REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 20 FEBBRAIO 2004 - N. 8
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

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DECRETO 16 gennaio 2004.
Aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico del territorio comunale di Messina.

IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE TERRITORIO E AMBIENTE

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge regionale n. 2 del 10 aprile 1978 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale n. 71 del 27 dicembre 1978 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale n. 37 del 10 agosto 1985 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale n. 10 del 15 maggio 2000 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge n. 183 del 18 maggio 1989: "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo" e successive modifiche ed integrazioni;
Visto il decreto legge n. 180 dell'11 giugno 1998: "Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania", convertito, con modifiche, con la legge 3 agosto 1998, n. 267;
Visto il decreto legge n. 132 del 13 maggio 1999, convertito con modifiche, con la legge 13 luglio 1999, n. 226;
Visto il decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, con il quale l'Assessore regionale per il territorio e l'ambiente adotta il piano straordinario per l'assetto idrogeologico con cui vengono individuate le aree del territorio regionale soggette a rischio "molto elevato" o "elevato";
Visto, in particolare, l'art. 6 del predetto decreto che prevede che il piano straordinario può essere integrato e modificato, ai sensi dell'art. 1bis del decreto legge n. 180/98 e successive modifiche ed integrazioni, in relazione a successivi studi, ricerche e/o segnalazioni e informazioni che documentino una situazione di dissesto locale diversa da quella rappresentata;
Vista la delibera di Giunta regionale n. 245 del 14 settembre 2000, con la quale, tra l'altro, viene condivisa l'opportunità di dare immediato corso all'aggiornamento del piano straordinario del rischio idrogeologico, così come previsto dall'art. 6 del decreto n. 298/41/2000 accogliendo, prioritariamente, eventuali segnalazioni che documentino situazioni di dissesti locali diverse da quelle rappresentate nella cartografia del piano;
Vista la nota n. 527/pc del 15 aprile 2002, con la quale il sindaco del comune di Messina, ai sensi dell'art. 6 del decreto n. 298/41, ha inoltrato la proposta di revisione del piano straordinario per l'assetto idrogeologico;
Visto il decreto n. 543 del 25 luglio 2002, con il quale l'Assessore per il territorio e l'ambiente approva l'aggiornamento del piano straordinario, integrato dalle norme di salvaguardia di cui all'allegato (B);
Vista la nota n. 1295/PC del 24 settembre 2002, con la quale il sindaco di Messina ha chiesto di analizzare prioritariamente le aree: San Saba; Massa San Nicolò; Tremonti; Monte Spalatara-Camaro; Gavitelli; Monte San Pietro-San Giovannello;
Vista la nota con prot. 1856/PC del 18 luglio 2003, con la quale il settore protezione civile del comune di Messina, facendo seguito alla richiesta di integrazioni dell'ufficio del Genio civile di Messina, avanzata in data 6 maggio 2002 con prot. n. 10210, ha dapprima trasmesso copia dello studio geologico di supporto al piano regolatore generale e, successivamente, in base a quanto concordato in data 1 ottobre 2003 presso la sede A.R.T.A. e in sede di accertamento congiunto del 9 ottobre 2003, con nota n. 3308/PC del 5 novembre 2003, ha provveduto ad evadere la richiesta di integrazione, specificatamente riferita alle località: Monte Spalatara - Camaro; Monte San Pietro - San Giovannello e Tremonti, allegando la seguente documentazione: copia studio geologico a supporto del piano regolatore generale, studio geologico a firma del geol. G. Sardo Infirri, inerente le suddette località, che riporta situazioni di dissesto differenti da quelle rappresentate con decreto n. 298/00, e cartografia del dissesto, pericolosità e rischio in scala 1:10.000;
Considerato che il presente aggiornamento fa seguito all'aggiornamento del piano straordinario relativamente all'area Ritiro-Tremonti di cui al decreto 1156 del 20 ottobre 2003;
Vista la relazione d'istruttoria dell'ufficio del Genio civile di Messina, trasmessa con nota n. 28513 del 10 dicembre 2003, nella quale l'ufficio, sulla base della documentazione tecnica prodotta dal comune di Messina, ritiene che si possa procedere all'aggiornamento del piano straordinario per il territorio comunale di Messina limitatamente alle località su indicate;
Ritenuto di dovere provvedere al riguardo;

