REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 21 MARZO 2003 - N. 13
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE: VIA CALTANISSETTA 2/E - 90141 PALERMO
INFORMAZIONI TEL 6964930 - ABBONAMENTI TEL 6964926 INSERZIONI TEL 6964936 - FAX 6964927

AVVERTENZA
Il testo della Gazzetta Ufficiale è riprodotto solo a scopo informativo e non se ne assicura la rispondenza al testo della stampa ufficiale, a cui solo è dato valore giuridico. Non si risponde, pertanto, di errori, inesattezze ed incongruenze dei testi qui riportati, nè di differenze rispetto al testo ufficiale, in ogni caso dovuti a possibili errori di trasposizione

Programmi di trasposizione e impostazione grafica di :
Avv.Michele Arcadipane - Trasposizioni in PDF realizzate con Ghostscript e con i metodi qui descritti

ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

DECRETO 5 febbraio 2003.
Aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico del comune di Santo Stefano Quisquina.

Allegati
RELAZIONE DI ISTRUTTORIA

Il comune di Santo Stefano Quisquina rientra nel foglio n. 620 della carta d'Italia 1:50.000 denominata "Lercara Friddi".
L'A.R.T.A., con decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, ha individuato nel territorio di Santo Stefano Quisquina una vasta area soggetta a "rischio frana molto elevato" che si sviluppa a sud, sud-ovest del centro abitato e che comprende anche una porzione del paese.
A seguito dell'emanazione di detto decreto, il comune, con nota n. 1552 del 29 maggio 2001, assunta al protocollo di quest'ufficio in data 30 maggio 2001, prot. n. 4943, ha chiesto l'aggiornamento del piano di assetto idrogeologico. Nella stessa nota ha rappresentato che, in base allo studio geologico allegato al piano regolatore generale, redatto dai geologi Lene Fedele, Milici Francesco e Valenti Ettore Onofrio, approvato dall'A.R.T.A. in data 2 giugno 1992 con decreto n. 868, la zona interessata dal vincolo non risulta soggetta a "rischio frana molto elevato" tant'è che il progettista del piano, ing. D'Amore, ha individuato in parte di detta area una zona omogenea di espansione C e nella rimanente parte una zona agricola E.
Ciò premesso, funzionari di quest'ufficio, sulla scorta della cartografia di base, dello studio geologico allegato al piano regolatore generale, di studi geologici e geotecnici redatti da funzionari del Genio civile di Agrigento ed in base a sopralluoghi effettuati di concerto con i tecnici comunali, hanno potuto verificare l'effettivo stato di rischio idrogeologico del comune di Santo Stefano Quisquina.
LINEAMENTI GEOMORFOLOGICI E GEOLOGICI
L'abitato di S. Stefano Quisquina si sviluppa su un'estesa coltre detritica originatasi dal disfacimento dei rilievi calcarei sovrastanti. Questa coltre depositatasi sulle argille mioceniche, successivamente, a causa di movimenti gravitativi, dovuti a variazioni del regime idrico, si è rimobilitata mescolandosi con le stesse argille. I detriti calcarei, che in varie fasi si sono mobilitati, hanno creato dissesti sia di scorrimento rotazionale che cedimenti viscosi (creep).
L'evoluzione dei versati procede con forme di erosione idrica dovuta al ruscellamento superficiale sia diffuso che concentrato, che si manifesta maggiormente in quelli acclivi delle zone collinari. Detta evoluzione morfologica è diluita nel tempo e dà origine alla formazione di coltri detritiche più o meno spesse. In alcuni casi la formazione di fossi di ruscellamento concentrati, estesa anche alle sponde, ha prodotto dislocazioni di masse caratterizzati da movimenti rapidi anche di una certa consistenza.
I fattori innescanti le frane sono, pertanto, da ricondurre alla scarsa resistenza al taglio dei terreni, alla presenza di acqua di saturazione, alla forte acclività dei versanti, allo scalzamento al piede a causa dei fenomeni sopra descritti ed ai sovraccarichi.
L'idrologia sotterranea, caratterizzata dalla circolazione delle acque freatiche nel complesso detritico-argilloso rimaneggiato, permeabile per porosità, è alimentata dalle sovrastanti strutture calcaree per tracimazione sotterranea nei contatti tra le marne oligomioceniche ed i calcari mesozoici.
I terreni delle formazioni affioranti appartengono al dominio paleogeografico del Bacino Sicano, che comprendono formazioni depositatisi tra il trias superiore ed il pliocene inferiore.
