anomalo, in quanto è arroccato a distanza dall'abitato e quindi sorto non per esigenze di colonizzazione, ma come presidio residenziale e strategico per Manfredi III Chiaramonte. La prima cinta di mura, spessa m. 1,25 con quattro feritoie per l'illuminazione, sedili e corpi di guardia, sul lato nord, difende l'accesso, si inerpica con una rampa a 30 m. dal pianoro, e si apre per mezzo di una porta ad arco ogivale. Di fronte all'ingresso una grande scuderia semidistrutta con volta a botte e direttrice ogivale.
Una seconda rampa si avvita sulla roccia e porta all'ingresso del castello vero e proprio, a 52 m. dal piano. Il lato sud, fortificato su quattro lati a strapiombo, comprende i corpi residenziali che poggiano su sotterranei e cisterne; il lato nord, a tre facciate, raggiunge la quota massima (778 m.) e racchiude la cappella e gli alloggiamenti militari.
Tre stemmi sono scolpiti sul portale d'accesso a questa cittadella a sette lati, che ha i merli dello spallo murati in una poderosa sopraelevazione in conci squadrati, di epoca successiva alla costruzione.
Il risultato architettonico-estetico è di valore eccezionale per la costruzione militare del '400 siciliano.
L'adattamento delle strutture alla morfologia della roccia fu ideale, tanto che la facciata sud, vista dal basso, sembra frutto di nascita spontanea, tipicamente medioevale, di mura dalla rupe, senza quel disordine artigianale tipico delle fortificazioni militari, con i chiari segni di progettazione architettonica.
L'adattamento alla rupe influenza ugualmente la disposizione della pianta interna del castello.
Un primo cortile, tra le mura e la chiesa (su uno sperone roccioso più alto) guardava a valle attraverso la bifora del muro perimetrale e, attraverso un portale gotico, introduceva nella grande sala dei baroni con 5 grandi archi ogivali, restaurata dall'architetto Armò all'inizio del '900. Contigua è una saletta triangolare che raccorda la sala dei baroni a quella del camino, con volta a crociera e 4 pilastri ottagonali agli angoli, sormontati da capitelli rozzamente scolpiti con motivi di foglie, in pietra da taglio, con la solidità tipica delle grandi fabbriche medioevali.
Un altro portale introduce alla cappella, strutturata con doppia volta a crociera illuminata dagli squarci profondi di due feritoie. Questo fu l'ambiente più lungamente abitato del castello, come dimostra l'intonaco dell'abside, di epoca barocca. In ogni caso, la vita del castello pare che termini, dal punto di vista residenziale, col finire del '500. Nel XVIII secolo esso fu adibito a carcere, con le celle nei sotterranei. Nel '600 il valore strategico della posizione isolata e rampante sulla roccia aveva perso efficacia, e la residenza in paese era più conveniente alle attività economiche del barone feudatario.
Questo ha permesso di conservare il castello senza trasformazioni manieristiche e barocche, raro esempio di tardo medioevo siciliano, una delle testimonianze più imponenti di quel mondo medioevale con cui la cultura spagnola, dominante dal XVI sec. nell'Isola, segnò una contrapposizione frontale. L'epoca aragonese e dell'anarchia baronale fu cancellata di forza quasi dovunque in Sicilia, fino al recupero dell'800, con la "Storia del Vespro" di Michele Amari, che riscopriva l'esperienza degli uomini forti, indipendenti, non ancora succubi dell'Inquisizione e della Spagna che nel medioevo avevano affermato la volontà di autonomia di una Sicilia che gli arabi e poi i normanni e svevi avevano riportato a centro culturale del Mediterraneo.
Dal castello si gode di ampie vedute che spaziano per gran parte dell'orizzonte ottico e rappresentano un'ulteriore ricchezza del sito e del monumento. In direzione occidentale si percepiscono le espansioni recenti dell'abitato di Mussomeli, che, estendendosi in direzione meridionale, si manifestano con la loro modernità contrastante con la qualità tradizionale del paesaggio; volgendosi verso sud-sudovest e da meridione verso oriente si apprezzano gli sconfinati panorami delle colline argillose su cui si ergono rare cime isolate. Il paesaggio del seminativo domina i vasti panorami rurali, cangiante in modo caratteristico nel corso delle stagioni, con una varietà di cromatismi che vanno dal verde tenue al colore bruno dei terreni arati, al nero delle ristoppie. Privilegiato è il rapporto, sempre in direzione sudoccidentale, con il rilievo di Monte San Paolino, straordinaria emergenza geomorfologica, e con le aree boscate che si adagiano sui rilievi che preludono alla brusca insorgenza del monte, in direzione nordorientale. I canali e gli orizzonti percettivi dal castello sono peraltro uno dei caratteri eminenti di un'architettura munita e incombente dal suo nido d'aquila, con funzione di presidio militare sul territorio, e la conservazione di tali relazioni non può essere disgiunta dalla tutela nei confronti dell'architettura stessa. Analogamente, la percezione del castello dal territorio che lo circonda rappresenta uno dei valori precipui del contesto paesistico. La percezione dal basso dell'architettura difensiva doveva avere un ovvio carattere anche di rappresentazione del potere politico-militare, e costituisce oggi elemento di qualificazione del territorio. Percorrendo la viabilità principale e minore che circondano il castello, questo si apprezza sotto varie angolazioni e prospettive: ora con l'incombere della rupe con le sue fortificazioni, principalmente da nord e ovest, ora con l'eleganza rigorosa del prospetto monumentale.
