REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 11 APRILE 2003 - N. 16
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ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

DECRETO 4 marzo 2003.
Aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico del territorio comunale di Messina.

Allegato
RELAZIONE DI ISTRUTTORIA

In data 28 maggio 2002 l'amministrazione comunale di Messina ha trasmesso all'ufficio del Genio civile richiesta di revisione del piano straordinario per l'assetto idrogeologico, ai sensi dell'art. 6 del decreto n. 298/41, relativamente alle aree a rischio di esondazione ricadenti nel proprio territorio. Con successiva nota n. 1293/pc del 24 settembre 2001, il settore protezione civile del suddetto comune ha chiesto di analizzare prioritariamente la proposta di revisione rappresentata con l'allegato studio, specifico per le aree suscettibili di esondazione da parte delle fiumare: Guardia, S. Leone, Santo Stefano, Mili, San Filippo.
PREMESSE
Il territorio comunale di Messina si estende su una superficie di circa 210 kmq., che si sviluppa a cavallo della dorsale peloritana, compresa fra i versanti tirrenico e ionico. Caratterizzato da un andamento morfologico rapidamente variabile, mostra la fascia costiera subpianeggiante delimitata da versanti montuosi molto acclivi, che danno luogo ad un paesaggio di tipo prettamente montuoso.
Dalla suddetta dorsale si dipartono gli spartiacque che delimitano una serie di 72 bacini idrografici, di cui n. 51 suddivisi nella zona ionica, i restanti in quella tirrenica. La loro caratteristica è data dall'andamento sostanzialmente rettilineo degli alvei aventi sviluppo contenuto e dalla elevata pendenza delle aste principali; con tempi di corrivazione a volte inferiori a 30 min.
Sovente l'alveo delle fiumare, ricadenti nell'ambito del centro abitato di Messina, risulta ricoperto e sede di importanti strade urbane.
La rete idrografica è fortemente condizionata da una elevata predisposizione all'erodibilità dei terreni attraversati, localizzata principalmente nelle zone di testata dei bacini, in particolare lungo le incisioni secondarie, laddove l'elevata acclività dell'alveo conferisce alle acque un forte potere erosivo. In particolare, nella cosiddetta formazione di Messina, a comportamento incoerente, nelle alternanze pelitico-sabbiose del tortoniano, ma anche nei terreni cristallini alterati.
Il quadro geologico locale è rappresentato dai litotipi cristallini dell'unità dell'Aspromonte (paragnaiss biotitici, gneiss occhiadini, gneiss granitoidi) che costituiscono l'ossatura della catena peloritana e dai depositi sedimentari affioranti lungo il margine costiero ionico e tirrenico,
Dal punto di vista litologico sulle antisicilidi poggiano discordanti le "calcareniti di Floresta", segue verso l'alto un "Complesso Terrigeno arenaceo-conglomeratico del Tortoniano", le "diatomiti (tripoli)", la "Serie Gessoso Solfifera" del "Messiniano" ed i "trubi", "le sabbie inferiori, calcari e brecce a coralli", le "calcareniti e sabbie superiori ed argille azzurre del Pliocene", le "sabbie e ghiaie di Messina" fino ad arrivare ai "depositi alluvionali e marini attuali e recenti".
Il territorio comunale è rilevabile nei fogli: n. 588 "Messina, Villa San Giovanni" e n. 601 "Messina - Reggio Calabria" in scala 1:50.000 della carta d'Italia edita dall'I.G.M. e nelle carte tecniche regionali; n. 588100 "Rodia"; n. 588110 "Castanea delle Furie"; n. 588120 "Ganzirri"; n. 588140 "Villafranca Tirrena"; n. 588150 "Messina Nord"; n. 601020 "Saponara"; n. 601030 "Messina"; n. 601060 "Santo Stefano di Briga"; n. 601070 "Tremestieri"; n. 601090 "Monte Polverello"; n. 601100 "Scaletta Zanclea", in scala 1:10.000.
Nel piano straordinario per l'assetto idrogeologico, adottato con decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, non sono segnalate aree suscettibili di alluvionamento.
Oggetto della presente istruttoria di revisione del piano straordinario, come richiesto dall'amministrazione comunale, risultano le rappresentate aree ricadenti nei bacini idrografici dei torrenti: Guardia-Curcuraci; Giostra-San Leone; San Filippo; Mili; Santo Stefano.
Mediante l'esame della documentazione trasmessa e le osservazioni effettuate sui luoghi, si è proceduto alla verifica ed alla valutazione dell'effettivo stato di dissesto idrogeologico, provvedendo infine alla definizione della perimetrazione relativa.
