REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 16 DICEMBRE 2005 - N. 54
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

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DECRETI ASSESSORIALI

ASSESSORATO DELL'AGRICOLTURA E DELLE FORESTE


DECRETO 29 novembre 2005.
Approvazione del piano regionale agrituristico 2005/2007.

L'ASSESSORE PER L'AGRICOLTURA E LE FORESTE

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge regionale 9 giugno 1994, n. 25 "Norme sull'agriturismo";
Visto l'art. 19 "Programma regionale agrituristico" della suddetta legge regionale n. 25/94;
Vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20;
Visto il decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
Vista la deliberazione n. 266 del 10 giugno 2005 della Giunta regionale, con la quale è stato approvato il piano regionale agrituristico 2005/2007 di cui all'art. 19 della legge regionale n. 25/94;
Ritenuto di dovere procedere all'approvazione del piano regionale ed alla pubblicazione dello stesso;
A' termini delle vigenti disposizioni;

Decreta:


Articolo unico

Per i motivi indicati in premessa, è approvato il piano regionale agrituristico 2005/2007, di cui alla legge regionale 9 giugno 1994, n. 25, art. 19, che fa parte integrante del presente decreto.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 29 novembre 2005.
  LEONTINI 

Allegato
PROGRAMMA REGIONALE AGRITURISTICO 2005/2007

PREMESSA
L'art. 19 della legge regionale 9 giugno 1994, n. 25 "Norme sull'agriturismo" prevede la redazione di un programma regionale agrituristico, da sottoporre alla Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale per l'agricoltura e le foreste.
Originariamente la norma aveva individuato nella commissione regionale per l'agriturismo, prevista dall'art. 16 della legge medesima, il soggetto deputato alla predisposizione del programma.
Successivamente, con delibera della Giunta regionale n. 355 del 30 dicembre 1999, la commissione regionale è stata soppressa. Le relative competenze, come disposto dall'art. 68, comma 8, della legge regionale n. 10/99, sono state assorbite dal dipartimento interventi strutturali di questo Assessorato.
Infine, con decreto del dirigente generale 28 maggio 2004 in materia di agriturismo, la predisposizione del programma regionale agrituristico e dei relativi piani annuali è stata attribuita al servizio IV, unità operativa n. 19.
Pertanto, si è proceduto alla redazione della presente proposta di piano regionale, per la successiva trasmissione della stessa alla Giunta di Governo.
PRECEDENTI ESPERIENZE DI PROGRAMMAZIONE
1.  Programmi regionali agrituristici e P.O.P. 1994/99
La già citata commissione regionale per l'agriturismo ha curato la predisposizione di due schemi di programma.
Il primo di essi, relativo al triennio 1995/97, è stato approvato con decreto presidenziale 12 ottobre 1995, mentre il secondo, concernente il triennio 1998/2000, è stato recepito con decreto presidenziale 10 marzo 1999.
Nonostante il notevole ritardo con il quale in Sicilia è stato attivato l'intervento pubblico in favore del comparto agrituristico, si può affermare che le linee guida dei suddetti documenti di programmazione hanno trovato riscontro nell'ambito delle azioni finanziate dalla Comunità europea, già a partire dal Programma operativo plurifondo (P.O.P.) 1994/99.
In particolare, le modifiche apportate in itinere alla misura 9.4 "Agriturismo" del P.O.P., hanno costituito un parziale recepimento delle indicazioni contenute nel primo programma regionale.
D'altronde, si è del parere che, ancora oggi, parte dei contenuti dei suddetti documenti di programmazione possono essere considerati validi e degni di attenzione, senza peraltro sottacere la necessità di aggiornare le originali linee programmatiche, in funzione dei notevoli cambiamenti che hanno caratterizzato l'evoluzione del contesto rurale, in cui oggi opera l'imprenditore agricolo.
Tuttavia, è opportuno rilevare anche l'insufficiente ricaduta dei due programmi regionali sotto il profilo del governo delle dinamiche di crescita del settore agrituristico, che ha conosciuto un costante e spesso caotico incremento, senza pervenire alle auspicate caratteristiche di sistema fortemente inserito nel mercato dell'offerta turistica regionale.
Per quanto concerne, in particolare, il P.O.P. 1994/99, nella prima fase si è verificato un notevole ritardo nella realizzazione degli interventi previsti, a causa di problemi di natura programmatica e normativa. Infatti, solamente con la modifica del contenuto tecnico della misura 9.4 "Agriturismo", avvenuta nel 1996, è stato possibile procedere all'utilizzo dei finanziamenti comunitari, che in complesso hanno raggiunto la cifra di L. 27.612.289.585.
I risultati dell'attuazione della misura possono essere sintetizzati nello schema seguente, che riporta i principali indicatori di realizzazione rilevati alla chiusura del programma (31 dicembre 2001).
P.O.P. 1994/99 indicatori definitivi misura 9.4
Aziende beneficiarie      n. 249 
Posti letto      n. 2.318 
Coperti      n. 11.116 
Piazzole campeggio      n. 174 

