REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 21 GIUGNO 2002 - N. 28
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ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE


DECRETO 5 aprile 2002.
Modifica del piano straordinario per l'assetto idrogeologico del centro abitato di Capo d'Orlando.

Allegato
RELAZIONE

Il comune di Capo d'Orlando ha richiesto all'A.R.T.A., con la nota n. 27891 del 30 novembre 2000, ai sensi dell'art. 6 del decreto n.298/41, di apportare modifiche ed integrazioni al piano straordinario dell'assetto idrogeologico. A seguito del foglio di quest'ufficio avente prot. 11707 del 20 aprile 2001, con propria nota n. 28527 del 5 novembre 2001, in ossequio alla circolare A.R.T.A. n. 57596/2000. L'amministrazione precisando che la richiesta di revisione del piano straordinario dell'assetto idrogeologico è riferita alle aree del centro abitato e quelle limitrofe, ha provveduto a completare la documentazione di rito trasmettendo:
-  copia studio geologico di supporto al piano regolatore generale, redatto dai geologici dr. Franco Fazio e dr.ssa Caterina Cucinotta;
-  studio geologico relativo al territorio del centro urbano di Capo d'Orlando ed aree limitrofe finalizzato all'aggiornamento del piano straordinario, a firma del geologo dr. Filippo Cappotto, integrato da uno studio idraulico redatto dall'ing. Franco Valenti;
-  cartografie relative allo stato di fatto ed alle previsioni del piano regolatore generale in scala 1:2000.
PREMESSE
Il settore del territorio comunale di Capo d'Orlando oggetto della richiesta di revisione risulta ubicato tra la fascia costiera nord-orientale della Sicilia e l'immediato entroterra costiero ed è compreso tra le foci del torrente Scafa ad est e del torrente Zappulla ad ovest.
In particolare, il centro abitato di Capo d'Orlando e parte della periferia si sviluppano all'interno di un'ampia fascia costiera compresa tra il promontorio del Capo e la Fiumara del Torrente Zappulla, mentre ulteriori aree urbanizzate si estendono a ridosso del litorale ad est del Capo e verso monte, dalla fascia costiera verso l'immediato entroterra bassocollinare.
Esiste una certa differenzazione morfologica tra l'aspro rilievo costituito dalle formazioni arenacee e metamorfiche e le aree sottostanti caratterizzate da più blanda morfologia, modellate in terreni sciolti detritici od alluvionali di origine fluvio-marina.
Nelle aree di affioramento delle formazioni detritiche si evidenziano processi morfogenici, in atto legati sia all'azione erosiva di tipo lineare delle acque di deflusso e sia a movimenti gravitativi superficiali (soliflusso, reptazione). Si tratta, in genere, di lenti movimenti legati all'azione della forza di gravità in concomitanza di eventi pluviosi particolarmente intensi che determinano un decadimento delle caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni, con conseguente aumento delle forze instabilizzanti.
Lungo i versanti acclivi che coronano la fascia costiera, modellati in rocce lapidee fratturate, sono evidenti i segni di fenomenologie di crollo, favorite dalla forte acclività.
Dal punto di vista litologico, le formazioni che affiorano nell'area oggetto della richiesta di revisione sono le seguenti: alluvioni fluvio-marine terrazzate, formazione arenaceo argillosa del Flysch di Capo d'Orlando, rocce cristalline metamorfiche gneissiche e filladiche (unità Aspromonte Mandanici e San Marco).
Il territorio comunale è rilevabile nel foglio n. 599 "Patti" in scala 1:50.000 della Carta d'Italia edita dall'I.G.M. e nelle Carte tecni che regionali: n. 599010 "Capo d'Orlando"; n. 599020 "Brolo"; n. 599050 "Rocca di Caprileone " e n. 599060 "Naso", in scala 1:10.000.
Nel piano straordinario per l'assetto idrogeologico, adottato con decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, alcune aree risultano interessate da dissesti all'interno del territorio orlandino. In particolare nella carta del rischio idrogeologico, in scala 1:50.000, vengono rappresentate quattro vaste aree classificate a rischio molto elevato ubicate: in prossimità della località San Gregorio; a ridosso del centro urbano sulle pendici occidentali del rilievo del Capo; in contrada Certari-Catutè; in località Drago. In cartografia sono state anche individuate ad est del centro due modeste aree, entrambe a cavallo della S.S. 113, in località Scafa e S. Carrà caratterizzate da rischio di frana elevato.
