REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 11 LUGLIO 2003 - N. 31
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ASSESSORATO DELLA SANITA'

DECRETO 12 giugno 2003.
Linee-guida generali inerenti l'organizzazione del dipartimento materno-infantile.

Allegato A
LINEE GUIDA ORGANIZZATIVE DEL DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE

Il dipartimento materno-infantile (DI.MI.) è un sistema organizzativo di integrazione ed interazione tra strutture, competenze e professionalità che operano a tutela della salute della donna in età fertile e del soggetto in età evolutiva dal periodo prenatale all'adolescenza.
Il DI.MI. sarà attivato in tutte le aziende ospedaliere e territoriali della Sicilia anche su base interaziendale. Nelle Aziende sanitarie locali territoriali, in cui insistono anche realtà ospedaliere, i DI.MI. saranno misti (ospedale e territorio) e al riguardo saranno previste aree e modalità precise di raccordo operativo tra unità operative semplici e complesse di area ostetrico-ginecologica e pediatrica ospedaliera e territoriale.
Sulla base di specifiche realtà ospedaliere e/o territoriali favorenti, si auspica la realizzazione e l'attivazione di DI.MI. interaziendali, al fine di garantire una maggiore e più ampia offerta di servizi, un più elevato livello di assistenza ed un risparmio di risorse economico-finanziarie attraverso l'integrazione funzionale dei servizi e delle unità operative omologhe o affini delle diverse aziende. Per ciò che concerne i dipartimenti interaziendali si fa riferimento a quanto disposto in materia dalla legge regionale n. 25/96, ripresa dal P.S.R. 2000/2002.
Il dipartimento materno-infantile, anche quello a dimensione interaziendale, è uno strumento che ha complessivamente compiti che possono riassumersi in: assistenza, formazione e aggiornamento, didattica, ricerca, educazione e formazione sanitaria, ai sensi di quanto disposto dal decreto del 16 gennaio 1998 "Direttive per l'applicazione del modello dipartimentale nelle aziende ospedaliere, nelle aziende unità sanitarie locali e nei policlinici universitari".
Nell'area materno-infantile il modello organizzativo è un dipartimento tecnico-funzionale non equiparato quindi a una struttura operativa dotata di proprio budget.
Tale sistema di integrazione dovrà prevedere la condivisione di risorse strutturali, tecnico-scientifiche e professionali, sulla base di linee di intervento e progettualità specifiche, deliberate dagli organismi direttivi e di indirizzo del dipartimento stesso. In questo contesto possono essere, altresì, previste misure di interscambio programmato - anche temporalmente - di personale ed attrezzature, al fine di realizzare le auspicate sinergie organizzative del DI.MI..
Compiti del dipartimento
Spettano al dipartimento la programmazione d'attività e la progettazione degli interventi. Mediante l'attività di programmazione il dipartimento individua le priorità, gli obiettivi da conseguire e le modalità operative per raggiungerli.
Il dipartimento dovrà munirsi di proprio regolamento interno emanato dal direttore generale che definisca la propria operatività funzionale, logistica e le competenze nell'ambito delle finalità da perseguire precisando, altresì, i rapporti organizzativi interni e nei confronti degli altri dipartimenti presenti in azienda.
Sono compiti specifici del dipartimento, diversamente ripartiti fra azienda ospedaliera e Azienda unità sanitaria locale:
1) elaborare protocolli attuativi, coordinare le prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione a livello territoriale ed ospedaliero, ottimizzare le risorse per garantire prioritariamente la:
-  tutela della salute della donna in tutte le fasi ed ambienti di vita;
-  tutela della procreazione e tutela sociale della maternità e paternità responsabile;
-  tutela dell'unità madre - neonato all'interno del percorso nascita;
-  tutela della salute dei minori fino al raggiungimento dell'età adulta;
-  tutela del minore disabile e dei soggetti socialmente deboli a rischio di esclusione sociale;
-  prevenzione, cura e riabilitazione del disagio psichico e sociale dovuto a problematiche scolastiche, familiari e relazionali anche in riferimento agli abusi e maltrattamenti;
-  offerta attiva di interventi preventivi;
-  integrazione socio sanitaria;
-  umanizzazione dell'assistenza, con particolare riferimento al momento della nascita.