Come si evince dai dati sopra indicati, i finanziamenti comunitari attivati con il P.O.P. hanno consentito d'incrementare notevolmente l'offerta agrituristica regionale, che permane tuttavia notevolmente inferiore alle reali potenzialità di crescita del settore.
Pertanto, si può affermare che gli effetti della programmazione comunitaria relativa al periodo 1994/99 sono stati rilevanti per la crescita del comparto agrituristico, ma non del tutto soddisfacenti in termini d'innalzamento del livello qualitativo dei servizi erogati e di creazione di un sistema integrato, fortemente connesso con il tessuto economico-sociale delle aree rurali e stabilmente posizionato sul mercato.
2.  P.O.R. Sicilia 2000/2006, P.S.R. e legge regionale n. 32/2000
Fra le misure contenute nel Programma operativo regionale della Sicilia (P.O.R.) e nel Piano di sviluppo rurale (P.S.R.), attuativi delle linee d'indirizzo comunitarie della cosiddetta "Agenda 2000", diverse sono finalizzate ad incentivare lo sviluppo rurale, in un'ottica di multifunzionalità della moderna impresa agricola.
In particolare, l'azione A) della misura 4.15 prevede interventi per la creazione o il miglioramento di aziende agrituristiche, con valenza su tutto il territorio regionale.
Le tipologie d'investimento ammissibili all'aiuto pubblico sono state individuate con l'art. 87 della legge regionale n. 32/2000 e con il Complemento di programmazione della misura stessa, che costituisce il regolamento applicativo del P.O.R. stesso.
Gli obiettivi specifici della misura 4.15 sono i seguenti:
-  attuazione di una strategia complessiva di sviluppo agricolo e rurale, per creare condizioni di vita accettabili nelle aree rurali;
-  ridurre il fenomeno dell'esodo delle popolazioni dalle aree interne e marginali;
-  diversificare le attività agricole.
E' da rilevare, tuttavia, che l'assenza di un programma regionale agrituristico aggiornato al momento della predisposizione della misura, ha costituito senza dubbio un fattore negativo per una chiara ed organica individuazione degli obiettivi programmatici del settore, da perseguire nel settennio di operatività del P.O.R.
Allo stato attuale, comunque, la misura 4.15 ha consentito di attivare un consistente flusso finanziario per lo sviluppo e il miglioramento dell'offerta agrituristica.
In particolare, sono state realizzate n. 36 iniziative afferenti a progetti non rientranti nella copertura finanziaria disponibile per la precedente programmazione (cosiddetto pregresso), a fronte di circa 90 richieste complessive.
Attualmente, sono in corso di svolgimento interventi per un importo complessivo di 20 milioni di euro a valere sul bando pubblico 2001 della misura, con il quale sono stati selezionati 116 progetti su un totale di 254 iniziative presentate.
Inoltre, al momento della redazione del presente programma, è stata emanata la graduatoria definitiva del bando 2003, che comprende 306 domande di finanziamento selezionate su un totale di circa 350 progetti. A riguardo, è da rilevare l'insufficiente copertura finanziaria attualmente disponibile, pari a 12 milioni di euro.
Ulteriori interventi, infine, sono in corso di approvazione da parte della Commissione europea, nell'ambito della riprogrammazione di medio periodo del P.O.R.
3.  Programma Leader
Nel contesto delle iniziative finanziate con il programma Leader II Sicilia, un'importante azione di valorizzazione delle risorse fisiche legate all'identità storica ed ambientale è stata svolta con le sub-misure C ed F. Nello specifico, sono stati realizzati limitati interventi finalizzati al recupero di immobili per attività agrituristiche, espositive o museali.
Il programma, conclusosi alla data del 31 dicembre 2001, ha consentito soprattutto investimenti a favore di esercizi agrituristici già operanti, migliorandone la funzionalità e determinando un miglioramento complessivo dell'offerta.
E' da rilevare, inoltre, che anche il successivo programma Leader + prevede interventi finalizzati al rafforzamento dell'offerta agrituristica di specifici ambiti territoriali, in un'ottica di progressiva integrazione dei servizi usufruibili nelle aree rurali.
QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO DEL SETTORE
Le principali norme e disposizioni in materia di agriturismo possono essere individuate nelle seguenti:
