REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 7 OTTOBRE 2005 - N. 42
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DECRETI ASSESSORIALI

ASSESSORATO DEI BENI CULTURALI ED AMBIENTALI E DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE


DECRETO 30 agosto 2005.
Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area comprendente il Borgo San Leonardo, ricadente nel comune di Carlentini.

IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE BENI CULTURALI E AMBIENTALI ED EDUCAZIONE PERMANENTE

Visto lo Statuto della Regione;
Visto il D.P.R. 30 agosto 1975, n. 637, recante norme di attuazione dello Statuto della Regione siciliana in materia di tutela del paesaggio, di antichità e belle arti;
Visto il T.U. delle leggi sull'ordinamento del governo e dell'amministrazione della Regione siciliana, approvato con D.P.R. 28 febbraio 1979, n. 70;
Vista la legge regionale 1 agosto 1977, n. 80;
Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116;
Vista la legge 8 agosto 1985, n. 431;
Visto il regolamento di esecuzione approvato con R.D. 3 giugno 1940, n. 1357;
Visto il parere prot. n. 2364/336.01.11 dell'8 febbraio 2002, reso dalla Presidenza della Regione - Ufficio legislativo e legale, relativo all'apposizione dei vincoli paesaggistici di cui all'art. 139 del T.U. n. 490/99;
Visto l'art. 157 del decreto legislativo 24 gennaio 2004, n. 42, che prevede che conservano efficacia a tutti gli effetti: "...i provvedimenti di dichiarazione di notevole interesse pubblico emessi ai sensi del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490";
Visto il decreto n. 7521 dell'11 dicembre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 7 del 16 febbraio 2001, con il quale è stata ricostituita per il quadriennio 2000/2004 la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa;
Esaminati i verbali redatti nelle sedute del 28 novembre 2002 e dell'11 dicembre 2002, con i quali la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa ha proposto di sottoporre a vincolo paesaggistico, ai sensi dell'art. 139 del T.U. n. 490/99 il Borgo San Leonardo, ricadente nel comune di Carlentini, delimitata perimetralmente secondo quanto descritto nel verbale dell'11 dicembre 2002 a cui si rimanda e che fa parte integrante del presente decreto;
Accertato che i verbali sopra indicati contenenti la suddetta proposta sono stati pubblicati all'albo pretorio del comune di Carlentini dal 28 gennaio 2003 al 30 aprile 2003 e sono stati depositati nella segreteria del comune stesso per il periodo previsto dall'art. 140, comma 5, del T.U. n. 490/99;
Accertato, altresì, che, - come previsto dall'art. 140, comma 6, del T.U. n. 490/99 allora in vigore - dell'avvenuta compilazione e pubblicazione degli elenchi è stata data contestualmente notizia su almeno due quotidiani diffusi nella Regione Sicilia, nonché su un quotidiano a diffusione nazionale, giusta quanto comunicato dalla Soprintendenza beni culturali e ambientali di Siracusa, con nota prot. n. 2812 del 27 febbraio 2004;
Accertato che non sono state prodotte osservazioni al vincolo de quo ai sensi dell'art. 141 del T.U. n. 490/99;
Ritenuto, quindi, immediatamente comprovato, sulla base degli atti di cui sopra, che le motivazioni riportate nei verbali del 28 novembre 2002 e dell'11 dicembre 2002 sono sufficienti e congrue rispetto alla proposta di vincolo formulata e testimoniano l'esigenza di proteggere un ambiente singolare, che presenta tutti i requisiti per essere oggetto di una studiata e corretta tutela che impedisca alle bellezze naturali e paesaggistiche della zona in questione di subire alterazioni di degrado irreversibili;
Considerato, quindi, nel confermare la proposta di vincolo in argomento, di potere accogliere nella loro globalità le motivazioni, espresse in maniera sufficiente e congrua dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa nei verbali del 28 novembre 2002 e dell'11 dicembre 2002 e correttamente approfondite nella planimetria ivi allegata, documenti ai quali si rimanda e che formano parte integrante del presente decreto;
Ritenuto, pertanto, che nella specie ricorrono evidenti motivi di pubblico interesse, per il cospicuo carattere di bellezze naturali, che suggeriscono l'opportunità di sottoporre a vincolo paesaggistico il Borgo San Leonardo ricadente nel comune di Carlentini, in conformità alla proposta verbalizzata dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa nella seduta dell'11 dicembre 2002;
Rilevato che l'apposizione del vincolo comporta l'obbligo per i proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, degli immobili ricadenti nella zona vincolata, di presentare alla competente Soprintendenza, per la preventiva autorizzazione, qualsiasi progetto di opere che possa modificare l'aspetto esteriore della zona stessa;
Visto l'art. 140 del decreto legislativo 24 gennaio 2004, n. 42;

Decreta:


Art.  1

Per le motivazioni espresse in premessa, l'area comprendente il Borgo San Leonardo, ricadente nel comune diCarlentini, descritta nei verbali del 28 novembre 2002 e dell'11 dicembre 2002 della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa e delimitata nella planimetria ivi allegata, che insieme ai verbali del 28 novembre 2002 e dell'11 dicembre 2002 formano parte integrante del presente decreto, è dichiarata di notevole interesse pubblico, ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, lett. D, del decreto legislativo n. 42/2004, e dell'art. 9 del regolamento di esecuzione, approvato con R.D. 3 giugno 1940, n. 1357.