Decreta:


Art. 1

Per le motivazioni di cui in premessa, è aggiornato il piano straordinario per l'assetto idrogeologico del territorio comunale di Messina limitatamente alle località Monte Spalatara-Camaro; Monte San Pietro - San Giovannello e Tremonti con la riperimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, soggette alle norme di salvaguardia, ai sensi dell'art. 2 del decreto n. 543 del 25 luglio 2002.

Art. 2

Fanno parte integrante del presente decreto le carte del dissesto e del rischio idrogeologico in scala 1:10.000 e la relazione d'istruttoria dell'ufficio del Genio civile di Messina.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Uffi ciale della Regione siciliana.
Palermo, 16 gennaio 2004.
  MARINESE 



N.B. Si può prendere visione della cartografia allegata al decreto presso l'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente, servizio 4, il comune di Messina, l'ufficio del Genio civile di Messina e la Provincia regionale di Messina.
Allegato
RELAZIONE DI ISTRUTTORIA

Il comune di Messina, per tramite del settore protezione civile, con nota 527/pc del 15 aprile 2002, ha inoltrato la proposta di revisione del piano straordinario per l'assetto idrogeologico relativamente alle aree definite, dal decreto n. 298/41, a rischio frana di tipo R3 e R4. Successivamente con nota 1295/pc del 24 settembre 2002, ha chiesto di analizzare prioritariamente le aree: San Saba; Massa San Nicolò; Tremonti; Monte Spalatara-Camaro; Gravitelli; Monte San Pietro-San Giovannello.
Il settore protezione civile con prot. 1856/PC del 18 luglio 2003, facente seguito alla richiesta di integrazioni dell'ufficio del Genio civile di Messina avanzata in data 6 maggio 2002 con prot. 10210, ha dapprima trasmesso copia dello studio geologico di supporto al piano regolatore generale. Successivamente, in base a quanto concordato in data 1 ottobre 2003, presso la sede A.R.T.A., e in sede di accertamento congiunto del 9 ottobre 2003, con nota n. 3308/Pc del 5 novembre 2003 ha provveduto ad evadere la richiesta di integrazione, specificatamente riferita alle località: Monte Spalatara - Camaro, Monte San Pietro - San Giovannello e Tremonti.
E' pertanto pervenuta ai fini della verifica la seguente documentazione:
-  copia studio geologico a supporto al piano regolatore generale redatto dal dott. geol. Alfredo Natoli;
-  studio geologico a firma del dott. geol. Gianluigi Sardo Infirri, inerente le sopra citate località, che riporta situazioni di dissesto differenti da quella rappresentante col D.A. n. 298/41;
-  cartografie relative allo stato di fatto ed alle previsioni di piano regolatore generale riferite alle aree in argomento.
PREMESSE
Il territorio comunale di Messina si estende su una superficie di circa 210 kmq., che si sviluppa a cavallo della dorsale peloritana, secondo una direttrice nord est-sud ovest, compresa fra i versanti tirrenico ed ionico.
Caratterizzato da un andamento morfologico rapidamente variabile, mostra la fascia costiera subpianeggiante delimitata da versanti molto acclivi, che danno luogo ad un paesaggio di tipo prettamente montuoso.
Il quadro geologico locale è rappresentato dai litotipi cristallini dell'unità dell'Aspromonte (paragnaiss biotitici, gneiss occhiadini, gneiss granitoidi) che costituiscono l'ossatura della catena peloritana, e dai depositi sedimentari affioranti lungo il margine costiero ionico e tirrenico.
Dal punto di vista litologico sulle Argille varicolori, che appartengono ad un ricoprimento con vergenza opposta e pertanto denominate "Antisicilidi", poggiano discordanti le "Calcareniti di Floresta", segue verso l'alto un "Complesso terrigeno arenaceo-conglomeratico" del Tortoniano, le "diatomiti (tripoli)", la "Serie Gessoso Solfifera" del Messiniano ed i "trubi", le "sabbie inferiori, calcari e brecce a coralli", le "calcareniti e sabbie superiori ed argille azzurre del Pliocene", le "sabbie e ghiaie di Messina" fino ad arrivare ai "depositi alluvionali e marini attuali e recenti".
Il territorio comunale è rilevabile nei fogli: n. 588 "Messina - Villa San Giovanni" e n. 601 "Messina - Reggio Calabria" in scala 1:50.000 della Carta d'Italia edita dall'I.G.M. e nelle Carte tecniche regionali: n. 588100 "Rodia"; n. 588110 "Castanea delle Furie"; n. 588120 "Ganzirri"; n. 588140 "Villafranca Tirrena"; n. 588150 "Messina Nord"; n. 601020 "Saponara"; n. 601030 "Messina"; n. 601060 "Santo Stefano di Briga"; n. 601070 "Tremestieri"; n. 601090 "Monte Polverello"; n. 601100 "Scaletta Zanclea", in scala 1:10.000.