2)  garantire i livelli assistenziali attraverso l'individuazione ed il coordinamento delle prestazioni che si rendono necessarie nel-l'ambito di un approccio globale alla persona, per mezzo delle seguenti funzioni:
-  prevenzione;
-  attività ambulatoriale
-  preospedalizzazione;
-  day-hospital e day-surgery;
-  emergenza ed urgenza continua nelle 24 ore;
-  ricovero ordinario;
-  organizzazione e responsabilità dei trasferimenti interni e del follow-up;
-  dimissione protetta e assistenza domiciliare integrata;
-  riabilitazione;
3) raggiungere gli obiettivi prefissati attraverso le seguenti modalità:
-  didattica, formazione ed aggiornamento;
-  ricerca e sorveglianza epidemiologica;
-  informatizzazione, studio e applicazione di sistemi integrati di gestione;
-  coordinamento ed integrazione delle risorse disponibili del-l'area materno-infantile;
-  adeguamento dei modelli operativi anche nel rispetto dei requisiti minimi funzionali ed organizzativi;
-  elaborazione ed applicazione di specifiche linee guida;
-  utilizzazione ottimale degli spazi assistenziali, del personale e delle apparecchiature;
-  organizzazione dell'attività libero-professionale intramuraria nell'ambito del dipartimento;
-  valutazione e verifica della qualità dell'assistenza fornita;
-  individuazione e promozione di nuove attività o di nuovi modelli operativi;
-  stabilire protocolli di collaborazione con le altre strutture aziendali non facenti parte del dipartimento (dipartimento di prevenzione, distretti, dipartimento delle dipendenze patologiche, dipartimento di salute mentale, dipartimento di riabilitazione....) e con altre amministrazioni.
Il personale delle unità operative territoriali e ospedaliere che afferiscono all'organizzazione dipartimentale, pur mantenendo l'appartenenza alla unità operativa alla quale è assegnato, opera in un sistema organizzativo caratterizzato dalla massima integrazione, ai fini del perseguimento dei livelli essenziali di assistenza (L.E.A.) appropriati ed uniformi.
L'organizzazione del lavoro cui deve tendere il modello dipartimentale al fine di garantire obiettivi di efficienza e di efficacia è quella della metodologia per progetti.
L'integrazione funzionale deve quindi essere orientata all'utilizzo dei fattori produttivi in funzione di progetti mirati, specificando il contributo che ciascuna struttura operativa fornisce al progetto.
Gli obiettivi strategici
Gli obiettivi strategici dei DI.MI. sono quelli previsti dal progetto obiettivo materno-infantile (POMI) di cui al decreto del 24 aprile 2000, come recepito dal Piano sanitario regionale 2000/2002 di cui alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana del 2 giugno 2000.
1)  Riduzione della mortalità perinatale a livelli tendenzialmente vicini ai migliori livelli europei.
2)  Miglioramento della funzionalità dei servizi di diagnosi prenatale, mettendoli in grado di rispondere al 90% del fabbisogno stimato.
3)  Un percorso nascita adeguato sotto il profilo organizzativo, strutturale e tecnologico, secondo quanto previsto dal POMI.
4)  La promozione della salute del neonato e la diagnosi precoce delle anomalie congenite e delle malattie genetiche e/o rare come chiave di volta per la prevenzione dell'handicap.
5)  Il rispetto dell'area pediatrica anche come ambiente di ricovero e cura di soggetti in età evolutiva, evitando il ricovero di bambini in strutture destinate al ricovero di pazienti in età adulta.