VERIFICA
Dall'esame dello studio redatto a cura del gruppo di lavoro del settore di protezione civile del comune di Messina e finalizzato all'aggiornamento del piano straordinario, emerge l'esistenza di distinte aree esondabili non rappresentate nella carta dei dissesti allegata al decreto n. 298/41, nell'ambito dei bacini dei torrenti: Guardia-Curcuraci; Giostra-San Leone; San Filippo; Mili e Santo Stefano. Con tale studio viene evidenziato il pericolo di esondazione dalle acque torrentizie in conseguenza di: modifiche abusivamente apportate alla sezione idraulica; insufficiente dimensionamento delle opere di attraversamento; manomissione delle opere di regimentazione; presenza di costruzioni e viabilità abusivamente realizzate, occupanti in parte o totalmente alveo.
CONSIDERAZIONI
L'accertamento effettuato sui luoghi in oggetto, congiuntamente al geol. Carmelo Gioè del comune di Messina , ha consentito di verificare la sostanziale compatibilità di quanto rappresentato nello specifico studio trasmesso a supporto della richiesta di aggiornamento del P.S.A.I., relativamente alle aree, di cui alla nota n. 1293/pc del 24 settembre 2001. In tale sede si è riscontrato che il rappresentato stato di suscettività ad inondazione delle segnalate aree discende prevalentemente sia da dissesti di origine idrogeologica che dal disordine idraulico, presenti diffusamente nei bacini in questione.
Va sottolineato, comunque, che la definita perimetrazione delle aree esondabili e delle relative aree di rischio, in considerazione dell'elevato grado di antropizzazione presente nell'ambito dei bacini idrografici in oggetto, degli abusi, della ridotta manutenzione e dello stato delle opere di difesa, viene riferita alla situazione attuale e pertanto risulta suscettibile di sensibile modificazione qualora non si provveda, in breve, ad opportuni interventi di mitigazione.
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
A conclusione di quanto sin qui evidenziato, viene di seguito formulata, in aderenza alle indicazioni fornite dalle Linee guida per la revisione del piano straordinario per l'assetto idrogeologico, la valutazione del rischio idrogeologico, relativamente alle segnalate aree suscettibili di esondazione, non cartografate dal decreto n. 298/41.
1)  Fiumara Curcuraci - Guardia
Il bacino imbrifero, che comprende i sottobacini della fiumara di Guardia e del torrente Curcuraci, si sviluppa con una estensione pari a circa 3,08 kmq., racchiusa tra il monte Serra di Masa, il versante di Campo Inglese ed il mare Ionio. Tali corsi d'acqua che prendono origine rispettivamente ad est del villaggio Curcuraci (a quota 270), e dal versante nord orientale di Campo Inglese (a quota 430), danno vita ad un'asta torrentizia, della lunghezza complessiva di circa 3,54 km.
Nella parte montana del bacino, in cui affiorano in prevalenza rocce metamorfiche di medio grado, l'asta principale mostra pendenze intorno al 20%, mentre nel tratto medio-vallivo, caratterizzato dalla presenza di depositi definiti come Sabbie e ghiaie di Messina, le pendenze si riducono a valori medi del 10%.
Nella proposta di aggiornamento al piano per l'assetto idrogeologico vengono rappresentate n. 4 distinte aree esondabili ubicate rispettivamente: in contrada Marotta; in posizione intermedia lungo il torrente Curcuraci; a monte della confluenza tra le fiumare di Guardia e Curcuraci; in prossimità del ponte della S.P. Nuova Panoramica dello Stretto.
Nel corso dell'accertamento si è riscontrato che, nell'ambito dell'abitato di contrada Marotta, l'alveo del torrente omonimo risulta trasformato in viabilità posta a servizio dell'intera frazione. In tale tratto, pari a circa 350 m., si riscontra la presenza di accessi diretti ad una numerosa serie di strutture (abitazioni, complessi edilizi, servizi commerciali) nonché alla locale scuola elementare, edificate lungo le sponde. Analoga situazione si riscontra lungo l'affluente Curcuraci, che dipartendosi dall'omonimo villaggio giunge in contrada Marotta. In entrambi i tratti menzionati sono presenti pali di sostegno delle reti telefonica ed elettrica.
Proseguendo verso valle in sinistra del torrente Curcuraci, che si mostra regimentato, è presente la viabilità di collegamento del villaggio Marotta con la nuova Panoramica dello Stretto. In tale strada si innestano alcuni attraversamenti e guadi che restringono la sezione di libero deflusso e sottopongono a pericolo di esondazione le aree limitrofe.