La presente revisione fa seguito all'aggiornamento dell'area Ritiro-Tremonti di cui al D.D.G. 1156 del 20 ottobre 2003, ed ha come oggetto le situazioni di dissesto presenti nell'ambito delle aree definite a rischio molto elevato delle località Monte Spalatara - Camaro e Monte San Pietro - San Giovannello, nonchè la nuova area, in prossimità del complesso "La Gazzella III" individuata in località Tremonti, durante l'accertamento congiunto del 9 ottobre 2003.
Mediante l'esame della documentazione trasmessa e le osservazioni effettuate sui luoghi, si è proceduto alla verifica ed alla valutazione dell'effettivo stato di rischio idrogeologico, provvedendo infine alla definizione dei contorni delle aree in dissesto.
VERIFICA
L'esame della relazione geologica redatta a supporto del piano regolatore generale e dello studio geologico finalizzato alla revisione del piano straordinario riferita alle località: Monte Spalatara - Camaro e Monte San Pietro-San Giovannello, evidenzia che i relativi settori del territorio comunale di Messina sono interessati da una serie di fenomeni di dissesto, rappresentati con estensione sensibilmente diversa da quella riportata nella carta del dissesto idrogeologico allegata al D.A. n. 298/41 del 2000.
CONSIDERAZIONI
L'accertamento effettuato, congiuntamente al tecnico redattore dott. geologo Gianluigi Sardo Infirri ha consentito di verificare, nell'ambito delle sopracitate località, la sostanziale compatibilità di quanto rappresentato negli studi trasmessi a supporto della richiesta di aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico.
Va sottolineato comunque, che la definita perimetrazione delle aree in dissesto e delle relative aree di rischio, in considerazione della natura, delle caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni e dello stato evolutivo dei dissesti, viene riferita alla situazione attuale e pertanto risulta suscettibile di potenziale modificazione.
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
A conclusione di quanto sin qui descritto viene di seguito formulata, in aderenza alle indicazioni fornite dalle Linee Guida per la Revisione del piano straordinario per l'assetto idrogeologico, la valutazione del rischio idrogeologico.
Non vengono rappresentate nella allegata carta del rischio le porzioni di territorio interessate da dissesto, per le quali, pur accertando diversi gradi di pericolosità, l'assenza di beni di particolare importanza o pregio determina una condizione di rischio nullo.
1)  Area di San Pietro - San Giovannello
L'area in studio è ubicata in località Santo-Bordonaro-San Giovannello del comune di Messina, poco a monte del centro della città.
Trattasi di una vasta area, compresa tra la sponda destra della Fiumara Gazzi e la sponda sinistra della fiumara San Filippo, che occupa un'area collinare del primo entro terra del territorio di Messina.
L'assetto morfologico dell'area è strettamente legato alla natura litologica dei terreni affioranti, oltre che all'azione modellatrice degli agenti esogeni con particolare riguardo alle acque incanalate, ed alle azioni modificatrici operate dall'uomo. L'area si presenta fortemente urbanizzata con tipologia edilizia di tipo economico-popolare e si estende tutto intorno a Monte San Pietro fino alla sua sommità.
Nel piano straordinario risulta definita una vasta area in dissesto, interessata da rischio di frana molto elevato, con estensione di circa 36 ha, nettamente maggiore di quella effettivamente esistente.
Attualmente in tale area sono individuabili cinque zone interessate da diverse fenomenologie di dissesto:
1a)  Area in prossimità di Case Baglio
Si tratta di un'area posta ad est del complesso di edilizia convenzionata Case Baglio, sul versante meridionale di Monte San Pietro. Dal punto di vista litologico nella zona affiorano la "alternanza pelitico-sabbiosa e le argille limose", i "calcari evaporatrici e brecce calcaree" del Messiniano e le "Ghiaie e sabbie di Messina". Il dissesto è da attribuire a movimenti gravitativi di tipo superficiale che talora evolvono, in modo repentino, a scorrimenti; sono evidenti orli e/o nicchie nella zona di distacco che progressivamente tende ad arretrare. Allo stato attuale il dissesto, che ricopre una superficie di 1,9 ha, è da considerarsi attivo.
Classificazione della frana ed individuazione della classe di rischio.
Si riportano di seguito gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T2;
-  magnitudo = M3;
-  pericolosità = P3;
-  elementi a rischio: elettrodotto = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P3 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
P3 x E2 = R3 rischio elevato