Art. 2

Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, unitamente ai verbali del 28 novembre 2002 e dell'11 dicembre 2002 della competente commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa e alla planimetria, di cui sopra è cenno, ai sensi degli artt. 140, comma 3, del decreto legislativo n. 42/2004 e 12 del R.D. n. 1357/40.
Una copia della Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, contenente il presente decreto, sarà trasmessa entro il termine di mesi uno dalla sua pubblicazione, per il tramite della competente Soprintendenza, al comune di Carlentini, perché venga affissa per 90 giorni all'albo pretorio del comune stesso.
Altra copia della Gazzetta, assieme alla planimetria della zona vincolata, sarà contemporaneamente depositata presso gli uffici del comune di Carlentini dove gli interessati potranno prenderne visione.
La Soprintendenza competente comunicherà a questo dipartimento la data dell'effettiva affissione del numero della Gazzetta sopra citata all'albo del comune di Carlentini.

Art.  3

Avverso il presente decreto è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R. entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, nonché ricorso straordinario al Presidente della Regione entro 120 giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 30 agosto 2005.
  LUMIA 

Allegati
COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA TUTELA DELLE BELLEZZE NATURALI E PANORAMICHE DI SIRACUSA
Verbale redatto nella seduta del 28 novembre 2002


Proposta di vincolo paesaggistico "Borgo S. Leonardo" in comune di Carlentini

L'anno duemiladue il giorno 28 del mese di novembre, alle ore 10,00 si è riunita in prima convocazione nei locali della Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali di Siracusa, sita in piazza Duomo n. 14, la commissione bellezze naturali di Siracusa nominata con decreto n. 7521 dell'11 dicembre 2000 per il quadriennio 2000/2004, convocata dal dott. Giuseppe Voza con nota n. di prot. 11346/Amm. del 19 novembre 2002, inviata a ciascuno dei componenti della commissione, al sindaco del comune di Carlentini, all'Ispettorato ripartimentale delle foreste di Siracusa ed al Distretto minerario di Catania.
Sono intervenuti alla riunione i seguenti componenti la commissione:
1)  prof. Giuseppe Voza - soprintendente per i beni culturali ed ambientali pro-tempore della circoscrizione di Siracusa;
2)  arch. Maura Fontana - rappresentante regionale;
3)  avv. Junio Celesti - rappresentante regionale;
4)  dott.ssa Lucia Trigilia - rappresentante provinciale;
5)  m.llo Sebastiano Rametta - rappresentante Ispettorato forestale;
6)  ing. Angelo Trupia - rappresentante distretto minerario;
7)  signora Lidia La Ferla - funzionario direttivo della Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali - segretario.
Assistono alla riunione, nella sua prima fase, i seguenti dirigenti tecnici in servizio presso la Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali di Siracusa: arch. Mariella Muti, direttore del servizio per i beni A.P.N.N.U.; dott.ssa Mariella Musumeci, direttore del servizio per i beni archeologici; l'arch. Calogero Rizzuto, responsabile unità operativa VI; dott. Antonio Mamo, responsabile unità operativa XI; l'arch. Salvatore Cancemi, responsabile unità operativa X, per eventuali chiarimenti ed approfondimenti che dovessero essere chiesti dalla commissione.
Il soprintendente, accertata la presenza dei componenti la commissione come sopra specificati, dichiara aperta la seduta invitando la commissione a passare all'esame del seguente ordine del giorno:
-  proposta vincolo paesaggistico, ai sensi dell'art. 140 del decreto legislativo n. 490/99 relativa al "Borgo S. Leonardo" in Comune di Carlentini;
-  varie ed eventuali.
Con riferimento alla proposta di vincolo di cui al primo punto all'ordine del giorno, dà inizio alla riunione l'arch. Mariella Muti, che espone le motivazioni che hanno indotto alla predisposizione della proposta di vincolo in discussione, la cui esigenza è legata alla definizione del tracciato dell'autostrada Siracusa-Catania. I progettisti del tracciato autostradale, in fase di redazione del progetto, non hanno tenuto conto della presenza del Borgo S. Leonardo; pertanto, in sede di esame della proposta progettuale, durante la procedura afferente alla valutazione di impatto ambientale, lo si è tutelato con l'apposizione di un vincolo ex lege n. 1089/1939, a seguito del quale si è ottenuto lo spostamento del tracciato autostradale di circa 300 metri.
Per rafforzare le esigenze di tutela dell'ambito paesaggistico, non soltanto in relazione al progetto autostradale, si è ritenuto opportuno proporre l'estensione della tutela, ad oggi limitata alle aree vincolate ex lege n. 431/85, a tutto l'ambito paesaggistico del tratto del fiume S. Leonardo su cui insiste il Borgo.
Questo ha portato alla proposta di vincolo in argomento, che consentirà una maggiore tutela dei valori ambientali che il sito presenta, senza per questo voler costituire un intralcio alla realizzazione dell'autostrada.
