REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 23 NOVEMBRE 2007 - N. 55
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

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DECRETI ASSESSORIALI

ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE


DECRETO 23 settembre 2007.
Approvazione del piano particolareggiato del centro storico del comune di Agrigento.

IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE URBANISTICA

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge 5 agosto 1978, n. 457;
Vista la legge regionale 7 maggio 1976, n. 70, modificata ed integrata dalla legge regionale n. 34 dell'8 agosto 1985, concernente norme speciali per il centro storico di Agrigento;
Visto l'art. 10 della legge regionale n. 40/95;
Visto il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropri per pubblica utilità, approvato con il D.P.R. n. 327/2001 e modificato dal decreto legislativo n. 302/2002, reso applicabile con l'art. 36 della legge regionale n. 7 del 2 agosto 2002, come integrato dall'art. 24 della legge regionale n. 7 del 19 maggio 2003;
Visto il decreto n. 374 del 13 marzo 1989 e il decreto n. 320 del 5 maggio 1993, con i quali è stato approvato il piano regolatore generale del comune di Agrigento;
Visto il foglio prot. n. 42804 del 29 agosto 2006, assunto al protocollo di questo Assessorato al n. 54721 del 30 agosto 2006, con il quale il comune di Agrigento ha trasmesso copia degli atti ed elaborati del piano particolareggiato del centro storico di Agrigento, adottato con delibera del consiglio comunale n. 146 del 10 novembre 2006, rielaborato a seguito del provvedimento assessoriale n. 3297 del 13 maggio 1998 di notifica del voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 603 del 29 gennaio 1998;
Visti gli atti ed elaborati trasmessi consistenti in:
Atti amministrativi
-  avviso dirigenziale di deposito del piano del 23 gennaio 2006, allegato alla nota n. 601/int di trasmissione atti all'ufficio messi;
-  copia pag. 6 del Giornale di Sicilia del 26 gennaio 2006, con individuazione dell'avviso di deposito del P.P.C.S.;
-  copia della Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 5, parte seconda e terza del 3 febbraio 2006;
-  certificazione di avvenuta pubblicazione del 24 marzo 2006, con elenco delle osservazioni pervenute avverso al P.P.C.S.: certificazione allegata alla nota n. 166/int del settore I, affari generali;
-  copia osservazioni pervenute dal n. 1 al n. 17;
-  delibera di consiglio comunale n. 59 del 22 giugno 2006, inerente le deduzioni del consiglio comunale sulle osservazioni;
-  verbale congiunto del progettista e del dirigente del sett. VIII;
-  verbale congiunto di sopralluogo di accertamento dello stato di consistenza delle aree destinate ad attrezzature e a servizi pubblici (1 agosto 2006);
-  copia del parere dell'ufficio del Genio civile di Agrigento n. 1187 del 10 dicembre 2003, rilasciato ai sensi dell'art. 13 della legge regionale n. 64/74;
-  copia del parere della Soprintendenza di Agrigento n. 10233 del 10 dicembre 2003;
-  nota di trasmissione del piano particolareggiato del C.S. di Agrigento n. 42804 del 29 agosto 2006, adottato con delibera del consiglio comunale n. 146 del 10 novembre 2006, rielaborato a seguito del voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 603 del 29 gennaio 1998 (art. 3, comma 6, legge regionale n. 71/78);
-  delibera di consiglio comunale n. 21 del 22 febbraio 2005;
-  delibera di consiglio comunale n. 132 dell'11 ottobre 2005;
-  delibera di consiglio comunale n. 141 del 27 ottobre 2005;
-  delibera di consiglio comunale n. 146 del 10 novembre 2005;
ELABORATI TECNICI
1)  Relazioni 
1.1)  elenco degli elaborati di progetto;  
1.2)  relazione generale; 
1.3)   relazione economico-finanziaria;  
1.4)  studio geologico geotecnica (A. Fiorella, M. Buscamera e F. Piazza); 
1.5)   allegati allo studio geologico geotecnica;  
1.6)   relazione storico-archeologica (prof. Ernesto De Miro); 
1.7)  relazione sulle espropriazioni;  
1.8)   bibliografia.  
2)  Analisi 

Il processo di trasformazione urbanistica della città
2.1.1)  locazione generale delle fonti archivistiche reperite;  
2.1.2)  catalogo dei reperti iconografici e degli antichi progetti;  
2.1.3)  progetto storico della trasformazione della struttura topografica urbana;  
2.1.4)  elenco delle emergenze storico-architettoniche o ambientali con indicazioni storiche;  
2.1.5)  analisi storico-critica e bibliografia sui principali complessi architettonici;  
2.1.6)  planimetria con indicazione dei valori ambientali architettonici e monumentali;  
2.1.7)  la città nelle epoche storiche attraverso le sue emergenze architettoniche urbanistiche;  
2.1.8)  spazi e percorsi pubblici e privati: caratteristiche, relazioni e classificazione.  

La struttura visuale
2.2.1)  foto area zenitale; 
2.2.2)  ideogrammi del centro storico; 
2.2.3)  analisi della struttura visuale urbana; 
2.2.4)  zona di unità morfologica; 
2.2.5)  diagrammi percettivi e analisi dello spazio visivo di ambienti urbani significativi; 
2.2.6)  iconografia fotografica dello stato attuale. 

La struttura fisica
2.3.1)  sezione del colle (dalla sezione A alla sezione Z) rapporto = 1 a 5.000; 
2.3.2)  planimetria generale con indicazione delle sezione R = 1 a 2.000; 
2.3.3)  sezione trasversale A del colle, R = 1:1.000; 
2.3.4)  sezione trasversale B del colle, R = 1:1.000; 
2.3.5)  sezione trasversale C del colle, R = 1:1.000; 
2.3.6)  sezione trasversale D del colle, R = 1:1.000; 
2.3.7)  sezione trasversale E del colle, R = 1:1.000; 
2.3.8)  sezione trasversale F del colle, R = 1:1.000; 
2.3.9)  sezione trasversale G del colle, R = 1:1.000; 
2.3.10)  sezione trasversale H del colle, R = 1:1.000; 
2.3.11)  sezione trasversale I del colle, R = 1:1.000; 
2.3.12)  sezione trasversale L del colle, R = 1:1.000; 
2.3.13)  sezione trasversale M del colle, R = 1:1.000; 
2.3.14)  sezione trasversale N del colle, R = 1:1.000; 
2.3.15)  sezione trasversale O del colle, R = 1:1.000; 
2.3.16)  sezione trasversale P del colle, R = 1:1.000; 
2.3.17)  sezione trasversale Q del colle, R = 1:1.000; 
2.3.18)  sezione trasversale R del colle, R = 1:1.000; 
2.3.19)  sezione trasversale S del colle, R = 1:1.000; 
2.3.20)  sezione trasversale T del colle, R = 1:1.000; 
2.3.21)  sezione trasversale U del colle, R = 1:1.000; 
2.3.22)  sezione trasversale V del colle, R = 1:1.000; 
2.3.23)  sezione trasversale Z del colle, R = 1:1.000; 
2.3.24)  profilo longitudinale W del colle, R = 1:1.000. 
2.3.25)  numero dei piani utili (consistenza volumetrica), R = 1:500; 
2.3.26)  schema della struttura muraria al piano al semint. (liv. -2), R = 1:500; 
2.3.27)  schema della struttura muraria al piano al semint. (liv. -1), R = 1:500; 
2.3.28)  schema della struttura muraria al piano terra (liv. -pt), R = 1:500; 
2.3.29)  schema della struttura muraria al piano 12 (liv. +1), R = 1:500; 
2.3.30)  schema della struttura muraria al piano 2L (liv. +2), R = 1:500; 
2.3.31)  schema della struttura muraria al piano 32 (liv. +3), R = 1:500; 
2.3.32)  schema della struttura muraria al piano 42. (liv. +4), R = 1:500; 
2.3.33)  schema della struttura muraria al piano 52 (liv. +5), R = 1:500; 
2.3.34)  planimetria generale, R = 1:500; 
2.3.35)  planimetrie generali delle strutture edilizie esistenti 1:500; 
2.3.36)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 1, R = 1:200; 
2.3.37)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 2, R = 1:200; 
2.3.38)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 3, R = 1:200; 
2.3.39)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 4, R = 1:200; 
2.3.40)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 5, R = 1:200; 
2.3.41)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 6, R = 1:200; 
2.3.42)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 7, R = 1:200; 
2.3.43)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 8, R = 1:200; 
2.3.44)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 9, R = 1:200; 
2.3.45)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 10, R = 1:200; 
2.3.46)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 11, R = 1:200; 
2.3.47)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 12, R = 1:200; 
2.3.48)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 13, R = 1:200; 
2.3.49)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 14, R = 1:200; 
2.3.50)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 15, R = 1:200; 
2.3.51)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 16, R = 1:200; 
2.3.52)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 17, R = 1:200; 
2.3.53)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 18, R = 1:200; 
2.3.54)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 19, R = 1:200; 
2.3.55)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 20, R = 1:200; 
2.3.56)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 21, R = 1:200; 
2.3.57)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 22, R = 1:200; 
2.3.58)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 23, R = 1:200; 
2.3.59)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 24, R = 1:200; 
2.3.60)  strutture edilizie a piano terra, foglio n. 25, R = 1:200; 
2.3.61)  strutture edilizie quadro d'unione, foglio I, R = 1:1.000; 
2.3.62)  strutture edilizie quadro d'unione, foglio II, R = 1:1.000. 

