REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 21 MARZO 2003 - N. 13
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ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

DECRETO 5 febbraio 2003.
Aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico del territorio comunale di Cattolica Eraclea.

Allegati
RELAZIONE DI ISTRUTTORIA

Il centro abitato del comune di Cattolica Eraclea rientra nella tavoletta foglio n. 266 ,secondo quadrante nord-est denominata Cattolica, edita dall'IGMI in scala 1:25.000.
L'A.R.T.A. con decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, ha individuato nel territorio di Cattolica una vasta area soggetta a "Rischio frana molto elevato" che abbraccia quasi tutto il centro abitato.
A seguito dell'emanazione di detto decreto, il comune, con nota n. 3326/2001, assunta al protocollo di quest'ufficio in data 22 marzo 2001 al n. 2676, ha chiesto l'aggiornamento del piano di assetto idrogeologico, allegando alla nota n. 15 schede di censimento dei fenomeni franosi, redatte in data 4 ottobre 1999 dal geologo Lombardo Giuseppe.
In data 7 maggio 2002, con nota n. 5768 (n. prot. 3790 dell'8 maggio 2002), a seguito di richiesta verbale, fatta da tecnici di quest'ufficio, il dirigente dell'ufficio tecnico comunale ha trasmesso lo studio geologico redatto dal dott. Matteo Vento a corredo del piano regolatore generale in corso di stesura.
Ciò premesso, funzionari di quest'ufficio, sulla scorta della cartografia di base, della relazione geologica su menzionata a corredo del piano regolatore generale ed in base a sopralluoghi effettuati, hanno potuto verificare l'effettivo stato di rischio idrogeologico del comune di Cattolica.
LINEAMENTI GEOMORFOLOGICI E GEOLOGICI
L'abitato di Cattolica Eraclea ricade in un ambito morfologico prettamente collinare; infatti, dall'osservazione esso risulta contornato da un sistema collinare che lo delimita a est, nord ed ovest. Questa cornice è costituita da rilievi di natura litoide e precisamente, da gessi massivi e cristallini.
Queste strutture litoidi appaiono abbastanza tettonizzate e le forme che ne sono derivate risultano essere molto varie ed accidentate, di conseguenza l'assetto geomorfologico che ne deriva rispecchia quella che è stata l'azione degli agenti atmosferici che hanno modellato le varie strutture geologiche in relazione alle loro caratteristiche meccaniche molto diverse.
Tale diversificazione appare evidente nella successione stratigrafica affiorante, che è formata in basso dal complesso plastico delle argille marnose (Miocene inf.), ed in alto dalla formazione dei depositi evaporitici comprendenti i calcari e i gessi (Miocene sup.).
In definitiva, il quadro d'insieme è costituito da rilievi gessosi molto accidentati e fratturati, che si raccordano al piede con i depositi argillosi degradanti con pendenze medie verso il fondo valle, ove, a causa della plasticità del substrato, si viene a creare una rete idrografica abbastanza incisa e mediamente ramificata. Inoltre, le zone di contatto tra i gessi e le argille risultano occluse da depositi di natura detritico argillosa. Il centro abitato stesso è edificato in parte sui depositi detritici ed in parte sui gessi affioranti (in particolare nella zona sud del paese dove essi appaiono direttamente osservabili in sezione).
Altra peculiarità morfologica che caratterizza i rilievi gessosi è la loro fratturazione, che consente alle acque piovane di infiltrarsi e di operare un'azione di solubilizzazione, il cui risultato è la formazione di scavernamenti di varie dimensioni all'interno del corpo roccioso stesso.
CENTRO ABITATO
Dai sopralluoghi effettuati, non sono stati riscontrati fenomeni di dissesto riconducibili a eventi franosi in atto. Infatti, non sono state rilevate lesioni, sia negli edifici che nelle opere stradali, tali da poter essere addebitate a fenomeni gravitativi.
Le modeste lesioni, individuate in alcuni fabbricati del centro storico, sono da attribuire alla fatiscenza degli edifici o ad assestamenti delle fondazioni causate da locali condizioni del terreno di sedime, quando esso risulta essere costituito dalla copertura detritica.
Nel 1993 si sono verificati in alcune vie dell'abitato (via Pozzillo, via Calvario e via Rosario) cedimenti stradali, in particolare nella via Rosario in prossimità dell'angolo sud-ovest della chiesa, detti cedimenti hanno interessato la carreggiata e le strutture dei fabbricati immediatamente limitrofi ed in particolar modo la chiesa che ha subito delle lesioni.
Richiesto 1'intervento di questo ufficio, si è provveduto alle opere di consolidamento che sono state realizzate con la messa in opera di micropali atti a stabilizzare l'area.
A tutt'oggi, dopo l'intervento non sono stati più rilevati i dissesti nelle strutture.
AREE LIMITROFE AL CENTRO ABITATO
I sopralluoghi effettuati nelle aree immediatamente limitrofe al centro abitato e in quelle racchiuse dall'attuale vincolo, hanno evidenziato la presenza di fenomeni franosi attivi e quiescenti. Le tipologie riscontrate sono essenzialmente due: frane da crollo e frane di scorrimento e rotazione.
Frane da crollo
Sono frane tipiche delle rocce incoerenti e consistono in distacchi improvvisi da pareti rocciose. Possono determinarsi in corrispondenza di fratture preesistenti, o a causa di fenomeni erosivi che si manifestano al piede della parete, creando così la situazione di potenziale instabilità. Nella zona studiata i crolli costituiscono la percentuale maggiore della frane censite, ed interessano nella quasi totalità i rilievi gessosi. Questa tipologia è favorita dall'elevata acclività dei versanti e dalla loro fratturazione che favorisce l'instaurarsi di fenomeni carsici che creano i presupposti per questo tipo di dissesti.
A queste cause bisogna aggiungere anche quelle generate da opere antropiche che in generale hanno un effetto accelerativo nei fenomeni latenti.
Localizzazione delle frane da crollo e determinazione del rischio
A1 - A monte del cimitero comunale
Superficie  = 8.800 mq. 
Volume (mc.)  > 1 
Tipologia  = T3 (frana da crollo) 
Magnitudo  = M4 
Stato di attività  = quiescente 
Pericolosità  = P2 
Elementi a rischio  :  E1 

Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
R2 rischio frana medio

A2 - Contrada Sant'Antonino
Superficie  = 4.200 mq. 
Volume (mc.)  > 1 
Tipologia  = T3 (frana da crollo) 
Magnitudo  = M4 
Stato di attività  = quiescente 
Pericolosità  = P2 
Elementi a rischio  : E2 (strada provinciale) 

Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
R2 rischio frana medio

A3 - Contrada Fontanella
Superficie  = 7.800 mq. 
Volume (mc.)  > 1 
Tipologia  = T3 (frana da crollo) 
Magnitudo  = M4 
Stato di attività  = quiescente 
Pericolosità  = P2 
Elementi a rischio  : E1 

Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
R2 rischio frana medio

A4 - Monte Sorcio
Superficie  = 9.000 mq. 
Volume (mc.)  > 1 
Tipologia  = T3 (frana da crollo) 
Magnitudo  = M4 
Stato di attività  = quiescente 
Pericolosità  = P2 
Elementi a rischio  :  E1 

Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
R2 rischio frana medio

A5-A5a - Contrada Principotto e contrada Zotta
Superficie massima  = 4.200 mq. 
Volume (mc.)  > 1 
Tipologia  = T3 (frana da crollo) 
Magnitudo  = M4 
Stato di attività  = quiescente 
Pericolosità  = P2 
Elementi a rischio  :  E2 (strada comunale) 

Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
R2 rischio frana medio

A6 - Contrada San Calogero
Superficie  = 10.800 mq. 
Volume (mc.)  > 1 
Tipologia  = T3 (frana da crollo) 
Magnitudo  = M4 
Stato di attività  = quiescente 
Pericolosità  = P2 
Elementi a rischio  :  E4 (centro abitato) 

Dalla combinazione tra la pericolosità P2 e gli elementi a rischio E4 si perviene alla classe di rischio:
R4 rischio frana molto elevato

A7 - Eraclea Minoa (lato ovest)
Nella parte ovest della baia di Eraclea Minoa si sono verificati crolli di blocchi di trubi della falesia a picco sull'arenile.
Volume (mc.)  > 1 
Tipologia  = T3 (frana da crollo) 
Magnitudo  = M4 
Stato di attività  = attiva 
Pericolosità  = P4 
Elementi a rischio  :  E4 (presenza di bagnanti e natanti) 

Dalla combinazione tra la pericolosità P4 e gli elementi a rischio E4 si perviene alla classe di rischio:
R4 rischio frana molto elevato

Frane di scorrimento e rotazione
Queste frane, nel territorio, rappresentano in percentuale la seconda tipologia più diffusa, ed interessano le zone detritico argillose che raccordano i rilievi gessosi con il fondovalle.
Le cause che determinano la situazione di instabilità sono da ricercare nello scalzamento al piede dei pendii provocato anche da tagli artificiali e nell'imbibizione dei terreni in pendenza.
Localizzazione delle frane e determinazione del rischio
A8 - Zona a nord del serbatoio comunale
Trattasi di area interessata da fenomeni gravitativi evidenziati dalla morfologia della zona (mammellonature e contropendenze), attualmente stabilizzata naturalmente.
Superficie  = 38.900 mq. 
Tipologia  = T2 (frana di scorrimento) 
Magnitudo  = M3 
Stato di attività  = stabilizzata naturalmente 
Pericolosità  = PO 
Elementi a rischio  : E1 

Dalla combinazione tra la pericolosità P0 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
R1 rischio frana moderato