Al fine di comprendere la motivazione della proposta di vincolo ed il fine che tende a realizzare si passa alla visione di alcune foto del sito che si intende tutelare per meglio apprezzarne le valenze paesaggistico-ambientali.
L'arch. Cancemi illustra le foto relative all'area interessata, dove è possibile rilevare la presenza di diverse colture arboree ed in particolare di quelle del "paesaggio dell'agrumeto"; tale paesaggio, insieme alla presenza di diversi manufatti rurali, contribuisce alla composizione di quegli scenari tipici delle zone agricole dell'area siracusana, che per loro composizione caratterizzano gli ambiti pianeggianti fluviali e delle fiumare, su quei terreni alluvionali, contenuti da barriere di muri laterali.
Il dott. Mamo passa, quindi, alla descrizione degli aspetti geologici del sito, ricco di fossili del pleistocene; le mutazioni climatiche che ha subito quest'area negli ultimi 2.000 anni, legate ai processi successivi all'ultima glaciazione e concretizzatesi sostanzialmente nelle riduzioni delle pluviometrie, sembrano portare verso uno stato di desertificazione.
E' noto, infatti, che il fiume S. Leonardo, per l'abbondanza delle piogge, era in passato navigabile, mentre oggi ha una portata idrica ridotta sia per la scarsità delle precipitazioni che in conseguenza dell'eccessivo sfruttamento idrico a fini agricoli ed industriali. La remota frequentazione del sito si deduce anche dalla presenza di antichi agglomerati rurali incastonati nella roccia, tutelati ai sensi della legge n. 1089/39, che testimoniano l'interesse storico-antropologico del sito e la sua vocazione abitativa fin da epoche lontane, legate alla ricchezza d'acqua dei luoghi.
Interviene la dott.ssa Musumeci che conferma l'esistenza nella zona di siti archeologici di notevole importanza come S. Leonardo, S. Lio, Cava Rizzaro, che vanno dal periodo preistorico al bizantino, la necropoli di Leontinoi da cui provengono numerosi reperti, anche significativi, e molto del materiale presente nella collezione Santapaola.
L'organizzazione della necropoli rispecchia quella delle necropoli greche ed anche la navigabilità del S. Leonardo era un elemento di contatto e di penetrazione delle popolazioni verso l'interno, tutti elementi, questi, che dimostrano la ricchezza di questo tratto di territorio che è sicuramente degno di tutela.
Il dott. Mamo spiega che nella planimetria è stato adottato un colore diverso per la campitura che è in rosso per l'area da sottoporre a vincolo paesaggistico ed in blu per l'area archeologica, vincolabile ai sensi del decreto legislativo n. 490/99; questo perché si tratta di due regimi di tutela diversi che operano nell'area distintamente, anche se contigui.
L'arch. Cancemi aggiunge che l'area stralciata, interessata dal vincolo archeologico, presenta valenze paesaggistiche diverse, essendo interessata da fenomeni edilizi di un certo rilievo.
Alla luce delle argomentazioni esposte il dott. Voza, in qualità di presidente, invita i componenti della commissione a valutare gli atti prodotti a giustificazione della proposta odierna, che intende tutelare il sito in quanto è ancora leggibile, nonostante le inevitabili trasformazioni che ha subito con il trascorrere del tempo; infatti la presenza del viadotto impedirebbe di percepire l'unità del territorio fra la parte pianeggiante e quella a monte. Inoltre, la proposta di vincolo paesaggistico comprende di leggere meglio anche il sito archeologico, inquadrato nel contesto di tutto il territorio. Invita, quindi, il rappresentante del distretto minerario a fare eventuali osservazioni, a segnalare la presenza nell'area di cave o di altri fattori che possano e debbano essere valutati ai fini dell'emanazione della proposta.
Il dott. Mamo descrive, infine, il limite del vincolo che a nord ed a sud si attesta su un confine certo mentre ad est ciò non è stato possibile e, quindi, il perimetro del vincolo si attesta sulla fascia di rispetto dei 150 metri (ex L. Galasso) del torrente Mulinelli.
L'ing. Trupia si informa sul percorso dell'autostrada e l'arch. Muti spiega che l'autostrada, superato il Borgo S. Leonardo, passa in galleria. La Soprintendenza ha chiesto in sede di accordo di programma di rivedere le ipotesi progettuali realizzando un ponte o comunque un'opera che si distingua per gli elementi formali ed al fine di consentire l'armonizzazione delle opere da realizzare con il contesto paesaggistico di grande rilevanza.
La dott.ssa Trigilia chiede se l'area della necropoli di Caracausi è già sottoposta a vincolo e la dott.ssa Musumeci ribadisce che il vincolo paesaggistico tutela bene anche le aree archeologiche.
Alle ore 12,30 si chiude la discussione del primo punto all'ordine del giorno e la commissione per volontà unanime di tutti i componenti si aggiorna all'11 dicembre 2002 alle ore 9,00.
Letto, approvato e sottoscritto:
Il presidente: Voza
Il rappresentante regionale: Fontana
Il rappresentante regionale: Celesti
Il rappresentante provinciale: Trigilia
Il rappresentante Ispettorato forestale: Rametta
Il rappresentante distretto minerario: Trupia
Il segretario: La Ferla
COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA TUTELA DELLE BELLEZZE NATURALI E PANORAMICHE DI SIRACUSA
Verbale redatto nella seduta dell'11 dicembre 2002