Infine, a valle della confluenza tra il torrente Curcuraci ed il torrente Guardia, la sezione idraulica si mostra insufficiente a causa della presenza di rampe di collegamento della strada Panoramica con la Consolare Pompea che riducono sensibilmente la sezione libera dell'alveo.
In sintonia con quanto proposto dai tecnici redattori, le perimetrate aree ricadenti nelle contrade Marotta e Curcuraci vengono definite a rischio di esondazione molto elevato.
Le restanti aree, sedi principalmente di opere viarie comunali e provinciali, vengono definite a rischio di esondazione elevato.
2)  Fiumara San Leone (Giostra)
Il bacino della Fiumara Giostra si estende per circa 9,20 kmq. tra le catene dei monti Ciaramellaro, Molimenti e Tidora ed il mare Ionio. Caratterizzato da un reticolo idrografico notevolmente ramificato, presenta due importanti affluenti: il San Miceli, avente origine dal monte Ciaramellaro e il Badiazza, con origine dal monte Molimenti. Tali corsi d'acqua confluiscono, in contrada Ritiro a circa quota 100 m. s.l.m., nel torrente emissario che, dopo aver attraversato l'abitato, sfocia nel mar Ionio.
Con la proposta di aggiornamento al piano per l'assetto idrogeologico, i tecnici comunali hanno rappresentato una serie di aree alluvionabili ubicate lungo le aste del San Miceli e del Badiazza. Esse interessano rispettivamente le contrade: Pisciotto, San Miceli, Badiazza, Sant'Andrea, Scala.
Il corso d'acqua principale costituito dal S. Miceli avente lunghezza circa 5,70 Km. si svolge con pendenze molto elevate che assumono valori fino al 50%, per ridursi a circa il 10% alla fine del tratto montano, presso valle Pisciotto, consentendo, su ambo i versanti, gli insediamenti della borgata omonima e quella di San Michele, dalla quale inizia il tratto tombinato, realizzato sino allo sbocco a mare.
Nell'ambito dell'accertamento è stato evidenziato che il corso d'acqua risulta delimitato da arginatura discontinua e fatiscente. In contrada Pisciotto diverse abitazioni private possiedono accesso diretto dal torrente. In località S. Michele l'alveo si mostra sovralluvionato, a livello con la confinante strada arginale. Alcuni attraversamenti, costituiti da guadi in alveo consentono di raggiungere unità abitative poste lungo la sponda opposta. Diversi edifici di civile abitazione ed un esercizio commerciale presentano accesso diretto dal torrente.
L'asta del sottobacino meridionale del Badiazza, avente origine dal versante settentrionale di monte Molimenti scende ripidamente, sino alla omonima borgata, da cui prosegue con pendenza minore, consentendo lo sviluppo degli insediamenti dei borghi di S. Andrea e Scala. Superata in sinistra idraulica la confluenza del vallone Cavaliere, il corso d'acqua raggiunge il rione di Ritiro, da cui prosegue immettendosi nell'asta principale. Ai suddetti borghi si accede tramite lo stesso torrente Badiazza, trasformato in strada parzialmente asfaltata fino alla confluenza con l'asta principale. Lungo di essa sono presenti insediamenti abusivi costruiti dentro l'alveo, a ridosso o sui muri d'argine del torrente. Si rinvengono, altresì, alcune stradine che costituiscono unica via di collegamento con i borghi sopra citati. Il greto del torrente che si mostra sovralluvionato è sede di impianti pubblici (fognatura, rete telefonica, rete elettrica).
Per le aree sopra descritte viene condivisa la proposta dei tecnici redattori attribuente la definizione di rischio di esondazione molto elevato.
3)  Fiumara San Filippo
Il sistema idrologico della fiumara San Filippo drena le acque di un bacino avente un'estensione pari a circa 8,30 kmq. Compreso tra le contrade Caccia, Livara, Pulicariella ed il mare Ionio, presenta un reticolo idrografico allungato e intensamente ramificato in cui il corso d'acqua principale si sviluppa per una lunghezza di circa 7,90 km.
Nella parte montana del bacino affiorano in prevalenza rocce metamorfiche di medio grado (paragneiss biotitici), mentre la zona centrale risulta caratterizzata dalla molassa tortoniana. Lungo l'asta torrentizia e a ridosso della zona costiera si rinvengono i depositi incoerenti delle alluvioni attuali e recenti e depositi di spiaggia.
