REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 20 APRILE 2001 - N. 18
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE: VIA CALTANISSETTA 2/E - 90141 PALERMO
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Programmi di trasposizione e impostazione grafica di :
Avv.Michele Arcadipane

SOMMARIO

DECRETI ASSESSORIALI
Assessorato della sanità

DECRETO 21 marzo 2001.
Determinazione dell'indennità di residenza a favore delle farmacie rurali per l'anno 2000  pag.


DECRETO 27 marzo 2001.
Zone carenti di medici specialisti pediatri di libera scelta al 1° semestre 2000  pag.


DECRETO 3 aprile 2001.
Integrazione del decreto 24 ottobre 2000, concernente graduatoria unica regionale definitiva di medicina generale, valida per l'anno 2000  pag.


DECRETO 3 aprile 2001.
Modifica del decreto 24 ottobre 2000, concernente graduatoria unica regionale definitiva di medicina generale, valida per l'anno 2000  pag.

Assessorato del territorio e dell'ambiente

DECRETO 19 febbraio 2001.
Autorizzazione del progetto di recupero dell'ex pastificio S.E.P.I. a sede di attività di ricerca e del laboratorio di astrofisica nel comune di Palermo  pag.


DECRETO 23 febbraio 2001.
Approvazione del progetto relativo alla realizzazione dei lavori di costruzione delle bretelle di raccordo e di collegamento alla rotatoria per l'aereoporto di Birgi.
  pag.


DECRETO 23 febbraio 2001.
Approvazione del piano regolatore generale, delle prescrizioni esecutive e del regolamento edilizio del comune di Termini Imerese  pag.


DECRETO 27 febbraio 2001.
Modifica del piano straordinario per l'assetto idrogeologico relativamente al centro abitato di Gela  pag. 18 

DECRETO 7 marzo 2001.
Approvazione di variante al piano regolatore generale del comune di Niscemi  pag. 24 


DECRETO 8 marzo 2001.
Autorizzazione del progetto dell'Ente nazionale per le strade per la realizzazione di lavori stradali nel comune di Reitano  pag. 24 

DISPOSIZIONI E COMUNICATI

Presidenza:
Nomina di un componente del consiglio della Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura di Catania  pag. 26 

Ricostituzione del consiglio di amministrazione della Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane.
  pag. 26 
Autorizzazione alla commissione permanente di collaudo per le forniture oggetto d'acquisto da parte del l'Amministrazione regionale per l'elevazione del numero di sedute  pag. 26 
Integrazione del consiglio di amministrazione dell'Istituto autonomo case popolari di Enna  pag. 26 
Concessione al comune di Alì Terme di deroga per la localizzazione di una stazione di distribuzione di carburanti  pag. 26 
Concessione al comune di Torrenova di deroga per la realizzazione di una strada di accesso a un impianto di depurazione  pag. 26 
Concessione al comune di Menfi di deroga per la realizzazione di opere previste dal piano regolatore del porto di Porto Palo  pag. 26 
Concessione al comune di Capo d'Orlando di deroga per la costruzione di un sottopassaggio  pag. 26 

Istituzione del Comitato regionale di protezione civile.
  pag. 26 
Incarichi attribuiti e compensi corrisposti a componenti di commissioni, comitati, consigli e collegi operanti nell'Amministrazione regionale (art. 1, comma 8, legge regionale 11 maggio 1993, n. 15)  pag. 26 

Assessorato dell'agricoltura e delle foreste:
Provvedimenti concernenti costituzione di servitù d'acquedotto a favore del demanio della Regione siciliana, ramo agricoltura e foreste, su immobili siti nei comuni di Bagheria, Bolognetta e Misilmeri, per lavori di irrigazione nel comprensorio S. Leonardo Ovest, 3° lotto, comprensorio Eleuterio  pag. 51 
Provvedimenti concernenti espropriazione permanente e definitiva a favore del demanio della Regione siciliana, ramo agricoltura e foreste, su immobili siti nei comuni di Bagheria e Misilmeri per lavori irrigui S. Leonardo Ovest, 3° lotto, comprensorio Eleuterio  pag. 58 