La struttura funzionale
2.4.1)  uso degli spazi edificati a piano terra, R = 1:500;  
2.4.2)  attività non compatibili con struttura; 
2.4.3)  tipologie edilizie nel tessuto urbano, R = 1:500; 
2.4.4)  manufatti edilizi in stato di abbandono, R = 1:500. 

La struttura demografica e proprietaria
2.5.1)  stato della proprietà e condizioni di occupazione, R = 1:5.000; 
2.5.2)  calcolo della popolazione insediabile; 
2.5.3)  planimetria riassuntiva dei parametri d'analisi. 
3)  Rapporti territoriali, trasformabilità e dimensionamento del piano 
3.1)  quadro di riferimento territoriale, R = 1:25.000;  
3.2)  quadro di riferimento urbano, R = 1:2.000; 
3.3)  planimetria generale del C.S., R = 1:1.000; 
3.4)  parametri dimensionali del piano. 
4)  Rappresentazione di analisi e prescrizioni progettuali 
4.1)  quadro d'unione degli isolati con coordinate e numerazione, R = 1:500; 
4.2)  quadro d'unione degli isolati: unità edilizie, R = 1:500; 
4.3.1)  analisi dello stato di fatto e prescrizioni progettuali: isolati dal n. 1 al n. 67; 
4.3.2)  analisi dello stato di fatto e prescrizioni progettuali: isolati dal n. 68 al n. 135; 
4.3.3)  analisi dello stato di fatto e prescrizioni progettuali: isolati dal n. 136 al n. 203; 
4.3.4)  interventi consentiti e/o prescritti elaborato riepilogativo; 
4.4)  profilo via Atenea lato valle, stato attuale e norme di riconfigurazione, R = 1:500; 
4.5)  profilo via Atenea lato monte, stato attuale e norme di riconfigurazione, R = 1:500; 
4.6)  profilo via Duomo lato valle, stato attuale e norme di riconfigurazione, R = 1:500; 
4.7)  profilo via Duomo lato monte, stato attuale e norme di riconfigurazione, R = 1:500. 
5)  Programmi d'intervento 
5.1)  programma d'intervento per la cultura, R = 1:1.000 
5.2)  programma d'intervento per le residenze speciali, R = 1:1.000; 
5.3)  programma d'intervento per l'artigianato e il commercio; con itinerari turistici preferenziali, R = 1:1.000; 
5.4)  programma d'intervento per le attrezzature civili territoriali, R = 1:1.000; 
5.5)  programma d'intervento per le attrezzature civili dei residenti, R = 1:1.000; 
5.6)  programma d'intervento per il verde e le attrezzature sportive, R = 1:2.000; 
5.6*)  programma d'intervento per il verde e le attrezzature sportive, R = 1:2.000; 
5.7)  programma d'intervento per la viabilità ed i parcheggi, R.= 1:2.000; 
5.7*)  programma d'intervento per la viabilità ed i parcheggi, R = 1:2.000; 
5.8)  programma d'intervento: tavola di sintesi, R = 1:2.000; 
5.8*)  programma d'intervento: tavola di sintesi, R = 1:2.000; 
5.9)  programma d'intervento: schede caratteristiche; 
5.10)  programma d'intervento ed attrezzature esistenti: elaborato riepilogativo, R = 1:2.000; 
5.10*)  programma d'intervento ed attrezzature esistenti: elaborato riepilogativo, R = 1:2.000. 
6)  Tipologia di indirizzo per principali interventi di ristrutturazione urbana 
6.1)  parcheggio sotterraneo dell'area di piazza V. Emanuele, piazza Marconi; 
6.2)  riconfigurazione dell'isolato di S.M. dei Greci, R = 1:200; 
6.3.1)  recupero dell'isolato di edilizia residenziale tra via Duomo e via Arco di Spoto, studio analitico dello stato di fatto, R = 1:200; 
6.3.2)  recupero dell'isolato di edilizia residenziale tra via Duomo e via Arco di Spoto, ipotesi di ristrutturazione, R = 1:200. 
7)  Norme 
7.1)  norme di attuazione; 
7.1*)  norme di attuazione; 
7.2)  tipologia elementi architettonici recuperabili nel nuovo intervento o da evitare per incongruenza formale; 
7.3)  modalita attuative: P.E.E.P. e P.d.R. 
8)  Elaborati espropriativi 
8.1)  piano particellare di espropriazione; 
8.2)  elenco e valutazione degli immobili da espropriare. 
9)  Elaborati geologici e geotecnici

