REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 2 LUGLIO 2004 - N. 28
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

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CIRCOLARI

ASSESSORATO DELL'AGRICOLTURA E DELLE FORESTE


CIRCOLARE 21 giugno 2004, n. 7.
P.O.R. Sicilia 2000/2006, misura 4.06, azione 3 - Rete ecologica. Indicazioni procedurali e tecniche per l'istruttoria delle domande.

PREMESSA
Con la presente circolare, ad integrazione delle direttive generali che regolano le procedure per la concessione di contributi agli investimenti nelle aziende agricole, vengono fornite indicazioni procedurali e tecniche per l'istruttoria delle domande ritenute ammissibili in seguito all'emanazione dei bandi pubblici afferenti al P.O.R. Sicilia, misura 4.06 - Azione 3 "rete ecologica".
In ogni caso, nel corso della fase istruttoria, dovrà essere assicurato il rispetto delle disposizioni contenute nel complemento di programmazione della misura, adottato con delibera di Giunta, nonché della pista di controllo dell'azione, approvata con decreto del dirigente generale del dipartimento interventi strutturali del 7 maggio 2004.
1.  FINALITA' DEGLI INTERVENTI
L'azione 3 "rete ecologica" si pone come obiettivo specifico il sostegno e lo sviluppo dei territori rurali, unitamente alla valorizzazione delle risorse agricole, forestali, ambientali e storico culturali esistenti.
Le iniziative progettuali dovranno essere compatibili con gli obiettivi previsti dalla programmazione comunitaria, coerenti con il P.O.R. Sicilia 2000-2006, con il P.S.R. Sicilia 2000-2006 e finalizzate al raggiungimento degli obiettivi della misura.
1.1.  Area di applicabilità
Gli aiuti agli investimenti, nelle more della completa individuazione della "rete ecologica" attraverso la elaborazione della Carta della natura, sono ammissibili esclusivamente all'interno delle seguenti aree:
-  Siti d'interesse comunitario (SIC);
-  Zone di protezione speciale (ZPS);
-  Parchi regionali e riserve naturali;
-  territori dei comuni inseriti nell'elenco riportato nella misura 1.13 del P.O.R. Sicilia, "Sviluppo imprenditoriale del territorio della rete ecologica";
-  zone sottoposte a vincolo paesaggistico ai sensi della vigente normativa (fra cui le fasce di rispetto di laghi, fiumi, torrenti, le zone montane di altitudine superiore a 1.200 m.s.l.m., boschi e terreni sottoposti a vincolo di rimboschimento, zone di interesse archeologico).
La verifica dell'ubicazione del sito, oggetto d'intervento, potrà essere effettuata tramite certificazione rilasciata dal comune competente (certificato di destinazione urbanistica in data non anteriore a sei mesi dalla data di presentazione della domanda di contributo), dalla Soprintendenza ai beni culturali o con apposita attestazione rilasciata dall'Assessorato regionale del territorio e del l'ambiente. In alternativa, potrà essere considerata specifica documentazione tecnica, comprovante la localizzazione dell'azienda nell'area di applicabilità.
1.2.  Classificazione delle aree naturali protette
La legge n. 394/91, unitamente alla legge regionale n. 14/88 e successive modifiche, definisce la classificazione delle aree naturali protette, che vengono inserite in un elenco nazionale. Attualmente il sistema delle aree naturali protette d'interesse regionale si articola nelle seguenti tipologie.
a)  Siti d'interesse comunitario (SIC)
Designate ai sensi della direttiva CEE n. 92/43, sono costituite da aree naturali, geograficamente definite e con superficie delimitata, che contribuiscono in modo significativo a conservare o ripristinare un tipo di habitat naturale o una specie della flora e della fauna selvatica di cui agli allegati I e II della direttiva CEE n. 92/43.
Le zone sono designate dallo Stato mediante un atto regolamentare, amministrativo e/o contrattuale e in esse sono applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e/o delle popolazioni delle specie per cui l'area naturale è designata.
b) Zone di protezione speciale (ZPS)
Individuate ai sensi della direttiva CEE n. 79/409, sono costituite da territori idonei, per estensione e/o localizzazione geografica, alla conservazione delle specie di uccelli di cui all'allegato I della direttiva citata, concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
c)  Parchi naturali regionali
Sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici ed artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.
d)  Riserve naturali
Sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentano uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali, in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati.
1.3.  Soggetti beneficiari
I soggetti beneficiari dell'intervento sono gli imprenditori agricoli singoli e associati, sotto qualsiasi forma giuridica, così come definiti dall'art. 2135 del codice civile, modificato dal decreto legislativo n. 228/2001. Per quanto concerne la forma dell'impresa agricola associata, essa presuppone un'unità tecnico-economica costituita da singole aziende, associate per la conduzione comune di tutta o di una parte delle stesse. Tale condizione deve essere definita tra gli imprenditori interessati, mediante atto pubblico e deve essere contenuta nell'atto costitutivo e/o nello statuto. Rientrano nella suddetta definizione di azienda associata anche le cooperative di conduzione.
I soggetti sopra indicati devono essere in possesso dei requisiti fissati dai bandi, fra cui:
-  conoscenze e competenze professionali adeguate;
-  sufficiente livello di redditività;
-  rispetto delle condizioni minime in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali.
I soggetti richiedenti devono comprovare la titolarità dell'azienda oggetto d'intervento, in base a uno o più dei seguenti titoli: proprietà, affitto, comodato.
1.4.  Investimenti ammissibili
In coerenza con quanto previsto dalla misura e dal complemento di programmazione, gli interventi ammissibili devono essere così finalizzati:
-  tutela e conservazione della biodiversità, anche attraverso la realizzazione di nuovi impianti di specie vegetali a fini non produttivi;
-  conservazione e recupero del paesaggio agrario, compresi i manufatti tradizionali ai fini della pubblica fruizione;
-  restauro ambientale e realizzazione di opere di salvaguardia delle risorse naturali;
-  tutela dei siti Natura 2000 (parchi, riserve naturali, siti d'importanza comunitaria e zone protezione speciale uccelli).
2.  SPECIFICHE TECNICHE DEGLI INVESTIMENTI AMMISSIBILI AD AIUTO
2.1.  Tutela e conservazione della biodiversità, anche attraverso la realizzazione di nuovi impianti di specie vegetali a fini non produttivi
2.1.1.  Impianto o miglioramento del pascolo
L'intervento potrà essere realizzato in terreni attualmente a pascolo avvicendato e/o destinati a seminativo; l'impianto o il miglioramento del pascolo deve essere realizzato esclusivamente con essenze foraggere autoctone quali, veccia, sulla, trifoglio alessandrino, ecc. La destinazione produttiva esistente (pascolo o seminativo) all'atto di presentazione della domanda, dovrà essere dimostrata con idonea documentazione, quale la copia della domanda PAC seminativi o autocertificazione.
E' obbligatoria, nel caso d'intervento di impianto o di miglioramento del pascolo, la realizzazione di fasce di vegetazione arbustiva ed arborea variamente consociata, secondo i seguenti criteri:
-  larghezza minima della fascia di vegetazione pari a metri lineari 3;
-  sviluppo lineare della fascia di vegetazione di almeno metri 120, anche discontinui, per ogni ettaro di superficie oggetto d'intervento;
-  costituzione di uno strato drenante nella fascia di vegetazione, ove necessario;
-  scelta di specie arbustive ed arboree autoctone quali: ginestra, sommacco, ginestra spinosa, ginepro, biancospino, uva spina, rovo, sorbo, gelso, fico, melograno, lentisco, carrubo, oleastro, perastro, ciliegio acido, azzeruolo, alloro, cerro, roverella, leccio e frassino;
-  costituzione lungo tutto il perimetro esterno di entrambi i lati delle fasce di vegetazione suddette, con un'ampiezza di 1,5 metri per lato, di una striscia non coltivata al fine di consentire le lavorazioni annuali per impedire il diffondersi delle erbe infestanti.
