REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 28 MARZO 2003 - N. 14
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ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

DECRETO 5 febbraio 2003.
Aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico del comune di Cammarata.

Allegati
RELAZIONE DI ISTRUTTORIA

Premessa
Il dirigente dell'area urbanistica - lavori pubblici - territorio del comune di Cammarata, con nota n. 11491 del 10 agosto 2001, acquisita agli atti di quest'ufficio al prot. n. 7666 del 10 ottobre 2001, richiedeva la revisione del piano straordinario di Bacino per l'assetto idrogeologico, di cui al decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, allegando copia dello studio geologico a corredo del piano regolatore generale vigente a firma del geol. Salvatore Sangiorgi.
Sulla base degli elaborati tecnici acquisiti ed a seguito di accertamenti sui luoghi eseguiti dai dirigenti incaricati, è stato possibile procedere alla revisione del vincolo ricadente nel territorio comunale di Cammarata, con specifico riferimento al centro abitato ed alle zone contigue.
Nel piano straordinario per l'assetto idrogeologico, adottato con decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, parte del territorio comunale è stato dichiarato soggetto a diffuso dissesto caratterizzato da un rischio molto elevato.
Inquadramento geologico
Il territorio comunale di Cammarata è cartograficamente rappresentato nella tavoletta n. 267 IV NE alla scala 1:25.000 della carta d'Italia edita dall'I.G.M.I.
In linea generale, la morfologia del territorio può suddividersi in due grandi porzioni:
-  una zona dominata dalla struttura carbonatica del monte Cammarata e dei termini litologici connessi. Quest'area è caratterizzata da strutture rigide variamente dislocate, da versanti molto acclivi e talora subverticali, con alla base accumuli di detriti di falda (pietraie);
-  l'altra, prevalentemente occupata da terreni plastici, con associati, talora, termini lapidei e semilapidei (serie gessoso solfifera, sabbie). Qui l'assetto morfologico è quello tipico delle aree collinari interne con rilievi arrotondati di tipo montonato, interrotti da vallecole che rappresentano gli elementi di un ben sviluppato reticolo idrografico ad andamento dendritico che si riversa e dà alimento al fiume Platani e in subordine al torrente Tumarrano. Qui l'azione erosiva delle acque si traduce in veri e propri dissesti di varia tipologia, ma essenzialmente in colamenti, scorrimenti e creep che possono interessare aree anche molto vaste.
Sotto l'aspetto litologico sono distinguibili tre settori ognuno dei quali occupato da complessi geolitologici assai differenti sia per composizione che per significato morfostrutturale:
1)  la porzione occidentale del territorio è occupata da terreni calcareo siliceo marnosi afferenti alla catena montuosa dei Sicani (monte Cammarata);
2)  la fascia meridionale è occupata dai termini litologici evaporitici della serie gessoso solfifera;
3)  tutta la restante parte è occupata da terreni prevalentemente plastici del flysch numidico (argille, sabbie quarzitiche, conglomerati) e della formazione Terravecchia (argille ed argille sabbiose).
Lineamenti geomorfologici
In particolare, l'abitato di Cammarata risulta edificato su di una placca calcarenitica monoclinalica con immersione sud/est e pendenza 35°.
L'affioramento delle testate di strato che costituiscono tale struttura dànno origine ad una estesa scarpata ad andamento nord-est/sud-ovest che, oltre ad aver costituito un limite invalicabile per l'espansione urbanistica, è caratterizzata da elevati indici di pendenza.
Tale elemento morfologico è stato interessato, nel tempo, da episodici crolli di blocchi e, a tal proposito, sono stati effettuati interventi di chiodatura, messa in opera di reti e locali getti di spritz beton, nonché barriere paramassi, a protezione di brevi tratti della strada provinciale ed una galleria paramassi.
Naturalmente il ciglio della scarpata è soggetto a, seppur lenta, erosione ed i versanti soggiacenti a diffuso ruscellamento, come riportato nella allegata "Carta dei dissesti", ed ai quali non si correla alcun rischio.
Inoltre, lungo il corso del vallone Turibolo e più precisamente in corrispondenza del largo dei Pini ed in via dei Giardini, si sono verificati in passato fenomeni di sprofondamento della sede viaria connessi ad assestamenti ed asporto della coltre di copertura antropica del sottostante collettore acque bianche (alveo Turibolo) dovuti ad una non efficiente tenuta idraulica del collettore medesimo e, pertanto, riproducibili in occasione di portate critiche e preferibilmente in prossimità dei salti di quota e laddove sussistano giunzioni strutturali.
Tali fenomeni non sono pertanto riconducibili a veri e propri dissesti idrogeologici.
Per l'area posta a valle del centro abitato, indicata nella carta del dissesto idrogeologico del decreto n. 298/00 come interessata da frane e dissesti diffusi e considerata a rischio molto elevato, talora non cartografabili, si espongono le seguenti considerazioni:
-  area a valle della via Caduti in Guerra: in tale area, ove il decreto n. 298/00 riporta un dissesto non cartografabile, l'amministrazione comunale ha realizzato opere di contenimento consistenti in una paratia a valle della schiera di fabbricati ubicati lungo il ciglio di valle della medesima via; pertanto, la zona di monte risulta consolidata, mentre l'area di valle può tuttora essere interessata da creep, senza che ciò comporti rischio alcuno;
-  area a valle della via Panepinto: in passato si erano verificati degli smottamenti dovuti all'erosione di fondo esercitata dal vallone Turibolo; tuttavia, essendo stato incanalato il corso d'acqua in uno scatolare interrato, sono venuti meno gli agenti morfologici causa dei dissesti;
-  area in sinistra idraulica del vallone Calcara: è costituita da affioramenti argillosi in forte pendenza ed interessati da intensa erosione con processi di calanchizzazione in atto; localmente si osservano colate di fango; tutto ciò non determina alcun rischio per l'assenza assoluta di elementi vulnerabili.
Valutazione dei rischi
Tutto ciò premesso, si formula di seguito la valutazione del rischio del comune di Cammarata, sulla scorta di quanto comunicato e fornito dall'amministrazione comunale, dei sopralluoghi effettuati ed in piena aderenza alle linee guida per la revisione del piano straordinario per l'assetto idrogeologico dei centri abitati, dettate dall'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente.
Per quanto attiene ai rischi geologici, attraverso l'esame della cartografia in possesso e il conseguente riscontro in situ, sono state individuate le seguenti aree soggette a dissesto.
AREA IN CONTRADA S. MARTINO
Si tratta di un'area posta a valle del centro abitato interessata da un dissesto complesso, molto lento, in cui non si rilevano con evidenza nicchie di distacco e zone di accumulo.
Esso ha provocato la completa inagibilità di alcuni edifici dell'I.A.C.P., ricadenti nella porzione di monte, mentre procedendo verso valle alcune case sparse ed il depuratore comunale non presentano ad oggi quadri fessurativi imputabili al movimento franoso; pur tuttavia, ciò non implica che l'attività del dissesto possa determinare eventuali danni alle infrastrutture.
Pertanto il rischio viene valutato considerando tre zone distinte, risultando la superficie complessiva dell'area di Ha 12,00:
a)  Zona di monte sud-ovest
L'area è stata individuata sulla base dell'incidenza marcata di edifici, anche di remota realizzazione, dissestati per effetto del movimento franoso in atto.
La superficie è: S = 4,2 Ha.
Classificazione del dissesto ed individuazione della classe di rischio:
-  tipologia: T2;
-  magnitudo: M3;
-  pericolosità: P3 (attiva);
-  elementi a rischio: E3.
Dalla combinazione della pericolosità P3 e gli elementi a rischio E3 si perviene alla seguente classe di rischio:
P3 x E3 = R4 (Rischio molto elevato)

