REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 25 LUGLIO 2003 - N. 33
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ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

DECRETO 18 giugno 2003.
Aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico del territorio del comune di Maniace.

Allegato
RELAZIONE DI ISTRUTTORIA

Il comune di Maniace ha fatto richiesta di revisione del decreto 4 luglio 2000, per quanto riguarda il rischio idraulico concernente il proprio territorio, con nota n. 5904 del 19 ottobre 2000; a supporto della proposta di revisione ha inviato stralci dello studio geologico a supporto del redigendo piano regolatore generale che definiscono alcune "aree occasionalmente dilavabili" e "zone potenzialmente esondabili" senza alcun riferimento né alle portate previste, né ai tempi di ritorno, né alle metodologie adoperate per le suddette individuazioni. Per la specificità dell'argomento, si è ritenuto opportuno affrontare radicalmente la problematica mediante calcoli idraulici eseguiti con riferimento ai bacini idrografici dei sistemi fluviali presenti nel territorio.
A tal proposito è stata indetta il giorno 25 settembre 2002 una conferenza di servizio presso la sede comunale di Maniace. Nel corso della conferenza emergeva che il tempo di ritorno per la definizione della superficie esondabile doveva essere pari a 300 anni come definito dall'atto di indirizzo e coordinamento. Inoltre l'amministrazione comunale sottolineava l'impegno ad effettuare controlli puntuali lungo l'aveo del torrente Martello al fine di regimentare, ove possibile, il deflusso delle acque. A conclusione della conferenza di servizio veniva redatto un verbale che si allega alla presente relazione.
La valutazione delle aree a rischio è stata determinata, oltre che da sopralluoghi congiunti con i tecnici dell'amministrazione comunale, anche dall'esame degli studi geologici a corredo del piano regolatore generale redatti del geologo dott. Elio Senes.
L'abitato di Maniace è costituito da diversi nuclei (Galatese, Petrosino, Porticelli, Zirilli) distribuiti sui versanti attigui a due importanti corsi d'acqua: il torrente Martello e il torrente della Sararena, entrambi facenti parte del bacino del fiume Simeto.
Il torrente Martello nasce a quota 1.785 m. s.l.m. a sud di Monte Soro e confluisce sul torrente della Saracena a quota 650 m. s.l.m.; la sua lunghezza è pari a circa Km. 15,3 e la pendenza globale dell'asta fluviale risulta essere pari al 7,4% circa; la superficie del bacino è pari a circa 48 Km.2.
L'asta torrentizia è interessata da un notevole trasporto solido costituito da materiale alluvionale di grossa pezzatura, indice di una elevata energia delle correnti di piena, che restringe e innalza l'aveo; in generale, si constata un elevato disordine idraulico.
In corrispondenza delle frazioni abitate sono state realizzate numerose passerelle in calcestruzzo che collegano l'abitato principale (situato in sponda sinistra) con case sparse e piccoli nuclei residenziali o con i fondi agricoli posti sul versante opposto. Tali passerelle sono dotate di tubi tipo Armco e hanno un'altezza, rispetto al fondo-alveo, intorno al metro. In occasione delle piene si constata la qualsiasi completa ostruzione dei tubi tipo armco con conseguente sormonto degli attraversamenti.
Il torrente della Saracena nasce a quota 1.757 m. s.l.m. in località Serra del Re e costituisce l'asta montana del fiume Simeto; la sua lunghezza è pari a circa Km. 20,5 e la pendenza globale dell'asta fluviale risulta essere pari al 5,4% circa; la superficie del bacino è pari a circa 78 Km.2; del suo bacino fa parte il torrente Sambuco la cui superficie imbrifera è pari a circa 11 Km.2.
L'asta fluviale è parzialmente sistemata mediante salti di fondo e muri di sponsa; in particolare, il tratto sistemato finisce poco più a valle del ponte in prossimità del cosiddetto "castello di Nelson". Nel tratto privo di sistemazione idraulica si osservano notevoli accumuli di materiale detritico all'interno dell'aveo.
In ambedue i corsi d'acqua vi sono, lungo le sponde, frequenti accumuli terrigeni di origine antropica; è ragionevole ritenere che essi siano stati realizzati a protezione delle piene; inoltre, sono frequentemente presenti diversi "vasconi" interrati utilizzati per la raccolta dell'acqua.
La valutazione dell'altezza critica di pioggia è stata effettuata mediante analisi statistica delle intensità di pioggia registrate nelle stazioni pluviometriche nel bacino. A tal proposito, sono stati adoperati i risultati di una ricerca a scala regionale pubblicati nella nota: "Valutazione delle piene in Sicilia"; C.N.R.-G.N.D.C.I., 1993, redatta a cura di M. Cannarozzo, F.D'Asaro e V.Ferro. Gli Autori utilizzano, per il calcolo della probabilità dei massimi annuali di pioggia, la legge di distribuzione a doppia componente (TCVE: Two Component Extreme Value) che prende in considerazione in modo statisticamente differente gli eventi idrologici consueti (componente di base) e quelli eccezionali (componente straordinaria).