La consociazione nelle fasce dovrà essere attuata con almeno 4 specie. A tal fine, per ogni 100 metri lineari di fascia non dovranno essere impiantate più di 5 piante per singola specie arborea e 30 per specie arbustiva. L'impianto dei filari dovrà avvenire preferibilmente in prossimità di fossati, laghetti, torrenti, valloni, calanchi e, in ogni caso, in zone discoste da strutture viarie di qualsiasi tipo, al fine di consentire la costituzione di specifiche nicchie ecologiche per la sosta, la riproduzione e il rifugio della fauna e dell'avifauna stanziale e migratoria.
E' consentita la realizzazione di recinzioni fisse di protezione delle fasce, con caratteristiche in grado di ridurre l'impatto sul paesaggio e sulla fauna, mediante l'utilizzo di paletti in legno e fili di ferro zincato o rete a maglie larghe.
2.1.2.  Realizzazione di muretti a secco e/o siepi
Nei terreni destinati a pascolo sono consentiti la realizzazione e il ripristino di muretti a secco, anche per la delimitazione degli stessi, mediante l'impiego di pietrame locale e secondo le tipologie e le regole costruttive tradizionali. Sono esclusi gli interventi che richiedono l'utilizzo di leganti di qualsiasi genere (es. malte cementizie). Sono, altresì, esclusi gli interventi in cui l'utilizzo del pietrame abbia funzione soltanto di rivestimento.
L'intervento dovrà tenere conto dei requisiti di stabilità, sia nel dimensionamento della base di appoggio, anch'essa in pietrame, che dello spessore ed altezza del muro; inoltre il pietrame deve essere ripulito, prima della messa in opera, dal terriccio e dall'humus. E' raccomandata la realizzazione di accorgimenti, per consentire il transito della fauna di piccola taglia.
La realizzazione dei muretti a secco è consentita negli arboreti terrazzati, anche con funzione di contenimento; in tal caso, potranno essere adottati tutti gli accorgimenti tecnici necessari a realizzare l'opera a perfetta regola d'arte, ivi compreso l'uso di leganti qualora strettamente necessario, con esclusione dell'utilizzo del pietrame solo con funzione di rivestimento.
Nei pascoli è, altresì, consentita la realizzazione di siepi, costituite da essenze autoctone, con funzione di delimitazione e/o frangivento.
2.1.3.  Formazioni vegetali
In tutte le superfici destinate a seminativo o a pascolo e nei terreni incolti in pendenza, sono ammessi interventi per la messa a dimora e cura di almeno 5 specie facenti parte delle formazioni rupestri, ripariali e della macchia mediterranea individuate fra le seguenti:
a)  Specie appartenenti alla macchia mediterranea
Le specie guida più espressive sono rappresentate da: Alaterno (Rhamnus Alàternus); Alloro (Laurus nobilis); Bupleuro fruticoso (Bupleurum fruticosum); Caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa); Caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca); Carrubbazzo (Anagyris foetida); Carrubo (Ceratonia siliqua); Citiso delle Eolie (Cytisus aeolicus); Corbezzolo (Arbutus unedo); Efedra distachia (Ephedra distachya); Efedra maggiore (Ephedra maior); Erica (Erica ss.pp.); Ginepro feniceo (Juniperus phoenicea, incl. J. turifera); Ginepro ossicedro (Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa); Ginestra delle Madonie (Genista madoniensis); Ginestra delle Eolie (Genista tyrrhe na); Ginestra dell'Etna (Genista aetnensis); Ilatro comune (Phillyrea latifoglia, incl. P. media); Ilatro sottile (Phillyrea angustifolia); Lentisco (Pistacia lentiscus); Mirto (Mirtus communis); Olivastro (Olea europaea var. sylvestris); Palma nana (Chamaerops humilis); Periploca minore (Periploca laevigata subsp. angustifolia); Quercia di Solunto (Quercus x soluntina); Quercia spinosa (Quercus calliprinos); Ranno con foglie d'Olivo (Rhamnus oleoides); Salvione giallo (Phlomis fruticosa); Terebinto (Pistacia terebinthus); Viburno (Viburnum tinus).
b)  Specie tipiche della formazione rupestre
Le specie guida più espressive sono rappresentate da: Adenocarpo (Adenocarpus complicatus); Atamanta siciliana (Athamanta sicula); Camomilla delle Madonie (Anthemis cupaniana); Cappero (Capparis spinosa); Cavolo biancastro (Brassica incana); Cavolo delle Egadi (Brassica macrocarpa); Cavolo rupestre (Brassica rupestris s.l.); Cavolo villoso (Brassica villosa s.l.); Centaurea (Centaurea tauromenitana); Centaurea eolica (Centaurea aeolica); Ciombolino siciliano (Cymbalaria pubescens); Coronilla (Coronilla emerus); Erba perla mediterannea (Lithodora rosmarinifolia); Euforbia di Bivona (Euphorbia bivonae); Finocchiella di Boccone (Seseli bocconi ssp. bocconi); Fiordaliso delle scogliere (Centaurea ucriae s.l.); Garofano rupicolo (Dianthus rupcola); Iberide florida (Iberis semper florens); Inula (Inula crithmoides); Kochia (Kochia saxicola); Ortica rupestre (Urtica rupestris); Pepetuini delle scogliere (Helicrysum rupestre s.l.); Perlina di Boccone (Odontites bocconei); Putoria delle rocce (Putoria calabrica); Ruta (Ruta chalepensis); Scabiosa (Scabiosa cretinica); Senecio (Senecio bicolor); Silene fruticosa (Silene fruticosa); Stellina di Sicilia (Asperula rupestris); Teucrio (Teucrium fruticosus); Trachelio siciliano (Trachelium lanceolatum); Valeriana rossa (Centranthus ruber); Vedovina delle scogliere (Lomelosia cretica); Vilucchio turco (Convolvulus cneorum); Violaciocca rossa (Matthiola incana).
c)  Formazione ripariali
Si definiscono formazioni ripariali le formazioni vegetali legnose, igrofile, insediate naturalmente lungo le rive dei corsi d'acqua. Rientrano in questa tipologia gli arbusteti e le boscaglie costituiti prevalentemente da specie autoctone dei generi Salix, Populus, Fraxinus, Platanus, Ulmus, Alnus, Tamarix, Nerium, Sambucus e Vitex.
2.1.4.  Impianto di specie frutticole arboree e arbustive tradizionali
In tutte le superfici destinate a seminativo o a pascolo e nei terreni incolti in pendenza, sono ammessi anche interventi per l'impianto di specie frutticole arboree e arbustive tradizionali, preferibilmente con utilizzo di varietà locali soggette a pericolo di scomparsa. L'inclusione delle varietà previste fra quelle meritevoli di tutela, dovrà essere comprovata da idonea documentazione (attestazione rilasciata da Istituti universitari o uffici tecnici dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e delle foreste, ecc.).
L'intervento deve rispettare i seguenti criteri: messa a dimora di almeno 3 specie diverse alternate, sesti d'impianto irregolari, ordinamento colturale in asciutto con eventuali irrigazioni di soccorso, al fine di garantire l'attecchimento e la sopravvivenza delle piante.
Sono esclusi gli interventi per impianti frutticoli a fini produttivi, pertanto la superficie impiantata a fruttiferi non potrà essere superiore a 0,5 Ha., per singola specie. In linea generale, la superficie a fruttiferi non potrà superare complessivamente il 25%. della S.A.U. presente nell'azienda beneficiaria.