Proposta di vincolo paesaggistico "Borgo S. Leonardo" in comune di Carlentini

L'anno duemiladue il giorno 11 del mese di dicembre, alle ore 9,00 si è riunita in prima convocazione nei locali della Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali di Siracusa, sita in piazza Duomo n. 14, la commissione per la tutela delle bellezze naturali di Siracusa nominata con decreto n. 7521 dell'11 dicembre 2000 per il quadriennio 2000/2004, convocata dal dott. Giuseppe Voza con nota n. di prot. 11786/Amm. del 29 novembre 2002, inviata a ciascuno dei componenti della commissione, al sindaco del comune di Carlentini, all'Ispettorato ripartimentale delle foreste di Siracusa ed al distretto minerario di Catania.
Sono intervenuti alla riunione i seguenti componenti la commissione:
1)  prof. Giuseppe Voza - soprintendente per i beni culturali ed ambientali pro-tempore della circoscrizione di Siracusa;
2)  arch. Maura Fontana - rappresentante regionale;
3)  avv. Junio Celesti - rappresentante regionale;
4)  dott.ssa Lucia Trigilia - rappresentante provinciale;
5)  sig. Attardo Salvatore - rappresentante provinciale;
6)  m.llo Sebastiano Rametta - rappresentante Ispettorato forestale;
7)  ing. Angelo Trupia - rappresentate distretto minerario;
8)  geom. Angelo Ferraro - rappresentante sindaco Carlentini,
9)  sig.ra Lidia La Ferla - funzionario direttivo della Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali - segretario.
Assistono alla riunione, nella sua prima fase, i seguenti dirigenti tecnici in servizio presso la Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali di Siracusa: arch. Mariella Muti, direttore del servizio per i beni A.P.N.N..U.; dott.ssa Mariella Musumeci, direttore del servizio per i beni archeologici; l'arch. Calogero Rizzuto, responsabile unità operativa VI; dott. Antonio Mamo, responsabile unità operativa XI; l'arch. Fulvia Greco, responsabile unità operativa IX, per eventuali chiarimenti ed approfondimenti che dovessero essere chiesti dalla commissione.
Il soprintendente, accertata la presenza dei componenti la commissione come sopra specificati, dichiara aperta la seduta invitando la commissione a passare all'esame del seguente ordine del giorno:
-  proposta vincolo paesaggistico, ai sensi dell'art. 140 del decreto legislativo n. 490/99 relativa al "Borgo S. Leonardo" in comune di Carlentini;
-  varie ed eventuali.
Il dott. Voza, in qualità di presidente dà inizio ai lavori della commissione ed invita l'arch. Muti a riassumere per coloro che non erano presenti alla precedente seduta la motivazione che ha portato alla formulazione della proposta di vincolo della quale si dibatte, per meglio comprenderne le finalità.
L'arch. Muti ribadisce che la proposta nasce dall'esigenza di tutelare la ricchezza di valenze storico-archeologiche e paesaggistiche che caratterizza questo tratto di territorio, preservato anche dal fatto che l'uso prevalentemente agricolo ha evitato la eccessiva antropizzazione dei luoghi. I progettisti del tracciato autostradale Siracusa-Catania, in fase di progettazione, non avevano tenuto conto della presenza del Borgo S. Leonardo perché poco accessibile, in quanto ricadente in proprietà privata; pertanto, al fine di tutelare il Borgo, in sede di esame di progetto, si è apposto il vincolo ex lege n. 1089/39, ottenendo così lo spostamento del tracciato autostradale di 300 metri circa. Comunque, a prescindere dalla realizzazione del progetto dell'autostrada, si è chiesto al Consorzio autostrade di presentare un progetto esecutivo che rispetti le eccezionali valenze architettoniche-paesaggistiche. L'estensione della tutela con la presente proposta di vincolo consentirà di preservare l'area da interventi non congruenti con la tutela dei valori paesaggistici.
Pertanto, coerentemente alla nuova tendenza in tema di pianificazione territoriale che tutela il territorio sotto tutti gli aspetti, il limite del vincolo non si attesta lungo il tracciato autostradale, perché non è questo il vero problema, ma si estende ad un'area più ampia, che comprende valenze diverse, ma tutte, comunque, degne di tutela, senza per questo voler intralciare le attività economiche esercitate, ma solo armonizzarle con il contesto.
A conclusione di tale esposizione il dott. Voza invita i presenti a fare eventuali proposte od osservazioni.
La dott.ssa Musumeci, ad integrazione di quanto già detto nella precedente seduta, aggiunge che la necropoli Piscitello non è sottoposta a vincolo; pertanto, la proposta in discussione, assicurando la sorveglianza del territorio, provvederebbe anche alla tutela dell'area archeologica, la cui estensione non è certa, essendo ancora in gran parte da esplorare.
A questo punto della discussione l'arch. Muti dà lettura del verbale della precedente seduta.
La guardia scelta Amato dell'Ispettorato ripartimentale delle foreste fa rilevare che nell'area da sottoporre a tutela è compresa una zona soggetta a vincolo idrogeologico ai sensi dell'art. 1 del R.D.L. n. 3267 del 1923, mentre non ci sono aree boscate ai sensi della legge regionale n. 16/96, come successivamente modificata dalla legge regionale n. 13/99 e legge regionale n. 6/2001; pertanto, l'area non è soggetta a vincolo di inedificabilità assoluta.