Assessorato dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione:
Ricostituzione della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Messina.
  pag. 58 

Assessorato del bilancio e delle finanze:
Approvazione del contratto individuale di lavoro dei dirigenti generali presso l'Assessorato del bilancio e delle finanze  pag. 58 

Assessorato della cooperazione, del commercio, dell'artigianato e della pesca:
Sostituzione del commissario liquidatore della società cooperativa Jolly Trasporti, con sede nel comune di Gravina di Catania  pag. 58 
Conferimento di ulteriori competenze al commissario ad acta della Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane  pag. 59 

Assessorato dei lavori pubblici:
Assunzione di impegno per l'esecuzione di lavori urgenti nel comune di Palermo  pag. 59 

Assessorato del territorio e dell'ambiente:
Approvazione del progetto relativo ad una stalla sociale in contrada Stagliata nel comune di Cerami  pag. 59 
Nulla osta al comune di Randazzo per la realizzazione di lavori di urbanizzazione primaria  pag. 59 
Provvedimenti concernenti nulla osta per impianti di cave  pag. 59 
Aggiornamento dell'autorizzazione alla ditta Smari s.r.l., con sede in Siracusa, per la discarica sita nel comune di Melilli  pag. 59 

CIRCOLARI
Presidenza

CIRCOLARE COMMISSARIALE 13 aprile 2001, prot. n. 3800.
Progetti finalizzati al sostegno dell'informazione, sensibilizzazione e partecipazione delle popolazioni locali alle attività di raccolta differenziata nei comuni dell'Isola.  pag. 59 

Assessorato della sanità

CIRCOLARE 27 marzo 2001, n. 1047.
Lotta contro le infezioni ospedaliere; elementi oggetto di valutazione per la verifica del raggiungimento degli obiettivi  pag. 60 


DECRETI ASSESSORIALI





ASSESSORATO DELLA SANITA'


DECRETO 21 marzo 2001.
Determinazione dell'indennità di residenza a favore delle farmacie rurali per l'anno 2000.

IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE FONDO SANITARIO ASSISTENZA SANITARIA ED OSPEDALIERA IGIENE PUBBLICA

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge 8 marzo 1968, n. 221;
Vista la legge regionale 17 febbraio 1987, n. 8;
Vista la legge regionale 9 marzo 2001, n. 1, che approva l'esercizio provvisorio del bilancio della Regione siciliana per l'anno finanziario 2001;
Considerato che, ai sensi dell'art. 2 dell'anzidetta legge regionale n. 8/87, annualmente deve rivalutarsi con decreto dell'Assessore regionale per la sanità, in base al tasso d'inflazione ufficiale relativo all'anno precedente, l'ammontare dell'indennità di residenza dovuta ai titolari, direttori responsabili e gestori provvisori di farmacie rurali, classificate tali ai sensi dell'art. 1 della legge 8 marzo 1968, n. 221;
Vista la nota prot. n. 6304 del 6 marzo 2001, con la quale l'Assessorato regionale del bilancio e delle finanze - Ufficio di statistica della Regione - ha comunicato che per l'anno 1999 il tasso d'inflazione ufficiale è stato pari all'1,6%;
Visti gli atti d'ufficio;

Decreta:


Articolo unico

L'ammontare dell'indennità di residenza, per l'anno 2000, da erogare ai soggetti ex art. 1 della legge regionale n. 8/87, rivalutato in base al tasso d'inflazione relativo all'anno 1999, è determinato nella misura lorda di:
-  L. 10.171.920 per le farmacie rurali ubicate in località con popolazione fino a 1.000 abitanti;
-  L. 7.456.360 per le farmacie rurali ubicate in località con popolazione da 1.001 a 2.000 abitanti;
-  L. 4.236.580 per le farmacie rurali ubicate in località con popolazione da 2.001 a 3.000 abitanti.
Il presente decreto sarà trasmesso alla Ragioneria centrale dell'Assessorato regionale della sanità ed inviato alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, per la pubblicazione per esteso.
Palermo, 21 marzo 2001.
  CASTELLUCCI 



Vistato dalla Ragioneria centrale per l'Assessorato della sanità in data 28 marzo 2001, al n. 165.
(2001.13.642)
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DECRETO 27 marzo 2001.
Zone carenti di medici specialisti pediatri di libera scelta al 1° semestre 2000.

IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE FONDO SANITARIO ASSISTENZA SANITARIA ED OSPEDALIERA IGIENE PUBBLICA

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge 23 dicembre 1978, n. 833;
Visto l'accordo collettivo nazionale per la regolamentazione dei rapporti con i medici pediatri di libera scelta, reso esecutivo con D.P.R. n. 613 del 21 ottobre 1996;
Visto il decreto n. 34202 del 22 marzo 2001, con il quale è stata approvata la graduatoria regionale dei pediatri di libera scelta valevole dall'1 luglio 2000 al 30 giugno 2001;
Viste le comunicazioni pervenute dalle Aziende unità sanitarie locali relative alle zone carenti dei medici specialisti pediatri al 1° semestre 2000;
Ritenuto di dovere provvedere alla pubblicazione delle zone carenti;

Decreta:


Art. 1

Le zone carenti dei medici specialisti pediatri di libera scelta, accertate al 1° semestre 2000 e delle quali col presente decreto si dispone la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall'accordo in premessa citato, sono quelle di seguito riportate:
Azienda unità sanitaria locale n. 9 - Trapani
AMBITO TERRITORIALE
Trapani, Erice, Paceco, Favignana, Pantelleria:
- n. 1 posto con obbligo di apertura dello studio medico nel comune di Trapani.

Art. 2

Le domande di inserimento nelle zone carenti, di cui al precedente articolo, devono essere inoltrate all'Azienda unità sanitaria locale di Trapani entro 30 giorni dalla pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, secondo le modalità previste dall'accordo collettivo nazionale reso esecutivo con D.P.R. n. 613/96.

Art. 3

Il posto relativo alla zona carente sopra citata sarà assegnato secondo le procedure e le modalità previste dal citato accordo collettivo nazionale.
Il presente decreto sarà trasmesso alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana per la pubblicazione.
Palermo, 27 marzo 2001.
  CASTELLUCCI 

(2001.14.704)
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DECRETO 3 aprile 2001.
Integrazione del decreto 24 ottobre 2000, concernente graduatoria unica regionale definitiva di medicina generale, valida per l'anno 2000.

IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE FONDO SANITARIO ASSISTENZA SANITARIA ED OSPEDALIERA IGIENE PUBBLICA

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge istitutiva delS.S.N. 23 dicembre 1978, n. 833;
Visto l'accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale, reso esecutivo con D.P.R. 22 luglio 1996, n. 484;
Visto il proprio decreto 24 ottobre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana - S.O. n. 51 del 10 novembre 2000, con il quale è stata approvata in via definitiva la graduatoria unica regionale dei medici di medicina generale valida per l'anno 2000;
Considerato che per mero errore non risulta inserita nella già citata graduatoria definitiva la dott.ssa Bonarrigo Antonina, nata a Milazzo il 23 febbraio 1967, che avendo presentato regolare istanza nei termini previsti, aveva invece titolo per essere inclusa nella graduatoria di cui trattasi;
Ritenuto, pertanto, di dovere provvedere all'inserimento del sanitario in questione nella graduatoria unica regionale definitiva dei medici di medicina generale valida per l'anno 2000;

Decreta:


Art. 1

Per quanto in premessa citato e fermo quant'altro disposto con il decreto del 24 ottobre 2000, la graduatoria unica regionale definitiva dei medici di medicina generale valida per l'anno 2000, viene integrata con l'inserimento del sanitario qui di seguito specificato:
-  Bonarrigo Antonina, nata il 23 febbraio 1967, via Piano Molino n. 21 - 98040 Gualtieri Sicaminò, data di laurea 28 dicembre 1982, voto di laurea 110 lode, punti 2,60.

Art. 2

La dott.ssa Bonarrigo Antonina andrà ad occupare nella graduatoria di cui trattasi la posizione che compete in base al punteggio conseguito e tenuto conto del voto di laurea, dell'anzianità di laurea ed infine della maggiore età.