-  legge n. 730 del 5 dicembre 1985, modificata dalla legge n. 268 del 27 luglio 1999;
-  art. 3 del decreto legislativo n. 228 del 18 maggio 2001;
-  legge regionale n. 25/94, modificata dall'art. 87 della legge regionale n. 32/2000;
-  legge regionale n. 5/2002;
-  D.D.G. 28 maggio 2004 in materia di agriturismo;
-  regolamento CE n. 1257/99, art. 33;
-  misura 4.15 del P.O.R. Sicilia e relativo Complemento di programmazione.
L'evoluzione della normativa comunitaria e nazionale riguardante l'agriturismo, unitamente all'esigenza di diversificare e qualificare l'offerta dei servizi ricettivi, rendono ormai imprescindibile l'aggiornamento della legge regionale n. 25/94.
ATTIVITA' AGRITURISTICHE
L'agriturismo può essere svolto, nell'ambito delle attività connesse a quella agricola, esclusivamente in un'azienda regolarmente iscritta al registro delle imprese presso la Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura.
In azienda deve essere effettivamente esercitata l'attività di produzione agricola, alla quale quella agrituristica si connette in maniera funzionale e complementare nell'ambito di una gestione unitaria dell'impresa. Conseguentemente, le iniziative ricettive, di ospitalità, culturali e didattiche devono porsi in sinergia con l'attività agricola che, comunque, deve rimanere principale. Ne deriva che l'attività agrituristica non può essere oggetto di gestione separata da quella relativa all'attività agricola, che deve essere svolta dal medesimo soggetto e non può rientrare fra le tipologie degli esercizi ricettivi classificabili come turistici.
Si rileva, inoltre, che la normativa vigente dispone l'obbligo di esercitare le attività di organizzazione di attività ricreative, culturali, di vendita diretta dei prodotti agricoli etc., congiuntamente con l'offerta di ospitalità e/o l'agricampeggio e/o la ristorazione.
Al fine di incentivare il progressivo ampliamento della gamma dei servizi offerti dalle aziende agrituristiche, si ritiene auspicabile e preferibile che all'attività di ristorazione venga sempre affiancata almeno quella di ospitalità.
TURISMO RURALE
L'attività di turismo rurale deve essere esercitata in conformità a quanto previsto dalla legge regionale n. 21 del 10 dicembre 2001, art. 30 (Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 59 dell'11 dicembre 2001) e dal decreto dell'Assessorato regionale del turismo, delle comunicazioni e dei trasporti n. 165 del 6 giugno 2002.
Si ricorda che il predetto art. 30 dispone che l'attività di turismo rurale venga esercitata nel rispetto delle seguenti condizioni:
a)  offerta di ospitalità e/o di ristorazione esercitata in immobili già esistenti e catastati come edifici rurali;
b)  ristorazione basata su un'offerta gastronomica tipica della zona in cui l'edificio è ubicato, preparata con l'utilizzazione di materie prime provenienti, in prevalenza, da aziende agricole locali;
c)  dotazione di arredi e servizi consoni alle tradizioni locali e, in particolare, alla cultura della zona.
L'esercizio del turismo rurale non costituisce attività connessa a quella agricola, rientrando fra le tipologie d'impresa turistica contemplate dalla normativa in materia di turismo.
AGRITURISMO E TURISMO RURALE
Il principale aspetto che differenzia l'agriturismo dal turismo rurale è rappresentato dalla connessione con l'attività agricola; infatti l'esercizio dell'agriturismo può essere attuato solo in presenza di impresa agricola.
Pertanto, la prevalenza dell'attività agricola è richiesta esclusivamente nell'agriturismo, che si caratterizza, inoltre, per gli obblighi specifici in materia di utilizzo dei prodotti aziendali nella ristorazione.
Ulteriori differenze riguardano gli aspetti fiscali e l'inquadramento del personale addetto alle due attività, in quanto l'agriturismo si avvale di una serie di agevolazioni specifiche derivanti dall'esercizio dell'attività agricola.
L'impresa che esercita l'attività di turismo rurale non può utilizzare la dizione "agriturismo" in qualsiasi forma di comunicazione promozionale, pubblicitaria o di semplice comunicazione a terzi della propria ragione sociale.
CONSISTENZA DEL COMPARTO AGRITURISTICO REGIONALE
Per quanto concerne la consistenza degli agriturismi operanti nella Regione, si possono fornire i dati riportati nella seguente tabella, aggiornati all'intero anno 2004.