Nella stessa Carta sono state rappresentate ulteriori aree, classificate a rischio idraulico molto elevato, in prossimità dei tor renti: Muscale; Conforto-S. Lucia; Mangano e Bruca.
Tutte le aree indicate risultano oggetto della revisione del piano straordinario, come richiesto dall'amministrazione comunale.
Mediante l'esame della documentazione trasmessa e le osservazioni effettuate sui luoghi, si è proceduto alla verifica ed alla valutazione dell'effettivo stato di rischio idrogeologico, provvedendo infine alla ridefinizione dei contorni delle aree in dissesto.
VERIFICA
Dall'esame sia della relazione geologica redatta a supporto del piano regolatore generale, a firma dei geologi Caterina Cucinotta e Franco Fazio e sia dello studio idrogeologico finalizzato all'aggiornamento del piano straordinario redatto dal geologo Filippo Cappotto e dall'ing. Francesco Valenti, atto alla riperimetrazione delle aree soggette a rischio di frana ed idraulico, emerge l'esistenza di distinte aree in frana, le quali riguardano in alcuni casi una minore estensione rispetto a quella riportata nella carta del rischio idrogeologico del decreto n. 298/41, ed in alcuni casi una maggiore estensione e l'esistenza di aree caratterizzate da rischio idraulico di estensione minore a quella riportata nella carta del rischio idrogeologico del decreto n. 298/41.
CONSIDERAZIONI
L'accertamento effettuato, congiuntamente al tecnico comunale, al dott. F. Cappotto ed all'ing. F. Valenti, sui luoghi in oggetto, ha consentito di verificare la sostanziale compatibilità di quanto rappresentato negli studi trasmessi a supporto della richiesta di aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico.
Va sottolineato comunque, che la definita perimetrazione delle aree in dissesto e delle relative aree di rischio, in considerazione della natura, delle caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni e dello stato evolutivo dei dissesti, viene riferita alla situazione attuale, e pertanto risulta suscettibile di sensibile modificazione qualora non si provveda, in breve ad opportuni interventi di mitigazione.
Anche la perimetrazione delle aree di esondazione e delle relative fasce di rischio idraulico viene riferita alla situazione attuale risultando suscettibile di modificazione in caso di peggioramento dello stato dei canali e delle opere idrauliche.
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
A conclusione di quanto sin qui evidenziato viene di seguito formulata, in aderenza alle indicazioni fornite dalle linee guida per la revisione del piano straordinario per l'assetto idrogeologico, la valutazione del rischio idrogeologico relativamente ai dissesti che interessano aree in prossimità del centro abitato di Capo d'Orlando.
1  -  Area in località Drago interessata da fenomeni di crollo e da modesto fenomeno di soliflussione
L'area individuata, ubicata a S.S.O. del centro abitato, interessa una vasta superficie che si estende in un versante ad elevata acclività subito a monte della S.S. 113.
Più in generale l'andamento morfologico è segnato da un costone roccioso che risale in modo pressoché costante fino ad un terrazzamento morfologico, posto alla quota 150 m. circa.
Vengono distinte due aree di cui una estesa circa 16 Ha., interessata da fenomenologie di crollo di elementi lapidei. In tale area, subito a monte della S.S. 113, di recente, si è verificato il distacco di alcuni massi, rotolati alla base del pendio fino a minacciare alcuni fabbricati di civile abitazione. L'amministrazione a difesa delle costruzioni e della S.S. ha installato una barriera paramassi.
Allo stato attuale le potenzialità di crollo di elementi lapidei sono da considerare attive.
1.a - Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Ai fini dell'aggiornamento del piano straordinario, vengono ricavati gli elementi che consentono la definizione del rischio. Sinteticamente vengono qui di seguito riassunti:
-  tipologia = T3;
-  magnitudo = M4;
-  pericolosità = P4;
-  elementi a rischio: viabilità statale, case sparse = E3.
Dalla combinazione tra la pericolosità P4 e gli elementi a rischio E3 si perviene alla classe di rischio:
P4 x E3 = R4 rischio molto elevato.