1b)  Area ad est di Monte San Pietro
L'area in dissesto, avente un'estensione di circa 1,3 ha, è posta ad est di Monte San Pietro su un versante particolarmente acclive. In questa porzione di territorio, dal punto di vista litologico affiorano le "Sabbie e ghiaie di Messina" e le "Brecce evaporitiche". Il dissesto è causato da fenomeni di erosione diffusa legati al ruscellamento ed all'azione laminare delle acque di scorrimento superficiale. Allo stato attuale il dissesto è da considerarsi attivo. Gli elementi a rischio sono rappresentati da alcune case sparse, presenti nella parte orientale del corpo di frana, e da strade secondarie.
Classificazione della frana ed individuazione della classe di rischio.
Si riportano di seguito gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T1;
-  magnitudo = M2;
-  pericolosità = P2;
-  elementi a rischio: case sparse, viabilità comunale = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
P2 x E2 = R2 rischio medio

1c)  Area a nord-ovest di Puntale Trazzi
Si tratta di un fenomeno franoso che interessa una superficie di 2,3 ha compresa tra Puntale Trazzi, a sud, e Monte San Pietro a nord. L'area, litologicamente, è caratterizzata dall'alternanza conglomeratico-pelitico-sabbiosa, meglio conosciuta come "molassa", e dalle Sabbie e ghiaie di Messina. Si tratta di una frana di scivolamento, al momento quiescente, che ha interessato i terreni molassici del Tortoniano. Nell'area in argomento ricadono alcuni fabbricati e strade secondarie.
Classificazione della frana ed individuazione della classe di rischio.
Si riportano di seguito gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T2;
-  magnitudo = M3;
-  pericolosità = P1;
-  elementi a rischio: viabilità comunale e case sparse = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
P1 x E2 = R1 rischio moderato

1d)  Area a nord-est di Puntale Trazzi
Il dissesto interessa un piccolo promontorio a nord-est della via Minissale, dove affiorano le "Sabbie e ghiaie di Messina". Si tratta di una frana per scivolamento, che interessa una modesta superficie di circa 0,4 Ha. Allo stato attuale il fenomeno è da considerarsi quiescente. Le cause del dissesto sono legate al tipo litologico affiorante ed alla morfologia dei luoghi.
Classificazione della frana ed individuazione della classe di rischio.
Si riportano di seguito gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T2;
-  magnitudo = M2;
-  pericolosità = P1;
-  elementi a rischio: case sparse = E1.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
P1 x E1 = R1 rischio moderato

