REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 28 MARZO 2003 - N. 14
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

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ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

DECRETO 14 febbraio 2003.
Approvazione del piano regolatore generale, delle prescrizioni esecutive e del regolamento edilizio del comune di Mazara del Vallo.

IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE URBANISTICA

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modifiche ed integrazioni;
Visti i DD.II. 1 aprile 1968, n. 1404 e 2 aprile 1968, n. 1444;
Vista la legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71 e successive modifiche ed integrazioni;
Visto l'art. 68 della legge n. 10 del 27 aprile 1999;
Visto l'art. 5 della legge regionale n. 28 del 22 dicembre 1999, nonché il successivo D.P.Reg. di attuazione dell'11 luglio 2000;
Visto il foglio prot. n. 44267 del 17 novembre 2000, con il quale il sindaco del comune di Mazara del Vallo ha trasmesso per l'approvazione di competenza gli atti e gli elaborati relativi al piano regolatore generale con annesse prescrizioni esecutive e regolamento edilizio;
Visto il foglio prot. n. 2875 del 4 giugno 2001, con il quale il sindaco del comune di Mazara del Vallo, in riscontro alla nota di questo Assessorato, prot. n. 20938 dell'11 aprile 2001, ha integrato la documentazione in precedenza trasmessa;
Vista la delibera del commissario ad acta n. 125 del 18 maggio 1999, con la quale è stato adottato il piano regolatore generale con annesse prescrizioni esecutive e regolamento edilizio del comune di Mazara del Vallo;
Visti gli atti di pubblicazione e deposito, ai sensi dell'art. 3 della legge regionale n. 71 del 27 dicembre 1978, relativi alla delibera commissariale n. 125 del 18 maggio 1999;
Vista la certificazione, a firma congiunta del sindaco e del segretario comunale, in ordine alla regolarità delle procedure di deposito e pubblicazione del piano adottato con delibera commissariale n. 125 del 18 maggio 1999, nonché i relativi allegati "A" e "B" in cui sono, rispettivamente, elencate le n. 519 osservazioni e/o opposizioni presentate entro i termini di legge e le n. 44 osservazioni e/o opposizioni presentate fuori i termini di legge;
Viste le apposite planimetrie di visualizzazione delle osservazioni e/o opposizioni, nonché la relazione redatta dal progettista in merito alle osservazioni di cui agli elenchi sopracitati;
Vista la nota prot. n. 9211 del 3 aprile 1996, con la quale l'ufficio del Genio civile di Trapani, ai sensi dell'art. 13 della legge n. 64 del 2 febbraio1974, sullo strumento urbanistico in argomento ha espresso parere favorevole con condizioni;
Viste le proposte prot. n. 169 del 26 luglio 2001 e n. 182 del 20 agosto 2001, formulate dal gruppo di lavoro XXIX/D.R.U. di questo Assessorato, ai sensi dell'art. 68 della legge regionale n. 10/99, in ordine allo strumento urbanistico in argomento, ai fini dell'acquisizione del parere del Consiglio regionale dell'urbanistica previsto dall'art. 58 della legge regionale n. 71/78;
Vista la nota del dirigente generale, prot. n. 322 del 26 settembre 2001, con la quale, per le considerazioni emerse in sede di conferenza dei dirigenti in merito all'esame di detto strumento urbanistico, è stata disposta la formulazione di nuova proposta;
Vista la nota prot. n. 230 del 26 settembre 2001, con la quale il gruppo di lavoro XXIX/D.R.U. di questo Assessorato, in adempimento alla sopracitata disposizione, ha trasmesso al Consiglio regionale dell'urbanistica, unitamente agli atti ed elaborati, il piano regolatore generale con annesse prescrizioni esecutive e regolamento edilizio, la proposta di parere di pari protocollo, resa ai sensi dell'art. 68 della legge regionale n. 10/99, che di seguito parzialmente si trascrive;
"...Omissis...
Obiettivi del piano regolatore generale
In coerenza alle indicazioni espresse dal consiglio comunale sopra riportate, la strategia dello strumento urbanistico in esame è così orientata:
-  riqualificazione del centro storico;
-  realizzazione di interventi pubblici nel settore delle attrezzature e dei servizi (viabilità, parcheggi, giardini, scuole, presidi sanitari e socio assistenziali, attrezzature per lo sport, porto e altro);
-  risposta alle necessità abitative dipendenti dalla previsione di incremento demografico, stimato nel periodo compreso tra il 1991 e il 2013, in complessivi 18.000 abitanti;
-  valorizzazione del settore turistico, peschereccio, agricolo e artigianale.
Strumenti di pianificazione vigenti
P.u.c. n. 1 approvato con D.P.R.S. n. 133/A del 29 novembre 1977 e relative varianti.
Dal confronto con gli elaborati del piano regolatore generale si rileva che l'attuazione si è concentrata essenzialmente sulle direttrici residenziali costiere ad est e ad ovest del centro urbano, oltre che concentricamente allo stesso.
Non risultano invece attuate le previsioni infrastrutturali principali che riguardavano lo spostamento verso nord della linea ferrata, in posizione baricentrica rispetto ad un sistema di aree destinate ad attività produttive, che potevano essere servite anche dall'autostrada.
Tale ipotesi, come detto disattesa, appare invero possedere un'articolazione razionale che tuttavia non viene sviluppata dal piano regolatore generale.
Disciplina urbanistica
Nella scheda allegata sono riportati in sintesi i principali parametri edilizi per ciascuna zona omogenea.
Per quanto riguarda in particolare il piano particolareggiato del centro storico, si rileva che gli elaborati non risultano esaustivi rispetto a quelli previsti dal disciplinare-tipo.
Tuttavia, considerato che detto piano attuativo contiene essenzialmente prescrizioni di natura conservativa del patrimonio edilizio, si è dell'avviso di condividerne la finalità programmatica proposta dal progettista, anche in funzione degli obiettivi prefissati orientati al miglioramento della capacità insediativa e dei servizi anche attraverso l'attribuzione di destinazione di immobili ad uso pubblico.
ANALISI DEI TEMI TERRITORIALI
Mazara del Vallo possiede un territorio, il più vasto della provincia di Trapani, esteso oltre 275 Kmq. prevalentemente pianeggiante, con importanti peculiarità storiche (centro antico, zone archeologiche), naturalistiche (riserva del lago Preola, zona umida di Capo Feto, fiumi Mazaro e Delia, Capo Granitola) e produttive (porto peschereccio, viticoltura, trasformazione di prodotti agricoli).
1.  Centro storico
I primi insediamenti lungo le rive del fiume Mazaro risalgono al V secolo a.C., mentre l'agglomerato urbano ha origine tra il IV e il V secolo d.C.
Subisce la dominazione degli arabi (827 d.C.) che attribuiscono alla località il nome Mazar.
Il carattere islamico dell'impianto urbano ancora oggi compare nel centro storico.
Testimonianze del successivo periodo normanno sono i ruderi del castello, le absidi della Cattedrale e le chiese di S. Nicolò Regale e S. Maria dell'Alto.
Lo sviluppo della città è proseguito tra il XII e il XIV secolo e tra il XVII e il XIX secolo avvengono le grandi trasformazioni che conferiscono alla città il suo aspetto di "città barocca innervata nella morfologia islamica".
Il centro, fin dalle sue più antiche origini, ha mantenuto un ruolo caratteristico di crocevia di culture e civiltà diverse, che hanno dato origine ad una comunità multietnica distribuita pacificamente nei vari quartieri cittadini (musulmani a S. Francesco, ebrei alla Giudecca, greco-latina a Torre Bianca, albanese a Bizir).
Il piano regolatore generale individua nel vecchio centro una zona "A", sottoposta a piano particolareggiato, ed una zona "A1" la cui complessiva perimetrazione non coincide con quella riportata nell'inventario di protezione culturale del Consiglio d'Europa.
L'esame del p.p.c.s. evidenzia che lo stesso non risulta redatto in ossequio alle disposizioni in materia (elaborati grafici insufficienti sia sotto il profilo descrittivo sia per quanto riguarda le ipotesi di intervento sulle unità edilizie, ecc.).
Si ritiene pertanto che tale strumento possa essere considerato valido solo come analisi preliminare e di linee guida per il recupero del vecchio centro ma che non possa avere valenza di p.p. attuativo.
2.  Centro urbano
Il centro urbano può considerarsi delimitato dal fiume Delia a sud, dal tracciato autostradale ad est e nord e, infine, dal mare ad ovest.
All'interno di tale delimitazione, le aree parzialmente o totalmente edificate individuate nel piano, in linea di massima sembrano possedere i relativi requisiti di densità e rapporto di copertura.
Tali aree sono individuate dal progettista come zone B1, B2, B3 (questa caratterizzata da un notevole disordine edilizio) e B5 in parte (Transmazaro) in base ad una analisi di tipo quantitativo in relazione alla densità fondiaria esistente.
Talune zone B ricadono all'interno del centro antico.
Il piano regolatore generale prevede in tale contesto talune zone di completamento (zone C1, C2, C3 e C4).
3.  Periferia e frange urbane
Il territorio di Mazara del Vallo è stato interessato da un diffuso fenomeno insediativo all'esterno del centro urbano, principalmente lungo la costa (contrada Costiera Occidentale e Tonnarella) interessando anche la fascia di 150 m. dalla battigia.
Si tratta in prevalenza di case per villeggiatura realizzate abusivamente per le quali l'amministrazione comunale aveva a suo tempo proposto 10 piani di recupero urbanistico.
Il piano prevede il riordino di tali zone attraverso la regolarizzazione della maglia stradale, la localizzazione di urbanizzazioni primarie e secondarie ed aree di completamento a bassa densità edificatoria (C5 e C6 per villette, hotel).
Un'area p.e.e.p. viene individuata in contrada Malerba.
4.  Insediamenti extraurbani e frazioni
Torretta Granitola (borgata Marinara a confine con Campobello di Mazara).
Contrada San Nicola (insediamento stagionale abusivo).
Borgata Costiera (borgo rurale a nord del centro urbano).
Contrada Malerba (zona p.e.e.p. ad ovest del c.u.).
5.  Qualità della vita-attrezzature
Standards esistenti.
Aree per l'istruzione: vedi tabelle relazione R3.
Verde: solo villa Iolanda (villa comunale) e fascia a mare sul lungomare.
Parcheggi: inesistenti.
Standards di progetto:
-  aree per l'istruzione mq./ab. 4,51 > 4,50;
-  istruzione superiore 2,83 mq./ab. > 1,5;
-  verde, sport, parchi, giardini 18,18 mq./ab. > 9 mq./ab.;
-  aree di interesse comune 4,66 mq./ab. > 2;
-  parcheggi 4,31 mq./ab. > 2,50.
6.  Infrastrutture e collegamenti
Stato di fatto.
S.S. 115, ferrovia, autostrada A/29, porto, rete fognante e impianto di depurazione.
Previsioni di piano (principali):
-  spostamento a nord, all'esterno del centro abitato, della linea ferrata (con nuova stazione ferroviaria) e realizzazione sull'attuale sede di una strada veloce urbana;
-  trasformazione in autostrada della S.S. tra l'attuale nodo dell'autostrada A/29 ed i nodi previsti allo sbocco della sopraelevata per il porto e all'innesto della veloce per Trapani programmata dall'ANAS e relativi soprapassi e sottopassi;
-  trasformazione a doppia carreggiata della S.S. tra l'attuale nodo autostradale e viale Africa;
-  completamento della sopraelevata che unisce il porto alla A/29;
-  sostituzione dell'attuale ponte sul Mazaro e realizzazione di altri tre;
-  parcheggi (sotterraneo in piazza Pirandello; presso il molo Mazzini; cimitero; stazione; area portuale; presso nuova stazione ferroviaria; lungomare; ecc.);
-  sistemazione del nuovo porto tramite recepimento del p.r.p. (varianti approvate con decreto n. 1554/88) e previsione del nuovo mercato ittico e di attrezzature cantieristiche e di rimessaggio;
-  sistemazione del litorale e creazione di stabilimenti balneari;
-  centro turistico-commerciale Hopps-Gallinari;
-  approdo turistico;
-  attrezzature per lo sport presso via Salemi;
-  realizzazione di nuove scuole superiori, poliambulatorio e centro sociale e sanitario, mercato ortofrutticolo, moschea, museo del mare, discarica.
7.  Patrimonio storico-ambientale
Arte/architettura: chiese di S. Nicolò Regale; S. Maria dell'Alto; Cattedrale; complessi chiesastici e conventuali; resti del Castello; palazzi eretti nel c.s.; piazze e palazzi barocchi.
Archeologia: necropoli e insediamenti abitativi lungo le sponde del fiume Mazaro; parco archeologico di Roccazzo e della Montagna della Meta.
Idrografia superficiale: zona umida di Capo Feto; laghi di Gorghi Tondi, Catafossi, Preola e Murana; fiumi Mazaro e Delia.
Zone di interesse paesaggistico: Capo Granitola; foci dei fiumi Mazaro e Delia; porto canale; bagli, casene e torri; sciare; cale rocciose di San Nicola Sottano.
Riserve naturali: R.N.O. Gorghi Tondi e lago Preola, istituite ai sensi della legge regionale n. 98/81.
Regime vincolistico: zone sottoposte ai vincoli ex legge n. 431/85; zone di interesse archeologico ex legge n. 1089/39 (contrada Roccazzo, zona nord-ovest).
8.  Il sistema produttivo/industriale
L'analisi economico-territoriale evidenzia i settori strategici:
-  pesca;
-  trasformazione dei prodotti agricoli;
-  cantieristica.
Le risposte del piano: conferma con ridimensionamento della zona industriale extraurbana già individuata dal P.U.C. in contrada San Nicola (zona D1); localizzazione puntuale di impianti industriali esistenti o cessati inseriti nel tessuto urbano o sparsi nel territorio (zona D2); attività industriali relative alla pesca e alla marineria ubicate nei pressi dell'area portuale (zona D3).
9.  Il sistema produttivo agricolo
Colture prevalenti: vite e seminativo (le zone tipicamente agricole sono individuate nel piano regolatore generale come zone E1).
Bagli, masserie e casali (zone E2).
10.  Turismo-ospitalità
Nel centro urbano: piccole strutture nel centro storico e insediamenti alberghieri lungo il litorale.
Fuori il centro urbano: valorizzazione del sistema dei bagli e masserie.
Fabbisogni
1.  Residenziali pubblici e privati
Il fabbisogno presunto è il seguente:
-  popolazione residente al 1991: 47.773 ab.;
-  incremento stimato al 2013: 15.000 ab.;
-  incremento aggiuntivo 20%.
Il suddetto fabbisogno, pari a complessivi 18.000 ab./vani, viene soddisfatto principalmente attraverso la potenzialità insediativa attribuita alle zone C (circa 17.473 ab.).
In relazione a tale aspetto sono annessi due piani particolareggiati (pp.ee.) che prevedono l'insediamento nel primo decennio di validità del piano di circa 4.800 abitanti nel p.p. via M. Fani e 1.600 nel p.p. via Marsala, oltre a circa 250 ab. all'interno del p.p. del c.s.
In particolare, il p.p. di via M. Fani prevede l'edificazione di edifici condominiali con i parametri edilizi delle zone C2, mentre nel p.p. di via Marsala è prevista l'allocazione di 157 villette in base ai parametri edilizi delle zone C4.
2.  Fabbisogni turistici
Il patrimonio edilizio nelle aree di villeggiatura è concentrato nelle zone di Tonnarella, oltre il Delia, Borgata Costiera, in prevalenza edificate abusivamente.
Non si rileva nelle relazioni un calcolo analitico del fabbisogno e della popolazione fluttuante, mentre è evidenziata la necessità del riassetto urbanistico di tali zone, con la previsione, oltre al riordino della maglia stradale e l'individuazione di attrezzature e servizi, anche di aree a bassa densità edificatoria la cui potenzialità è di seguito specificata:
-  abitazioni al 1993: 1.332;
-  abitazioni al 2013: 1.933;
-  incremento: 601 abitazioni distribuite su circa 50 Ha. di aree di espansione.
3.  Fabbisogni produttivi
Nonostante le indiscusse risorse e potenzialità economiche e produttive del territorio, non è riportato alcun dato analitico a supporto della localizzazione e dimensionamento delle zone D disciplinate dall'art. 45 e seguenti delle n.a. Si osserva inoltre una sorta di regresso rispetto alla strategia di sviluppo del P.U.C., che prevedeva anche una cintura di attività produttive organizzata ad ovest del centro abitato e servita dall'autostrada e da una stazione ferroviaria. Tale previsione, solo parzialmente attuata, viene ora disattesa, probabilmente perché trattasi di aree interessate da edilizia residenziale abusiva.
4.  Attrezzature e servizi
Già si è riferito sugli obiettivi prioritari del piano regolatore generale rispetto all'esigenza di un miglioramento della qualità della vita.
In tal senso il piano prevede un sistema di giardini e parchi a carattere urbano essenzialmente attraverso il vincolo delle aree residue inedificate nelle zone già urbanizzate A e B, oltre a quanto individuato nelle C ed extraurbano (parchi territoriali del Mazaro e del Delia).
Una particolare attenzione viene posta anche al sistema delle attrezzature di interesse comune, di interesse generale e ai parcheggi.
Dalla tabella riepilogativa riportata nel verbale di consistenza delle aree destinate a pubblici servizi, si rileva che, dopo la depurazione dei dati relativi alle superfici occupate da fabbricati, ad esclusione delle aree per l'istruzione, in genere il piano regolatore generale prevede una dotazione all'incirca doppia rispetto ai minimi stabiliti dal D.M. n. 1444/68.
Sono previsti inoltre circa 250 mq./ab. di aree destinate a parchi territoriali e naturalistici.
La tabella seguente riporta in sintesi i dati (ricavati dalle relazioni e dalle tabelle allegate) relativi alla quantità di suolo già occupato e di quella che il piano prevede di occupare.