Art. 3

Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 3 aprile 2001.
  CASTELLUCCI 

(2001.14.714)
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DECRETO 3 aprile 2001.
Modifica del decreto 24 ottobre 2000, concernente graduatoria unica regionale definitiva di medicina generale, valida per l'anno 2000.

IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE FONDO SANITARIO ASSISTENZA SANITARIA ED OSPEDALIERA IGIENE PUBBLICA

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge istitutiva delS.S.N. 23 dicembre 1978, n. 833;
Visto l'accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale, reso esecutivo con D.P.R. n. 484/96;
Visto il decreto 24 ottobre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana - supplemento ordinario n. 51 del 10 novembre 2000, parzialmente modificato con i decreti n. 33787 del 29 dicembre 2000 e n. 34204 del 22 marzo 2001, con il quale è stata approvata in via definitiva la graduatoria unica regionale di medicina generale valida per l'anno 2000;
Vista l'ordinanza n. 389/01 del 13 febbraio 2001, con la quale il T.A.R. di Catania, intervenendo su ricorso promosso dal dott. Lebet Massimo per l'annullamento, previa sospensione, del decreto 24 ottobre 2000 nella parte in cui esclude lo stesso dall'inserimento nella graduatoria, ha accolto l'istanza di sospensione del provvedimento impugnato, facendo obbligo all'Amministrazione di inserire con riserva il ricorrente;
Vista l'ordinanza n. 400/01 del 13 febbraio 2001, con la quale ilT.A.R. di Catania, intervenendo su ricorso promosso dalla dott.ssa Li Calzi Lorella per l'annullamento, previa sospensione, del decreto 24 ottobre 2000 nella parte in cui esclude la stessa dall'inserimento nella graduatoria, ha accolto l'istanza di sospensione del provvedimento impugnato, facendo obbligo all'Amministrazione di inserire con riserva la ricorrente;
Ritenuto, pertanto, di dover provvedere alle opportune rettifiche alla graduatoria unica regionale di medicina generale valida per il 2000, inserendo con riserva, in ottemperanza alle citate ordinanze del TAR di Catania, il dott. Lebet Massimo con punti 3,75 e la dott.ssa LiCalzi Lorella con punti 21,30;

Decreta:


Art. 1

Per i motivi di cui in premessa, la graduatoria unica regionale di medicina generale valida per il 2000, approvata con decreto 24 ottobre 2000, rettificata con decreti 29 dicembre 2000 e 22 marzo 2001, risulta così modificata:
-  Lebet Massimo, nato a Cefalù il 30 luglio 1961, inserito con riserva con punti 3,75;
-  Li Calzi Lorella, nata a Messina il 12 marzo 1959, inserito con riserva con punti 21,30.

Art. 2

I sanitari di cui all'art. 1 andranno ad occupare nella graduatoria di che trattasi la posizione che compete loro in base al punteggio conseguito e tenuto conto del voto di laurea, dell'anzianità di laurea ed infine della maggiore età.
Il presente decreto sarà trasmesso alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana per la pubblicazione.
Palermo, 3 aprile 2001.
  CASTELLUCCI 

(2001.14.715)
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ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE


DECRETO 19 febbraio 2001.
Autorizzazione del progetto di recupero dell'ex pastificio S.E.P.I. a sede di attività di ricerca e del laboratorio di astrofisica nel comune di Palermo.

