REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 30 LUGLIO 2004 - N. 32
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

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Michele Arcadipane - Trasposizione grafica curata da: Alessandro De Luca - Trasposizioni in PDF realizzate con Ghostscript e con i metodi qui descritti

DECRETI ASSESSORIALI

ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE


DECRETO 17 giugno 2004.
Aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico del territorio comunale di Alì.

IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE TERRITORIO E AMBIENTE

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge regionale n. 2 del 10 aprile 1978 e successive modifiche e integrazioni;
Vista la legge regionale n. 71 del 27 dicembre 1978 e successive modifiche e integrazioni;
Vista la legge regionale n. 37 del 10 agosto 1985 e successive modifiche e integrazioni;
Vista la legge regionale n. 10 del 15 maggio 2000 e successive modifiche e integrazioni;
Vista la legge n. 183 del 18 maggio 1989: "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo" e successive modifiche e integrazioni;
Visto il decreto legge n. 180 dell'11 giugno 1998: "Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania" convertito, con modifiche, con la legge 3 agosto 1998, n. 267;
Visto il decreto legge n. 132 del 13 maggio 1999, convertito con modifiche, con la legge 13 luglio 1999, n. 226;
Visto il decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, con il quale l'Assessore regionale per il territorio e l'ambiente adotta il piano straordinario per l'assetto idrogeologico con cui vengono individuate le aree del territorio regionale soggette a rischio molto elevato o elevato;
Visto, in particolare, l'art. 6 del predetto decreto, che prevede che il piano straordinario può essere integrato e modificato, ai sensi dell'art. 1-bis del decreto legge n. 180/98 e successive modifiche ed integrazioni, in relazione a successivi studi, ricerche e/o segnalazioni e informazioni che documentino una situazione di dissesto locale diversa da quella rappresentata;
Vista la delibera di Giunta regionale n. 245 del 14 settembre 2000, con la quale, tra l'altro, viene condivisa l'opportunità di dare immediato corso all'aggiornamento del piano straordinario del rischio idrogeologico, così come previsto dall'art. 6 del decreto n. 298/41/2000, acco gliendo, prioritariamente, eventuali segnalazioni che documentino situazioni di dissesti locali diverse da quelle rappresentate nella cartografia del piano;
Visto il decreto n. 543 del 25 luglio 2002, con il quale l'Assessore per il territorio e l'ambiente approva l'aggior namento del piano straordinario, integrato dalle norme di salvaguardia di cui all'allegato (B);
Vista la nota n. 3804 dell'11 agosto 2003, con la quale il sindaco del comune di Alì, ai sensi dell'art. 6 del decreto n 298/41, ha richiesto di apportare modifiche ed integrazioni al piano straordinario per l'assetto idrogeologico, producendo copia dello studio geologico a supporto del piano regolatore generale e lo studio geomor fologico dell'intero territorio comunale;
Vista la relazione d'istruttoria dell'ufficio del Genio civile di Messina, trasmessa con nota n. 21510 del 21 aprile 2004, nella quale l'ufficio, sulla base della documentazione tecnica prodotta dal comune di Alì, ritiene che si possa procedere all'aggiornamento del piano straordinario per il territorio comunale;
Ritenuto di dovere provvedere al riguardo;

Decreta:


Art. 1

Per le motivazioni di cui in premessa, è aggiornato il piano straordinario per l'assetto idrogeologico del territorio comunale di Alì con la riperimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, soggette alle norme di salvaguardia, ai sensi dell'art. 2 del decreto n. 543 del 25 luglio 2002.