SUPERFICI IMPEGNATE DA URBANIZZAZIONI  
(Ha.) 

Urbano esistente
Consolidato (zone A e B)      552,5 
Completamento       
Frazioni      22,87 
Zone stagionali       
  Totale     978,24 

Nuove urbanizzazioni
Completamento e PP.EE.       
Zone stagionali       
Infrastrutture      30 
  Totale nuove urbanizzazioni 520 
  Totale urbanizzato     1.498,24 

Rapporti tra urbano ed extraurbano
Superf. territ. comunale      27.500 
  0,035 
  0,055 
  57% 

Considerazioni,
Mazara del Vallo, per posizione geografica, dimensione demografica e realtà economica, rappresenta nodo importante del sistema territoriale regionale, con integrazioni significative nella rete urbana della Sicilia occidentale, i cui altri capisaldi sono Marsala e Trapani.
Il suo territorio, particolarmente esteso, è sistema complesso di fattori paesaggistici e naturali, culturali, infrastrutturali e produttivi.
Secondo gli obiettivi di programmazione regionale (DPEF, Accordo istituzionale di programma Stato/Regione, P.O.R. Sicilia 2000/2006) dovranno essere raggiunti, nei prossimi anni, livelli alti di produttività, organizzazione e qualità urbana e territoriale, nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
La crescita non governata del precedente modello di sviluppo ha determinato un consistente deficit di servizi, infrastrutture e in generale di qualità urbana e territoriale e le necessità di riordino urbanistico di estese aree sorte abusivamente. Nel contempo, la modernizzazione delle strutture urbane e territoriali imposta dalla globalizzazione e accelerazione dei processi economici-sociali, richiede concentrazione ed integrazione delle attività di trasformazione ed un efficace governo delle stesse basato sul massimo consenso sugli obiettivi e la conseguente riduzione dei condizionamenti determinati dalle rendite di posizione. Il gran numero di osservazioni ed opposizioni avverso il piano regolatore testimonia la scarsa condivisione delle scelte, inoltre il piano è stato adottato da un commissario ad acta e non dal consiglio comunale. Lo strumento urbanistico sconta in particolare i difetti di una lunga elaborazione iniziata in tempi lontani ed adattata al corso degli eventi solo negli aspetti formali.
Più precisamente:
A)  La riqualificazione delle espansioni residenziali sorte in tempi più o meno recenti, abusivamente o senza un'efficace gestione pubblica delle trasformazioni, è affidata ad un capillare e puntiforme regime vincolistico imposto su aree e lotti rimasti inedificati (ad altri lotti ed aree analoghi sono invece attribuite potenzialità edificatorie). Detta scelta appare sperequativa come puntualmente dimostrato dalle numerosissime osservazioni avverso il piano; è inoltre scarsamente attuabile per non adeguata disponibilità di risorse finanziarie pubbliche: l'unico risultato sarebbe quello di immobilizzare per dieci anni le aree vincolate senza apprezzabili risultati;
B)  Le ulteriori espansioni residenziali previste dal piano, non giustificate peraltro da reali corrispondenti prospettive di crescita demografica, con ulteriori attese di rendita, trasformazioni "a macchia di leopardo", nuovi fabbisogni di infrastrutture, determinerebbero nuovi aggiuntivi condizionamenti ai necessari ed urgenti processi di riqualificazione e modernizzazione;
C)  Le soluzioni prospettate riguardo alla riorganizzazione delle grandi infrastrutture (il porto, la ferrovia, collegamenti stradali ed autostradali) sembrano condizionate da scelte puramente settoriali o da preesistenti incompiute realizzazioni.
D)  La visione settoriale delle soluzioni infrastrutturali è di conseguenza legata a scarsa o nulla integrazione tra sistema infrastrutturale, organizzazione produttiva, sistema insediativo, contesto paesaggistico ed armatura storico culturale.
Scendendo in dettaglio, il piano regolatore generale in esame conferma il modello insediativo residenziale del precedente strumento urbanistico e sostanzialmente tende ad un incremento ulteriore del patrimonio edilizio.
Nello specifico, si rileva in primo luogo che la capacità insediativa residenziale delle aree urbane di frangia già edificate totalmente o parzialmente (zone B) appare sottostimata.
Per quanto riguarda poi il patrimonio immobiliare esistente, in parte inutilizzato e disponibile sul mercato immobiliare, non sembra essere stato oggetto di adeguata considerazione in funzione del fabbisogno abitativo da soddisfare, ferma restando la sovrastima dell'ipotesi di crescita demografica.
Una indiscutibile attenzione viene posta alla questione dei servizi e delle infrastrutture ed alla necessità di salvaguardia dei valori storici, culturali e ambientali e, sotto questi profili il disegno di piano e la relativa impostazione programmatica - pur risentendo del lungo tempo trascorso dall'affidamento dell'incarico - contengono elementi di attualità che suggeriscono, nel complesso, di operare attraverso una critica propositiva, al limite con l'indicazione di qualche perfezionamento di merito.
Il piano, come detto, si pone tra gli obiettivi il miglioramento degli standards all'interno del centro urbano.
Per questa ragione viene individuato un sistema di servizi capillare fondato sull'ipotesi di saturazione delle aree urbane a livello di quartiere, per lo più a mezzo di giardini e parcheggi, spesso su lotti di dimensioni molto ridotte, sulla cui effettiva funzionalità sorge più di un dubbio.
L'impostazione localizzativa degli stessi, diretta sostanzialmente ad impedire l'ulteriore edificazione nei lotti liberi, imponendo il vincolo di destinazione, non appare tuttavia congrua in quanto trattasi di interventi in ambiti urbani già fortemente compromessi, la cui potenzialità edificatoria viene in ogni caso recuperata impegnando aree agricole e perché, con una simile frammentazione, l'ipotesi realizzativa appare poco verosimile sotto gli aspetti di una concreta attuazione essendo subordinata all'iniziativa pubblica.
Si tratta pertanto di una strategia orientata essenzialmente ad un impinguamento teorico degli standards.
Proprio tale scelta, infatti, è stata oggetto di un gran numero di osservazioni e/o opposizioni.
Per quanto riguarda poi l'impianto infrastrutturale, si ritiene in linea di massima condivisibile, a meno delle previsioni più impegnative (traslazione della ferrovia, porto, raccordo A/29-porto) che richiederebbero un raccordo con gli enti preposti.
Inoltre, è opportuno che il piano recepisca criticamente le indicazioni strategiche contenute negli strumenti di programmazione negoziata.
Il comune di Mazara del Vallo, che aderisce al patto territoriale Trapani Sud, viene assunto infatti come un nodo naturale del sistema urbano occidentale della provincia, sia per le evidenti interconnessioni strategiche con il capoluogo e Marsala, sia in quanto sbocco a mare di molti comuni della Valle del Belice.
Ecco, pertanto, che il ruolo della città viene configurato come "nocciolo" di un distretto comprensoriale - che da Gibellina si estende fino a Campobello di Mazara e Petrosino - caratterizzato in positivo dalla specializzazione di taluni settori produttivi (pesca, viticoltura, industria agroalimentare) e dalle risorse ambientali e culturali, ed in negativo dalla scarsa dotazione di infrastrutture, aggravata dalla marginalità geografica e dalla forte concorrenza dei Paesi emergenti nel bacino del Mediterraneo (nord-Africa, Spagna, Grecia, ecc.).
Su questo tema, la nota integrativa n. 28/15 del 4 giugno u.s. riferisce che l'amministrazione comunale si è attivata aderendo a diversi programmi di promozione e sviluppo (patto territoriale citato, progetto Airone, Ethobusiness, Life, ecc.) ed è candidata capofila del P.I.T.
Gli obiettivi di tali strumenti, cosi come riferiti, appaiono per lo più compatibili se non addirittura mutuati da quelli del piano regolatore generale: ad esempio, la riqualificazione del centro storico, il potenziamento della dotazione infrastrutturale a servizio dei settori produttivi consolidati da sostenere, lo sviluppo del terziario e del turismo (stazione marittima, porto turistico, raccordo autostradale per il porto, ecc.). Altri temi, invece, andrebbero approfonditi nel quadro del sistema locale individuato nei suddetti programmi.