L'ASSESSORE PER IL TERRITORIO E L'AMBIENTE

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale 11 aprile 1981, n. 65;
Vista la legge regionale 30 aprile 1991, n. 15;
Visto legge n. 64/74;
Visto l'art. 10 della legge regionale 21 aprile 1995, n. 40;
Visto il D.P.R.S. n. 110/A del 28 giugno 1962, con il quale è stato approvato il piano regolatore generale del comune di Palermo;
Vista la nota prot. n. 613 dell'8 marzo 2000, con la quale l'Osservatorio astronomico di Palermo ha inoltrato a questo Assessorato istanza per l'approvazione della variante relativa al progetto di recupero dell'ex pastificio S.E.P.I. a sede di attività di ricerca e del laboratorio di astrofisica spaziale, ai sensi dell'art. 7 della legge regionale n. 65/81 e successive modifiche ed integrazioni;
Visto il piano di zona di Palermo approvato con D.A.R.S.E. n. 685 dell'11 maggio 1966, il quale prevede nell'ambito della destinazione urbanistica la demolizione e destinazione ad attrezzature (verde attrezzato, sport, asilo);
Vista la variante generale al P.R.G. adottata con delibera del consiglio comunale n. 45 del 3 marzo 1997 (in regime di salvaguardia) la quale indica l'edificio del progetto come "Netto storico" in zona A2 a confine di una vasta zona destinata ad attrezzature universitarie, e dove gli interventi ammessi sono di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché restauro e risanamento conservativo; tra le destinazioni d'uso vi è quella direzionale, compresi gli uffici pubblici e le attrezzature di interesse comune che risultino compatibili con i caratteri edilizi e tipologici dei manufatti;
Vista la scheda-norma nella quale sono stati inseriti i manufatti classificati come "Netto storico" adottata mediante delibera consiliare n. 16 del 3 febbraio 2000 dal comune di Palermo: l'edificio in questione, ricade in "edilizia di sostituzione" con previsione di intervenire mediante ristrutturazione, attraverso la "variante Fazio", riadottata dal consiglio comunale con delibera n. 170 del 5 maggio 2000, l'immobile ricade in zona B2+Sp, e viene individuato come edificio storico da tutelare ai sensi dell. 3 delle relative norme di attuazione;
Vista la nota prot. n. 4193 del 13 luglio 2000, con la quale l'Assessorato del territorio e dell'ambiente richiede al comune di Palermo il parere sul progetto su indicato mediante delibera consiliare;
Vista la delibera consiliare n. 362 del 15 novembre 2000, con la quale si esprime parere favorevole al progetto su menzionato;
Visto il parere n. 47 del 29 gennaio 2001 del gruppo 26° della Direzione regionale dell'urbanistica, reso ai sensi dell'art. 10 della legge regionale 21 aprile 1995, n. 40, sulla scorta degli atti ed elaborati trasmessi con le note su indicate, che qui di seguito parzialmente si trascrive:
"...Omissis...
L'immobile è stato costruito alla fine degli anni 20 come sede del pastificio Pecoraino e comprato nel 1948 dalla S.E.P.I. (Società esercizi pastifici industriali) ed è esteso per circa mq. 3.560, distribuiti su tre elevazioni;
Il progetto di recupero prevede un aumento della superficie complessiva utile attraverso la realizzazione di soppalchi (al piano terra e al primo piano), ma non variazioni planovolumetriche, rimanendo inalterata la partitura delle aperture esterne esistenti.
Nella delibera consiliare n. 362 del 15 novembre 2000 del comune di Palermo, si rileva che: "il riuso del manufatto, anche a seguito dell'aumento delle superfici utili, provocherà un incremento del carico urbanistico della zona", a tal fine si esprime parere favorevole al progetto in oggetto "a condizione che l'area limitrofa al manufatto, identificata catastalmente al foglio 64 del N.C.T. part. n. 124 e 125, riportata sullo stralcio catastale della tavola 1 - denominata planimetrie e destinazioni urbanistiche - venga inserita nel progetto ed utilizzata a parcheggio di pertinenza dell'edificio".
Considerazioni
-  La proposta progettuale da parte del Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica prevede la realizzazione di una sede per attività di ricerca e del laboratorio di astrofisica spaziale, l'immobile per tale sede è ubicato nelle vicinanze di un'area destinata dalla variante generale del P.R.G. a zona F11 (università), pertanto appare in linea con gli orientamenti previsti.
-  L'edificio, dopo i lavori di restauro e risanamento conservativo, potrà ospitare una struttura scientifica in una zona caratterizzata dalla presenza di facoltà e dipartimenti dell'Università degli studi di Palermo.
-  Pertanto, l'intervento in questione si ritiene condivisibile sotto il profilo urbanistico con la condizione espressa dal Consiglio comunale di Palermo nella delibera n. 362 del 15 novembre 2000 riguardante l'impegno dell'area identificata al foglio 64 del N.C.T. part. n. 124 e 125, come area a parcheggio a servizio del progetto di recupero specificato in oggetto.
-  Prima dell'inizio dei lavori dovrà essere acquisito il parere dell'art. 18 della legge n. 64/74 da parte dell'ufficio del Genio civile per territorio.
Questo gruppo di lavoro XXVI della D.R.U., per quanto visto, premesso, rilevato e considerato, è del parere che il progetto in esame sia da condividere, per quanto riguarda la compatibilità con l'assetto territoriale, ai sensi dell'art. 7 della legge regionale n. 65/81 e successive modifiche ed integrazioni ed alle condizioni e raccomandazioni richiamate in premessa.";
Rilevato che la procedura seguita è conforme alla normativa vigente;
Ritenuto di poter condividere il sopra richiamato parere n. 47 del 29 gennaio 2001 reso dal gruppo XXVI/DRU;