Visto il parere favorevole, con prescrizioni, prot. n. 10233 del 10 dicembre 2003, espresso dalla Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Agrigento;
Visto il parere favorevole, con prescrizioni, n. 1187 del 10 dicembre 2003, reso, ai sensi dell'art. 13 della legge 2 febbraio 1974, n. 64, dall'ufficio del Genio civile di Agrigento;
Visto il parere n. 5 del 15 ottobre 2007, espresso, ai sensi dell'art. 10 della legge regionale n. 40/95, dall'unità operativa 3.4/D.R.U. di questo Assessorato, che di seguito parzialmente si trascrive:
"...Omissis...
Occorre evidenziare che entro i confini del centro storico sono stati già approvati due piani particolareggiati, più precisamente piani P.E.P. di Santa Croce e San Michele con decreto n. 1288 dell'8 ottobre 1988, redatto anche esso ai sensi della legge regionale n. 70/76.
Il piano particolareggiato in esame si riferisce pertanto al centro storico escluse le superiori zone.";
"...Omissis...
DESCRIZIONE DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO
Il piano redatto dall'ing. Vincenzo Rizzo ha fatto proprie le indicazioni e gli emendamenti indicati dal consiglio comunale in sede di adozione dello stesso e contenute nella delibera n. 143 del 10 novembre 2005, apportando le conseguenti integrazioni e variazioni sugli elaborati e sulle norme, contrassegnando gli stessi con l'asterisco.
La stesura del presente piano, si legge nella prima pagina della relazione, è svolta "con puntuale riferimento al novero e all'ordine degli argomenti trattati dal voto (Consiglio regionale dell'urbanistica n. 603/98) alla cui referenza è citata di volta in volta, tra parentesi, accanto ai titoli degli argomenti stessi".
Pertanto, pur avendo come riferimento sinottico il voto del Consiglio regionale dell'urbanistica (essendo questa una rielaborazione totale) non può questa relazione non considerare come matrice principale di riferimento e di analisi delle scelte progettuali gli obiettivi e le finalità della legge n. 70/76.
Obiettivi del piano
Il progettista, individuate ed analizzate per la stesura del piano quattro direttive fondamentali e precisamente:
1)  restituire al centro storico la sua dimensione di cuore pulsante della vita urbana, oggi disgregata in tanti quartieri periferici, da ottenere con il potenziamento e l'integrazione di tutti quei servizi che ne consentono l'accessibilità e la fruizione;
2)  valorizzare il centro storico, come polo di attrazione culturale, con un complesso d'attività capace di attrarre i visitatori esterni con interventi di riqualificazione funzionale e formale del tessuto edilizio abitativo, mantenendo "rigorosamente la morfologia"; inoltre scegliendo edifici di significativa architettura, prevedendone la rifunzionalizzazione per attrezzature;
3)  riqualificare la residenza anche dotandola delle attrezzature atte a soddisfare il fabbisogno dei residenti, colmando quelle insufficienze sia dimensionali, sia impiantistiche, individuando per l'appunto manufatti idonei caratterizzati da "elementarità tipologica";
4)  regolamentare la progettualità ai fini della salvaguardia, della tutela e del recupero dei beni culturali, architettonici e ambientali esistenti, mediante studi orientati di conoscenza dello stato di fatto, mirato alla salvaguardia e alla tutela, favorendo in ogni caso il recupero, non solo delle singole emergenze, ma anche e soprattutto quanto occorre a formare la "morfologia urbana", sia del tessuto viario e connettivo in genere che di quello edilizio specifico.
La metodologia adottata per ottenere quanto sopra è stata quella di svolgere un'approfondita indagine della consistenza architettonica, individuando tipi edilizi distinti in "specialistici" e di "edilizia minore" e per questi ultimi, partendo dalle cellule edilizie elementari, è stata eseguita la classificazione, evidenziata nella tav. 2.4.3 Tipologie edilizie nel tessuto urbano, e nella tav. 4.3 Analisi dello stato di fatto e prescrizioni progettuali.
Successivamente, avendo come supporto quanto sopra, sono stati elaborati una serie di interventi, attraverso i quali, "il piano fosse completato da talune idee progettuali che, ben lungi da porsi come 'modello' per i futuri progettisti dei previsti manufatti, potranno costituire una sorta di 'prolungamento grafico' della normativa, ponendosi pertanto come una 'allusione' alla forma che potrebbe assumere la trasformazione urbana secondo le intenzioni dei redattori del piano".
Gli ambiti prescelti da tale studio (interventi progettuali indicativi) sono: Duomo, Santa Maria dei Greci, via Atenea, complesso della Basilica di San Lorenzo e degli Ipogei greci.
Analisi dello stato di fatto
Diversi sono gli elaborati dedicati alla lettura dell'esistente, essi sono raggruppati per argomento di indagine, in specifico si ha:
La cartografia utilizzata come supporto è stata il rilievo aerofotogrammetrico in scala 1:2.000 dell'intero territorio comunale ed in scala 1:500 del centro cittadino, inoltre è stata utilizzata una (nuova) cartografia al 1:2.000 come base delle analisi dello stato di fatto e per gli aggiornamenti delle proposizioni progettuali relative alle attrezzature (viabilità, verde ecc.). Viene precisato nella relazione che si è dovuto procedere ad una revisione puntuale di ciascun isolato per riportare la cartografia al 500 alla corretta rappresentazione dell'esistente. Rapporti di riduzione in scala 1:1.000 sono stati utilizzati nelle rappresentazioni delle sezioni trasversali, mentre in scala 1:200 sono stati riportati i rilievi dei piani terra degli isolati.
Analisi demografica
Il centro storico di Agrigento, così come molti centri storici della Sicilia, ha subito nell'ultimo cinquantennio un processo generale di degrado urbano e sociale; si riscontra però che la popolazione residente nel centro storico, che fra gli anni 1989 e 1991 era attorno ai 7.500 abitanti, abbia ritrovato una "pur lieve ripresa dopo la rilevante perdita registrata fra gli anni 70 e 80".
Le risultanze di sintesi ricavate nella relazione al capitolo "La struttura demografica" mette in relazione le variazioni demografiche sull'intero territorio comunale a far data dal 1971 (indicando la proiezione al 2010) confrontate con l'andamento della popolazione del centro storico.
Da tale confronto risulta che la popolazione residente nel centro storico oggi abbia ritrovato una ripresa e soprattutto viene evidenziato che "l'orientamento generale degli spostamenti di popolazione sembra tendere verso il recupero proprio del centro storico, a danno delle zone limitrofe e contestualmente ad una stabilizzazione del flusso verso i rioni esterni".
Con l'ausilio di tabelle, dati ISTAT, opportune proiezioni e tendenze statistiche, possono essere rappresentate come di seguito:
Si ottiene una volumetria per le residenze di mc. 1.900.000, che permette l'insediabilità di 12.160 abitanti, ipotizzando un volume medio per alloggio di mc. 500, si ottengono 3.800 alloggi, con una media di 3,2 abitanti per famiglia e per alloggio.
Preso in esame e come riferimento il bilancio demografico al dicembre 1999 fornito dall'ISTAT, la popolazione residente nel centro storico, esclusi i quartieri di S. Croce e San Michele, ammonta a complessive 7.469 unità; ne deriva la possibilità di insediare ulteriori 4.691 abitanti, corrispondenti a circa 1.466 nuove unità familiari negli anni fra il 2000 e il 2010.
Il progettista del piano nella relazione rappresenta che il volume disponibile nel centro storico è complessivamente di mc. 3.100.000 circa. Di questi mc. 1.900.000 sono disponibili per residenze, pertanto, considerando per ogni alloggio un volume di mc. 500, si possono prevedere nel centro storico 12.160 abitanti, insediabili in n. 3.800 alloggi (famiglia media di 3,2 componenti), con una previsione proiettata all'anno 2010. Detratti gli abitanti dei quartieri di Santa Croce e San Michele, non interessati al presente piano, nel 2010 il progettista prevede nell'ambito del centro storico un carico di popolazione di 10.374 unità.
Si ha pertanto:
Popolazione residente
In totale nel C.S.:
-  anno 2000 - abitanti  8.219;
-  anno 2010 - abitanti 10.374.
Nell'area del P.P.:
-  anno 2010 - abitanti   9.347. Detratti i previsti residenti in Santa Croce e S. Michele.
Sono presenti nella relazione diverse tabelle statistiche che individuano l'orientamento demografico nel centro storico, in particolare si rilevano tabelle che riportano i dati dell'ISTAT relativi all'andamento della popolazione per classi di età, per sesso, ecc. che dimostrano la possibilità di un incremento di popolazione, ma "anche e soprattutto essendo auspicabile il rientro di parte della popolazione attualmente residente in periferia, ...si potrebbe avere l'insediamento di tutti i previsti 2.155 abitanti in più".
Si è rilevato in proiezione un incremento percentuale per le classi di età fra i 25 e i 44 anni determinato dall'aumento della popolazione immigrata, secondo l'andamento attuale (senza famiglie a seguito) e di cui, riferisce il progettista, si è voluto tenere pienamente conto nel piano.
Analisi patrimonio edilizio
La metodologia di analisi dello stato di fatto riguarda sia l'ambito edilizio con rilevamenti e valutazioni tecniche delle singole parti edilizie, sia l'ambito urbanistico con approfondimenti di tipo archeologico-storico-sociale ed economico.
Il piano, sotto questo aspetto, è stato diviso in 5 sezioni:
-  il processo di trasformazione urbanistica della città (dalla tavola 2.1.1 alla tavola 2.1.8);
-  la struttura visuale (dalla tavola 2.2.1 alla tavola 2.2.6);