La proposta di tutela paesaggistica è orientata ad assicurare la salvaguardia dei valori paesistici, ambientali, morfologici e percettivi diffusi; ad assicurare la fruizione visiva degli scenari e dei panorami; a promuovere azioni per il riequilibrio naturalistico ed ecosistemico; alla riqualificazione ambientale-paesistica, a conservare il patrimonio storico-culturale. Gli obiettivi sono inoltre rivolti alla tutela di quadri paesistici di altissima qualità relativa, segnatamente il contesto paesistico-ambientale del castello di Mussomeli. E' dunque prioritario il mantenimento dei margini della città sul versante prospiciente il castello Manfredonico. E' da salvaguardare la forma urbana e il rapporto consolidatosi nel tempo tra il rilievo del castello ed il suo intorno paesistico, tra la città e le pendici rocciose e il paesaggio, salvaguardando le relazioni morfologiche e ambientali reciproche fra paesaggio urbano e rilievo. Interventi di nuova edificazione nell'intorno del castello potrebbero compromettere le relazioni paesistiche e la qualità della percezione del castello dal paesaggio e dal castello verso il paesaggio. Va dunque assicurata la fruizione delle vedute e del panorama, così come la tutela delle emergenze storico-architettoniche oltre che geologiche e geomorfologiche del rilievo.
Obiettivi di qualità paesaggistica
Indirizzi, prescrizioni e le misure sono orientati ad assicurare la salvaguardia dei valori paesistici, ambientali morfologici e percettivi diffusi; ad assicurare la fruizione visiva degli scenari e dei panorami; a promuovere azioni per il riequilibrio naturalistico ed ecosistemico; alla riqualificazione ambientale-paesistica, a conservare il patrimonio storico-culturale e al mantenimento dell'attività agropastorale. Gli obiettivi sono inoltre rivolti alla tutela di quadri paesistici di altissima qualità relativa, segnatamente il contesto paesistico-ambientale del castello di Mussomeli.
In particolare:
-  la conservazione del patrimonio edilizio di interesse storico-artistico, mirata al recupero del significato e del ruolo della città storica e del rapporto città - paesaggio;
-  il mantenimento dei margini della città sul versante prospiciente il castello chiaramontano. E' da salvaguardare la forma urbana e il rapporto consolidatosi nel tempo tra il rilievo del castello ed il suo intorno paesistico, tra la città e le pendici rocciose e il paesaggio, salvaguardando le relazioni morfologiche e ambientali reciproche fra paesaggio urbano e rilievo. Non sono consentiti interventi di nuova edificazione all'interno di un perimetro di dimensioni adeguate a tutela delle relazioni paesistiche e della percezione del castello dal paesaggio e dal castello verso il paesaggio;
-  assicurare la fruizione delle vedute e del panorama;
-  la tutela delle emergenze geologiche e geomorfologiche.
Perimetrazione dell'area
Salendo dal punto in cui si intersecano la strada provinciale n. 100 con l'alveo del burrone, si procede lungo di esso sino ad intercettare la strada comunale che conduce al castello Manfredonico, si va avanti per un altro breve tratto per poi procedere verso est, lungo la strada che attraversa la contrada Castello fino ad incrociare la regia trazzera per Vallelunga. Si percorre poi la strada interpoderale che fa da confine tra le contrade Castello e Casazza, in direzione sud e poi ancora per un altro breve tratto verso est per la strada che costeggia l'acquedotto. Da qui si scende verso sud per un piccolo tratto in strada interpoderale per poi procedere lungo l'alveo del torrente Burrone Castello fino alla confluenza con il torrente Miglia il quale si segue per un brevissimo tratto, per poi continuare verso sud per un altro breve tratto sulla strada interpoderale e ancora si procede fino a raggiungere il bivio Cantoniera. Infine si procede verso ovest in direzione dell'abitato di Mussomeli, percorrendo la strada provinciale n. 23 per un lungo tratto fino a raggiungere la strada provinciale n. 100, chiudendo così il perimetro.
La discussione si sposta sul secondo punto all'ordine del giorno che riguarda l'abitato di Gela (centro storico) e il territorio circostante.
Prende la parola l'arch. Leandro Jannì, il quale propone di ridiscutere la proposta con la scorta e l'ausilio di un supporto cartografico fotogrammetrico del territorio interessato, possibilmente vicino all'assetto territoriale-urbanistico attuale di Gela.
L'arch. Angelo Piampiano propone un ulteriore sopralluogo da effettuarsi successivamente ad una discussione preliminare, che dovrà chiarire quale parte di territorio tutelare e contestualmente individuare le zone da visitare con particolari pregi ambientali e naturali.
L'ing. Antonio Valter Cosentino continua la discussione, mostrandosi favorevole a quanto si è detto, ed informando la commissione che è in itinere l'approvazione del piano regolatore generale del territorio comunale di Gela, e pertanto bisognerebbe valutare l'eventuale proposta di vincolo paesaggistico in rapporto alle previsioni del piano regolatore generale ed anche rispetto agli altri vincoli (SIC e ZPS) presenti nel territorio.
Segue un'ampia discussione sulle tematiche paesaggistiche legate all'area interessata dalla proposta di vincolo.
In conclusione la commissione all'unanimità decide di rinviare la discussione sulla proposta in questione ad altra data, in modo da potere valutare in maniera più organica e approfondita, con l'ausilio di cartografie recenti, con le previsioni del piano regolatore generale e gli indirizzi degli altri vincoli, la proposta in questione.
A questo punto il presidente dichiara chiusa la seduta della quale si è redatto il presente verbale, che, previa lettura e conferma, viene sottoscritto.
Il presidente: Panvini.
Il segretario: Alù.


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(2008.3.155)016
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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

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