PARERE
Per le considerazioni sopra svolte, si è dell'avviso che il piano, in linea di massima, costituisca quadro strutturale adeguato a fornire le linee di sviluppo del territorio in esame. Tuttavia è opportuno che attraverso una parziale rielaborazione siano superati alcuni difetti sicuramente dipendenti dal lungo iter di formazione.
In particolare, è opportuno che siano meglio affrontati due temi che incidono sulle reali possibilità di attuazione del piano.
Il primo riguarda la coerenza e compatibilità tra indicazioni di piano e programmazione degli interventi infrastrutturali a scala territoriale.
Il secondo l'attuazione dello standard nel rispetto di principi di equità, che assicurano peraltro una più incisiva possibilità d'intervento riguardo alla realizzazione delle attrezzature e dei servizi pubblici.
Più puntualmente, con riferimento alle zone territoriali omogenee individuate nello strumento urbanistico:
Zona A - Centro storico
La perimetrazione del centro storico stabilita dal Consiglio d'Europa e riportata in rosso nella tav. P8 a scala 1:5.000, risulta più ampia di quella individuata dal progettista ed oggetto del piano particolareggiato.
Dal sopralluogo si è rilevato in effetti che una indiscriminata estensione dei principi di tutela dei contesti storici alle zone classificate dal piano regolatore generale A1 e B1 e ricomprese nella suddetta perimetrazione, appare incongrua in quanto in tali ambiti si individuano soltanto talune emergenze isolate, né il tessuto urbano degli stessi presenta peculiarità tali da doverne imporre una speciale tutela.
Prescrizioni zona A - Centro storico
1.  Le zone B1 comprese nella perimetrazione del centro storico stabilita dal Consiglio d'Europa devono essere riclassificate A1.
2.  Per quanto riguarda il piano particolareggiato del centro storico che interessa la zona A, si ritiene che lo stesso debba essere soggetto a rielaborazione parziale al fine di rispondere alle prescrizioni del disciplinare-tipo.
3.  Nelle zone A e A1 non si condivide l'ipotesi di nuova edificazione nelle aree libere.
4.  Gli interventi di ristrutturazione edilizia, sostituzione, demolizione e ricostruzione dovranno essere subordinati alla rielaborazione del piano particolareggiato nella zona A e, nella zona A1, al parere della competente Sovrintendenza in assenza di piani particolareggiati di recupero.
5.  Gli immobili compresi nell'elenco dei beni isolati, predisposto dall'Assessorato dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione, devono essere classificati come zone A puntuali e gli interventi ammissibili sono quelli previsti dall'art. 20, lett. a, b, c, della legge regionale n. 71/78.
Zone B
In linea di massima si condivide la perimetrazione delle zone territoriali omogenee B che appare rispondente ai requisiti di legge.
Tuttavia, per gli ambiti delimitati in arancione nell'allegata planimetria, è opportuno prevedere un'adeguata normativa di attuazione che consenta di conciliare obiettivi di riqualificazione urbana a mezzo di progetti unitari, equità nella distribuzione di oneri ed opportunità tra situazioni fondiarie simili, reali condizioni di attuabilità dei servizi attraverso forme partecipative.
Zone C ed espansione di margine urbano
Oltre a prendere atto dei piani di interventi convenzionati, si condividono le zone C normate dalle prescrizioni esecutive in vista di un possibile utilizzo anche per programmi di edilizia economica e popolare, ferme restando le prescrizioni dettate dall'art. 16, 3° comma, legge regionale n. 71/78 e per eventuale delocalizzazione della residenza in rapporto ad eventuali interventi infrastrutturali di riqualificazione urbana.
Non si condividono in linea di principio tutte le altre zone C in quanto dimensionate e modulate in base a proiezioni non realistiche della crescita demografica, visto che dalla serie storica della popolazione si osserva che l'incremento al 2013 sarà sensibilmente inferiore alle previsioni progettuali.
Per quanto riguarda le zone interessate da intensi fenomeni di abusivismo, dovranno essere preventivamente e puntualmente verificate le condizioni di rilascio delle concessioni in sanatoria degli edifici esistenti. L'obiettivo del raggiungimento di livelli accettabili di qualità urbana in tale zona, non potrà prescindere da principi di perequazione e da reali presupposti di realizzabilità dei servizi ed attrezzature di interesse generale. E' pertanto opportuno, per dette zone, predisporre ed individuare norme e strumenti attuativi che riducano quanto più possibile l'onere, quasi sempre disatteso, dell'espropriazione.
Zone D
Si condividono.
In riferimento alla nota n. 1386 del 28 febbraio 2001 della Sovrintendenza dei beni culturali ed ambientali di Trapani, da cui si apprende che l'area circostante le cave di Cusa è stata sottoposta a vincolo paesaggistico, si rappresenta che la perimetrazione allegata alla sopradetta nota interessa la previsione di zona industriale D1 del piano regolatore generale in esame.
In proposito, si ritiene di condividere comunque la suddetta destinazione di zona in considerazione dei seguenti aspetti:
-  la destinazione conferma la previsione localizzativa del P.U.C. n. 1 già in parte interessata da insediamenti produttivi;
-  la zona industriale è periferica rispetto al vincolo che comunque non comporta l'inedificabilità assoluta;
-  la scelta della zona industriale è giustificata dalla presenza di infrastrutture come l'autostrada.
Prescrizioni zone D
I centri di rottamazione potranno essere localizzati anche nelle zone D1 e D2.
Al fine di evitare il successivo ricorso a varianti puntuali, i P. di I. relativi ad iniziative imprenditoriali assistite da finanziamenti pubblici, si considerano ammissibili se almeno già convenzionati.
Zone E
Vengono condivise.
Prescrizioni zone E
Si ritiene che le prescrizioni dell'art. 51 delle norme di attuazione si possano estendere agli immobili inseriti nell'elenco dei beni isolati predisposto all'Assessorato dei beni culturali ed ambientali, al fine di agevolare il recupero funzionale e produttivo degli stessi.
Riguardo alle zone E1, vengono condivise le sole prescrizioni dei primi 5 capoversi dell'art. 50 delle norme di attuazione.
Zone F
Si ribadisce quanto precedentemente espresso a riguardo per i servizi, le attrezzature e le ville e giardini.
Prescrizioni zone F
Per le zone F2, destinate ad attrezzature turistico-ricettive, esterne al centro abitato, l'indice di copertura va fissato al 10% e l'indice di densità fondiaria a 3 mc/mq.
Dal verbale di consistenza delle aree destinate ad attrezzature e pubblici servizi, risulta che molti lotti interessati da previsioni ad uso pubblico sono occupati da fabbricati anche abusivi. Pur prendendo atto della verifica degli standards depurata delle aree gravate da fabbricati, non può non rilevarsi che tale discrasia è dipesa dalla base cartografica (di cui non risulta il dovuto collaudo) e dal lungo tempo trascorso dal rilievo aerofotogrammetrico e il citato verbale (oltre 10 anni).
Pertanto, si ritiene che detti lotti, previa verifica a cura dell'ufficio tecnico comunale della regolarizzabilità amministrativa dei fabbricati che sugli stessi insistono, vadano stralciati dalle previsioni ad uso pubblico e riclassificati zone B o C, ai sensi del decreto interministeriale n. 1444/68.
Programmazione commerciale
Ai sensi della legge regionale n. 28/99 e delle direttive emanate con D.P.R. 11 luglio 2000, il comune avrebbe dovuto adeguare il piano regolatore adottato alla nuova disciplina in materia di programmazione commerciale.
Considerato che ad oggi nessuna deliberazione è ancora pervenuta dal comune, ai sensi dell'art. 5, comma 7, della legge regionale n. 29/99, si è operata una verifica dei contenuti del piano regolatore generale, dalla quale è emersa la sostanziale coerenza delle previsioni rispetto agli indirizzi di programmazione, di cui al D.P.R.S. 11 luglio 2000.
Prescrizioni programmazione commerciale
In sede di rilascio delle c.e. per gli esercizi commerciali, deve essere assicurato il rispetto delle dotazioni di parcheggi pertinenziali e deve essere eseguita la valutazione di impatto sulla viabilità, ai sensi degli artt. 16 e 17 del citato D.P.R.S.
Ove il comune non adempia neppure in sede di controdeduzione al presente parere, ai sensi della predetta normativa, questo A.R.T.A. procederà all'acquisizione del "concerto" dell'Assessorato della cooperazione, del commercio, dell'artigianato e della pesca.
Infrastrutture e viabilità
Si ribadisce quanto precedentemente espresso in proposito.
In particolare, per quanto riguarda il raccordo autostradale con il porto e le sostanziali modifiche al sistema ferroviario, le scelte di piano dovranno opportunamente essere concordate rispettivamente con l'ANAS e con le FF.SS.
Riguardo infine le nuove ipotesi di assetto dell'area portuale, queste dovranno meglio essere approfondite nell'ambito di un piano regolatore del porto.";
Vista la nota prot. n. 40 dell'11 febbraio 2002, con la quale il gruppo di lavoro XXIX/D.R.U. di questo Assessorato ha trasmesso al Consiglio regionale dell'urbanistica, la proposta di parere n. 40 di pari data relativa all'esame delle osservazioni e opposizioni presentate avverso al piano, resa ai sensi dell'art. 68 della legge regionale n. 10/99, che di seguito parzialmente si trascrive;
"...Omissis...
In riscontro alla nota unità operativa 6.3 n. 50 del 29 gennaio u.s., si rappresenta quanto segue.
Tutte le osservazioni ed opposizioni pervenute entro e fuori termine vengono decise in base ai rilievi elencati nel parere n. 230 del 26 settembre 2001 orientato alla rielaborazione parziale del piano regolatore generale.
Per migliore comprensione si sintetizzano di seguito i giudizi espressi in detto parere:
-  piano particellare centro storico: condiviso come analisi e linee guida ma non negli aspetti prescrittivi;
-  prescrizioni esecutive: condivise;
-  piano di interventi convenzionati: si prende atto;
-  zona A: condivisa con prescrizioni;
-  zone B: condivise;
-  ambiti perimetrati in arancione nella tav. P4m ("vuoti urbani" inseriti in contesti densamente edificati e per questo commentati nel paragrafo relativo alle "Zone B" del citato parere): da ristudiare a mezzo di progetti unitari;
-  zone C: nessuna condivisa. Nelle zone (contesti) interessate da intensi fenomeni di abusivismo regolarizzabile (C4, C5 e C6 e pertanto tranne nelle fasce di inedificabilità assoluta, salve le verifiche di competenza comunale) non si condividono le previsioni di attrezzature pubbliche di quartiere (F1, F3, parcheggi) da subordinare a norme e strumenti attuativi maggiormente perequativi;
-  zone D: condivise con prescrizioni;
-  zone E: condivise con prescrizioni;
-  zone F: condivise, con le esclusioni sopra riportate per quelle ricadenti in contesti parzialmente urbanizzati interessati da edilizia abusiva regolarizzabile; condivise con prescrizioni le F2; inoltre i lotti totalmente o parzialmente edificati (cartografia risalente alla fine degli anni '80) devono essere riclassificati B o C, ai sensi del decreto interministeriale n. 1444/68;
-  armatura infrastrutturale: condivisa. Le soluzioni più impegnative (traslazione della ferrovia, la sistemazione del porto, il sistema di raccordo A/29-porto) dovranno tuttavia essere coordinate con gli enti cointeressati (Ente porto, FF.SS., ANAS). Conseguentemente la nuova viabilità secondaria di ricucitura dei tessuti urbani deve considerarsi parimenti stralciata.
Specificatamente risultano accoglibili in coerenza a detto parere, anche in adesione e limitatamente al parere del progettista, le sottoelencate - numerate come da elenco trasmesso e con riferimento alle tavole a scala 1:5.000 relative alla relativa visualizzazione - in quanto correttive di errori materiali di rappresentazione o proponenti lievi modifiche, che non incidono sulla impostazione progettuale del piano regolatore generale ovvero riguardanti aree occupate da immobili realizzati regolarmente o abusivamente in attesa di sanatoria e non riportati nelle cartografie:
-  tav. P4/e: nn. 129, 191, 192, 467;
-  tav. P4/h: nn. 60, 233, 237, 323, 338, 519;
-  tav. P4/i: nn. 57, 192, 194, 245, 248, 332, 347, 449, 467, 488, f.t. 12, f.t. 29, f.t. 41;
-  tav. P4/m: nn. 2, 11, 16, 20, 69, 71, 72, 82, 89, 96, 101, 106, 115, 124, 130, 131, 152, 153, 168, 173, 185, 186, 195, 205, 208, 219, 236, 243, 245, 252, 262, 278, 285, 294, 300, 305, 310, 319, 323, 363, 364, 377, 379, 393, 396, 414, 416, 421, 428, 430, 434, 435, 442, 462, 463, 502, f.t. 4, f.t. 33;
-  tav. P4/n: nn. 97, 105, 114, 185, 240, 241, 242, 246, 247, 280, 374, 375, 378, 382, 384, 420, 465;
-  tav. P4/o: nn. 105, 280.
Sono parzialmente accoglibili, in coerenza alle prescrizioni di cui al parere suddetto le seguenti:
-  tav. P4/i: nn. 390, 508;