Nell'ambito della sottozona B nella quale ricadono i bacini di interesse, sono state calcolate le altezze di pioggia orarie relative alle stazioni dotate di coefficienti di regressione. I dati ottenuti, per tempi di ritorno assegnati di 20, 100 e 300 anni, sono stati quindi georeferenziati ed è stata costruita una mappa delle iso-intensità dalla quale, mediante calcolo ragguagliato con le aree, si è pervenuti, per ciascun bacino, al valore medio dell'altezza di pioggia riferita al tempo di corrivazione in corrispondenza della sezione di interesse (confluenza tra i torrenti Martello e Saracena).
La durata in ore dell'evento meteorico di massima intensità è stata considerata uguale al tempo di corrivazione, a sua volta calcolato mediando i risultati ottenuti con diversi metodi (Giandotti, velocità fittizia, Pezzoli, Kirpich, Ventura, Aronica-Paltrinieri, Aureli, C.N.R.), dopo avere troncato i valori massimo e minimo.
In mancanza di stazione idrometrografica, e quindi di dati sulle altezze idrometriche, le portate sono state calcolate con la formula razionale modificat,a così come proposto nella nota del C.N.R., con coefficienti espressi in funzione del tempo di ritorno considerato.
Il valore del coefficiente di deflusso è stato calcolato come media tra i metodi di Kennessey, Aureli e C.N.R.
Con i valori di portata ottenuti sono state verificate alcune sezione trasversali poste lungo il corso del torrente Martello e del torrente Saracena nei tratti che interessano l'abitato di Maniace. La valutazione della geometria delle sezioni di verifica è stata eseguita con l'ausilio delle cartografie in scala 1:2.000 e con misurazioni speditive. Le verifiche idrauliche sono state effettuate con la condizione di continuità del moto permanente per correnti a pelo libero (equazione del moto uniforme); si valuterà in un secondo momento l'eventualità di ricorrere al calcolo del moto gradualmente variato.
Le zone esondabili sono state individuate, per tempi di ritorno pari a 20, 100 e 300 anni, sulla base delle quote raggiungibili dalle correnti di piena in caso di insufficienza delle sezioni.
I risultati ottenuti mostrano che le zone esondabili con periodi di ritorno pari a 20 anni sono ridotte a poche sezioni non sistemate o sovralluvionate; le esondazioni per periodi di ritorno pari a 100 e 300 anni interessano quasi per intero i tratti esaminati con battenti che possono superare i 2 metri.
La valutazione del rischio ha seguito le procedure standard proposte. Il massimo livello di rischio determinato è quello "elevato" (R3) che interessa il versante sinistro del torrente Martello e quello destro del torrente della Saracena, oltre al versante sinistro del torrente Cutò e dove vi sono alcuni insediamenti abitativi i quali, seppure sparsi, sono collegati al centro abitato da strade comunali.
Inoltre sono state cartografate varie forme di dissesto costituite principalmente da frane di colamento, quiescenti ed attive, diffuse su tutto il territorio comunale; tali zone sono spesso interessate da ruscellamenti diffusi, soliflussi generalizzati e calanchi. Altre forme di dissesto si riscontrano lungo gli alvei dei torrenti dove sono presenti erosioni di sponda, localizzate con maggiore frequenza nelle anse. A sud-ovest del territorio comunale è presente una conoide che non produce particolari rischi essendo lontana dal centro abitato. Sono presenti quattro zone interessate da accumuli detritici superficiali di spessore di alcuni metri di cui su una di esse è ubicata la frazione di Petrosino. La valutazione del rischio, effettuata con le matrici presenti nell'atto di indirizzo e coordinamento, raggiunge il livello massimo elevato R3 a monte della frazione di Petrosino dove persiste una frana attiva che coinvolge alcune abitazioni. Nel resto del territorio comunale il livello del rischio frana è basso (R1) e medio (R2) perché i dissesti, non interessano centri abitati ma solo case rurali sparse e manufatti quali strade provinciali e/o comunali.
La carta geomorfologica a corredo del piano regolatore generale è stata integrata, a seguito di sopralluoghi congiunti con l'amministrazione comunale, da ulteriori dissesti riscontrati lungo la strada che si sviluppa ad ovest del torrente Martello.
Le ricostruzioni dei limiti esondabili sono state fatte su base cartografica in scala 1:2.000; la rappresentazione grafica è stata fatta su base aerofotogrammetrica in scala 1:10.000.


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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
MARIA LA MARTINA, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
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