REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 16 GENNAIO 2004 - N. 3
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

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AVVERTENZA

Si precisa che, nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana (p. I) n. 2 del 9 gennaio 2004, la legge 29 dicembre 2003, n. 21, recante "Disposizioni programmatiche e finanziarie per l'anno 2004", - pubblicata ad ogni fine legale nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana 30 dicembre 2003, n. 57 - è stata ripubblicata al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni della legge e di quelle da essa richiamate e trascritte nelle relative note.

DECRETI ASSESSORIALI

ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE


DECRETO 24 novembre 2003.
Approvazione del piano territoriale della Provincia di Ragusa.

IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE URBANISTICA

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modifiche ed integrazioni;
Visti i decreti interministeriali 1 aprile 1968, n. 1404 e 2 aprile 1968, n. 1444;
Vista la legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71 e successive modifiche ed integrazioni;
Visto l'art. 12 della legge regionale n. 9 del 6 mar zo 1986, con il quale si demanda alla Provincia regionale il compito di adottare un piano relativo alla rete delle principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie nonché alla localizzazione di opere ed impianti di interesse sovracomunale;
Visto l'art. 5 della legge regionale n. 48 dell'11 dicembre 1991;
Vista la circolare n. 2 /D.R.U. del 20 gennaio 1993, nonché la successiva assessoriale, contenente chiarimenti alla stessa circolare prot. n. 47011 del 20 luglio 1993;
Visto l'art. 68 della legge n. 10 del 27 aprile 1999;
Visto il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazioni per pubblica utilità, approvato con il D.P.R. n. 327/2001 e modificato dal decreto legislativo n. 302/2002, reso applicabile con l'art. 36 della legge regionale n. 7 del 2 agosto 2002, come integrato dall'art. 24 della legge regionale n. 7 del 19 maggio 2003;
Premesso:
-  con i fogli prot. n. 18316 del 21 marzo 2001 e prot. n. 43279 del 17 luglio 2001, la Provincia regionale di Ragusa ha trasmesso gli atti e gli elaborati relativi al piano territoriale redatto ai sensi dell'art. 12 della legge regionale n. 9 del 6 marzo 1986;
-  con deliberazione n. 741 del 13 settembre 1999, il consiglio provinciale, preliminarmente ai previsti adempimenti del consiglio provinciale, ha preso atto degli elaborati costituenti il piano territoriale provinciale in argomento;
-  con la deliberazione n. 142 del 21 luglio 2000, riscontrata legittima dal Comitato regionale di controllo, sezione centrale di Palermo nella seduta del 26 ottobre 2000 con decisione n. 6165/5871, il consiglio provinciale di Ragusa ha adottato, ai sensi dell'art. 12 della legge regionale n. 9 del 6 marzo 1986, dell'art. 5 della legge regionale n. 48 dell'11 dicembre 1991, il piano territoriale provinciale come modificato dagli emendamenti approvati dallo stesso consiglio;
-  ai sensi dell'art. 3 della legge regionale n. 71/78, la Provincia regionale di Ragusa ha espletato le procedure di deposito e pubblicazione relativamente al piano adottato con la suddetta delibera n. 142/2000;
-  con la certificazione del 21 marzo 2001, il commissario straordinario ha attestato la regolarità delle procedure di deposito e pubblicazione del piano in argomento nonché la presentazione di n. 42 osservazioni/opposizioni avverso il piano adottato, di cui 13 fuori termine;
-  con la deliberazione n. 9 del 28 febbraio 2001, il commissario straordinario di Ragusa ha formulato le proprie deduzioni alle opposizioni e osservazioni presentate dai cittadini a seguito della pubblicazione del piano territoriale provinciale adottato con la deliberazione n. 142 del 21 luglio 2001;
-  con nota prot. n. 54417/XII del 26 settembre 2001, questo Assessorato, in riscontro a specifica richiesta formulata dalla Provincia regionale di Ragusa con foglio prot. n. 39856 del 13 luglio 2001, ha evidenziato la necessità di provvedere alla riadozione del piano in quanto in precedenza adottato, in assenza del parere dell'ufficio del Genio civile ex art. 13 legge n. 64/74;
Visto il foglio prot. n. 67453 del 4 dicembre 2001, assunto al prot. n. 69975 del 4 dicembre 2001 di questo Assessorato, con il quale la Provincia regionale di Ragusa, a seguito degli adempimenti indicati nella nota prot. n. 54417 del 26 settembre 2001 sopracitata, ha trasmesso gli atti e gli elaborati relativi al piano territoriale provinciale, riadattato con delibera del commissario straordinario n. 51 del 4 ottobre 2001;
Vista la deliberazione n. 51 del 4 ottobre 2001, con la quale il commissario straordinario, nel revocare la precedente delibera del consiglio provinciale n. 142 del 21 luglio 2001, ha adottato il piano territoriale provinciale;
Visti gli atti di pubblicazione, ai sensi dell'art. 3 della legge regionale n. 71/78, relativi al piano adottato con la citata delibera commissariale n. 51 del 4 ottobre 2001;
Vista la certificazione a firma del commissario straordinario, datata 23 novembre 2001, in ordine alla regolarità delle procedure di deposito e pubblicazione del piano in argomento nonché attestante la presentazione di n. 33 osservazioni/opposizioni avverso il piano adottato;
Viste le osservazioni e/o opposizioni presentate avverso il piano adottato nonché i relativi elaborati di visualizzazione delle stesse redatti a cura dell'ufficio di piano;
Vista la deliberazione n. 71 del 23 novembre 2001, con la quale il commissario straordinario, alla luce delle valutazioni dei progettisti del piano e del parere espresso dall'ufficio del piano, ha formulato le proprie controdeduzioni alle opposizioni e osservazioni presentate avverso il piano riadottato con la deliberazione n. 51 del 4 ottobre 2001;
Visto il foglio prot. n. 11206 del 5 marzo 2002, con cui la Provincia regionale di Ragusa ha trasmesso, unitamente ai relativi atti, la delibera n. 100 del 27 gennaio 2002, con la quale il consiglio comunale di Scicli ha formulato, oltre i termini previsti dall'art. 3 della legge regionale n. 71/78, osservazioni avverso il piano territoriale provinciale adottato;
Visto il parere prot. n. 17105 del 19 settembre 2001, con il quale l'ufficio del Genio civile di Ragusa, ai sensi dell'art. 13 della legge n. 64 del 2 febbraio 1974, ha espresso parere favorevole in merito al piano in argomento;
Vista la nota prot. n. 164 dell'8 gennaio 2003, con la quale l'unità operativa 1.1/D.R.U. del servizio 1 di questo Assessorato, unitamente agli atti ed elaborati relativi, al piano territoriale provinciale della Provincia di Ragusa proposta di parere n. 164 dell'8 gennaio 2003 dell'unità operativa 1.1/D.R.U. di questo Assessorato, ha sottoposto al Consiglio regionale dell'urbanistica, ai sensi del l'art. 68 della legge regionale n. 10/99, la proposta di pari estremi che di seguito in stralcio si riporta:
"....Omissis...
L'unità operativa 1.1 "Piani territoriali provinciali", visti gli atti ed elaborati, ha predisposto la seguente proposta di ufficio:
Il territorio provinciale di Ragusa è diviso amministrativamente in 12 comuni, i cui strumenti urbanistici, indicati nella tabella che segue, sono programmi di fabbricazione degli anni settanta e piani regolatori generali la cui approvazione va dagli anni settanta al 2002. Il mosaico degli strumenti urbanistici comunali si trova riportato nella tav. 1 stato di fatto e di diritto (scala 1:25.000). Si tenga presente che in tale tavola lo strumento urbanistico mosaicato per il comune di Acate è il piano regolatore generale approvato con decreto n. 331/78 del 28 dicembre 1978, per il comune di Comiso è il programma di fabbricazione approvato con decreto n. 186 del 2 settembre 1971 e per il comune di Scicli è il piano regolatore generale approvato con decreto n. 398 del 31 dicembre 1977 e non quelli riportati nella tabella che segue.
Per quanto riguarda il sistema produttivo la relazione sulle caratteristiche e sui principali problemi conseguenziali all'analisi dello stato di fatto, determinazioni dei fabbisogni rispetto agli obiettivi di piano e soluzione dei problemi mette in evidenza che nella provincia di Ragusa questo si presenta a forte vocazione agricola, con un fortissimo terziario e con un limitato sviluppo dell'industria.
L'agricoltura presenta diverse tipologie produttive (agrumi, olive, uva, ortofrutta, carruba, fiori e piante,...) ma a fronte di tale varietà e di una buona quantità di piccole imprese agricole esiste una mancanza sul piano della commercializzazione dei prodotti che porta alla necessità di operatori commerciali esterni. Tale incapacità o impossibilità all'accesso ai mercati è dovuta anche alla mancanza di una infrastruttura comune di servizi alla commercializzazione.
Per quanto riguarda la floricoltura e il vivaismo i settori dominanti appaiono quelli del fiore reciso, e le aziende con coltivazione in ambiente protetto sono molto più numerose di quelle in piena aria, con un rapporto di 9 a 1. Tale offerta è rivolta ai mercati locali o al più regionali e la distribuzione è basata sui circuiti lunghi e tradizionali che male si adattano al trasferimento di tale merce facilmente deperibile.
Anche il terziario rimane caratterizzato da servizi di tipo tradizionale, è ancora limitata la presenza di grandi poli commerciali e di strutture di grande distribuzione.
Per quanto riguarda il turismo, esiste uno squilibrio netto tra il potenziale di attrazione turistica (risorse naturali paesistiche, culturali, storiche...) e il loro utilizzo da parte dei turisti, dovuto soprattutto alla carenza di strutture ricettive e di infrastrutture di trasporto e di mobilità.
I vincoli
Gran parte del territorio provinciale risulta sottoposto a vincoli di varia natura. Detti vincoli sono riportati nella tav. 1 stato di fatto e di diritto (scala 1:25.000).
Al fine di predisporre l'istruttoria del piano territoriale provinciale di Ragusa si è ritenuto opportuno riportare nella tabella che segue i dati relativi ISTAT 1999 relativi alla popolazione e ai territori comunali, nonché gli strumenti urbanistici vigenti ed il relativo decreto di approvazione.

PROTOCOLLO DI INTESA TRA LA REGIONE SICILIANA E L'UNIVERSITÀ DI PALERMO

L'anno 2003 il giorno 18 del mese di novembre nei locali dell'Assessorato regionale della sanità, sono presenti la Regione siciliana nella persona dell'Assessore per la sanità prof. Ettore Cittadini e l'Università di Palermo nella persona del magnifico rettore prof. Giuseppe Silvestri. Le parti convengono quanto segue:

Art. 1
Rapporti di collaborazione

1)  L'Università, sede primaria della formazione e della ricerca scientifica, estende la propria attività all'ambito assistenziale, considerata la stretta connessione tecnica fra insegnamento clinico e cura degli ammalati.
L'attività assistenziale è necessaria per lo svolgimento dei compiti istituzionali dell'Università ed è determinata nel quadro della programmazione nazionale e regionale, in modo da assicurarne la funzionalità e la coerenza con le esigenze della didattica e della ricerca. L'Università, in ragione dell'alto livello di preparazione scientifico tecnica dei suoi docenti, assicura, con le sue strutture e con il suo personale tecnico, amministrativo e sanitario, un rilevante apporto al più efficace perseguimento della finalità assistenziale curativa: sicché nelle Facoltà di medicina e chirurgia, il fine didattico scientifico dell'Università è connesso a fine assistenziale del servizio sanitario nazionale.
2)  L'Università e la Regione promuovono la massima integrazione e collaborazione tra il sistema formativo ed il sistema sanitario, nel rispetto reciproco delle proprie competenze, al fine di perseguire i comuni obiettivi di qualità e potenziamento della formazione del personale medico e sanitario, dello sviluppo della ricerca medica e della qualità e del servizio sanitario pubblico.
Le parti si impegnano alla reciproca informazione e consultazione concernenti le determinazioni che abbiano influenza sull'esercizio integrato delle rispettive attività, garantendo la piena responsabilizzazione di tutte le strutture interessate nella realizzazione di quanto attribuito alle relative competenze, conformemente ai tempi ed agli obiettivi programmati e concordati.
3)  In relazione a specifiche esigenze, la collaborazione tra Università e Regione si estende anche agli apporti di altre Facoltà.

Art. 2
Programmazione sanitaria

1)  L'Università contribuisce per tali aspetti concernenti le strutture e le attività assistenziali alla elaborazione dei piani sanitari regionali, nonché alla definizione di indirizzi di politica sanitaria e di ricerca, di programmi di intervento e di modelli organizzativi delle strutture e delle attività assistenziali necessarie allo svolgimento della formazione e della ricerca.
2)  La Regione tiene conto nella elaborazione e nella stesura di proposte per la formulazione del piano sanitario regionale o di altri documenti o progetti concernenti la programmazione attuativa regionale e locale dei programmi di sviluppo delle Facoltà di medicina e chirurgia e dei suoi corsi di studio, deliberati ed approvati dagli organi collegiali di ateneo.
3)  Nella programmazione sanitaria, la Regione terrà conto delle intese raggiunte con l'Università per le attività di didattica e di ricerca programmate dalla Facoltà di medicina e chirurgia.
4)  Al fine di raggiungere le intese di cui al precedente comma, viene istituita una commissione paritetica Regione - Università composta da 6 membri, di cui 3 nominati dall'Assessore regionale per la sanità e 3 dai rettori dell'Università.
La detta commissione potrà formulare proposte per la redazione del piano sanitario regionale ovvero di altri documenti concernenti la programmazione sanitaria, nel rispetto delle determinazioni di cui ai commi precedenti.
5)  La Regione, prima dell'adozione o dell'adeguamento del piano sanitario regionale, acquisirà il parere delle Università per gli aspetti concernenti le strutture e le attività assistenziali necessarie allo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali di didattica e di ricerca.
Il parere si intende espresso in senso favorevole qualora non pervenga entro 60 giorni dal ricevimento della richiesta.
Eventuali determinazioni difformi dal parere saranno dalla Regione motivate.

Art. 3
Programmazione aziendale

1)  Per realizzare l'integrazione tra attività di didattica, di ricerca ed assistenziale, dovrà essere garantita la concertazione tra la Facoltà di medicina e chirurgia e le aziende ospedaliero-universitarie di riferimento di cui al successivo articolo.
2)  La programmazione concordata delle attività della Facoltà di medicina e chirurgia con le attività dell'azienda ospedaliero-universitaria è affidata alle intese raggiunte tra l'Università e azienda ospedaliero-universitaria, tenendo conto dei programmi di sviluppo.
3)  Nella programmazione dell'attività assistenziale, le aziende di cui al successivo articolo terranno conto della programmazione concordata di cui al precedente comma.
4)  Nello svolgimento dei propri compiti istituzionali, l'organo di indirizzo di cui all'art. 8 del presente protocollo tiene conto della programmazione concordata di cui al secondo comma, verificandone la corretta attuazione da parte dell'azienda di cui al successivo articolo.
5)  L'atto aziendale, di cui all'art. 9 del presente protocollo, è adottato nel rispetto delle indicazioni della programmazione concordata tenendo conto delle proposte dell'organo di indirizzo di cui all'art. 8.

Art. 4
Aziende ospedaliero-universitarie

1)  Ai sensi dell'art. 2, comma 2, lett. a), del decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517 e per un periodo sperimentale di 4 anni, è individuata l'azienda ospedaliero-universitaria policlinico Paolo Giaccone di Palermo.
2)  Ai sensi dell'art. 2, comma 4, del decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517, sono individuate le seguenti strutture pubbliche presso cui hanno sede specifiche strutture essenziali per l'attività didattica:
-  Azienda ospedaliera Cervello;
-  presidio ospedaliero pediatrico G. Di Cristina (A.R.N.A.S. Civico e Benfratelli);
-  presidio ospedaliero Aiuto Materno (Azienda unità sanitaria locale n. 6 - Palermo);
-  presidio ospedaliero Casa del Sole (Azienda unità sanitaria locale n. 6 - Palermo).
3)  Qualora non siano disponibili strutture nelle aziende ospedaliere universitarie ed in via subordinata nelle altre strutture pubbliche, le Università e la Regione concorderanno l'eventuale utilizzazione, tramite l'azienda ospedaliero-universitaria integrata con il sistema sanitario, di ulteriori strutture assistenziali private accreditate anche mediante progetti di sperimentazione gestionale.
Le aziende ospedaliero-universitarie possono divenire sede di sperimentazione organizzativa e gestionale nei rapporti Regione-Università, anche per le finalità di cui all'art. 9bis del decreto legislativo n. 502/92. Ciò in particolare per quanto concerne gli interventi di collaborazione con privati, ivi comprese le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, ovvero con altre strutture sanitarie, pubbliche o private accreditate, nelle quali svolgere attività assistenziali essenziali ai fini didattici e formativi.
4)  Resta inteso che altre strutture funzionali alle attività dei corsi di specializzazione e dei diplomi universitari o dei corrispondenti corsi di laurea di primo livello saranno individuate in applicazione di quanto stabilito nel successivo art. 11.

Art. 5
Parametri per l'individuazione delle attività integrate

1)  Al fine di individuare le attività assistenziali coerenti e necessarie allo svolgimento delle funzioni istituzionali di didattica e di ricerca dell'Università, le parti con il presente protocollo ne definiscono i parametri per tipologia e volume.
In particolare, l'individuazione della tipologia delle attività assistenziali funzionali alle esigenze di didattica e di ricerca dei corsi di studio della Facoltà di medicina e chirurgia è oggetto della programmazione concordata di cui al precedente art. 3.
Il volume delle dette attività deve essere adeguato al numero programmato degli iscritti al primo anno del corso di laurea in medicina e chirurgia, ai sensi del 1° comma, dell'art. 3, del D.P.C.M. 24 maggio 2001, avuto riguardo alla formazione degli specializzandi e del personale sanitario, ai sensi dell'art. 7, commi 2 e 3, D.P.C.M. 24 maggio 2.001.
Nella determinazione del volume, si dovrà altresì tenere conto dell'attività formativa e di ricerca del personale universitario sia nei settori ordinari, sia in quelli di natura sperimentale ed innovativa, avuto riguardo all'evoluzione della ricerca biomedica ed alle esigenze della sanità pubblica.
2)  Per le strutture di degenza, il numero dei posti letto, a regime, è determinato in rapporto:
a)  al numero degli studenti iscritti al primo anno del corso di laurea di medicina e chirurgia nell'anno accademico 2003-2004, nella misura di 3 posti letto per ogni studente;
b)  l'ulteriore fabbisogno delle attività di cui ai commi 2 e 3 dell'art.7 del D.P.C.M. 24 maggio 2001, è determinato in misura di 1.5 posti letto per iscritto al primo anno del corso di laurea in medicina e chirurgia nell'anno accademico 2003-2004.
3)  Per il periodo di sperimentazione, le parti si impegnano a mantenere almeno il numero complessivo e la distribuzione dei posti letto già previsti ed indicato come convenzionati nel precedente protocollo di intesa e nei relativi accordi attuativi.
Durante questo quadriennio, il numero complessivo di posti letto nelle 3 aziende policlinico dell'Università di Palermo, Catania e Messina non può superare il numero di posti letto stabilito dalla delibera della Giunta regionale n. 135 del 7 maggio 2003. Durante il suddetto quadriennio, per l'Azienda Policlinico di Catania, che è in fase di espansione la progressiva attivazione di nuovi posti letto deve avvenire per contestuale trasferimento e soppressione di uguale numero di posti letto delle altre aziende di cui al secondo comma dell'art. 4 del presente protocollo.
4)  La Regione, tramite le aziende ospedaliere universitarie e le altre strutture pubbliche individuate nell'art. 4 del presente protocollo, nonché quelle private accreditate e le Università si impegnano a procedere gradualmente, in applicazione dei superiori criteri, al progressivo adeguamento della dotazione dei posti letto alle necessità didattiche, tenuto conto della programmazione sanitaria regionale e locale. Tale adeguamento, da conseguirsi comunque entro il periodo di sperimentazione, sarà sottoposto a continua verifica da parte della commissione paritetica di cui al precedente art. 2.

Art. 6
Strutture assistenziali

1)  Fermo restando quanto previsto dall'art. 5, le strutture assistenziali funzionali alle esigenze di didattica e di ricerca dei corsi di studio della Facoltà di medicina e chirurgia sono individuate anche tenendo conto delle funzioni di supporto allo svolgimento dei corsi di specializzazione, dei nuovi corsi di laurea e, in via transitoria, dei corsi di diploma universitario delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
2)  La tipologia ed il numero delle strutture assistenziali complesse, funzionali alle esigenze di didattica e di ricerca dei corsi di studio della Facoltà di medicina e chirurgia, sono individuate nelle Aziende ospedaliere universitarie e nelle altre strutture pubbliche e private, di cui al precedente art. 4 e sono indicate nell'allegato A, che costituisce parte integrante del presente accordo.

Art. 7
Organizzazione interna delle aziende

1)  L'organizzazione dipartimentale è il modello ordinario di gestione operativa di tutte le attività delle aziende sanitarie di cui al precedente art. 4, al fine di assicurare l'esercizio integrato delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca, attraverso una composizione coerente tra attività assistenziali e settori scientifico - disciplinari.
I dipartimenti ad attività integrata (D.A.I.) sono individuati in sede di programmazione tra l'Università e le aziende di cui al precedente art. 4, tenendo conto del collegamento tra il programma di sviluppo della Facoltà di medicina e chirurgia e la programmazione aziendale.
2)  Il dipartimento ad attività integrata è un centro unitario di responsabilità e di costo e garantisce l'unitarietà della gestione, l'ottimale collegamento tra assistenza, didattica e ricerca e la flessibilità operativa, nel rispetto dei vincoli di destinazione delle risorse finanziarie ad esso assegnate dal servizio sanitario nazionale e dall'Università.
I dipartimenti ad attività integrata assorbono progressivamente i dipartimenti misti entro il termine di durata del presente protocollo.
3. I D.A.I. possono assicurare l'esercizio integrato delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca, anche attraverso il pieno e paritario inserimento delle funzioni, attività, risorse e responsabilità assistenziali nel dipartimento universitario, purché nella costituzione vi sia il rispetto dei seguenti criteri ai sensi dell'art. 4 del D.P.C.M. 24 maggio 2001:
-  omogeneità dell'attività assistenziale ai settori scientifico - disciplinari;
-  presenza del personale e di mezzi universitari.
Eventuali risorse apportate dai D.L. ai D.A.I. rientrano tra i conferimenti dell'Università all'azienda.
4)  Con l'atto aziendale di cui al successivo art. 9, vengono costituiti i D.A.I., tenendo conto dei criteri indicati al precedente comma.
I rapporti funzionali tra dipartimenti ad attività integrata, dipartimenti universitari e dipartimenti assistenziali devono tenere conto del collegamento tra programma di sviluppo della Facoltà di medicina e chirurgia con la programmazione aziendale.
5)  I D.A.I. sono costituiti da strutture complesse, da strutture semplici e a programmi infradipartimentali, individuati nell'atto aziendale. tenuto conto delle esigenze assistenziali, didattiche e di ricerca.
6)  Fermi restando gli attuali incarichi di direzione delle strutture complesse, i nuovi incarichi di direzione delle strutture complesse sono attribuiti dal direttore generale, d'intesa con il rettore, sentito il direttore del dipartimento, tra i docenti universitari della corrispondente area scientifico disciplinare ovvero, limitatamente sia alle aziende di cui all'art. 2, comma 2, lett. b), decreto legislativo n. 571/99, sia alle strutture complesse delle altre aziende di cui al secondo comma, del precedente art. 4, in cui si realizza l'integrazione tra attività assistenziale, didattica e di ricerca, tra i docenti universitari o tra dirigenti ospedalieri.
Nelle strutture semplici, il responsabile è scelto dal direttore generale, su proposta del responsabile della struttura complessa di appartenenza, sentito il direttore del dipartimento tra i docenti universitari ovvero, limitatamente sia alle aziende di cui all'art. 2, comma 2, lett. b), del decreto legislativo n. 517/99, sia alle strutture semplici delle aziende di cui al secondo comma del precedente art. 4, in cui si realizza l'integrazione tra attività assistenziale, didattica e di ricerca, tra i docenti universitari o tra i dirigenti ospedalieri.
La responsabilità e la gestione di programmi infradipartimentali è affidata dal direttore generale, d'intesa con il rettore e sentito il preside della Facoltà e il direttore del dipartimento, ai professori universitari.
Possono essere, altresì, previsti programmi interdipartimentali, finalizzati alla integrazione delle attività assistenziali didattiche e di ricerca di più dipartimenti (D.A.I. D.U. e D.A.), con particolare riguardo alle innovazioni tecnologiche ed assistenziali, nonché al coordinamento delle attività sistematiche di revisione e valutazione della pratica clinica ed assistenziale.
7)  Il direttore del dipartimento ad attività integrata è nominato dal direttore generale d'intesa con il rettore ed è scelto tra i docenti universitari responsabili delle strutture complesse di cui si compone il dipartimento, sulla base dei requisiti di capacità gestionale ed organizzativa, esperienza professionale e curriculum didattico e scientifico. Il direttore del dipartimento rimane comunque titolare della struttura complessa cui è preposto.
8)  Il direttore del D.A.I. ha la responsabilità della razionale e corretta gestione e programmazione delle risorse assegnate per la realizzazione degli obiettivi attribuiti e per la soddisfazione delle peculiari esigenze connesse alle attività didattiche e scientifiche.
9)  In ciascuna azienda ospedaliera universitaria e nelle aziende ove opera il personale medico universitario dovrà essere istituito un collegio tecnico con il compito di procedere per il personale universitario e per le figure equiparate alle valutazioni ed alle verifiche previste dalla normativa vigente per il personale del servizio sanitario nazionale relativamente all'attività sanitaria. Il collegio tecnico è disciplinato, ai sensi del comma 13, dell'art. 5 del decreto legislativo n. 517/99, dall'atto aziendale secondo le seguenti modalità:
a)  è costituito da 3 membri nominati d'intesa tra rettore e direttore generale, di cui un dirigente sanitario di secondo livello ospedaliero o universitario equivalente un docente universitario ed un docente universitario di altra Università;
b)  le valutazioni devono essere effettuate ogni quinquennio nonché, per gli incarichi già affidati, devono essere effettuate a decorrere dal 5° anno successivo all'adozione dell'atto aziendale sottoscritto in applicazione del presente protocollo;
c)  le valutazioni devono essere formulate sulla base di criteri definiti dall'organo di indirizzo di cui al successivo art. 8, tenendo conto delle peculiari funzioni di didattica e di ricerca svolte dai docenti.
10)  Ai sensi dell'art. 3, comma 7, del decreto legislativo n. 517/99, anche nell'Azienda Policlinico di cui all'art. 4; comma 1, possono essere costituiti i dipartimenti assistenziali di cui all'art. 17bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modifiche, qualora l'attività assistenziale non sia funzionale all'attività di didattica e di ricerca.
11)  Il direttore dei dipartimenti assistenziali ove sono presenti strutture a direzione universitarie è nominato dal direttore generale d'intesa con il rettore ed è scelto tra i responsabili delle strutture complesse.