L'ing. Trupia del distretto minerario fa presente che nell'area oggetto della proposta non insistono cave e suggerisce alla Soprintendenza di impartire indicazioni precise per la realizzazione dei cantieri autostradali; considerato, infatti, che una parte del tracciato passa in galleria, si deve fare in modo che anche gli elementi esterni devono essere realizzati con sistemi che non impattano con l'ambiente circostante ed a tal fine dovrebbero essere sorvegliati i cantieri durante l'esecuzione dei lavori.
A questo proposito il dott. Voza fa rilevare che oggi è cresciuta la sensibilità e la consapevolezza ambientale ed infatti vi è differenza tra le autostrade realizzate prima e quelle realizzate adesso, che, per la diversa cultura, sono meno invasive e deturpanti per l'ambiente.
L'ing. Trupia aggiunge che da notizie assunte presso l'ANAS è certo che i cantieri per la realizzazione dell'autostrada occupano aree esterne al territorio che è oggetto della proposta di vincolo.
Il dott. Mamo chiarisce che il progetto autostradale fu valutato favorevolmente anche sotto l'aspetto della compensazione delle terre necessarie ai rilevati stradali con quelle estratte dalle gallerie e dalle trincee, evitando, contestualmente, di creare da un lato discariche e dall'altro cave di estrazione per i materiali da utilizzare.
L'arch. Rizzuto aggiunge, inoltre, che l'angolo di entrata della galleria è stato spostato proprio perché impattava con l'ambiente.
L'arch. Muti chiede all'ing. Trupia, ove possibile, di creare un rapporto sinergico tra la Soprintendenza e il distretto minerario, alla cui competenza è affidato il controllo della realizzazione della galleria, svolgendo insieme i sopralluoghi per il controllo dei lavori.
A questo punto interviene il geom. Ferraro, assessore all'urbanistica del comune di Carlentini, il quale chiede che gli venga precisato se si tratta di un vincolo o di una proposta di vincolo, perché a seguito della notifica dell'ordinanza assessoriale di divieto di eseguire opere senza il preventivo parere della Soprintendenza, il comune si è trovato in difficoltà per delle autorizzazioni che era già pronto a rilasciare.
Il dott. Voza spiega che la proposta di vincolo dovrebbe interessare anche il comune perché tutela il territorio dall'inevitabile degrado che ne deriva, in assenza di direttive precise ed omogenee.
Il segretario della commissione, sig.ra La Ferla, interviene per precisare che l'ordinanza assessoriale viene emessa nell'area non ancora vincolata al fine di inibire o sospendere l'esecuzione di lavori senza la preventiva autorizzazione dell'Amministrazione nelle more della deliberazione della proposta di vincolo da parte della commissione provinciale bellezze naturali e panoramiche, per evitare, quindi, che nel tempo che intercorre tra l'emissione dell'ordinanza e la delibera della proposta, che deve avvenire entro 90 giorni dall'ordinanza, il territorio rimanga sprovvisto di tutela.
L'assessore Ferraro esprime qualche perplessità sulla proposta che ha finito per bloccare le autorizzazioni in sanatoria relative a numerosi fabbricati abusivi che insistono nell'area da vincolare, area che riguarda anche una zona, quella che corre lungo la strada che porta da Carlentini ad Agnone, dove già esistono numerose edificazioni; infatti mentre il vincolo appare condivisibile nella zona del Borgo S. Leonardo, lo è meno nella zona Pagliarazzi Casazze, che è densamente costruita.
Il dott. Mamo ribatte che la presenza di fabbricati nell'area non pregiudica la proposta di vincolo ed attestare il confine lungo la strada è dovuto a motivi di certezza del limite, che così risulta essere definito e pubblico, anche perché coincidente, seppure per linee generali, con lo spartiacque del bacino del fiume, costituendone il confine naturale.
L'assessore Ferraro ribadisce che i dubbi del comune riguardano l'eccessiva estensione dell'area da sottoporre a vincolo, perché così l'intero territorio risulta vincolato.
L'arch. Rizzuto dice che i piani regolatori generali dei comuni, secondo le nuove disposizioni, si dovranno attenere al piano paesistico territoriale che terrà conto anche del vincolo paesaggistico.
Il dott. Voza rassicura l'assessore Ferraro circa le sue preoccupazioni che appaiono infondate; infatti evitare di tutelare zone già compromesse snaturerebbe il vincolo, la cui funzione non è altro che quella di tutelare il territorio in quelle parti ancora leggibili ed a tal fine meglio si provvede se si appongono limiti certi.
Aggiunge l'arch. Muti che la zona interessata dalla proposta è prevalentemente agricola e, quindi, agendo insieme al comune si potrebbe realizzare una migliore tutela del territorio grazie anche alla forza deterrente esercitata dalla minaccia di applicazione di sanzioni in caso di contravvenzione delle norme apposte con il vincolo.
Il dott. Mamo aggiunge che le nuove disposizioni derivanti dal decreto legislativo n. 490/99 consentono l'intervento delle autorità locali nella fase di delibera del vincolo proprio per consentire di avere una collaborazione con gli enti territoriali interessati ed agire in sinergia.
L'arch. Muti chiede allora all'assessore di confrontarsi con il comune.
L'assessore dice che il comune di Carlentini nella redazione del piano regolatore generale si è attenuto alle indicazioni del Consiglio regionale dell'urbanistica.