-  tav. P4/m: nn. 13, 14, 25, 26, 32, 35, 41, 61, 62, 67, 68, 73, 76, 79, 92, 104, 106, 117, 118, 124, 141, 142, 143, 150, 169, 171, 183, 197, 200, 209, 210, 218, 227, 250, 256, 258, 274, 275, 277, 306, 309, 314, 320, 321, 324, 337, 342, 346, 349, 355, 368, 371, 376, 386, 389, 399, 401, 405, 406, 407, 415, 422 424, 425, 437, 447, 466, 479, 480, 481, 482, 487, 493, 486, 500, 506, 514, f.t. 6, f.t. 7, f.t. 8, f.t. 9, f.t. 10, f.t. 23, f.t. 31, f.t. 40;
-  tav. P4/n: nn. 27, 127, 170, 184, 188, 228, 230, 231, 235, 250, 255, 292, 392.
Sono invece da respingere tutte le altre in quanto dettate da interessi privatistici che non migliorano le previsioni di piano.
Riguardo alle osservazioni e opposizioni pervenute direttamente in Assessorato le seguenti risultano parzialmente accoglibili:
-  ditta Balsamo Nicolò (prot. n. 21368 del 12 aprile 2001, riproposta con nota prot. n. 25742 del 3 maggio 2001);
-  ditte Balsamo c.s. e Giacalone Nicolò (prot. n. 25742 del 3 maggio 2001);
-  ditta Modica Giacomo (prot. n. 8501 del 16 febbraio 2001, n. 13963 del 13 marzo 2001 e n. 15047 del 16 marzo 2001, n. 104 entro termini);
-  ditte Misuraca e altri (prot. n. 13957 del 13 marzo 2001 e n. 24131 del 24 aprile 2001) come segue:
-  Misuraca Agata +1, si conferma il parziale accoglimento;
-  Misuraca Pompeo (n. 369 entro termini) con la precisazione che il parziale accoglimento è limitato al punto 1, mentre viene respinta per il punto 2 in quanto dettata da interessi privatistici che non migliorano le previsioni di piano;
-  Arena Teresa e Misuraca Maria Gloria, si conferma il parziale accoglimento;
-  ditta Agueci Vito (prot. n. 8943 del 19 febbraio 2001, n. 67 entro termini), si conferma il parziale accoglimento;
-  ditta Rallo Melchiorra (prot. n. 25740 del 3 maggio 2001, n. 32 entro termini), si conferma il parziale accoglimento con la precisazione che qualora venga rilasciata la concessione edilizia in sanatoria relativa al fabbricato oggetto dell'opposizione, la previsione potrà essere modificata a zona D2 limitatamente all'area occupata dal fabbricato e al terreno ad esso asservito.
Relativamente alla osservazione pervenuta dal comune di Mazara del Vallo (prot. n. 17188 del 28 marzo 2001) si esprime parere favorevole in linea di massima alla modifica richiesta alle norme di attuazione per la zona D1 di contrada San Nicola, ma si ritiene che la stessa abbia portata tale da dovere essere oggetto di esame da parte del consiglio comunale, che potrà avvenire anche in sede di controdeduzioni al presente parere.
Infine, non risultano accoglibili le opposizioni trasmesse dalle ditte Reina Luca (prot. n. 46161 del 3 agosto 2001, n. f.t. 44), Macaddino Giorgio (prot. n. 58514 del 27 novembre 2000, n. 166 entro termini), Misuraca Pompeo (allegata al prot. n. 13957 del 13 marzo 2001 e n. 24131 del 24 aprile 2001), Ferro Girolamo (prot. n. 13978 del 13 marzo 2001) e Misuraca Matteo (prot. n. 15157 del 16 marzo 2001, n. f.t. 42) in quanto dettate da interessi privatistici che non migliorano le previsioni di piano.";
Visto il parere reso dal Consiglio regionale dell'urbanistica con il voto n. 576 del 14 marzo 2002, che di seguito parzialmente si trascrive;
"...Omissis...
Ritenuto
-  che i contenuti del piano in linea di massima appaiono condivisibili poiché risultano orientati:
-  al miglioramento del sistema insediativo;
-  alla salvaguardia del centro storico e dei beni culturali e ambientali;
-  al soddisfacimento dei fabbisogni insediativi (residenziali, produttivi e turistici) nel ventennio considerato;
-  al miglioramento infrastrutturale e dei collegamenti viari, al potenziamento dei servizi;
-  a definire l'assetto e la riqualificazione delle zone di abusivismo edilizio;
-  che il dimensionamento del piano, come si evince dalla relazione tecnica allegata al progetto di piano e dalla relazione integrativa, appare in linea di massima giustificato in rapporto alle analisi demografiche condotte dal progettista, anche sulla base dei dati ISTAT e sulla concreta disponibilità sul mercato immobiliare del patrimonio edilizio esistente da recuperare, con particolare riferimento al centro storico. Il dimensionamento del piano si affida inoltre alle potenzialità di sviluppo locale, alle dinamiche del fenomeno migratorio ed alle propensioni di riassetto insediativo della popolazione, per giustificare previsioni di nuovi vani in aggiunta al già consistente patrimonio edilizio esistente. L'ipotizzata capacità insediativa del piano risulta tuttavia attenuata dalle limitazioni edificatorie, di cui all'art. 15 della legge regionale n. 78/76, e dall'imposta riduzione delle altezze massime per le zone C1 e C2 da 14,00 metri a 11,00 metri, come opportunamente prescritte nei successivi considerata;
Ritenuta, per quanto si evince dagli atti e dall'istruttoria dell'ufficio, la regolarità delle procedure in quanto il piano:
-  risponde in linea di massima al disciplinare tipo regionale per la redazione degli strumenti urbanistici generali, salvo quanto si dirà per il piano particolareggiato del centro storico;
-  è corredato delle prescrizioni esecutive di cui all'art. 2 della legge regionale n. 71/78;
-  è supportato dallo studio geologico e agricolo forestale prescritti per legge;
-  prima dell'adozione è stato sottoposto al parere dell'ufficio del Genio civile, ai sensi dell'art. 13 della legge n. 64/74;
-  è stato depositato e pubblicizzato, ai sensi del l'art. 3 della legge regionale n.71/78;
-  è corredato delle planimetrie di visualizzazione delle osservazioni e opposizioni presentate, nonché della relazione di deduzione del progettista del piano;
Considerato che, tuttavia, in relazione alla necessità di assicurare l'osservanza delle vigenti disposizioni di legge e corretti indirizzi urbanistici, occorre prescrivere:
-  per tutte le zone territoriali omogenee previste nel piano e relative aree destinate ad attrezzature ricadenti entro la fascia di 1.000 metri dalla battigia, ad eccezione delle zone A e B, l'inserimento nelle norme di attuazione del piano delle limitazioni alla edificazione prescritte dall'art. 15 della legge regionale n. 78/76. Inoltre, per le zone C1 e C2, l'altezza massima prevista va opportunamente ridotta da 14,00 metri a 11,00 metri al fine di non alterare la fisionomia urbana, caratterizzata da edifici a bassa elevazione, e di contenere il peso insediativo;
-  ai sensi dell'art. 2 del decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 e dell'art. 55 della legge regionale n. 71/78, l'ampliamento del perimetro della zona A, comprensiva della sottozonizzazione A1 prevista nel piano, che appare insufficiente rispetto agli elementi di conoscenza rilevabili dalla cartografia storica, in conformità alle indicazioni contenute nella scheda C.S.U. del Consiglio d'Europa redatta dalla Soprintendenza. Tale esigenza di tutela, connessa anche al mantenimento dell'impianto viario e del tessuto urbanistico di matrice storica, si ritiene idonea alla necessità di recuperare per quanto possibile a mezzo di una disciplina edilizia più consona ai valori del contesto urbano storico, parti di città anche se manomesse o degradate, secondo gli indirizzi normativi di cui all'art. 55 della legge regionale n. 71/78 e della recente circolare dell'A.R.T.A. n. 3/2000. La predetta zona A va chiaramente considerata come unitaria, ai sensi del decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, a prescindere dalla valutazione sulla qualità architettonica e storica dell'edilizia in essa contenuta. Poiché il piano particolareggiato del centro storico, come peraltro osservato nel parere dell'ufficio, non corrisponde pienamente ai contenuti elaborativi prescritti dal disciplinare tipo regionale, ove non si provveda alla sua integrazione o rielaborazione parziale al fine di conformarlo al disciplinare tipo regionale, potrà essere convenientemente utilizzato, ai fini della redazione di una variante di attuazione della zona A, complessivamente considerata, secondo le direttive espresse nella richiamata circolare dell'A.R.T.A. n. 3/2000. Gli interventi ammessi, in mancanza di quegli approfondimenti prescritti con la circolare A.R.T.A. n. 3/2000, in materia di aggiornamento dei contenuti degli strumenti urbanistici generali e attuativi per il recupero dei centri storici, sono quelli di cui all'art. 20 lettere a), b), c), mentre l'intervento di cui alla lettera d) potrà riguardare eccezionalmente solo le parti interne di singole unità edilizie, laddove essi siano indispensabili ai fini del rinnovamento funzionale delle suddette unità, nonché gli edifici di epoca recente e di scarso o assente interesse architettonico e comunque dovranno essere orientati alla riqualificazione architettonica ed al recupero edilizio nel rispetto delle caratteristiche formali e tipologiche originarie;
-  l'individuazione come zona A puntuale dei beni architettonici, storici, etno-antropologici isolati con relative pertinenze, in gran parte già individuati nel piano, che si devono intendere integrati e verificate con gli elenchi contenuti nelle linee guida del piano paesistico regionale, a prescindere dalle indicazioni grafiche contenute nel piano regolatore generale. A tale più dettagliata ricognizione dei beni suddetti il comune procederà, anche d'intesa con la Soprintendenza, in sede di controdeduzioni. Riguardo a tali beni isolati sia all'interno dell'abitato che all'esterno, sono ammessi unicamente interventi conservativi, previo nulla osta della Soprintendenza;
-  che la classificazione delle zone B4 come sottozona della zona territoriale omogenea B sia subordinata alla verifica del possesso dei requisiti di cui all'art. 2 del decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444. Tale verifica va condotta con particolare attenzione alle parti del territorio comunale ricadenti entro la fascia di 150 metri dalla battigia. Le zone o parti di zone B4 in cui sono presenti immobili vincolati ai sensi delle leggi 1 giugno 1939, n. 1089 e 29 giugno 1939, n. 1497, devono essere più correttamente destinate a zone territoriali omogenee A. Per l'attuazione di queste zone vale quanto in precedenza prescritto per la zona di centro storico;
-  in rapporto all'esigenza di sicurezza dell'esercizio ferroviario, l'inserimento nelle norme di attuazione del piano delle limitazioni all'attività costruttiva previste dalla vigente normativa a tutela delle linee ferroviarie esistenti e ciò a prescindere dalle previsioni di spostamento del tracciato ferroviario esistente all'esterno del centro abitato, la cui fattibilità, ovviamente, deve essere verificata con la società che gestisce l'esercizio ferroviario e con eventuali strumenti urbanistici negoziali;
-  l'esclusione dalle zone E1, destinate ad usi agricoli, di insediamenti edificatori per attività turistico-ricettive, che per le modalità normative previste nel piano sono da considerare veri e propri nuovi complessi insediativi, non ammissibili in verde agricolo. Pertanto vanno cassate dalle norme di attuazione del piano regolatore generale le disposizioni che consentono tali attività. Nelle predette zone E1 le attività turistiche potranno essere consentite nei fabbricati esistenti e nelle modalità consentite dalle attività agrituristiche. Potranno, altresì, essere consentiti impianti sportivi privati all'aperto di uso non pubblico e manufatti di servizio annessi ai predetti impianti nel limite dei parametri edificatori previsti per la zona E1, riducendo però l'altezza massima a 4,50 metri e il numero dei piani a 1;
-  la visualizzazione in apposite planimetrie di piano, in sede di controdeduzione comunale dei demani trazzerali e delle eventuali zone vincolate ad usi civici, ai fini della verifica di compatibilità con le previsioni urbanistiche di piano;
-  la eventuale localizzazione delle zone D1 in altra parte del territorio comunale idonea per nuovi insediamenti industriali e artigianali, rilevato che la prevista ubicazione nella parte nord-est del territorio comunale, recentemente sottoposta a vincolo paesaggistico, segnalato come sito d'interesse comunitario e circostante le cave di Cusa, non si concilia con l'esigenza di salvaguardia paesaggistica posta dal vincolo anche in relazione al rilevante interesse archeologico presente in questo particolare contesto territoriale. Le relative aree vanno destinate a zone di verde agricolo. Va infine osservato che la localizzazione delle zone da destinare a eventuali nuovi insediamenti industriali e artigianali va effettuata secondo le procedure di variante previste dalla vigente legislazione e dimensionate sulla base di documentati fabbisogni dei vari settori economici;
-  che l'attuazione delle zone F destinate a verde pubblico, comprese le cave abbandonate nel centro abitato, a parchi urbani, territoriali e naturalistici, rilevata l'incidenza sui valori paesaggistici, va subordinata al parere della Soprintendenza. Tale parere va richiesto anche per l'impianto o la sistemazione botanica e per l'eventuale recupero ambientale delle predette zone;
-  l'edificazione nelle aree libere nelle zone C6, quando ammessa a mezzo di singola concessione, è comunque subordinata all'esistenza delle urbanizzazioni primarie;