Un secondo fenomeno di tipo gravitativo superficiale, situato in prossimità del precedente, di proporzioni ridotte (1,2 Ha.), interessa un modesto accumulo detritico soprastante le metamorfiti filladiche.
Allo stato attuale i dissesti superficiali sono da considerare quiescenti.
1.b - Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Vengono qui di seguito riassunti gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T1;
-  magnitudo = M2;
-  pericolosità = P1;
-  elementi a rischio: viabilità statale = E3.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E3 si perviene alla classe di rischio:
P1 x E3 = R1 rischio moderato.

2  -  Area in contrada Certari-Catutè
L'area è posta a cavallo dello spartiacque che separa il bacino del torrente Muscale dal versante prospiciente sulla S.S. 113.
La superficie indicata, estesa circa 10 Ha., interessa un tratto di territorio interessato da potenzialità complessiva, al distacco di singoli blocchi lapidei.
Le cause di tale instabilità sono da individuare oltre che nell'elevata acclività del versante, nello stato di fratturazione delle bancate arenacee.
Allo stato attuale le potenzialità di crollo di elementi lapidei sono da considerare attive.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Vengono qui di seguito riassunti gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T3;
-  magnitudo = M4;
-  pericolosità = P4;
-  elementi a rischio: viabilità statale = E3.
Dalla combinazione tra la pericolosità P4 e gli elementi a rischio E3 si perviene alla classe di rischio:
P4 x E3 = R4 rischio molto elevato.

3  -  Area del promontorio del Capo interessata da fenomeni di crollo di elementi lapidei
E' stata ridefinita planimetricamente da parte del geologo redattore dello studio per l'aggiornamento del PSRI una vasta area (15 Ha. circa) caratterizzata da rischio crollo di elementi lapidei che si estende nella fascia collinare a ridosso del centro urbano di Capo d'Orlando, tra il cimitero ed il promontorio del Santuario.
Sul lato occidentale di tale rilievo affiora la formazione del "flysch di Capo d'Orlando". In questo tratto le cause di tale instabilità sono da individuare oltre che nell'elevata acclività del versante, nello stato di fratturazione, giacitura ed esposizione delle bancate arenaceo pelitiche e nell'azione dell'erosione che, agendo selettivamente sugli intervalli argillosi interposti alle areniti isola i blocchi rendendoli instabili.
Dopo gli eventi alluvionali del 1996 che causarono il distacco di alcuni massi dal costone, sia sul versante occidentale sia sul versante orientale, sono state realizzate, limitatamente a due tratti poco estesi, delle opere di consolidamento a difesa delle abitazioni sottostanti e delle strade, mediante la posa di pannelli di rete metallica contenute da un reticolo di funi d'acciaio ancorate alle pareti rocciose.
Allo stato attuale i fenomeni di crollo e/o distacco sono da considerare attivi.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Si rappresentano gli elementi che consentono la definizione del rischio:
-  tipologia = T3;
-  magnitudo = M4;
-  pericolosità = P4;
-  elementi a rischio: centro abitato e viabilità = E4.
Dalla combinazione tra la pericolosità P4 e gli elementi a rischio E4 si perviene alla classe di rischio:
P4 x E4 = R4 rischio molto elevato.