Il dott. Voza fa presente che anche la soprintendenza sarà presente alla riunione del Consiglio regionale dell'urbanistica dove entrambi gli enti potranno far presente tutte le problematiche esistenti nel territorio e cercare di armonizzarle. Invita, infine, il dott. Mamo a leggere la perimetrazione del vincolo per meglio comprenderne l'area e la dott.ssa Musumeci a segnalare, prima che il piano regolatore generale del comune di Carlentini venga sottoposto al parere del Consiglio regionale dell'urbanistica, se ci sono delle aree archeologiche da tutelare.
L'assessore Ferraro ribadisce le sue riserve sulla estensione del vincolo alla zona limitrofa alla strada provinciale Carlentini-Agnone.
RELAZIONI TECNICHE
Aspetti naturali
Il tratto del bacino fluviale in esame costituisce una parte del profilo di valle del più articolato fiume S. Leonardo e si distingue sia per le sue caratteristiche geomorfologiche e paesaggistiche che per quelle geologico-paleontologiche.
Il paesaggio che si presenta infatti è quello tipico della valle fluviale meandrante, terrazzata, sovraincisa dallo stesso corso d'acqua che ha di volta in volta abbandonato, a seguito delle modifiche intercorse nel tempo al suo profilo caratteristico, antichi percorsi, lasciando tracce degli stessi nei relitti di meandri ancora presenti fra argini dei terrazzamenti superiori. Oggi, a seguito degli intensi utilizzi e degli incontrollati prelievi idrici operati sia dall'industria che dall'agricoltura che ne hanno fortemente ridimensionato i flussi, il corso d'acqua presenta caratteristiche idrodinamiche e di portata certamente inferiori a quelle che dovevano essere nel trascorso passato, in quanto sia le testimonianze storiche, che parlano di navigabilità del S. Leonardo, che le tracce dell'attività erosiva lungo la sua valle, sono testimonianza di una passata dinamica fluviale più attiva; occorre tuttavia considerare anche gli aspetti naturali che hanno portato al ridimensionamento dell'attività fluviale, nel tratto argomentato, del S. Leonardo e fra questi rivestono certamente un ruolo di primo piano da un lato il processo di desertificazione in atto oramai da diversi secoli, che ha portato ad una progressiva diminuzione delle precipitazioni meteoriche, dallil sensibile innalzamento del livello medio del mare, conseguente, su scala planetaria, al lento scioglimento dei ghiacci successivo all'ultima glaciazione e testimoniato, a livello locale, dalla presenza di strutture antropiche databili negli ultimi tremila anni, oggi sommerse in quasi tutta la costa orientale siciliana. Il predetto mutato rapporto con il livello medio del mare avrebbe appiattito il profilo di erosione non solo del S. Leonardo ma anche di gran parte dei fiumi della Sicilia orientale.
Geologicamente, se si esclude la zona più meridionale, da Tenuta Poggio a Mas. Pagliarazzi, ove sono presenti testimonianze vulcanoclastiche del Miocene (formaz. Monte Carrubba) e del Plio-Pleistocene, variamente dislocate per faglia, la valle del S. Leonardo si articola, nel tratto in questione, fra le calcareniti Pleistoceniche bianco giallastre molto ricche di splendidi esemplari di resti fossili di bivalve quali "Aequipecten opercularis", "Pecten Jacobaeus", con Briozoi, molluschi, alghe (non è difficile trovare esemplari ancora integri con valve con dimensioni di 10-15 cm.), ed i prodotti alluvionali terrazzati, talora sovraincisi, più prossimi all'attuale alveo ed alle aree golenali, costituiti da ciottoli di diversa forma e pezzatura, sabbie, limi ed argille, variamente assortiti in ragione della capacità di trasporto solido che di volta in volta il S. Leonardo ha assunto in conseguenza del regime pluviometrico stagionale.
A prescindere comunque dal mutato regime pluviometrico nel tempo, sicuramente tutta la zona in descrizione ha da sempre presentato una grande abbondanza d'acqua, sia superficiale che sotterranea; ne è testimonianza la presenza di un folto numero di pozzi scavati nel tempo per soddisfare le esigenze idriche legate alla presenza dell'uomo nella zona; la relativa facilità infatti di reperire la preziosa risorsa sia operando canalizzazioni superficiali che scavando pozzi di modesta profondità, ha determinato ldi insediamenti umani sin dalla più remota antichità, come testimoniato dai numerosi ritrovamenti e reperti archeologici lungo l'intera valle del S. Leonardo.
Aspetti antropici
L'area oggetto della proposta di vincolo interessa un'ampia zona pianeggiante che costeggia il fiume S. Leonardo ed in particolare il tratto in cui questo assume una configurazione ad andamento sinusoidale e dalle pendenze poco accentuate. Il corso d'acqua, nella zona a valle, si apre ad arco e comprende una grande area agricola delimitata dalle due sponde fluviali, tale configurazione lascia prevedere come tale luogo in passato si sia adattato alla sopravvivenza dell'uomo. Gli elementi naturali (aria, acqua e vento) hanno modellato questi luoghi, favorendo, per la loro struttura morfologica, la realizzazione di luoghi di aggregazione umana, nonché del loro accoglimento naturale.
La presenza di diverse colture arboree ed in particolare di quelle degli agrumi, contribuisce alla costituzione del "paesaggio dell'agrumeto", così come definito dalle linee guida del P.T.P.R. Tale paesaggio, insieme alla presenza di diversi manufatti rurali, contribuisce alla composizione di quegli scenari tipici delle zone agricole dell'area siracusana, che per la loro composizione, caratterizzano gli ambiti pianeggianti fluviali e delle fiumare, su quei terreni alluvionali, contenuti da barriere di muri laterali.