Art. 8
Organi delle aziende

1)  Sono organi delle aziende di cui all'art. 4, comma 1, del presente protocollo:
a)  il direttore generale:
b)  il collegio sindacale;
c)  l'organo di indirizzo.
2)  Il direttore generale è nominato dalla Regione, acquisita l'intesa con il rettore dell'Università. Limitatamente al periodo quadriennale di sperimentazione, il direttore generale, nell'Azienda Policlinico, è nominato dal rettore d'intesa con la Regione; mentre nell'azienda di cui all'art. 2, comma 2, lett. b), del decreto legislativo n. 517/99, è nominato dalla Regione, d'intesa con il rettore.
Con separato atto, stipulato d'intesa tra il rettore e l'Assessore regionale per la sanità, verranno disciplinati i procedimenti di verifica dei risultati dell'attività del direttore generale e le relative procedure di conferma e revoca.
3)  Il collegio sindacale è composto da 5 membri designati 1 dalla Regione, 1 dal Ministro dell'economia e delle finanze, 1 dal Ministro della salute, 1 dal Ministro dell'istruzione Università e ricerca scientifica ed 1 dal rettore dell'Università.
Al Collegio sindacale si applicano le disposizioni di cui all'art. 3ter del decreto legislativo n. 502/99 e successive modifiche ed integrazioni.
4)  L'organo di indirizzo è composto da 4 membri di cui 1 è il preside della Facoltà di medicina e chirurgia, componente di diritto; gli altri componenti sono nominati rispettivamente 1 dal rettore e 2 dall'Assessore regionale per la sanità e sono scelti tra esperti di riconosciuta competenza in materia di organizzazione e programmazione dei servizi sanitari. Per l'intesa che in questa sede si raggiunge. Il preside della Facoltà di medicina e chirurgia è il presidente dell'organo.
In caso di parità di voti su specifica deliberazione, prevale la proposta che vota il presidente.
Il direttore generale partecipa ai lavori dell'organo senza diritto di voto. Per quanto non previsto dal presente atto si rinvia alla normativa vigente.
Gli organi d'indirizzo sono da rinnovare a partire dalla stipula del presente protocollo.

Art. 9
Atto aziendale e rilevanti atti di gestione

1)  L'atto aziendale, adottato ed eventualmente modificato e/o integrato d'intesa tra rettore e direttore generale secondo le modalità di cui all'art. 5, comma 2, del D.P.C.M. 24 maggio 2001, è atto di diritto privato necessario per l'esercizio delle attività delle aziende ospedaliere universitarie. L'atto aziendale trova fondamento nel presente protocollo di intesa che è chiamato ad attuare.
2)  L'atto aziendale deve:
a)  disciplinare l'organizzazione delle aziende ospedaliero-universitarie, in modo da assicurare, in sintonia con il programma di sviluppo della Facoltà di medicina e chirurgia, il pieno svolgimento delle funzioni didattiche e scientifiche, in un quadro di coerente integrazione con l'attività assistenziale;
b)  contenere l'elencazione delle strutture complesse che compongono i dipartimenti ad attività integrata, indicando quelle a direzione universitaria, nel rispetto di quanto previsto dal presente protocollo nonché l'elencazione concordata con l'Università delle strutture semplici e dei programmi infra o intradipartimentale, di cui al comma 4, dell'art. 5 del decreto legislativo n. 517/99, funzionali alle esigenze delle attività di didattica e di ricerca della Facoltà di medicina e chirurgia;
c)  regolamentare la costituzione, l'organizzazione ed il funzionamento dei dipartimenti ad attività integrata, nonché i rapporti tra questi, i dipartimenti universitari ed i dipartimenti assistenziali, tenendo conto di quanto previsto dal comma 4, dell'art. 7 del presente protocollo;
d)  prevedere l'eventuale costituzione e modalità di funzionamento dei dipartimenti assistenziali di cui all'art. 7, comma 10, del presente protocollo;
e)  disciplinare il collegio tecnico di cui all'art. 7, comma 9, del presente protocollo, secondo le modalità indicate nello stesso articolo;
f)  definire le procedure per la realizzazione dell'intesa tra il direttore generale ed il rettore relativa all'attribuzione e la revoca dell'incarico di direttore di dipartimento ad attività integrata, di direttore di struttura complessa a direzione universitaria e di responsabile dei programmi infra o interdipartimentali, tenendo conto delle esigenze formative e di ricerca oltre che di quelle assistenziali;
g)  individuare, in conformità al presente protocollo, il personale universitario che svolge attività assistenziale presso le aziende ospedaliero-universitarie, nonché l'afferenza dello stesso ai dipartimenti ad attività integrata, assicurando la coerenza tra settore scientifico disciplinare di inquadramento e l'attività del dipartimento;
h)  individuare, in conformità al presente protocollo, il personale tecnico amministrativo che svolge, presso l'azienda ospedaliero-universitaria, attività di supporto all'assistenza;
i)  definire le modalità di nomina del comitato dei garanti di cui all'art. 10, comma 6, del presente protocollo.
3)  Quanto previsto dai precedenti commi 1 e 2, si applica, altresì, all'atto aziendale delle altre strutture pubbliche di cui al comma 2, dell'art. 4 del presente protocollo, limitatamente ai dipartimenti ad attività integrata ed alle strutture complesse e semplici in cui si realizza l'integrazione tra attività assistenziale, didattica e di ricerca.
4)  Per l'adozione dei piani attuativi locali del piano sanitario regionale, dei piani e programmi pluriennali di investimento, del bilancio economico preventivo e del bilancio d'esercizio, l'azienda ospedaliero-universitaria acquisisce, tramite il rettore, il preventivo parere dell'Università, che lo rende, nel rispetto degli ordinamenti universitari, tenendo conto del ruolo centrale della Facoltà di medicina e chirurgia. Il parere dell'Università si intende espresso in senso favorevole, qualora non pervenga entro 60 giorni dalla trasmissione al rettore della proposta.
5)  Allo stesso modo si procede per l'adozione di rilevanti atti di gestione che possono incidere sulle attività assistenziali ritenute essenziali ai fini della didattica e della ricerca.
6)  Quanto previsto dai precedenti commi 4 e 5, si applica alle altre strutture pubbliche di cui al comma 2, dell'art. 4 del presente protocollo, limitatamente ai dipartimenti ad attività integrata ed alle strutture complesse e semplici in cui si realizza l'integrazione tra attività assistenziale, didattica e di ricerca.

Art. 10
Personale

1)  Le dotazioni organiche delle aziende di cui al precedente art. 4, sono determinate con l'atto aziendale in armonia con le disposizioni vigenti.
2)  Al fine della determinazione della dotazione organica e della programmazione dell'attività delle singole strutture complesse, per quantificare l'impegno assistenziale dell'Università, si deve considerare che il personale docente universitario concorre al perseguimento globale delle finalità di didattica, ricerca ed assistenza. in relazione alle posizioni funzionali rivestite.
In particolare, il numero delle unità sarà calcolato come se ogni docente universitario avesse una valenza di impiego sanitario tendenziale al 50% del suo debito orario per le attività assistenziali.
3)  Il personale universitario, per quanto attiene all'esercizio dell'attività assistenziale, assume i diritti ed i doveri previsti dalle norme stabilite per il personale del servizio sanitario nazionale, fatte salve per il personale docente le norme del proprio stato giuridico, ai sensi di quanto previsto dall'art.102 del D.P.R. 11 luglio 1980, n. 382 e successive modifiche ed integrazioni.
4)  Il controllo dell'impegno orario del personale universitario, basato su sistemi di rilevazione obiettivi (controllo orario con tesserino magnetico), viene regolamentato dall'Università con appositi accordi con le aziende ospedaliere.
5)  Nell'organizzazione dell'attività complessiva dei dipartimenti e nella gestione delle relative attribuzioni, le strutture sanitarie, di cui all'art. 4 del presente protocollo e l'Università, nel rispetto delle vigenti norme, si impegnano a non effettuare distinzioni tra il personale universitario e quello non universitario presente nella medesima struttura.
Parimenti i benefici economici derivanti al personale universitario dall'attività assistenziale saranno corrisposti con i medesimi tempi e le stesse modalità adottate per il personale ospedaliero.
Le strutture sanitarie di riferimento, di cui all'art. 4 del presente protocollo, dovranno, altresì, predisporre spazi adeguati al fine di consentire al personale universitario l'esercizio delle attività libero professionali e dovranno permettere, altresì, l'attività per conto terzi, regolata dall'art. 66 del D.P.R. n. 382/80, fermo restando il ristoro degli oneri sopportati dall'azienda.
6)  I professori ed i ricercatori universitari e le figure equiparate che svolgono attività assistenziale, in relazione all'attività svolta, ai programmi concordati da realizzare ed alle specifiche funzioni loro attribuite, sono responsabili dei risultati assistenziali conseguiti. Essi rispondono dell'adempimento dei doveri assistenziali al direttore generale.
A tal fine, ai sensi e secondo la procedura prevista dall'art. 5, comma 14 del decreto legislativo n. 517/99, presso ciascuna azienda ospedaliera universitaria è istituito un comitato di garanti composto da 3 membri: di cui 1 è il preside della Facoltà di medicina e chirurgia che assume le funzioni di presidenza, gli altri 2 sono nominati d'intesa dal rettore e dal direttore generale.
Il parere reso dal comitato, ai sensi del citato art. 5, comma 14, deve essere espresso tenendo conto delle peculiari funzioni di didattica e di ricerca svolte dai docenti universitari.
7)  L'orario settimanale di servizio di ciascun docente e ricercatore universitario, per lo svolgimento delle proprie mansioni didattiche, di ricerca e di assistenza, globalmente considerato, è pari all'impegno orario minimo previsto dai contratti di lavoro delle distinte aeree della dirigenza del servizio sanitario nazionale, fermo restando che l'attività assistenziale dovrà svolgersi in coerenza con le previsioni di cui al precedente comma 2.
8)  La distribuzione dell'orario ordinario e straordinario di attività dei professori e dei ricercatori universitari nonché delle figure equiparate, deve tenere conto del piano di lavoro della struttura di appartenenza e della programmazione dell'attività didattica e di ricerca e delle necessarie attività assistenziali. D'intesa con la direzione sanitaria dell'azienda, l'orario di servizio di ogni singolo medico universitario può prevedere, entro il monte orario fissato, una distribuzione differenziata nelle singole giornate.
Sentiti i responsabili delle singole strutture, la direzione sanitaria determina preventivamente le eventuali ore di straordinario, nonché le prestazioni di turni di guardia o di reperibilità effettuate dai docenti universitari e figure equiparate.
9)  Ai docenti universitari ed alle figure ad essi equiparate si riconosce, ai sensi dell'art. 6 del decreto legislativo n. 517/99 e del D.P.C.M. 24 maggio 2001, in aggiunta al trattamento economico erogato dall'Università:
a)  un ulteriore trattamento graduato in relazione alle responsabilità connesse ai diversi tipi di incarico (indennità di posizione)
b)  un ulteriore trattamento graduato in relazione ai risultati ottenuti nell'attività assistenziale, gestionale ed organizzativa nonché all'efficacia nella realizzazione dell'integrazione tra attività assistenziale didattica e di ricerca, valutati secondo parametri di efficacia, adeguatezza ed efficienza (indennità di risultato).
Ove ricorrano i presupposti di legge, al personale docente ed alle figure equiparate, spetta, altresì, l'indennità di cui all'art. 5, comma 3, del decreto legislativo n. 517/99 (indennità di esclusività del rapporto), nonché i compensi legati alle particolari condizioni di lavoro (indennità di rischio radiologico, indennità di turno etc.) ovvero al raggiungimento di obiettivi predefiniti.
L'importo dei suddetti trattamenti viene attribuito mensilmente dall'azienda all'Università e da questa ai docenti universitari ed alle figure ad essi equiparate.
Le indennità di cui al primo comma dell'art. 6 del decreto legislativo n. 517/99, sono erogate nei limiti e con le modalità previste dall'art.6, comma 2, decreto legislativo n. 517/99 e dall'art. 3, comma 4, D.P.C.M. 24 maggio 2001.
10)  Con riferimento al personale medico universitario di ruolo, di cui all'art. 102 del D.P.R. n. 382/80, l'Università e la Regione, ai sensi dell'art. 15nonies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modifiche ed integrazioni, definiscano per il periodo di sperimentazione le seguenti modalità e limiti per lo svolgimento di specifiche attività assistenziali strettamente correlate all'attività di didattica e di ricerca.
Il personale medico docente universitario in fuori ruolo non può svolgere attività assistenziale.
Il personale medico docente universitario, che va in pensione o in fuori ruolo o che ha superato il 70° anno di età, cessa dallo svolgimento delle attività assistenziali nonché dall'incarico di eventuale direzione di struttura.
Almeno 3 mesi prima della data di raggiungimento del 70° anno di età, il personale di ruolo, interpellato dal direttore generale, formula le proposte relative alle specifiche attività assistenziali che lo stesso considera strettamente correlate all'attività di didattica e di ricerca e che svolgerà dopo il superamento del limite di età di 70 anni e fino alla immissione in fuori ruolo.
In sede di prima applicazione del presente protocollo, per il personale di ruolo che abbia già raggiunto il detto limite di età, il termine di 3 mesi decorre dalla stipula del presente accordo.
Il direttore generale ed il rettore, sulla base delle proposte formulate definiscono e formalizzano, sentito il direttore del dipartimento, le specifiche attività assistenziali strettamente correlate all'attività di didattica e di ricerca che lo stesso dovrà svolgere.
Anche in mancanza di proposte dell'interessato, il direttore generale ed il rettore d'intesa comunicano, comunque, le proprie determinazioni entro la data del superamento del suddetto limite di età.
Al suddetto personale di ruolo che ha superato il 70° anno di età e fino a quando rimane in ruolo, è consentito lo svolgimento dell'attività libero professionale intramuraria, secondo le modalità previste per l'attività istituzionale.
11) Per il personale tecnico, amministrativo e sanitario, fino all'adozione dei decreti interministeriali di cui all'art.8, comma 5, del decreto legislativo n. 517/1999, l'Università accerta le collocazioni professionali in essere e le corrispondenze in essere con le figure del personale del servizio sanitario nazionale, mantenendone provvisoriamente la vigenza, ai sensi dell'art. 51 del contratto collettivo nazionale di lavoro comparto Università del 9 agosto 2000 e dell'art. 3, comma 5, del D.P.C.M. 21 maggio 2001, ove coerenti con le convenzioni e i protocolli d'intesa Regione/Università vigenti nel tempo.
A far data dalla sottoscrizione dei presenti protocolli d'intesa, gli ulteriori provvedimenti inerenti alla'utilizzazione del personale universitario tecnico, amministrativo e sanitario presso l'Azienda sono adottati dal direttore generale, secondo criteri definiti nell'atto aziendale, in conformità alla disciplina vigente per il corrispondente personale dipendente dal servizio sanitario nazionale ed alla relativa normativa universitaria, anche per quanto concerne il possesso dei necessari titoli di studio e professionali per l'accesso all'area della dirigenza.
Detto personale è tenuto ad impegnare nelle attività istituzionali di pertinenza e nelle strutture di appartenenza il totale del proprio debito orario, secondo le previsioni dei contratti collettivi a loro applicabili.
Il personale tecnico amministrativo, nel caso di gravi mancanze ai doveri connessi all'attività assistenziale risponde al direttore generale, secondo la disciplina prevista per il personale di pari funzioni del servizio sanitario nazionale.
Il direttore generale applicherà le eventuali sanzioni su parere conforme di un'apposita commissione di disciplina, istituita a tal fine presso ciascuna azienda ospedaliera universitaria.
La commissione è composta da 3 membri di cui 2 sono nominati d'intesa tra rettore e direttore generale dell'azienda e 1 è nominato dal rettore e ne assume le funzioni di presidenza.
12)  Il personale dirigenziale dei servizio sanitario nazionale che opera nei dipartimenti ad attività integrata, impegnato in attività didattica, accede ai fondi di ateneo, di cui all'art. 4, comma 2, della legge 19 ottobre 1999, n. 370, previa deliberazione dei competenti organi accademici.
L'azienda ospedaliero-universitaria, compatibilmente con le disponibilità del proprio bilancio, è autorizzata a svolgere, secondo la normativa vigente per il personale del servizio sanitario nazionale, le procedure di reclutamento o di mobilità, ivi comprese quelle di mobilità intercompartimentale o interregionale, per l'assunzione del personale del servizio sanitario nazionale da adibirsi a compiti di diretta assistenza agli infermi. Il suddetto personale, una volta assunto, non assume lo status di dipendente universitario, dovendo il relativo rapporto di lavoro intendersi costituito direttamente con l'azienda.
La dotazione organica del personale di cui sopra ed eventuali modifiche o integrazioni della stessa, sono adottate dal direttore generale sentito il rettore, ferme restando le modalità di controllo e vigilanza da parte dell'Amministrazione regionale previste dalla normativa vigente.
Il personale del servizio sanitario regionale è disciplinato dalle disposizioni vigenti per l'area di rispettiva pertinenza ed ha diritto all'applicazione di tutti gli istituti contrattuali previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro per il personale della dirigenza e del comparto del servizio sanitario nazionale.
Tale personale svolge le proprie attività nelle strutture cui è assegnato, rispondendone al direttore generale, ed è tenuto ad impegnare nelle attività istituzionali di pertinenza e nelle strutture di appartenenza il totale del proprio debito orario. Nel caso di gravi mancanze ai doveri connessi all'attività svolta, il personale risponde al direttore generale che applicherà le eventuali sanzioni con le modalità previste nei vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro, per il personale del servizio sanitario nazionale.

Art. 11
Formazione degli specializzandi e del personale infermieristico tecnico e della riabilitazione e della prevenzione

1) Le Università e la Regione promuovono la massima integrazione collaborazione tra il sistema formativo ed il sistema sanitario, al fine di perseguire i comuni obiettivi di qualità e potenziamento della formazione degli specializzandi, nonché della formazione infermieristica, tecnica. della riabilitazione e della prevenzione.
L'integrazione tra l'Università e la Regione attinente alla funzione formativa e di ricerca ed all'attività assistenziale comprende anche le attività di formazione post specialistica previste dal decreto legislativo n. 502/92 e successive modifiche. In particolare, la Regione può avvalersi dell'Università ai fini dell'organizzazione dei corsi di formazione in materia di sanità pubblica e di organizzazione e gestione sanitaria di cui all'art. 3 bis, comma 4, del decreto legislativo n. 502/92. Si concorda altresì che le strutture indicate nell'art. 4 del presente protocollo rientrano quelle di cui all'art. 6 sexies del decreto legislativo n. 502/92.
2) La programmazione della formazione specialistica e della formazione infermieristica, tecnica, della riabilitazione e della prevenzione deve essere realizzata sulla base dei fabbisogni rilevati, secondo la disciplina vigente in materia, promovendo le scelte con-formi alla normativa comunitaria.
Al fine della programmazione della formazione di cui sopra, è istituita una Commissione paritetica, con funzioni propositive, formata dai presidi delle facoltà di medicina e chirurgia delle Università siciliane e da tre dirigenti nominati dall'Assessore regionale alla sanità.
3) In attuazione dei rapporti di collaborazione di cui ai precedenti commi, le aziende interessate mettono a disposizione dell'Università strutture, personale ed attrezzature al fine di consentire l'espletamento delle attività didattiche, scientifiche ed assistenziali, ivi compresi i correlativi servizi generali per gli studenti ed i docenti.
4) Le strutture, il personale e le attrezzature necessarie per l'attività dei corsi di specializzazione e dei diplomi universitari o dei corrispondenti corsi di laurea di primo livello, saranno individuate nei successivi accordi attuativi, di cui ai commi 2 e 3 dell'art. 6 del decreto legislativo n. 502/'92, tenendo conto della tipologia e dei volumi dell'attività assistenziale necessaria per la formazione degli specializzandi e del personale sanitario.
5) La tipologia delle attività assistenziali funzionali alle esigenze della formazione degli specializzandi e del personale sanitario è individuata in base ai relativi ordinamenti didattici ed alla normativa vigente. Le previsioni poste al riguardo dai protocolli d'intesa vigenti alla data di sottoscrizione del presente atto sono fatte salve, ove compatibili con la vigente normativa di legge.
II volume delle dette attività è adeguato al numero previsto dallo statuto di ciascuna delle scuole di specializzazione attivata presso l'Ateneo nonché al numero degli iscritti al primo anno di ciascun corso di diploma delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche della riabilitazione e della prevenzione o dei corrispondenti corsi di laurea di primo livello.
6)  In attesa delle disposizioni vigenti in ordine ai requisiti di idoneità della rete formativa e delle singole strutture che la compongono e degli standard di accreditamento, le strutture sanitarie già convenzionate con le Università, di cui all'art. 4 del presente protocollo, sono da ritenersi individuate e quindi temporaneamente accreditate, limitatamente alle funzioni connesse alla formazione, ai sensi dell'art. 7 del D.P.C.M. 24 maggio 2001.
7) E' istituito l'Osservatorio regionale di cui all'art. 44 del decreto legislativo 17 agosto 1999 n. 368, composto da tre dirigenti medici ospedalieri scelti dalla Regione e dai tre presidi della facoltà di medicina e chirurgia, nonché da tre direttori delle scuole di specializzazione delle facoltà di medicina e chirurgia, ciascuno dei quali scelto dal rispettivo rettore e da tre rappresentanti dei medici in formazione specialistica, eletti nel numero di uno per ciascuna Università, fra gli iscritti alle scuole di specializzazione delle facoltà di medicina e chirurgia, secondo le modalità stabilite dal rispettivo Ateneo.
Il presidente dell'Osservatorio regionale è uno dei presidi delle facoltà di medicina e chirurgia dagli stessi designato.
8) Le Università, per consentire la partecipazione del personale del servizio sanitario regionale alla didattica, possono avvalersi per lo svolgimento degli insegnamenti tecnico pratici al responsabile della struttura coinvolta per la formazione degli specializzandi. Può, inoltre, affidare funzioni di tutor ai dirigenti nelle strutture coinvolte per la formazione degli specializzandi.
Le Università assicurano, altresì, l'insegnamento delle discipline previste dagli ordinamenti didattici anche con il personale afferente alla sede dei corsi di formazione infermieristica, tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, purché in possesso dei requisiti ritenuti idonei dal consiglio di facoltà di medicina e chirurgia, tenendo conto dell'esperienza didattico scientifica acquisita. L'attribuzione degli insegnamenti dovrà avvenire annualmente previo avviso pubblico in conformità alla normativa vigente.
9) Al personale infermieristico o dell'area tecnica o della riabilitazione del servizio sanitario regionale, in possesso del massimo livello di formazione professionale, ed in mancanza di questo requisito, al personale a cui, per attività professionale svolta, sia riconosciuta competenza, capacità, esperienza quinquennale di servizio nell'ambito della formazione che sia ritenuto dotato di capacità didattico pedagogica, possono essere affidate funzioni di tutor al fine di assistere ed orientare gli studenti dei diplomi universitari e dei corrispondenti di primo livello.
10) In conformità alle vigenti disposizioni, la Regione potrà finanziare la formazione medico specialistica in eccedenza alle assegnazioni deliberate in sede nazionale dagli organi competenti.
La Regione potrà, altresì, finanziare borse di studio o assegni di frequenza in favore della formazione per il personale sanitario.
11)  Ai sensi dell'art.16 sexies, comma 2, del decreto legislativo n. 502/92 e successive modificazioni, la Regione indica l'azienda policlinico quale struttura di coordinamento delle attività svolte nella formazione degli specializzandi e degli studenti dei corsi di laurea e, in via transitoria, nei corsi di diploma universitario delle professioni sanitarie, infermieristiche, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
12)  L'attuazione del presente articolo è rimessa alla stipula di appositi accordi tra le Università e le strutture sanitarie di cui ai commi 2 e 3 dell'art. 6 del decreto legislativo n. 502/92.
13) Le parti convengono che fino a quando non saranno sottoscritti i nuovi accordi attuativi, resta in vigore il precedente protocollo con i relativi accordi attuativi.

