REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 24 OTTOBRE 2003 - N. 46
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DECRETI ASSESSORIALI

ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE


DECRETO 24 settembre 2003.
Aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico del territorio comunale di Adrano.

IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE TERRITORIO ED AMBIENTE

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge regionale n. 2 del 10 aprile 1968;
Vista la legge regionale n. 71 del 27 dicembre 1978;
Vista la legge regionale n. 37 del 10 agosto 1985;
Vista la legge n. 183 del 18 maggio 1989: "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo";
Visto il decreto legge n. 180 dell'11 giugno 1998: "Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania", convertito in legge 3 agosto 1998, n. 267;
Visto il decreto legge n. 132 del 13 maggio 1999, convertito in legge, con modificazioni, 13 luglio 1999, n. 226;
Visto il decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, con il quale l'Assessore regionale per il territorio e l'ambiente adotta il piano straordinario per l'assetto idrogeologico con cui vengono individuate le aree del territorio regionale soggette a rischio "molto elevato" o "elevato";
Visto, in particolare, l'art. 6 del predetto decreto che attesta che il piano straordinario può essere integrato e modificato, ai sensi dell'art. 1-bis del decreto legge n. 180/98 e successive modifiche ed integrazioni, in relazione a successivi studi, ricerche e/o segnalazioni e informazioni che documentino una situazione di dissesto locale diversa da quella rappresentata;
Vista la delibera di Giunta regionale n. 245 del 14 settembre 2000, con la quale, tra l'altro, viene condivisa l'opportunità di dare immediato corso all'aggiornamento del piano straordinario del rischio idrogeologico, così come previsto dall'art. 6 del decreto n 298/41/2000 accogliendo, prioritariamente, eventuali segnalazioni che documentino situazioni di dissesti locali diverse da quelle rappresentate nella cartografia del piano;
Vista la nota n. 33613 del 7 dicembre 2001, con la quale il sindaco del comune di Adrano ha richiesto la riperimetrazione delle aree a rischio, ai sensi dell'art. 6 del decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, allegando uno studio geologico a supporto del piano regolatore generale, redatto dai tecnici incaricati dall'ente: prof. A. Aureli, dott. C. Bivona, dott. A. La Manna, dott. S. Zermo;
Visto il decreto n. 543 del 25 luglio 2002, con il quale l'Assessore per il territorio e l'ambiente approva l'aggiornamento del piano straordinario, integrato dalle norme di salvaguardia di cui all'allegato (B);
Vista la relazione d'istruttoria dell'ufficio del Genio civile di Catania, trasmessa con nota n. 21547 del 9 settembre 2003, nella quale l'ufficio, sulla base della documentazione tecnica prodotta dal comune di Adrano e dei sopralluoghi effettuati, ritiene che si possa procedere all'aggiornamento del piano straordinario per le aree limitrofe al centro abitato e prossime al corso del Simeto, nel comune di Adrano;
Ritenuto di dovere provvedere al riguardo;

Decreta:


Art. 1

Per le motivazioni di cui in premessa, è aggiornato il piano straordinario per l'assetto idrogeologico del territorio comunale di Adrano (CT), per le aree limitrofe al centro abitato e prossime al corso del Simeto, con la riperimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, soggette alle norme di salvaguardia, ai sensi dell'art. 2 del decreto n. 543 del 25 luglio 2002.

Art. 2

Fanno parte integrante del presente decreto le carte del dissesto e del rischio idrogeologico in scala 1:10.000 e la relazione d'istruttoria dell'ufficio del Genio civile di Catania.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Uffi ciale della Regione siciliana.
Palermo, 24 settembre 2003.
  MARINESE 



N.B.  -  Si può prendere visione della cartografia allegata al decreto presso l'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente, servizio 9, il comune di Adrano, l'ufficio del Genio civile di Catania e la Provincia regionale di Catania.
Allegato
RELAZIONE DI ISTRUTTORIA