4  -  Frana quiescente a valle della S.S. 113
La carta del rischio del decreto n. 298/41 indica, tra le località di Bagnoli e San Gregorio, una vasta area interessata da rischio molto elevato che si estende dalla linea di costa verso l'entroterra basso-collinare fino alla fascia altimetrica di 50 m. s.l.m. circa.
Di fatto in questa area è stata rilevata, dal geologo estensore dello studio geologico a supporto della proposta di revisione del PSRI, una frana di scivolamento in fase di quiescenza di proporzioni sicuramente meno rilevanti (3,4 Ha.) di quanto prima indicato, che interessa depositi detritici composti da materiali eterometrici, sovrastanti la successione arenaceo pelitica del Flysch di Capo d'Orlando.
Allo stato attuale la frana è da considerare quiescente.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Ai fini dell'aggiornamento del piano straordinario, vengono ricavati gli elementi che consentono la definizione del rischio. Sinteticamente vengono qui di seguito riassunti:
-  tipologia = T2;
-  magnitudo = M3;
-  pericolosità = P1;
-  elementi a rischio: strada statale ed aree sottoposte a vincolo ai sensi L. 1497 e 439 = E3.
Dalla combinazione tra la pericolosità P1 e gli elementi a rischio E3 si perviene alla classe di rischio:
P1 x E3 = R2 rischio moderato.