2.2.  Conservazione e recupero del paesaggio agrario, compresi i manufatti tradizionali ai fini della pubblica fruizione
2.2.1.  Realizzazione di muretti a secco.
Nell'ambito d'interventi di valorizzazione del paesaggio agrario e d'incremento della fruibilità di aree d'interesse ambientale e paesaggistico, sono consentiti la realizzazione e il ripristino di muretti a secco. Per tali interventi, si prescrive l'utilizzo di pietrame locale e di tipologie e tecniche costruttive tradizionali.
L'intervento dovrà tenere conto dei requisiti di stabilità, sia nel dimensionamento della base di appoggio, anch'essa in pietrame, che dello spessore ed altezza del muro; inoltre il pietrame deve essere ripulito, prima della messa in opera, dal terriccio e dall'humus. E' raccomandata la realizzazione di accorgimenti, per consentire il transito della fauna di piccola taglia.
Sono esclusi gli interventi che richiedono l'utilizzo di leganti di qualsiasi genere (es. malte cementizie); sono altresì esclusi gli interventi in cui l'utilizzo del pietrame sia soltanto di rivestimento.
2.2.2.  Realizzazione di sentieri
Sempre nell'ambito delle opere per la fruibilità di aree d'interesse ambientale e paesaggistico, sono consentiti il ripristino o la realizzazione di sentieri, compresa la cartellonistica, la creazione di punti di approvvigionamento d'acqua e di luoghi di sosta.
Si ritiene opportuno ricordare che il decreto legislativo n. 285 del 30 aprile 1992, definisce il sentiero "una strada, a fondo naturale, formatasi per effetto del passaggio di pedoni o animali", si precisa inoltre che esso è un percorso ad esclusivo o prevalente uso pedonale, la cui larghezza è tale da permettere il passaggio di una sola persona per volta in uno dei due sensi di marcia (larghezza in genere inferiore a 1,2 m.).
Al riguardo dovranno essere osservate le seguenti indicazioni:
-  il sentiero può essere parzialmente o totalmente inghiaiato e/o attrezzato con piccole opere per lo sgrondo delle acque e/o sostegno laterale o trasversale al fine di rendere possibile il transito anche in condizioni di fondo bagnato;
-  le cordonate sono opere che prevedono la messa in opera di pietrame lungo i bordi longitudinali del sentiero; qualora necessarie, dovranno essere realizzate con pietrame reperibile in loco, posizionando i massi lungo i bordi del sentiero disponendoli a coltellata, avendo cura che siano ammorsati nel terreno;
-  l'eventuale selciatura dovrà essere realizzata con pietrame reperibile in loco; in questi casi si deve prevedere una cordonata lungo i bordi longitudinali del sentiero e la messa in opera sulla restante superficie del sentiero di blocchi di dimensioni inferiori, ben addossati e ammorsati, disposti a coltello con la base più larga rivolta verso il basso;
-  gradini, scalinate e gradoni, dovranno essere realizzati in pietra locale o in legno; in linea di massima è da preferire il materiale lapideo;
-  per lo smaltimento delle acque dal sentiero è consentita la realizzazione di canalette, per tenere il sentiero sgombro dalle acque superficiali e dal materiale da esse trasportato. In terreni argillosi o fangosi, per drenare potrà essere opportuno utilizzare ghiaia e sabbia al posto delle canalette;
-  muri ed opere di sostegno sono consentiti nei casi in cui il versante si presenti ripido ed instabile. Possono essere di pietrame locale, costituiti da palificate di legno e pietra o da gabbionate. L'uso di opere miste in legname, pietrame e talee (palificate), può essere indicato per il consolidamento di frane superficiali e di argini;
-  nel caso di prati umidi potrà essere consentito approntare un guado con materiale ad alto coefficiente di filtrazione, in modo da mantenere il piano di calpestio più asciutto possibile. In alternativa si possono approntare dei passaggi su tondelli e/o tavole di legno. E' preferibile per l'attraversamento di piccoli rii e torrenti, la realizzazione di un guado predisposto, piuttosto che una passerella o un ponte;
-  passerelle e ponti possono essere realizzate nel punto più stretto e rettilineo del corso d'acqua utilizzando materiale reperibile in loco ed, ove siano già presenti delle spalle su massi ciclopici o rocce affioranti, mantenendo il posizionamento di quelle collaudate come affidabili durante il corso degli anni. Le passerelle e i ponti vanno realizzati in legno e pietrame, utilizzando il calcestruzzo solo nei casi in cui sia necessario stabilizzare le spalle e, comunque, mimetizzandolo. Per la realizzazione di tali opere è necessaria acquisire anche l'autorizzazione preventiva dell'ufficio del Genio civile;
-  parapetti, staccionate e funi corrimano, possono essere realizzati nei luoghi esposti e in prossimità di passaggi particolarmente frequentati. La loro messa in opera é finalizzata a opere di salvaguardia e sicurezza dei fruitori e dovrà essere realizzata, ove possibile, con tecniche costruttive di basso impatto ambientale.
2.2.3.  Aree attrezzate, opere accessorie, arredi, cartellonistica e segnaletica
L'individuazione del sito destinato ad area attrezzata dovrà tenere conto dell'importanza e della fragilità ambientale, dell'entità e delle caratteristiche dei fruitori che frequentano l'area, nonché dell'accessibilità.
Le aree attrezzate vanno collocate preferibilmente in prossimità o nelle vicinanze dei parcheggi auto e/o in corrispondenza dell'inizio del percorso; vanno escluse tutte le localizzazioni presso punti di particolare interesse naturalistico e di rilevanza paesaggistica. Laddove possibile, le aree attrezzate devono comprendere zone pianeggianti dotate sia di spazi aperti, che di zone ombreggiate. Esse vanno delimitate fisicamente con staccionate, sulla base della reale e potenziale fruibilità dell'area.
Gli elementi che costituiscono le aree attrezzate sono: tavoli e panche, punti fuoco, fontane, servizi igienici, tabelle informative e staccionate delimitatrici. Essi devono rispettare tipologie costruttive e l'uso di materiali tipici della zona, rispondendo ai principi di sobrietà progettuale e di rispetto dell'ambiente.
Le panche e i tavoli possono essere ancorati al terreno con zoccoli da mimetizzare sotto il piano d'appoggio, costituito da una platea di massicciata; negli interstizi della massicciata va collocato del terreno vegetale, il quale potrà essere seminato.
Cestini, cartelli e staccionate vanno fissati al terreno senza ricorrere all'uso del cemento.
La cartellonistica va eseguita in maniera sobria, nel raggio visuale di chi percorre il sentiero, in modo da non rendere visibili due segnali successivi contemporaneamente. La segnaletica va posta nei punti critici (inizio, bivi, ecc.); essa deve essere chiara, visibile e sobria. Le tabelle devono rimanere a lato del sentiero e non sporgere con la punta verso la sede del sentiero. Esse non vanno fissate su piante o su muri di edifici tradizionali, nè in prossimità di capitelli, crocefissi, edicole o altri elementi architettonico-culturali, dai quali vanno tenuti ad adeguata distanza.
2.2.4.  Realizzazione di giardini botanici
Al fine di incentivare la conoscenza delle caratteristiche della flora tipica dell'area, è consentita la realizzazione di giardini botanici. Le tipologie di spesa ammissibili sono:
-  preparazione e delimitazione del terreno;
-  sentieristica;
-  muretto o recinzione di delimitazione;
-  acquisto e messa a dimora dell'essenze vegetali;
-  acquisto cartellini d'identificazione;
-  impianto irriguo, ove necessario;
-  tabelle esplicative;
-  realizzazione di piccoli laghetti per le piante acquatiche, se presenti nella zona;
-  panche per la sosta dei visitatori.