Art. 12
Apporto dell'Università al sostentamento delle aziende

1) Le Università concorrono alle attività correnti delle aziende ospedaliere universitarie con l'apporto di personale docente e tecnico, amministrativo e sanitario di cui all'art. 10 del presente protocollo nonché con l'apporto di beni mobili ed immobili.
2) Le Università concedono alle aziende policlinico l'uso gratuito dei beni mobili ed immobili dalle stesse attualmente utilizzati, con oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria a carico dell'azienda e con vincolo di destinazione ad attività assistenziale.
Alla cessazione della destinazione all'attività assistenziale i beni rientrano nella piena disponibilità dell'Università.
Tali beni saranno specificamente individuati con separato atto stipulato tra Università ed azienda con il quale sarà anche dettagliatamente disciplinato l'uso di tali beni. Nelle more dell'emanazione del superiore atto, rimangono in vigore le precedenti determinazioni adottate in merito dai competenti organi dell'Università.
3)  Le aziende policlinico subentrano, fino alla loro scadenza, nei rapporti di lavoro a tempo determinato in essere con l'Università e stipulati per le esigenze della medesima azienda.
4)  Gli oneri sostenuti dall'Università per la retribuzione del personale universitario inserito nelle attività assistenziale e per le immobilizzazioni e per le attrezzature universitarie utilizzate anche per l'assistenza devono essere rilevati nell'analisi economica e finanziaria dell'azienda ed evidenziati nei rispettivi atti di bilancio.

Art. 13
Finanziamento regionale

1)  Le aziende ospedaliere universitarie e le aziende ospedaliere di cui all'art. 4 sono classificate nella fascia dei presidi a più elevata complessità assistenziale e, pertanto, la Regione si impegna ad applicare la tariffazione delle prestazioni secondo il DRG stabilito per i presidi a più elevata complessità assistenziale.
2)  La Regione riconosce i maggiori costi indotti sulle attività assistenziali dalle funzioni di didattica e di ricerca, corrispondendo annualmente alle aziende ospedaliero-universitarie un'integrazione pari al 5% della valorizzazione annua dell'attività assistenziale complessiva (D.R.G.).
Alle strutture complesse a direzione universitaria delle aziende di cui al comma 1 dell'art. 4 del presente protocollo, riconosciuto quanto stabilito nel comma precedente.
3)  Tali risorse sono evidenziate negli atti di bilancio aziendale e saranno impiegate per obiettivi di qualificazione dell'integrazione tra le attività didattiche, scientifiche ed assistenziali approvate dall'Assessorato regionale della sanità sentiti il rettore ed il direttore generale.
4)  La Regione erogherà, in maniera prioritaria, alle aziende di cui al precedente art. 4, ulteriori finanziamenti per le funzioni non tariffabili in materia di ricerca scientifica, come previsto dalla normativa nazionale in tema di finanziamento delle attività sanitarie.
L'Università concorderà con la Regione l'attuazione di progetti di ricerca, finanziati dalla Regione, finalizzati a sviluppare innovazioni scientifiche da applicare al settore sanitario, di nuovi istituti di gestione, anche sperimentali, nonché di modelli organizzativi ed informativi.
5. Nel caso in cui la Regione erogherà alle altre aziende ospedaliere presenti nel territorio ulteriori finanziamenti per alcune attività assistenziali specifiche (emergenza, alta specialità, etc.), provvederà a corrispondere ciò anche alle aziende ospedaliero-universitarie.

Art. 14
Compartecipazione della Regione e dell'Università ai risultati di gestione

1)  Concluso il periodo quadriennale di sperimentazione, la Regione e l'Università compartecipano ai risultati di gestione per quote percentuali da determinarsi con successivo accordo.
Tale accordo dorrà, altresì, prevedere l'adeguamento dei criteri di compartecipazione previsti dall'art. 10, comma 4, del D.P.C.M. 24 maggio 2001.
2)  Determinate le quote di partecipazione ai risultati di gestione, in caso di risultati finanziari negativi nella gestione dell'azienda quest'ultima deve provvedere al ripiano degli stessi entro il biennio successivo a quello di loro rilevazione, pena la decadenza del direttore generale. Per i risultati finanziari negativi superiori ad una quota di disavanzo pari al 10% della spesa corrente cumulato anche in più esercizi, la Regione e l'Università concordano appositi piani di rientro poliennali che devono tenere conto delle responsabilità di gestione relative alle distinte funzioni di governo delle attività assistenziali e di governo delle attività di didattica e di ricerca.
La redazione dei piani di rientro è affidata alla commissione paritetica di cui al precedente art. 2.
3)  In caso di mancato accordo, l'Assessore regionale per la sanità ed il rettore, sentito il comitato regionale di coordinamento dell'Università di cui al D.P.R. 27 gennaio 1998, n. 25, valutano concordemente l'opportunità di procedere alla disdetta del presente protocollo per la parte concernente l'azienda ospedaliero-universitaria interessata ed in tale ipotesi nomineranno d'intesa un commissario per la gestione dell'azienda stessa.
4)  Gli eventuali risultati finanziari positivi di gestione del l'azienda sono utilizzati per il finanziamento di programmi di ricerca di interesse didattico scientifico ed assistenziale al fine di sviluppare la qualità delle prestazioni e della ricerca scientifica, detratta la quota destinata al ripiano di eventuali risultati negativi degli anni precedenti prevista dai piani di rientro concordati.

Art. 15
Norme transitorie

1)  Con riferimento alle strutture assistenziali funzionali alla didattica ed alla ricerca delle aziende di cui al precedente art. 4, si conviene che, all'atto della sottoscrizione del presente protocollo d'intesa si intendono conferivate le UU.OO. complesse esistenti. Si intendono peraltro immediatamente autorizzate le articolazioni dipartimentali già esistenti all'atto della sottoscrizione del presente accordo. Nelle more della definizione dell'atto aziendale, eventuali ulteriori attivazioni successive alla stipula del presente protocollo, aventi carattere strategico per l'azienda o per l'Università, potranno essere autorizzate, sentita la Facoltà di medicina e chirurgia, a seguito di specifiche intese tra I'Università e l'Assessorato.
2)  Sono confermati fino alla scadenza dei rispettivi contratti gli attuali direttori generali.

Art. 16
Norme finali

1. L'Università e la Regione si impegnano ad adeguare il presente protocollo di intesa agli atti di indirizzo e di coordinamento, alle linee guida, ai decreti interministeriali ed agli accordi previsti dall'art. 2, comma 3; dall'art. 3, comma 1; dall'art. 5, comma 2; dall'art. 7, comma 2; dall'art. 8, comma 5 e dall'art. 7 del decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517, in quanto ap-plicabili.
Le parti concordano che il periodo di sperimentazione di cui all'art. 2 del decreto legislativo n. 517/99, con riferimento al presente protocollo, inizia a decorrere dalla data di stipula dello stesso.
2. Per quanto non previsto nel presente protocollo si rinvia a quanto stabilito nel decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517 e nel D.P.C.M. 4 maggio 2001 ed eventuali successive modifiche ed integrazioni.
L'Assessore per la sanità: CITTADINI
Il rettore dell'Università di Palermo: SILVESTRI

ARTICOLAZIONE DIPARTIMENTALE DEL POLICLINICO UNIVERSITARIO

Approvato dall'organo di indirizzo in data 5 luglio 2002 e dal consiglio di facoltà nella seduta del 18 luglio 2002:
 1)  dipartimento biomedico di medicina interna e specialistica;
 2)  dipartimento di medicina clinica e delle patologie emergenti;
 3)  dipartimento di medicina interna, malattie cardiovascolari e nefro-urologiche;
 4)  dipartimento di chirurgia generale e d'urgenza, cardiovascolare e dei trapianti d'organo;
 5)  dipartimento di psichiatria, psicologia clinica e riabilitazione psichiatrica;
 6)  dipartimento integrato delle chirurgie speciali;
 7)  dipartimento di oncologia;
 8)  dipartimento integrato di scienze neurologiche, ortopedia e riabilitazione;
 9)  dipartimento materno-infantile;
10)  dipartimento di emergenza-urgenza;
11)  dipartimento di scienze radiologiche;
12)  dipartimento di diagnostica di laboratorio;
13)  servizi centrali d'ospedale;
14)  dipartimento della formazione.


N.B. - L'allegato A di cui all'art. 6, comma 2, della bozza di protocollo d'intesa, relativo alla modulazione assistenziale delle strutture complesse, è da definirsi da parte della direzione aziendale.
DECRETO 10 dicembre 2003.
Modifica del decreto 11 novembre 2002, concernente autorizzazione all'unità operativa di oculistica dell'Azienda ospedaliera S.Antonio Abate di Trapani alla somministrazione della specialità medicinale Visudyne.
L'ISPETTORE GENERALE DELL'ISPETTORATO REGIONALE SANITARIO

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge n. 833/78;
Vista la legge regionale n. 6/81;
Visti i decreti legislativi n. 502/92, n. 517/93 e n. 229/99;
Vista la legge regionale n. 30/93 e n. 33/94 e relativi decreti attuativi;
Visto il decreto legge 21 ottobre 1996, n. 536, relativo alle misure per il contenimento della spesa farmaceutica e la determinazione del tetto di spesa per l'anno 1996, convertito in legge 23 dicembre 1996, n. 648, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 300 del 23 dicembre 1996;
Visto il decreto ministeriale 5 marzo 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 84 del 10 aprile 2001, con il quale è stato definito il regime di rimborsabilità e prezzo di vendita della specialità medicinale "Visudyne" (Verteporfina), registrata con procedura centralizzata europea per il trattamento della neovascolarizzazione coroidale subfoveale nella degenerazione maculare legata all'età;
Visto il decreto n. 66 del 25 gennaio 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana del 29 marzo 2002, n. 15, con il quale la Regione siciliana ha ritenuto opportuno fissare le caratteristiche per l'individuazione delle strutture sanitarie da autorizzare per il trattamento della neovascolarizzazione coroidale subfoveale nella degenerazione maculare legata all'età e per la dispensazione della specialità medicinale "Visudyne" (Verteporfina);
Vista la nota prot. n. 935 del 27 aprile 2002, con la quale il direttore generale dell'Azienda ospedaliera S.Antonio Abate di Trapani ha richiesto l'individuazione dell'unità operativa di oculistica dell'Azienda quale centro autorizzato alla somministrazione della specialità medicinale "Visudyne" (Verteporfina) dichiarandone il possesso dei requisiti previsti dall'art. 1 del decreto n. 66/2002;
Visto il verbale del sopralluogo ispettivo, assunto con prot. Dirs/2/4138 del 29 ottobre 2002, redatto da funzionari di questo Assessorato;
Visto il decreto n. 2117 dell'11 novembre 2002, con il quale questo dipartimento ha individuato la suddetta unità operativa quale centro autorizzato all'effettuazione della terapia fotodinamica e nominando, su indicazione della stessa Azienda ospedaliera, responsabile dei trattamenti il dott. Vito Gioia;
Vista la nota prot. n. 19531/4198 D.S. del direttore generale dell'Azienda ospedaliera S.Antonio Abate di Trapani, con la quale si comunica che il dott. Gioia ha lasciato definitivamente il rapporto di lavoro con l'Azienda S. Antonio Abate di Trapani e contestualmente chiede di nominare responsabile dei trattamenti il dott. Federico Cucco;
Ritenuto dover apportare le dovute modifiche al decreto n. 2117/2002;
Visti gli atti d'ufficio;

Decreta:


Art. 1

Per le motivazioni di cui in premessa, l'art. 2 del decreto n. 2117 dell'11 novembre 2002 è sostituito dal seguente: "Il medico responsabile della struttura autorizzata ad effettuare la diagnosi e il trattamento fotodinamico è il dott. Federico Cucco, nato a Palermo il 5 dicembre 1962, responsabile dell'unità operativa di oftalmologia dell'Azienda ospedaliera S.Antonio Abate di Trapani".

Art. 2

Resta fermo quant'altro previsto dal sopra citato decreto n. 2117 dell'11 novembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 59 del 27 dicembre 2002.
Il presente decreto sarà pubblicato per esteso nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana ed inviato al Ministero della salute.
Palermo, 10 dicembre 2003.
  AMARI 

(2003.52.3203)
102

DECRETO 19 dicembre 2003.
Rideterminazione della pianta organica delle farmacie del comune di Agira al 31 dicembre 1999.
L'ASSESSORE PER LA SANITA'

Visto lo Statuto della Regione;
Visto il testo unico delle leggi sanitarie, approvato con R.D. n. 1265/34;
Visto il R.D. n. 1706/38;
Vista la legge n. 475/68;
Visto il D.P.R. n. 1275/71;
Vista la legge n. 833/78;
Vista la legge n. 362/91;
Vista la legge regionale n. 10/91;
Viste le leggi regionali nn. 30/93 e 33/94 e relativi decreti attuativi;
Vista la circolare assessoriale n. 923 del 24 aprile 1997;
Visto il decreto n. 24534 del 12 febbraio 1998, con il quale è stata, tra l'altro, rideterminata al 31 dicembre 1995 la pianta organica delle farmacie del comune di Agira;
Visto il decreto n. 33939 del 9 febbraio 2001, con il quale viene confermata al 31 dicembre 1997 la pianta organica delle farmacie dei comuni della provincia di Enna, tra i quali il comune di Agira;
Vista la nota n. 18139 del 29 ottobre 2002, con la quale il comune di Agira manifesta l'esigenza di decentrare una delle esistenti farmacie nella zona bassa del territorio comunale, al fine di migliorare il servizio farmaceutico;
Visto il verbale della conferenza di servizi tenutasi in data 11 dicembre 2002, presso i locali dell'Assessorato regionale della sanità, per la definizione dell'istruttoria del procedimento di revisione della pianta organica delle farmacie del comune di Agira al 31 dicembre 1999, nel corso della quale il sindaco si impegnava a promuovere una riunione informale con i farmacisti titolari, al fine di illustrare la proposta comunale per il miglioramento del servizio, ed a predisporre gli atti tecnici necessari al procedimento de quo;
Visto il verbale della successiva conferenza di servizi in data 2 aprile 2003, nel corso della quale sono stati visionati gli elaborati dell'ufficio tecnico comunale in merito alla proposta di revisione della pianta organica;
Vista la nota n. 777 del 15 aprile 2003, con la quale è stato comunicato ai farmacisti titolari del comune anzidetto l'avvio dell'iter procedurale finalizzato alla revisione della pianta organica delle farmacie ed è stato al contempo richiesto agli stessi di manifestare l'eventuale disponibilità al decentramento del proprio esercizio farmaceutico nella zona a valle dell'abitato, come individuata dal comune in linea di massima;
Vista la nota del 24 aprile 2003, con la quale la dott.ssa Buttafuoco Anna Maria comunicava la propria disponibilità al trasferimento del proprio esercizio farmaceutico nella zona carente di servizio di cui sopra;
Vista la nota assessoriale n. 993 del 20 maggio 2003, con la quale si chiedeva al comune interessato di far pervenire l'esatta delimitazione della nuova circoscrizione;
Vista la nota del comune di Agira n. 20203 del 10 novembre 2003, con la quale è stata riportata la nuova delimitazione delle tre sedi farmaceutiche;
Vista la nota assessoriale n. 2629 del 17 novembre 2003, con la quale si invita la dott.ssa Buttafuoco Anna Maria a voler far pervenire accettazione formale della nuova circoscrizione così come esattamente delimitata;
Vista la nota del 25 novembre 2003, con la quale la dott.ssa Buttafuoco Anna Maria comunica di accettare formalmente la nuova circoscrizione come indicata nella sopracitata nota;
Visto il combinato disposto degli artt. 1 della legge n. 475/68, così come sostituito dall'art. 1 della legge n. 362/91, e dell'art. 2 del D.P.R. n. 1275/71, con il quale viene stabilito che in occasione della revisione delle piante organiche, tenuto conto delle nuove esigenze del l'assistenza farmaceutica determinata dagli spostamenti avvenuti nella popolazione o dal sorgere di nuovi centri abitativi, possono essere riviste le circoscrizioni delle sedi di un comune e conseguentemente può essere modificata l'assegnazione ad esse delle farmacie;
Visto l'art. 1 della citata legge n. 362/91, che prevede che vi sia una farmacia ogni 5.000 abitanti nei comuni con popolazione fino a 12.500 abitanti ed una farmacia ogni 4.000 abitanti negli altri comuni;
Visto il comma 3 dell'art. 1 della stessa legge n. 362/91, il quale stabilisce che la popolazione eccedente rispetto ai parametri di cui al 2° comma sopradetto, è computata, ai fini dell'apertura di una nuova farmacia, qualora sia pari ad almeno il 50% dei parametri stessi;
Visto il comma 1 dell'art. 5 della stessa legge n. 362/91, che dispone la revisione della pianta organica delle farmacie quando risultino intervenuti mutamenti nella distribuzione della popolazione del comune, anche senza sostanziali variazioni del numero complessivo degli abitanti, per la conseguente nuova determinazione delle circoscrizioni delle sedi farmaceutiche;
Considerato che la ripartizione territoriale delle sedi è stata effettuata con criterio di equità;
Visti i dati ISTAT sulla popolazione residente nel comune di Agira al 31 Dicembre 1999, pari a 8.869 abitanti;
Acquisiti i pareri favorevoli dell'Azienda unità sanitaria locale n. 4 e dell'ordine provinciale dei farmacisti di Enna in sede di conferenza dei servizi;
Ritenuto, pertanto, di potere rideterminare la pianta organica delle farmacie del comune di Agira al 31 dicembre 1999, intendendo con essa operanti le revisioni biennali non effettuate al 31 dicembre degli anni dispari e recependo eventuali trasferimenti di titolarità e di locali che possano essersi verificati sino all'emissione del presente provvedimento;
Visti gli atti d'ufficio;

Decreta:


Articolo unico

Per le motivazioni espresse in premessa, viene rideterminata al 31 dicembre 1999, come di seguito riportata, la pianta organica del comune di Agira (EN):
a)  popolazione abitanti: n. 8.869;
b)  sedi farmaceutiche spettanti: n. 2;
c)  sedi farmaceutiche esistenti in pianta organica: n. 3 urbane;
d)  sedi farmaceutiche funzionanti: n. 3;
e)  sede farmaceutica soprannumeraria: n. 1.
Delimitazioni delle sedi:
1ª sede urbana
-  titolare dott. Castro Domenico, piazza F. Fedele n. 21.
E' così delimitata:
-  da una linea immaginaria che collega piazza Europa (inclusa), largo Fiera (esclusa) fino ai limiti nord del territorio comunale, via Circonvallazione, via Porto Salvo (inclusa), incrocio via Vittorio Emanuele (esclusa), piazza Garibaldi (inclusa), via Cairoli (inclusa), incrocio con la via Sacramento (inclusa) e da quest'ultima fino alla via Marconi (inclusa), si prosegue da via Alia (esclusa), incrocio via Lincoln (inclusa) e da questa fino all'incrocio con la via Diodorea (esclusa). Percorrendo la via Diodorea (esclusa) dall'incrocio con via Lincoln fino all'intersezione con la via S. Costantino (esclusa) percorrere quest'ultima fino al limiti del territorio comunale. Risalire via Calvario (esclusa), via Collegio (esclusa) via Usignolo (inclusa), via Manara (inclusa), vico Clelia (esclusa), intersecare la via Vittorio Emanuele e da quest'ultima raccordarsi (incrocio) nuovamente con piaz za Europa (inclusa).
2ª sede urbana
-  titolare dott.ssa Vaccaro Maria Teresa, via Diodorea n. 4.
E' così delimitata:
-  da via Porto Salvo (esclusa) ad incrociare via Vittorio Emanuele (esclusa), piazza Garibaldi (esclusa), via Cairoli (esclusa), incrocio con la via Sacramento (esclusa) e da quest'ultima fino alla via Marconi (esclusa), si prosegue dalla via Alia (inclusa), incrocio via Lincoln (esclu sa) e da questa fino all'incrocio con la via Diodorea (inclusa). Percorrendo la via Diodorea (inclusa) dall'incrocio via Lincoln fino all'intersezione con la via S. Costantino (inclusa), procedere per la suddetta via S. Costantino (inclusa) sino a raggiungere i limiti estremi del l'abitato - lato sud; lato est; lato nord fino a raggiungere la via Circonvallazione - incrocio via Porto Salvo (esclu sa), con la via Vittorio Emanuele.
3ª sede urbana (sede di decentramento)
-  titolare dott.ssa Buttafuoco Anna Maria.
E' così delimitata:
-  dall'incrocio tra la via Circonvallazione - strada comunale Musale (inclusa), largo Fiera (inclusa), piazza Europa (esclusa) intersezione con la via Vittorio Emanuele, vico Clelia (inclusa), via Manara (esclusa), via Usignolo (esclusa), via Collegio (inclusa), via Calvario (inclusa), contrada Angeli Frontè (inclusa) fino a raggiungere i limiti estremi del territorio comunale a sud; a sud-ovest; a ovest; a nord-ovest.
Il presente decreto verrà inviato al comune di Agira per la pubblicazione all'albo pretorio per 15 giorni consecutivi, all'Azienda unità sanitaria locale n. 4 di Enna, all'ordine provinciale dei farmacisti di Enna ed alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana per la pubblicazione per esteso.
Palermo, 19 dicembre 2003.
  CITTADINI 

(2003.52.3199)
028

DECRETO 19 dicembre 2003.
Determinazione della pianta organica delle farmacie del comune di Lipari al 31 dicembre 2001 e soppressione delle sedi farmaceutiche rurali site nelle isole di Panarea, Filicudi e Alicudi.
L'ASSESSORE PER LA SANITA'

Visto lo Statuto della Regione;
Visto il testo unico delle leggi sanitarie, approvato con R.D. n. 1265/34;
Vista la legge n. 475/68;
Visto il D.P.R. n. 1275/71;
Vista la legge n. 833/78;
Vista la legge n. 362/91;
Vista la legge regionale n. 10/91;
Viste le leggi regionali nn. 30/93, 33/94 e relativi decreti di attuazione;
Vista la circolare assessoriale n. 923 del 24 aprile 1997;
Visto il decreto n. 2225 del 15 novembre 2002, con il quale è stata rideterminata al 31 dicembre 1999, la pianta organica delle farmacie dei comuni della provincia di Messina, con esclusione dei comuni di Brolo, Lipari, Itala;
Visto il combinato disposto degli artt. 1 e 2 della legge n. 475/68 e del D.P.R. n. 1275/71, con il quale viene stabilito che in occasione delle revisioni delle piante organiche, tenuto conto delle nuove esigenze dell'assistenza farmaceutica determinata dagli spostamenti avvenuti nella popolazione o dal sorgere di nuovi centri abitativi, possono essere riviste le circoscrizioni delle sedi di un comune e conseguentemente modificate le assegnazioni ad essa delle farmacie;
Visto il 2° comma dell'art. 1 della legge n. 362/91, che prevede che ci sia una farmacia ogni 5.000 abitanti nei comuni con popolazione fino a 12.500 abitanti ed una farmacia ogni 4.000 abitanti negli altri comuni;
Visto il 3° comma dell'art. 1 della predetta legge n. 362/91, in base al quale la popolazione eccedente rispetto ai parametri di cui all'anzidetto 2° comma è computata ai fini dell'apertura di una farmacia, qualora sia pari ad almeno il 50% dei parametri stessi;
Visto il 2° comma dell'art. 2 della citata legge n. 362/91, secondo cui in sede di revisione delle piante organiche successiva alla data di entrata in vigore della anzidetta disposizione, le farmacie già aperte in base al solo criterio della distanza sono riassorbite nella determinazione del numero complessivo delle farmacie stabilito in base al parametro della popolazione;
Visti i dati ISTAT sulla popolazione residente nel comune di Lipari al 31 dicembre 2001;
Visto il verbale della conferenza dei servizi tenutasi in data 30 maggio 2003, nei locali di questo Assessorato regionale della sanità;
Ritenuto di dover sopprimere le sedi rurali di Panarea, Filicudi, Alicudi in quanto soprannumerarie e vacanti;
Considerato che nelle predette località il servizio è in atto assicurato da dispensari farmaceutici istituiti ai sensi del 1° comma, art. 6, legge n. 362/91;
Ritenuto che i provvedimenti istitutivi dei dispensari farmaceutici suindicati non sono conformi al disposto di cui alla citata normativa;
Visto l'art. 33 della legge regionale 16 aprile 2003, n. 4, che prevede l'istituzione di presidi di emergenza a seguito della revoca degli anzidetti dispensari;
Considerato che, per ovviare all'interruzione del pubblico servizio di assistenza farmaceutica alla revoca di dispensari istituiti con i provvedimenti sopra indicati, potrà provvedersi non appena verranno contestualmente attivati gli istituendi presidi farmaceutici di emergenza;
Considerato, altresì, che le richieste in atto pervenute da parte dei titolari del comune di Lipari per l'istituzione dei predetti presidi sono insufficienti per assicurare il servizio in tutte le isole sopra indicate;
Acquisiti i pareri del comune, dell'Azienda unità sanitaria locale n. 5 di Messina e dell'ordine provinciale dei farmacisti di Messina in sede della conferenza dei servizi suindicata;
Ritenuto di dover procedere alla revisione della pianta organica delle farmacie del comune di Lipari;
Considerato che, con il presente provvedimento, si intendono operanti le revisioni biennali non effettuate al 31 dicembre degli anni dispari pregressi e vengono recepiti eventuali trasferimenti di titolarità e di locali che possano essersi verificati sino all'emissione del presente provvedimento;
Visti gli atti d'ufficio;