5  -  Versanti a sud località Testa di Monaco
L'area indicata si estende in un versante ad elevata acclività subito a monte di un insediamento turistico e della S.S. 113: essa è stata ridefinita planimetricamente, rispetto a quella vincolata dal decreto n. 298/41, ed ampliata con l'aggiunta di un secondo tratto anch'esso posto a monte della S.S. 113.
Il versante è costituito da metamorfiti gneissiche di alto grado, fratturate. Il rischio è legato all'instabilità di blocchi lapidei di dimensioni modeste.
Allo stato attuale i fenomeni di crollo e/o distacco sono da considerare attivi.
Classificazione della frana e individuazione della classe di rischio
Gli elementi che consentono la definizione del rischio vengono sinteticamente riassunti:
-  tipologia = T3;
-  magnitudo = M3;
-  pericolosità = P3;
-  elementi a rischio: viabilità statale = E3.
Dalla combinazione tra la pericolosità P3 e gli elementi a rischio E3 si perviene alla classe di rischio:
P3 x E3 = R3 rischio elevato.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO
Viene di seguito formulata, in aderenza alle indicazioni fornite dalle linee guida per la revisione del piano straordinario per l'assetto idrogeologico, la valutazione del rischio idraulico relativamente alle aree di esondazione in prossimità del centro abitato di Capo d'Orlando.
E' stato effettuato, congiuntamente con i tecnici incaricati dal l'amministrazione, il sopralluogo sui cinque torrenti individuati nella carta del rischio idrogeologico: Muscale, Conforto, Santa Lucia, Mangano e Bruca.
Dal punto di vista idrografico i torrenti hanno una configurazione con forte pendenza per la parte collinare ove trovasi tutti e cinque a cielo libero, e con bassa pendenza per i tratti lungo la fascia della pianura di Capo d'Orlando. Nella parte più a valle, prossima alla linea di costa, le originarie canalizzazioni delimitate da muri d'argine in pietra sono state parzialmente demolite, ridotte e/o sostituite da canali coperti di varia forma e dimensione sui quali insistono strade urbane ed extraurbane. I tratti di canalizzazione ancora esistenti si presentano spesso sovralluvionati.
I calcoli idraulici eseguiti tendono alla verifica sia relativamente al tratto di torrente a monte in corrispondenza dei ponti o scatolari della S.S. 113, le cui sezioni risultano sempre adeguate a contenere le onde di piena nelle condizioni più gravose, e sia, relativamente ai tratti incanalati e/o coperti fino a mare, immediatamente a valle della statale.
Per quanto attiene al rischio idraulico è opportuno precisare che le aree vincolate sono riferite a torrenti minori, caratterizzati da bacini imbriferi poco estesi, alcuni addirittura inferiori a 0,5 kmq., dai quali non è prevedibile attendersi alluvioni catastrofiche, ma certamente situazioni di pericolo con possibili allagamenti di aree urbane e sedi viarie.
1  -  Torrente Muscale
Nel tratto dopo la confluenza nella pianura costiera scorre per alcune decine di metri all'interno del vecchio canale che fiancheggia alcune case e successivamente per tutto il tratto urbano, fino a mare, scorre in un canale coperto di superficie minima di circa 1 mq.
Nell'area urbana a valle della confluenza del torrente Muscale nella piana costiera viene definita un'area di rischio idraulico molto elevato inferiore alla perimetrazione prevista dal decreto n. 298/41.
2  -  Torrente Conforto
A valle della S.S. 113 il canale dopo poche decine di metri in pratica non esiste più e viene soppiantato da una canaletta, posta lateralmente ad esso, che dopo pochi metri si disperde nella campagna. Il vecchio canale invece si presenta interamente interrato dai sedimenti e viene utilizzato come strada.
Alla luce della modesta portata max calcolata viene indicata una fascia di rischio in considerazione di quanto accertato e rappresentato, verificata la sostanziale compatibilità dello studio redatto ai fini dell'aggiornamento si è pertanto proceduto alla riperimetrazione dell'area soggetta a rischio idraulico molto elevato complessivamente inferiore a quella prevista dalla cartografia del decreto n. 298/41.
3  -  Torrente S. Lucia
A valle della S.S. 113 e fino a poche decine di metri dalla via Consolare Antica il torrente è confinato all'interno dei muri d'argine originari in un canale di 2 metri circa che prima della Chiesetta di S. Lucia si riduce per poi essere intubato fino al sottopassaggio F.S., circa 500 metri prima della linea di costa, dove ridefluisce nella canalizzazione originaria in parte integra.
Viene rappresentata un'area ridotta, per il rischio idraulico molto elevato, estesa oltre la strada per poche decine di metri fino al fronte delle prime case, in ragione della minima differenza tra la portata realmente smaltibile dalla canaletta sottostrada e la portata di max piena nelle condizioni più gravose.
4  -  Torrente Mangano
A valle della statale il torrente risulta intubato per circa 150 metri fino alla via Consolare Antica successivamente e fino a mare defluisce all'interno del canale originario o lungo il tratto stradale che lo interrompe e sostituisce fino al sottopassaggio della ferrovia.
Il livello del canale, privo degli argini, rimane di pochi centimetri inferiore alle case sia in via Consolare Antica sia nel tratto terminale prossimo alle case popolari.
La sezione circolare minima del canale è sufficiente allo smaltimento anche nelle condizioni più gravose di massima piena tuttavia viene indicata ugualmente una fascia di rischio idraulico molto elevato, a causa della mancanza in alcuni tratti di un alveo vero e proprio.
5  -  Torrente Bruca
Il torrente Bruca nel tratto compreso tra la S.S. 113 e la via Consolare Antica defluisce all'interno del vecchio canale delimitato da muri d'argine che si ergono dalla pianura circostante. ll canale si presenta parzialmente intasato dai depositi alluvionali, ma risulta ancora sufficiente a prevenire fenomeni di esondazione pur necessitando di operazioni di manutenzione e pulitura. Invece dopo il caseggiato immediatamente a monte della via Consolare Antica le acque fluenti vengono incanalate fino a mare sotto la via Bruca.
Per l'inedaguatezza del canale viene definita una fascia soggetta a rischio idraulico molto elevato oltre la strada per poche decine di metri fino al fronte delle prime case.
CONCLUSIONI
In considerazione di quanto accertato e rappresentato, verificata la sostanziale compatibilità dello studio redatto ai fini del l'aggiornamento, si è pertanto proceduto alla riperimetrazione delle aree soggette a rischio di frana e delle aree a rischio idraulico molto elevato.
Alla luce di quanto fin qui espresso sono state redatte le aggiornate carte stralcio del dissesto e del rischio idrogeologico riferite al centro abitato ed aree limitrofe di Capo d'Orlando.
Per la rappresentazione delle aree, oggetto di revisione interessate da dissesti e per quelle a rischio idrogeologico, è stato impiegato un quadro di unione tratto dalle carte tecniche regionali n. 599010 "Capo d'Orlando"; n. 599020 "Brolo"; n. 599050 "Rocca di Caprileone" e n. 599060 "Naso", in scala 1:10.000.
Nella carta del rischio vengono rappresentate le aree a rischio idrogeologico "elevato" e "molto elevato" così come individuate e descritte nella presente relazione. Tutte le altre zone ricadenti nel territorio comunale, classificabili a rischio "medio" o "moderato" non vengono in questa fase di revisione rappresentate.

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GIOVANNI CORICA: Direttore responsabile                               MARIA LA MARTINA: Redattore

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