1e)  Area a ridosso del campo sportivo
Litologicamente l'area è caratterizzata dall'alternanza pelitico-sabbiosa "molassa" e dai conglomerati del Tortoniano. Il dissesto interessa una superficie di circa 3,6 Ha e si manifesta come fenomeni gravitativi di tipo superficiale, attivi (soliflussione) che si innescano in sedimenti a granulometria fine, anche in concomitanza di pendii poco acclivi.
Classificazione della frana ed individuazione della classe di rischio.
Si riportano di seguito gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T1;
-  magnitudo = M2;
-  pericolosità = P2;
-  elementi a rischio: viabilità comunale, impianto sportivo = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
P2 x E2 = R2 rischio medio

2)  Area di Camaro - Monte Spalatara
L'area in studio è ubicata in località Camaro-Cataratti del comune di Messina, a ridosso del centro della città. Trattasi di una vasta area collinare ricadente nel primo entroterra del territorio di Messina, compresa tra le Fiumara Camaro e Cataratti, litologicamente caratterizzata dalla presenza di rocce metamorfiche di medio grado (paragneiss, dalla molassa tortoniana, da terrazzi marini, sabbie e ghiaie di Messina). L'assetto morfologico dell'area in relazione alla natura litologica dei terreni affioranti, risulta definitivo dall'azione modellatrice degli agenti esogeni e dagli interventi di carattere antropico.
Nel piano straordinario risulta definita una vasta superficie in dissesto, interessata da rischio di frana molto elevato, con estensione di circa "83 ha", nettamente maggiore di quella effettivamente esistente. L'area che si presenta alquanto urbanizzata, con tipologia edilizia di tipo economico-popolare, si estende tutto intorno a Monte Spalatara. Attualmente in tale area sono individuabili cinque zone interessate da diverse fenomenologie di dissesto, in stato di quiescenza.
2a)  Versante sud-ovest di Monte Spalatara
Si tratta di una frana complessa, di scivolamento e colamento, che coinvolge un'area di circa 1,8 ha. Litologicamente costituita dalle sabbie superiori, dalla "molassa" tortoniana e dalle argille azzurre. La causa scatenante del dissesto va ricercata nellerosiva esercitata dalle acque di ruscellamento, mentre le cause predisponesti vanno riferite sia alle condizioni litologiche dell'area, sia alle condizioni morfologiche dei luoghi caratterizzati dall'elevata acclività del pendio. Allo stato attuale il fenomeno franoso è da considerarsi quiescente.
Classificazione della frana ed individuazione della classe di rischio.
Si riportano di seguito gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T2;
-  magnitudo = M3;
-  pericolosità = P1;
-  elementi a rischio: nucleo abitato = E3.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E3 si perviene alla classe di rischio:
P1 x E3 = R2 rischio medio

2b)  Versante sud-est di Monte Spalatara
In quest'area, caratterizzata litologicamente dall'alternanza pelitico-sabbiosa del Tortoniano e dalle argille azzurre plestoceniche, è stata perimetrata una frana complessa, determinata da uno scivolamento evolvente a colamento. Le cause scatenanti del dissesto sono da ricercare nell'infiltrazione delle acque meteoriche alldei depositi sedimentari, che vanno ad indebolire i legami intergranulari e ad aumentare il peso di volume, favorendo così il fenomeno traslativo. La frana che interessa una superficie di circa 1,86 ha è da considerarsi per il momento quiescente.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio.
Si riportano di seguito gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T2;
-  magnitudo = M3;
-  pericolosità = P1;
-  elementi a rischio: nucleo abitato = E3.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E3 si perviene alla classe di rischio:
P1 x E3 = R2 rischio medio

2c)  Area ad ovest di Monte Spalatara
Si tratta di un'area litologicamente costituita dalle sabbie superiori del Pleistocene e dalle Argille azzurre. Il dissesto, ricadente a ridosso di una piccola incisione, è legato all'elevata pendenza ed alle acque di ruscellamento che, infiltrandosi nei litotipi sabbiosi ed imbidendo le sottostanti porzioni argillose, provocano un decadimento delle loro caratteristiche fisico-meccaniche. Tali sfavorevoli condizioni comportano l'innesco di una frana a tipologia mista, che da scivolamento evolve a colamento verso le quote inferiori. Allo stato attuale questo fenomeno franoso che è da considerarsi quiescente, coinvolge una superficie di circa 0,3 ha.
Classificazione della frana ed individuazione della classe di rischio.
Si riportano di seguito gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T2;
-  magnitudo = M2;
-  pericolosità = P1;
-  elementi a rischio: viabilità comunale e case sparse = E2.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
P1 x E2 = R1 rischio moderato