Elemento cardine dell'area individuata è certamente l'antico "Borgo S. Leonardo" che, insieme ad altre "strutture rurali" (casali e masserie), testimonia l'importanza vitale che ha avuto l'area in argomento attraverso i secoli.
Il borgo S. Leonardo, posto sulle pareti rocciose del fiume omonimo, ripropone una tipologia abitativa ricorrente in Sicilia ed in particolare nel territorio del siracusano.
Gli edifici che lo compongono rientrano nel quadro dell'architettura spontanea meridionale e mostrano riferimenti specifici con l'agricoltura, l'allevamento e l'economia locale.
Le case costruite nella roccia non emergono, ma mantengono la stessa luce e si mescolano quasi con lo sfondo, poiché costruite con gli stessi materiali delle pareti rocciose.
La scelta di utilizzare come ambienti celati le case - grotte presenti, potrebbe essere stata determinata, sia per i naturali vantaggi economici che la chiusura comportava, rispetto alla realizzazione di costruzioni ex novo, che dall'esigenza di occupare nuovo terreno agricolo ed ancora per poter essere confusi con l'ambiente circostante in considerazione che alcuni di essi erano destinati a magazzini - deposito e pertanto andavano protetti.
La ripetitività di molti tipi edilizi, i quali si esprimono in forme libere simili, ma sempre diverse fra loro, è dovuta al fatto che questi hanno dovuto subire ripetuti rimaneggiamenti a causa delle mutate esigenze produttive e funzionali nel corso degli anni; oltre al necessario adattamento dovuto alla conformazione morfologica della parete rocciosa.
Intorno al 1810 la proprietà, allora della famiglia Magnano di S. Lio, era ancora adibita a pascolo. Le uniche costruzioni erano l'alloggio per il pastore, il forno e la stanza per la stagionatura dei formaggi, costruite sfruttando le grotte naturali presenti lungo il costone di roccia arenaria, alle quali fu aggiunta la sola facciata. La viabilità era costituita da una stradella interna con accesso dalla regia trazzera.
Nel 1835 il fondo passa come dote alla famiglia Ferrarotto che amplia l'azienda acquistando altri fondi limitrofi.
Nella zona dell'ansa del fiume si converte la coltura a seminativo, ed i pascoli saranno spostati al San Leonardo Soprano. Si costruiranno altri cinque edifici per le mutate esigenze abitative e di deposito del raccolto.
La tenuta, nel 1860, passa alla famiglia Modica che, volendo trasformare il terreno in orto irriguo, inizia la ricerca dell'acqua lungo il fiume e fa costruire il pozzo e l'adiacente magazzino per la pompa dell'acqua. Ma dopo 20 anni si ritornerà alla vecchia coltura (seminativo) poiché l'acqua trovata stagionalmente tendeva a diventare salmastra.
Nel 1900 sarà scavato, in un altro punto della proprietà un nuovo pozzo, ottenendo il miglioramento della qualità e della quantità dell'acqua. In quegli anni la proprietà sarà divisa in quattro discendenti della già citata famiglia Modica. La divisione del fondo porterà alla realizzazione di un'altra strada d'accesso, collegata anch'essa a monte, con la regia trazzera e alla moltiplicazione degli ambienti destinati ad abitazione dei fattori e alle stalle.
Nel 1920 si opera una ristrutturazione dei tetti in alcune delle fabbriche, sostituendo le coperture di "incannucciato", gesso e tegole, con quelle in pietre e putrelle.
Alcune case lesionate dal terremoto del 1908, e poi crollate, verranno ricostruite sul precedente basamento.
L'incremento nella qualità e nella quantità dell'acqua consentì la modifica della coltura in agrumeto, al fine di aumentare la redditività del fondo. Questo comportò la necessità di una permanenza stabile in loco al scopo di tenere sotto controllo la coltivazione. In quel periodo fu eretto il bastione a protezione del terreno per possibili inondazioni del fiume. Il metodo d'irrigazione a scorrimento (saia), spinse anche al livellamento dei terreni e quindi al terrazzamento, nonché alla costruzione di muretti di contenimento paraterra.
Si dovettero, inoltre, ampliare i magazzini poiché la fase di lavorazione dell'asportazione del picciolo degli agrumi si svolgeva direttamente all'interno della proprietà. Ciò comportò la necessità di assumere nuovo personale e quindi costruire altre case, stalle e mangiatoie all'aperto.
Sfruttando anche il doppio livello che si era venuto a creare, si costruì la casa padronale, vista l'esigenza della famiglia Modica di esercitare un controllo diretto e continuo sui lavoranti. Nello stesso periodo venne allargata la più recente delle due strade, cosicché i mezzi meccanici, necessari per un miglior trasporto del frutto potettero arrivare fino ai magazzini.
L'elettrificazione della zona giunta nel 1930, consentì l'installazione di pompe di sollevamento dell'acqua e la creazione di un impianto elettrico della casa padronale. Successivamente tale elettrificazione fu estesa anche alle case dei dipendenti.
Nel 1950 la strada verrà ampliata e si costruirà un'autorimessa, utilizzando i blocchi di tufo provenienti dalle grotte. Nel 1969 Maria Modica, ultima erede della famiglia, muore e la proprietà passerà a Lucrezia Ferrarotto, sua cugina, sposata con Filippo Santo Canale.
Tutti gli edifici risultano disposti lungo la stradina di servizio del fondo.