-  che le previsioni relative al porto e all'area portuale, ivi comprese le opere a terra, vanno considerate assolutamente indicative e non prescrittive, rinviandone la disciplina al piano regolatore portuale. Al riguardo va rilevata la necessità che il completamento della sopraelevata che unisce il porto all'autostrada sia realizzato con soluzioni progettuali capaci di minimizzare i fattori d'impatto specie nella parte di attacco verso la costa;
Considerato ai fini del corretto svolgimento dell'attività urbanistico-edilizia, fatte salve le misure transitorie di salvaguardia prescritte nel piano straordinario per l'assetto idrogeologico e le condizioni espresse dall'ufficio del Genio civile, ai sensi dell'art. 13 della legge n. 64/74, occorre inserire le seguenti ulteriori prescrizioni:
Regolamento edilizio - Sia in relazione alle locali condizioni geologiche che in conformità ai dettami della vigente normativa, occorre inserire nel regolamento edilizio l'obbligatorietà della redazione di apposito studio geologico a supporto della richiesta di concessione edilizia. Infatti, in coerenza con i disposti normativi e secondo quanto ribadito dal Consiglio superiore dei lavori pubblici con voto n. 61 del 24 febbraio 1983, la richiesta di ogni concessione edilizia deve essere supportata da uno studio geologico che evidenzi la fattibiità dell'intervento sia riguardo alle condizioni di stabilità del sito in senso lato sia ai rapporti con le fondazioni degli eventuali edifici limitrofi ed alla loro stabilità nel corso dei lavori di sbancamento e costruzione. Inoltre, nelle aree non servite da pubblica fognatura, lo studio dovrà accertare le condizioni di compatibilità sotto il profilo idrogeologico e geopedologico dello smaltimento dei reflui, secondo le prescrizioni dell'allegato 5 della delibera CITAI 4 febbraio 1977. Detto studio geologico dovrà, altresì, essere eseguito anche a supporto di opere soggette ad autorizzazione edilizia, quali scavo di pozzi, sbancamenti e significative opere di rinterro, che incidano significativamente sull'assetto geomorfologico di dettaglio e/o opere che per la loro incidenza sono soggette alla normativa sismica, con esclusione dei lavori di manutenzione degli edifici. Sono, dunque, escluse dall'obbligo della relazione geologica solo gli interventi sulle costruzioni che non comportano la realizzazione di opere soggette alla normativa sismica e/o non modificano la qualità e la quantità degli scarichi civili e/o industriali già autorizzati, che non recapitano nelle pubbliche fognature e/o non apportano modifiche delle modalità di smaltimento degli stessi.
Prescrizioni a regime - L'attuazione delle previsioni di piano, prima della progettazione esecutiva delle singole opere per cui valgono le norme di piano, è subordinata alle procedure di cui al punto H del D.M. 11 marzo 1988, procedendo, prima della progettazione esecutiva, alla verifica geologica e geotecnica del progetto attraverso le opportune e necessarie indagini geognostiche volte a documentare la fattibilità opere-terreno, individuando i limiti imposti al progetto dalle caratteristiche del sottosuolo; trattandosi di zona sismica si dovranno, inoltre, documentare i criteri di rispetto dei vincoli di natura sismica. Per quanto sopra, l'attivazione delle procedure di progettazione è subordinata alla preliminare approvazione da parte del competente ufficio del Genio civile del predetto studio geologico e geotecnico, ai sensi del punto H del D.M. 11 marzo 1988.
Nella redazione di strumenti urbanistici attuativi, compresi i piani di lottizzazione, a meno di ulteriori norme integrative successive al presente voto, dovrà essere predisposta l'esecuzione di apposito studio geologico-tecnico, redatto ai sensi della circolare n. 2222 del 31 gennaio 1995 secondo le indicazioni del punto 5.2 della predetta circolare, integrando, in tal modo, per ciascun piano successivamente progettato, gli elaborati di dettaglio a scala 1:2.000 riportati nell'allegato A di detta circolare. In particolare, in detti nuovi studi attenta cura dovrà essere posta alla valutazione delle condizioni di pericolosità sismica dei siti interessati alla pianificazione e, più in generale, della pericolosità geologica legata alla stabilità dei pendii sia in condizioni statiche che dinamiche.
Prescrizioni per piani esecutivi - L'edificabilità dei settori ricadenti in pendio dovrà essere subordinata alla valutazione delle condizioni di stabilità delle relative aree, per cui dovranno essere eseguite le opportune verifiche di stabilità sia in condizioni naturali che in rapporto alle previsioni di piano, tenendo conto anche delle componenti geodinamiche, così come anche richiesto dal punto H del decreto interministeriale 11 marzo 1988.
Tali valutazioni e/o verifiche dovranno essere comunque sottoposte all'approvazione dell'ufficio del Genio civile competente.
L'attuazione delle prescrizioni esecutive sarà, quindi, subordinata all'approvazione degli studi particolareggiati di verifica geotecnica delle relative aree da parte dell'ufficio del Genio civile, da richiedersi da parte dell'amministrazione comunale, ai sensi del punto H del decreto interministeriale 11 marzo 1988;
Considerato
-  che a seguito del deposito e della pubblicità del piano con relativi allegati, come attestato dal sindaco e dal segretario comunale, sono state presentate n. 519 osservazioni e opposizioni nei termini e n. 44 fuori termine;
-  che in coerenza alla sostanziale condivisione dei criteri d'impostazione del piano, salvo quanto in precedenza considerato, si ritiene di aderire in linea di massima alle deduzioni formulate dal progettista nell'apposita relazione di parere sulle osservazioni e opposizioni presentate, ad esclusione delle eventuali deduzioni non più attuali alla luce delle prescrizioni e considerazioni contenute nel presente parere;
-  che con riferimento alla nota del comune di Mazara del Vallo prot. n. 51942 del 7 dicembre 2001 e alla successiva nota di precisazione prot. n. 426 del 4 febbraio 2002, non sembrano emergere allo stato elementi di ulteriore conoscenza oltre quelli rilevabili dagli atti e dall'attività istruttoria posta in essere. Resta salva la facoltà di controdeduzione comunale ai sensi dell'art. 4, comma 4, della legge regionale n. 71/78, anche sulle determinazioni in ordine alle osservazioni e opposizioni, così come in ordine al piano;
-  che in ordine alle istanze di osservazione e opposizione pervenute direttamente all'Assessorato e comunque non rientranti tra quelle di cui all'art. 3, comma 6, della legge regionale n. 71/78, si reputa opportuno acquisire preventivamente l'eventuale parere del consiglio comunale;
Per quanto sopra, esprime parere favorevole all'approvazione del piano regolatore generale, con annesse prescrizioni esecutive e regolamento edilizio, del comune di Mazara del Vallo, adottato con delibera commissariale n. 125 del 18 maggio 1999, con l'introduzione delle prescrizioni di cui ai precedenti considerata.";
Vista la nota a firma del dirigente generale prot. n. 25454 del 6 maggio 2002, con la quale è stato chiesto al comune di Mazara del Vallo di adottare, ai sensi del 6° comma dell'art. 4 della legge regionale n. 71 del 27 dicembre 1978, le controdeduzioni in merito alle determinazioni contenute nel condiviso voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 576 del 14 marzo 2002;
Vista la delibera n. 115/C dell'1 luglio 2002, trasmessa con il foglio prot. n. 7501 del 10 luglio 2002, assunto al protocollo di questo Assessorato al n. 42430 del 10 luglio 2002, con la quale il consiglio comunale ha controdedotto, ai sensi del VI comma dell'art. 4 della legge regionale n. 71/78, in merito alle determinazioni assunte da questo Assessorato sullo strumento urbanistico in argomento, ed inoltre ha preso atto, in conseguenza delle verifiche effettuate dal progettista, della rispondenza delle previsioni di piano alla nuova disciplina in materia di programmazione commerciale;
Vista la nota prot. n. 242 del 9 settembre 2002, con la quale l'unità operativa n. 3.2/D.R.U. ha trasmesso al Consiglio regionale dell'urbanistica la proposta di parere n. 242 di pari data, resa ai sensi dell'art. 68 della legge regionale n. 10/99, che di seguito parzialmente si trascrive:
"...Omissis...
Con nota del 10 luglio 2002, prot. n. 7501, è pervenuta la delibera consiliare n. 115cc/2002 (e relativi allegati) di controdeduzioni al voto in oggetto, che ha ritenuto meritevole di approvazione con prescrizioni il progetto di piano regolatore generale del comune di Mazara del Vallo.
Pur evidenziando che il parere del Consiglio regionale dell'urbanistica ha disatteso la proposta di rielaborazione parziale formulata dall'ufficio, si fa presente che dalla lettura della citata delibera emerge la sostanziale condivisione del detto voto n. 576/2002.
Risulta inoltre eseguita la verifica delle disposizioni in materia di urbanistica commerciale (legge regionale n. 28/99) il che rende non necessaria l'acquisizione del "concerto" dell'Assessorato della cooperazione.
Si riportano pertanto di seguito le valutazioni di questo servizio III, unità operativa n. 2, relativamente alle deduzioni comunali (vedi relazione istruttoria dell'ufficio tecnico comunale del 5 giugno 2002, con relativi allegati, e nota n. 6373 dell'11 giugno 2002 del dirigente settore urbanistica).
1)  Rispetto delle limitazioni all'edificazione fissate dall'art. 15, legge regionale n. 78/76 e limitazione delle altezze massime nelle zone B e C
Fermo restando l'obbligatorio ossequio alle richiamate disposizioni normative, viene richiesto che nelle zone B e C le altezze "dei nuovi edifici di completamento" debbano essere pari a quelle degli edifici residenziali circostanti e, nelle zone C1 e C2, il mantenimento dell'altezza massima (14 m.) anche al fine di non alterare la fisionomia urbana attraverso la distribuzione della volumetria su maggiori superfici.
La richiesta non appare condivisibile in quanto la prescrizione del Consiglio regionale dell'urbanistica si riferisce, necessariamente, anche a motivazioni di carattere quali-quantitativo (dimensionamento, fabbisogni, ecc.) che non risultano, da parte comunale, oggetto di alcuna verifica analitica attestante l'infondatezza della prescrizione stessa.
2)  Delimitazione della zona "A" e relativi interventi ammissibili
Si richiede la ridenominazione della zona A1 in B1 e di ammettere anche interventi di demolizione e ricostruzione, previo parere della Sovrintendenza ai beni culturali ed ambientali, nonché quelli previsti dalle leggi sulla ricostruzione post terremoto, dato che sono soggetti alle valutazioni della Sovrintendenza, presente in seno alla commissione ex art. 5 della legge n. 178/85.
La controdeduzione non appare condivisibile in quanto, in riferimento agli artt. 27 e 28 della legge n. 457/78 e all'art. 55 della legge regionale n. 71/78, gli interventi di trasformazione del contesto storico - già in gran parte individuato dal p.p.e. restituito per la rielaborazione e/o integrazione in base alle considerazioni riportate nel voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 576/2002, che qui vanno ribadite, non possono essere consentiti in assenza di specifica pianificazione attuativa.
3)  Individuazione come zone "A" puntuali dei beni isolati d'intesa con la Sovrintendenza ai beni culturali ed ambientali
L'ufficio tecnico comunale sostanzialmente rinvia alle indicazioni del progettista che, con relazione del 12 giugno 2002, suggerisce l'introduzione di un articolo alle n.a. (31 bis) riferito all'elenco allegato alle linee guida del piano paesistico regionale.
La controdeduzione appare condivisibile.
4)  Riclassificazione, previa verifica, delle zone B4
Anche in questo caso l'ufficio tecnico comunale rinvia alle deduzioni del progettista che, nella suddetta relazione, ritiene di confermare tutte le zone B4, ivi comprese quelle realizzate abusivamente nei 150 m. dalla battigia.
La controdeduzione non appare condivisibile in quanto la prescrizione del Consiglio regionale dell'urbanistica non risulta, da parte comunale, oggetto di alcuna verifica analitica attestante l'infondatezza della prescrizione stessa.
5)  Limitazioni all'attività edilizia a tutela della linea ferroviaria
Si rileva l'oggettiva condivisione della prescrizione del Consiglio regionale dell'urbanistica, salvo precisare che "non essendo fattibile nel medio termine lo spostamento del tracciato ferroviario" la relativa previsione va considerata in termini indicativi e non prescrittivi, e pertanto le aree interessate dovranno essere considerate zone "E".
Si ritiene non condivisibile la considerazione comunale in quanto non suffragata da specifico parere del progettista.
6)  Esclusione degli insediamenti turistici e degli impianti sportivi di uso pubblico dalle zone E1
Nel condividere la prescrizione del Consiglio regionale dell'urbanistica, l'ufficio tecnico comunale tuttavia sottolinea l'esigenza di poter allocare nelle zone E1 anche impianti sportivi privati di uso pubblico.
