REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 11 APRILE 2003 - N. 16
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE: VIA CALTANISSETTA 2/E - 90141 PALERMO
INFORMAZIONI TEL 6964930 - ABBONAMENTI TEL 6964926 INSERZIONI TEL 6964936 - FAX 6964927

AVVERTENZA
Il testo della Gazzetta Ufficiale è riprodotto solo a scopo informativo e non se ne assicura la rispondenza al testo della stampa ufficiale, a cui solo è dato valore giuridico. Non si risponde, pertanto, di errori, inesattezze ed incongruenze dei testi qui riportati, nè di differenze rispetto al testo ufficiale, in ogni caso dovuti a possibili errori di trasposizione

Programmi di trasposizione e impostazione grafica di :
Avv.Michele Arcadipane - Trasposizioni in PDF realizzate con Ghostscript e con i metodi qui descritti

ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

DECRETO 4 marzo 2003.
Modifica del piano straordinario per l'assetto idrogeologico del comune di Agrigento.

Allegati
RELAZIONE DI ISTRUTTORIA

L'area in esame rientra nella tavoletta Agrigento, R = 1:25.000, foglio 271, IV, N.E., della Carta d'Italia edita dall'I.G.M.I.
Per la revisione del piano è stato utilizzato uno stralcio della carta tecnica regionale 1:10.000, denominata Agrigento, sez. 636120.
Nel piano straordinario di bacino per l'assetto idrogeologico, adottato con decreto n. 298/41, sono indicate sulla carta del dissesto "frane ed aree interessate da dissesti diffusi" in corrispondenza di una zona compresa tra Cozzo S. Biagio e C. Quaranta, che si estende verso sud est, sino all'impluvio tributario del fiume S. Biagio.
Il comune di Agrigento con nota n. 38778 del 15 ottobre 2002 acquisita al protocollo di quest'ufficio al n. 10586 del 17 ottobre 2002, richiedeva la revisione dei vincoli imposti dal citato decreto, trasmettendo due copie della relazione geologica redatta appositamente dal geol. Salvatore Scarantino.
La società Recidence Parco di Giunone intende realizzare un complesso di edifici da adibire ad agriturismo, previo rilascio di concessione da parte del comune di Agrigento e nulla osta da parte dell'I.R.F. di Agrigento al vincolo idrogeologico, ai sensi del R.D. n. 3267 del 30 dicembre 1923.
Ai fini della revisione si è operato, secondo la circolare A.R.T.A. del 22 novembre 2000, prot. n. 57596, in funzione di quanto emerso dallo studio geologico del dott. S. Scarantino, da sopralluoghi eseguiti da funzionari di questo ufficio e dalla relazione geologica redatta per il piano regolatore generale di Agrigento dal prof. V. Cotecchia, in corso di istruttoria per il parere ai sensi dell'art. 13 della legge n. 64/74.
Dalle risultanze degli studi, la situazione nella contrada Chimento appare diversa da quella rappresentata nel piano straordinario di bacino, dove, sulla "Carta del rischio idrogeologico" è evidenziata una vasta area interessata da rischio di frana "molto elevato", che si estende in sinistra e destra idrografica del fiume S. Biagio, dalla periferia dell'abitato di Agrigento, ad ovest, sino a tutta la contrada Chimento ad est.
In realtà solo l'area in destra idrografica del fiume è caratterizzata effettivamente da fenomeni franosi di crollo e ribaltamento, come in corrispondenza della scarpata di Rupe Atenea, o di scorrimento come a nord del Tempio di Giunone (1966) e di Cozzo Mosè con stato di attività da attivo a quiescente.
Nell'area oggetto della presente revisione si sono rilevate soltanto fenomenologie di tipo erosivo e segni di paleofrane o antichi dissesti, stabilizzati e molto degradati dagli agenti esogeni tanto da non poterne riconoscere più il corpo di frana.
Geologicamente la zona è stata interessata da numerose fasi tettoniche sia compressive che distensive, che hanno piegato e dislocato i litotipi messiniani della serie Solfifera con coinvolgimento dei termini plio-pleistocenici sovrastanti.
In particolare la contrada Chimento ricade sul fianco nord di una sinclinale asimmetrica, di età messiniana, il cui nucleo è colmo di sedimenti marnoso argillosi ed arenacei plio-pleistocenici.
L'intervento progettuale, che interessa la modifica del piano, ricade nella parte bassa di un versante, coincidente con il fianco di detta piega, ad acclività da media a bassa.
Detto versante è drenato da un impluvio privo di toponimo, tributario del fiume S. Biagio, che raccoglie anche le acque del pendio a sud.
Nei terreni della società affiorano le marne argillose grigio azzurre della formazione di monte Narbone (Pliocene medio - sup.) da cui emergono localmente i sottostanti Trubi (Pliocene inf.) marnoso calcarei.
Verso monte affiorano i litotipi rigidi della serie Solfifera (messiniano), quali i calcari evaporitici, con alla base tripoli, ed i gessi, con giacitura a franapoggio più, mentre a nord di Casa Quaranta si hanno le sottostanti argille presolfifere.
A sud, quindi sul versante in sinistra idrografica dell'impluvio privo di toponimo, la formazione di monte Narbone passa in alto alla formazione di Agrigento (Pleistocene inf.), affiorante in corrispondenza di contrada Mosè - S. Calogero, costituita da calcareniti e sabbie intercalate ed in eteropia con argille grigio azzurre.
Sul versante di contrada Chimento, dal punto di vista geomorfologico si rilevano normali processi di denudazione ad opera degli agenti esogeni, ed in particolare si notano detriti di falda alla base degli affioramenti calcarei, e fenomeni di erosione concentrata lungo linee di drenaggio che solcano il versante nella direzione della massima pendenza, e lungo l'impluvio principale a valle.
Le due tipologie erosive descritte sono chiaramente attive durante le stagioni invernali ed in corrispondenza degli eventi meteorici particolarmente intensi e duraturi, date le condizioni climatiche del territorio.
A monte ed a valle delle particelle oggetto dell'intervento l'erosione diffusa è invece efficacemente contrastata dal rimboschimento eseguito negli anni settanta, e da pratiche agricole di tipo intensivo, come la coltivazione di uliveti.
Al limite nord est dell'area di revisione è stata indicata dai geologi S. Rana e G. D'Ecclesiis, collaboratori del prof. V. Cotecchia, utilizzando anche foto aree, una corona di frana stabilizzata e molto degradata dagli agenti esogeni tanto da non poterne più definire il corpo stesso.
Si è dell'avviso che trattasi di paleomorfologie legate alle fasi tettoniche che hanno determinato il piegamento dei litotipi rigidi della serie solfifera, come detto con giacitura a franapoggio più, affioranti poco a valle di detta corona.
L'assenza di evidenze geomorfologiche riconducibili a fenomenologie franose, compresi i creep, testimoniata quest'ultima dalla verticalità dei fusti degli alberi, è chiaramente determinata dalle elevate caratteristiche meccaniche delle argille marnose della F.ne di monte Narbone e dei trubi, associata alle condizioni di acclività dell'area.
In particolare le argille marnose sono caratterizzate da valori di resistenza meccanica nel seguente ordine di grandezza:
Y = 1,95 t/mc; C' = 0.20 - 0,30 Kg/cmq.; fi' = 25°; Cu = 2,50 Kg/cmq.