La successione dei depositi è stata interessata nelle varie epoche dai seguenti eventi tettonici:
1)  dal sovrascorrimento dell'unità sicilidae nel miocene medio;
2)  dalla tettonica compressiva del pliocene inferiore che ha determinato delle faglie inverse e limitati sovrascorrimenti verso sud che hanno messo in contatto la serie calcarea di Monte Rose con le marne mioceniche;
3)  dalla tettonica distensiva nel Quaternario che ha originato delle faglie dirette, orientate nord-sud che ha messo in contatto la formazione calcarea di Pizzo San Calogero con le marne mioceniche su cui, al di sopra di uno strato di detriti, è stato edificato l'abi tato di Santo Stefano Quisquina.
In particolare le formazioni geologiche che affiorano nell'abitato e nelle zone vicine sono rappresentate:
-  dalle zone alluvionali presenti a varie quote lungo le aste delle incisioni principali e dei loro rami più importanti che rappresentano aree di accumulo spesso in atto;
-  dalle zone collinari (pedemontane) costituite dagli affio ramenti delle formazioni argillo-marnose, nonché, da potenti coltri detritiche e di frane bordate, quasi ovunque, con spessori no tevoli;
-  dai rilievi montuosi di natura calcarea posti alle spalle del centro abitato.
Nella carta geomorfologica allegata al piano regolatore generale le frane sono state distinte in frane attuali e quiescenti o paleofrane.
Paleofrane
La zona nord-ovest dell'abitato ricade su una paleofrana che si estende su un pendio che scende per una lunghezza di circa 1.5 km. dalla S.S. 118. L'area su cui è sorta parte del centro abitato di Santo Stefano è da ritenere stabilizzata naturalmente. Un'altra paleofrana interessa la parte di territorio che lambisce il centro abitato a sud. Su parte di questa si sono innescati di recente dei movimenti gravitativi in prossimità del fiume Magazzolo a valle della villa comunale che vengono trattate di seguito.
Centro abitato e zona limitrofe
Il centro abitato si sviluppa su un versante collinare compreso tra la formazione calcarea posta a monte e i terreni argillo-marnosi e detritici di valle profondamente incisi dal fiume Magazzolo e da un sistema idrografico diffuso di impluvi di minore portata.
A sud ovest dell'abitato nel versante compreso tra le vie Crispi e via Roma ed il fiume Magazzolo si sono evidenziati nell'ultimo decennio segni di dissesto che hanno interessato seppure in forma ed entità diversa, sia alcuni edifici dell'abitato che il pendio posto a valle della villa comunale che si estende sino alla sponda in destra idraulica del fiume Magazzolo. Altri dissesti si sono rilevati nella stessa zona anche in sinistra idraulica del fiume nell'area a valle del serbatoio comunale.
L'ufficio del Genio civile di Agrigento, a seguito di segnalazione del comune di Santo Stefano Quisquina, ha svolto nella zona una campagna di indagini geognostiche propedeutiche alla progettazione di un intervento di consolidamento del versante.
In particolare, nella parte a valle della villa comunale, nelle vie Papacquaro, Oratorio, Molino, Crispi, Santa Rosalia e piazza Maddalena sono stati effettuati dei sondaggi geognostici ed installati degli inclinometri, dei piezometri e degli assestimetri.
Dalle risultanze di dette indagini e dalla visione diretta dei luoghi si può affermare quanto segue.
Area a valle della via comunale
Nell'area immediatamente a valle della villa comunale, in par te già interessata da lavori di consolidamento, affiorano direttamente nei versanti le argille sabbio-marnose mioceniche, con giacitura degli strati non ben definita apparentemente immergente verso sud-est.
Le cause che hanno determinato i dissesti sono molteplici ma quelle principali sono da ricercare nella circolazione idrica sotterranea, infatti, il materasso detritico-argilloso che costituisce tutto il versante oltre ad essere alimentato dalle precipitazioni atmosferiche è alimentato anche dalla tracimazione sotterranea delle strutture idrogeologiche dei soprastanti rilievi calcarei.
Il contatto stratigrafico fra i materiali detritico-argillosi e le argille mioceniche è posto sul lato meridionale della villa dove si hanno manifestazioni sorgentizie che hanno alimentato i vari dissesti di tipo gravitativo che nel tempo hanno coinvolto sempre una maggiore superficie. Un altro fattore che concorre alla formazione dei dissesti e lo scalzamento al piede del versante operato dalle acque di scorrimento del fiume Magazzolo.