Decreta:


Art. 1

Per le motivazioni di cui in premessa, viene determinata al 31 dicembre 2001 la pianta organica delle farmacie del comune di Lipari:
-  popolazione residente al 31 dicembre 2001: 10.556 abitanti;
-  sedi farmaceutiche spettanti: n. 2;
-  sedi farmaceutiche esistenti: n. 9, di cui n. 6 rurali;
-  sedi farmaceutiche funzionanti: n. 6 di cui n. 3 rurali (località: Canneto, Stromboli, Vulcano);
-  sedi farmaceutiche vacanti: n. 3 sedi rurali;
-  sedi farmaceutiche soprannumerarie: n. 7 di cui n. 3 vacanti;
-  delimitazione delle sedi farmaceutiche:
1ª sede urbana
-  titolare dr.ssa Cincotta Clotilde:
-  comprende l'abitato a monte della linea che segue la via Garibaldi, piazza Ugo di S. Onofrio, salita San Giuseppe; Maddalena da un lato, vico Selinunte fino all'incrocio dello stesso con via Emanuele.
2ª sede urbana
-  titolare dr. Finocchiaro Letterio:
-  comprende il territorio delimitato da corso Vittorio Emanuele fino a raggiungere la via S. Anna dal lato sud e dal lato nord fino a piazza Quattro Novembre, corso Umberto, via Maurolico, via Guglielmo Marconi.
3ª sede urbana
-  titolare dr. Mariano Sparacino:
-  comprende il territorio piazza Quattro Novembre e il restante corso Vittorio Emanuele; via Santa Lucia, via XXIV Maggio, piazza Mazzini, via Francesco Crispi, e tutta la parte est dell'abitato di corso Vittorio Emanuele.
4ª sede rurale
-  titolare dr.ssa Carmela Satta:
-  comprende il territorio della frazione di Canneto.
5ª sede rurale
-  titolare dr. Francesco Simone:
-  comprende il territorio dell'isola di Stromboli.
6ª sede rurale
-  titolare dr. Pietro Bonarrigo:
-  comprende il territorio dell'isola di Vulcano.

Art. 2

Le sedi farmaceutiche rurali site nelle isole di Panarea, Filicudi e Alicudi, vengono soppresse in quanto soprannumerarie e vacanti.

Art. 3

Con apposito successivo decreto, da emanarsi non appena verrà definito il procedimento per l'assegnazione dagli istituendi presidi farmaceutici di emergenza, si provvederà alla revoca dei dispensari in atto funzionanti nelle predette isole e alla contestuale istituzione dei presidi farmaceutici d'emergenza, ai sensi dell'art. 33, legge regionale 16 aprile 2003, n. 4.
Il presente decreto verrà inviato al comune di Lipari e all'Azienda unità sanitaria locale n. 5 di Messina per la pubblicazione nei rispettivi albi, alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana per la pubblicazione per esteso e all'ordine provinciale dei farmacisti di Messina.
Palermo, 19 dicembre 2003.
  CITTADINI 

(2003.52.3198)
028

DECRETO 24 novembre 2003.
Approvazione del piano territoriale della Provincia di Ragusa.
IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE URBANISTICA

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modifiche ed integrazioni;
Visti i decreti interministeriali 1 aprile 1968, n. 1404 e 2 aprile 1968, n. 1444;
Vista la legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71 e successive modifiche ed integrazioni;
Visto l'art. 12 della legge regionale n. 9 del 6 mar zo 1986, con il quale si demanda alla Provincia regionale il compito di adottare un piano relativo alla rete delle principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie nonché alla localizzazione di opere ed impianti di interesse sovracomunale;
Visto l'art. 5 della legge regionale n. 48 dell'11 dicembre 1991;
Vista la circolare n. 2 /D.R.U. del 20 gennaio 1993, nonché la successiva assessoriale, contenente chiarimenti alla stessa circolare prot. n. 47011 del 20 luglio 1993;
Visto l'art. 68 della legge n. 10 del 27 aprile 1999;
Visto il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazioni per pubblica utilità, approvato con il D.P.R. n. 327/2001 e modificato dal decreto legislativo n. 302/2002, reso applicabile con l'art. 36 della legge regionale n. 7 del 2 agosto 2002, come integrato dall'art. 24 della legge regionale n. 7 del 19 maggio 2003;
Premesso:
-  con i fogli prot. n. 18316 del 21 marzo 2001 e prot. n. 43279 del 17 luglio 2001, la Provincia regionale di Ragusa ha trasmesso gli atti e gli elaborati relativi al piano territoriale redatto ai sensi dell'art. 12 della legge regionale n. 9 del 6 marzo 1986;
-  con deliberazione n. 741 del 13 settembre 1999, il consiglio provinciale, preliminarmente ai previsti adempimenti del consiglio provinciale, ha preso atto degli elaborati costituenti il piano territoriale provinciale in argomento;
-  con la deliberazione n. 142 del 21 luglio 2000, riscontrata legittima dal Comitato regionale di controllo, sezione centrale di Palermo nella seduta del 26 ottobre 2000 con decisione n. 6165/5871, il consiglio provinciale di Ragusa ha adottato, ai sensi dell'art. 12 della legge regionale n. 9 del 6 marzo 1986, dell'art. 5 della legge regionale n. 48 dell'11 dicembre 1991, il piano territoriale provinciale come modificato dagli emendamenti approvati dallo stesso consiglio;
-  ai sensi dell'art. 3 della legge regionale n. 71/78, la Provincia regionale di Ragusa ha espletato le procedure di deposito e pubblicazione relativamente al piano adottato con la suddetta delibera n. 142/2000;
-  con la certificazione del 21 marzo 2001, il commissario straordinario ha attestato la regolarità delle procedure di deposito e pubblicazione del piano in argomento nonché la presentazione di n. 42 osservazioni/opposizioni avverso il piano adottato, di cui 13 fuori termine;
-  con la deliberazione n. 9 del 28 febbraio 2001, il commissario straordinario di Ragusa ha formulato le proprie deduzioni alle opposizioni e osservazioni presentate dai cittadini a seguito della pubblicazione del piano territoriale provinciale adottato con la deliberazione n. 142 del 21 luglio 2001;
-  con nota prot. n. 54417/XII del 26 settembre 2001, questo Assessorato, in riscontro a specifica richiesta formulata dalla Provincia regionale di Ragusa con foglio prot. n. 39856 del 13 luglio 2001, ha evidenziato la necessità di provvedere alla riadozione del piano in quanto in precedenza adottato, in assenza del parere dell'ufficio del Genio civile ex art. 13 legge n. 64/74;
Visto il foglio prot. n. 67453 del 4 dicembre 2001, assunto al prot. n. 69975 del 4 dicembre 2001 di questo Assessorato, con il quale la Provincia regionale di Ragusa, a seguito degli adempimenti indicati nella nota prot. n. 54417 del 26 settembre 2001 sopracitata, ha trasmesso gli atti e gli elaborati relativi al piano territoriale provinciale, riadattato con delibera del commissario straordinario n. 51 del 4 ottobre 2001;
Vista la deliberazione n. 51 del 4 ottobre 2001, con la quale il commissario straordinario, nel revocare la precedente delibera del consiglio provinciale n. 142 del 21 luglio 2001, ha adottato il piano territoriale provinciale;
Visti gli atti di pubblicazione, ai sensi dell'art. 3 della legge regionale n. 71/78, relativi al piano adottato con la citata delibera commissariale n. 51 del 4 ottobre 2001;
Vista la certificazione a firma del commissario straordinario, datata 23 novembre 2001, in ordine alla regolarità delle procedure di deposito e pubblicazione del piano in argomento nonché attestante la presentazione di n. 33 osservazioni/opposizioni avverso il piano adottato;
Viste le osservazioni e/o opposizioni presentate avverso il piano adottato nonché i relativi elaborati di visualizzazione delle stesse redatti a cura dell'ufficio di piano;
Vista la deliberazione n. 71 del 23 novembre 2001, con la quale il commissario straordinario, alla luce delle valutazioni dei progettisti del piano e del parere espresso dall'ufficio del piano, ha formulato le proprie controdeduzioni alle opposizioni e osservazioni presentate avverso il piano riadottato con la deliberazione n. 51 del 4 ottobre 2001;
Visto il foglio prot. n. 11206 del 5 marzo 2002, con cui la Provincia regionale di Ragusa ha trasmesso, unitamente ai relativi atti, la delibera n. 100 del 27 gennaio 2002, con la quale il consiglio comunale di Scicli ha formulato, oltre i termini previsti dall'art. 3 della legge regionale n. 71/78, osservazioni avverso il piano territoriale provinciale adottato;
Visto il parere prot. n. 17105 del 19 settembre 2001, con il quale l'ufficio del Genio civile di Ragusa, ai sensi dell'art. 13 della legge n. 64 del 2 febbraio 1974, ha espresso parere favorevole in merito al piano in argomento;
Vista la nota prot. n. 164 dell'8 gennaio 2003, con la quale l'unità operativa 1.1/D.R.U. del servizio 1 di questo Assessorato, unitamente agli atti ed elaborati relativi, al piano territoriale provinciale della Provincia di Ragusa proposta di parere n. 164 dell'8 gennaio 2003 dell'unità operativa 1.1/D.R.U. di questo Assessorato, ha sottoposto al Consiglio regionale dell'urbanistica, ai sensi del l'art. 68 della legge regionale n. 10/99, la proposta di pari estremi che di seguito in stralcio si riporta:
"....Omissis...
L'unità operativa 1.1 "Piani territoriali provinciali", visti gli atti ed elaborati, ha predisposto la seguente proposta di ufficio:
Il territorio provinciale di Ragusa è diviso amministrativamente in 12 comuni, i cui strumenti urbanistici, indicati nella tabella che segue, sono programmi di fabbricazione degli anni settanta e piani regolatori generali la cui approvazione va dagli anni settanta al 2002. Il mosaico degli strumenti urbanistici comunali si trova riportato nella tav. 1 stato di fatto e di diritto (scala 1:25.000). Si tenga presente che in tale tavola lo strumento urbanistico mosaicato per il comune di Acate è il piano regolatore generale approvato con decreto n. 331/78 del 28 dicembre 1978, per il comune di Comiso è il programma di fabbricazione approvato con decreto n. 186 del 2 settembre 1971 e per il comune di Scicli è il piano regolatore generale approvato con decreto n. 398 del 31 dicembre 1977 e non quelli riportati nella tabella che segue.
Per quanto riguarda il sistema produttivo la relazione sulle caratteristiche e sui principali problemi conseguenziali all'analisi dello stato di fatto, determinazioni dei fabbisogni rispetto agli obiettivi di piano e soluzione dei problemi mette in evidenza che nella provincia di Ragusa questo si presenta a forte vocazione agricola, con un fortissimo terziario e con un limitato sviluppo dell'industria.
L'agricoltura presenta diverse tipologie produttive (agrumi, olive, uva, ortofrutta, carruba, fiori e piante,...) ma a fronte di tale varietà e di una buona quantità di piccole imprese agricole esiste una mancanza sul piano della commercializzazione dei prodotti che porta alla necessità di operatori commerciali esterni. Tale incapacità o impossibilità all'accesso ai mercati è dovuta anche alla mancanza di una infrastruttura comune di servizi alla commercializzazione.
Per quanto riguarda la floricoltura e il vivaismo i settori dominanti appaiono quelli del fiore reciso, e le aziende con coltivazione in ambiente protetto sono molto più numerose di quelle in piena aria, con un rapporto di 9 a 1. Tale offerta è rivolta ai mercati locali o al più regionali e la distribuzione è basata sui circuiti lunghi e tradizionali che male si adattano al trasferimento di tale merce facilmente deperibile.
Anche il terziario rimane caratterizzato da servizi di tipo tradizionale, è ancora limitata la presenza di grandi poli commerciali e di strutture di grande distribuzione.
Per quanto riguarda il turismo, esiste uno squilibrio netto tra il potenziale di attrazione turistica (risorse naturali paesistiche, culturali, storiche...) e il loro utilizzo da parte dei turisti, dovuto soprattutto alla carenza di strutture ricettive e di infrastrutture di trasporto e di mobilità.
I vincoli
Gran parte del territorio provinciale risulta sottoposto a vincoli di varia natura. Detti vincoli sono riportati nella tav. 1 stato di fatto e di diritto (scala 1:25.000).
Al fine di predisporre l'istruttoria del piano territoriale provinciale di Ragusa si è ritenuto opportuno riportare nella tabella che segue i dati relativi ISTAT 1999 relativi alla popolazione e ai territori comunali, nonché gli strumenti urbanistici vigenti ed il relativo decreto di approvazione.


Comune  Strumento urbanistico Decreto di approvazione Popolazione Territorio comunale 
Acate  P.R.G. D.A. n. 271 del 23 agosto 2000 8.322 10142 
Chiaramonte Gulfi  P.R.G. D.A. n. 543 del 17 ottobre 1997 8.327 12663 
Comiso  P.R.G. D.A. n. 667 del 4 dicembre 2001 28.886 6493 
Giarratana  P.R.G. DD.AA. n. 619 del 26 luglio 1995 e n. 519 del 22 ottobre 1997 3.386 4345 
Ispica  P.R.G. D.A. n. 135 del 2 agosto 1979 14.761 11352 
Modica  P.R.G. D.A. n. 143 del 14 luglio 1977 52.464 29076 
Monterosso Almo  P.d.F. D.A. n. 63 del 27 febbraio 1978 3.403 5627 
Pozzallo  P.R.G. D.A. n. 1329 del 26 ottobre 1989 18.035 1494 
Ragusa  P.R.G. D.A. n. 183 del 2 dicembre 1974 69.631 44246 
Santa Croce Camerina  P.d.F. D.A. n. 98 del 26 aprile 1972 8.978 4076 
Scicli  P.R.G. D.A. n. 168 del 12 aprile 2002 25.886 13754 
Vittoria  P.R.G. D.A. n. 1347 de1 29 ottobre 1988 59.775 13754 