Attualmente le aziende agrituristiche operanti nel territorio regionale sono 304, con una capacità ricettiva di 3.712 posti letto, 11.447 posti per la ristorazione e 866 per l'agricampeggio.
Come si rileva dai dati della tabella, il numero delle aziende agrituristiche varia, anche in modo sensibile, nei diversi ambiti provinciali.
Le province di Messina, Palermo, Siracusa e Catania sono quelle dove si riscontra la maggiore concentrazione delle aziende agrituristiche (circa il 69% di tutte le aziende presenti in Sicilia).
Tale localizzazione si può, in parte, collegare alla presenza nelle province suddette dei tre Parchi naturali regionali (Etna, Madonie, Nebrodi), nonché di riserve naturali di grande rilevanza come l'oasi di Vendicari e le riserve dei fiumi Anapo e Cassibile.
E' interessante, inoltre, notare che la consistenza media regionale di posti letto per azienda è pari a 12, mentre quella relativa ai posti per ristorazione è di circa 38.
Notevolmente superiore alla media risulta la consistenza dei posti di ristorazione per azienda nelle province di Palermo (92) e Ragusa (49), mentre i dati provinciali relativi ai posti letto non mostrano particolari oscillazioni rispetto alla media.
Da ciò si può dedurre la tendenza negativa a privilegiare il servizio di ristorazione, rispetto a quello di ospitalità in azienda.
La dinamica evolutiva della consistenza delle aziende è desumibile confrontando i dati su esposti con quelli relativi all'anno 1999, in cui le aziende autorizzate erano in complesso 152, con un numero di posti letto pari a 1.185.
L'incremento degli agriturismi autorizzati è dovuto al crescente interesse verso tale forma di utilizzo del tempo libero, in grado di conciliare la ricerca della naturalità e di una offerta gastronomica di qualità, nonché ai flussi finanziari di spesa pubblica attivati con fondi comunitari.
Tuttavia, è da evidenziare la limitata consistenza numerica degli agriturismi siciliani rispetto al totale nazionale, quantificabile in una percentuale pari al 2,3%.
A fronte di un'incidenza ancora così esigua si riscontra, però, una non trascurabile percentuale di arrivi sul totale nazionale (5%), a testimonianza del gradimento dei visitatori italiani e stranieri delle attrattive di cui dispone il territorio rurale regionale.
PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEL SETTORE
Per ipotizzare una possibile via di sviluppo e qualificazione della realtà agrituristica siciliana, si ritiene utile analizzare gli aspetti di forza e di debolezza del settore.
A riguardo, si possono evidenziare i seguenti elementi principali.