Archeologia
Il comprensorio che fa capo al fiume S. Leonardo è caratterizzato da una serie di testimonianze archeologiche, alcune delle quali meritano un ulteriore approfondimento.
Al momento si conosce un numero limitato di siti archeologici che ricadono nell'area interessata dalla proposta di vincolo paesaggistico; altri siti sono segnalati nelle vicinanze, quali il sito individuato come Orto di Gallo (n. 5), caratterizzato dalla presenza di ipogei paleocristiani e di abbondante materiale rinvenuto in superficie, inquadrabili dall'età greca a quella bizantina, e blocchi squadrati, di notevoli dimensioni su una rilevante superficie; i frammenti in superficie sono sia di epoca greca che soprattutto di epoca romano-imperiale.
L'area interessata dalla proposta di vincolo comprende comunque testimonianze dalla preistoria all'età greca e romana.
Il sito S Leonardo soprano (n. 1) è caratterizzato dalla presenza di un piccolo nucleo di tombe a fossa riferibili ad una fattoria e di sigillata africana dal III al IV d.C.
L'area individuata come Casa Drago (n. 3) è caratterizzata dalla presenza di tombe a grotticella, del tipo forno a buche circolari, tra le quali è presente ceramica inquadrabile nella età del bronzo, oltre a macinelli in pietra lavica e piccole schegge di ossidiana. Sono segnalate anche tombe a fossa ed una tomba ad arcosolio. In superficie erano frammenti di sigillata tardo-imperiale.
Non molto distante è il sito di S. Lio di Sopra (n. 2), accomunato con quello precedente, caratterizzato dalla presenza di traccia di carraia e da tombe a fossa tipo campanato. E' segnalata la presenza di ceramica di età tardo-imperiale.
Ingrottamenti sono poi segnalati lungo Cava Rizzaro (n. 8).
L'area inclusa nella proposta di vincolo comprende parte della contrada Piscitello, strettamente legata alle vicende dell'antica Leontinoi; è indicata anche con i toponimi di Caracausi e Falconello, nella parte nord ed ovest, e di Balate di Zacco nell'area più ad est.
In questa contrada si trova una delle necropoli dell'antica città. Il sito di questa necropoli, dalla quale provengono anche i due famosi crateri oggi al Museo di Lentini ed originariamente di proprietà comunale ed anche molti materiali della collezione Santapaola, fu oggetto di indagine da parte di P. Orsi nel 1899, che mise in luce 134 tombe. A distanza di anni altre indagini furono condotte (dicembre 1977 - febbraio 1978) dalla Soprintendenza di Siracusa e dall'università di Catania. Furono così indagati tre settori dell'area, caratterizzata dalla presenza di carraie pertinenti ad una strada con orientamento N-S, mettendo in luce 108 tombe sia del tipo ad inumazione che di quello a cremazione. Sulla base delle percentuali sembra che vi sia una lieve prevalenza delle tombe a cremazione su quelle ad inumazione (51% su 48,9%). Le tombe del settore nord rispettano solo in parte l'orientamento della strada; quelle del tratto centrale si allineano ai lati della strada con orientamento N/E - S/W, che nella parte N tende alla direzione N/NW.
I corredi sono piuttosto modesti, costituiti da pochi vasi e da rari oggetti di bronzo e ferro. Le tipologie dei vasi si ripetono con una certa frequenza. La necropoli copre un arco cronologico che va dal secondo venticinquennio del V agli inizi del IV secolo a.C. Le più antiche tombe si possono inquadrare intorno la metà o poco prima del V secolo a.C.
Perimetrazione
La perimetrazione si diparte dal passaggio a livello sulla S.P. n. 47 e segue la linea ferrata Siracusa-Catania, verso nord, fino a Fosso Damiano, dove segue il margine di un terrazzo fluviale, sempre verso nord, e gira sulla sinistra per attestarsi su un fossato di bonifica, comprendendolo per intero in larghezza; da qui incrocia la vecchia S.S. 194 e la percorre in direzione Lentini, supera il Fiume S. Leonardo e si attesta ad una distanza di 150 metri dal fiume Mulinelli, verso ovest, risalendo quest'ultimo, alla medesima distanza, fino a reinnestarsi sulla S.P. 47 e la percorre in direzione Agnone fino al predetto passaggio a livello sulla ferrovia Siracusa-Catania.
A conclusione dei suddetti lavori i dirigenti della Soprintendenza si allontanano dalla sala della riunione e la commissione, preso atto delle motivazioni della proposta di vincolo espresse, della relazione della Soprintendenza e della perimetrazione descritta e visualizzata nella planimetria, che fa parte integrante del presente verbale, passa all'approvazione del vincolo.
Tutto ciò esaurito e condiviso, la commissione all'unanimità

Delibera

di proporre l'inclusione nell'elenco delle bellezze naturali della Provincia di Siracusa, ai sensi degli artt. 139, lett. d), e 140 del decreto legislativo n. 490 del 27 dicembre 1999, come bellezza di insieme e panoramica, la parte del territorio comprendente il Borgo S. Leonardo in comune di Carlentini, così come descritta nella perimetrazione sopra riportata.
Letto, approvato e sottoscritto:
Il presidente: Voza
Il rappresentante regionale: Fontana
Il rappresentante regionale: Celesti
Il rappresentante provinciale: Trigilia
Il rappresentante provinciale: Attardo
Il rappresentante Ispettorato forestale: Rametta
Il rappresentante distretto minerario: Trupia
Il rappresentante sindaco Carlentini: Ferraro
Il segretario: La Ferla

Allegato




(2005.38.2394)
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