REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2003 - N. 9
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ASSESSORATO DEI BENI CULTURALI ED AMBIENTALI E DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

DECRETO 28 gennaio 2003.
Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area com presa tra Porto Palo e il vallone Gurra di Mare, ricaden te nel comune di Menfi.

COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA TUTELA DELLE BELLEZZE NATURALI E PANORAMICHE DI AGRIGENTO
Verbale n. 65 (Estratto)

L'anno duemilauno, alle ore 10,45 del giorno 30 del mese di maggio, presso gli uffici della Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Agrigento, siti in villa Genuardi, giusta nota di convocazione n. 595 del 24 maggio u.s., si è riunita la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche, per discutere i seguenti punti all'ordine del giorno:
1)  proposta di vincolo dell'area tra Porto Palo e il vallone Gurra di Mare ricadente nel territorio comunale di Menfi;
2)  programmazione prossima proposta di vincolo.
Sono presenti il presidente, dott. Graziella Fiorentini, i componenti, dott. Anna Maria Sorce, ing. Francesco La Novara, arch. Aldo Mangione e dott. Giuseppe Lombardo, il segretario, arch. Agostino Marrella.
Intervengono: il dott. Stanislao Salvaggio, in rappresentanza del Corpo regionale delle foreste di Agrigento, giusta delega n. 6617 del 25 maggio 2001, invitato come membro aggregato, e l'arch. Vincenzo Lotà, sindaco del comune di Menfi, coadiuvato dall'arch. Domenico Calcagno dell'ufficio tecnico del medesimo comune.
Essendo presenti tutti i membri della commissione, constatata la regolarità della seduta, si aprono i lavori con la trattazione della proposta di vincolo dell'area tra Porto Palo e il vallone Gurra di Mare ricadente nel territorio comunale di Menfi.
E' altresì presente l'arch. Pietro Meli, invitato dal presidente in qualità di direttore della sezione beni paesaggistici, naturali, naturalistici e urbanistici della Soprintendenza di Agrigento.
Il segretario, su invito del presidente, sintetizza le fasi dei lavori sinora svolti dalla commissione, rileggendo anche il verbale precedente.
A tal proposito i membri si soffermano sulla complementarietà del paesaggio dell'area oggetto della proposta con la zona denominata Serrone Cipollazzo già vincolata paesaggisticamente con decreto n. 7059 del 19 ottobre 2000. Concordano nel ritenere che sia opportuno considerare l'inclusione del versante orientale del promontorio sino al vallone Gurra Finocchio per i seguenti aspetti:
1)  l'area è panoramicamente inserita nel paesaggio che è possibile fruire dal promontorio di Porto Palo;
2)  essa è sottesa tra l'originario sito di Porto Palo e l'area vincolata del Serrone Cipollazzo;
3)  esiste una continuità morfologica con l'area del Serrone Cipollazzo;
4)  il tracciato della ferrovia costituisce un segno incisivo del territorio, perché si adagia alle caratteristiche morfologiche dei luoghi attraversati riuscendo a dare loro continuità.
Il sindaco ritiene opportuno che si definiscano in questa sede anche i criteri di valutazione delle trasformazioni territoriali nelle diverse parti dell'intera area, considerate le preoccupazioni d'ordine gestionale delle richieste da parte degli interessati.
La commissione prende atto di tale preoccupazione, ma annota che tali problematiche esulano dai compiti istituzionali della medesima. Tuttavia auspica un'intesa operativa tra l'Amministrazione dei beni culturali e quella comunale, così come d'altra parte assicurato in questa sede sia dal soprintendente e dal direttore della sezione paesaggistica da un lato, sia dal sindaco presente dall'altro.
Dunque, facendo seguito alle precedenti sedute e al sopralluogo effettuato in data 7 marzo 2001 sul territorio in esame, sulla base di apposita cartografia e di documentazione fotografica, presa conoscenza di quanto espressamente indicato nelle motivazioni del vincolo di immodificabilità temporanea di cui al decreto n. 5994 del 22 aprile 1995 e successive proroghe, preso atto dell'attuale insufficienza delle norme di salvaguardia ambientale del territorio compreso tra il vallone Gurra di Mare, l'abitato di Porto Palo e il vallone Gurra Finocchio, anche per l'effetto della decadenza degli effetti del citato decreto assessoriale avvenuta il 27 maggio 2000, la commissione, vista la documentazione istruttoria, rileva che l'area in esame offre le seguenti caratteristiche.
Essa, ricadente nella fascia costiera del territorio sud-orientale del comune di Menfi, limitrofa al confine orientale della riserva del fiume Belice nel territorio della provincia di Trapani, è costituita da diversi ambiti, uno relativo alla parte a ridosso dell'abitato di Porto Palo sino alla riva orientale del Gurra di Mare, l'altro relativo all'area dell'antica Torre, il sottostante abitato e il retrostante pianoro, l'ultima infine contigua all'area vincolata denominata Serrone Cipollazzo.