Art. 2

Fanno parte integrante del presente decreto le carte del dissesto, della pericolosità e del rischio idrogeologico in scala 1:10.000 e la relazione d'istruttoria dell'ufficio del Genio civile di Messina.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Uffi ciale della Regione siciliana.
Palermo, 17 giugno 2004.
  MARINESE 



N.B.: Si può prendere visione della cartografia allegata al decreto presso l'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente, servizio 4, il comune di Alì (ME), l'ufficio del Genio civile di Messina e la Provincia regionale di Messina.
Allegato
RELAZIONE DI ISTRUTTORIA

Il comune di Alì, evidenziando la mancata rispondenza tra quanto rappresentato nelle cartografie del decreto n. 298 del 4 luglio 2000 e l'effettiva situazione dei luoghi, con nota n. 3804 dell'11 agosto 2003, ai sensi dell'art. 6, ha richiesto all'ufficio del Genio civile di Messina, la revisione delle zone a rischio determinate dal predetto decreto.
A supporto di quanto rappresentato, ha prodotto la seguente documentazione:
-  copia studio geologico di supporto al piano regolatore generale, redatto dal geologo Alfredo Natoli.
-  studio geomorfologico relativo all'intero territorio comunale di Alì finalizzato all'aggiornamento del piano straordinario, a firma del geologo Carmelo Di Nuzzo.
Premesse
Il territorio del comune di Alì è ubicato nella parte nord-orientale dei monti Peloritani, sul versante Ionico della provincia di Messina. In particolare occupa una fascia allungata in direzione Nose, compresa tra i bacini dei torrenti Fiumedinisi e Itala.
Caratterizzato dalla presenza da profonde incisioni torrentizie che si dipartono dai rilievi fino a confluire direttamente nel mar Jonio, il territorio mostra una conformazione prevalentemente collinare e, caratteristiche montuose in corrispondenza di Puntale Puzzu e dei monti: Scuderi, Cappedano, Graziano, e Votasana.
I terreni affioranti nelle aree oggetto della richiesta di revisione sono costituiti in prevalenza da termini metamorfici, (filladi), e da rocce di natura calcarea e gneissica sulle quali giacciono le coperture sedimentarie terziarie e quaternarie.
Il territorio comunale è rilevabile nel foglio 601 "Messina - Reggio Calabria" in scala 1:50.000, della Carta d'Italia edite dall'I.G.M., e nelle carte tecniche regionali in scala 1:10.000 n. 601140 "Alì Terme", n. 601130 "Fiumedinisi" e n. 601090 "Monte Poverello".
Nel piano straordinario per l'assetto idrogeologico, adottato con decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000 il territorio comunale risulta interessato da una serie di dissesti. In particolare nella carta del rischio idrogeologico, in scala 1:50.000, viene classificata a rischio molto elevato una vasta superficie comprendente l'intero centro abitato e la strada provinciale che collega l'abitato di Alì Terme con Alì.
Oggetto della revisione del piano straordinario, come richiesto dall'amministrazione comunale, risultano le aree sopra definite a rischio di frana molto elevato, nonché una serie di nuove aree rica denti nell'ambito del territorio comunale.
Mediante l'esame della documentazione trasmessa e le osservazioni effettuate sui luoghi, si è proceduto alla verifica ed alla valutazione dell'effettivo stato di rischio idrogeologico, provvedendo infine alla ridefinizione dei contorni delle aree in dissesto.
Verifica
Dall'esame della relazione geologica redatta a supporto del piano regolatore generale, redatta dal geologo Natoli Alfredo e dallo studio geologico finalizzato alla revisione del piano straordinario, riferito all'intero territorio a cura del geologo Carmelo Di Nuzzo, emerge l'esistenza di diverse aree in frana, con estensione complessiva sensibilmente inferiore rispetto a quella riportata nella carta del dissesto idrogeologico del decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000. Nello studio finalizzato all'aggiornamento vengono inoltre segnalate una serie di nuove aree soggette a dissesto idrogeologico ricadenti in alcuni versanti montani e nelle contrade: Fata, Farina, S. Nicola, Triboto, Corvo, Puntale Puzzu, Lauro.
Considerazioni
L'accertamento effettuato sui luoghi in oggetto ha consentito di verificare la sostanziale compatibilità di quanto rappresentato negli studi trasmessi a supporto della richiesta di aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico.