Con nota n. 33613 del 7 dicembre 2001, il comune di Adrano faceva richiesta di riperimetrazione ai sensi dell'art. 6 del decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, per quanto attiene il proprio territorio comunale.
A supporto della istanza prodotta, il comune produceva studio geologico di massima a corredo del piano regolatore generale a firma dei geologi A. Aureli, C. Bivona, A. La Manna, S. Zermo, tecni ci incaricati dall'ente.
A seguito di un incontro con i professionisti redattori dello studio geologico e con i tecnici dell'amministrazione comunale di Adrano, presso i locali del Genio civile di Catania si è concordato di integrare quanto già prodotto con studi di maggiore dettaglio per le aree limitrofe all'abitato e di prestare una particolare attenzione al rischio esondazione del F. Simeto.
Successivamente sono stati effettuati due sopralluoghi nelle aree in dissesto in data 20 febbraio 2003 e 4 marzo 2003, congiuntamente con i geologi incaricati per la redazione del piano regolatore generale.
Qui di seguito vengono riportate le note salienti di carattere geologico e geomorfologico riguardo ai dissesti presenti nel territorio comunale ed il relativo grado di rischio calcolato sulla base delle linee guida dell'A.R.T.A. e dedotti dall'analisi dello studio geologico allegato al piano regolatore generale e dai sopralluoghi congiunti effettuati con i tecnici dell'ufficio tecnico comunale.
La geologia del territorio in esame è costituita da terreni eruttivi e dai terreni sedimentari del substrato, rappresentanti dal flysch Numidico (argille brune con intercalazioni di quarzareniti) e dalla formazione Terravecchia (argille marnose grigio-azzurre con intercalazioni di sabbie e arenarie giallastre).
La morfologia che si riscontra è funzione sì dei litotipi affioranti, ma è anche il risultato dell'interazione tra il reticolo idrografico le diverse manifestazioni eruttive che nel tempo si sono succedute, così come del sollevamento che ha interessato l'area.
I dissesti riscontrati sono localizzati principalmente a valle dell'abitato, che sorge su un terrazzo subpianeggiante delimitato da una estesa ed alta parete lavica, lungo il versante argilloso sottostante. Le condizioni di instabilità hanno come causa una forte acclività per i terreni argillosi, dovuta anche alla tettonica locale, e la diffusa presenza di emergenze sorgentizie lungo la scarpata lavica.
Inoltre sono stati attenzionati i possibili fenomeni di esondazione, legati anche ad eventuali svuotamenti degli invasi presenti lungo il corso del fiume Simeto.
Le zone interessate da dissesti e conseguente rischio di frana, elencate da nord verso sud in senso antiorario, riguardano:
1)  località Savuto;
2)  località San Leo;
3)  località Belvedere;
4)  località Cardellicchia e Poggio di Vacca;
5)  località Rocca Giambruno e Difesa;
6)  località Garoffo;
7)  località Fontanazza e Barcavecchia.
Per tutte le suddette aree sono state individuate varie zone interessate da frane da crollo, da scorrimento, da colate superficiali, inoltre aree interessate da calanchi. In particolare la parete rocciosa di natura basaltica a sviluppo sub-verticale, avente altezza di alcune decine di metri e caratterizzata da intensa fessurazione, è interessata da numerosi crolli, in parte attivi, i cui accumuli si estendono lungo tutto il versante. Verso valle affiorano i terreni sedimentari, laddove sono prevalenti i terreni più sabbiosi, l'accentuata acclività e la presenza diffusa di acque ruscellanti favoriscono fenomeni di scivolamento; laddove invece prevalgono i terreni argillosi le fenomenologie presenti sono date da colamenti e creep.
1)  Località Savuto
Nella periferia nord dell'abitato, la propaggine settentrionale della parete lavica è soggetta a crolli, i depositi detritici accumulati a valle ricoprono i terreni argillosi del substrato. Considerate le condizioni di pericolosità già citate in precedenza è stato valutato un grado di rischio elevato (R3) laddove sono presenti edifici civili ed aree ad interesse archeologico, mentre un grado medio (R2) nell'area in cui gli elementi a rischio sono solo le vie di comunicazione.
)  Località San Leo