2.2.5.  Interventi sui manufatti tradizionali
Sono consentiti interventi di ristrutturazione e adeguamento dei fabbricati esistenti, a fini di pubblica fruizione, mediante le seguenti opere:
-  consolidamento statico e strutturale;
-  rifacimento di parti strutturali mancanti o obsolete;
-  ridistribuzione degli spazi interni;
-  rifacimento delle murature, dei tramezzi, delle pavimentazioni, dei rivestimenti, degli infissi, degli intonaci, dei marmi, delle pietre, delle coloriture, delle impermeabilizzazioni, delle coibentazioni e delle opere di finitura.
Sono, altresì, consentiti interventi di adeguamento in funzione dell'uso dei fabbricati, che devono essere preesistenti alla data di emanazione del bando.
A riguardo dovranno essere osservate le seguenti indicazioni:
-  mantenimento dei caratteri tipologici dell'edificio e rispetto, ove possibile, dell'originario schema compositivo di facciata dei pieni (opera muraria) e dei vuoti (porte, finestre, balconi, ecc.); eventuali variazioni dello schema compositivo, potranno essere ammesse in rapporto alla destinazione dell'immobile e alle prescrizioni in materia di igiene e sanità;
-  mantenimento degli elementi di partitura architettonica (basamento, cantonali, lesene, paraste, fasce, cornici e cornicioni), delle opere di finitura (cornici di porte, finestre, balconi, davanzali, infissi e ringhiere) e delle parti tipologiche funzionali (scale esterne, scaloni e ballatoi);
-  le opere di recupero di solai o la loro sostituzione, per avanzato stato di degrado dei materiali esistenti, sono consentite adottando tipologie, tecniche e materiali tradizionali;
-  archi e volte possono essere recuperate mediante opere di consolidamento, secondo tecniche tradizionali e materiali locali;
-  la sagoma e le pendenze delle coperture dovranno essere realizzate secondo la forma originaria, senza modifica della sagoma esterna e con materiali e tecniche tradizionali. Il manto di copertura dovrà essere realizzato con tegole di tipo tradizionale (coppi siciliani), fermo restando la priorità delle tecniche costruttive tradizionali. E' escluso l'uso di tegole di forma e materiali diversi, nonché l'utilizzo di materiali plastici, sintetici e metallici;
-  il risanamento degli intonaci di facciata dovrà privilegiare la conservazione mediante pulitura e consolidamento di quelli esistenti a base di malta di calce. Le eventuali integrazioni dovranno essere realizzate con materiali, granulometrie e tecniche analoghe a quelle originali da conservare. Qualora non fosse possibile il recupero degli intonaci esistenti e purché non siano decorati, essi dovranno essere ripristinati con tecniche e materiali tradizionali. Il rifacimento totale o parziale degli intonaci deve prevedere l'impiego di malta composta da leganti tradizionali (calce idraulica naturale e grassello di calce) e sabbia, con esclusione dell'uso di malta cementizia e di malta a base di calce idraulica artificiale; non è, inoltre, consentita la realizzazione di intonaci o rivestimenti plastici di qualsiasi genere;
-  tutti i prospetti intonacati vanno tinteggiati. La tinteggiatura dovrà essere eseguita con tecniche tradizionali (ad affresco, a calce). E' sconsigliato l'uso di pitture lavabili, ancorché traspiranti, di tecniche da stendere a spatola, tipo sovraintonaci plastici (graffiati in genere). In caso di nuova coloritura dovranno essere impiegati i colori tradizionali, diffusi nel territorio di appartenenza. In generale, i progetti di recupero e ripristino di facciata dovranno prevedere la diversificazione cromatica per gli elementi architettonico-decorativi e tecnologici (lesene, cornici, cornicioni, davanzali, bugnato, canali di gronda e pluviali, ecc.);
-  il rifacimento dei serramenti d'oscuramento esterni, dovrà prevedere il mantenimento delle forme e delle tipologie originarie, uniformandoli, se di foggia diversa. Il materiale da impiegarsi è il legno verniciato. E' escluso l'uso di persiane avvolgibili, di qualsiasi natura e materiale. Nel quadro di recupero di facciata dovrà essere prevista la rimozione degli infissi incongrui e la conseguente sostituzione con infissi tradizionali;
-  la ferramenta degli infissi, dovrà essere realizzata conformemente a quella tradizionale. Gli esterni dovranno essere dipinti con colorazione opaca, privilegiando la scelta dei colori di uso locale. In tutti i casi, il colore degli infissi dovrà essere in armonia con il colore della tinteggiatura della facciata. Tutti gli infissi esterni della stessa unità edilizia dovranno avere la medesima tinta e tonalità. Sono comunque esclusi vetri a specchio e le suddivisioni delle luci del tipo all'inglese (in quadrati o rettangoli);
-  tutti gli elementi in ferro lavorato (grate di finestre, ringhiere, cancelli, cancellate, rostre di sopraluci e piccoli elementi di arredo interno come ferma-imposte, anelli ecc.), devono essere mantenuti; nel caso di degrado, può essere prevista la sostituzione, mantenendo i medesimi materiali , forme, lavorazioni e colori. La colorazione di questi elementi, di norma dovrà essere naturale e potrà prevedere solo la verniciatura opaca di protezione. Va esclusa la realizzazione di qualsiasi elemento in alluminio e lamierino;
-  i canali di gronda e i pluviali dovranno essere realizzati in rame, in lamiera opportunamente verniciata o in laterizi, nel rispetto dell'integrità del costruito e della tipologia presente nel luogo; è da escludersi l'uso di materiale plastico, dell'acciaio, della lamiera zincata non verniciata. I canali ed i pluviali dovranno avere sezione circolare, consona alle tradizioni del luogo, e non devono occludere alla vista particolari architettonici e decorativi;
-  per le pavimentazioni in pietra, quali acciottolato, giocato, basolato, ecc. presenti nelle corti interne ed esterne dei manufatti in oggetto, deve essere prevista la loro conservazione mediante interventi di recupero, ripristino e consolidamento. Tali interventi devono mantenere l'integrità fisica e geometrica del rivestimento. Non sono consentiti interventi di sostituzione con altri tipi di pavimentazioni;
-  le nuove pavimentazioni esterne sono realizzabili con materiali locali e secondo tecniche e forme tradizionali. Sono esclusi cemento ed asfalto;
-  gli elementi di illuminazione esterna dovranno rispondere ai requisiti di sobrietà progettuale, non dovranno occludere alla vista particolari architettonici e decorativi, dovranno essere realizzati secondo forme, materiali e tipologie tradizionali; sono da escludersi i materiali plastici e sintetici.
Sono esclusi dall'aiuto pubblico gli interventi di manutenzione ordinaria, come definiti dall'art. 20, com ma a), della legge regionale n. 71/78. Sono, altresì, escluse dall'aiuto pubblico la demolizione e la ricostruzione totale degli edifici, nonché le opere relative agli ampliamenti e sopraelevazioni.
Tutte le opere edili ed assimilate dovranno essere eseguite, qualora previsto dalle vigenti normative, previo rilascio di concessione e/o autorizzazione edilizia da parte del Comune, nonché di nulla osta dell'ufficio del Genio civile, ai sensi degli artt. 17 e 18 della legge n. 64/74, con attestazione di avvenuto deposito ai sensi dell'art. 4 della legge n. 1086/71.
Non sono ammissibili a contributo gli interventi nei locali e delle zone destinate esclusivamente all'attività agricola.
I manufatti tradizionali, quali pagliai, abbeveratoi, cisterne, fontane, gebbie, norie, pozzi, senie, ecc., possono essere oggetto di recupero conservativo, che dovrà avvenire nel rigoroso rispetto della tipologia costruttiva tipica dell'area di intervento e con l'impiego di materiali della zona. E' consentito il reimpiego dei materiali esistenti purché il prezzo, da determinarsi anche tramite analisi, non superi quello previsto per la realizzazione con materiale di primo impiego. Sono escluse dal finanziamento le opere relative alla realizzazione di nuovi elementi decorativi, che non rivestono carattere di funzionalità.