Nella carta del dissesto R = 1:10.000 si riportano soltanto le zone caratterizzate da erosione diffusa e concentrata, queste ultime lungo gli impluvi, una ristretta area interessata da calanchi attivi oltre che la corona della paleofrana degradata.
Sulla scorta delle indicazioni contenute nelle linee guida per la revisione del piano straordinario di bacino per l'assetto idrogeologico, non si procede alla valutazione delle pericolosità e del rischio idrogeologico per detti fenomeni, considerato anche che non è possibile definire i contorni della paleofrana.
Pertanto, sulla relativa carta non si evidenziano zone a rischio, ed il vincolo si intende completamente rimosso nell'area analizzata.
Per le aree immediatamente confinanti, non revisionate, il regime vincolistico rimarrà inalterato così come pubblicato con decreto del 4 luglio 2000.
Si allegano carte del dissesto e del rischio, R = 1:10.000, proposte da questo ufficio ai fini della revisione del piano straordinario di bacino.
Cliccare qui per visualizzare le carte in formato PDF (occorre Acrobat Reader)



Torna al Sommariohome


GIOVANNI CORICA: Direttore responsabile                               MARIA LA MARTINA: Redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
Gazzetta Ufficiale della Regione
Stampa: Officine Grafiche Riunite s.p.a.-Palermo
Ideazione grafica e programmi di
Michele Arcadipane
Trasposizioni in PDF realizzate con Ghostscript e con i metodi qui descritti


Torna al menu- 11 -  43 -  18 -  13 -  62 -  74 -