Va sottolineato comunque, che la definita perimetrazione delle aree in dissesto e delle relative aree di rischio, in considerazione della natura, delle caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni e dello stato evolutivo dei dissesti, viene riferita alla situazione attua le e pertanto risulta suscettibile di sensibile modificazione qualora non si provveda, in breve, ad opportuni interventi di mitigazione.
Valutazione del rischio
A conclusione di quanto sin qui evidenziato viene di seguito formulata, in aderenza alle indicazioni fornite dalla circolare A.R.T.A. n. 1/2003, la valutazione del rischio idrogeologico relativamente ai dissesti che interessano il comune di Alì.
Non vengono rappresentate nell'allegata carta del rischio le porzioni di territorio in cui non vi ricadono beni di particolare impor tanza o pregio, pur interessate da dissesto con relativo grado di pericolosità, per le quali si determina una condizione di rischio nullo.
1)  Località Acqua Santa.
A sud e a occidente del centro abitato di Alì lungo dei thalweg sono presenti n. 3 aree caratterizzate dai diffusi fenomeni franosi attivi, derivanti dall'azione erosiva delle acque superficiali, erosione interessanti le formazioni geologiche presenti (filladi alterate e fratturate, detrito e alternanza di arenarie siltose e conglomerati). Le aree pur ricomprese dell'ambito del decreto n. 298/41 risultano sensibilmente inferiori in termini di estensione.
Classificazione delle frane e individuazione della classe di rischio
Al fini dell'aggiornamento vengono definiti gli elementi che consentono la classificazione del rischio, qui di seguito riassunti:
-  Tipologia = T2;
-  Magnitudo = M2;
-  Pericolosità = P2.
Elementi a rischio: Viabilità comunale, case sparse = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
-  P2 x E2 = R2 - rischio medio.
2)  Località Santa Domenica.
Lungo la cintura meridionale del centro abitato di Alì si rinviene un'area di ampiezza di circa 7,0 ettari, che risulta soggetta a fenomeni di instabilità superficiale (creep). I terreni interessati sono dati da detrito di falda, filladi argillificate e/o alterate-fratturate. La causa principale di questo tipo di dissesto è identificabile nel l'azione di infiltrazione delle acque meteoriche, con decadimento delle resi stenze di attrito ed aumento del peso specifico apparente.
L' area pur ricompresa dell'ambito del decreto n. 298/41, risulta sensibilmente inferiore in termini di estensione.
Allo stato attuale il dissesto è da considerare attivo.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Vengono qui di seguito definiti gli elementi che consentono la classificazione del rischio:
-  Tipologia = T1;
-  Magnitudo = M2;
-  Pericolosità = P2.
Elementi a rischio: viabilità comunale = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
-  P2 x E2 = R2 - rischio medio.
2-bis) Località Santa Domenica-Circonvallazione.
All'entrata del paese di Alì viene individuata e perimetrata una frana di scorrimento in stato quiescente, che interressa sia la coper tura detritica che il substrato filladico alterato. Si tratta di un'area estesa per una superficie di circa Ha. 1,50. Essa risulta definita dal decreto n. 298/41 a rischio di frana molto elevato, tuttavia con estensione e forma diversa a quella effettiva.
L'area pur ricompresa dell'ambito del decreto n. 298/41 risulta sensibilmente inferiore in termini di estensione.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Si riportano gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  Tipologia = T2;
-  Magnitudo =. M2;
-  Pericolosità = P1.
Elementi a rischio: viabilità provinciale = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
-  P1 x E2 = R1 - rischio moderato.
3) Località Forza.
Posta in prossimità del centro abitato di Alì si estende un'area di circa Ha. 0,70, lungo un versante da cui si registrano fenomeni di distacchi con blocchi anche superiori al mc., con pericolo di crollo lungo la strada provinciale Alì - Alì Terme. L'area pur ricom presa dell'ambito del decreto n. 298/41 risulta sensibilmente inferio re in termini di estensione.