Dall'osservazione diretta dei luoghi e dal rilievo topografico di dettaglio si è constatato che la linea di distacco della frana coincide a monte con lo spartiacque superficiale ed a valle in corrispondenza con l'alveo del torrente Magazzolo che i materiali in frana hanno spostato di alcuni metri.
Parte dell'area è stata stabilizzata artificialmente con muri di contenimento, drenaggi ed altre opere accessorie realizzate dalla Provincia regionale di Agrigento.
Il versante di sinistra idraulica del torrente, in corrispondenza dell'area in frana, è stabile in quanto costituito da una parete subverticale di materiali lapidei stratificati con pendenza degradante verso valle fino a livello dell'alveo del torrente.
Area a valle del serbatoio comunale
Il dissesto a valle del serbatoio idrico interessa un tratto di strada posto in sinistra idraulica del Magazzolo che si sviluppa a mezza costa. A valle della carreggiata è ubicato un muro di sostegno con fondazione diretta che a causa dello scalzamento al piede del versante ad opera dello stesso torrente è ruotato verso valle.
Il fenomeno gravitativo può essere assimilato ad una frana di colamento.
Aree a sud ovest del centro abitato
Queste aree, a seguito di lesioni nei fabbricati verificatesi nell'ultimo decennio, sono state monitorate con l'installazione di strumentazioni geotecniche (inclinometri, piezometri ed assestimetri), per un periodo di circa 3 anni.
Dalle risultanze delle osservazioni periodiche effettuate si è rilevato che non sono stati riscontrati variazioni tali da fare ritenere che l'area sia interessata da movimenti gravitativi rapidi. Tuttavia, da studi redatti per la zona a partire dal 1967, si evidenzia che gli edifici compresi nell'area che va dalle vie Guggino, Orologio, Messina, Crispi e Nataluzzo al fiume Magazzolo sono stati interessati da lesioni determinate da un lento scorrimento viscoso degli strati superficiali del terreno verso valle (creep). Tutto ciò può essere attribuito alla pendenza del pendio, alla variazione del regime idrico sotterraneo, alla natura del terreno di sedime dei fabbricati (limi argillo-sabbiosi con piccoli trovanti calcarei e detriti calcarei a matrice limo sabbiosa) ed all'azione di richiamo della frana che si sviluppa a valle della villa comunale specie nella zona antistante la Chiesa Madre.
La presenza di opere in c.a. (briglie e muri di contenimento) posti sulla sponda in destra idraulica di alcuni tratti del fiume Magazzolo ha certamente ridotto l'evoluzione del fenomeno.
Area a valle della via Roma
A valle della via Roma oltre gli ultimi edifici del centro abitato è stata individuata nello studio geologico allegato al piano regolatore generale un'area indicata come frana attuale. Trattasi di un pendio a forte pendenza che si sviluppa a cavallo di un impluvio molto inciso che raccoglie parte delle acque provenienti dal centro abitato. Allo stato attuale l'area dove si sviluppa il vallone è intensamente forestata con cespugli e alberi di alto fusto.
Via Santa Maria La Valle
Nel 1992, a seguito di un evento piovoso eccezionale, la via Santa Maria La Valle e alcune strade limitrofe sono state interessate da una esondazione che ha provocato l'allagamento dei piani seminterrati degli edifici ivi ricadenti e il trasporto di notevole quantità di detriti. Detto fenomeno si è verificato a causa del vasto bacino imbrifero di pertinenza del Vallone Santa Maria La Valle posto a monte dell'abitato e che raggiunge le vie cittadine nell'omonima via ubicata sul vecchio letto del vallone e della mancata manutenzione, nella parte a monte dell'abitato, dell'attraversamento dell'impluvio con la S.S. 118.
Quanto sopra è documentato attraverso fotografie dell'evento ed una relazione tecnica redatta da funzionari di questo ufficio nei giorni successivi l'esondazione.
Si precisa che, ai fini della presente revisione, vengono presi in considerazione i dissesti che interessano il centro abitato e le aree immediatamente limitrofe.
Alla luce di quanto sopra rappresentato vengono perimetrate le aree interessate da dissesti e vengono determinate le aree soggette a rischio.
Area a valle della villa comunale - A1
Superficie  104 < S <105 
Tipologia  = T2 (frane di scorrimento) 
Magnitudo  = M3 
Stato di attività  :  attiva 
Pericolosità  = P3 