OBIETTIVI E PRIORITA'
In un'ottica di coerenza e continuità con i due precedenti programmi agrituristici, si ritiene che debbano, innanzitutto, essere confermati gli obiettivi di carattere generale già individuati nei suddetti documenti e che di seguito si riportano:
-  favorire lo sviluppo agricolo e forestale ed il riequilibrio del territorio;
-  agevolare la permanenza dei produttori agricoli nelle aree rurali con particolare riferimento alle zone montane e particolarmente svantaggiate attraverso l'integrazione dei redditi aziendali ed il miglioramento della qualità della vita;
-  valorizzare e recuperare il patrimonio rurale, naturale ed edilizio;
-  concorrere alla tutela ed alla conservazione dell'ambiente e del paesaggio e promuovere la conoscenza e l'offerta dei prodotti tipici, anche al fine di favorire la diversificazione dei flussi turistici;
-  favorire il rapporto fra città e campagna;
-  ampliare la stagionalità dell'offerta agrituristica;
-  promuovere iniziative mirate al recupero ed alla valorizzazione di tutte le risorse ed il recupero del patrimonio vario tradizionale come sentieri e trazzere.
Inoltre, sulla base dell'analisi dei fattori di rischio e opportunità evidenziati nel paragrafo precedente, si possono individuare alcuni obiettivi specifici a carattere prioritario, da conseguire nel breve o medio periodo.