In questa zona si accentuano le condizioni di pericolosità per la superficialità della falda. Le acque imbibiscono le argille del substrato causando fenomeni di soliflusso e colamenti e al contempo provocando cedimenti, espandimenti e quindi crolli nella parete rocciosa. Per la complessità dei dissesti, l'estensione, lo stato di attività e gli elementi vulnerabili è stato valutato un grado di rischio elevato (R3).
3)  Località Belvedere
Nei dintorni del Belvedere, l'altezza della scarpata si riduce a meno di 6 m. e lo stato di fatto con i muri di sostegno e le opere di urbanizzazione fanno sì che il grado di rischio sia medio (R2), passando a moderato (R1) più a valle per le ridotte condizioni di pericolosità.
4)  Località Cardellicchia e Poggio di Vacca
A ovest dell'abitato, lungo il versante argilloso sono presenti diversi fenomeni franosi attivi riconducibili a colamenti e scorrimenti che coinvolgono le vie di comunicazione e insediamenti agricoli. Il grado di rischio è stato valutato elevato (R3) nelle aree in frana attiva, medio (R2) nelle zone in dissesto circostanti.
5)  Località Rocca Giambruno e Difesa
La parete rocciosa, in località Rocca Giambruno, è stata oggetto di un intervento di messa in sicurezza con disgaggio di blocchi pericolanti e deviazione di parte delle acque reflue. Tuttavia, a causa delle manifestazioni sorgentizie presenti non captate e lo stato di attività, permane per tutto il costone roccioso un fattore rischio elevato (R3), sia per le zone poste a valle che per gli edifici situati sul ciglio della scarpata.
6)  Località Garroffo
In questa contrada affiorano terreni marnosi, pertanto l'intenza attività erosiva da luogo ad una morfologia calanchiva, più a monte laddove è presente la copertura detritica dovuta ai crolli si riscontrano piramidi di terra. E' stato determinato un grado di rischio medio (R2).
7)  Località Fontanazza e Barcavecchia
Si tratta di un terrazzo del Simeto formato in seguito all'invasione del corso d'acqua da parte delle colate laviche e il conseguente sovralluvionamento. L'erosione successiva ad opera dell'attuale Simeto ha generato la parete lavica subverticale, le cui condizioni di pericolosità associate agli elementi a rischio, in questo caso vie di comunicazione e insediamenti agricoli, determina un grado di rischio medio (R2).
Aree prossime al corso del Simeto
Le aree prossime al tratto fluviale del fiume Simeto si trovano in condizioni di pericolosità di esondazione, sia ad opera di piene eccezionali che nel caso di svuotamento improvviso delle dighe poste a monte. Per la stima di tali condizioni si è preso in considerazione lo studio realizzato per conto della Provincia regionale di Catania "Esecuzione di studi e ricerche finalizzati alla qualificazione dello stato di dissesto idrogeologico ed alla valutazione del relativo rischio nel territorio della Provincia di Catania" dal prof. A. Aureli. Le elaborazioni idrologiche, svolte in tale lavoro, hanno permesso di caratterizzare il territorio, fino a raggiungere risultati che evidenziano aree particolarmente vulnerabili al verificarsi di eventi estremi, sia in termini di piogge intense sia in termini di piena, per tempo di ritorno pari a 50, 200 e 500 anni. Sulla base della informazione idrologica sia pluviometrica sia idrometrica e sulla base della elaborazione probabilistica delle relative serie, si sono determinati i modelli di stima delle portate di massima piena. Le relazioni associate a tali modelli hanno consentito di determinare, tra l'altro, i siti dei tronchi fluviali ove potrebbe manifestarsi insufficienza idraulica con conseguente esondazione o sezioni idrauliche interessate da ponti o manufatti che risultano potenzialmente a rischio.
La pericolosità, determinata sulla base delle direttive del l'A.R.T.A. aumenta all'incrementare del battente idraulico per periodi di ritorni più brevi. Considerati gli elementi a rischio sono state delimitate aree a rischio di esondazione R3 ed R2.
Prescrizioni per le aree classificate a rischio (R2) ed (R1)
Per le suddette aree, interessate dai dissesti precedentemente descritti, si rimanda alle prescrizioni contenute nel piano regolatore generale.
(2003.40.2399)
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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
MARIA LA MARTINA, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

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