Si sono inoltre consultate le linee guida del piano paesistico regionale.
Linee guida del piano paesistico regionale
Il territorio della provincia di Ragusa è compreso nell'ambito 17 delle linee guida del piano paesistico regionale. Le linee guida mettono in evidenza "il patrimonio storico ed ambientale di elevato valore: le aree costiere che ancora conservano tracce del sistema dunale; gli habitat delle foci e degli ambienti fluviali (Irminio, Ippari); le caratteristiche "cave" di estremo interesse storico-paesistico ed ambientale; gli ampi spazi degli altopiani che costituiscono un paesaggio agrario unico e di notevole valore storico; le numerose ed importanti emergenze archeologiche che, presenti in tutto il territorio, testimoniano un abitare costante nel tempo".
Le modifiche del paesaggio sono state prevalentemente imputabili agli estesi impianti di serre che hanno modificato il paesaggio agrario tradizionale, originariamente contraddistinto da colture quali il mandorlo, l'oli vo, la vite e gli agrumi.
Le linee guida individuano varie emergenze geomorfologiche, geomorfologiche e idrologiche, biotopi, siti archeologici, centri e nuclei storici e beni isolati.
Il piano territoriale provinciale
Il piano territoriale provinciale della provincia di Ragusa è un piano complesso ed articolato, il cui fine è quello di fornire "uno sfondo entro cui le diverse tematiche possono essere valutate"; infatti il piano affronta diverse problematiche relative anche a temi che non rientrano nelle competenze dell'amministrazione provinciale e che dovranno essere esaminati a livello nazionale e/o regionale, come ad esempio i temi relativi alla ex base Nato di Comiso e al porto di Pozzallo.
Il piano è finalizzato a fornire alcune regole che potranno essere formalizzate in successivi accordi tra i soggetti interessati alla realizzazione dei singoli progetti. Il piano è dunque inteso come un "serbatoio di idee" dal quale poter attingere nel corso della gestione dell'attività dell'ente.
Con la sua ampia impostazione teorica e con le ipotesi di assetto territoriale (proposte di area vasta, piani d'area e progetti speciali) il P.T.P. partecipa alle scelte di pianificazione e di programmazione socio economica, come evidenziato e richiesto nella circolare D.R.U. n. 1/02 dell'11 aprile 2002, che si allega in copia.
D'altro canto il piano territoriale provinciale presenta un quadro conoscitivo di indubbio interesse utile per la costituzione del sistema informativo territoriale regionale, in corso di formazione. Si sottolinea, pertanto, l'importanza della visione progettuale generale del piano territoriale provinciale di Ragusa che si conforma agli indirizzi evidenziati dalla D.R.U. nella circolare di cui sopra, così come le "azioni dirette" possono considerarsi quale "piano operativo" di cui alla medesima circolare.
Lo scenario di co-pianificazione parte proprio da questa interazione tra pianificazione a diversi livelli e l'apporto del piano territoriale provinciale di Ragusa ne è un primo esempio.
Il piano acquisisce integralmente tutte le opere previste dal POP 1998-2000, ma contiene un'insieme molto più ampio di interventi che potranno essere inseriti nei successivi POP.
Tale piano si articola in azioni prescrittive relative alla rete delle principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie e alla localizzazione delle opere ed impianti di interesse sovracomunale, di cui al comma 1, art. 12, legge regionale n. 9/86 ed azioni di carattere indicativo aventi oggetto la valorizzazione delle risorse del territorio e le ricadute sotto il profilo economico ed occupazionale.
Il piano territoriale provinciale definisce gli interventi strategici che accolgono al loro interno sia le azioni prescrittive che quelle indicative. Tali interventi strategici sono: i programmi di settore, redatti dagli esperti, i piani d'area, i progetti speciali.
I programmi di settore
I programmi di settore riguardano argomenti specifici ritenuti fondamentali per la pianificazione provinciale ed essendo in stretta correlazione tra loro, costituiscono il quadro di riferimento dell'intervento della provincia sul territorio.
Il piano territoriale provinciale ha individuato 7 programmi di settore, all'interno dei quali ha esplicitato le singole azioni, per ogni azione oltre ad una breve relazione che spiega le finalità e gli obiettivi, presenta una scheda che evidenzia: i territori comunali interessati, gli enti coinvolti, l'ufficio responsabile del procedimento, i costi totali previsti, i tempi previsti, la eventuale correlazione con altre schede, le fonti di finanziamento possibili, i riferimenti legislativi, gli eventuali altri programmi di programmazione e la tipologia.
All'interno dei singoli programmi di settore sono individuate:
a)  le azioni dirette che "hanno una ricaduta cogente sulle politiche territoriali e sugli strumenti urbanistici sottordinati. All'interno di questa categoria rientrano tutte le azioni inserite nel programma opere pubbliche 1998-2000 e le altre riguardanti i diversi program mi di settore, la cui realizzazione è ritenuta immediatamente praticabile";
b)  le azioni indirette che "pur non avendo una ricaduta cogente sugli strumenti urbanistici sottordinati, costituiscono una precisa indicazione per le politiche territoriali provinciali";
c)  le azioni di supporto che "trovano la loro funzione soprattutto come sostegno e supporto per l'attuazione del quadro degli interventi definito";
d)  le azioni di coordinamento che "definiscono un quadro complessivo di interventi e lo sfondo entro il quale gli stessi trovano coerenza e compatibilità reciproca. (...) Possono dar luogo a programmi complessi di attuazione (protocolli di intesa, accordi di programma, patti territoriali, ...) e svolgono funzione orientativa delle politiche provinciali di programmazione territoriale".
Resta inteso che le azioni di cui ai precedenti pun ti b), c) e d) andranno ovviamente soggette a "concertazione" con tutti i soggetti interessati, siano essi, enti locali che associazioni di categoria, etc ...
Per quanto sopra detto si sono analizzate le schede relative alle azioni dirette dei programmi di settore così come sotto specificato. Si fa presente che all'interno delle singole schede sono individuate le singole azioni (sub-azioni) che si ritrovano nel programma di attuazione. Ad esempio la scheda A3a "caserme e strutture per le forze dell'ordine" prevede al suo interno 3 sub-azioni, che si ritroveranno nel programma di attuazione.
Nella tav. 6 sono indicate nel dettaglio, in scala variabile da 1:500 a 1:2000, le azioni dirette di trasformazione territoriale. Le singole opere sono individuate sullo stralcio della planimetria con indicate le aree omogenee degli strumenti urbanistici dei comuni nei quali tali aree ricadono, da questi stralci è possibile, quindi, individuare le eventuali aree in variante.
Nella tav. 7 sono indicate nel dettaglio, in scala 1:10.000, le azioni dirette relative alla viabilità e ai trasporti con l'indicazione del tracciato viario e/o ferroviario.
Il programma di attuazione presenta le "azioni dirette" di cui sopra secondo un carattere di priorità sulla base di una gerarchia di necessità individuata dall'amministrazione stessa.
Si è provveduto, altresì, a confrontare le previsioni di cui sopra ed a verificarle tramite raffronto con l'ortofotocarta in possesso di questo Assessorato riscontrandone, in linea di massima la loro ammissibilità.
Programma attrezzature (A)
Tale programma disciplina l'utilizzo di fabbricati di proprietà o di interesse della Provincia ad esempio fabbricati di edilizia scolastica. Il fine di tale programma è quello di costruire una rete di centri di intelligenza i cui nodi, costituiti dalle singole attrezzature, si dislocano nei diversi comuni del territorio provinciale.
Direzioni di intervento:
1)  costruzione del sistema informativo istituzionale;
2)  promozione al recupero direzionale dei centri storici;
3)  azioni di integrazione e/o ampliamento del sistema esistente;
4)  azione preventiva in materia di protezione civile.
Le direzioni di intervento si articolano in specifiche azioni tese a raggiungere le finalità enunciate.
Le azioni dirette risultano essere:
-  A3a) caserme e strutture per le forze dell'ordine;
-  A3b)  edilizia scolastica;
-  A3c)  impianti sportivi;
-  A3d)  edifici per uffici e direzionale pubblico.
All'interno di tali schede la maggior parte degli interventi risultano essere ampliamenti, completamenti, sistemazioni e messa in sicurezza e prevenzione dal rischio sismico di edifici già esistenti. Pochi interventi propongono, invece, opere di nuova costruzione.
La scheda A3a prevede l'ampliamento della caserma dei vigili del fuoco di Ragusa in zona B, la costruzione di un centro polifunzionale di protezione civile di Ragusa in verde agricolo.
La scheda A3b prevede l'ampliamento della scuola d'arte di Comiso in zona per attrezzature varie, l'ampliamento del liceo scientifico di Vittoria in zona per attrezzature varie, l'ampliamento del liceo classico di Ispica in zona per attrezzature varie, la costruzione della sede dell'Istituto professionale di Stato per servizi commerciali e turistici di Ragusa in zona per attrezzature varie, l'ampliamento dell'istituto professionale Grimaldi per sede alberghiera di Modica in zona per attrezzature varie, l'ampliamento del liceo scientifico di Modica in zona per attrezzature varie.
La scheda A3c prevede la costruzione di un mini impianto automobilistico per go kart a Comiso ricadente parzialmente in zona per attrezzature varie, in verde agricolo ed in zona per insediamenti produttivi, l'ampliamento del palazzetto dello sport a Modica in verde agricolo, la costruzione di un campo di atletica a Donnalucata in zona C e parzialmente in zona per attrezzature varie e la realizzazione di un campo di calcetto a Giarratana in zona per attrezzature varie.
La scheda A3d prevede l'ampliamento dell'edificio ex IPAI di Ragusa ricadente in verde agricolo e parzialmente in zona per attrezzature varie e in zona C.
Programma beni culturali (B)
Tale programma è finalizzato alla tutela dei beni culturali ma anche alla loro utilizzazione integrata.
Direzioni di intervento:
1)  salvaguardia immediata al sistema dei beni culturali ed ambientali riconosciuti di rilevanza sovracomunale e programma di censimento di tali beni;
2)  istituzione di nuove aree a regime tutelato ai sensi delle leggi regionali nn. 98/81 e 14/88;
3)  promozione di itinerari di valorizzazione;
4)  attività di sostegno culturale alle iniziative inerenti i beni culturali;
5)  azioni dirette sul sistema delle attrezzature e dei beni di interesse culturale.
Le direzioni di intervento si articolano in specifiche azioni tese a raggiungere le finalità enunciate.
Le azioni dirette risultano essere:
B1a) completamento del censimento dei beni architettonici in base ad una scheda tipo;
B5a) strutture museali;
B5b)  fabbricati di interesse architettonico.
A parte l'attività di schedatura, prevista nella scheda B1a, ad integrazione della schedatura già effettuata dal l'Assessorato dei beni culturali ed ambientali, la sche da B5a prevede il restauro e recupero funzionale del Mulino idraulico in contrada S. Rocco a Ragusa in verde agricolo, la realizzazione di un museo territoriale delle miniere di asfalto nelle contrade Castelluccio e Tabuna nei comuni di Ragusa, Modica e Scicli in verde agricolo.
La scheda B5b prevede l'acquisizione, la ristrutturazione ed il restauro funzionale dell'ex Fornace di Sampietri-Punta Pisciotto a Scicli in verde agricolo.
Programma agricoltura (C)
Tale programma si pone l'obiettivo di riconoscere le vocazioni d'uso del territorio e di ritrovare la relazione tra le nuove modalità dell'uso agricolo odierno e di quello passato, nonché l'obiettivo di migliorare le strutture a servizio delle riserve naturali esistenti e di individuare alcune aree assoggettabili a salvaguardia ambientale.
Direzioni di intervento:
1)  completamento del censimento dei beni ambientali;
2)  istituzione di nuove aree tutelate;
3)  iniziative a carattere generale sul sistema agricolo ibleo;
4)  azioni di formazione di nuove infrastrutture per l'agricoltura e la zootecnia;
5)  azione diretta su temi di interesse ambientale.
Le direzioni di intervento si articolano in specifiche azioni tese a raggiungere le finalità enunciate.
Le azioni dirette risultano essere:
C2a)  tutela immediata di aree di interesse ambientale;
C5a)  interventi di acquisizione, restauro e/o nuova costruzione di fabbricati di servizio alle riserve;
C5b)  opere di bonifica paesaggistica e/o restauro ambientale;
C5c)  opere di infrastrutturazione e servizio alle riserve ed alle aree di interesse ambientale.
Tutte le azioni dirette prevedono opere di tutela, restauro e bonifica relative al settore agricolo e ambientale.
La scheda C2a prevede la tutela di varie zone definite di interesse ambientale.
Tali zone risultano essere:
-  Torre di Mezzo;
-  Punta Bruca-Punta del Corvo;
-  Contrada Religione;
-  Spiaggia Maganuco;
-  Punta Braccetto;
-  Cava Martorina;
-  Tellesimo;
-  Cava Prainito;
-  Macchia di S. Maria del Focallo;
-  Lecceta di Monterosso Almo;
-  Sorgenti Fiume Irminio.
La scheda C5a prevede l'acquisizione ed il restauro del casale per centro visite e museo naturalistico al servizio della R.N. "Macchia Foresta del fiume Irminio", nonché l'acquisizione ed il restauro di un fabbricato per deposito e servizi e di un immobile per sede operativa per servizi di vigilanza per la medesima riserva, le prime due opere ricadono in zona A della riserva, la terza in zona B della riserva.
La scheda C5b prevede l'acquisizione e la sistemazione di un'area di particolare interesse paesaggistico di Punta Corvo a Scicli in verde agricolo.
La scheda C5c prevede il completamento, la manutenzione e il potenziamento delle infrastrutture di servizio alle riserve ed alle aree di interesse ambientale.
Programma cave e miniere (D)
Tale programma evidenzia il sistema dei siti degradati e quindi il loro possibile recupero e promuove la fruizione culturale dei luoghi di interesse storico.
Direzioni di intervento:
1.  azioni di recupero ambientale di aree estrattive dimesse;
2.  azioni di recupero ambientale di aree estrattive dimesse mediante la localizzazione di discariche;
3.  azioni di recupero ambientale di aree estrattive dimesse per impianti di fruizione collettiva;
4.  azioni di sviluppo di poli estrattivi strategici.
Le direzioni di intervento si articolano in specifiche azioni tese a raggiungere le finalità enunciate.
Le azioni dirette risultano essere:
D1a)  sistema cave di Comiso;
D1b)  sistema cave di Vittoria;
D1c)  bacino di Chiaramonte Gulfi;
D1d)  sistema Santa Croce-Scoglitti;
D1e)  baia di Sampieri;
D1f)  sistema Irminio-Donnalucata;
D1g)  sistema cave di Scicli;
D3a)  recupero funzionale area per attività sportive di Chiaramonte Gulfi;
D3b)  recupero per impianti collettivi in contrada Mendolilli;
D3c)  recupero funzionale aree per attività sportive di Comiso.
Tutte le azioni sopra citate prevedono opere di sistemazione delle cave ai fini della costituzione di parchi di "fruizione cittadina e territoriale", di bonifica o di utilizzazione come discarica di categoria 2A (azione D1e). Le discariche di categoria 2ª sono individuate dal D.P.R. n. 915/82 come "impianti di stoccaggio definitivo nei quali possono essere smaltiti soltanto i rifiuti inerti di seguito elencati:
-  sfidi di materiali da costruzione e materiali provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi;
-  materiali ceramici cotti;
-  vetri di tutti i tipi;
-  rocce e materiali litoidi da costruzione".
A volte il recupero è finalizzato all'utilizzo dell'area per attività sportive o per depositi della protezione civile (azioni D3a-D3b-D3c).
La scheda D1a prevede la sistemazione, al fine della creazione di un parco urbano, delle cave di Comiso parte in verde agricolo, parte in aree per attrezzature e parte in zona B.
La scheda D1b prevede la sistemazione delle cave di Vittoria, al fine della creazione di un parco urbano, parte in verde agricolo, parte in zona C, parte in zona per attrezzature varie e parte in zona per insediamenti produttivi.
La scheda D1c prevede il ripristino ambientale del bacino di Chiaramonte Gulfi, finalizzato alla sistemazione idraulico-forestale delle pendici montane, nonché al recupero dell'area di cava come discarica di categoria 2A in verde agricolo.
La scheda D1d prevede la riqualificazione ambientale del Sistema Santa Croce-Scoglitti finalizzato alla rinaturalizzazione dei luoghi, in zona B della R.N. "Pino d'Aleppo" in verde agricolo, in zona per attrezzature varie, in zona B e in zona C.
La scheda D1e prevede il recupero ambientale della cava di Sampietri finalizzato alla rinaturalizzazione dei luoghi nei comuni di Scicli e Modica in verde agricolo, in zona per attrezzature varie e in zona C.
La scheda D1f prevede la bonifica e il risanamento del sistema Irminio-Donnalucata finalizzati alla fruizione ambientale nel comune di Scicli in verde agricolo, in zona per attrezzature varie e in zona C.
La scheda D1g prevede il risanamento ambientale del sistema cave di Scicli finalizzato alla sistemazione idrogeologica delle aree in verde agricolo, in zona per attrezzature varie, in zona per insediamenti produttivi in zona B e in zona C.
La scheda D3a prevede il recupero funzionale di un'area per attività sportive di Chiaramente Gulfi in verde agricolo.
La scheda D3b prevede il recupero delle cave di contrada Mendolilli per ospitare impianti sportivi o depositi della protezione civile nel comune di Vittoria in verde agricolo e in parte in zona C.
La scheda D3c prevede il recupero funzionale di alcune cave di Comiso per attività sportive in zona per attrezzature varie.
Programma viabilità (E)
Tale programma individua le opere di manutenzione delle infrastrutture esistenti e contemporaneamente gli aggiornamenti necessari ed integrati allo sviluppo del territorio.
Direzioni di intervento:
1.  iniziative di potenziamento del sistema viabilistico sovraprovinciale;
2.  iniziative di potenziamento del sistema viabilistico principale provinciale;
3.  azioni dirette sui sistema viabilistico;
4.  iniziative di valorizzazione del sistema della viabilità;
5.  potenziamento del sistema ferroviario e del trasporto pubblico;
6.  interventi proposti per le infrastrutture terminali di trasporto.
Le direzioni di intervento si articolano in specifiche azioni tese a raggiungere le finalità enunciate.
Le azioni dirette risultano essere:
E1a)  asse regionale viario lungo il corridoio intrastrutturale pedemontano;
E1b) asse di connessione tra la strada statale n. 115 e la strada statale n. 514;
E1c) strada statale n. 514;
E2a) Ragusa-Marina di Ragusa;
E2b)  asse litoraneo;
E2c)  adeguamento della Vittoria-Scoglitti;
E2d)  variante di collegamento tra la strada provinciale n. 7 e la strada statale n. 514;
E2e)  adeguamento di patti di tracciati di strade provinciali;
E2f)  arterie di circonvallazione dei borghi e dei nuclei urbani;
E2g)  variante alla strada statale n. 115 dall'abitato di Vittoria all'altopiano;
E2h)  adeguamento della strada statale n. 194 nel tratto da Ragusa a Giarratana;
E3a)  interventi di realizzazione di nuovi manufatti a servizio del sistema viabilistico;
E3b)  interventi locali e di adeguamento e manutenzione del sistema viabilistico;
E3c)  interventi locali di messa in sicurezza, bonifica e sistemazioni idrauliche del sistema viabilistico;
E4c) tutela e valorizzazione ricreativa del tracciato della ferrovia secondaria;
E4d)  valorizzazione ricreativo-ambientale del percorso dei centri costieri;
E5a) nuovo tracciato ferroviario pedemontano;
E5c)  adeguamento delle condizioni di esercizio nel tracciato ferroviario esistente.
Il programma di settore viabilità e trasporti essendo un ambito di competenza "storica" delle Amministrazioni provinciali presenta una complessità di gran lunga maggiore rispetto agli altri programmi di settore. Le azioni proposte sono soprattutto di ammodernamento e di messa in sicurezza di alcuni tracciati viari ma risultano di notevole importanza alcuni progetti quali l'asse viario pedemontano (E1a), l'asse litoraneo (E2b), la variante della strada statale n. 115 (E2g) e il nuovo tracciato ferroviario pedemontano (E5a).
L'asse regionale pedemontano (azione E1a) si sviluppa lungo il tracciato autostradale già definito dal Consorzio autostradale siciliano ed assentito dalla Sovrintendenza di Ragusa. Tale asse di percorrenza secondo la direttrice est-ovest consente un soddisfacimento del fabbisogno infrastrutturale viario di percorrenza veloce nella fascia pedemontana a valenza extra-provinciale. L'asse di connessione tra la strada statale n. 115 e la strada statale n. 514 (azione E1b) è costituito in parte da un nuovo tracciato (SP7) ed in parte propone un miglioramento in sede della strada provinciale n. 5. Si propone di adeguare l'intero tracciato alla tipologia IV della normativa CNR (ampiezza stradale m. 10,50). Il nuovo tracciato passa più volte all'interno dell'area vincolata ai sensi dell'art. 1 della legge n. 431/85 (aree di rispetto del fiume).
Per quanto riguarda la strada statale n. 514 (azione E1c) "asse viario nord-sud Ragusa-Catania", viene proposto l'ammodernamento con raddoppio della carreggiata (ampiezza stradale m. 17,00) per circa 20 Km. dal raccordo con la strada statale n. 115 al confine della provincia. Tale azione finalizzata a rimuovere condizioni di effettivo pericolo e a migliorare la movimentazione dei mezzi pesanti, il cui flusso risulta essere particolarmente elevato, è da considerare prioritaria rispetto a tutte le altre proposte dallo studio di settore.
Per l'asse viario Ragusa-Marina di Ragusa strada provinciale n. 25 (azione E2a) viene proposto l'allargamento del tracciato con separazione dei flussi veicolari secondo la tipologia A del CNR (m. 17,00). Passa all'interno di un'area per insediamenti produttivi.
L'asse litoraneo (azione E2b) previsto crea un asse di trasporto lungo la fascia costiera, utilizzando tratti di viabilità esistente e limitando a pochi chilometri l'estensione del nuovo tracciato, tale asse stradale eviterebbe l'attraversamento delle borgate costiere con la realizzazione di circonvallazioni a Scoglitti, Punta Secca, Casuzze, Marina di Ragusa, Donnalucata (completamento), Cava d'Ali ga-Sampieri, Pozzallo e a Pozzallo-Marza. L'azione è finalizzata alla riqualificazione strutturale e funzionale dell'offerta di trasporto lungo la fascia costiera per proteggere i nuclei urbani a vocazione turistica e migliorare i flussi veicolari stagionali.
Prevede il potenziamento delle strade regionali nn. 74, 58 e 43 verso Pachino creando un unico asse di smaltimento dei flussi che permetterebbe, inoltre, la riqualificazione ambientale dei borghi marinari con l'attivazione di piste ciclabili lungo le arterie costiere. Prevede, altresì, la sistemazione ed il potenziamento della strada provinciale n. 31 Scoglitti-Alcerito, il potenziamento del tratto litoraneo Scoglitti-Punta Secca (strada provinciale n. 19, strada provinciale n. 105, strada provinciale n. 85, strada regionale n. 25), la realizzazione di un nuovo tracciato Marina di Ragusa, Foce Irminio e tratto Donnalucata, Cava d'Aliga e la sistemazione ed il potenziamento della strada provinciale n. 66 (tratto Sampieri-Pozzallo).
Dall'analisi del tracciato, suddiviso in tratti (sub) e riportato nella tav. 7, si evidenzia che:
-  il tratto di nuovo tracciato sub6 (circonvallazione di Donnalucata) passa all'interno dell'area di ampliamen to della riserva naturale "Macchia Foresta del fiume Irminio" proposta dalla stessa provincia di Ragusa in corso di approvazione, e di una zona da recuperare (azione D1f) proposta nello stesso piano territoriale provinciale. Nel contempo si evidenzia la presenza di diverse masserie e di beni architettonici indicati dal Piano paesistico regionale;
-  nel tratto sub 8 si ipotizza un allargamento della sede viaria rispetto alla tipologia indicata (IV del CNR) in quanto nella cartografia di riferimento si allarga la fascia di rispetto. Tale tratto passa all'interno di un'area con vincolo paesaggistico;
-  nel tratto sub 10 la sede viaria passa attraverso zone destinate ad attrezzature varie, ad insediamenti produttivi e a zona C;
-  nel tratto sub 11 di nuovo tracciato sulla cartografia la fascia di rispetto si allarga, pertanto si ipotizza un allargamento della sede viaria o un tracciato in viadotto. Tale tratto passa attraverso una zona ricca di pantani.
Si prevede di uniformare i tracciati alla tipologia IV della normativa CNR (dimensione totale m. 10,50, suddivisa in due corsie di m. 3,75 e in due banchine di m. 1,50) e di utilizzare le pavimentazioni di tipo drenante fonoassorbente.
L'adeguamento della Vittoria-Scoglitti (azione E2c) prevede l'ampliamento della larghezza della sede viaria a m. 10,50 della strada provinciale n. 17. Si prevede, inoltre, la realizzazione di due corsie complanari laterali per il traffico locale e la fruizione a scopo ricreativo. Si fa presente che l'osservazione relativa a questa azione presentata dalla Legambiente proponeva di non raddoppiare la sede viaria ma di prevedere una pista ciclabile, l'osservazione viene parzialmente accolta solo per la parte propositiva (realizzazione di piste ciclabili) e non per quella abrogativa (eliminare il raddoppio).
La variante di collegamento (azione E2d) è volta ad ottimizzare la connessione tra la strada statale n. 115 e la strada statale n. 514 lungo la direttrice Vittoria-base Nato-strada statale n. 514 evitando gli attraversamenti di Comiso e Vittoria. Si prevede interamente un nuovo tracciato utilizzando la tipologia IV della normativa CNR (larghezza complessiva m. 10,50). Si fa presente che il tracciato proposto interessa una zona interessata da presenza di beni architettonici ed etno-antropologici individuati dal Piano paesistico regionale.
L'adeguamento di parti di tracciati di strade provinciali (azione E2e) prevede il mantenimento e l'adeguamento di alcuni tratti di tali strade che dispongono di sezioni sufficienti per i volumi di traffico attuali migliorandone la sicurezza.
Per quanto riguarda le arterie di circonvallazione dei borghi e dei nuclei urbani (azione E2f) il piano territoriale provinciale prevede il completamento del sistema delle circonvallazioni predisponendo n. 6 interventi sul territorio provinciale:
-  circonvallazione Giarratana nord (nuovo traccia to). Passa all'interno di un'area vincolata dalla legge n. 431/85;
-  variante strada statale n. 194 Giarratana (nuovo tracciato). Passa all'interno di un'area vincolata dalla legge n. 431/85 e di un'area per attrezzature varie;
-  circonvallazione Modica nord (nuovo tracciato). Passa all'interno di un'area per attrezzature varie;
-  circonvallazione Acate (ammodernamento). Passa all'interno di aree per attrezzature varie, per insediamenti produttivi e limitrofa ad un'area di espansione C;
-  circonvallazione Ispica (nuovo tracciato). Passa all'interno della "Cava di Martorina" individuata dal pia no stesso come nuova area da tutelare (azione C2a);
-  variante sud Modica-strada statale n. 115 (ammo dernamento). Non è indicata l'ampiezza dei nuovi tracciati.
La variante alla strada statale n. 115 dall'abitato di Vittoria all'altopiano (azione E2g) costituisce funzione di smaltimento del traffico tra la prevista tratta autostradale (azione E1a) e la rete viaria locale e collegamento del polo urbano di Comiso-Vittoria con la direttrice viaria ex base Nato-strada statale n. 514, nonché collegamento del polo commerciale di Vittoria con ex base Nato-strada statale n. 514.
Costituisce, altresì, circonvallazione di Vittoria e ottimizza il transito provinciale sulla strada statale n. 115 lungo la direttrice da Gela all'altopiano Ibleo. Si prevede l'adozione della tipologia IV delle norme del CNR (m. 10,50), nel tratto di nuovo tracciato strada provinciale n. 13-strada provinciale n. 14 si prevedono, inoltre, 2 corsie laterali complanari della larghezza di m. 5,50 ciascuna al fine di garantire il servizio alle proprietà limitrofe.
L'asse viario proposto si snoda all'interno di aree per attrezzature varie, di zone C, di un'area vincolata dalla legge n. 431/85 ed inoltre attraversa aree nelle quali sono stati censiti dal Piano paesistico regionale beni a valenza etno-antropologica. Si evidenzia la sovrapposizione di alcuni tratti di nuovo tracciato con il vecchio tracciato che rimarrà attivo. Si ipotizza quindi, non essendo specificato nella scheda di riferimento, che per garantire la compresenza delle due strade e per la particolare morfologia dei luoghi venga realizzato un viadotto.
