REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 30 MARZO 2007 - N. 14
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

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CIRCOLARI

ASSESSORATO DELLA COOPERAZIONE, DEL COMMERCIO, DELL'ARTIGIANATO E DELLA PESCA


CIRCOLARE 22 marzo 2007, n. 4.
Decreto n. 4/pesca del 6 febbraio 2007. Chiarimenti sulle modalità di pesca del novellame di sarda (Sardina pilchardus).

A TUTTE LE CAPITANERIE DI PORTO DELLA SICILIA
ALLE DIREZIONI MARITTIME DI CATANIA E PALERMO
ALLE ASSOCIAZIONI NAZIONALI DI CATEGORIA
ALLE ASSOCIAZIONI SINDACALI
e p.c.  AL COMANDO GENERALE DEL CORPO DELLE CAPITANERIE DI PORTO DI ROMA 

Sono pervenute allo scrivente dipartimento, per le vie brevi, innumerevoli richieste di chiarimenti da parte delle Capitanerie di porto in indirizzo oltre che di operatori del settore circa le modalità di prelievo del novellame di sarda autorizzato con decreto n. 4/pesca del 6 febbraio 2007.
In particolare si chiede di conoscere a che distanza dalla costa e a quale isobata possa essere esercitata l'attività di pesca in questione.
L'argomento è stato più volte affrontato e definito in passato, anche in sede di Consiglio regionale della pesca.
La pesca del novellame di sarda (Sardina pilchardus) in Sicilia tradizionalmente è stata esercitata con l'attrezzo da pesca localmente denominato "tartarone".
Tale attrezzo, riconducibile alla sciabica da natante, per se stesso e per il tipo di novellame prelevato viene utilizzato in modo tale da essere assimilabile alla rete a circuizione senza cavi di chiusura nella parte inferiore.
Lo stesso attrezzo viene utilizzato in modo tale che non possa toccare il fondo e proprio per quest'ultimo assunto non lo si può assimilare alle reti a traino.
Quanto precede induce a indicare quale linea di condotta più opportuna il disposto del paragrafo 3 dell'articolo 13 del regolamento CE n. 1967/2006 che consente l'attività di pesca ad una distanza minima di 300 metri dalla costa o all'interno dell'isobata di 50 metri quando tale profondità è raggiunta ad una distanza inferiore dalla costa.
Invero il paragrafo 7 dello stesso articolo consentirebbe fino al 31 dicembre 2007 la possibilità di operare ad una distanza dalla costa inferiore a 300 metri e ad una profondità non inferiore all'isobata di 30 metri.
Considerate le particolarità morfologiche delle coste siciliane, l'applicazione del paragrafo 7 potrebbe comportare l'insorgere delle lamentate conflittualità con altri sistemi di pesca, localmente praticati nonché l'inopportuno contatto dell'attrezzo con il fondale marino tale da arrecare danni non indifferenti all'ambiente.
Per quanto sopra, si è dell'avviso che l'attività di pesca autorizzata con decreto n. 4/pesca del 6 febbraio 2007 debba ricondursi al dettato del paragrafo 3 dell'articolo 13 del regolamento CE n. 1967/2006 quindi: 300 metri dalla costa e 50 metri di isobata.
La presente circolare sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Il dirigente generale del dipartimento regionale della pesca: MARINESE
(2007.13.888)
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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
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