2.3.  Restauro ambientale e realizzazione di opere di salvaguardia delle risorse naturali
2.3.1.  Conservazione o reimpianto di alberi isolati o in filare
Al fine della conservazione e/o il ripristino di spazi naturali, potranno essere consentiti interventi per la conservazione o reimpianto di alberi isolati o in filare. L'intervento dovrà avvenire con l'utilizzo di specie autoctone o comunque tradizionalmente presenti nel paesaggio interessato (sorbo montano, sorbo degli uccellatori, melo e pero selvatici, carrubo, lentisco, querce, azzeruolo, bagolaro, nespolo germanico, giuggiolo, mirabolano, melograno, terebinto, palma nana, conifere mediterranee, nonché specie appartenenti alla macchia mediterranea). Sono esclusi pioppi ibridi euroamericani, eucalipti e i fruttiferi.
Gli interventi ammissibili sono:
-  preparazione e/o ripulitura del terreno;
-  ripristino fallanze;
-  estirpazione di essenze arbustive e arboree non vitali;
-  riceppatura e/o tramarrature di ceppaie deperienti;
-  diradamento e sfollo dei polloni soprannumerari e/o deperienti;
-  risanamento fitosanitario;
-  potature straordinarie;
-  slupatura;
-  acquisto di specie arboree ed arbustive, franco azienda;
-  messa a dimora dell'essenze vegetali;
-  impianto irriguo ove necessario.
2.3.2.  Conservazione o reimpianto di siepi anche alberate e boschetti
Nell'ambito della conservazione e/o il ripristino di spazi naturali, potranno essere consentiti la conservazione o reimpianto di siepi, anche alberate. Sono, altresì, consentiti interventi per la conservazione o reimpianto di boschetti, costituiti da appezzamenti con vegetazione arborea e/o arbustiva inferiori o pari ad 1 Ha. Negli interventi di conservazione, tutti i tipi di impianto e i boschetti dovranno essere salvaguardati da una fascia di rispetto circostante, larga almeno cinque metri, da mantenere costantemente ripulita da vegetazione.
Gli interventi ammissibili sono:
-  preparazione e/o ripulitura del terreno;
-  ripristino fallanze;
-  estirpazione di essenze arbustive e/o arboree non vitali;
-  riceppatura e/o tramarrature di ceppaie deperienti;
-  diradamento e sfollo dei polloni soprannumerari e/o deperienti;
-  risanamento fitosanitario;
-  potature straordinarie;
-  slupatura;
-  acquisto di specie arboree ed arbustive, franco azienda;
-  messa a dimora dell'essenze vegetali;
-  impianto irriguo.
2.3.3.  Salvaguardia di bivieri, stagni, laghetti e vasche tradizionali
Sono consentiti interventi a salvaguardia di bivieri, stagni, laghetti e vasche tradizionali (gebbie) di captazione e accumulo d'acqua, con esclusione dei laghetti artificiali ad uso irriguo.
Gli interventi devono essere attuati nel pieno rispetto dell'ambiente circostante e possono essere identificati in:
-  realizzazione di fasce di vegetazione;
-  punti di osservazione della fauna;
-  ripulitura, anche con asportazione del materiale di sedimentazione e trasporto;
-  rimodellamento delle sponde, secondo le tecniche di ingegneria naturalistica;
-  luoghi di sosta, anche attrezzati;
-  opere edili di recupero, solo in caso di manufatti edili preesistenti.
2.3.4.  Ulteriori interventi ammissibili
Sono ammissibili gli interventi di recupero e salvaguardia di risorse naturali e opere di ingegneria naturalistica e restauro ambientale.
In particolare per la realizzazione o ripristino delle zone umide l'intervento potrà riguardare il mantenimento di un adeguato livello d'acqua per tutto l'anno nelle zone sommerse, mediante opere per il convogliamento delle acque meteoriche o eliminazione dei drenaggi artificiali.
Gli interventi d'ingegneria naturalistica devono essere finalizzati ad innescare negli ecosistemi non in equilibrio, processi evolutivi naturali che portino ad un nuovo equilibrio dinamico, in grado di garantire una maggiore stabilità ed un miglioramento dei valori paesaggistici dell'ambiente, in un quadro di aumento della complessità e della biodiversità dell'ecosistema.
Le tecniche di ingegneria naturalistica vanno adottate per:
a) interventi di difesa dall'erosione quali: consolidamenti di versanti instabili, riduzione dei processi erosivi superficiali dei suoli, interventi di stabilizzazione e consolidamento di alcune tipologie di fenomeni franosi;
b)  interventi di drenaggio delle acque sottosuperficiali, difese elastiche delle sponde dei corsi d'acqua correnti e stagnanti, opere idrauliche e legate alla dinamica idraulica;
a)  Interventi di difesa dall'erosione
Protezione dei versanti con elementi antierosivi ed inerbimento.
Questi interventi presuppongono che sia garantita, con le modalità opportune, la stabilità globale del pendio e che siano realizzati a regola d'arte i sistemi di raccolta delle acque superficiali. L'opera consiste nel posizionamento e fissaggio di un elemento antierosivo bidimensionale o tridimensionale su di una scarpata, allo scopo di impedire l'erosione dovuta all'impatto delle gocce di pioggia, al ruscellamento ed ai piccoli scivolamenti superficiali del terreno. I materiali a base naturale sono preferibili, in quanto in genere hanno anche la capacità di trattenere acqua e di schermare dai raggi del sole, fornendo materiale organico alle piante con la decomposizione. All'elemento steso sul pendio e fissato al terreno con i picchetti, viene associata un'operazione di semina, al fine di consolidare e proteggere le superfici instabili e incoerenti e per contenere eventuali distacchi di piccole coltri superficiali.
Viminata viva
E' un'opera di sistemazione stabilizzante di tipo lineare su pendio, composta da un intreccio di verghe, fissato al terreno tramite picchetti di legno o tondini di ferro e successivamente interrato. La disposizione delle viminate può essere a file orizzontali o incrociate, con funzione di sostegno degli strati superficiali del terreno nel caso di decorticamenti o erosioni.
Fascinata viva
Opera costituita da fascine formate da verghe o ramaglia, aventi capacità vegetative, poste e fissate all'interno di un solco scavato nel pendio. L'opera ha funzione di stabilizzazione superficiale e drenante di versanti molto umidi, tramite la raccolta e il deflusso delle acque superficiali lungo il percorso definito.
Gradonata viva
Opera costituita da banchine orizzontali e suborizzontali, formata da uno scavo inclinato a reggipoggio, nel quale viene posto a dimora materiale vegetale vivo. Essa ha una funzione stabilizzante di tipo meccanico del pendio, di scarpate naturali e artificiali, di rilevati e accumuli di materiale sciolto, di zone in erosione e frane, con funzione anche di interruzione del deflusso superficiale delle acque meteoriche.
Cordonata viva
Opera che prevede la realizzazione di banchine perpendicolari alla linea di massima pendenza, costituite da uno scavo a reggipoggio, nel quale viene posto a dimora materiale vegetale vivo. Essa è finalizzata alla stabilizzazione di tipo meccanico di pendii anche molto ripidi e su terreni instabili, di scarpate naturali e artificiali, di rilevati e accumuli di materiale sciolto, di zone in erosione, di terreni con la marcata tendenza allo smottamento. Essa è inoltre adatta anche in condizioni pedologiche difficili, poiché migliora la struttura del suolo ed aumenta l'apporto di sostanza organica; migliora anche il drenaggio in terreni umidi ed argillosi.