Le azioni E2h, E3a, E3b, E3c, E4d, prevedono interventi volti a migliorare collegamenti già esistenti tramite l'adeguamento delle condizioni di sicurezza dei manufatti stradali, con opere di bonifica e sistemazioni idrauliche. Nel caso dell'azione E4d l'intervento proposto è teso alla valorizzazione del sistema locale delle circonvallazioni nella fascia costiera ai fini ricreativo-ambientali.
L'azione E4c riguarda interventi di manutenzione e ripristino dei tracciati della ferrovia secondaria, la messa in sicurezza degli attraversamenti al fine della tutela e valorizzazione a scopo ricreativo.
Il nuovo tracciato ferroviario pedemontano (azione E5a) prevede l'inserimento di circa 20 Km di variante di rettifica del tracciato Gela-Siracusa migliorando i tempi di percorrenza e realizzando un anello di circonvallazione tra Ragusa, Modica, Scicli e la fascia costiera, anche ai fini turistici. Nel progetto si prevedono alcune opere d'arte di una certa rilevanza, tre viadotti di attraversamento e almeno tre scali ferroviari, ubicati in prossimità dell'abitato di S. Croce Camerina, dell'asse viario Ragusa-Marina di Ragusa e a monte dell'abitato di Donnalucata, che necessitano di notevole impegno tecnico ed economico. Il tracciato attraversa aree vincolate ai sensi della legge n. 1497/39 e ai sensi della legge n. 431/85.
L'azione E5c prevede la completa elettrificazione della linea ferroviaria esistente, oltreché l'adeguamento dell'armamento.
Programma uso della risorsa idrica (F)
Tale programma è finalizzato ad una corretta gestione delle risorse idriche della provincia di Ragusa. Quest'ambito, sviluppato nel relativo studio di settore, non presenta in questa fase azioni dirette, tranne una, in quanto la maggior parte degli interventi proposti che riguardano la definizione delle aree di salvaguardia dei corpi idropotabili o lo studio degli schemi idrici, acquedottistici, fognari, depurativi e di riuso dei vari territori dei singoli comuni ricadono tra le azioni indirette.
Direzioni di intervento:
1.  iniziative di tutela delle risorse idriche destinate agli usi idropotabili;
2.  iniziative di coordinamento strategico;
3.  proposte per un migliore uso delle risorse idriche, compatibile con la disponibilità idrologica;
4.  azioni dirette su temi di interesse idrologico.
Le direzioni di intervento si articolano in specifiche azioni tese a raggiungere le finalità enunciate.
L'unica azione diretta risulta essere:
F4a)  opere di bonifica e sistemazione idraulica.
Tale azione è finalizzata all'esecuzione di opere di bonifica, sistemazione idraulica o di contenimento di spon de di vari fiumi e torrenti.
Programma acque ed inquinanti (inquinamenti, smaltimento rifiuti, aree degradate) (G)
Tale programma è finalizzato alla conservazione delle risorse ambientali della provincia, ponendo particolare attenzione ad alcuni aspetti del carico ambientale complessivo.
Direzioni di intervento:
1.  azioni di studio, monitoraggio e pianificazione;
2. azioni di depurazione e riduzione del carico inquinante;
3.  azioni specifiche sul sistema ambientale;
4.  azioni specifiche sull'ambiente marino.
Le direzioni di intervento si articolano in specifiche azioni tese a raggiungere le finalità enunciate.
Le azioni dirette risultano essere:
G1b) monitoraggio ambientale dei corsi d'acqua
G3a)  bonifica e recupero delle discariche RSU attivate ex art. 12 del D.P.R. n. 915/82;
G3b)  opere dirette di monitoraggio dell'ambiente;
G4a)  tutela di aree marine;
G4b)  opere di protezione e bonifica dell'ambiente marino.
Sono azioni rivolte alla tutela, alla bonifica e al monitoraggio dell'ambiente marino e fluviale, nonché al recupero di alcune discariche finalizzate ad eliminare le cause del degrado che è presente in alcune fasce costiere e lungo i corsi d'acqua.
La scheda G4b prevede la realizzazione di un osservatorio meteomarino nel porto di Pozzallo in zona per insediamenti produttivi.
Programma turismo (H)
Tale programma si pone il fine di sviluppare il settore in relazione alla richiesta e ai benefici che può aver ne la comunità ragusana sia in termini di sviluppo che di ricaduta sulla occupazione.
Direzioni di intervento:
1.  promozione, marketing e vendita dell'offerta turistica provinciale con strumenti innovativi;
2.  costruzione di pacchetti integrati delle diverse com ponenti dell'offerta turistica in accordo con gli intermediari del mercato turistico internazionale;
3.  operazioni dirette di potenziamento delle infrastrutture di servizio e/o ricettive.
Le direzioni di intervento si articolano in specifiche azioni tese a raggiungere le finalità enunciate.
Le azioni dirette risultano essere:
H3a)  azioni dirette di realizzazione di infrastrutture ricettive;
H3b)  azioni dirette a supporto della creazione di itinerari.
Entrambe le azioni sono volte al potenziamento dei servizi per la comunità ed in particolar modo ai fini turistici e ricreativi, alla realizzazione di strutture ricettive all'aperto, percorsi attrezzati e piste ciclabili.
La scheda H3a prevede la realizzazione di strutture ricettive all'aperto per il turismo itinerante a Scoglitti in zona C, a Marina di Ragusa in zona per attrezzature varie e a Ispica in zona C.
L'azione H3b prevede la realizzazione di percorsi attrezzati per la fruizione turistica dei beni naturalistico-ambientali nel comprensorio montano e la realizzazione di piste ciclabili lungo il litorale.
Il programma di attuazione
Il programma di attuazione, previsto dall'art. 5, legge regionale n. 48/91, indica l'ordine di priorità delle opere da realizzare.
Il piano territoriale provinciale, nell'identificare le priorità di ciascuna delle azioni proposte, le mette al contempo in relazione l'una all'altra.
Per questo motivo il programma di attuazione del piano territoriale provinciale distingue le azioni nelle categorie sopra evidenziate (azioni dirette, indirette, di supporto e di coordinamento), già specificate nelle schede relative ai singoli programmi di settore.
E' composto da un'insieme di schede divise secondo la tipologia di azione (diretta, indiretta, di supporto, di coordinamento), il settore, la priorità, le eventuali azioni correlate, i comuni e gli enti coinvolti, i tempi e i costi.
Il fine di tale documento è quello di creare un programma di azioni correlate tra loro, che attui il piano stesso individuando, nel contempo, "una scala di priorità sulla base dell'obiettiva rilevanza strategica di ciascuna azione".
I piani d'area
Nell'ambito delle azioni prescrittive sono stati individuati 2 ambiti geografici, quello costiero e quello montano, che rappresentano situazioni di particolare criticità quali l'eccessiva urbanizzazione della fascia costiera e l'arretratezza della zona montana.
La risoluzione dei problemi inerenti tali ambiti non è materia specifica del piano territoriale provinciale, tuttavia, la Provincia si propone come soggetto coordinatore degli altri soggetti istituzionali al fine di individuare ed elaborare interventi atti alla rimozione delle problematiche evidenziate.
Il piano d'area dell'ambito costiero, elaborato in accordo con le amministrazioni comunali propone una razionalizzazione degli usi costieri (attività agricole, in particolare in serra, turismo, urbanizzazione, opere infrastrutturali fin sulla battigia ...) ed una riduzione del loro impatto ambientale.
Tale piano d'ambito ha un duplice obiettivo:
1. ristabilire le condizioni di equilibrio della dinamica costiera;
2.  individuare un insieme di azioni al fine di garantire uno sviluppo sostenibile del territorio.
Mettendo in evidenza l'incompatibilità tra le attività agricole in serra e la vocazione turistica propone una individuazione di "macrozone":
a)  ambito urbanizzato da assoggettare ad azioni di riqualificazione del patrimonio residenziale, al fine di creare un sistema turistico ricettivo diffuso da affiancare alle strutture alberghiere tradizionali;
b)  aree di rispetto nelle aree periurbane e nella fascia costiera; il piano propone la cancellazione di ogni ipotesi insediativa residenziale e la riduzione delle attività agricole, in particolare in serra, al fine di garantire l'esistenza di "corridoi ecologici" nel sistema costiero;
c)  aree agricole dove è ammissibile la coltivazione intensiva, in particolare in serra, all'interno di un coordinamento di azioni che ne garantisca la qualità paesistica ed il controllo degli usi idrici.
Il piano d'area dell'ambito montano propone la riqualificazione di un territorio poco sviluppato nel quale sono evidenti fenomeni di abbandono e di degrado del paesaggio tradizionale e dei centri urbani.
Tale piano d'area propone di attivare i seguenti progetti:
a)  sostenere le attività agricole del territorio montano favorendo la creazione di "aziende pilota" anche con iniziative di collaborazione "pubblico-privato" (fonti di finanziamento pubblico, iniziativa privata), favorendo la valorizzazione agrituristica e il sostegno ad alcuni prodotti tipici della montagna;
b)  promuovere forme di forestazione dell'ambito montano al fine di presidio idrogeologico e di riuso anche produttivo;
c)  restaurare le opere d'arte del tracciato della ferrovia secondaria con finalità di promozione turistica, ma anche di trasporto pubblico;
d)  riavviare l'antico mestiere della lavorazione delle argille mediante la costituzione di un polo estrattivo tematico.
Per entrambi gli ambiti vengono individuati quegli interventi che dovrebbero fare parte o di un accordo di programma tra i comuni interessati e la provincia, o diventare oggetto di uno specifico patto territoriale, o, comunque, di programmazione negoziata.
I progetti speciali
I progetti speciali interessano il territorio provinciale con azioni che, superando i confini provinciali, investono un ambito regionale, nazionale ed anche internazionale.
I progetti speciali individuati sono relativi all'ex base Nato di Comiso, al piano di sviluppo industriale predisposto dal consorzio ASI e al porto di Pozzallo.
Ex base Nato di Comiso
Per quanto riguarda la ex base Nato di Comiso il piano propone una serie di possibili utilizzi da porre in discussione e concordare a livello nazionale.
La prima proposta è la riapertura dell'aeroporto ai fini del traffico commerciale e passeggeri. Questo utilizzo, favorito dalla posizione territoriale dell'aeroporto, favorirebbe il trasporto delle merci provenienti dall'attività serricola della zona e produrrebbe un incentivo turistico, integrando l'attività dell'aeroporto di Catania mediante l'accoglienza di charter turistici.
La seconda proposta è l'utilizzo dell'ex base Nato co me centro logistico per la protezione civile. Questa ipotesi è avallata dalla considerazione della peculiarità sismica della Sicilia orientale all'interno del quale l'aeroporto in argomento ha una posizione territoriale centrale.
La terza proposta è la trasformazione in centro servizi per la piccola-media impresa e ne prevede quindi una riconversione ai fini civili con la realizzazione di laboratori di prova e sperimentazione.
L'ultima ipotesi è quella di realizzare una struttura tipo "campus" utilizzando il patrimonio edilizio esistente come Università del Mediterraneo per la formazione dei quadri tecnici e direzionali. Recentemente l'ex base Nato di Comiso è stata classificata come aeroporto di II livello commerciale e passeggeri secondo le norme ICAU, pertanto le ipotesi progettuali del piano risultano essere superate da queste previsioni. Il progetto ha già ricevuto il parere di compatibilità ambientale da parte dei Ministeri competenti.
Aree ASI
Per quanto riguarda le aree ASI la proposta consiste nel realizzare interventi relativi alle aree di Ragusa e di Pozzallo che presentano diversi ordini di problemi.
Per l'area di Ragusa si ipotizza un intervento teso a completare le infrastrutture dell'area ed a realizzare adeguate opere di urbanizzazione secondaria.
Per l'area di Pozzallo, che presenta problematiche di inserimento ambientale, la soluzione può essere quella di individuare una zona filtro più prossima al mare stralciandola dal perimetro dell'area di competenza del consorzio.
Un discorso a parte merita l'area ASI 3 per la quale il piano territoriale provinciale prevede sia la realizzazione di un terzo polo industriale nell'area di Vittoria, sia la formazione di un polo produttivo e/o artigianale nel comprensorio montano.
Porto di Pozzallo
Le prospettive di sviluppo del porto di Pozzallo, secondo il piano territoriale provinciale, si basano soprattutto sul traffico merci anche se il piano territoriale provinciale ipotizza il mantenimento del traffico passeggeri a scopo turistico quale approdo per imbarcazioni da diporto.
Le azioni proposte dal piano territoriale provinciale in relazione alla doppia funzione di traffico merci e passeggeri consistono nella creazione di un'area attrezzata per la sosta dei camion frigoriferi, di infrastrutture di movimentazione merci, di officine attrezzate di supporto e nell'avvio della informatizzazione del sistema della logistica, del sistema della gestione delle unità mobili e della tele sorveglianza.
Naturalmente il futuro del porto di Pozzallo e le scelte che si faranno in merito dipendono dalle scelte di sviluppo della provincia di Ragusa nell'ambito delle politiche nazionali.
Conclusioni
Il piano territoriale provinciale, in quanto primo piano provinciale portato a compimento, ha permesso di evidenziare alcune problematiche relative all'iter di approvazione che la legge regionale n. 9/86 e la successiva legge regionale n. 48/91 non avevano affrontato. Infatti le su citate leggi che prescrivono la formazione dei piani provinciali non regolamentano l'iter di approvazione.
Nella circolare assessoriale n. 2/93 D.R.U. si è pertanto indicato come iter di approvazione quello dei piani regolatori generali comunali, nei tempi e nelle modalità ex art. 3, legge regionale n. 71/78.
L'esperienza del piano territoriale provinciale di Ragusa ha fatto evidenziare la inadeguatezza dei tempi per quanto riguarda, in particolare, le osservazioni ed opposizioni che, in quanto presentati da enti locali ratificate dai consigli comunali, e non soltanto da privati ed associazioni (come per i piani regolatori generali), necessitano di tempi ben più lunghi di presentazione.
Si auspica, pertanto, una revisione normativa delle leggi su citate che regolamentano anche tale iter di approvazione.
Il piano presenta una struttura progettuale complessa ed articolata che oltre a individuare progetti di opere specifiche, nei vari settori di interesse della provincia, partecipa alle scelte di pianificazione regionale.
Il piano presentato è andato ben oltre le previsioni richieste dalla legge regionale n. 9/86, si è voluto dare una impostazione di più ampio respiro inserendo, come si è visto, oltre alle opere di stretta competenza dell'amministrazione provinciale anche proposte a carattere sovraprovinciale e nazionale.
Il piano territoriale provinciale si pone una serie di obiettivi specifici tra cui quello di risolvere i nodi strutturali dell'economia della provincia di Ragusa.
L'insieme degli interventi strategici articolati in programmi di settore, progetti speciali e piani d'area portano al raggiungimento di tali obiettivi.
I fattori individuati per lo sviluppo integrato della provincia sono l'innovazione della rete infrastrutturale dei trasporti, il nuovo ruolo economico del porto di Pozzallo, il recupero ad usi civili dell'aeroporto della ex base Nato di Comiso, la creazione di servizi per il terziario avanzato e per il settore turistico, la creazione di servizi tecnologici e organizzativo-gestionali per le piccole e medie imprese.
In particolare, il programma di settore "viabilità e trasporti" insieme ai progetti speciali "porto di Pozzallo" e "ex base aeronautica di Comiso" si pongono come obiettivo generale la realizzazione di un moderno sistema di infrastrutture di trasporto al fine di sviluppare i rapporti commerciali soprattutto del comparto agricolo, di aumentare i flussi di esportazione del sistema industriale verso i mercati dei paesi del Mediterraneo, di incrementare il settore turistico.
Funzionali allo sviluppo delle attività turistiche risultano anche il programma di settore "beni culturali" e i piani d'area "ambiti costiero" e "ambito montano", che incrementano e recuperano il patrimonio artistico e architettonico della provincia (il programma di settore) e aumentano la qualità della componente paesistica e naturalistica nonché la capacità ricettiva extra-alberghiera delle aree montane e costiere (i piani d'area).
Gli interventi previsti dai programmi di settore "viabilità e trasporti" e "acque" integrati con quello dell'agricoltura, con il piano d'area "ambito montano" e con i progetti speciali "porto di Pozzallo" e "ex base aeronautica di Comiso" concorrono alla riorganizzazione del settore agro-alimentare. Infatti rendono più efficiente e meno costoso il trasporto dei prodotti agricoli per il nord Italia e per l'estero e favoriscono l'accesso diretto dei produttori agricoli ai mercati all'ingrosso attraverso un sistema informatico di commercio elettronico, promuovono la diversificazione agricola attraverso un sistema di servizi di terziario avanzato (ricerca applicata) ed estendono la capacità produttiva in agricoltura con il recupero di nuove aree riducendo l'impatto ambientale attraverso strumenti produttivi innovativi.
Infine, per quanto riguarda l'industria, l'obiettivo del piano territoriale provinciale è quello di facilitare l'apertura commerciale ai mercati nazionali ed internazionali con la creazione di un moderno ed integrato sistema di trasporto (programma di settore "viabilità e trasporti", nonché di introdurre e diffondere innovazioni tecnologiche e organizzativo-gestionali (progetto speciale 3° polo ASI di Ragusa).
Le altre iniziative programmatiche sono finalizzate alla creazione di nuove imprese e di nuove attività produttive per mettere in moto la crescita e lo sviluppo economico della provincia.
In base a quanto sopra rilevato si ritiene che il piano territoriale provinciale della provincia di Ragusa risponda, nelle linee generali a quanto richiesto dall'art. 12, legge regionale n. 9/86 e agli obiettivi che si prefigge. Tuttavia fa presente che, pur esprimendo apprezzamento per l'impostazione teorica e metodologica del piano, l'approvazione dello stesso di cui all'art. 5, comma 4, della legge regionale n. 48/91 fa specifico riferimento solamente a quanto previsto dall'art. 12, comma 1, della legge regionale n. 9/86.
Pertanto, si esprime parere, ai fini dell'approvazione del piano, solo relativamente alle parti (azioni dirette) di cui alla sopra citata legge, non essendo l'Assessorato del territorio e dell'ambiente la sede opportuna per l'approvazione delle opere di competenza di altri enti (azioni indirette, di coordinamento, di supporto, i piani d'area e i progetti speciali).
Nell'ambito delle scelte relative alla pianificazione regionale ed in particolare nell'ambito della formazione dello schema di piano urbanistico regionale si terrà conto di quanto proposto dal piano territoriale provinciale di Ragusa, come previsto dallo stesso art. 12 della legge regionale n. 9/86 e alla luce dell'importanza attribuita allo strumento della concertazione ed al principio della sussidiarietà (circolare D.R.U. n. 1 dell'11 aprile 2002).
In questa fase il piano è stato valutato esaminando l'opportunità dei singoli interventi, mettendo in evidenza l'eventuale presenza di vincoli relativi agli strumenti urbanistici dei singoli comuni in cui le opere ricadono, di vincoli derivanti da leggi (vincolo paesaggistico, idrogeologico) e le indicazioni delle linee guida del piano paesistico regionale.
Pertanto le valutazioni dei singoli progetti esecutivi viene rimandata agli organi competenti, che potranno richiedere eventuali modifiche.
Le azioni dirette che si intende porre all'attenzione risultano essere:
Azione C2a - Tutela immediata di aree di interesse ambientale
Tale azione è classificata come diretta, tuttavia si ritiene che il piano territoriale provinciale possa individuare eventuali aree da sottoporre a tutela e successivamente proporre la salvaguardia di tali aree agli enti competenti (Assessorato del territorio e dell'ambiente, Assessorato dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione) ma non possa porre alcun vincolo di salvaguardia. Pertanto si ritiene che tale azione non possa essere considerata azione diretta e in quanto tale non rientra nelle azioni da approvare.
Azione D1a - Sistema cave di Comiso
L'azione prevede il ripristino e la riqualificazione ambientale ai fini della realizzazione di un "parco museo di fruizione cittadina e territoriale". Si ritiene che tale area debba essere limitata alle zone omogenee dello strumento urbanistico del comune di Comiso di attrezzature varie e di verde agricolo, valutando la possibilità di estrapolare dall'azione l'area in zona B già edificata, in funzione dello specifico progetto.
Azione D1b - Sistema cave di Vittoria
L'azione prevede la riqualificazione ambientale ai fini della realizzazione di un "parco urbano di fruizione cittadina e territoriale". Si ritiene che debba essere valutata la possibilità di stralciare l'area in zona C, dello strumento urbanistico di Vittoria, già edificata in funzione dello specifico progetto.
Azione D1d - Sistema Santa Croce-Scoglitti
L'azione prevede la riqualificazione ambientale delle cave della fascia costiera con interventi di bonifica agricolo-forestale. Analizzando lo stralcio planimetrico in scala 1:10000 della tav. 6 si ritiene che non sia chiara la differenziazione dell'intervento di bonifica tra l'area definita "area di riqualificazione ambientale" e l'"area del l'in tervento", come non è altrettanto chiaro il tipo di intervento in quanto si prevede la sua realizzazione anche in aree già edificate e in zone in cui sono ampiamente presenti coltivazioni in serra. Si ritiene pertanto che tale azione debba essere riformulata con maggiori dettagli.
Azione D1g - Sistema cave di Scicli
L'azione prevede il ripristino e la riqualificazione ambientale delle cave ai fini della sistemazione idrogeologica delle aree. Analizzato il nuovo piano regolatore generale del comune di Scicli, approvato con decreto n. 168/02, si è evidenziato che tale area ricade parte in zona già edificata, parte in zona E1 "zona agricola di particolare interesse ambientale", parte in zona E3 "zona boscata o con previsione di rimboschimento o soggette a miglioramento agrario" e parte in "zona di recupero edilizio ed ambientale art. 9, legge regionale n. 17/84.
Pertanto, sono da disattendere le previsioni del piano territoriale provinciale e da seguire le sopravvenute previsioni del piano regolatore generale del comune interessato.
Azione E1a - Asse regionale viario lungo il corridoio infrastrutturale pedemontano
Il progetto dell'autostrada Siracusa-Gela, già definito dal Consorzio autostrade siciliane, è oggi all'esame da parte di questo Assessorato per l'autorizzazione ai sensi dell'art. 7, legge regionale n. 65/81 e successive modifiche ed integrazioni.
Pertanto vanno disattese le previsioni del tracciato autostradale come raffigurate nelle planimetrie di progetto del piano territoriale provinciale, significando che il tracciato definito dal Consorzio autostrade siciliane costituirà variante agli strumenti urbanistici comunali a seguito della predetta autorizzazione assessoriale.
Azione E2b - Asse litoraneo
Secondo quanto evidenziato nella descrizione del percorso si richiede lo studio di un tracciato alternativo nel tratto sub 6, a monte del tracciato proposto, utilizzando tratti già esistenti e si rimanda agli enti competenti all'approvazione del progetto esecutivo per maggiore chiarezza delle tipologie stradali nei tratti sub 8 e sub 11.
Azione E2d - Variante di collegamento tra la strada provinciale n. 7 e la strada statale n. 514
Non appare sufficientemente giustificata la necessità di realizzare il tratto in argomento, in quanto il miglioramento della connessione strada statale n. 115-strada statale n.514 ed il collegamento montano tra Ragusa e Gela vengono già garantiti dall'azione E1b, fermo restando che il collegamento Ragusa-Gela viene garantito dalla strada provinciale n. 25 e dalla autostrada Siracusa-Gela.
Azione E2f - Arterie di circonvallazione dei borghi e dei nuclei urbani
Si evidenzia per la circonvallazione di Ispica la incompatibilità tra l'intervento di istituzione di nuove aree da tutelare (azione C2a) e l'asse viario proposto. Si propone pertanto una revisione del percorso.
Azione E2g - Variante alla strada statale n. 115 dall'altopiano di Vittoria all'altopiano
Si ritiene che l'intervento proposto nel tratto che collega la strada provinciale n. 20 all'innesto con la strada statale n. 115 non sia giustificabile, in quanto al medesimo fine si potrebbe utilizzare, rettificando ed ammodernando la strada statale n. 20, la strada provinciale n. 13 e la strada provinciale n. 14, eliminando così sovrapposizioni tra vecchio e nuovo tracciato, con un eventuale nuovo collegamento tra la strada provinciale n. 20 e la strada provinciale n. 13 che ne riduca il percorso, considerato anche che in zona sono presenti vincoli ambientali e beni architettonici individuati dal piano paesistico regionale. Si propone pertanto una revisione del percorso nel tratto suindicato.
Azione F4a - Azione di bonifica e sistemazione idraulica
L'azione prevede la sistemazione idraulica di alcuni fiumi e torrenti. Si ritiene che tali opere non rientrino tra le materie previste dall'art. 12 della legge regionale n. 9/86 e che quindi non debbano essere considerate come azioni dirette.
Programma di attuazione
Si ritiene che debba essere approvato unicamente per quanto attiene la parte relativa alle "azioni dirette" tenendo conto delle eliminazioni delle azioni C2a, D1g, E1a, E2d e F4a e delle modifiche alle azioni D1a, D1b, D1d, E2b, E2f e E2g.
Osservazioni ed opposizioni
Avverso il piano territoriale provinciale della Provincia di Ragusa, riadottato con deliberazione consiliare n. 51 del 4 ottobre 2001, sono state formulate n. 33 osservazioni nei termini di legge su cui il consiglio provinciale ha controdedotto con la deliberazione consiliare n. 71 del 23 dicembre 2001.
Gli atti di pubblicazione ex art. 3 della legge regionale n. 71/78 risultano essere:
-  albo pretorio della Provincia 8 ottobre 2001;
-  manifesti murali e quotidiano La Sicilia 19 ottobre 2001;
-  Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 42 del 19 ottobre 2001.
Le controdeduzioni sono assistite dai pareri sia dei progettisti sia dall'ufficio di piano, alla luce delle quali questo servizio si è determinato come appresso:
-  osservazioni accolte nn. 1, 3, 7, 8, 9, 11, 14, 29, 30, 32 e 33;
-  osservazioni respinte nn. 2, 5, 6, 10, 12,13, 15, 17, 18, 19, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 31;
-  osservazione n. 4 superata dalle previsioni del piano regolatore generale approvato con decreto n. 168/D.R.U. del 12 aprile 2002;
-  osservazione n. 16 superata dall'autorizzazione assessoriale ex art. 7, legge regionale n. 65/81;
-  osservazione n. 20 parzialmente accolta in armonia col parere reso dai progettisti incaricati.
Si rappresenta altresì che il comune di Scicli, con nota prot. n. 540 del 22 febbraio 2002, ha trasmesso alla Provincia regionale di Ragusa la deliberazione consiliare n. 100 del 27 novembre 2001 avente per oggetto: piano territoriale provinciale (P.T.P.). Osservazioni ex art. 3 legge regionale n. 71/78. Tale trasmissione è stata effettuata oltre i termini di legge, ma si è del parere che le stesse possano essere accolte limitatamente a quanto decretato col decreto n. 168 del 12 aprile 2002 di approvazione del piano regolatore generale comunale;
Visto il voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 95 del 13 febbraio 2003, reso sulla scorta degli atti ed elaborati trasmessi dall'unità operativa 1.1/D.R.U. in allegato alla proposta sopracitata, che di seguito parzialmente si trascrive:
"...Omissis....
Considerato: il piano territoriale provinciale di Ragusa, primo piano ad essere adottato da una Provincia regionale, sconta, come è ovvio, le incertezze derivanti dalla sperimentazione delle vigenti disposizioni in materia di pianificazione provinciale, costituite dall'art. 12 della legge regionale n. 9/86 e dall'art. 5 della legge regionale n. 48/91.
Con la circolare n. 2/93 sono state impartite direttive per la formazione e redazione dei piani territoriali provinciali, ribadendosi la cornice dell'impianto normativo della pianificazione provinciale sulla base degli articoli di legge sopra citati e la sua finalizzazione alla program mazione della spesa pubblica.
Con successiva nota d'indirizzo, prot. n. 49011 del 20 luglio 1993, l'A.R.T.A. ha fornito ulteriori indicazioni per la redazione di detti piani precisandone tra l'altro:
-  i contenuti previsionali in rapporto alle funzioni amministrative delle Province, ai sensi dell'art. 13 della legge n. 9/86, tenendo conto dei piani settoriali d'interesse regionale esistenti o in corso di formazione;