La prima zona si caratterizza per un pendio molto ripido disseminato da massi calcarenitici e coperto da una fitta coltre di vegetazione spontanea. La sua linea di demarcazione dall'abitato è molto netta, non esistono tuttora sfrangiamenti o penetrazioni dell'edificato verso quest'area, che mantiene così i suoi caratteri di unitarietà. Nella fascia costiera è localizzata una caratteristica scogliera di massi calcarenitici, costituenti anfratti e rilievi. Più a monte, lungo il percorso del vallone, l'area si presenta invece con una morfologia meno aspra, essendo costituita da un declivio che si diparte dalla crosta, la quale con andamento nord-sud delimita il terrazzo sovrastante.
L'ambito descritto si costituisce paesaggisticamente come zona complementare a quella relativa alla riserva naturale del Belice definendo un unicum ambientale con la foce del vallone Gurra di mare.
In questo paesaggio naturale è inserito sul versate orientale del piccolo promontorio l'abitato marinaro di Porto Palo. Le modeste case di pescatori, sorte intorno ai primi dell'ottocento ed oggi trasformate in case di villeggiatura, si affacciano sull'unica strada del borgo che dal molo, inerpicandosi sul promontorio, conduce al punto più alto dominato dalla svettante presenza dell'omonima torre. Quest'ultimo elemento architettonico, storicamente databile alla fine del XVI secolo e facente parte del sistema di difesa costiero delineato dal Camilliani, costituisce un importante segnale nella lettura del paesaggio circostante. Da tale sito infatti, per la sua posizione geografica, si gode di un vasto panorama costiero di grande suggestione, comprendente anche l'area del Serrone Cipollazzo.
Infine, sul versante orientale del promontorio citato, si inserisce un territorio che dalle ondulate colline retrostanti degrada dolcemente verso il mare.
Geologicamente il contesto ambientale situato ad occidente è ascrivibile al Plio-Pleistocene; più precisamente il substrato presente è costituito dai termini argillosi del Pliocene medio-superiore seguiti, in discordanza angolare, dai termini arenanacei dei depositi pleistocenici del terrazzo marino: questo pacco sedimentario è costituito essenzialmente dai litotipi tipici di una trasgressione marina ovvero conglomerati e sabbie, a tratti molto cementati, con giacitura sub-orizzontale.
L'elevata diversità di comportamento sotto il profilo della permeabilità determina la formazione di una falda superficiale impostata nei terreni molto permeabili per porosità (terrazzo marino), che essendo sovrapposti al litotipo argilloso, praticamente impermeabile, determinano la formazione di numerosi rigagnoli che scorrono su una fitta rete di drenaggio superficiale. L'affioramento di queste acque di infiltrazione ha determinato, oltre all'instaurarsi di una diversa tipologia di vegetazione, l'innescarsi di processi di erosione accelerata e di processi di dissesto di lieve entità e facilmente circoscrivibili. La conseguenza maggiormente visibile di questo fenomeno è data dalla presenza, sia lungo il versante esposto a sud che lungo la linea di battigia ed in mare fino a basse profondità, di grossi massi calcarenitici che con processi di crollo e rotolamento hanno raggiunto le quote più basse.
Il contesto morfologico è strettamente legato sia alle caratteristiche litologiche che giaciturali dei corpi rocciosi che, come visto in precedenza, non sono esenti da processi gravitativi.
Il versante che si affaccia sul vallone Gurra di Mare presenta invece un andamento più regolare e morbido rispetto a quello meridionale, per l'esistenza dei litotipi argillosi.
Pur essendo in presenza di aspetti vegetazionali tipici di alcuni tratti della costa meridionale della Sicilia, tuttavia è da considerare abbastanza singolare la presenza contemporanea, su un'area di modesta estensione quale quella tra l'abitato di Porto Palo e la foce del vallone Gurra di Mare, di formazioni vegetali riferibili ad ambienti e situazioni ecologiche notevolmente differenti.
A pochissima distanza, anche di pochi metri, è possibile cogliere le differenze e gli adattamenti ecologici delle diverse formazioni. Si passa infatti dalla vegetazione psamofila delle spiagge sabbiose in stadio protodunale, a quella xerofila delle argille nude e calanchive (prateria africana a Lygeum spartum), a quella della gariga (cannuccia, tamerice, giunco pungente) lungo i rigagnoli di acque sorgive provenienti dalla falda, a quella rupicola (Sedum, Umbilicus, Asfodelo, Teucrium ecc.), fino a quella dei piccoli corsi d'acqua a carattere torrentizio tipici delle formazioni argillose siciliane (tamerice, canna comune ecc.).