-  la struttura fisica (dalla tavola 2.3.1 alla tavola 2.3.62) comprendente, tra l'altro, n. 21 sezioni trasversali del colle in scala 1:1.000; n. 8 sezioni della struttura muraria esistente a vari livelli di piano, in scala 1:500; e n. 25 strutture edilizie con il rilievo dei piani terra in scala 1:200, visualizzate territorialmente in 2 tavole quadro di unione in scala 1:1.000;
-  la struttura funzionale (dalla tavola 2.4.1 alla tavola 2.4.4), con una lettura dell'esistente relativamente a specifiche situazioni, come uso dei piani terra, attività incompatibili con la struttura antica, tipologie edilizie, manufatti in stato di abbandono ecc.;
-  la struttura demografica e proprietaria (dalla tavola 2.5.1 alla tavola 2.5.3), in particolare nell'elaborato 2.5.2, parametri dimensionali del piano, vengono raccolte una serie di tabelle che individuano, in modo analitico, l'estensione delle superfici delle varie zone, con l'indicazione del numero di abitanti e la relativa densità abitativa; inoltre vengono forniti i dati demografici dal 1971 al 2000 con la proiezione al 2010 suddivisi per abitanti, famiglie, volumi ecc., inoltre nel medesimo elaborato, vengono analiticamente calcolate le volumetrie edilizie per i 203 isolati in cui è stato suddiviso il piano.
Le attrezzature
La scelta della localizzazione delle attrezzature civili, si legge nella relazione, ha tenuto conto della valutazione dei seguenti parametri:
-  idoneità fisica, funzionale e morfologica;
-  fabbisogno ipotizzabile riferito a tutta la popolazione residente in tutto il centro storico;
-  accessibilità pedonale e carrabile;
-  rapporto costo benefici.
Il sistema delle attrezzature prevede dei programmi di intervento e precisamente:
A)  cultura;
B)  residenze specialistiche;
C)  artigianato e shopping;
D)  civili di livello territoriale;
E)  civili per residenti;
F)  verde e attrezzature sportive;
G)  viabilità e parcheggi.
La loro localizzazione, nell'ambito della perimetrazione del C.S., è individuata negli elaborati contraddistinti dal n. 5 "programmi di intervento", formati dagli elaborati dal n. 5.1 al n. 5.10 e contenenti i sistemi delle attrezzature per settori omogenei (per la cultura, per le residenze speciali, per l'artigianato e il commercio, per il verde, per la viabilità ecc...), esse vengono unificate graficamente in unica tavola di sintesi negli elaborati 5.8* e 5.10* che riportano anche le integrazioni e le modifiche indicate a seguito degli emendamenti di cui alla D.C. n. 143 del 10 novembre 2005.
Su un totale di mq. 26.945 di attrezzature di interesse comune, necessarie a soddisfare il fabbisogno di piano, sono previste mq. 7.018 di nuova individuazione.
Normativa
Le destinazioni d'uso risultano variabili come specificato dall'art. 29 delle norme di attuazione, che così stabilisce:
Le destinazioni d'uso indicate negli elaborati del piano potranno essere variate, sempre nell'ambito delle attrezzature pubbliche, per comprovate esigenze previa redazione di un elaborato di riassetto generale, redatto in conformità ai principi del piano...
Pertanto la scelta della destinazione d'uso delle attrezzature è individuata secondo le necessità e le esigenze che si manifesteranno nel tempo, fermo restando, ovviamente, la destinazione pubblica.
Cultura
In specifico le localizzazioni museali vengono identificate in sette ambiti, dei quali 2 di proprietà privata e le altre appartenenti al patrimonio del comune o della Curia.
La destinazione a biblioteca viene identificata in tre ambiti dei quali solo uno in sede propria e gli altri due da modificare la attuale destinazione di abitazione.
Luoghi di spettacolo e di riunione trovano destinazione in quattro ambiti attualmente di proprietà del comune o della Curia, in essi vengono reperiti spazi per il teatro (in sede propria), auditorium per conferenze, piccolo teatro all'aperto, locali per mostre.
Centri culturali e locali per mostre vengono individuati in sei ambiti, essenzialmente di proprietà non privata, nei quali trovano spazio dette attività.
Residenze speciali
Esse riguardano le residenze per la terza età individuate in tre complessi edilizi.
Per il turismo e le attività studentesche vengono reperiti due complessi edilizi come il Palazzo Tomasi e la caserma del Distretto militare.
Artigianato e shopping
Il settore artigianato si dovrà inserire nel rione Santa Croce, dove verranno riservate le attività artigianali con vendita diretta del prodotto.
Vengono individuati cinque settori da destinare per assi per lo shopping, nei quali si dovrà avere rispetto per l'impianto formale e strutturale delle facciate e delle insegne, in particolar modo per via Atenea.
Attrezzature civili di livello territoriale
Esse riguardano uffici da reperire nell'ex tribunale di via Atenea con destinazione per uffici comunali e dalla ristrutturazione del Palazzo del Campo di via S. Girolamo con destinazione azienda autonoma soggiorno e turismo.
Viene riconfermata l'attuale destinazione a scuola dell'Istituto Gioiemi con l'aggiunta di ulteriori attività universitarie e con i necessari lavori di risanamento dei piani superiori e al piano terra.
Viene precisato nella relazione che le attrezzature sanitarie di livello territoriale non fanno parte delle dotazioni di piano e pertanto non sono state reperite, in quanto per scelta dell'Azienda sanitaria locale si è deciso di concentrare quasi tutte le attività ambulatoriali ed amministrative all'interno dell'ex ospedale psichiatrico a circa 1,5 km. ad est del centro storico.
Attrezzature civili per residenti
Riguardano le attrezzature per istruzione da localizzare in strutture non in sede propria per una destinazione a scuola materna (Monte dei pegni ex chiesa), scuola elementare (ex Tracomatosario) e scuola materna e assistenza (Boccone del povero), scuola media superiore (ex ospedale S. Giovanni).
Per il sistema dell'istruzione pubblica viene fornita un'analisi della popolazione in età scolare divisa per età, confrontando i dati demografici con l'edilizia attualmente disponibile e quella prevedibile nel futuro. Vengono posti in esame il numero di aule disponibili nell'anno 2000 e la necessità di fabbisogno per l'anno 2010. Su un totale di mq. 43.935 di attrezzature scolastiche necessarie a soddisfare il fabbisogno di piano, sono previste mq. 12.345 di nuova individuazione.
Sono fatte proprie all'interno del P.C.S. anche quelle attrezzature scolastiche situate presso i confini del centro storico e la cui distanza (raggio di influenza) è determinata in funzione della percorribilità ed accessibilità, a tale scopo viene allegata alla relazione una cartina che mostra la posizione ed il dimensionamento, in termini di aule, delle scuole che gravitano attorno al C.S. e che sono da esso facilmente raggiungibili.
Sanità e protezione civile e volontariato da localizzare in diversi isolati di via Vallicaldi e Boccerie, attualmente di proprietà privata a destinazione abitazione.
Centri socio-culturali di quartiere ne sono previsti sei nel contesto del centro storico.
Verde e attrezzature sportive
Risulta tra gli elaborati del piano il censimento delle aree presenti nel C.S. che a vario titolo si configurano come spazi sia pubblici che privati con destinazione di verde, gioco, sport. Per esse, a livello di quartiere sono state individuate mq. 128.034, delle quali mq. 31.076 esistenti e mq. 48.479 di nuova previsione. Hanno influenza territoriale le aree denominate Parco urbano nord, Piano stazione e Addolorata, Stazione FF.SS. per un totale di mq. 148.714.
Viabilità e parcheggi
Tavola di riferimento è la 5.7 Programma di intervento per la viabilità ed i parcheggi, dalla quale risulta la localizzazione delle aree destinate a parcheggio, sia già esistenti sia di nuova realizzazione.
In particolare, queste ultime vengono localizzate nella parte periferica del C.S. e, in particolare, si prevede la realizzazione di parcheggi multipiano lungo la via Gioemi (due a tre piani mq.), in piazza Vittorio Emanuele (due piani sottoterra), e in piazza G. Marconi (un piano sottoterra), per un totale di mq. 25.145, di cui 14.900 mq. di previsione a livello di quartiere, mentre la previsione di parcheggi a livello territoriale è stimata in mq. 14.728 (zona F, decreto interministeriale 2 aprile 1968).
Viene individuato un nuovo asse viario (viadotto) tra la via XXV aprile e la provinciale per Montaperto, inoltre collegamenti di previsione esterni al perimetro del C.S. sono quello di via XXV aprile e quello del quartiere di S. Croce.
Tra la viabilità interna è prevista la realizzazione di un collegamento con scale mobili (salita P. di Agrigento) tra via Orfane e via Barone.
Standard decreto interministeriale 2 aprile 1968
L'elaborato 3.4 "Parametri dimensionali del piano" riporta in modo analitico e sistematico le superfici relative alle attrezzature localizzando la loro posizione con il proprio riferimento identificativo sia all'isolato di appartenenza (elab. 4.3.1 e seg.) sia graficamente negli elaborati riepilogativi come nel 5.10.
Da detta analisi risultano censite le attrezzature pubbliche esistenti e dimensionate quelle di previsione, inoltre è stata effettuata la verifica degli standard di cui al decreto interministeriale del 2 aprile 1968, fissando 18 mq. ad abitante insediato.
Il decreto interministeriale consente di considerare il doppio delle aree per attrezzature pubbliche previste per le zone omogenee A, difatti al fine del calcolo degli standard, il progettista ha raddoppiato le superfici relative alle attrezzature di interesse comune e di nuova previsione. Mq. 7.018x2 = 14.036, che sommate a quelle esistenti raggiungono mq. 26.945.