Allo stato attuale il dissesto è attivo.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Vengono riportati gli elementi che consentono la definizione del rischio. Sinteticamente riassunti:
-  Tipologia = T3;
-  Magnitudo = M4;
-  Pericolosità = P3.
Elementi a rischio: viabilità provinciale = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P3 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
-  P3 x E2 = R3 - rischio elevato.
4) Località Cernaci.
Ubicata alla periferia nord-occidentale dal centro abitato di Alì la località in argomento è caratterizzata da due diverse aree in dissesto. La minore, estesa circa Ha. 2,1, risulta assoggettata a fenome nologie di creep - a carico della coltre detritica; invece l'altra area evidenzia un fenomeno di scorrimento rototraslazionale in stato quiescente.
Le aree pur ricomprese dell'ambito del decreto n. 298/41 risultano sensibilmente inferiori in termini di estensione.
a) Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Si riportano gli elementi che consentono la classificazione del rischio:
-  Tipologia = T1;
-  Magnitudo = M2;
-  Pericolosità = P2.
Elementi a rischio: viabilità comunale e case sparse = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
-  P2 x E2 = R2 - rischio medio.
b) Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio:
-  Tipologia = T2;
-  Magnitudo = M3;
-  Pericolosità = P1.
Elementi a rischio: viabilità comunale e case sparse = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
-  P1 x E2 = R1 - rischio moderato.
5) Contrada S. Lena.
In località S. Lena un'area estesa circa Ha. 5,8, è interessata da creep che si esplica mediante il debole movimento superficiale della coltre detritica e della porzione allentata e alterata delle filladi.
L'area non risulta perimetrata e classificata dal decreto n. 298/41 dell'A.R.T.A..
Allo stato attuale il dissesto è da considerarsi attivo.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio:
Si riportano gli elementi:
-  Tipologia = T1;
-  Magnitudo = M2;
-  Pericolosità = P2.
Elementi a rischio: viabilità secondaria e case sparse = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
-  P2 x E2 = R2 - rischio medio.
6) Frana in località Fata.
Trattasi di frana di crollo con blocchi di volume maggiori a 1 mc. Le cause sono da ricercare nell'elevato grado di fatturazione e alterazione delle rocce affioranti, nell'imbibizione d'acqua del materiale filladico argillificato con decadimento delle caratteristiche meccaniche, unitamente all'elevata acclività del versante. Il dissesto ha investito una infrastruttura stradale di collegamento con il territorio comunale di Itala.
Allo stato attuale il dissesto è da considerare attivo.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Vengono qui di seguito riassunti gli elementi:
-  Tipologia = T3;
-  Magnitudo = M4;
-  Pericolosità = P4.
Elementi a rischio: viabilità secondaria = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P4 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
-  P4 x E2 = R3 - rischio elevato.
7) Contrada Farina.
Trattasi di una frana complessa con estensione di circa Ha. 0,8, interessante le filladi e la superiore coltre detritica. Il dissesto, che non risulta censito dal decreto n. 298/41, ha interessato l'ansa del torrente Alì, e distrutto una infrastruttura a servizio di un'azienda di imbottigliamento di acqua minerale.
Allo stato attuale il dissesto è da considerare inattivo.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Gli elementi che consentono la definizione del rischio vengono riassunti in:
-  Tipologia = T2;
-  Magnitudo = M2;
-  Pericolosità = P1.
Elementi a rischio: viabilità secondaria = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
-  P1 x E2 = R1 - rischio moderato.
8) Contrada S. Nicola.
Al confine con il territorio di Fiumedinisi nei pressi di casa S. Nicola, viene perimetrata una frana per scorrimento rototraslazionale, ricadente nelle filladi alterate e fratturate.
Allo stato attuale il dissesto è da considerare quiescente.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Qui di seguito si riassumono:
-  Tipologia = T2;
-  Magnitudo = M3;
-  Pericolosità = P1.
Elementi a rischio: terreni incolti = E0.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E0 si perviene alla classe di rischio:
-  P1 x E0 = R0 - rischio nullo.
9) Contrada Triboto.
Trattasi di un'area di estensione circa 9 ettari, che non risulta censita dal decreto n. 298/41 dell'A.R.T.A in cui si evidenzia un dissesto per scorrimento rototraslazionale e creep - sui termini filladici alterati, fratturati e argillificati dell'unità di Mandanici.
Il fenomeno franoso è da imputare: al grado di fatturazione, alterazione e argillificazione dei litotipi affioranti, unitamente all'ele vata acclività del pendio, nonché alle acque di infiltrazione con conseguente aumento del peso specifico apparente e decadimento delle caratteristiche di resistenza al taglio.
Allo stato attuale la frana complessa è da considerare quiescente.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Ai fini dell'aggiornamento vengono qui di seguito riassunti gli elementi:
-  Tipologia = T2;
-  Magnitudo = M3;
-Pericolosità = P1.
Elementi a rischio: viabilità rurale = E1.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
-  P1 x E1 = R1 - rischio moderato.
10) Contrada Corvo.
Trattasi di una serie composta da n. 7 frane ricadenti nella zona centrale del territorio comunale di Alì, a ridosso dei versanti orientale e occidentale del torrente Corvo ed in prossimità di Poggio Tiani. I terreni sono soggetti a fenomeni di dissesto di tipo complesso (scorrimento rototraslazionale, erosione accelerata e creep) in stato inattivo a carico della copertura detritica superficiale.
Allo stato attuale le frane complesse sono da considerare inattive.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Ai fini dell'aggiornamento vengono definiti gli elementi:
-  Tipologia = T2;
-  Magnitudo = M3;
-  Pericolosità = P2.
Elementi a rischio: terreni incolti = E0.
Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E0 si perviene alla classe di rischio:
-  P2 x E0 = R0 - rischio nullo.
11) Aree a nord ovest di Monte Cappedano.
Il dissesto riguarda 2 limitate estensioni, entrambe inferiori ad un ettaro, di un versante costituiti da gneiss fratturati ed alterati. Il dissesto risulta provocato dalla concomitanza di più fattori quali: il notevole grado di fratturazione dei litotipi affioranti unitamente all'elevata acclività del versante, all'alternarsi dei fenomeni di gelo e disgelo con conseguente decadimento delle caratteristiche di resistenza al taglio dei litotipi.
Allo stato attuale le frane complesse sono da considerare inattive.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Ai fini dell'aggiornamento vengono definiti i seguenti elementi:
-  Tipologia = T2;
-  Magnitudo = M2;
-  Pericolosità = P1.
Elementi a rischio: terreni incolti = E0.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E0 si perviene alla classe di rischio:
-  P1 x E0 = R0 - rischio nullo.
12) Area a sud di monte Scuderi.
L'area in frana ricade lungo il versante meridionale di monte Scuderi ed interessa gli gneiss occhiadini fratturati e alterati. La causa del dissesto è da addebitare: al notevole grado di fatturazione ed alterazione dei litotipi affioranti, nonché alle acque di infiltrazione con conseguente decadimento delle caratteristiche di taglio del l'ammasso.
Allo stato attuale il dissesto è da considerare quiescente.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Gli elementi che consentono la classificazione del rischio, sono qui di seguito riassunti
-  Tipologia = T2;
-  Magnitudo = M3;
-  Pericolosità = P1.
Elementi a rischio: terreni incolti = E0.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E0 si perviene alla classe di rischio:
-  P1 x E0 = R0 - rischio nullo.
13) Aree a sud-ovest - di monte Scuderi.
Trattasi di n. 2 frane complesse caratterizzate da: erosioni accelerate scoscendimenti e crolli in stato attivo a carico dei gneiss occhiadini e della coltre detritica.
Le cause sono da imputare all'intensa azione di dilavamento delle acque superficiali, accentuata dalla ripidità dei versanti e dalle scadenti caratteristiche fisico-meccaniche delle rocce affioranti.
Allo stato attuale i dissesti sono da considerare quiescenti.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Si riportano qui di seguito gli elementi che consentono la classificazione del rischio:
-  Tipologia = T2;
-  Magnitudo = M3;