AZIONI PREVISTE PER OBIETTIVO
Il conseguimento degli obiettivi specifici sopra individuati presuppone la realizzazione di una serie di interventi, afferenti a una pluralità di soggetti.
Si espongono, pertanto, le azioni collegate ai singoli obiettivi da perseguire, che dovranno essere attivate nel triennio di operatività del programma.
1)  Incremento qualitativo e diversificazione dell'offerta agrituristica - valorizzazione dei prodotti tipici regionali
Questi obiettivi specifici rivestono, senza dubbio, un'importanza fondamentale per il decollo del comparto agrituristico regionale.
E' da rivedere, innanzitutto, il sistema di classificazione attualmente operante per le aziende agrituristiche, basato su criteri più confacenti ad esercizi ricettivi di natura turistica.
Poiché l'agriturismo è definito, per norma, un'attività connessa a quella agricola, deve essere introdotto un sistema di classificazione strettamente collegato alla realtà agricola dell'azienda, come del resto avviene nelle altre regioni italiane.
Inoltre, al fine di pervenire all'incremento qualitativo e alla diversificazione dell'offerta agrituristica, si ritiene essenziale procedere all'individuazione di ulteriori parametri che devono essere posseduti dalle aziende, per il conseguimento volontario di una specifica certificazione di qualità rilasciata dall'Assessorato regionale dell'agricoltura e delle foreste.
Le aziende oggetto di certificazione potranno inserire, nel materiale promo-pubblicitario e nella segnaletica aziendale, la dizione "Agriturismo di qualità riconosciuta dalla Regione siciliana".
Il passo successivo consisterà nel riservare l'erogazione dell'aiuto pubblico, di qualsiasi tipologia e provenienza, esclusivamente alle aziende agrituristiche che già posseggono o che si prefiggono di conseguire con l'intervento pubblico la certificazione di qualità regionale.
L'individuazione dei parametri e la definizione delle modalità del nuovo sistema di classificazione regionale verranno operate, con decreto del dirigente generale del dipartimento interventi strutturali dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e delle foreste, entro 60 giorni dall'approvazione del presente programma.
In particolare, la certificazione di qualità dovrà tenere conto dei seguenti aspetti:
-  valenza ambientale, storico-culturale e paesaggistica del sito di localizzazione dell'azienda;
-  offerta di un'ampia gamma di servizi fra cui, obbligatoriamente, ospitalità con ristorazione riservata agli ospiti e attività culturali-ricreative;
-  nel caso di ristorazione usufruibile anche da utenti non ospiti, questi ultimi non potranno essere di numero superiore al 50% dei posti letto autorizzati;
-  ristorazione effettuata esclusivamente con prodotti aziendali e/o provenienti da produzioni della zona certificate biologiche e/o DOP o IGP , ad eccezione di bevande e prodotti da forno;
-  ordinamento colturale ad indirizzo biologico o integrato certificato, comprendente le produzioni orticole e zootecniche;
-  presenza di prodotti aziendali biologici, DOP, IGP;
-  qualificazione professionale dell'operatore agrituristico, che comprenda la conoscenza di almeno una lingua straniera;
-  caratteristiche architettoniche degli edifici utilizzati per l'agriturismo;
-  certificazione volontaria dei processi aziendali.
Un ulteriore intervento di non trascurabile rilevanza per la diversificazione dell'offerta consisterà, infine, nella incentivazione delle attività didattiche esercitabili nelle aziende agrituristiche.
A riguardo, si prevede l'attivazione della nuova azione D della misura P.O.R. 4.15, con particolare riferimento agli investimenti finalizzati alla creazione di aziende e fattorie didattiche.
2)  Aggiornamento del quadro normativo regionale di riferimento
Si ritiene non più rinviabile la modifica e l'aggiornamento della legge regionale n. 25/94 in materia di agriturismo, al fine di consentire agli imprenditori di operare in un contesto normativo moderno ed in grado di offrire le necessarie opportunità di sviluppo e qualificazione del settore.
Si auspica, pertanto, la presentazione in tempi brevi di un apposito disegno di legge da sottoporre all'approvazione dell'Assemblea regionale.
3)  Miglioramento della dotazione infrastrutturale a servizio delle aziende
Trattasi di un obiettivo di non facile conseguimento, in quanto fortemente connesso all'attivazione di cospicui flussi finanziari di spesa pubblica.
Ne deriva che risultati apprezzabili potranno essere conseguiti solamente in seguito a un'efficace sinergia di azioni, utilizzando i vigenti strumenti di programmazione regionale.
4)  Recupero e ulteriore valorizzazione delle risorse territoriali presenti nelle aree rurali
L'obiettivo è perseguibile nell'ambito di una strategia regionale di valorizzazione dell'offerta rurale del territorio, che comprende, ad esempio, la creazione degli itinerari basati sulle produzioni agroalimentari e sull'enogastronomia.
Ricadute positive, inoltre, possono derivare dalla realizzazione di tutti gli interventi previsti dal P.O.R. Sicilia in materia, fra cui sono da citare quelli afferenti ai territori della rete ecologica regionale.