A9 - Zona a sud del serbatoio comunale
Quest'area è interessata da una frana complessa evidenziata dalla morfologia della zona (mammellonature e contropendenze), attualmente quiescente nella parte a valle della stessa. Detta frana è composta da un unico corpo in cui nella parte a monte in tempi successivi al movimento principale si sono verificate altre due frane di tipo rotazionale che hanno interessato la strada comunale Alvano (A9a - A9b).
Superficie  = 65.200 mq. 
Tipologia  = T2 (frana complessa) 
Magnitudo  = M3 
Stato di attività  = quiescente 
Pericolosità  = P1 
Elementi a rischio  :  E1 

Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
R1 rischio frana moderato

A9a - A9b
Superficie massima  = 31.200 mq. 
Tipologia  = T2 (frana rotazionale) 
Magnitudo  = M3 
Stato di attività  = quiescente 
Pericolosità  = P1 
Elementi a rischio  : E2 

Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio:
R1 rischio frana moderato

A10-A11 - Zona a nord-est della stazione
Superficie massima  = 5.850 mq. 
Tipologia  = T2 (frana di scorrimento) 
Magnitudo  = M2 
Stato di attività  = quiescente 
Pericolosità  = P1 
Elementi a rischio  :  E2 

Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E2 si perviene alla classe di rischio R1 "Rischio frana moderato".
A12 - Zona a nord dell'abitato
Superficie massima  = 19.500 mq. 
Tipologia  = T2 (frana di colamento di detrito) 
Magnitudo  = M3 
Stato di attività  = quiescente 
Pericolosità  = P1 
Elementi a rischio  :  E1 

Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
R1 rischio frana moderato

A13 - Eraclea Minoa (parte centrale)
Nella parte centrale dell'abitato di Eraclea Minoa, sul pendio argilloso retrostante le abitazioni, si è verificata nell'ultimo decennio una frana di traslazione. Nell'area interessata dal movimento, un pendio con forte acclività, sono state poste in opera palizzate e viminate e piantate diverse essenze arboree. Detti interventi hanno stabilizzato il versante che però può essere riattivato nelle sue cause originarie.
Determinazione del rischio
Superficie  < 10.000 mq. 
Tipologia  = T2 (frana di traslazione) 
Magnitudo  = M2 
Stato di attività  = quiescente 
Pericolosità  = P1 
Elementi a rischio  :  E4 

Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E4 si perviene alla classe di rischio:
R2 rischio frana medio

A14 - Area ex concessioni minerarie denominata Gruppo miniere Cattolica Eraclea
A sud est del centro abitato di Cattolica Eraclea, ad una distanza da questo di circa 2,5 km. in linea d'area, è ubicata una miniera per l'estrazione di sali potassici, in disuso da diversi anni.
L'area superficiale, corrispondente alla proiezione verticale delle gallerie sotterranee, estesa circa 48 ettari, è interessata da un fenomeno di subsidenza in continua evoluzione che si esplica con effetti gravi e disastrosi. In particolare nella zona sono presenti sprofondamenti del suolo che interessano, in alcuni casi, anche superfici con estensione di diverse centinaia di metri quadri e profondità anche maggiori di 20 metri.
Inoltre, l'intera area, costituita da terreno agrario di matrice argillosa e gessi affioranti in superficie, è caratterizzata dalla presenza di fratture e crepe diffuse sia nella roccia che nel terreno sciolto.
Appare evidente che il terreno superficiale è stato inghiottito nelle cavità sotterranee a causa di crolli avvenuti all'interno delle gallerie della miniera.
Del fenomeno si è già occupato l'Assessorato regionale dell'industria che, in una relazione sullo stato di fatto del sito, ha già evidenziato la gravità del fenomeno. In particolare, i dissesti sono stati attribuiti alla mancanza di adeguato spessore delle rocce di copertura della miniera, alla formazione di fenditure dei gessi superficiali con conseguente infiltrazione di acque, che hanno provocato la formazione di cavità carsiche e la solubilizzazione della formazione salina strutturale con conseguenti crolli di tratti di galleria.
L'area è in gran parte soggetta a gravi dissesti, certamente in continua evoluzione, tanto che appare opportuno considerare pericoloso anche il transito pedonale nella stessa.
Determinazione del rischio
Superficie  = 48.000 mq. 
Tipologia  = T3 (crolli) 
Magnitudo  = M4 
Stato di attività  = attiva 
Pericolosità  = P4 
Elementi a rischio  :  E1 

Dalla combinazione tra la pericolosità P4 e gli elementi a rischio E1 si perviene alla classe di rischio:
R3 rischio frana elevato

Si precisa che il responsabile dell'ufficio tecnico comunale del comune di Cattolica Eraclea condivide le considerazioni su esposte.

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GIOVANNI CORICA: Direttore responsabile                               MARIA LA MARTINA: Redattore

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