Si specifica che ai fini del calcolo non sono stati considerati gli abitanti dei quartieri di S. Croce e S. Michele.
Verifica complessiva:
-  totale attrezzature: mq. 224.059;
-  n. abitanti: ab. 9.347;
-  rapporto: mq./ab. 24 circa.
Sempre per il numero di 9.347 abitanti residenti in previsione alla data del 2010 nei confini del piano, si è condotta la verifica degli standard per quanto riguarda le zone F del citato decreto interministeriale n. 1444/68, art. 4, punto 5) per le attrezzature pubbliche di interesse generale.





Come già riferito, le attrezzature sanitarie saranno dislocate all'interno dell'ex ospedale psichiatrico a circa 1,5 km. ad est del centro storico.
Norme di attuazione
Le norme di attuazione del piano particolareggiato sono comprensive di 40 articoli, in essi, in riferimento alle disposizioni legislative vigenti nazionali e regionali, vengono definiti gli interventi ammissibili negli edifici mediante l'applicazione dei seguenti articoli:
Art.    8  -  Manutenzione ordinaria degli edifici comuni, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (a);
Art.    9  -  Manutenzione ordinaria degli edifici specialistici, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (a);
Art.  10  -  Manutenzione straordinaria degli edifici comuni, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (b);
Art.  11  -  Manutenzione straordinaria degli specialistici, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (b);
Art.  12  -  Restauro delle emergenze monumentali, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (c);
Art.  13  -  Risanamento conservativo, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (c);
Art.  14  -  Ristrutturazione edilizia a carattere conservativo, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (d);
Art.  15  -  Ristrutturazione edilizia a carattere intensivo, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (d);
Art.  16  -  Sostituzione e ripristino edilizio, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (e);
Art.  17  -  Ristrutturazione del tessuto urbanistico, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (e);
Art.  18  -  Riconfigurazione delle facciate ai fini del recupero ambientale, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (e);
Art.  19  -  Recupero dell'immagine del c.s. con progressiva eliminazione delle più gravi incongruenze ambientali, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (e);
Art.  20  -  Riconfigurazione attuata con ricostituzione del tessuto urbano, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (e);
Art.  21  -  Rifacimento di facciate ad accentuata incongruenza ambientale, art. 20, legge regionale n. 71/78, lett. (e).
L'intervento consentito, per ciascuna unità edilizia, è prescritto graficamente nelle schede di cui agli elaborati 4.3.1, 4.3.2, 4.3.3, relative ai 203 isolati individuati, e unificati nella tavola riepilogativa 4.3.4.
CONSIDERAZIONI SUL PROGETTO DI PIANO
Sotto il profilo procedurale in linea di massima non si ha nulla da rilevare in quanto:
-  l'adozione del piano regolatore generale con delibera del consiglio comunale n. 146 del 10 novembre 2005, avente per oggetto adozione piano particolareggiato centro storico (legge regionale n. 70/76 e legge regionale n. 34/85) rielaborato a seguito voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 603 del 29 gennaio 1998;
-  il progetto di piano è supportato dallo studio geologico e geotecnico a firma del geologo Angelo Fiorella e dall'ing. Michele Buscarnera;
-  la compatibilità delle previsioni urbanistiche del piano con le condizioni geomorfologiche-geologiche del territorio comunale è stata accertata dall'ufficio del Genio civile di Agrigento, ai sensi dell'art. 13 della legge n. 64/74, con parere favorevole a condizione n. 1187 del 10 dicembre 2003;
-  il parere espresso dalla competente Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali n. 10223 del 10 dicembre 2003, risulta favorevole con le modifiche e prescrizioni in esso contenute;
-  la delibera di adozione (n. 146/2005) richiama e prende atto delle proposte e degli emendamenti di cui alle precedenti delibere n. 144/2005 e n. 145/2005, nonché del parere reso dalla commissione edilizia nella seduta del 15 maggio 2004, n. 21;
-  preso atto che gli elaborati del piano particolareggiato trasmessi riportano, così come indicato all'art. 3 delle norme di attuazione "A seguito degli emendamenti di cui alla delibera consiliare n. 143 del 10 novembre 2005, sono state apportate integrazioni e variazioni alle presenti norme, evidenziate in grassetto, ed agli elaborati in elenco, anche essi evidenziati e contrassegnati con (*)";
-  sono state osservate le procedure di legge relative alla pubblicazione e di deposito del progetto di piano ai sensi dell'art. 3 della legge regionale n. 71/78;
-  avverso al piano sono state presentate 17 osservazioni ed opposizioni entro i termini, certificate ed elencate nella nota prot. n. 166 del 27 marzo 2006.
Opposizioni ed osservazioni
Con nota n. 603 del 27 gennaio 2006, è avvenuto il deposito presso la segreteria comunale del piano a libera visione per 20 giorni a partire dal 3 febbraio 2006, successivamente pubblicizzato a mezzo di manifesti murali, Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 5 del 3 febbraio 2006 e quotidiano a tiratura regionale del 26 gennaio 2006.
Per 20 giorni consecutivi a partire dal 3 febbraio 2006 si è provveduto al deposito formale del piano a libera visione e fino ai 10 giorni consecutivi si sono presentate osservazioni/opposizioni da parte della cittadinanza.
Complessivamente sono pervenute 17 osservazioni, giusta nota dell'ufficio affari generali del 27 marzo 2006, n. 166, da aggiungere due integrazioni alle osservazioni pervenute in data 30 marzo 2006 (Moscato Giovanni e Longo Gaetano).
Il progettista, dopo l'esame di competenza, con nota del 3 maggio 2006 trasmette al comune le proprie considerazioni alle singole osservazioni, visualizzandole su apposito elaborato.
Con delibera n. 59 del 22 giugno 2006, il consiglio comunale formula le proprie deduzioni sulle osservazioni e/o opposizioni presentate al piano particolareggiato.
Per quanto riguarda le osservazioni al piano particolareggiato del c.s. di Agrigento, qui di seguito sono raggruppate per classi di omogeneità e si esaminano nel merito secondo l'elenco predisposto dal comune, riportando integralmente le deduzioni del progettista così come fatte proprie dal consiglio comunale con la delibera di cui sopra:
A)  Parere contrario
-  n. osservazioni 6 - ditta Cascio Alfonsina & C., protocollo n. 10869 del 6 marzo 2006.
Motivazione: trattasi di magazzini realizzati a seguito demolizione del preesistente distrutto dai bombardamenti durante l'ultima guerra (ex panificio Taglialavoro). Il ricorrente è titolare di una vecchia licenza edilizia (agli atti) con la quale avrebbe potuto ricostruire l'edificio bombardato, ricostruzione non eseguita a causa, secondo quanto dichiara, di interventi incongrui eseguiti dai proprietari del piano terra (non risulta però l'esistenza di un contenzioso legale).
Deduzioni progettista: si ritiene che la proposta sia da ricusare perché in contrasto con i criteri generali seguiti dal piano e le scelte analoghe altrove attuate e normativamente attuabili.
Considerato che: le motivazioni del progettista appaiono condivisibili in quanto si inquadrano nel contesto delle scelte progettuali di piano relative all'edilizia minore, pertanto si ritiene non accoglibile l'opposizione n. 6;
-  n. osservazione 7 - ditta Vaccaro Giuseppe, protocollo n. 10889 del 6 marzo 2006.
Motivazione: il ricorrente, titolare della ditta Domus s.r.l., chiede di ricondurre all'art. 15 la tipologia di intervento prevista per il palazzotto sito il via "Caico" (n. 33 dell'elenco delle emergenze monumentali - tav. 2.1.5 - sec. XVIII) e la variazione d'uso per destinare l'immobile ad albergo.
Deduzioni progettista: nel proporre l'opposizione, presenta un progetto di ristrutturazione onde dimostrare come le intenzioni progettuali non siano in contrasto con la conservazione delle caratteristiche morfologiche dell'edificio. A prescindere dal fatto che non sembra sia questa la sede adatta a discutere circa l'approvazione di un qualsivoglia progetto che riguarda l'immobile (progetto comunque censurabile dato che prevede un aumento dell'altezza della linea di colmo dell'edificio), si ritiene che la proposta sia da ricusare perché in contrasto con le scelte di piano altrove attuate e normativamente attuabili, riguardanti, in particolare, tutte le tipologie "Pa" per le quali si prevede quasi sempre il risanamento conservativo o la ristrutturazione conservativa, se non il restauro. In pratica, il richiedente vorrebbe che l'immobile fosse oggetto di una sorta di privilegio, mentre in realtà l'art. 15, mal interpretato, è una norma che potrebbe degradarne la morfologia.
Il piano auspica in tutti i casi la realizzazione di iniziative mirate a nuove destinazioni alberghiere (art. 25, punto d), ma subordinandole alla reperibilità di idonee aree di parcheggio che il richiedente non indica nelle sue disponibilità.
Si prende atto delle difformità ed incongruenze risultanti fra lo stato attuale e gli elaborati di piano, criticate nell'opposizione, ma queste sono state ovviamente determinate dall'impossibilità di rilevare ogni metro quadro di superficie edificata con esattezza tecnica, di conseguenza il rilievo s'è dovuto limitare alla semplice "identificazione" delle unità edilizie. Una lettura attenta della normativa (art. 4, in particolare il punto d: "Comparazione tipologica") consente di superare ogni inconveniente e la stessa applicazione della metodologia del restauro (art. 12) di ottenere il pieno recupero ed ammodernamento degli ambienti, anche per uso ricettivo.