6)  La promozione della salute della donna con interventi dedicati alla patologia neoplastica (tumori del collo, dell'utero e della mammella per cui è documentata l'efficacia degli interventi di screening), alla osteoporosi in menopausa, alle problematiche uro-ginecologiche.
7)  La piena attuazione della legge n. 194/78.
8)  Garantire, ove possibile e anche sulla base di successive indicazioni che verranno fornite dall'Assessorato, la continuità assistenziale in età pediatrica, evitando l'afflusso improprio presso i pronto soccorso ospedalieri nelle ore notturne e festive quando non è operante l'assistenza del pediatra di famiglia.
Interventi prioritari
Interventi prioritari al fine di ottenere la realizzazione degli obiettivi elencati:
A)  promozione di adeguate iniziative di informazione, consulenza, educazione alla salute, volte al rispetto della dignità e dei diritti della donna, del bambino e della coppia, della soggettività culturale e psicofisica della persona utente;
B) programmazione di interventi assistenziali e di servizi in relazione alla eterogeneità della domanda proveniente dall'utenza (corsi diversificati di preparazione al parto, attività ambulatoriale ostetrica per le gravidanze in normale evoluzione, consulenza genetica);
C)  umanizzazione dell'assistenza e adeguamento degli ambienti; in tale spirito i reparti verranno ristrutturati in modo da garantire ambienti singoli confortevoli, la presenza dei partner durante il travaglio ed il parto e il "rooming in" (compresenza del neonato nella stessa stanza con la madre);
D)  elaborare proposte di razionalizzazione delle unità operative all'interno del DI.MI., anche attraverso procedure di riorganizzazione e rimodulazione;
E)  promuovere iniziative che garantiscano una maggiore centralizzazione delle gravidanze a rischio in centri di III livello. In particolare si promuoveranno: un monitoraggio del percorso gravidanza e nascita ai vari livelli (consultoriale, ambulatoriale ed ospedaliero), in modo da effettuare una diagnosi precoce di patologie che necessitano di interventi idonei sul piano diagnostico e terapeutico nella vita intrauterina e/o alla nascita;
F)  realizzare la piena attuazione del servizio di trasporto per le emergenze neonatali (STEN) in Sicilia, secondo quanto disposto dal PSR. Il trasporto assistito di neonati pretermine o con gravi patologie cardiovascolari che richiedono procedure di assistenza intensiva è l'unico strumento efficace per ridurre al minimo il rischio di mortalità e gli esiti a distanza;
G)  offrire alle coppie a rischio di malattie cromosomiche o genetiche una gestione efficiente ed aggiornata di consulenza genetica, di screening e diagnosi prenatale, all'interno del DI.MI. o attraverso idonei collegamenti con centri di riferimento regionali o altre strutture;
H)  prevedere un sistema integrato di gestione di soggetti in età evolutiva con patologie genetica e/o rara anche in collegamento con specifici centri di riferimento regionale e con la rete di servizi della medicina del territorio;
I)  attivare all'interno del DI.MI. sistemi e servizi tesi al controllo di patologie materno-fetali sulle coppie a rischio, anche attraverso l'elaborazione di linee guida e modelli organizzativi a valenza dipartimentale.
Dipartimento materno-infantile
Il DI.MI. integra organizzativamente tutte le unità operative ospedaliere e le unità operative territoriali coinvolte nella salvaguardia della salute delle donne in tutte le fasi della vita e dei soggetti in età pediatrica inclusa l'assistenza psichiatrica in età evolutiva.
Al DI.MI. delle Aziende unità sanitarie locali afferiscono funzionalmente le strutture operative insistenti nei singoli distretti con sfera di attività nell'ambito consultoriale, scolastico, di prevenzione delle malattie oncologiche, di tutela della salute fisica e psichica in età evolutiva.