Si ritiene non condivisibile la richiesta comunale in quanto tali impianti, anche solo al fine di rispondere alle prescrizioni di legge in materia di sicurezza ecc., impongono scelte progettuali e necessità di urbanizzazioni complementari che, per essere giudicate complessivamente compatibili con il carattere agricolo del contesto territoriale, vanno preventivamente sottoposte ad attente valutazioni urbanistiche caso per caso, non potendo essere consentite indiscriminatamente.
7)  Visualizzazione dei demani trazzerali
Il comune si impegna a riportare i relativi tracciati nella stesura definitiva degli elaborati da prescrivere in sede di emissione del decreto approvativo.
Si ritiene condivisibile la richiesta.
8)  Delocalizzazione delle zone D1 prossime alle Cave di Cusa
Prescrizione condivisa e non controdedotta dal comune.
Va evidenziato che nel parere di questo ufficio sul piano regolatore generale, la zona industriale in contrada San Nicola veniva condivisa integralmente e, sul tema, risulta pervenuta l'allegata istanza della ditta D'Amico C. (prot. gab. n. 3105 del 4 settembre 2002) titolare di un piano di lottizzazione approvato anche dalla competente Sovrintendenza ai beni culturali ed ambientali, in data 30 novembre 2001, nonostante l'imposizione del vincolo (nota n. 1386 del 28 febbraio 2002).
9)  Obbligo del parere preventivo della Sovrintendenza ai beni culturali ed ambientali ai fini dell'attuazione delle zone F destinate a verde pubblico
Prescrizione non controdedotta dal comune.
10)  Edificazione a mezzo singola c.e. nelle zone C6 subordinata all'esistenza di urbanizzazioni primarie
Prescrizione non controdedotta dal comune.
11)  Carattere solo indicativo delle previsioni urbanistiche relative al porto e all'area portuale da disciplinare con apposito p.r.p.
Prescrizione non controdedotta dal comune.
Inoltre, relativamente alle ulteriori considerazioni e prescrizioni del voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 576/2002.
Adeguamento del R.E. per quanto attiene alle verifiche geologico-tecniche a supporto degli interventi edilizi ed urbanistici attuativi
Prescrizione non controdedotta dal comune.
Esame delle osservazioni ed opposizioni presentate al comune e/o direttamente all'A.R.T.A.
La relazione dell'ufficio tecnico comunale rinvia agli elenchi, predisposti dal progettista, delle istanze accolte e respinte.
Pur rammentando le precedenti disamine condotte da questo ufficio, la deduzione comunale deve considerarsi accoglibile ad esclusione di quanto incompatibile con le considerazioni del presente parere.
Va evidenziata l'assenza di alcun accenno dell'ufficio tecnico comunale e del consiglio comunale alle istanze presentate direttamente all'A.R.T.A. nonostante le domande formulate da alcuni consiglieri (v. allegati alla delibera n. 115).
Rilevando in primo luogo che il comune non ha ritenuto necessario acquisire tali atti, appare condivisibile l'oggettiva astensione del medesimo sul punto. Tali istanze infatti - numericamente irrilevanti a fronte delle 633 presentate all'A.C. per lo più duplicative nei contenuti e pervenute oltre ogni termine ragionevolmente utile - sarebbero potute divenire oggetto di commenti individuali e decontestualizzati dalle complessive valutazioni di esclusivo carattere pubblicistico già rese e disquisite approfonditamente sul progetto di piano regolatore generale dall'ufficio, dal Consiglio regionale dell'urbanistica, dal progettista, dall'ufficio tecnico comunale e dal consiglio comunale di Mazara del Vallo.
Le questioni poste devono pertanto essere considerate assorbite nelle risoluzioni generali sul piano, fatti salvi i comprovati casi di errori materiali che vanno, ovviamente, corretti in sede di stesura definitiva degli elaborati.
Programmazione commerciale
Il comune rinvia alle considerazioni del progettista.
Si prende atto del documento redatto dal prof. Di Cristina che appare coerente con la normativa in materia.
Con l'occasione si trasmettono, per necessaria conoscenza, anche le seguenti note recentemente pervenute:
-  nota comunale n. 8463 del 6 agosto 2002, evidenziante gli emendamenti prot. n. 530 (richiesta di localizzazione di un'area destinata a verde di quartiere in un'area industriale dismessa nel centro urbano) e n. 567 (richiesta di non trasformazione in autostrada del tratto della S.S. 115 compresa tra l'attuale svincolo autostradale e la sopraelevata) afferenti previsioni progettuali in materia di servizi, attrezzature e viabilità, il tutto oggetto di diverse osservazioni nel parere di questo ufficio e facendo presente che, con decreto n. 519 del 19 luglio 2002, è stato autorizzato il raccordo tra la diramazione Birgi della A/29 e lo svincolo sulla S.S. 115 nei pressi di Mazara del Vallo con le caratteristiche di viabilità tipo 4 a carreggiata singola;
-  istanza in ditta Alagna Antonino (prot. n. 41356 del 3 luglio 2002) evidenziante un probabile errore materiale (mancanza di campitura di un'area all'interno di una PP.EE. v. tav. PF2 e PF4);
-  controdeduzioni al voto del Consiglio regionale dell'urbanistica del progettista prof. Di Cristina (prot. n. 42292 del 10 luglio 2002).";
Vista la nota prot. n. 322 del 4 dicembre 2002, con la quale l'unità operativa n. 3.2/D.R.U. ha trasmesso al Consiglio regionale dell'urbanistica la proposta di parere n. 322 di pari data, resa ai sensi dell'art. 68 della legge regionale n. 10/99, che di seguito parzialmente si trascrive:
"...Omissis...
In adempimento alla richiesta di cui al verbale di codesto Consiglio regionale dell'urbanistica del 13/11 u.s. si allega elenco delle osservazioni ed opposizioni (in base alla numerazione comunale) con specificato, per ciascuna ditta, previsione di zona e/o normativa del piano regolatore generale, oggetto della richiesta di modifica, parere del progettista, determinazioni di questo A.R.T.A. sulla scelta progettuale, controdeduzioni del comune e relativa valutazione di coerenza in base alle suddette determinazioni.
Sembra opportuno evidenziare che talune delle opposizioni riferite a richieste di concessioni edilizie (n. 2) o di approvazione di piani di lottizzazione (n. 7) presentate precedentemente all'adozione del piano regolatore generale ed in certi casi anche munite di parere favorevole della c.e.c., sono state giudicate non accoglibili dal progettista in quanto interessanti zone per lo più destinate a servizi di tipo collettivo.
In proposito, anche tenuto conto del modesto numero delle suddette opposizioni e considerato che le dotazioni comunali di servizi risultano abbondantemente verificate, si ritiene di dover segnalare che la conferma dell'eventuale rigetto appare eccessivamente penalizzante, non potendosi escludere possibili inadempienze o ritardi da parte del comune e pertanto - indipendentemente dalla verifica di coerenza alle determinazioni di cui al voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 576/2001 - se ne propone il relativo accoglimento, fatte salve le valutazioni di codesto consesso.";
Vista la nota prot. n. 343 del 12 dicembre 2002, con la quale l'unità operativa n. 3.2, nel trasmettere al Consiglio regionale dell'urbanistica l'opposizione con la quale la ditta Cambiolo G. ha segnalato un possibile errore materiale nell'elaborato a scala 1:2.000 del piano regolatore generale relativamente all'indicazione della simbologia di "Edifici o aree sottoposte a speciali vincoli" su area occupata da un fabbricato semidiruto per il quale la Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Trapani, con nota del 29 novembre 2001, ha comunicato la non ricadenza all'interno di zone assoggettate a vincolo diretto, ai sensi degli artt. 6 e 7 del D.L. n. 490/99, né a vincolo paesistico, ha osservato che l'elaborato a scala 1:5.000 non risulta interessato dalla stessa simbologia;
Visto il parere del Consiglio regionale dell'urbanistica reso con il voto n. 58 del 18 dicembre 2002, che di seguito parzialmente si trascrive:
"...Omissis...
Considerato che nel corso della discussione è emerso l'orientamento di condividere la proposta di parere dell'ufficio n. 242 del 9 settembre 2002 sopra richiamata, parte integrante del presente voto, salvo quanto osservato e precisato relativamente ai punti seguenti:
2)  Delimitazione della zona "A" e relativi interventi ammissibili.
La controdeduzione comunale sul punto non è accoglibile in quanto tende ad introdurre una modifica alle previsioni del piano adottato dal commissario ad acta (richiesta di modifica della zona A1, più correttamente "A", a zona B1 e della relativa normativa), non ammessa in questa fase procedurale. Si precisa che, con il voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 576 del 14 marzo 2002, tra gli interventi ammessi in zona "A" è stata compresa la ristrutturazione edilizia, a particolari condizioni, che in ultima analisi potrebbe prefiguare anche l'ipotesi di demolizione e ricostruzione, fermo restando il carattere di zona "A" e le prescrizioni, ai sensi dell'art. 55, comma 3, della legge regionale n. 71/78, previo parere della Soprintendenza, per edifici gravemente danneggiati dal terremoto.
3)  Individuazione come zone "A" puntuali dei beni isolati d'intesa con la Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali
La controdeduzione comunale, pur condividendo la prescrizione del Consiglio regionale dell'urbanistica, fa però riferimento agli edifici isolati da individuare o meno secondo le indicazioni del progettista. Non si condivide tale formulazione generica e pertanto si conferma quanto prescritto con il voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 576 del 14 marzo 2002, proponendo di onerare il comune a provvedere ad effettuare una dettagliata ricognizione dei beni suddetti d'intesa con la Soprintendenza, entro 90 giorni dal decreto di approvazione.
4)  Verifica, requisiti delle zone B4
Il comune in sede di controdeduzione, non ha provveduto a verificare la sussistenza dei requisiti di cui all'art. 2 del decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 e, pertanto, si propone di onerare il comune ad effettuare tale verifica, tramite l'ufficio tecnico comunale, entro 90 giorni dal decreto di approvazione. Nelle more sono consentiti gli interventi di cui alle lettere a), b), c) e d) dell'art. 20 della legge regionale n. 71/78.
Rilevato che, riguardo alle determinazioni di questo Assessorato sulle osservazioni e opposizioni presentate avverso al piano, il consiglio comunale di Mazara del Vallo non ha formulato specifiche controdeduzioni;
Considerato, pertanto, che restano confermate le determinazioni del Consiglio regionale dell'urbanistica, di cui al voto n. 576/2001, sulle osservazioni e opposizioni avverso il piano;
Rilevato che, riguardo alle osservazioni e opposizioni, non rientranti tra quelle di cui all'art. 3, comma 6, della legge regionale n. 71/78, il comune non ha ritenuto di formulare alcuna preventiva valutazione, così come proposto nel voto del Consiglio regionale dell'urbanistica sopra citato, e, pertanto, le stesse non possono essere prese in esame dal Consiglio;
Considerato che può condividersi l'istruttoria dell'ufficio, di cui al parere n. 322 del 4 dicembre 2002 allegato alla nota del servizio 3, unità operativa n. 3.2 del D.R.U., prot. n. 322 in pari data, per la sola parte relativa alla tabella denominata "Valutazione delle osservazioni e opposizioni, in base al voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 576/2001", fermo restando che nel caso di eventuali discrasie tra la predetta tabella e le determinazioni del Consiglio regionale dell'urbanistica contenute nel citato voto, queste ultime devono ritenersi prevalenti;
Considerato che riguardo all'opposizione Cambiolo G. (prot. n. 57863 del 25 settembre 2002), si prende atto di quanto rilevato nella nota del servizio 3, unità operativa n. 3.2 del D.R.U., prot. n. 343 del 12 dicembre 2002;
Ritenuto che la richiesta comunale prot. n. 8463 del 6 agosto 2002, riguardante modifiche alle previsioni del piano regolatore generale non possa essere presa in esame, in quanto non concerne la procedura di esame delle controdeduzioni comunali, ai sensi dell'art. 4, comma 6, della legge regionale n. 71/18, integrando, semmai, l'ipotesi di una variante al piano, da attivare secondo le procedure tipiche di legge;
Per quanto sopra, è del parere che si possa procedere all'approvazione del piano regolatore generale, con annesse prescrizioni esecutive e regolamento edilizio, del comune di Mazara del Vallo, adottato con deliberazione commissariale n. 125 del 18 maggio 1999, con l'introduzione delle prescrizioni di cui al voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 576 del 14 marzo 2002, salvo quanto considerato con il presente parere a seguito della deliberazione comunale di controdeduzione n. 115 dell'1 luglio 2002.";
Ritenuto di potere condividere i pareri del Consiglio regionale dell'urbanistica resi con i voti n. 576 del 14 marzo 2002 e n. 58 del 18 dicembre 2002;
Rilevata la regolarità della procedura seguita;