-  le fasi progettuali preliminari, da sviluppare mediante momenti partecipativi con gli enti locali e le amministrazioni pubbliche interessate, ai sensi dell'art. 5, comma 3, della legge regionale n. 48/91.
La formazione del piano territoriale provinciale al l'esa me è stata preceduta da due fasi distinte, definite da uno schema di massima e da un rapporto preliminare, con le quali sono stati concertati gli aspetti metodologici, le tematiche, le proposte progettuali e sono stati approfonditi gli aspetti conoscitivi e problematici del piano territoriale provinciale mediante momenti partecipativi pubblici.
In relazione alle direttive contenute nella circolare A.R.T.A. n. 2/93 e nella successiva nota prot. n. 49011 del 20 luglio 1993, il progetto del piano territoriale provinciale ha elaborato elementi di conoscenza dei piani settoriali di interesse regionale con particolare riferimento al piano regionale dei trasporti e alle linee guida del piano paesistico regionale.
Nel piano territoriale provinciale i fattori per lo sviluppo integrato della provincia sono individuati nell'innovazione della rete infrastrutturale dei trasporti, nel nuovo ruolo economico del porto di Pozzallo, nel recupero ad usi civili dell'aeroporto della ex base Nato di Comiso, nella creazione di servizi per il terziario avanzato e per il settore turistico, nella creazione di servizi tecnologici e organizzativo-gestionali per le piccole e medie imprese.
Il programma di settore "viabilità e trasporti" insieme ai progetti speciali "porto di Pozzallo" e "ex base aeronautica di Comiso" pongono come obiettivo generale la realizzazione di un moderno sistema di infrastrutture di trasporto al fine di sviluppare i rapporti commerciali soprattutto del comparto agricolo, di aumentare i flussi di esportazione del sistema industriale verso i mercati dei paesi del Mediterraneo, di incrementare il settore turistico, oltre che di favorire lo sviluppo di nuove attività produttive.
Il programma di settore "beni culturali" e i piani d'area "ambiti costiero" e "ambito montano"; tendono ad orientare strategie di sviluppo turistico sostenibile mediante azioni che valorizzino e recuperino il patrimonio artistico e architettonico della provincia e aumentino la qualità della componente paesistica e naturalistica, nonché la capacità ricettiva extra-alberghiera delle aree montane e costiere (i piani d'area).
L'impostazione metodologica del piano territoriale provinciale, certamente non assimilabile ai contenuti progettuali riferibili ai piani regolatori comunali, esprime, pertanto, una visione complessiva di assetto funzionale, ambientale ed economico del territorio provinciale, considerata premessa indispensabile e irrinunciabile ai fini di una corretta pianificazione territoriale provinciale pur nei limiti delle competenze, fissate dall'art. 12 della legge regionale n. 9/86 ai soli aspetti riguardanti le infrastrutture viarie e le opere e gli impianti di interesse sovracomunale.
Le previsioni urbanistiche e in genere gli indirizzi progettuali contenuti nel piano territoriale provinciale, contestualizzati in linee di "interventi strategici" settoriali si articolano, pertanto, all'interno di una logica sistemica dei tematismi trattati (programmi di settore), che conferisce alle scelte del piano territoriale provinciale prescrittive, strettamente infrastrutturali, o indicative, più orientate alla valorizzazione delle risorse del territorio, i necessari e utili riferimenti di coerenza e di interrelazione tra le varie previsioni.
Tuttavia, dovendosi la pianificazione territoriale provinciale necessariamente riferire ai contenuti previsionali di cui all'art. 12 della legge regionale n. 9/86, come confermati negli indirizzi espressi nella circolare A.R.T.A. n. 2/93 e nella successiva nota prot. n. 49011 del 20 luglio 1993, tutte le azioni e gli interventi progettuali previsti nel piano territoriale provinciale all'esame, non conformi a tali contenuti, vanno considerati indicativi e non prescrittivi, pur riconoscendosene la loro forza propulsiva e orientativa ai fini di uno sviluppo programmato del territorio provinciale.
In particolare vanno considerati indicativi gli interventi che, secondo la definizione data dal piano territoriale provinciale, derivano dalle azioni cosiddette di coordinamento, indirette e di supporto relativamente agli interventi strategici di cui ai programmi di settore, ai piani d'area e ai progetti speciali.
Per quanto riguarda gli interventi classificati nel piano territoriale provinciale come azioni dirette, dichiarate prescrittive secondo le norme di piano, gli stessi sono da ritenere cogenti per la parte coerente con i contenuti di cui all'art. 12 della legge regionale n. 9/86, alla luce della circolare n. 2/93 e della successiva nota A.R.T.A. prot. n. 49011 del 20 luglio 1993. Analogamente, si ritengono prescrittive le previsioni relative ai "canali infrastrutturali" a salvaguardia dei tracciati previsti per la realizzazione delle principali vie di comunicazioni stradali e ferroviarie.
Tuttavia, visto il parere dell'ufficio prot. n. 164 del l'8 gennaio 2003, su alcuni interventi relativi alle azioni dirette, si osserva:
Azione C2a - Tutela immediata di aree di interesse ambientale
Tale azione, classificata come diretta, risulta estranea ai contenuti di cui all'art. 12 della legge regionale n. 9/86. Ferma restando la facoltà di proposta del piano territoriale provinciale nel suggerire eventuali aree da sottoporre a tutela, l'azione di vincolo è demandata ad altri organi.
Azione D1a - Sistema cave di Comiso
L'azione prevede il ripristino e la riqualificazione ambientale ai fini della realizzazione di un "parco museo di fruizione cittadina e territoriale". Si ritiene che tale intervento debba escludere l'area ricadente in zona B già edificata, prevista dal vigente strumento urbanistico comunale.
Azione D1b - Sistema cave di Vittoria
L'azione prevede la riqualificazione ambientale ai fini della realizzazione di un "parco urbano di fruizione cittadina e territoriale". Si ritiene che debba essere esclusa dall'intervento l'area in zona C, dello strumento urbanistico di Vittoria vigente, già edificata.
Azione D1d - Sistema Santa Croce-Scoglitti
L'azione prevede la riqualificazione ambientale delle cave della fascia costiera con interventi di bonifica agricolo-forestale. Analizzando lo stralcio planimetrico in scala 1:10000 della tav. 6 si ritiene che l'intervento sia previsto nell'ambito della cosiddetta "area dell'interven to", mentre per l'area definita come "area di riqualificazione ambientale", per la quale si presume invece imposta un'azione di vincolo vale quanto prima detto per l'azione C2a.
Azione D1g - Sistema cave di Scicli
L'azione prevede il ripristino e la riqualificazione ambientale delle cave ai fini della sistemazione idrogeologica delle aree. Analizzato il nuovo piano regolatore generale del comune di Scicli, approvato con decreto n. 168/02, si è evidenziato che tale area ricade parte in zona già edificata, parte in zona E1 "zona agricola di particolare interesse ambientale", parte in zona E3 "zona boscata o con previsione di rimboschimento o soggette a miglioramento agrario" e parte in "zona di recupero edilizio ed ambientale" ex art. 9 della legge regionale n. 17/84. Si ritiene che debba essere esclusa dall'intervento la porzione di area ricadente in zona di recupero edilizio, così come prevista dal vigente strumento urbanistico comunale.
Azione E1a - Asse regionale viario lungo il corridoio infrastrutturale pedemontano
Per le relative previsioni occorre riferirsi al progetto dell'autostrada Siracusa-Gela redatto dal Consorzio autostrade siciliane, oggetto del relativo accordo di programma.
Pertanto vanno disattese le previsioni del tracciato autostradale come indicate nelle planimetrie di progetto del piano territoriale provinciale.
Azione E2b - Asse litoraneo
Nel parere dell'ufficio si richiede lo studio di un tracciato alternativo nel tratto sub 6, a monte del tracciato proposto, utilizzando tratti già esistenti e si rimanda agli enti competenti all'approvazione del progetto esecutivo la definizione nei tratti sub 8 e sub 11.
Azione E2d - Variante di collegamento tra la strada provinciale n. 7 e la strada statale n. 514
Non appare sufficientemente giustificata la necessità di realizzare il tratto in argomento, in quanto il miglioramento della connessione strada statale n. 115-strada statale n. 514 ed il collegamento montano tra Ragusa e Gela vengono già garantiti dall'azione E1b, fermo restando che il collegamento Ragusa-Gela viene garantito dalla strada provinciale n. 25 e dalla autostrada Siracusa-Gela.
Azione E2f - Arterie di circonvallazione dei borghi e dei nuclei urbani
Si evidenzia per la circonvallazione di Ispica la incompatibilità tra l'intervento di istituzione di nuove aree da tutelare (azione C2a) e l'asse viario proposto. Si propone pertanto una revisione del percorso.
Azione E2g - Variante alla strada statale n. 115 dall'altopiano di Vittoria all'altopiano
Si ritiene che l'intervento proposto nel tratto che collega la strada provinciale n. 20 all'innesto con la strada statale n. 115 non sia giustificabile, in quanto al medesimo fine si potrebbe utilizzare, rettificando ed ammodernando la strada provinciale n. 20, la strada provinciale n. 13 e la strada provinciale n. 14, eliminando così sovrapposizioni tra vecchio e nuovo tracciato, con un eventuale nuovo collegamento tra la strada provinciale n. 20 e la strada provinciale n. 13 che ne riduca il percorso, considerato anche che in zona sono presenti vincoli ambientali e beni architettonici individuati dal piano paesistico regionale. Si propone pertanto una revisione del percorso nel tratto suindicato.
Azione F4a - Azione di bonifica e sistemazione idraulica
Nel parere dell'ufficio l'azione non è considerata tra le materie previste dall'art. 12 della legge regionale n. 9/86. Si ritiene in diverso avviso che tale azione possa essere riferibile alle materie di competenza di cui al l'art. 13 della legge regionale n. 9/86, così come evidenziato nella nota A.R.T.A. prot. n. 4901 del 20 luglio 1993.
In relazione a quanto osservato sulle predette azioni il programma di attuazione deve ritenersi in conseguenza modificato.
In merito alle osservazioni presentate avverso al piano territoriale provinciale, in conformità alla proposta di parere dell'ufficio, si propone:
-  l'accoglimento delle osservazioni nn. 1, 3, 7, 8, 9, 11, 12, 14, 29, 30, 32 e 33:
-  osservazione n. 1 - Il comune di Ragusa evidenzia la non corretta perimetrazione dell'area ASI come approvata dall'A.R.T.A.;
-  osservazione n. 3 - La ditta S.D.B. lamenta come l'asse litoraneo di cui all'azione E2b interferisca con i terreni di cui ad una lottizzazione approvata ed avviata;
-  osservazione n. 7 - La Legambiente di Ragusa propone l'estensione del Parco regionale delle cave del Fiume Irminio;
-  osservazione n. 8 - La Legambiente di Ragusa propone l'inserimento fra le strutture museali un museo d'arte contemporanea che contenga la "collezione Cappello";
-  osservazione n. 9 - La Legambiente di Ragusa propone l'inserimento di ulteriori cave fra le aree di interesse ambientale;
-  osservazione n. 11 - La Legambiente di Ragusa richiede l'inserimento della dicitura "telematico" nell'intestazione dell'azione C4g "Nuovo mercato floricolo";
-  osservazione n. 12 - La Legambiente di Ragusa suggerisce di inserire fra le opere di bonifica paesaggistica e/o restauro ambientale previste dall'azione C5b anche la ricostruzione e la manutenzione dei muretti a secco;
-  osservazione n. 14 - La Legambiente di Ragusa propone di aggiungere "estrazione in galleria" al nono rigo dopo "impatto ambientale", nell'azione D4a "Progetto di polo estrattivo tematico di Comiso";
-  osservazione n. 29 - Il comune di Giarratana richiede la modifica del tracciato della variante strada statale n. 194 in adiacenza con la strada comunale Piano Conte;
-  osservazione n. 30 - Comune di Giarratana richiede la modifica della circonvallazione Giarratana nord in corrispondenza dell'attraversamento del Fiume Irminio;
-  osservazione n. 32 - Il comune di Giarratana evidenzia come non risulti riportato sulle tavole di Piano parte del tracciato della strada comunale Alia Superiore;
-  osservazione n. 33 - L'ufficio del Piano evidenzia la necessità di rettificare la perimetrazione di alcune aree di interesse ambientale di cui all'azione C2a quali Torre di Mezzo, Punta Bruca-Punta Corvo, Contrada Religione, Punta Braccetto, Macchia Santa Maria del Focallo;
-  il progetto delle osservazioni nn. 2, 5,6, 10, 13, 15, 17, 18, 19, 21, 22, 23, 24, 25, 27, 28 e 31:
-  osservazione n. 2 - Il comune di Ragusa lamenta che i contenuti del piano territoriale provinciale siano limitati alla viabilità ed agli impianti sovracomunali e che pertanto qualunque altra indicazione non appaia pertinente.
Motivazione: l'art. 12 della legge regionale n. 9/86 prevede che i contenuti prescrittivi del piano territoriale provinciale devono limitarsi alle infrastrutture e alle attrezzature sovracomunali; nel caso in specie il piano territoriale provinciale ha distinto le azioni progettuali in "azioni prescrittive" e "azioni indicative";
-  osservazione n. 5 - Viene proposta dalla Legambiente di Ragusa che propone la soppressione del mini impianto automobilistico lamentando che tale impianto sia un'anacronistica enfatizzazione dello sport automobilistico e rappresenti un invito alla velocità in territorio di Comiso.
Motivazione: tale impianto è inserito nel POP 1998/2000 e nel piano regolatore generale di Comiso;
-  osservazione n. 6 - La Legambiente di Ragusa lamenta come alcune "azioni dirette" quali le B1b, B2b, C1a e C2b siano state declassate in "azioni indirette" a seguito di emendamento in fase di adozione.
Motivazione: L'osservazione è estremamente sintetica e non supportata da alcuna precisa motivazione;
-  osservazione n. 10 - La Legambiente di Ragusa propone di introdurre la dicitura "con esclusione di semi geneticamente modificati" nell'intestazione dell'azione C4i "Centro di selezione sementi e materiale di propagazione agricolo".
Motivazione: tale precisazione esula dalle competen ze del piano territoriale provinciale;
-  osservazione n. 13 - La Legambiente di Ragusa indica di ammettere per la riqualificazione ambientale del sistema di cave della baia di Sampietri solo l'uso materiale sabbioso.
Motivazione: tale indicazione appare eccessivamente restrittiva nei confronti di nuove tecniche e tecnologie di recupero ambientale;
-  osservazione n. 15 - La Legambiente di Ragusa suggerisce di inserire "in galleria" al secondo rigo, dopo "pietre", nell'azione D4c "Progetto polo estrattivo per la lavorazione ed il taglio della pietra di Ragusa-Modica".
Motivazione: tale proposta non è accoglibile sia per l'assenza di gallerie che per le situazioni geotecniche e geomorfologiche sfavorevoli;
-  osservazione n. 17 - La Legambiente di Ragusa propone di assumere come asse regionale un nuovo tracciato.
Motivazione: tale suggerimento è in contrasto col potenziamento della strada statale n. 115;
-  osservazione n. 18 - La Legambiente di Ragusa propone la soppressione dell'azione E1b riguardante l'asse di connessione fra la strada statale n. 115 e la strada statale n. 514.
Motivazione: L'osservazione non è supportata da nessuna motivazione. Tale previsione viaria è un 'azione strategica del piano territoriale provinciale;
-  osservazione n. 19 - La Legambiente di Ragusa propone la soppressione del potenziamento della strada provinciale n. 25 Ragusa-Marina di Ragusa e la sostituzione con piste ciclabili.
Motivazione: il suddetto potenziamento rappresenta soprattutto la messa in sicurezza del percorso medesimo. Le piste ciclabili mal si adattano su tale asse viario di grande flusso e di una certa velocità di percorrenza;
-  osservazione n. 21 - La Legambiente di Ragusa propone l'eliminazione dell'azione E2e "adeguamento di parti di tracciati provinciali".
Motivazione: l'adeguamento della rete stradale è un obiettivo primario dell'amministrazione provinciale;
-  osservazione n. 22 - La Legambiente di Ragusa propone l'eliminazione della realizzazione di opere di cui all'azione E2a "interventi di realizzazione di nuovi manufatti a servizio del sistema viabilistico". Motivazione: tale osservazione non è accoglibile per motivi di sicurezza;
-  osservazione n. 23 - La Legambiente di Ragusa propone l'eliminazione di alcuni interventi di cui all'azio ne E3b "interventi locali di adeguamento e manutenzione del sistema viabilistico".
Motivazione: Tale osservazione non è accoglibile per le motivazioni di cui all'osservazione n. 22;
-  osservazione n. 24 - La Legambiente di Ragusa chiede l'inserimento di una nuova azione E5f volta a realizzare un nuovo tracciato ferroviario Ragusa-Lentini in subordine alla tratta Ragusa-Vizzini. Tale osservazione propone l'inserimento di questo nuovo tracciato fra i primi posti di priorità rispetto a tutti gli altri interventi nel campo della viabilità.
Motivazione: non si ritiene coerentemente inserita all'interno delle principali direttrici di sviluppo individuate dal piano territoriale provinciale e non supportata da alcuno studio di fattibilità;
-  osservazione n. 25 - La Legambiente di Ragusa chiede l'eliminazione dell'azione G1f "Studio per la realizzazione di impianto tecnologico di incenerimento R.S.U.", in quanto, per la Provincia di Ragusa il P.I.E.R. non ne prevede.
Motivazione: La Provincia di Ragusa, consapevole delle problematiche inerenti gli impianti di incenerimento, con l'azione in oggetto prevede uno studio accurato "ex-ante" valutando anche soluzioni alternative;
-  osservazione n. 27 - La Legambiente di Ragusa chiede l'eliminazione del terzo polo industriale ASI, dal momento che l'area ASI di Modica-Pozzallo è in gran parte libera da insediamenti.
Motivazione: Contrasta con i criteri di programmazione ispiratori del piano territoriale provinciale;
-  osservazione n. 28 - La Federazione lavoratori trasporti uniti di Ragusa chiede l'inserimento di un nuovo tracciato ferroviario Ragusa-Vizzini.
Motivazione: non è coerente con le direttrici principali individuate dal piano territoriale provinciale per quanto riguarda la mobilità;
-  osservazione n. 31 - Il comune di Giarratana chiede il declassamento da "azione diretta" ad "azione indiretta" dell'azione C2a per quanto riguarda "tutela immediata di aree di interesse ambientale-sorgenti del fiume Irminio" in quanto non in armonia con l'art. 12 della legge regionale n. 9/86.
Motivazione: La cogenza del vincolo resta limitata alla sola fase di salvaguardia dal momento che viene demandata ai comuni la definizione della specifica disciplina all'interno del comprensorio tutelato;
-  il parziale accoglimento delle osservazioni nn. 20 e 26 in aderenza al parere dei progettisti e dell'osservazione del comune di Scicli, di cui alla deliberazione consiliare n. 100 del 27 novembre 2001, trasmessa oltre i termini di legge, limitatamente a quanto decretato col decreto n. 168 del 12 aprile 2002 di approvazione del piano regolatore generale comunale;
-  di considerare superate le seguenti osservazioni:
-  osservazione n. 4: superata dalle previsioni del piano regolatore generale approvato con decreto n. 168/D.R.U. del 12 aprile 2002;
-  osservazione n. 16: superata dall'autorizzazione assessoriale ex art. 7, legge regionale n. 65/81.
Ciò premesso e considerato, si esprime parere favorevole all'approvazione del piano territoriale della Provincia di Ragusa adottato dal commissario straordinario con deliberazione n. 51 del 4 ottobre 2001, ai sensi dell'art. 12 della legge regionale n. 9/86 e dell'art. 5 della legge regionale n. 48/91, con le prescrizioni di cui sopra";
Vista la nota, prot. n. 16457 del 12 marzo 2003, con la quale questo Assessorato ha trasmesso alla Provincia regionale di Ragusa il voto n. 95 del 13 febbraio 2003 del Consiglio regionale dell'urbanistica per le conseguenti eventuali controdeduzioni, ai sensi del 6° comma del l'art. 4 della legge regionale n. 71/78;
Vista la deliberazione n. 172 del 16 aprile 2003, trasmessa a questo Assessorato con il foglio prot. n. 26311 del 30 aprile 2003, con la quale la giunta provinciale di Ragusa ha sottoposto alle valutazione del consiglio provinciale la proposta formulata dal competente ufficio sulle determinazioni di questo Assessorato;
Vista la deliberazione n. 120 del 29 luglio 2003, trasmessa a questo Assessorato con il foglio prot. n. 49224 dell'11 settembre 2003, con la quale il consiglio provinciale di Ragusa ha controdedotto in ordine alle determinazioni assessoriali di cui al parere del Consiglio regionale dell'urbanistica reso con il voto n. 95 del 13 febbraio 2003;
Vista la nota prot. n. 304 del 17 settembre 2003, con la quale l'U.O. 1.1 del servizio 1/D.R.U. di questo Assessorato ha trasmesso al Consiglio regionale dell'urbanistica la proposta di parere di pari protocollo, resa ai sensi dell'art. 68 della legge regionale n. 10/99, che di seguito parzialmente si riporta:
"...Omissis...
Rilievi ed osservazioni del Consiglio regionale dell'urbanistica
In merito ai rilievi:
-  02 - "sistema cave di Comiso";
-  03 - "sistema cave di Vittoria";
-  04 - "sistema cave Santa Croce-Scoglitti";
-  05 - "sistema di Scicli";
-  06 - "asse regionale viario lungo il corridoio infrastrutturale pedemontano"
-  09 - "arterie di circolazione dei borghi e dei nuclei urbani";
-  11 - "azione di bonifica e sistemazione idraulica" il consiglio provinciale condivide quanto rilevato dal Consiglio regionale dell'urbanistica.
Per quanto riguarda i rilievi:
-  01 - "tutela di aree di interesse ambientale";
-  07 - "asse litoraneo";
-  08 - "variante di collegamento tra la strada provinciale n. 7 e la strada statale n. 514";
-  10 - "variante alla strada statale n. 115 dall'abitato di Vittoria all'altopiano".
Il Consiglio provinciale non condivide quanto rilevato dal Consiglio regionale dell'urbanistica e propone ulteriori alternative al progetto originario o il mantenimento della proposta formulata dal piano territoriale provinciale.
In merito a questi rilievi si precisa quanto segue:
Rilievo 01 - "tutela di aree di interesse ambientale"
Si ritiene che l'osservazione del Consiglio regionale dell'urbanistica debba essere definitivamente accolta e che all'azione in argomento debba essere assegnato il carattere di "azione indiretta".
Rilievo 07 - "asse litoraneo"
L'azione interessata è la E2b e il rilievo è specifico per le tratte sub 5-6; sub 7-8 e sub 11. Per quanto riguarda il tracciato "Nuovo tracciato Marina di Ragusa- Foce dell'Irminio-circonvallazione di Donnalucata" (sub 5-6) nelle controdeduzioni si legge testualmente "Si propone quindi, pur mantenendo la proposta formulata dal piano territoriale provinciale di accogliere l'osservazione del Consiglio regionale dell'urbanistica, e di traslare verso monte il canale infrastrutturale soggetto a vincolo, onde consentire, in sede di progettazione, di utilizzare lo stesso attraversamento oggi esistente e, contemporaneamente, evitare l'interferenza con le aree della riserva". Tuttavia nella planimetria allegata alla delibera consiliare n. 120/03 nell'ipotesi n. 1 il nuovo tracciato dell'asse litoraneo risulta passare in zona A della riserva "macchia foresta del fiume Irminio". Si ricorda, pertanto, che il regolamento di detta riserva, approvato con decreto del 9 febbraio 1988, all. 2 fa divieto di "realizzare nuove costruzioni o effettuare qualsiasi altra trasformazione edilizia del territorio ivi compresa l'apertura di nuove strade, piste nonché allargamenti, prolungamenti e rettifiche delle esistenti".
Si ritiene, pertanto, opportuno accettare l'ipotesi n. 2 che propone un tracciato completamente esterno alla riserva.
Per quanto riguarda i tracciati "tratto Donnalucata- Cava d'Aliga-circonvallazione Cava d'Aliga-Sampietri" (sub 7-8) e "circonvallazione di Pozzallo-Marza" (sub 11) si ritiene di accettare il mantenimento dell'azione come proposta dal piano territoriale provinciale.
Rilievo 08 - "Azione E2d - Variante di collegamento tra la strada provinciale n. 7 e la strada statale n. 514".
Si concorda sulle motivazioni delle controdeduzioni, pertanto, si ritiene di accogliere la proposta del Consiglio provinciale di mantenimento dell'azione come definita dal piano territoriale provinciale.
Rilievo 10 - "Azione E2g - Variante alla strada statale n. 115 dall'abitato di Vittoria all'altipiano"
Si ritiene di accogliere la proposta b) delle controdeduzioni, eliminando la tratta iniziale di collegamento tra la strada provinciale n. 20 e la strada provinciale n. 13, come da allegata planimetria, considerando anche il mantenimento dell'azione E2d di cui al rilievo 08, che migliora il collegamento viario tra il capoluogo e il bassopiano.
Parere del Consiglio regionale dell'urbanistica sulle osservazioni pervenute: in merito alle osservazioni presentate dopo la pubblicazione del piano si precisa che su tutte le osservazioni il Consiglio provinciale non muove alcun rilievo specifico concordando con le valutazioni del Consiglio regionale dell'urbanistica.
Parere del Consiglio regionale dell'urbanistica sulle osservazioni fuori termine: per quanto riguarda le osservazioni fuori termine il Consiglio regionale dell'urbanistica ritiene di dovere accogliere le osservazioni del comune di Scicli limitatamente a quanto decretato con decreto n. 168 del 12 aprile 2002 di approvazione del piano regolatore generale comunale.
Su tali osservazioni si precisa quanto segue:
Osservazione n. 1 - "Modifica del tracciato autostradale"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni;
Osservazione n. 2 - "Circonvallazione est e circonvallazio ne esterna di Scicli"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni;
Osservazione n. 3 - "Stralcio previsione vincolistica in contrada Samuele e contrada Arizza"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni;
Osservazione n. 4 - "Riperimetrazione dell'area punta Bru ca-Punta del Corvo"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni;
Osservazione n. 5 - "Riperimetrazione del parco delle Cave del fiume Irminio e della Fiumara Modica-Scicli"
Si concorda con quanto proposto nell'osservazione del comune di Scicli ritenendo valido quanto approvato nella variante generale al piano regolatore generale approvata con decreto n. 168/02;
Osservazione n. 6 - "Modifica tracciato ferroviario pedemontano"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni;
Osservazione n. 7 - "Approdi per nautica di diporto"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni;
Osservazione n. 8 - "Bonifica e recupero discarica S. Biagio"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni;
Osservazione n. 9 - "Discarica sub-comprensoria le di Sci cli"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni.
Osservazione n. 10 - "Aggiornamento delle zonizzazioni"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni;
Osservazione n. 11 - "Sistema Cave di Scicli"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni;
Osservazione n. 12 "Museo del paesaggio ibleo"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni;
Osservazione n. 13 "Gestione nuovo mercato floricolo"
Si concorda con quanto indicato nelle controdeduzioni.
Visto il parere del Consiglio regionale dell'urbanistica reso, sulla scorta di quanto sottoposto e rappresentato con la sopracitata proposta n. 304 del 25 settembre 2003, dall'unità operativa 1.1 del servizio 1, con il voto n. 231 del 25 settembre 2003, che di seguito parzialmente si trascrive:
"... Omissis ...
Considerato che nel corso della discussione è emerso l'orientamento di condividere la proposta di parere del l'ufficio, che è parte integrante del presente voto, e le precisazioni contenute nelle controdeduzioni relative ai rilievi di cui al voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 95/03 accettati dal consiglio provinciale;
Considerato, altresì, condivisibile la proposta di parere dell'ufficio riguardo alle precisazioni sulle osservazioni fuori termine;
Per quanto sopra conferma il parere favorevole all'approvazione del piano territoriale della Provincia di Ragusa adottato dal commissario straordinario con deliberazione n. 51 del 4 ottobre 2001, ai sensi dell'art. 12 della legge regionale n. 9/86 e dell'art. 5 della legge regionale n. 48/91, con le prescrizioni di cui al voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 95 del 13 febbraio 2003, salvo quanto considerato con il presente parere a seguito della deliberazione del Consiglio provinciale n. 120 del 29 luglio 2003";
Ritenuto di potere condividere i pareri del Consiglio regionale dell'urbanistica resi, sulla scorta delle rispettive proposte dell' unità operativa 1.1 del servizio 1/D.R.U., con i voti n. 95 del 1 agosto 2002 e n. 231 del 13 febbraio 2003;
Rilevata la regolarità della procedura seguita;