Si precisa altresì che la norma da applicarsi è quella dell'elaborato n. 4.3.1, isolato 35, unità 5, per la quale è prescritto il risanamento conservativo (art. 13); eventuali incongruenze con altri elaborati non sono da considerarsi, secondo quanto prescritto dall'art. 7 della normativa di piano, mentre sono da intendersi come riepilogative e non normative tutte le altre elaborazioni.
Per quanto sopra precisato, l'opposizione non è accoglibile.
Considerato di: condividere il parere del progettista in quanto il piano ha proposto dei vincoli di salvaguardia monumentale in conformità a quanto dispone la legge regionale n. 70/76, sottolineando che, in linea generale, l'adeguamento ad albergo deve essere compatibile con la configurazione tipologica ed architettonica del manufatto e che non è possibile incrementare la cubatura dello stesso per sopperire ad esigenze funzionali, in ogni caso la possibilità di intervento per uso ricettivo è contemplata nella deduzione di cui sopra. Pertanto si ritiene non accoglibile l'opposizione n. 7;
-  n. osservazione 8 - ditta Ramella Alfonso, protocollo n. 10919 del 6 marzo 2006.
Motivazione: il ricorrente, proprietario dell'immobile contraddistinto nell'isolato n. 116, unità 5 (tipo Pa, consentito l'art. 14), lamenta non essere stato inserito nel rilievo dell'esistente (di cui all'elaborato normativo n. 4.3.2), un volume che risulta demolito "per vetustà", in data non precisata, chiedendo la possibile ricostruzione dei vani in catasto.
Deduzioni progettista: in analogia al precedente punto 6, si ritiene che l'opposizione sia da respingere perchè in contrasto con i criteri generali seguiti dal piano e le scelte analoghe altrove attuate e normativamente attuabili.
Considerato che: le motivazioni del progettista appaiono condivisibili in quanto si inquadrano nel contesto delle scelte progettuali di piano relative all'edilizia minore, pertanto si ritiene non accoglibile l'opposizione n. 8.
B)  Parere favorevole
-  n. osservazione 1 - ditta Vullo Roberto, protocollo n. 7804 del 14 febbraio 2006.
Motivazione: il ricorrente lamenta il non inserimento di una porzione di terreno di sua proprietà di mq. 880 circa (isolato 202, part. catasto 529 e 664, fg. 125), situata in via Santo Stefano, nel novero delle aree di parcheggio, come per l'adiacente parcheggio a raso, l'area SŠ dal 1995 recintata ed usata per il parcheggio di autobus, ma ricompresa secondo il piano particolareggiato nel parco di verde urbano alle pendici nord del centro storico.
Deduzioni progettista: trattandosi di una lotto intercluso complessivamente fra due fabbricati, in continuità ed in allineamento con lo spazio confinante e non incidendo sulle caratteristiche urbanistiche del sito, si ritiene che l'opposizione sia accoglibile.
Considerato di: condividere il parere del progettista anche nella considerazione che la destinazione a parcheggio non incide né provoca alterazioni dello stato di fatto ed ha carattere collaborativo nell'interesse pubblico aumentando in tal modo le superfici per attrezzature, si accoglie l'osservazione n. 1;
-  n. osservazione 2 - ditta Vullo Luigi, protocollo n. 8766 del 21 febbraio 2006.
Motivazione: area di parcheggio situata all'inizio di via Gioieni (isolato 202), ex deposito rottami.
Il ricorrente lamenta il non inserimento di una porzione di terreno di sua proprietà (isolato 202, part. catasto 142 e 671, fg. 125), nel previsto adiacente parcheggio a raso (isolato 202, ex deposito di rottami). Parte dell'area in questione è stata inserita dal piano nell'adiacente previsto parcheggio a raso.
Deduzioni progettista: con le stesse considerazioni di cui al precedente n. 1, si ritiene che l'opposizione sia accoglibile e che possa essere destinata a parcheggio a raso anche l'area suddetta, in continuità ed allineamento con l'adiacente parcheggio.
Considerato di: condividere il parere del progettista per quanto prima considerato e pertanto si accoglie l'osservazione n. 2;
-  n. osservazione 4 - ditta Sanfilippo Salvatore, protocollo n. 10794 del 2 marzo 2006.
Motivazione: il ricorrente è proprietario dell'area dove è previsto uno dei parcheggi a raso della via Gioieni (isolato 203 di fronte al distributore di benzina) e vorrebbe che tale area venisse estesa a tutta la sua proprietà che confina con la via Sottobibbirria.
Deduzioni progettista: l'opposizione è, in linea di massima, accoglibile, previo parere favorevole del Genio civile sul relativo progetto esecutivo.
Considerato di: condividere il parere del progettista così come considerato nelle osservazioni precedenti e pertanto si accoglie l'osservazione n. 4, richiamando le prescrizioni del progettista.
C)  Parere parzialmente favorevole
-  n. osservazione 12 - ditta Presti Angelo, protocollo n. 10940 del 6 marzo 2006.
Motivazione: il ricorrente fa presente che la sua proprietà (particella 2424) non è parte dell'attrezzatura esistente dell'attuale monastero di Santo Spirito e chiede che essa sia esclusa da ogni vincolo gravante.
Deduzioni progettista: trattasi di un magazzino, di fatto, non prospiciente il cortile Santo Spirito che è fisicamente annesso alla più ampia struttura dell'ala ovest, in parte di moderna costruzione, dell'attuale monastero e che è ricompresso nell'intervento di recupero dell'isolato 66 (elaborato n. 5.9, ecc.). Pur non facente parte, dal punto di vista proprietario e catastale, del complesso monumentale, la si è voluta considerare come un tutt'uno con il monumento stesso per la sua posizione rispetto al complesso monumentale che rende necessaria la progettazione con criteri unitari. L'opposizione è, quindi, parzialmente accoglibile in considerazione del fatto che la porzione di fabbricato, in oggetto, consiste in un piccolo magazzino privato che ha l'accesso dalla salita Santo Spirito (al n. 22) ed il suo mantenimento, secondo l'attuale destinazione d'uso privata, non ostacola la realizzazione del programma costruttivo. In tal senso si suggerisce di annotare tale determinazione nella corrispondente citata scheda dell'elab. 5.9 da inserire nella parte terminale della nota, come segue:
"Intendendo per complesso monumentale solo la unità edilizia (l). Le unità edilizie 2.3,5 mantenendo l'attuale destinazione d'uso privata".
Considerato che: le motivazioni del progettista appaiono fondate in quanto si basano su analisi che riguardano l'intero complesso monumentale e la stretta connessione formale del manufatto dell'opponente finalizzate alla progettazione ed al recupero dell66, pertanto si accoglie parzialmente l'opposizione n. 12, con le specificazioni di cui sopra.
D)  Parere parzialmente favorevole con inserimento di norma aggiuntiva ed integrativa
-  n. osservazione 3 - ditta Mamo Giorgia, protocollo n. 10716 del 2 marzo 2006.
Motivazione: la ricorrente, presidente della piccola società "Tre Emme", chiede che il piano preveda il mantenimento delle strutture "amovibili" (chioschi) di fatto esistenti ed autorizzate, situate in piazza Vittorio Emanuele.
Deduzioni progettista: il piano non prevede la rimozione di tali strutture, anzi, nell'ambito della prevista riambientazione e pedonalizzazione della piazza, a seguito della realizzazione del parcheggio sotterraneo, valgono in particolare le norme dell'art. 26 che fra i criteri progettuali (punto c) prevede la conservazione ed anche l'inserimento di nuovi elementi di arredo. Sembra tuttavia opportuno introdurre, nello stesso art. 26, una specifica circa la qualità di tali elementi di arredo con l'indicazione della tipologia "chiosco" ed il suo ammissibile dimensionamento. Pertanto si propone di modificare l'art. 26, comma (b), primo capoverso, nel seguente modo:
"b. Spazi a verde".
Negli allegati n. 4.3.n. e 5.6 sono classificati gli spazi a verde pubblico e privato:
-  gli spazi a verde esistenti pubblici e privati rimangono comunque inedificabili ed in essi devono essere protette le attuali piantumazioni, riproponendo quelle antiche storicamente comprovate;
-  gli spazi a verde di nuova individuazione, o ricavati a copertura di parcheggi, costituenti aree per il verde pubblico attrezzato, dovranno essere piantumate riproponendo le essenze di antico uso storicamente comprovate e potranno anche essere attrezzati con strutture amovibili idonee alla vendita, quali chioschi, della superficie d'ingombro non superiore ai 12 mq. e altezza massima di mt. 3,50, al colmo, previa richiesta di concessione, nel rispetto delle vigenti leggi in materia, e nei limiti della progettazione unitaria degli spazi pubblici, per quelli di nuovo impianto.
Considerato di: condividere le motivazioni del progettista che richiamano le scelte del piano in ordine alla progettualità delle aree libere, introducendo delle nuove direttive e delle metodologie di intervento per gli "spazi a verde" con l'integrazione dell'art. 26 delle norme di attuazione. Pertanto nell'accogliere l'osservazione n. 3 si propone la modifica del citato art. 26, come sopra indicato;
-  n. osservazione 5 - ditta Casesa Rugero & C., protocollo n. 10835 del 6 marzo 2006.
Motivazione: il ricorrente chiede di escludere l'immobile di sua proprietà dalla condizione di vincolo imposta dal piano che prevede la destinazione d'uso ed il recupero dello stesso per la realizzazione del PEEP.