Decreta:


Art. 1

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 4 della legge regionale n. 71 del 27 dicembre 1978, in conformità ai pareri resi dal Consiglio regionale dell'urbanistica con i voti n. 576 del 14 marzo 2002 e n. 58 del 18 dicembre 2002, nonché alle condizioni dell'ufficio del Genio civile di Trapani, di cui alla nota sopra citata, è approvato il piano regolatore generale con annesse prescrizioni esecutive e regolamento edilizio del comune di Mazara del Vallo, adottato con delibera del commissario ad acta n. 125 del 18 maggio 1999.

Art. 2

Le osservazioni ed opposizioni presentate avverso lo strumento urbanistico in argomento sono decise in conformità e con le stesse motivazioni contenute nei pareri resi dal Consiglio regionale dell'urbanistica con i voti n. 576 del 14 marzo 2002 e n. 58 del 18 dicembre 2002.

Art. 3

Fanno parte integrante del presente decreto e ne costituiscono allegati i seguenti atti ed elaborati che vengono vistati e timbrati da questo Assessorato:
1)  proposta di parere n. 230 del 26 settembre 2001 resa dal gruppo XXIX/D.R.U.;
2)  proposta di parere n. 40 dell'11 febbraio 2002 resa dal gruppo XXIX/D.R.U.;
3)  voto n. 576 del 14 marzo 2002 reso dal Consiglio regionale dell'urbanistica;
4)  proposta di parere n. 242 del 9 settembre 2002 resa dall'unità operativa n. 3.2/D.R.U.;
5)  proposta di parere n. 322 del 4 dicembre 2002 resa dall'unità operativa n. 3.2/D.R.U., con allegata tabella denominata "Valutazioni delle osservazioni e opposizioni in base al voto Consiglio regionale dell'urbanistica n. 576/01";
6)  voto n. 58 del 18 dicembre 2002 reso dal Consiglio regionale dell'urbanistica;
7)  delibera del commissario ad acta n. 125 del 18 maggio 1999;
8)  delibera di consiglio comunale n. 115/CC dell'1 luglio 2002;
Elaborati piano regolatore generale
9)  A1  -  schema regionale, scala 1:500.000; 
10)  A2  -  carta delle principali comunicazioni esistenti, scala 1:25.000; 
11)  A3  -  distribuzione della popolazione nel centro urbano e nelle frazioni al 1991, scala 1:5.000; 
12)  A4  -  attrezzature scolastiche al 1992, scala 1:5.000; 
13)  A5  -  attrezzature pubbliche manufatti industriali proprietà comunali al 1992, scala 1:5.000; 
14)  A6/a  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
15)  A6/b  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
16)  A6/c  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
17)  A6/d  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
18)  A6/e  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
19)  A6/f  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
20)  A6/g  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
21)  A6/h  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
22)  A6/i  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
23)  A6/l  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
24)  A6/m  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
25)  A6/n  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
26)  A6/o  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
27)  A6/p  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
28)  A6/q  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
29)  A6/r  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
30)  A6/s  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
31)  A6/t  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
32)  A6/u  -  planimetria centro urbano con indicazione quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
33)  R1  -  analisi dello stato di fatto; 
34)  R2  -  relazione sui principali problemi, sui fabbisogni e sulle soluzioni anche in riferimento al centro storico; 
35)  R3  -  relazione di piano con relativo programma e fasi di attuazione; 
36)  R6  -  norme di attuazione; 
37)  R7  -  regolamento edilizio; 
38)  P1  -  carta dei vincoli territoriali esistenti e di piano, scala 1:25.000; 
39)  P2  -  carta dei vincoli monumentali e paesaggistici del centro urbano esistente e di piano, scala 1:5.000; 
40)  P3  -  carta delle principali comunicazioni previste dal piano, scala 1:25.000; 
41)  P4  -  quadro di unione delle planimetrie generali e del piano, scala 1:5.000; 
42)  P4a  -  planimetria generale di piano Feudi Chelbi maggiore e minore, scala 1:5.000; 
43)  P4b  -  planimetria generale di piano Feudi Chiuppi e Iudeo, scala 1:5.000; 
44)  P4c  -  planimetria generale di piano Feudi Cuttaia e contrada Bucari, scala 1:5.000; 
45)  P4d  -  planimetria generale di piano contrada Bianca, scala 1:5.000; 
46)  P4e  -  planimetria generale di piano Borgata Costiera, scala 1:5.000; 
47)  P4f  -  planimetria generale di piano Montagna della Meta e Feudi Roccolino Soprano e Sottano, scala 1:5.000; 
48)  P4g  -  planimetria generale di piano Fossa Madonna Buona, scala 1:5.000; 
49)  P4h  -  planimetria generale di piano Capo Feto, scala 1:5.000; 
50)  P4i  -  planimetria generale di piano contrada Affacciata e Maranzano, scala 1:5.000; 
51)  P4l  -  planimetria generale di piano Feudi Masserandrea e Racasale, scala 1:5.000; 
52)  P4m  -  planimetria generale di piano centro urbano e contrada Banna Tonnarella, scala 1:5.000; 
53)  P4n  -  planimetria generale di piano contrade Gilletto e S. Nicola, scala 1:5.000; 
54)  P4o  -  planimetria generale di piano Piano S. Nicola, scala 1:5.000; 
55)  P4p  -  planimetria generale di piano Torretta-Granitola, scala 1:5.000; 
56)  P5a  -  attrezzature scolastiche di piano e relativi bacini di utenza asili nido e scuole materne, scala 1:5.000; 
57)  P5b  -  attrezzature scolastiche di piano e relativi bacini di utenza scuole elementari e medie, scala 1:5.000; 
58)  P5c  -  giardini pubblici di quartiere e relativi bacini di utenza, scala 1:5.000; 
59)  P6a  -  planimetria di piano Via del Mare, contrada Pignolo, scala 1:2.000; 
60)  P6b  -  planimetria di piano Parco del Mazaro, scala 1:2.000; 
61)  P6c  -  planimetria di piano S.S. 115, via Marsala, scala 1:2.000; 
62)  P6d  -  planimetria di piano Mazara 2, scala 1:2.000; 
63)  P6e  -  planimetria di piano contrada Tonnarella I, scala 1:2.000; 
64)  P6f  -  planimetria di piano contrada Tonnarella II, scala 1:2.000; 
65)  P6g  -  planimetria di piano Transmazaro-sopraelevata, scala 1:2.000; 
66)  P6h  -  planimetria di piano cimitero, via Salemi, scala 1:2.000; 
67)  P6i  -  planimetria di piano cimitero, stadio comunale, contrada Affacciata, scala 1:2.000; 
68)  P6l  -  planimetria di piano porto, scala 1:2.000; 
69)  P6m  -  planimetria di piano centro storico, scala 1:2.000; 
70)  P6n  -  planimetria di piano Madonna dell'Alto, scala 1:2.000; 
71)  P6o  -  planimetria di piano Lungomare S. Vito, scala 1:2.000; 
72)  P6p  -  planimetria di piano via Castelvetrano, S.S. 115, scala 1:2.000; 
73)  P6q  -  planimetria di piano fiume Delia, contrada S. Nicola, scala 1:2.000; 
74)  P6r  -  planimetria di piano contrada Gilletto, scala 1:2.000; 
75)  P6s  -  planimetria di piano contrada S. Nicola, bivio Cantone, scala 1:2.000; 
76)  P6t  -  planimetria di piano contrada S. Nicola, Cantone, scala 1:2.000; 
77)  P6u  -  planimetria di piano Borgata Costiera, scala 1:2.000; 
78)  P7a  -  particolare di piano di piazza Pirandello, planimetria, scala 1:2.000; 
79)  P7b  -  particolare di piano di piazza Pirandello, planivolumetria, scala 1:1.000; 
80)  P7c  -  particolare di piano di piazza Pirandello, profili regolatori, scala 1:500; 
81)  P7d  -  particolare di piano di piazza Pirandello, profili regolatori, scala 1:500; 
82)  P8  -  perimetrazione delle zone sottoposte a prescrizioni esecutive, scala 1:5.000; 

Elaborati delle prescrizioni esecutive della zona di via Marsala e di via Fani
83)  RPE1  -  relazione sulle prescrizioni esecutive di via Marsala e via Fani; 
84)  RPE2  -  norme di attuazione; 

Elaborati delle prescrizioni esecutive via Marsala
85)  PEM1  -  stralcio di piano regolatore generale, scala 1:2.000; 
86)  PEM2  -  planimetria su mappa catastale, scala 1:2.000; 
87)  PEM3  -  manufatti edilizi esistenti e nuove costruzioni, scala 1:2.000; 
88)  PEM4  -  lottizzazione, scala 1:2.000; 
89)  PEM5  -  planivolumetria, scala 1:2.000; 
90)  PEM6/a  -  profili regolatori, scala 1:500; 
91)  PEM6/b  -  profili regolatori, scala 1:500; 
92)  PEM7  -  reti fognante e idrica, scala 1:2.000; 
93)  PEM8  -  reti elettrica gas e telefonica, scala 1:2.000; 
94)  PEM9  -  aree da espropriare, scala 1:2.000; 
95)  PEM10  -  piano particellare di esproprio; 
96)  PEM11  -  previsione dei costi delle opere di urbanizzazione primaria e delle aree da espropriare per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria; 