Elementi a rischio:  E1
Dalla combinazione tra la pericolosità P3 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
R2 Rischio frana medio

Area a valle della villa comunale stabilizzata con opere di contenimento - A2
Superficie  104 < S <105 
Tipologia  = T2 (frane di scorrimento) 
Magnitudo  = M3 
Stato di attività  :  stabilizzata 
Pericolosità  = P0 
Elementi a rischio  :  E1 

Dalla combinazione tra la pericolosità P0 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
R1 rischio frana moderato

Area a valle del serbatoio comunale - A3
Superficie  S < 104 
Tipologia  = T3 (frane di colamento) 
Magnitudo  = M3 
Stato di attività  :  inattiva 
Pericolosità  = P2 
Elementi a rischio  :  EI 

Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
R2 rischio frana medio

Aree a sud ovest del centro abitato - A4
Superficie  104 < S <105 
Tipologia  = T1 (creep) 
Magnitudo  = M2 
Stato di attività  :  quiescente 
Pericolosità  = P1 
Elementi a rischio  :  E4 

Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E4 si perviene alla classe di rischio:
R2 rischio frana medio

Area a valle della via Roma - A5
Superficie  104 < S <105 
Tipologia  = T1 
Magnitudo  = M2 
Stato di attività  :  quiescente 
Pericolosità  = P1 
Elementi a rischio  :  E1 

Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
R1 rischio frana moderato

Via Santa Maria La Valle - A6
Superficie  < 1 ha 

Probabilità dell'evento:  alta
Magnitudo  = M2 
Battente idraulico  :  h < 0,50 m. 
Pericolosità  = P1 
Elementi a rischio  :  E4 

Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E4 si perviene alla classe di rischio:
R2 rischio esondazione medio

Paleofrane
Zona a nord dell'abitato - A7
Superficie  104 < S <105 
Tipologia  = T2 (frane di scorrimento) 
Magnitudo  = M3 
Stato di attività  :  stabilizzata naturalmente 
Pericolosità  = P0 
Elementi a rischio  :  E1-E4 

Dalla combinazione tra la pericolosità P0 e gli elementi a rischio E1 - E4 si perviene alla classe di rischio:
R1 rischio frana moderato

Zona a sud dell'abitato - A8
Superficie  104 < S <105 
Tipologia  = T2 (frane di scorrimento) 
Magnitudo  = M3 
Stato di attività  :  stabilizzata naturalmente 
Pericolosità  = PO 
Elementi a rischio  :  E1 - E4 

Dalla combinazione tra la pericolosità P0 e gli elementi a rischio E1 - E4 si perviene alla classe di rischio: R1 rischio frana moderato
Si allegano planimetrie C.T.R. in scala 1:10.000.
Si precisa che il responsabile dell'ufficio tecnico comunale del comune di Santo Stefano Quisquina condivide le considerazioni su esposte.
Cliccare qui per visualizzare le mappe allegate in formato PDF (occorre Acrobat Reader)



Torna al Sommariohome


GIOVANNI CORICA: Direttore responsabile                               MARIA LA MARTINA: Redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
Gazzetta Ufficiale della Regione
Stampa: Officine Grafiche Riunite s.p.a.-Palermo
Ideazione grafica e programmi di
Michele Arcadipane
Trasposizioni in PDF realizzate con Ghostscript e con i metodi qui descritti


Torna al menu- 64 -  49 -  53 -  27 -  28 -  70 -