Deduzioni progettista: ribadendo che, a norma di piano, in tutti quei casi in cui sono stati effettuati interventi di recupero del patrimonio edilizio, il P.E.E.P. non è vigente e la condizione di vincolo è da ritenersi già sciolta. Si ritiene che l'opposizione sia meritevole di accoglimento e, viste le considerazioni della stessa e delle altre analoghe e successive, si ritiene che l'art. 30, c. IV, delle norme di attuazione del piano, il punto d possa essere così variato:
IV decadenza dell'applicazione P.E.E.P. in caso di miglioramento dell'unità immobiliare.
Il comune potrà rilasciare autorizzazioni per interventi con le prescrizioni di cui all'elab. 4.3. da eseguirsi a cura e spese del proprietario, sino alla data dell'atto d'avviamento delle procedure progettuali del P.E.E.P. previsto dal presente piano. Qualora, in conseguenza di tali interventi, le unità immobiliari abbiano ottenuto un sensibile miglioramento delle condizioni statico-igienico-sanitarie rispetto a quelle indicate nello stato di fatto della scheda dell'elaborato n. 4.3.n. la classificazione P.E.E.P. deve intendersi decaduta. In caso d'inerzia del proprietario si applicherà la normativa per la realizzazione del P.E.E.P.
In ogni caso, resta l'alternativa, da parte dei proprietari, di lasciar intervenire la P.A., fermo restando il diritto riconosciuto dallo stesso tit. III dell'art. 30 citato:
... di assoluta precedenza nell'assegnazione ai cittadini che abitavano o svolgevano la loro attività nel centro storico di Agrigento, prima dell'esecuzione degli interventi edilizi.
Considerato che: le precisazioni del progettista appaiono esemplificative, in quanto si inquadrano e richiamano le norme di settore per gli interventi in aree destinate al P.E.E.P., inoltre pone l'opportunità di modifica delle norme di attuazione per potere soddisfare analoghe proposte di altre ditte (nove) i cui fabbricati ricadono nella medesima zona. Pertanto si propone l'accoglimento della osservazione n. 5, richiamando le prescrizioni del progettista;
-  n. osservazione 9 - ditta Nobile Felice, protocollo n. 10922 del 6 marzo 2006.
Deduzioni progettista: si ribadisce quanto espresso al precedente punto 5.
Considerato di: condividere il parere del progettista richiamando le considerazioni rese per l'opposizione n. 5, pertanto si accoglie l'opposizione n. 9;
-  n. osservazione 10 - ditta Moscato Giovanni, protocollo n. 10923 del 6 marzo 2006, integrazione prot. n. 2213 del 4 aprile 2006.
Deduzioni progettista: si ribadisce quanto espresso al precedente punto 5.
In particolare, si precisa comunque che la porzione di isolato comprendente la "posta vecchia" non è inclusa nel P.E.E.P.
Considerato di: condividere il parere del progettista richiamando le considerazioni rese per l'opposizione n. 5, pertanto si accoglie l'opposizione n. 10;
-  n. osservazione 11 - ditta Longo Gaetano, protocollo n. 2214 del 4 aprile 2006, integrazione prot. n. 2214 del 4 aprile 2006.
Deduzioni progettista: si ribadisce quanto espresso al precedente punto 5.
Considerato di: condividere il parere del progettista richiamando le considerazioni rese per l'opposizione n. 5, pertanto si accoglie l'opposizione n. 11;
-  n. osservazione 13 - ditta Scozzari Concettina, protocollo n. 10967 del 6 marzo 2006.
Deduzioni progettista: si ribadisce quanto espresso al precedente punto 5.
Considerato di: condividere il parere del progettista richiamando le considerazioni rese per l'opposizione n. 5, pertanto si accoglie l'opposizione n. 13;
-  n. osservazione 15 - ditta La Mantia Concetta, protocollo n. 11130 del 6 marzo 2006.
Deduzioni progettista: si ribadisce quanto espresso al precedente punto 5.
Considerato di: condividere il parere del progettista richiamando le considerazioni rese per l'opposizione n. 5, pertanto si accoglie l'opposizione n. 15;
-  n. osservazione 16 - ditta Cacciatore Emanuela, protocollo n. 11159 del 6 marzo 2006.
Deduzioni progettista: si ribadisce quanto espresso al precedente punto 5.
Considerato di: condividere il parere del progettista richiamando le considerazioni rese per l'opposizione n. 5, pertanto si accoglie l'opposizione n. 16;
-  n. osservazione 17 - ditta Casagrande Anna Maria, protocollo n. 11485 del 7 marzo 2006.
Deduzioni progettista: si ribadisce quanto espresso al precedente punto 5.
Considerato di: condividere il parere del progettista richiamando le considerazioni rese per l'opposizione n. 5, pertanto si accoglie l'opposizione n. 17.
E)  Non proponibile
-  n. osservazione 14 - ditta Marsala Teresa, protocollo n. 10976 del 6 marzo 2006.
Motivazione: l'interessata non richiede altro che un "adeguato e giusto indennizzo economico".
Deduzioni progettista: in tal senso non si può non ricordare che la materia è regolamentata da leggi statali e da poteri amministrativi ed erariali che, nei limiti delle loro funzioni, sono tenuti alla corresponsione di un adeguato indennizzo.
Considerato che: il rilievo della ditta non rientra tra le previsioni di piano, si condivide quanto precisato dal progettista e pertanto l'opposizione non ha motivo d'essere.
CONCLUSIONI
La relazione generale, necessita evidenziare, è stata concepita (così come indicato dal progettista) essenzialmente come "relazione illustrativa del lavoro di rielaborazione svolto", pertanto per potere avere una lettura più generale della comprensione del piano e della sua validità, la dotazione degli elaborati allegati al progetto potrebbe garantire una visione più dettagliata, permettendo gli opportuni approfondimenti alle diverse scale metriche, che riguardano sia la scala urbanistica sia la scala edilizia.
Diversi elaborati (otto più due di riepilogo) sono dedicati ai programmi di intervento per le attrezzature, in essi sono localizzate le aree ed i contesti dove insistono o devono realizzarsi le specifiche attrezzature. Dalla sola attribuzione delle funzioni e dalla loro ubicazione non si ha dalla lettura delle tavole, la loro contestualizzazione nel tessuto urbano relativo al livello di fruizione da parte della collettività e del consequenziale carico urbanistico.
Esempio di quanto sopra è la tavola 5.7*, relativa alla viabilità ed ai parcheggi che dovrebbe, compatibilmente con il tessuto viario esistente, contenere proposte per agevolare (favorire) la fruibilità pedonale, differenziandola dalla struttura viaria secondaria e dagli assi di attravesamento veicolare principali, favorendo l'accesso degli utenti al centro storico, agli spazi pubblici o adibiti a pubblico servizio e non trascurando, tra l'altro gli effetti negativi dell'inquinamento veicolare.
Ogni qual volta vengono citati gli elaborati 5.6, 5.7, 5.8, 5.10, 7.1, successivamente modificati e contraddistinti con (*), si deve intendere esclusivamente il riferimento ed il richiamo a questi ultimi.
Si prende atto che le norme contenute nell'elaborato 7.1* hanno in linea generale tenuto conto delle indicazioni contenute nella nota della Soprintendenza n. 10233/ 2003, ma deve essere fatto ulteriore cenno a quanto in essa contenuto e che di seguito si riporta:
Per gli interventi di cui all'art. 20 delle norme di attuazione, "si ritiene propedeutica alla proposta progettuale un'indagine, storico conoscitiva di riferimento dell'impianto originario, tendente ad escludere superfetazioni e che consideri anche l'ambiente circostante", inoltre vanno sottoposti al preventivo parere della Soprintendenza tutte le unità edilizie e le emergenze aventi valore ambientale e/o architettonico individuate nell'apposito elaborato di piano 2.1.4.
Per la redazione dei progetti esecutivi, art. 4, punto d), comparazione tipologica, si prevede che l'eventuale variazione del perimetro delle unità edilizie e le relative indicazioni progettuali dovranno essere riconosciute valide dalla commissione edilizia con verbalizzazione espressamente annotata.
Sarebbe opportuno che l'eventuale variazione del perimetro delle U.E. tenesse conto e si si identificasse ove possibile con "l'intero comparto" (vedi successivo art. 6), e che la commissione edilizia, con il parere della Soprintendenza, valuterà di volta in volta la perimetrazione, analizzando l'opportunità di procedere con interventi estendendoli a più U.E. al fine di rendere unitario l'intervento medesimo.
La definizione degli interventi negli edifici, art. 7, consente interventi in singole unità immobiliari, parte di unità edilizie più grandi, esclusivamente all'interno delle stesse e in applicazione dei soli artt. 8, 9, 10 e 11. Appare in proposito evidenziare che tutti gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente sono definiti dalle disposizioni contenute nell'art. 20 della legge regionale n. 71/78, dalla legge n. 70/76 e successive modifiche ed integrazioni, dalla normativa sismica vigente e nel rispetto delle prescrizioni normative indicate, anche graficamente nelle tavole di piano.
Per gli interventi previsti nel centro storico, che prevedono ristrutturazioni o ricostruzioni del tessuto urbanistico (artt. 17 e 20), in via tendenziale e di principio, sono consentiti solo interventi di risanamento e trasformazione conservativi, pertanto per detti interventi ed in generale per il recupero del tessuto minore, sarebbe opportuno attivare tutti quei meccanismi procedurali, consortili o sostitutivi di intervento pubblico procedendo, se possibile, alla ristrutturazione di comparti edilizi adeguatamente ampi in relazione alle finalità morfologiche e funzionali previste nel piano ed alla economicità dell'intervento nell'interesse pubblico.