Decreta:


Art. 1

Ai sensi dell'art. 12 della legge regionale n. 9 del 6 marzo 1986 e dell'art. 5 della legge regionale n. 48 dell'11 dicembre 1991, in conformità ai pareri resi dal Consiglio regionale dell'urbanistica con i voti n. 95 del l'1 agosto 2002 e n. 231 del 13 febbraio 2003, è approvato il piano territoriale della Provincia di Ragusa, adottato con la deliberazione commissariale n. 51 del 4 ottobre 2001.

Art. 2

Le osservazioni ed opposizioni presentate avverso allo strumento urbanistico in argomento sono decise in conformità e con le stesse motivazioni contenute nei pareri del Consiglio regionale dell'urbanistica espressi con i voti n. 95 dell'1 agosto 2002 e n. 231 del 13 febbraio 2003.

Art. 3

Fanno parte integrante del presente decreto e ne costituiscono allegati i seguenti atti ed elaborati che vengono vistati e timbrati da questo Assessorato:
1)  proposta di parere n. 164 dell'8 gennaio 2003;
2)  voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 95 del 13 febbraio 2003;
3)  proposta di parere n. 304 del 17 settembre 2003;
4)  voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 231 del 25 settembre 2003;
5)  delibera commissariale n. 51 del 4 ottobre 2001;
6)  delibera commissariale n. 71 del 23 novembre 2001;
7)  delibera C.P. n. 120 del 29 luglio 2003;
ELABORATI DEL PIANO RIPORTANTI GLI ESTREMI DELLA DELIBERA COMMISSARIALE N. 51 DEL 4 OTTOBRE 2001
Il sistema Ibleo
8)  schema di massima, rapporto preliminare del pia no territoriale;
9)  repertorio di appunti di lavoro sui caratteri del territorio provinciale, sezione bibliografica;
10)  verso un'idea nuova di piano;
11)  osservazioni al rapporto preliminare;
12)  piano territoriale provinciale, interventi e strategie;
Elaborati di piano
Tav. 1 - stato di fatto e di diritto
13)  foglio 1  -  stato di fatto e di diritto, scala 1:25.000; 
14)  foglio 2  -  stato di fatto e di diritto, scala 1:25.000; 
15)  foglio 3  -  stato di fatto e di diritto, scala 1:25.000; 
16)  foglio 4  -  stato di fatto e di diritto, scala 1:25.000; 
17)  foglio 5  -  stato di fatto e di diritto, scala 1:25.000; 
18)  foglio 6  -  stato di fatto e di diritto, scala 1:25.000; 
19)  foglio 7  -  stato di fatto e di diritto, scala 1:25.000; 
20)  foglio 8  -  stato di fatto e di diritto, scala 1:25.000; 
21)  foglio 9  -  stato di fatto e di diritto, scala 1:25.000; 
22)  foglio 10  -  stato di fatto e di diritto, scala 1:25.000; 
23)  foglio 11  -  stato di fatto e di diritto, scala 1:25.000; 

Tav. 3 - Carta degli interventi e strategie
24)  foglio 3.0  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
25)  foglio 3.1  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
26)  foglio 3.2  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
27)  foglio 3.3  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
28)  foglio 3.4  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
29)  foglio 3.5  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
30)  foglio 3.6  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
31)  foglio 3.7  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
32)  foglio 3.8  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
33)  foglio 3.9  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
34)  foglio 3.10  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
35)  foglio 3.11  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 
36)  foglio 3.12  -  carta degli interventi e strategie, scala 1:25.000; 

Tav. 4 - Programmi di settore e piani d'area
37)  tav. 4-A  -  attrezzature di interesse sociale 
38)  tav. 4-B  -  beni culturali 
39)  tav. 4-C  -  agricoltura, foreste, zootecnia, am bien te naturale; 
40)  tav. 4-D  -  cave e miniere; 
41)  tav. 4-E  -  viabilità e trasporti; 
42)  tav. 4-F  -  uso della risorsa idrica; 
43)  tav. 4-G  -  inquinamenti, smaltimento rifiuti, aree degradate; 
44)  tav. 4-H  -  turismo; 
45)  tav. 4-I.1  -  piano d'area ambito costiero; 
46)  tav. 4-I.2  -  piano d'area ambito costiero, modalità d'uso e piani regolatori comunali; 
47)  tav. 4-L  -  piano d'area ambito montano; 

Tav. 5 - Azioni dirette del piano territoriale provinciale e strumentazione urbanistica
48)  tav. 5.1  -  legenda quadro di unione, scala 1:75000; 
49)  tav. 5.2  -  foglio n. 1, scala 1:10.000; 
50)  tav. 5.3  -  foglio n. 2, scala 1:10.000; 
51)  tav. 5.4  -  foglio n. 3, scala 1:10.000; 
52)  tav. 5.5  -  foglio n. 4, scala 1:10.000; 
53)  tav. 5.6  -  foglio n. 5, scala 1:10.000; 
54)  tav. 5.7  -  foglio n. 6, scala 1:10.000; 
55)  tav. 5.8  -  foglio n. 7, scala 1:10.000; 
56)  tav. 5.9  -  foglio n. 8, scala 1:10.000; 
57)  tav. 5.10  -  foglio n. 9, scala 1:10.000; 
58)  tav. 5.11  -  foglio n. 10, scala 1:10.000; 
59)  tav. 5.12  -  foglio n. 11, scala 1:10.000; 
60)  tav. 5.13  -  foglio n. 12, scala 1:10.000; 
61)  tav. 5.14  -  foglio n. 13, scala 1:10.000; 
62)  tav. 5.15  -  foglio n. 14, scala 1:10.000; 
63)  tav. 5.16  -  foglio n. 15, scala 1:10.000; 
64)  tav. 5.17  -  foglio n. 16, scala 1:10.000; 
65)  tav. 5.18  -  foglio n. 17, scala 1:10.000; 
66)  tav. 5.19  -  foglio n. 18, scala 1:10.000; 
67)  tav. 5.20  -  foglio n. 19, scala 1:10.000; 
68)  tav. 5.21  -  foglio n. 20, scala 1:10.000; 
69)  tav. 5.22  -  foglio n. 21, scala 1:10.000; 
70)  tav. 5.23  -  foglio n. 22, scala 1:10.000; 
71)  tav. 5.24  -  foglio n. 23, scala 1:10.000; 
72)  tav. 6  -  azioni dirette - Dettaglio delle azioni di trasformazioni territoriali (43 tav. in sca la varie) - Approvato con deliberazione di C.P. n. 142 del 21 luglio 2000 - Elaborato definitivo emendato; 
73)  tav. 7  -  azioni dirette - Dettaglio delle azioni di trasformazioni territoriali per la viabilità (57 tavole in scala 1:10000) adottato con deliberazione di C.P. n. 142 del 21 luglio 2000 - Elaborato definitivo emendato; 

74)  programma di attuazione del piano territoriale provinciale - Schede azioni progettuali, approvato con deliberazione di C.P. n. 142 del 21 luglio 2000 - Elaborato definitivo emendato;
STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO ED IDROGEOLOGICO DEL TERRITORIO PROVINCIALE - STUDI DI SETTORE
Indagine geologica
75)  studio geologico-tecnico delle aree soggette ad azio ni dirette del piano territoriale provinciale richiedenti specifica caratterizzazione - Relazione;
76)  relazione finale;
77)  relazione integrativa con emendamenti;
78)  cartografie tematiche:
79)  tav. 1  -  carta delle acclività, sca la 1:25000; 
80)  tav. 1A  -  carta delle acclività, sca la 1:25000; 
81)  tav. B  -  carta delle acclività, sca la 1:25000; 
82)  tav. 1C  -  carta delle acclività, sca la 1:25000; 
83)  tav. 1D  -  carta delle acclività, sca la 1:25000; 
84)  tav. 1E  -  carta delle acclività, sca la 1:25000; 
85)  tav. 1F  -  carta delle acclività, sca la 1:25000; 
86)  tav. 2  -  carta delle esposizioni, sca la 1:25000; 
87)  tav. 2A  -  carta delle esposizioni, sca la 1:25000; 
88)  tav. 2B  -  carta delle esposizioni, sca la 1:25000; 
89)  tav. 2C  -  carta delle esposizioni, sca la 1:25000; 
90)  tav. 2D  -  carta delle esposizioni, sca la 1:25000; 
91)  tav. 2E  -  carta delle esposizioni, sca la 1:25000; 
92)  tav. 2F  -  carta delle esposizioni, sca la 1:25000; 
93)  tav. 3  -  carta dell'instabilità potenziale, sca la 1:25.000; 
94)  tav. 3A  -  carta dell'instabilità potenziale, sca la 1:25.000; 
95)  tav. 3B  -  carta dell'instabilità potenziale, sca la 1:25.000; 
96)  tav. 3C  -  carta dell'instabilità potenziale, sca la 1:25.000; 
97)  tav. 3D  -  carta dell'instabilità potenziale, sca la 1:25.000; 
98)  tav. 3E  -  carta dell'instabilità potenziale, sca la 1:25.000; 
99)  tav. 3F  -  carta dell'instabilità potenziale, sca la 1:25.000; 
100)  tav. 4  -  carta dell'instabilità reale, sca la 1:25.000; 
101)  tav. 4A  -  carta dell'instabilità reale, sca la 1:25.000; 
102)  tav. 4B  -  carta dell'instabilità reale, sca la 1:25.000; 
103)  tav. 4C  -  carta dell'instabilità reale, sca la 1:25.000; 
104)  tav. 4D  -  carta dell'instabilità reale, sca la 1:25.000; 
105)  tav. 4E  -  carta dell'instabilità reale, sca la 1:25.000; 
106)  tav. 4F  -  carta dell'instabilità reale, sca la 1:25.000; 

Indagine geologica 2
107)  carte geologiche - Adottate con deliberazione commissariale n. 51 del 4 ottobre 2001;
108)  tav. 5A  -  carta geologica e del rischio sismico, scala 1:25.000; 
109)  tav. 5B  -  carta geologica e del rischio sismico, scala 1:25.000; 
110)  tav. 5C  -  carta geologica e del rischio sismico, scala 1:25.000; 

STUDIO GEOLOGICO-TECNICO DELLE AREE RICHIEDENTI SPECIFICA CARATTERIZZAZIONE - CARTA GEOLOGICO-TECNICA
111)  tav. 6  -  legenda e quadro di unione, scala 1:75000; 
112)  tav. 6.1  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
113)  tav. 6.2  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
114)  tav. 6.3  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
115)  tav. 6.4  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
116)  tav. 6.5  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000: 
117)  tav. 6.6  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
118)  tav. 6.7  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
119)  tav. 6.8  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
120)  tav. 6.9  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
121)  tav. 6.10  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
122)  tav. 6.11  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
123)  tav. 6.12  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
124)  tav. 6.13  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
125)  tav. 6.14  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
126)  tav. 6.15  -  carta geologico-tecnica, scala 1:10000; 
127)  tav. 7  -  dettaglio delle azioni di trasformazione territoriale sotto il profilo della geologia nell'ambito della redazione del piano territoriale provinciale - Carte geologico-tecniche di dettaglio; 

Idrologia, idrogeologia, infrastrutture idrauliche
128)  relazione;
129)  schede progettuali;
130)  relazione integrativa (individuazione delle aree di pertinenza fluviale a rischio di esondazione e corrispondenti vincoli territoriali);
131)  tav. 1.1  -  carta idrogeologica, foglio 1, scala 1:50000; 
132)  tav. 1.2  -  carta idrogeologica, foglio 2, scala 1:50000; 
133)  tav. 2.1  -  carta della vulnerabilità, foglio 1, sca la 1:50000; 
134)  tav. 2.2  -  carta della vulnerabilità, scala 2, scala 1:50000; 
135)  tav. 3.1  -  infrastrutture idrauliche idropotabili e irrigue, foglio 1, scala 1:25000; 
136)  tav. 3.2  -  infrastrutture idrauliche, idropotabili e irrigue, foglio 2, scala 1:25000; 
137)  tav. 3.3  -  infrastrutture idrauliche idropotabili e irrigue, foglio 3, scala 1:25000; 
138)  tav. 3.4  -  infrastrutture idrauliche idropotabili e irrigue, foglio 4, scala 1:25000; 
139)  tav. 3.5  -  infrastrutture idrauliche idropotabili e irrigue, foglio 5, scala 1:25000; 
140)  tav. 3.6  -  infrastrutture idrauliche idropotabili e irrigue, foglio 6, scala 1:25000; 
141)  tav. 4.1  -  infrastrutture fognarie e impianti di depurazione, foglio 1, scala 1:25000; 
142)  tav. 4.2  -  infrastrutture fognarie e impianti di depurazione, foglio 2, scala 1:25000; 
143)  tav. 4.3  -  infrastrutture fognarie e impianti di depurazione, foglio 3, scala 1:25000; 
144)  tav. 4.4  -  infrastrutture fognarie e impianti di depurazione, foglio 4, scala 1:25000; 
145)  tav. 4.5  -  infrastrutture fognarie e impianti di depurazione, foglio 5, scala 1:25000; 
146)  tav. 4.6  -  infrastrutture fognarie e impianti di depurazione, foglio 6, scala 1:25000; 
147)  tav. 5  -  piano d'area dell'ambito costiero - infrastrutture idropotabili, fognarie, depurative e riuso irriguo; 
148)  tav. 6  -  carta idrogeologica del territorio provinciale, scala 1:100000; 

Mobilità, trasporti e traffico
149)  rapporto finale;
150)  rapporto finale: appendice-dati di base ed elaborazioni;
151)  rapporto finale: schemi degli itinerari stradali, scala 1:10000;
152)  rapporto finale: elaborati cartografici;
153)  tav. 1  -  volumi di traffico, scala 1:100000; 
154)  tav. 2  -  schema generale della rete stradale futura in ambito provinciale e di infrastrutture di trasporto di specifico interesse (telaio infrastrutturale), sca la 1:100000; 
155)  tav. 3A  -  assetto viario e ferroviario attuale, scala 1:25000; 
156)  tav. 3B  -  assetto viario e ferroviario attuale, sca la 1:25000; 
157)  tav 3C  -  assetto viario e ferroviario attuale, scala 1:25000; 
158)  tav. 4A  -  assetto viario e ferroviario proposto, scala 1:25000; 
159)  tav. 4B  -  assetto viario e ferroviario proposto, scala 1:25000; 
160)  tav. 4C  -  assetto viario e ferroviario proposto, scala 1:25000; 

Cave e miniere
161)  rapporto finale;
162)  norme di attuazione;
163)  schede azioni progettuali;
164)  elenco cave provinciali;
165)  elenco bacini estrattivi;
166)  tav. 1A  -  (zona montana) carta attività estrattive, risorse, infrastrutture e vincoli territoriali, scala 1:25000; 
167)  tav. 1B  -  (zona interna) carta attività estrattive, risorse, infrastrutture e vincoli territoriali, scala 1:25000; 
168)  tav. 1C  -  (zona costiera) carta attività estratti ve, risorse, infrastrutture e vincoli territoriali, scala 1:25000; 

Agro-forestale
169)  relazione;
170)  relazione di accompagnamento alla carta della vegetazione e dei tipi fisionomici- strutturali;
171)  tav. 1  -  quadro di unione, scala 1:100000; 
172)  tav. 1 bis  -  Quadro di unione (uso del suolo), sca la 1:100000; 
173)  tav. 2A  -  carta d'uso del suolo, sca la 1:25000; 
174)  tav. 2B  -  carta d'uso del suolo, sca la 1:25000; 
175)  tav. 2C  -  carta d'uso del suolo, sca la 1:25000; 
176)  tav. 3A  -  carta della vegetazione forestale, sca la 1:25000; 
177)  tav.3B  -  carta della vegetazione forestale, sca la 1:25000; 
178)  tav. 3C  -  carta della vegetazione forestale, sca la 1:25000; 
179)  tav. 4A  -  carta della vegetazione e dei tipi fisionomici-strutturali - Cava S. Leonardo; 
180)  tav. 4B  -  carta della vegetazione e dei tipi fisionomici-strutturali - Lecceta di Mon terosso Almo; 
181)  tav. 4C  -  carta della vegetazione e dei tipi fisionomici-strutturali - Riserva Macchia Foresta del fiume Irminio; 
182)  tav. 5A  -  carta delle limitazioni fisico-biologiche ai fini produttivi delle aree agricole e forestali, sca la 1:25000; 
183)  tav. 5B  -  carta delle limitazioni fisico-biologiche ai fini produttivi delle aree agricole e forestali, sca la 1:25000; 
184)  tav. 5C  -  carta delle limitazioni fisico-biologiche ai fini produttivi delle aree agricole e forestali, sca la 1:25000; 
185)  tav. 6a  -  carta pedologica per le limitazioni colturali della zona montana, sca la 1:25000; 
186)  tav. 6b  -  carta pedologica per le limitazioni colturali della zona montana, sca la 1:25000; 
187)  tav. 7A  -  carta delle zone di particolare interesse ambientale in cui sarebbe opportuno adottare adeguate misure di protezione, sca la 1:50000; 
188)  tav. 7B  -  carta delle zone di particolare interesse ambientale in cui sarebbe opportuno adottare adeguate misure di protezione, sca la 1:50000; 

Indagine socio-economica
189)  la struttura economica della provincia di Ragusa (1997);
190)  programma di settore "turismo" - Analisi degli aspetti socio-economici
191)  rapporto su "La dimensione socio-economica delle azioni del piano territoriale provinciale";
192)  la base ex-Nato di Comiso;
193)  il porto di Pozzallo;
194)  il terzo polo dell'ASI di Ragusa
Turismo
195)  relazione;
196)  relazione integrativa;
197)  progetto campione per la realizzazione di residenze turistiche in centro storico - quartiere Carmine Putie;
198)  tav.  A1  -  piano d'area dell'ambito costiero. Gra do di antropizzazione e valore ambientale, scala 1:25000; 
199)  tav.  A2  -  piano d'area dell'ambito costiero. Gra do di antropizzazione e valore ambientale, scala 1:25000 
200)  tav. B1  -  piano d'area dell'ambito costiero. Riqualificazione, scala 1:25000; 
201)  tav. B2  -  piano d'area dell'ambito costiero. Riqualificazione, scala 1:25000; 
202)  tav. 3A  -  itinerari, scala 1:25000; 
203)  tav. 3B  -  itinerari, scala 1:25000; 
204)  tav. 3C  -  itinerari, scala 1:25000; 

205)  carte tematiche;
206)  tav. 4A  -  carta dell'uso turistico, scala 1:25000; 
207)  tav. 4B  -  carta dell'uso turistico, scala 1:25000; 
208)  tav. 4C  -  carta dell'uso turistico, scala 1:25000; 
209)  tav. 0  -  riserva Pino d'Aleppo, scala 1:25000; 
210)  tav. I  -  riserva Pino d'Aleppo - Territorio di Ragusa, scala 1:10000; 
211)  tav. II  -  riserva Pino d'Aleppo - Territorio di Comiso, scala 1:10000; 
212)  tav. III  -  riserva Pino d'Aleppo - territorio di Vittoria 1:10000; 

Inquinamento
213)  relazione  -  parte prima (inquinamento dell'aria e del suolo); 

214)  schede delle azioni progettuali;
215)  tav. 1  -  carico antropico, scala 1:100000; 
216)  tav. 2.1  -  emissioni rilevanti in atmosfera, scala 1:25000; 
217)  tav. 2.2  -  emissioni rilevanti in atmosfera, scala 1:25000; 
218)  tav. 2.3  -  emissioni rilevanti in atmosfera, scala 1:25000; 
219)  tav. 2.4  -  emissioni rilevanti in atmosfera, scala 1:25000; 
220)  tav. 2.5  -  emissioni rilevanti in atmosfera, scala 1:25000; 
221)  tav. 2.6  -  emissioni rilevanti in atmosfera, scala 1:25000; 
222)  tav. 3.1  -  sistemi e siti di produzione e di smaltimento dei rifiuti e dei sistemi di depurazione e prelevamento delle acque potabili, scala 1:25000; 
223)  tav. 3.2  -  sistemi e siti di produzione e di smaltimento dei rifiuti e dei sistemi di depurazione e prelevamento delle acque potabili, scala 1:25000; 
224)  tav. 3.3  -  sistemi e siti di produzione e di smaltimento dei rifiuti e dei sistemi di depurazione e prelevamento delle acque potabili, scala 1:25000; 
225)  tav. 3.4  -  sistemi e siti di produzione e di smaltimento dei rifiuti e dei sistemi di depurazione e prelevamento delle acque potabili, scala 1:25000; 
226)  tav. 3.5  -  sistemi e siti di produzione e di smaltimento dei rifiuti e dei sistemi di depurazione e prelevamento delle acque potabili, scala 1:25000; 
227)  tav. 3.6  -  sistemi e siti di produzione e di smaltimento dei rifiuti e dei sistemi di depurazione e prelevamento delle acque potabili, scala 1:25000; 
228)  relazione  -  parte seconda (inquinamento idrico); 

229)  considerazioni aggiuntive sulle implicazioni territoriali e ambientali dello sviluppo - schede propositive;
a)  Cartografie tematiche
230)  tav. C-D1  -  carta del degrado ambientale e egli interventi proposti per un corretto assetto ambientale - Bacini idrografici del fiume Acate, del fiume Ippari e della cava Randello, scala 1:50000; 
231)  tav. C-D2  -  carta del degrado ambientale e egli interventi proposti per un corretto assetto ambientale - Bacini idrografici della cava Biddemi, del fiume Irminio, del torrente Modica, della cava Cugno, del Torrente Favara e del fiu me Tellaro, scala 1:50.000. 


Art.4

Ai sensi del 2° comma dell'art. 12 della legge regionale n. 9/86, le previsioni contenute nel piano approvato con il presente decreto costituiscono variante agli strumenti urbanistici dei comuni interessati dalla localizzazione delle relative opere.

Art. 5

La Provincia regionale di Ragusa dovrà provvedere agli adempimenti di legge conseguenti all'approvazione dello strumento urbanistico in argomento e dovrà curare che in breve tempo vengano apportate dai progettisti le modifiche e le correzioni agli elaborati di piano che discendono dal presente decreto, affinché per gli uffici e per l'utenza risulti un testo definitivo e completo. Con successiva delibera, da trasmettere a questo Assessorato al fine di consentire gli adempimenti di vigilanza, il consiglio provinciale dovrà prendere atto degli elaborati di piano come modificati in conseguenza del presente decreto.

Art. 6

Lo strumento urbanistico approvato dovrà essere depositato, unitamente ai relativi allegati, a libera visione del pubblico presso l'ufficio della Provincia regionale competente e del deposito dovrà essere data conoscenza mediante avviso affisso all'albo pretorio di tutti i comuni della provincia di Ragusa.

Art. 7

Ai sensi dell'art. 10 della legge n. 1150/42, il presente decreto, con esclusione degli atti ed elaborati, sarà pubblicato per esteso nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 24 novembre 2003.
  SCIMEMI 

(2003.49.3030)
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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
Gazzetta Ufficiale della Regione
Stampa: Officine Grafiche Riunite s.p.a.-Palermo
Ideazione grafica e programmi di
Michele Arcadipane
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