b)  Zona di valle nord-est
Procedendo verso valle, l'area è caratterizzata da urbanizzazione sparsa e gli edifici non mostrano segni di dissesto, seppure il movimento franoso è ancora attivo.
La superficie è: S = 7,65 Ha.
Classificazione del dissesto ed individuazione della classe di rischio:
-  tipologia: T2;
-  magnitudo: M3;
-  pericolosità: P3;
-  elementi a rischio: E1.
Dalla combinazione della pericolosità P3 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla seguente classe di rischio:
P3 x E1 = R2 (Rischio medio)

c)  Zona di valle sud-ovest, area del depuratore
Trattasi dell'area di sedime del depuratore, peraltro riportata nel piano regolatore generale vigente.
La superficie è: S = 1,5 Ha.
Classificazione del dissesto ed individuazione della classe di rischio:
-  tipologia: T2;
-  magnitudo: M3;
-  pericolosità: P3;
-  elementi a rischio: E2.
Dalla combinazione della pericolosità P3 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla seguente classe di rischio:
P3 x E2 = R3 (Rischio elevato)

ALVEO E VERSANTE DESTRO DEL VALLONE TURIBOLO
Nel tronco fluviale a valle del depuratore, non regimato, si registra un'intensa erosione di fondo che determina il continuo rimodellamento delle sponde e il richiamo del versante in riva destra, che appare fortemente interessato da avvallamenti, rigonfiamenti e contropendenze, tipici dei versanti in avanzato stato di creep, con locali esasperazioni che sfociano in colate di fango e detrito, che si risolvono rapidamente nel tempo e nello spazio.
Classificazione del dissesto ed individuazione della classe di rischio:
-  tipologia: T1 (creep);
-  magnitudo: M2;
-  pericolosità: P1 (inattiva);
-  elementi a rischio: E2.
Dalla combinazione della pericolosità P1 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla seguente classe di rischio:
P1 x E2 = R1 (Rischio moderato)

VALLONE DELLA CONCERIA
Il vallone Conceria, originandosi a monte del centro urbano di San Giovanni Gemini, attraversa, prima della confluenza con il vallone Turibolo, il territorio di Cammarata.
Tale tratto di vallone si presenta con un andamento plano-altimetrico poco accentuato ma pur sempre soggetto a fenomeni di erosione di fondo e a dissesti diffusi (creep) lungo i versanti, specie nell'area prossima al corso d'acqua.
Classificazione del dissesto ed individuazione della classe di rischio:
-  tipologia: T1 (creep);
-  magnitudo: M2;
-  pericolosità: P1 (quiescente);
-  elementi a rischio: E1.
Dalla combinazione della pericolosità P1 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla seguente classe di rischio:
P1 x E1 = R1 (Rischio moderato)

Pertanto, si redigono la carta dei dissesti e la carta dei rischi che vengono controfirmate dal capo dell'ufficio tecnico comunale.
Cliccare qui per visualizzare le mappe allegate in formato PDF (occorre Acrobat Reader)


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GIOVANNI CORICA: Direttore responsabile                               MARIA LA MARTINA: Redattore

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