Palificata viva di sostegno
Manufatto in legname, deformabile e permeabile, costituito da una struttura a celle formate da pali di legno disposti perpendicolarmente, con posa di piante o talee, aventi la finalità di stabilizzare parti di versante, piede di pendio e sponde.
Grata viva
La grata viva è un'opera realizzata con pali in legname disposti tra loro perpendicolarmente, e successiva messa a dimora di talee e/o piantine radicate. Va utilizzata per il consolidamento superficiale dove, per l'elevata acclività, non è possibile applicare altre tecniche di ingegneria naturalistica. La grata agisce come sostegno del terreno, fin quando non si sviluppano gli elementi costruttivi vivi e i loro apparati radicali. Può essere utilizzata su sponde e su versanti, su nicchie di frana dove sono possibili solo modesti rimodellamenti e su scarpate molto ripide.
Muro in gabbioni con talee
Opera assimilabile ad un muro di sostegno da utilizzare per il consolidamento di versanti, scarpate e sponde fluviali, fino ad un'altezza di terreno non superiore ai 4 o 5 m. E' formato da elementi affiancati e sovrapposti, in modo da formare una struttura modulare, costituiti da "scatole" in rete metallica (a doppia torsione, zincata) riempite di pietrame, di dimensioni superiori a quella delle maglie della rete ed eventualmente intasate con terreno vegetale. All'interno dei gabbioni vanno predisposti alcuni tiranti orizzontali e verticali, in modo da collegare le pareti opposte del gabbione ed evitare eccessive deformazioni della rete. Il pietrame di riempimento deve essere sistemato all'interno dei gabbioni, in modo da lasciare il minor numero di vuoti possibile. Questi elementi prismatici devono essere rinforzati alle estremità con un filo di dimensioni maggiori, rispetto a quello utilizzato per la rete. Sono opere deformabili, permeabili all'acqua ed alla vegetazione.
b)  Interventi di drenaggio delle acque e difesa delle sponde
Drenaggio con fascine
Le fascine, sono opere di drenaggio di acque superficiali e sottosuperficiali, costituite da ramaglia viva e/o morta che, a contatto con il terreno, creano una linea di drenaggio permanente. Vanno impiegate dove è richiesto un minore impatto rispetto ad altri tipi di drenaggio superficiale e per il prosciugamento di pendii costituiti da materiali di matrice limo-argillosa.
Canaletta in legname e pietrame
L'opera va realizzata nei casi in cui siano presenti fenomeni di ruscellamento superficiale o per la regimazione di piccoli corsi d'acqua di natura torrentizia. Essa consiste nella realizzazione di canali di ridotte dimensioni per la raccolta delle acque superficiali, con sezione generalmente trapezia, mediante l'utilizzo di materiali quali legname e pietrame. Il tracciato del canale non deve essere eccessivamente rettificato.
Copertura diffusa con astoni
L'opera, va realizzata al fine di proteggere la superficie del terreno dall'azione delle forze meccaniche (piogge, erosione fluviale, ecc.). Essa consiste nella realizzazione di un rivestimento di sponda, precedentemente rimodellata, mediante la messa a dimora di astoni con capacità di propagazione vegetativa. Può essere realizzata secondo la tipologia semplice o armata.
Scogliera in massi rinverdita
Essa è un'opera di difesa spondale longitudinale, va realizzata in alvei torrentizi e fluviali per la protezione di sponda dall'erosione della corrente, per ridurre il rischio di esondazione. Essa consiste nella posa in realizzata di grossi massi disposti parallelamente al corso della corrente e con la superficie inclinata, in modo che la sezione dell'alveo risulti di forma trapezia, va, inoltre previsto l'inserimento tra i massi di astoni che, radicando, permettono la stabilizzazione della struttura arginale.
Briglia in legname e pietrame
Opere trasversali di consolidamento di modeste dimensioni, che vengono utilizzate per la regolarizzazione dell'alveo. Hanno la funzione di contrastare l'erosione del letto dei corsi d'acqua, riducendone la pendenza, e di contribuire alla stabilizzazione delle sponde. Vanno utilizzate ove non vi sono problemi di sovralluvionamento e di esondazione, nei tratti più ripidi e stretti degli alvei torrentizi dove il trasporto solido è limitato in termini di portata e dimensioni.
2.4.  Tutela dei siti natura 2000 (Parchi, Riserve naturali, Siti d'interesse comunitario e Zone protezione speciale)
2.4.1. Opere di tutela
Possono essere realizzate, all'interno dei Parchi, Riserve naturali, Siti d'interesse comunitario (SIC) e delle Zone di protezione speciale (ZPS), opere di tutela quali: recinzioni, segnaletica e interventi di protezione dei siti stessi. Per le caratteristiche e le tipologie delle opere ammissibili, si rimanda a quanto detto in precedenza.
2.5.  Prescrizioni generali
Nel caso in cui gli investimenti siano totalmente previsti all'esterno delle zone a vincolo ambientale o paesaggistico, gli interventi dovranno essere finalizzati anche a una corretta valorizzazione e fruizione del Parco, Riserva, SIC o ZPS localizzati nel comune, ove è ubicata l'azienda agricola interessata. Tale finalizzazione dovrà essere chiaramente desumibile dal progetto e, ove possibile, essere ratificata dall'ente gestore dell'area protetta interessata.
Tutti gli investimenti inerenti la conservazione e recupero del paesaggio agrario, compresi manufatti tradizionali, dovranno essere fruibili al pubblico per almeno 10 anni dalla data dell'accertamento finale e per un periodo minimo di 90 giorni l'anno, pena la revoca dell'aiuto concesso.
I beneficiari hanno l'obbligo di comunicare annualmente all'Assessorato regionale dell'agricoltura e delle foreste, dipartimento interventi strutturali, servizio IV, i periodi di fruibilità degli investimenti e l'eventuali tariffe praticate. La fruibilità dovrà essere dimostrata, nel rispetto di una delle seguenti condizioni:
-  fornitura di servizi al pubblico, con attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale oggetto d'intervento, preventivamente autorizzata dall'ente competente (ente gestore dell'area protetta, comune, provincia, ecc.);
-  utilizzo dell'investimento nell'ambito di un'attività di ricezione e/o ospitalità regolarmente autorizzata (es. agriturismo, turismo rurale, bed and breakfast, case vacanza, campeggio).
Le autorizzazioni relative alle suddette attività dovranno essere prodotte all'amministrazione dagli interessati, entro 6 mesi dalla data di accertamento finale delle opere.
3.  CRITERI E PROCEDURE PER LA CONCESSIONE DEGLI AIUTI
3.1. Procedure
Gli aiuti previsti dalla misura 4.06 - Azione 3 "rete ecologica" sono concessi nel rispetto di bandi emanati dall'amministrazione, che prevedono la stesura di apposita graduatoria sulla base di punteggi di merito.
Nella fase antecedente la formazione della graduatoria, il servizio IV dell'Assessorato provvede ad effettuare la verifica delle condizioni generali di ammissibilità previste dai bandi. Tuttavia, qualora i funzionari istruttori riscontrino, nella successiva fase di competenza, la sussistenza di condizioni ostative per l'ammissibilità, dovranno provvedere, in autotutela, a rigettare le domande interessate, previa comunicazione al servizio IV.
In ogni caso, si ricorda che dovrà essere rispettata la tempistica delle singole fasi procedurali, approvata dal dirigente generale nella cosiddetta "pista di controllo".
I funzionari istruttori dovranno provvedere ad effettuare i controlli preventivi in loco per tutte le domande. In particolare, l'istruttoria riguarderà:
-  ulteriore accertamento dei requisiti di ammissibilità e della documentazione prodotta;
-  l'analisi tecnico-economica del progetto;
-  l'acquisizione di ulteriori pareri e/o autorizzazioni.
Verranno istruite prioritariamente le istanze provviste di tutta la documentazione richiesta dal bando, nel rispetto del punteggio attribuito e dei criteri aggiuntivi previsti per ogni P.I.T.