Elaborati delle prescrizioni esecutive via M. Fani (Transmazaro)
97)  PEF2  -  planimetria di piano su mappa catastale, scala 1:2.000; 
98)  PEF3  -  manufatti edilizi e nuove costruzioni, scala 1:2.000; 
99)  PEF4  -  lottizzazione, scala 1:2.000; 
100)  PEF5  -  planivolumetria, scala 1:1.000; 
101)  PEF6  -  profili regolatori, scala 1:500; 
102)  PEF7  -  reti fognante e idrica, scala 1:2.000; 
103)  PEF8  -  reti elettrica gas e telefonica, scala 1:2.000; CS6a  planimetria del centro storico del 1925, scala 1:500; 
104)  PEF9  -  aree da espropriare, scala 1:2.000; 
105)  PEF10  -  piano particellare di esproprio; 
106)  PEF11  -  previsione dei costi delle opere di urbanizzazione primaria e delle aree da espropriare per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria; 

Piano particolareggiato del centro storico
107)  CSN  -  norme di attuazione; 
108)  CSF  -  documenti fotografici; 
109)  CS1  -  stralcio del piano regolatore generale e delimitazioni centro storico (zona A del piano regolatore generale),  scala 1:2.000; 
110)  CS2  -  planimetria del centro storico con indicazione delle quote degli edifici e del terreno, scala 1:2.000; 
111)  CS3  -  planimetria dei monumenti, dei manufatti rilevanti, dei tessuti edilizi islamici e delle pavimentazioni stradali, scala 1:2.000; 
112)  CS4  -  le attrezzature pubbliche al 1992, scala 1:2.000; 
113)  CS5a  -  planimetria catastale del centro storico del 1876/78, scala 1:500; 
114)  CS5b  -  planimetria catastale del centro storico del 1876/78, scala 1:500; 
115)  CS6a  -  planimetria del centro storico del 1925, scala 1:500; 
116)  CS6b  -  planimetria del centro storico del 1925, scala 1:500; 
117)  CS6c  -  planimetria del centro storico del 1925, scala 1:500; 
118)  CS6d  -  planimetria del centro storico del 1925, scala 1:500; 
119)  CS6e  -  planimetria del centro storico del 1925, scala 1:500; 
120)  CS6f  -  planimetria del centro storico del 1925, scala 1:500; 
121)  CS7  -  quadro di unione delle tavole a scala 1:500, scala 1:2.000; 
122)  CS8a  -  planimetria delle unità edilizie con l'indicazione dell'epoca di costruzione e dello stato di conservazione, scala 1:500; 
123)  CS8b  -  planimetria delle unità edilizie con l'indicazione dell'epoca di costruzione e dello stato di conservazione, scala 1:500; 
124)  CS8c  -  planimetria delle unità edilizie con l'indicazione dell'epoca di costruzione e dello stato di conservazione, scala 1:500; 
125)  CS8d  -  planimetria delle unità edilizie con l'indicazione dell'epoca di costruzione e dello stato di conservazione, scala 1:500; 
126)  CS8e  -  planimetria delle unità edilizie con l'indicazione dell'epoca di costruzione e dello stato di conservazione, scala 1:500; 
127)  CS9a  -  planimetria delle unità edilizie con l'indicazione del numero dei piani e degli usi del piano terra, scala 1:500; 
128)  CS9b  -  planimetria delle unità edilizie con l'indicazione del numero dei piani e degli usi del piano terra, scala 1:500; 
129)  CS9c  -  planimetria delle unità edilizie con l'indicazione del numero dei piani e degli usi del piano terra, scala 1:500; 
130)  CS9d  -  planimetria delle unità edilizie con l'indicazione del numero dei piani e degli usi del piano terra, scala 1:500; 
131)  CS9e  -  planimetria delle unità edilizie con l'indicazione del numero dei piani e degli usi del piano terra, scala 1:500; 
132)  CS10  -  carta dei vincoli monumentali, paesaggistici e archeologici, scala 1:1.000; 
133)  CS11  -  planimetria catastale con l'indicazione degli interventi consentiti, scala 1:2.000; 
134)  CS12a  -  categoria di intervento per ciascuna unità edilizia, scala 1:500; 
135)  CS12b  -  categoria di intervento per ciascuna unità edilizia, scala 1:500; 
136)  CS12c  -  categoria di intervento per ciascuna unità edilizia, scala 1:500; 
137)  CS12d  -  categoria di intervento per ciascuna unità edilizia, scala 1:500; 
138)  CS12e  -  categoria di intervento per ciascuna unità edilizia, scala 1:500; 
139)  CS13  -  la pedonalizzazione del centro storico, attrezzature pubbliche e itinerario monumentale barocco, scala 1:2.000; 
140)  CS14a  -  le attrezzature pubbliche e di uso pubblico previste dal piano, scala 1:500; 
141)  CS14b  -  le attrezzature pubbliche e di uso pubblico previste dal piano, scala 1:500; 
142)  CS14c  -  le attrezzature pubbliche e di uso pubblico previste dal piano, scala 1:500; 
143)  CS14d  -  le attrezzature pubbliche e di uso pubblico previste dal piano, scala 1:500; 
144)  CS14e  -  le attrezzature pubbliche e di uso pubblico previste dal piano, scala 1:500; 
145)  CS15  -  le reti di sottosuolo, scala 1:2.000; 
146)  CS16a  -  piano di risanamento del quartiere San Giovanni con le indicazioni cui dovranno attenersi i progettisti di intervento, scala 1:500; 
147)  CS16b  -  piano di risanamento del quartiere San Giovanni con le indicazioni cui do-vranno attenersi i progettisti di intervento, scala 1:500; 
148)  CS17  -  piano di risanamento dell'isolato compreso tra le vie Del Turco, Della Giudecca, Dei Goti e vicolo Aragonese, scala 1:200; 
149)  CS18  -  piano di risanamento dell'isolato per il riutilizzo delle unità edilizie, compreso tra le vie Del Turco, Della Giudecca, Dei Goti e vicolo Aragonese e con le indicazioni progettuali e le ipotesi di distribuzione interna, scala 1:200; 

Studio geologico
150)  R4      -  relazione geologica; 
151)  R4a  tav.  1 -  carta geologica, scala 1:10.000; 
152)  R4a  tav.  2 -  carta geologica, scala 1:10.000; 
153)  R4a  tav.  3 -  carta geologica, scala 1:10.000; 
154)  R4a  tav.  4 -  carta geologica, scala 1:10.000; 
155)  R4a  tav.  5 -  carta geologica, scala 1:10.000; 
156)  R4a  tav.  6 -  carta geologica, scala 1:10.000; 
157)  R4a  tav.  7 -  carta geologica, scala 1:10.000; 
158)  R4a  tav.  8 -  carta geologica, scala 1:10.000; 
159)  R4ab  tav.  1 -  carta geomorfologica, scala 1:10.000; 
160)  R4ab  tav.  2 -  carta geomorfologica, scala 1:10.000; 
161)  R4ab  tav.  3 -  carta geomorfologica, scala 1:10.000; 
162)  R4ab  tav.  4 -  carta geomorfologica, scala 1:10.000; 
163)  R4ab  tav.  5 -  carta geomorfologica, scala 1:10.000; 
164)  R4ab  tav.  6 -  carta geomorfologica, scala 1:10.000; 
165)  R4ab  tav.  7 -  carta geomorfologica, scala 1:10.000; 
166)  R4ab  tav.  8 -  carta geomorfologica, scala 1:10.000; 
167)  R4b  tav.  1 -  carta idrogeologica, scala 1:10.000; 
168)  R4b  tav.  2 -  carta idrogeologica, scala 1:10.000; 
169)  R4b  tav.  3 -  carta idrogeologica, scala 1:10.000; 
170)  R4b  tav.  4 -  carta idrogeologica, scala 1:10.000; 
171)  R4b  tav.  5 -  carta idrogeologica, scala 1:10.000; 
172)  R4b  tav.  6 -  carta idrogeologica, scala 1:10.000; 
173)  R4b  tav.  7 -  carta idrogeologica, scala 1:10.000; 
174)  R4b  tav.  8 -  carta idrogeologica, scala 1:10.000; 
175)  R4c  tav.  1 -  carta delle zonizzazioni, scala 1:10.000; 
176)  R4c  tav.  2 -  carta delle zonizzazioni, scala 1:10.000; 
177)  R4c  tav.  3 -  carta delle zonizzazioni, scala 1:10.000; 
178)  R4c  tav.  4 -  carta delle zonizzazioni, scala 1:10.000; 
179)  R4c  tav.  5 -  carta delle zonizzazioni, scala 1:10.000; 
180)  R4c  tav.  6 -  carta delle zonizzazioni, scala 1:10.000; 
181)  R4c  tav.  7 -  carta delle zonizzazioni, scala 1:10.000; 
182)  R4c  tav.  8 -  carta delle zonizzazioni, scala 1:10.000; 
183)  R4d      -  carta geologico-tecnica relativa al centro storico, scala 1:2.000; 
184)  R4e      -  carta geologica della zona di via Marsala, scala 1:2.000; 
185)  R4f      -  carta geologico-tecnica della zona di via M. Fani, scala 1:2.000; 

Studio agricolo forestale
186)  R5/1  -  relazione; 
187)  R5/1a  -  appendice della relazione; 
188)  R5/2  -  carta di uso del suolo, scala 1:25.000; 
189)  R5/3  -  carta morfologica, scala 1:25.000; 
190)  R5/4  -  carta della rete viaria e delle strutture produttive, scala 1:25.000; 
191)  R5/5  -  carta dei vincoli e delle aree da proteggere, scala 1:25.000; 
192)  R5/6  -  carta delle unità di paesaggio, scala 1:25.000; 
193)  R5/7  -  carta di uso del suolo delle aree di espansione, scala 1:10.000; 
194)  R5/8  -  carta morfologica delle aree di espansione, scala 1:10.000; 
195)  R5/9  -  carta delle infrastrutture al servizio dell'agricoltura delle aree di espansione, scala 1:10.000; 

Elaborati relativi all'adeguamento studio agricolo forestale
196)  -  relazione e documentazione fotografica; 
197)  R5/1  -  carta dei vincoli e delle aree da proteggere, scala 1:10.000; 
198)  R5/2  -  carta dei vincoli e delle aree da proteggere, scala 1:10.000; 
199)  R5/3  -  carta dei vincoli e delle aree da proteggere, scala 1:25.000. 


Art. 4

Il comune di Mazara del Vallo dovrà provvedere agli adempimenti di legge conseguenti all'approvazione dello strumento urbanistico in argomento e dovrà curare che in breve tempo vengano apportate dal progettista le modifiche e le correzioni agli elaborati di piano che discendono dal presente decreto, affinché per gli uffici e per l'utenza risulti un testo definitivo e completo. Con successiva delibera, da trasmettere per opportuna conoscenza a questo Assessorato, il consiglio comunale dovrà prendere atto degli elaborati di piano come modificati in conseguenza del presente decreto.

Art. 5

Il comune di Mazara del Vallo dovrà, inoltre, espletare, nei termini indicati, quanto disposto ai punti 3)  e 4)  del sopracitato voto del Consiglio regionale dell'urbanistica n. 58 del 18 dicembre 2002.

Art. 6

Le prescrizioni esecutive dovranno essere eseguite entro il termine di anni dieci ed entro lo stesso termine dovranno essere eseguite le relative espropriazioni.

Art. 7

Ai sensi del penultimo comma dell'art. 16 della legge 17 agosto 1942, n. 1150, entro un mese dall'annuncio dell'avvenuto deposito, il presente decreto dovrà essere notificato, nelle forme delle citazioni, a ciascun proprietario di immobili vincolati dalle prescrizioni esecutive.

Art. 8

Lo strumento urbanistico approvato dovrà essere depositato, unitamente a tutti gli elaborati relativi, a libera visione del pubblico, nella segreteria comunale e del deposito dovrà essere data conoscenza mediante avviso affisso all'albo pretorio ed in altri luoghi pubblici.

Art. 9

Il presente decreto, con esclusione degli atti ed elaborati, sarà pubblicato per esteso nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 14 febbraio 2003.
  SCIMEMI 


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GIOVANNI CORICA: Direttore responsabile                               MARIA LA MARTINA: Redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
Gazzetta Ufficiale della Regione
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Michele Arcadipane
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