2d)  Area di Cataratti
In tale zona si riscontra un fenomeno di smottamento che interessa i terreni molassici del Tortoniano. La frana che si è verificata in coincidenza di una linea di impluvio, risulta causata dall'azione delle acque incanalate. Allo stato attuale la frana di tipo complesso è quiescente.
La superficie coinvolta dal fenomeno franoso è di 0,84 Ha.
Classificazione della frana ed individuazione della classe di rischio.
Si riportano di seguito gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T2;
-  magnitudo = M2;
-  pericolosità = P1;
-  elementi a rischio: nucleo abitato = E3.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E3 si perviene alla classe di rischio:
P1 x E3 = R2 rischio medio

2e)  Area ad est di Monte Spalatara
Quest'area è costituita litologicamente dalla "molassa" del tortoniano e dai depositi aluvionali recenti. Il fenomeno franoso, del tipo complesso per colamento e scivolamento, è allo stato attuale quiescente. Le cause dello smottamento sono da imputare alla concomitanza di due fattori: l'azione dello scalzamento al piede da parte delle acque incanalate e l'azione laminare delle acque di scorrimento superficiale. La superficie interessata dallo smottamento è di circa 0,6 Ha.
Classificazione della frana ed individuazione della classe di rischio.
Si riportano di seguito gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T2;
-  magnitudo = M2;
-  pericolosità = P1;
-  elementi a rischio: case sparse = E1.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
P1 x E1 = R1 rischio moderato

3)  Area di ritiro - Tremonti
L'area di località Tremonti del comune di Messina, costituita litologicamente dalla "molassa" del Tortoniano, è ubicata nella zona nord del centro città, in destra idrografica del Torrente Tremonti, lungo il versante collinare compreso tra le coop. "La Gazzella III" e "La Gazzella IV".
Trattasi di un fenomeno franoso (non rappresentato dal D.A. n. 298/41) che possiede una estensione di modesta entità, pari a circa 0,07 Ha. Si è manifestato nel 1996 in concomitanza dei lavori di sbancamento per la realizzazione di un fabbricato di c.a. della cooperativa La Gazzella IV lotto, arrecando danno ad alcune opere murarie di sostegno ed alla viabilità di servizio. Il dissesto che risulta attualmente stabilizzato artificialmente, mediante la realizzazione di una paratia di pali in c.a. ed il ricolmamento dello scavo, non comporta alcuna situazione di rischio nell'area in argomento.
CONCLUSIONI
Alla luce di quanto descritto si è proceduto alla revisione delle carte del dissesto e del rischio idrogeologico limitatamente alle aree in oggetto.
Per la rappresentazione delle aree interessate da dissesti e per quelle a rischio idrogeologico, sono state utilizzate le aerofotogrammetrie estratte dalle Carte tecniche Regionali n. 588150 "Messina Nord" e n. 601030 "Messina" in scala 1:10.000.
Nella carta del rischio sono rappresentate le aree a rischio idrogeologico così come individuate e descritte nella presente relazione.
Per quanto concerne le porzioni di aree definite in dissesto che, per la tipologia dei beni presenti, comportano una situazione di rischio nullo, si prescrive che qualsiasi attività del territorio resti subordinata ad una preliminare verifica di compatibilità fra l'intervento proposto, le condizioni di dissesto, il grado di pericolosità ed il livello di rischio che verrebbe a configurarsi a seguito della trasformazione. Per le future programmazioni territoriali, si dovrà procedere pertanto alla preliminare rivalutazione del rischio nell'area di interesse, associando al grado di pericolosità riscontrato, il valore dell'elemento a rischio da inserire nel territorio.
(2004.5.333)
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ASSESSORATO DEL TURISMO, DELLE COMUNICAZIONI E DEI TRASPORTI


MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
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