-  Pericolosità = P1.
Elementi a rischio: viabilità rurale = E1.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E0 si perviene alla classe di rischio:
P1 x E1 = R1 - rischio moderato.
14) Frane sul versante meridionale e orientale di monte Votasana.
Trattasi di n. 2 aree caratterizzate da franosità diffusa in stato attivo, ricadenti sui gueiss occhiadini e sui calcari cristallini cataclasizzati. Le aree non risultano censite dal decreto n. 298/41 dell'A.R.T.A.. I fattori predisponesti la fenomenologia del dissesto sono riconducibili alla pendenza del rilievo, unitamente all'azione delle acque di dilavamento superficiale, all'elevato stato di decompressione dell'ammasso e alla mancanza delle necessarie opere di rinaturalizzazione.
Allo stato attuale le frane sono da considerare attive.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Al fini dell'aggiornamento vengono definiti i seguenti elementi:
-  Tipologia = T2;
-Magnitudo = M3;
-  Pericolosità = P3.
Elementi a rischio: Terreni incolti = E0.
Dalla combinazione tra la pericolosità P3 e gli elementi a rischio E0 si perviene alla classe di rischio:
P3 x E0 = R0 - rischio nullo.
15) Frana in località Puntale Puzzu.
Si tratta di un'area di estensione all'incirca pari a 2,8 ettari interessata da fenomeni di crollo - derivanti da un elevato grado di alterazione e fatturazione dell'ammasso roccioso caratterizzato da mediocri caratteristiche di resistenza al taglio.
Allo stato attuale il dissesto è da considerarsi attivo.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Si riportano gli elementi che consentono la classificazione del rischio:
-  Tipologia = T3;
-  Magnitudo = M3;
-  Pericolosità = P3.
Elementi a rischio: case rurali E1.
Dalla combinazione tra la pericolosità P3 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
-  P3 x E1 = R2 - rischio medio.
16) Frane in contrada Lauro.
Trattasi di 2 aree ubicate nella estremità settentrionale del territorio comunale ed estese complessivamente circa Ha. 3,5. Risultano coinvolte da fenomeni gravitativi complessi scoscendimento e creep che si esplicano mediante il movimento della debole e discontinua coltre detritica e della porzione allentata e alterata gneissica. La causa principale è da imputare alla elevata acclività dei versanti ed all'azione erosiva delle acque correnti superficiali, con susseguente decadimento delle caratteristiche di resistenza al taglio e meccaniche dei terreni.
Allo stato attuale le frane complesse sono da considerare quiescenti.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Vengono qui definiti gli elementi che consentono la classificazione del rischio:
-  Tipologia = T2;
-  Magnitudo = M3;
-  Pericolosità = P1.
Elementi a rischio: terreni incolti = E0.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E0 si perviene alla classe di rischio:
-  P1 x E0 = R0 - rischio nullo.
Conclusioni
Alla luce di quanto fin qui espresso sono state redatte le aggiornate carte stralcio del dissesto e del rischio idrogeologico riferite all'intero territorio comunale di Alì.
Per la rappresentazione delle aree, oggetto di revisione, interessate da dissesti e per quelle a rischio idrogeologico, sono stati impiegati stralci planimetrici in scala 1:10.000, tratti delle carte tecni che regionali: n. 601140 (Ali Terme), n. 601130 (Fiumedinisi) e n. 601090 (monte Poverello).
Nella carta del rischio vengono rappresentate le aree a rischio idrogeologico così come individuate e descritte nella presente relazione.
Per quanto concerne le porzioni di aree definite in dissesto che, per la tipologia dei beni ivi ricadenti, comportano situazioni di rischio nullo, si prescrive che qualsiasi attività di trasformazione del territorio resti subordinata ad una preliminare verifica di compatibilità fra l'intervento proposto, le condizioni di dissesto ed il livello di rischio che verrebbe a configurarsi in seguito alla trasformazione.
(2004.28.1905)
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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
Gazzetta Ufficiale della Regione
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Ideazione grafica e programmi di
Michele Arcadipane
Trasposizione grafica curata da
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