Data l'incisività del ruolo strategico dei consultori familiari nel raggiungere i risultati definiti dal decreto ministeriale 24 aprile 2000 e dal P.S.R. e la rilevanza delle competenze ascritte, alla luce delle indicazioni contenute nel cennato decreto ministeriale, è necessario identificare un responsabile del consultorio che ne coordini l'attività e monitorizzi il conseguimento degli obiettivi, fungendo da garante nei confronti dell'organizzazione dipartimentale.
Direttore di dipartimento
Il direttore del dipartimento è scelto e nominato dal direttore generale tra i dirigenti con incarico di direzione delle strutture complesse aggregate al dipartimento, con almeno cinque anni di attività di funzione, sentito il comitato di dipartimento, e risponde alla direzione generale del perseguimento degli obiettivi aziendali assegnati al dipartimento, dell'assetto organizzativo e della gestione in relazione alle risorse assegnate. Resta in carica da tre a sette anni previa verifica annuale del raggiungimento degli obiettivi contrattuali e, per il periodo dell'incarico, rimane titolare e responsabile della struttura complessa cui è preposto. L'incarico è rinnovabile, previa verifica dei risultati ottenuti.
Sono compiti del direttore di dipartimento:
-  la negoziazione con la direzione strategica aziendale degli obiettivi e delle risorse;
-  la direzione della struttura dipartimentale;
-  la verifica periodica degli interventi realizzati e dei risultati raggiunti in relazione agli obiettivi programmati e agli indicatori stabiliti;
-  l'integrazione delle attività del dipartimento con quelle espletate da altre strutture aziendali e la predisposizione di protocolli d'intesa interaziendali e di collaborazione con tutte le strutture coinvolte, pubbliche, istituzioni scolastiche, enti locali, enti preposti all'amministrazione della giustizia minorile, privato sociale e volontariato per ottimizzare la sinergia tra prestazioni sanitarie e socio-assistenziali e massimizzare la gestione integrata delle risorse;
-  la convocazione e la presidenza del comitato di dipartimento;
-  la promozione di periodici incontri dedicati all'aggiornamento e formazione del personale del dipartimento.
Comitato del dipartimento
Il comitato è organismo collegiale consultivo e propositivo che coadiuva il direttore di dipartimento nelle sue funzioni di programmazione, di indirizzo tecnico, organizzativo e di definizione del piano di attività.
Il comitato ha il compito di avanzare osservazioni e proposte relativamente a:
-  l'ottimizzazione di tutte le risorse disponibili (attrezzature, spazi, personale) sulla base degli indirizzi e dei criteri fissati dall'azienda;
-  la sperimentazione e l'adozione di modalità organizzative volte al miglioramento dell'efficienza e all'integrazione delle attività delle strutture del dipartimento;
-  lo sviluppo delle attività preventive, di ricerca, di formazione, di studio e di verifica della qualità delle prestazioni;
-  il miglioramento del livello di accessibilità e trasparenza;
-  l'approvazione dei protocolli operativi e delle procedure per l'attività svolta;
-  la verifica della qualità delle prestazioni;
-  l'emissione di pareri su richiesta del direttore di dipartimento;
-  l'organizzazione dei day hospital e day surgery, degli ambulatori pre e post ricovero, dimissioni precoci e l'ospedalizzazione domiciliare.
Il comitato del dipartimento è costituito dal direttore del dipartimento, dai direttori delle strutture complesse afferenti al dipartimento e da una rappresentanza della dirigenza sanitaria medica, della dirigenza sanitaria non medica e delle figure professionali del personale non dirigente interessate assegnati al dipartimento, in misura non superiore al 50% dell'intera composizione numerica del comitato.
Le modalità di individuazione della rappresentanza saranno definite dal direttore generale dell'azienda sanitaria.
Il comitato è convocato e presieduto dal direttore di dipartimento.
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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
MARIA LA MARTINA, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
Gazzetta Ufficiale della Regione
Stampa: Officine Grafiche Riunite s.p.a.-Palermo
Ideazione grafica e programmi di
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