Per quanto sopra detto

Considerato che:
In generale risultano riportati gli obiettivi e le disposizioni contenute nelle leggi regionali speciali n. 70/76 e n. 34/85, nonché gli adeguamenti al voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 603 del 29 gennaio 1998, dando al progetto di piano un valore prescrittivo-normativo vincolante per l'amministrazione per gli interventi da attuarsi nel centro storico.
Le analisi e le metodologie presenti nello studio di piano possono costituire un adeguato strumento ed una guida per la fase successiva, relativa alla realizzazione degli interventi sia edilizi, sia di recupero del centro storico, anche l'attività di istruttoria-tecnica da parte dell'ufficio tecnico comunale è indirizzata dai contenuti delle norme di attuazione e dagli elaborati prescrittivi di intervento e di indirizzo.
Tutto sommato gli interventi di recupero e le ipotesi di intervento nel centro storico possono garantire l'organizzazione di un recupero qualificato, mediando l'esigenza della conservazione con le esigenze della trasformazione ai fini della rivitalizzazione economica e sociale del contesto in cui si dovrà operare.
Questa unità operativa 3.4 è del parere, che il piano particolareggiato del centro storico di Agrigento adottato con delibera del consiglio comunale n. 146 del 10 novembre 2006, rielaborato a seguito del provvedimento assessoriale n. 3297 del 13 maggio 1998 di notifica del voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 603 del 29 gennaio 1998, sia meritevole di approvazione con l'introduzione delle modifiche e delle considerazioni superiormente descritte.";
Ritenuto di poter condividere il sopra richiamato parere n. 5 del 15 ottobre 2007, reso dall'unità operativa 3.4/D.R.U. di questo Assessorato;
Rilevato che la procedura seguita è conforme alla legge;

Decreta:


Art.  1

Ai sensi del combinato disposto dell'art. 20, della legge regionale n. 70 del 7 maggio 1976 e dell'art. 12, comma 7, lett. a), della legge regionale n. 71 del 27 dicembre 1978 e successive modiche ed integrazioni, in conformità al parere espresso dall'unità operativa 3.4/D.R.U. n. 5 del 15 ottobre 2007 e nel rispetto delle condizioni e prescrizioni contenute nei provvedimenti degli uffici in premessa citati, è approvato il piano particolareggiato del centro storico di Agrigento adottato con delibera del consiglio comunale n. 146 del 10 novembre 2005.

Art.  2

Ai sensi del comma 1 dell'art. 10 del testo unico approvato con D.P.R. n. 327/2001 e successive modifiche ed integrazioni si dà atto espressamente del vincolo preordinato all'esproprio disposto con l'approvazione del presente piano particolareggiato sopra citato.

Art.  3

Ai sensi dell'art. 13 del testo unico approvato con D.P.R. n. 327/2001 e successive modifiche, i relativi decreti di espropriazione delle aree interessate dal piano particolareggiato possono essere emanati entro il termine di cinque anni dalla data di efficacia dello strumento urbanistico approvato con il presente decreto.

Art.  4

Il comune di Agrigento, ai sensi e per gli effetti del 3° comma dell'art. 3 della legge regionale n. 70/76, integrato dall'art. 5, della legge regionale n. 34/85, dovrà elaborare programmi biennali di intervento e dovrà determinare le priorità di intervento.

Art.  5

Fanno parte integrante del presente decreto e ne costituiscono allegati gli atti ed elaborati in premessa citati che vengono vistati e timbrati da questo Assessorato: unitamente al parere dell'unità operativa 3.4/D.R.U. n. 5 del 15 ottobre 2007.

Art.  6

Il piano particolareggiato del centro storico, di cui al presente decreto, dovrà essere depositato, unitamente ai relativi allegati, a libera visione del pubblico presso l'ufficio comunale competente e del deposito dovrà essere data conoscenza mediante avviso affisso all'albo pretorio ed in altri luoghi pubblici.

Art.  7

Ai sensi dell'art. 10 della legge n. 1150/42, il presente decreto, con esclusione degli atti ed elaborati, sarà pubblicato per esteso nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 23 ottobre 2007.
  LIBASSI 

(2007.44.3133)
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113*
   


MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
Gazzetta Ufficiale della Regione
Stampa: Officine Grafiche Riunite s.p.a.-Palermo
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