Lungo il versante del vallone è presente, rigoglioso, il Tamarix gallica, il Tamarix africana (tamerici) e il Juncus acutus (giunco pungente). Tra le specie vegetali che colonizzano la spiaggia antistante il vallone sono presenti: la Matthiola sinuata (violacciocca). l'Eryngium maritimum (eringio di S. Pietro), la Centaurea sphaerocephala, l'Agropvron junceum.
Sulla parte scoscesa si incontrano la Chamaerops humilis (palma nana), Cynara cardunculus (carciofo selvatico), Beta vulgaris (bietola selvatica), Scilla maritima (cipollaccio), Mandragora autunuialis (mandragora), Asparagus acutifolius e Asparagus albus (asparagi), Fedia cornucopiae, Borrago officinalis (borragine), Barlia robertiana, Orobanche amethvstea (lupa) e altre specie erbacee appartenenti alle famiglie delle composite, delle crocifere, delle ombrelifere, delle graminacee e delle leguminose, mentre sulla roccia argillosa affiorante si incontra il Lygeum spartum, Sueda vera, Salsola appostifolia.
Infine sugli anfratti dei blocchi calcarenitici l'umbellicus rupestris (ombellico di Venere), Sedum sp, Asphodelus microcarpus (asfodelo), Teucrium fruticans, Capparis spinosa var. rupestre (cappero).
Gli aspetti faunistici ripropongono la presenza di parecchie specie individuate nell'ambito della riserva naturale Foce del fiume Belice e dune limitrofe, che insieme ad altre costituiscono, oltre al l'esten sione delle specie presenti nella riserva, un momento di integrazione con specie più proprie dei territori non umidi dell'entroterra. Infatti lungo il vallone sono stati avvistati lepri, conigli, donnole, ricci e qualche volpe. Il tratto di spiaggia sabbiosa e rocciosa è luogo di sosta di numerose specie avicole migratorie.
A questo punto l'arch. Meli e l'arch. Calcagno si allontanano.
Le caratteristiche sopra descritte connotano in modo unico la qualità del territorio esaminato, costituendo insieme una unità paesaggistica di rara bellezza non ancora compromessa da vistosi interventi insediamenti.
Preso atto delle norme dello strumento urbanistico comunale e dell'esistenza delle fasce di rispetto fluviale e costiero ai sensi dell'art. 146 lett. a) e c) del decreto legislativo n. 490/99 nel territorio esaminato, considerato che per i siti descritti, i principali elementi di criticità sono riconducibili alle dinamiche di tipo edilizio che potrebbero interessare le aree prospicienti e limitrofe alla foce e lungo il corso del vallone Gurra di Mare, nonché tutta la fascia costiera sino ad arrivare anche oltre il vallone Gurra Finocchio, la commissione ritiene che occorra estendere le migliori condizioni di tutela anche a quelle porzioni di territorio che con quelle sono in stretto legame percettivo e le cui modificazioni possono influire negativamente sulle esigenze di tutela ambientale. Tale necessità si impone fra l'altro anche in relazione alla diretta connessione ambientale dell'area descritta con la limitrofa riserva del Belice e dell'area d'interesse naturale e paesaggistico del Serrone Cipollazzo.
Per siffatte motivazioni, fermo restando che nella fascia costiera e in quelle fluviali - già estensivamente definite dal citato decreto legislativo n. 490/99 - occorre assicurare la salvaguardia degli habitat ecologici naturali e seminaturali delle specie vegetali e della fauna protetta ai sensi delle direttive CEE, la commissione, ritiene che, nelle limitrofe aree relative all'antico abitato di Porto Palo, al vasto pianoro soprastante e in tutte le altri parti territoriali in stretto legame percettivo con le sopradette fasce di rispetto ambientale, solo un'attenta valutazione delle opere edilizie previste nello strumento urbanistico potrebbe assicurare l'effettiva tutela dei valori sopra descritti, soprattutto in relazione alla conservazione delle vedute panoramiche da e verso i luoghi individuati.
Perimetrazione:
Dalla foce del torrente Gurra Finocchio (detto anche vallone foce Porto Palo) si sale sino ad incontrare l'estremo punto superiore della particella n. 26 del foglio di mappa n. 77, da questo punto, percorrendo il limite occidentale della particella 86, si prosegue lungo i confini ovest e sud della part. 70 sino ad incontrare il confine occidentale della particella 59; si prosegue verso nord-ovest in linea retta lungo il confine di quest'ultima particella e quello orientale delle particelle nn. 36, 35 e 25, attraversando la strada provinciale Porto Palo-Menfi, sino ad incontrare la linea ferrata Castelvetrano-Porto Empedocle; si prosegue lungo il suo tracciato verso occidente sino ad incontrare il vallone Gurra Belice (detto anche Gurra di Mare): da questo punto si scende il letto sino alla foce.
(Omissis)

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GIOVANNI CORICA: Direttore responsabile                               MARIA LA MARTINA: Redattore

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