3.2.  Verifica preliminare della riserva P.I.T.
Per quanto concerne i progetti ricadenti in area P.I.T., che possono usufruire della riserva finanziaria prevista dai bandi, la localizzazione dell'azienda dovrà essere puntualmente verificata, al fine di confermare il diritto alla riserva suddetta.
L'eventuale incompatibilità dell'ubicazione aziendale con l'attribuzione della riserva P.I.T., dovrà essere comunicata al servizio IV, per i successivi adempimenti.
3.3.  Condizioni di ammissibilità dei progetti
Ad ogni iniziativa progettuale verrà attribuito uno specifico codice identificativo, che verrà utilizzato in tutte le fasi procedurali.
In via preliminare, dovranno essere accertate la regolarità e la conformità della documentazione prodotta, nel rispetto di quanto previsto dai bandi. Come prescritto dall'art. 71 del D.P.R. n. 445/2000, le dichiarazioni sostitutive e le autocertificazioni allegate alle domande di contributo o contenute nelle stesse sono soggette a idonei controlli. Qualora l'amministrazione accerti false dichiarazioni rese per negligenza grave, ovvero nei casi di false dichiarazioni rese intenzionalmente, si procederà al ldei soggetti inseriti in graduatoria, fermo restando gli obblighi di comunicazione all'autorità giudiziaria. Per quanto concerne le procedure di revoca dovrà essere applicato il disposto dell'art. 191 della legge regionale n. 32/2000.
3.4.  Criteri d'istruttoria
Le pratiche finanziabili saranno istruite dagli Uffici competenti, secondo l'ordine di graduatoria. L'istruttoria riguarderà:
-  l'accertamento dei requisiti di ammissibilità;
-  l'analisi tecnico-economica del progetto;
-  l'acquisizione di pareri e/o autorizzazioni.
Non è consentito, prima dell'emissione del provvedimento di concessione del contributo, apportare modifiche al progetto presentato, tranne nei seguenti casi:
-  prescrizioni imposte dagli enti gestori delle aree vincolate e/o protette;
-  prescrizioni derivanti dal parere della Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali;
-  indicazioni progettuali contenute nella valutazione d'incidenza per le zone SIC e ZPS;
-  adeguamenti strutturali derivanti dal nulla osta, legge n. 64/74 e successive modifiche;
-  in ogni caso le modifiche non possono comportare aumenti di spesa e variazioni del punteggio attribuito per la graduatoria.
L'amministrazione si riserva di chiedere ulteriore documentazione, qualora lo ritenga necessario. Potranno, inoltre, ai fini della determinazione della spesa ammissibile, essere richiesti, dove necessari, dettagliata analisi dei prezzi per le voci non previste nel prezzario di riferimento, nonché elaborati grafici integrativi.
I preventivi di spesa presentati all'amministrazione potranno, qualora necessario, essere integrati con specifiche descrizioni delle forniture, restando invariati i prezzi, le quantità e la ditta fornitrice. Eventuali sostituzioni potranno essere consentite, esclusivamente se la ditta venditrice attesti l'impossibilità alla fornitura con specifica motivazione. In ogni caso, resta a carico del richiedente l'eventuale maggiore onere.
Gli uffici istruttori dovranno, prima dell'inizio del procedimento istruttorio, accertare la regolarità e la conformità della documentazione integrativa prevista dal bando.
Nel caso d'inadempienza o di presentazione di tale documentazione oltre i termini previsti, la domanda verrà rigettata.
Tuttavia, nel caso di autorizzazione e/o concessione edilizia prodotta oltre i termini stabiliti, potrà essere comprovata la mancata responsabilità del richiedente. A riguardo, si riterrà sufficiente apposita attestazione rilasciata dal comune competente, che comprovi l'assenza della responsabilità dell'interessato. In alternativa, potrà essere prodotta specifica dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà sottoscritta dal richiedente e dal tecnico progettista.
Si ricorda che l'accertata mancata presentazione e/o non conformità della documentazione integrativa entro il termine fissato dai bandi, comporta l'esclusione dalla graduatoria e quindi dal finanziamento. In tal caso, i funzionari incaricati attiveranno le procedure di rigetto dell'istanza, dandone immediata comunicazione al servizio IV.
3.5.  Comunicazione di cui alla legge regionale n. 10/91, art. 9
Completata la verifica della documentazione, i funzionari istruttori, in conformità all'art. 9 della legge regionale n. 10/91, daranno comunicazione alla ditta interessata dell'avvio del procedimento istruttorio, richiedendo, ove necessario, l'aggiornamento della documentazione.
Inoltre, per progetti con importi di opere edili ed assimilate superiori a E 258.228,45, dovranno essere richieste due ulteriori copie del progetto, per il rilascio del prescritto parere di merito tecnico all'ufficio del Genio civile e un'ulteriore copia del computo metrico per la notifica, ad istruttoria completata, delle spese ritenute ammissibili a finanziamento.
Attesa l'urgenza di accelerare al massimo l'iter di realizzazione degli interventi, anche al fine di evitare il rischio di disimpegno automatico delle risorse finanziarie da parte della UE, dovranno essere assegnati dei termini perentori per l'acquisizione della documentazione richiesta, precisando che in caso di mancato e ingiustificato riscontro, la ditta sarà considerata rinunciataria del finanziamento.
3.6.  Visita di accertamento preventiva
Verificata l'idoneità della documentazione trasmessa, si procederà alla visita in luogo per tutte le iniziative finanziabili, al fine di verificare la completa rispondenza del progetto alle disposizioni del bando, con particolare riguardo alle spese ammissibili. In tale sede, dovrà essere redatto apposito verbale di sopralluogo, che sarà controfirmato dal richiedente o suo delegato e dal tecnico progettista.
3.7.  Pareri e prescrizioni
Nel caso di zone sottoposte a vincoli ambientali, idrogeologici, paesaggistici o altro, dovrà essere acquisito il preventivo parere degli enti competenti.
In particolare, per le aree ricadenti in SIC e ZPS dovrà essere preventivamente acquisita la valutazione d'incidenza di cui alla circolare dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente del 23 gennaio 2004 (Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 10 del 5 marzo 2004).
Qualora la zona interessata ricada in un SIC o ZPS localizzato anche parzialmente in un'area naturale protetta (parco o riserva), la richiesta di valutazione d'incidenza dovrà essere presentata anche all'ente gestore del parco o riserva, ai sensi dell'art.5, comma 7, del D.P.R. n. 357/97 e successive modifiche.
Nei casi di progetti con importi di opere edili ed assimilate superiori a E 258.228,45, gli uffici istruttori provvederanno a richiedere il prescritto parere di merito tecnico all'ufficio del Genio civile competente per provincia.
3.8.  Richiesta informazioni ai sensi del D.P.R. n. 252/98.
Se il contributo concesso risulta superiore a E 154.937,07, dovranno essere acquisite le informazioni ai sensi del D.P.R. n. 252/98 (antimafia) dalla Prefettura competente.
3.9.  Definizione dell'istruttoria
Completata la fase istruttoria e determinate le spese ammissibili, da quantificare con annotazioni nel computo metrico, si procederà alla stesura del verbale d'istruttoria definitivo, in cui dovranno essere riportati:
-  nominativi dei funzionari incaricati, ufficio di appartenenza e nota di incarico;
-  riferimenti all'istanza (data di presentazione, con formità al bando, importo richiesto);
-  dati identificativi del richiedente e dell'azienda;
-  accertamento dei requisiti di ammissibilità;
-  riferimenti a quanto constatato in sede di visita preventiva;
-  validità tecnica ed economica dell'iniziativa;
-  acquisizione di pareri ed autorizzazioni;
-  cantierabilità del progetto e calendario lavori;
-  opere ammissibili ed opere escluse;
-  determinazione della spesa ammissibile e del relativo contributo;
-  eventuali prescrizioni;
-  assegnazione del termine per l'ultimazione dei lavori.