La fiumara che risulta alimentata dall'affluente Giarratta e da alcuni tributari minori, nel tratto montano, si sviluppa con pendenze superiori al 30%, scorrendo incassata sino a quota 350 circa, dalla quale, compresa fra le opere di regimazione idraulica, prosegue a livello sino a diventare pensile in prossimità della foce.
Nella proposta di aggiornamento viene rappresentata all'interno di San Filippo Superiore un'area suscettibile di esondazione.
Nel corso dell'accertamento si è evidenziato che la sezione di deflusso, in prossimità dell'abitato di San Filippo Superiore, si mostra insufficiente a causa dell'innalzamento del fondo e degli ostacoli derivanti da baracche, attraversamenti e piste carrabili in alveo, che determinano la possibilità di inondazione delle aree adiacenti al corso d'acqua. Il ponte che collega le due sponde dell'abitato risulta possedere le arcate laterali ostruite da manufatti in muratura.
In accordo con quanto proposto dai tecnici redattori, la perimetrata area, ricadente nell'abitato di San Filippo Superiore, viene definita a rischio di esondazione molto elevato.
4)  Fiumara Mili
Il bacino imbrifero della fiumara di Mili, che si estende per circa 5,70 kmq. in un'area compresa tra i puntali La Ruttazza, Bandiera, Ruvolo ed il mare Ionio possiede un reticolo idrografico alquanto allungato e scarsamente ramificato.
Nella parte montana del bacino si riscontrano in prevalenza rocce metamorfiche di alto e medio grado (paragneiss biotitici, calcari cristallini e gneiss), mentre la zona centrale risulta caratterizzata dalla molassa tortoniana. Completano la geologia del bacino i depositi incoerenti (alluvioni attuali e recenti e depositi di spiaggia, sabbie e ghiaie di Messina) presenti alla foce e lungo l'asta torrentizia.
La fiumara di Mili, che presenta un'asta principale di circa 7,25 km., risulta alimentata da una serie di valloni aventi origine nella zona montana, ad una quota superiore ai 1.000 m. e da alcuni tributari minori, confluenti nel tratto intermedio. Nella zona montana la fiumara si sviluppa incassata, mostrando pendenze superiori al 35%, per proseguire regimata da muri d'argine e briglie, con valori progressivamente decrescenti dal 15 al 2% circa.
Lungo il corso del torrente, rispettivamente alle quote 200 e 75 s.l.m., sorgono i villaggi di Mili San Pietro e di Mili San Marco.
Nella proposta di aggiornamento al piano per l'assetto idrogeologico vengono rappresentate dai tecnici redattori due aree esondabili, ubicate a monte ed all'interno dell'abitato di Mili San Pietro.
A seguito del sopralluogo effettuato nell'area indicata di monte, si è riscontrata la presenza di piste ed attraversamenti all'interno dell'alveo, che consentono il collegamento fra la strada comunale che svolge lungo la sponda sx e la sponda opposta dove sorgono abitazioni non protette da adeguati argini. Nell'ambito dell'abitato di Mili San Pietro, è da segnalare un diffuso stato di degrado ambientale che comporta, in alcuni tratti dell'asta torrentizia, la riduzione della sezione di deflusso piste ed attraversamenti interruzione di muri d'argine. All'interno dell'abitato, il vallone Fodi affluente di sx, trasformato in strada asfaltata, presenta accessi diretti ad una serie di abitazioni edificate lungo le sponde.
Per le aree sopra descritte viene condivisa la proposta dei tecnici redattori attribuente la definizione di rischio di esondazione molto elevato.
5)  Fiumara Santo Stefano
Il bacino della fiumara di Santo Stefano, esteso circa 16,90 kmq. tra Pizzo Sambuco, Pizzo Bottino, Puntale La Ruttazza, Puntale S. Calorio ed il mare Ionio, presenta un reticolo idrografico notevolmente ramificato, caratterizzato da due importanti affluenti: il S. Stefano Mezzano ed il S. Stefano Soprano che confluiscono, in contrada Bottisco a quota 109 m. s.l.m., nel torrente emissario.
Nella parte montana affiorano in prevalenza rocce metamorfiche di medio grado (paragneiss biotitici), mentre la zona centrale risulta caratterizzata dalla molassa tortoniana. Lungo l'asta torrentizia e a ridosso della zona costiera si rinvengono alluvioni attuali e recenti nonché depositi di spiaggia.