5)  Innalzamento del livello professionale degli operatori agrituristici
La professionalità dell'operatore agrituristico costituisce un presupposto essenziale per un agriturismo di qualità, destinato alle fasce di utenza con elevato reddito ed alto livello culturale.
Ne deriva che la formazione preventiva e in corso d'opera degli operatori assume il ruolo di uno strumento indispensabile, per il raggiungimento dell'obiettivo.
A riguardo, nella nuova legge regionale in materia di agriturismo dovrà essere previsto il requisito della qualificazione professionale, come elemento vincolante per l'esercizio dell'attività.
6)  Più efficace posizionamento sul mercato dell'offerta regionale
La possibilità di collocare in maniera efficace e remunerativa il "prodotto agriturismo" nel mercato delle vacanze e del tempo libero, è strettamente connessa, oltre che alla qualità dell'offerta, a un'efficace e coordinata azione di promozione e pubblicità.
L'esistenza di una pluralità di soggetti operanti in maniera scoordinata nel settore della promozione, non ha finora prodotto risultati particolarmente apprezzabili.
Si dovrà, pertanto, prevedere nella nuova legge regionale l'individuazione di un unico soggetto istituzionale deputato alla promozione e pubblicità dell'offerta agrituristica regionale, anche con la partecipazione delle organizzazioni di rappresentanza degli operatori agrituristici.
7)  Destinazione dell'intervento pubblico alle aree potenzialmente vocate per l'attività agrituristica e in condizioni di marginalità
L'allocazione delle risorse pubbliche su base territoriale consente di soddisfare l'esigenza di una più efficace finalizzazione della spesa, sia in termini economici e, quindi di efficienza, che in termini di equità sociale.
Se si escludono le recenti esperienze di programmazione effettuate dai soggetti operanti nel territorio (cosiddetta programmazione dal basso), si può affermare che l'intervento pubblico per il settore agrituristico è stato finora operato indistintamente sull'intero territorio regionale.
Essendo ormai esaurita la prima fase, in cui si è cercato di offrire in maniera generalizzata una possibilità d'integrazione del reddito agricolo agli imprenditori, si rende necessario una più attenta ed efficace destinazione delle risorse pubbliche.
In tale ottica, deve essere riconosciuta una priorità per l'erogazione dei finanziamenti alle aziende localizzate nelle aree regionali maggiormente vocate per l'attività agrituristica e nelle zone svantaggiate ai sensi della vigente normativa comunitaria.
Naturalmente, tale criterio di priorità dovrà essere inserito in tempi brevi in tutti gli strumenti di programmazione approvati dalla Commissione europea (es. Complemento di programmazione del P.O.R. Sicilia), nonché in tutti i documenti di natura programmatica operanti a livello regionale, fatte salve le riserve finanziarie già stabilite a livello comprensoriale.
Per le suesposte finalità, sono stati individuati gli ambiti territoriali preferenziali descritti nel successivo paragrafo.
AREE PREFERENZIALI
I territori regionali nei quali è riconosciuta la priorità per la destinazione dell'intervento pubblico in favore dell'attività agrituristica sono i seguenti:
-  aree svantaggiate delimitate ai sensi delle direttive comunitarie vigenti;
-  aree comprese all'interno di parchi, riserve, S.I.C. (siti d'importanza comunitaria), Z.P.S. (zone di protezione speciale), fermo restando la preventiva verifica della compatibilità in termini ambientali e paesaggistici;
-  zone a vincolo paesaggistico ai sensi della normativa vigente;
-  territori dei comuni compresi nella rete ecologica regionale, inseriti nell'elenco riportato nella misura 1.13 del P.O.R. Sicilia.
Condizione per il riconoscimento della priorità, è la localizzazione dei fabbricati in cui viene esercitata l'attività agrituristica nelle aree preferenziali suddette.
AREE ESCLUSE
Sono, in ogni caso, escluse dalle aree preferenziali le seguenti zone:
-  comuni con popolazione al di sopra di 150.000 abitanti;
-  aree industriali identificate con deliberazione del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 novembre 1990 (Priolo, Augusta, Melilli, Solarino, Floridia, Siracusa, Gela, Butera e Niscemi);
-  zone non destinate all'attività agricola dagli strumenti urbanistici di programmazione territoriale vigenti.
Inoltre, non verrà attribuita alcuna priorità alle aziende agrituristiche il cui centro aziendale risulti localizzato nella fascia marina costiera, compresa entro mille metri dalla linea di battigia.
ARTICOLAZIONE DEL PROGRAMMA IN PIANI ANNUALI
Il presente programma verrà aggiornato, con cadenza annuale, nel triennio di operatività 2005/2007, tenendo conto anche dell'evoluzione normativa riguardante il settore agrituristico, nonché degli orientamenti programmatici relativi all'attuazione degli interventi comunitari destinati alla Regione.
(2005.49.3095)
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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
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Ideazione grafica e programmi di
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