I tempi di realizzazione, tranne casi particolari da giustificare, dovranno essere compresi in un periodo limitato compreso tra 6 e 18 mesi, compatibilmente con le specifiche condizioni pedoclimatiche necessarie per la realizzazione delle opere. Resta salvo quanto stabilito dai bandi in materia di proroghe.
Ai titolari di progetti ammissibili all'aiuto verrà notificato il provvedimento di approvazione dell'iniziativa (AGV), nel quale saranno riportati gli impegni e le prescrizioni per la realizzazione del progetto, comprendenti i seguenti elementi:
-  gli investimenti ammessi e i relativi importi di spesa ammissibili al finanziamento;
-  eventuali prescrizioni di natura ambientale e paesaggistica;
-  i tempi di realizzazione delle opere, nonché le modalità di rendicontazione della spesa.
3.10.  Varianti e modifiche al progetto approvato
Fermo restando quanto riportato nella circolare del dirigente generale n. 4315 del 6 novembre 2002, non costituiscono varianti le seguenti tipologie, da giustificare analiticamente nella relazione delle opere eseguite prima dell'accertamento dei lavori:
-  modifiche progettuali derivanti da prescrizioni disposte dagli enti competenti e dagli uffici istruttori, connesse alla definizione dell'iter amministrativo di autorizzazioni previste dalla norma;
-  adattamento tecnico-economico, stabilito dal direttore dei lavori, purché l'importo non superi il 10% della spesa ammessa per ogni singola categoria di opere, al netto delle spese generali e tecniche. L'adattamento non può comprendere l'utilizzo a favore di altre opere, anche se approvate nel progetto originario, di eventuali economie derivanti dalla mancata realizzazione di opere funzionali.
Tutte le modifiche non classificabili nei casi citati costituiscono variante e, pertanto, sono soggette all'autorizzazione preventiva dell'amministrazione, fermo restando l'importo complessivo del progetto approvato e purché non sia compromessa la finalità dell'iniziativa. Inoltre, non possono essere oggetto di modifica le caratteristiche progettuali, in base alle quali è stato attribuito il punteggio utile per la graduatoria.
Qualora la variante comporti maggiori oneri rispetto alla spesa ammessa, i beneficiari dovranno assumere formale impegno (dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà per i soggetti singoli, delibera dell'organo decisionale negli altri casi) per la copertura della spesa eccedente.
In tutti i casi non potranno essere approvate varianti, in cui è prevista l'introduzione di opere o lavori valutati non ammissibili nella precedente fase istruttoria.
4.  INTERVENTI E SPESE AMMISSIBILI A FINANZIAMENTO
Non potranno essere ammesse a finanziamento le spese non conformi all'allegato del regolamento CE n. 1685/2000, sostituito in ultimo dal regolamento CE n. 448/2004.
4.1.  Opere edili ed assimilate
Le opere edili ed assimilate saranno ammissibili a finanziamento, sulla base dei prezzi unitari riportati nel prezziario regionale agricoltura e foreste per opere e/o lavori per investimenti nelle aziende agricole, vigente all'atto della presentazione dell'istanza.
Per le voci non previste in detto prezziario, potranno essere prodotte dettagliate analisi dei prezzi, corredate dai costi dei materiali, trasporti e noli e dagli indici del costo della manodopera edile valevoli nella provincia in cui si effettua l'intervento. In ogni caso, il prezzo di applicazione delle analisi non può superare quello riportato nel prezziario generale per le opere pubbliche nella Regione siciliana, decurtato delle spese generali e dell'utile d'impresa, pari al 23%.
Per opere edili speciali non previste nei suddetti prezziari potranno essere prodotti preventivi vidimati dalla competente Camera di commercio; in alternativa potrà essere riportata in calce, nelle forme previste dal D.P.R. n. 445/2000, dichiarazione del responsabile della ditta fornitrice, circa la conformità dei prezzi del preventivo al listino depositato presso la Camera di commercio.
4.2.  Attrezzature
L'acquisto delle attrezzature sarà ammissibile sulla base di preventivi, prodotti in conformità a quanto previsto dai bandi. Qualora il preventivo non contenga elementi certi di identificazione, dovrà essere prodotto apposito elenco, a firma dal responsabile della ditta fornitrice, in cui deve essere indicato ogni elemento utile per identificare il bene da acquistare, compresa la denominazione della ditta costruttrice.
4.3.  Spese generali
Le spese generali sono ammissibili entro un massimo del 12% dell'investimento materiale approvato, per:
-  progettazione e direzione dei lavori (max 6%);
-  studi di fattibilità e consulenza finalizzata alla realizzazione degli interventi previsti (max 6%).
Le spese ammissibili sostenute dal beneficiario, comprese spese generali e tecniche, dovranno essere supportate da regolari fatture quietanzate e dalla copia della documentazione attestante le modalità di pagamento, secondo le modalità previste dai bandi.
Il pagamento senza fattura (per importi conformi al prezziario regionale) è ammesso solo in caso d'interventi realizzati direttamente dall'imprenditore agricolo, sotto forma di apporto di materie prime e di lavoro non retribuito. In tal caso, le opere devono essere opportunamente giustificate con autodichiarazione contenente la descrizione degli strumenti tecnici in possesso del l'azienda e la quantificazione delle giornate lavorative, allegando le fatture relative ai materiali acquistati per la realizzazione dell'intervento stesso.
Indipendentemente dalla spesa fatturata e regolarmente giustificata, l'importo ammissibile a liquidazione sarà ricondotto a quello approvato in fase d'istruttoria, salvo che l'importo fatturato sia inferiore a quest'ultimo.
4.4.  Spese non ammissibili
Sono esclusi dal finanziamento:
-  tutte le opere e gli acquisti realizzati prima della presentazione dell'istanza di finanziamento;
-  interventi di demolizione e la ricostruzione totale degli edifici;
-  ampliamenti e sopraelevazioni dei fabbricati;
-  opere provvisorie non direttamente connesse al l'esecuzione del progetto;
-  acquisto di macchinari, attrezzature, usati e/o revisionati;
-  acquisto di veicoli, arredi di ufficio;
-  arredi e corredi degli edifici oggetto d'intervento;
-  acquisto di scorte di magazzino, materiale monouso e comunque di facile usura;
-  acquisto di animali;
-  L'IVA, imposte, tasse e oneri.
5.  OBBLIGHI DEL BENEFICIARIO E VERIFICHE SUCCESSIVE ALL'ACCERTAMENTO FINALE
L'amministrazione, entro 24 mesi dall'accertamento finale dell'esecuzione dei lavori, provvederà a verificare in azienda i seguenti aspetti:
-  ove previsto dal bando, l'obbligo del mantenimento dei requisiti e delle condizioni che hanno determinato l'attribuzione del punteggio utile per l'inserimento in graduatoria;
-  rispetto del vincolo di destinazione degli investimenti finanziati, compresa la fruibilità ove prevista.
Qualora si riscontri l'assenza di uno o più requisiti, per fatti comunque imputabili al richiedente e non sanabili, compreso il mancato rispetto del vincolo di destinazione, l'amministrazione provvederà alla revoca degli aiuti, in conformità all'art. 191 della legge regionale n. 32/2000.
6.  APPLICABILITA'
La presente circolare, che verrà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, è applicabile dalla data di emanazione.
Il dirigente generale del dipartimento regionale interventi strutturali: CROSTA
(2004.26.1786)
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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
Gazzetta Ufficiale della Regione
Stampa: Officine Grafiche Riunite s.p.a.-Palermo
Ideazione grafica e programmi di
Michele Arcadipane
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