L'asta principale, della lunghezza pari a circa 9,20 km. presenta nel tratto montano una pendenza media del 28% che si riduce progressivamente al 12% presso la confluenza col vallone Scala, a circa quota 250, dove si riscontrano alcuni insediamenti edilizi. Lungo il corso l'affluente attraversa l'abitato di S. Stefano di Briga e di S. Stefano Medio che si sviluppa lungo entrambe le sponde procedendo sino alla confluenza con l'asta del Mezzano.
Il torrente S. Stefano Mezzano che ha origine da Pizzo Bottino si svolge con pendenza elevata sino alla confluenza in destra del vallone Campiseno, a quota 200 circa, oltre il quale si riduce rapidamente nelle contrade pianeggianti di Pipi e Bottisco, confluendo nell'asta valliva principale, lungo la quale si sviluppa il villaggio S. Margherita.
Nella proposta di aggiornamento al piano per l'assetto idrogeologico vengono rappresentate due aree morfologicamente esondabili, una interessante un tratto notevolmente esteso dell'asta T. Soprano (compreso fra la contrada Caccia ed il villaggio Santo Stefano Mezzano) e parte del T. Mezzano; l'altra in prossimità della foce.
Nel corso del sopralluogo si è accertata, nel tratto a monte dell'abitato di S. Stefano Briga, la presenza di una viabilità asfaltata nell'ambito dell'alveo del torrente. Numerosi risultano gli attraversamenti a livello e le interruzioni nei muri d'argine che consentono di raggiungere una serie di abitazioni ubicate in prossimità della sponda sx. Nel letto dell'alveo sovralluvionato sono, altresì, presenti depositi di materiali di risulta. In corrispondenza dell'abitato di S. Stefano Briga, in cui permangono le situazioni sopra riscontrate sono, altresì, presenti numerosi accessi diretti ad abitazioni ed attività commerciali, posti lungo la strada ricavata nell'ambito dell'alveo. Alcuni vetusti manufatti in c.a. che collegano le due sponde, mostrano possedere un franco di luce modesta, che appare insufficiente. A monte dell'abitato di S. Stefano Medio è presente un ponte avente le strutture fortemente compromesse, che risulta chiuso al transito. Proseguendo verso valle in corrispondenza dell'abitato di S. Stefano Medio, l'affluente del Mezzano risulta pensile ed in grado di alluvionare l'area depressa giacente lungo la sponda dx del torrente a causa di numerosi varchi ricavati nei muri d'argine.
Per quanto concerne l'area rappresentata nel tratto finale del T. Santo Stefano a monte dell'abitato di Galati Marina, si evidenzia un notevole restringimento della sezione dell'alveo per la presenza di depositi di varia natura e principalmente per la presenza in corrispondenza del ponte ferroviario di due attraversamenti sottodimensionati.
Per le aree sopra descritte viene condivisa la proposta dei tecnici redattori attribuente la definizione di rischio di esondazione molto elevato.
CONCLUSIONI
Gli accertamenti effettuati hanno evidenziato, per le citate aree, il pericolo di esondazione delle acque torrentizie in conseguenza alle modifiche abusivamente apportate alle sezioni idrauliche, all'insufficiente dimensionamento delle opere di attraversamento, alla manomissione delle opere di regimentazione, alla presenza di costruzioni e viabilità realizzate abusivamente occupando parte o l'intero alveo. Per detti torrenti i fattori di rischio legati alla presenza degli insediamenti abitativi e della viabilità impongono per le segnalate aree la definizione di rischio "molto elevato" ed "elevato".
Alla luce di quanto fin qui espresso, sono state redatte le aggiornate carte stralcio del dissesto e del rischio idrogeologico riferite alle aree esondabili ricadenti nell'ambito dei bacini dei torrenti: Guardia-Curcuraci; Giostra-San Leone; San Filippo; Mili; Santo Stefano.
Per la rappresentazione delle aree oggetto di revisione, interessate da dissesto e rischio idrogeologico per esondazione, sono stati utilizzati quadri di unione delle carte tecniche regionali n. 588110 "Castanea delle Furie" e n. 588120 "Ganzirri"; n. 601020 "Saponara" e n. 601030 "Messina"; n. 601060 "Santo Stefano di Briga" e n. 601070 "Tremestieri"; n. 601060 "Santo Stefano di Briga" e n. 601100 "Scaletta Zanclea", nonché la carta tecnica n. 588150 "Messina Nord"; in scala 1:10.000.
Nella carta del rischio vengono rappresentate le aree a rischio idrogeologico così come individuate e descritte nella presente relazione.


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GIOVANNI CORICA: Direttore responsabile                               MARIA LA MARTINA: Redattore

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