Decreta:


Art. 1

E' autorizzato, ai sensi dell'art. 7 della legge regionale 11 aprile 1981, n. 65, così come modificato dall'art. 6 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 15 e della legge regionale 21 aprile 1995, n. 40 ed in conformità al parere espresso dal gruppo 26°/DRU prot. n. 47 del 29 gennaio 2001, il progetto di recupero dell'ex pastificio S.E.P.I. a sede di attività di ricerca e del laboratorio di astrofisica in variante allo strumento urbanistico vigente nel comune di Palermo.

Art. 2

Fanno parte integrante del presente decreto i seguenti atti ed elaborati vistati e timbrati da questo Assessorato:
 1)  deliberazione consiliare n. 362 del 15 novembre 2000;
 2)  relazione generale;
 3)  relazione statica;
 4)  planimetrie e destinazioni urbanistiche;
 5)  pianta piano terra;
 6)  pianta piano primo;
 7)  pianta piano secondo;
 8)  prospetti longitudinali;
 9)  prospetti trasversali;
10)  sezioni;
11)  patologie - piante;
12) patologie - prospetti;
13)  progetto - pianta piano terra;
14)  progetto - soppalco piano terra;
15)  progetto - piano primo;
16)  progetto - soppalco piano primo;
17)  progetto - piano secondo;
18)  progetto - prospetti longitudinali;
19)  progetto - prospetti trasversali;
20) progetto - sezioni;
21)  computo metrico estimativo;
22)  capitolato speciale d'appalto;
23)  parere gruppo 26°/D.R.U. n. 47 del 29 gennaio 2001.

Art. 3

L'Osservatorio astronomico di Palermo è onerato, prima della esecuzione delle opere, a richiedere ogni altra autorizzazione o concessione necessaria per l'esecuzione delle opere in argomento.

Art. 4

Il presente decreto sarà trasmesso all'Osservatorio astronomico di Palermo per l'esecuzione, al comune di Palermo, interessato per territorio, ed alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana per la pubblicazione integrale, con esclusione degli allegati.
Palermo, 19 febbraio 2001.
  LO MONTE 

(2001.10.465)
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DECRETO 23 febbraio 2001.
Approvazione del progetto relativo alla realizzazione dei lavori di costruzione delle bretelle di raccordo e di collegamento alla rotatoria per l'aereoporto di Birgi.

L'ASSESSORE PER IL TERRITORIO E L'AMBIENTE

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge 17 marzo 1942, n. 1150 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale 11 aprile 1981, n. 65;
Vista la legge regionale 30 aprile 1991, n. 15;
Vista la legge n. 64/74;
Visto l'art. 10 della legge regionale 21 aprile 1995, n. 40;
Vista la nota n. 26474 dell'11 maggio 1999, con la quale la Provincia regionale di Trapani ha trasmesso a questo Assessorato il progetto dei lavori di costruzione delle bretelle di raccordo e di collegamento alla rotatoria per l'aeroporto di Birgi, ai sensi dell'art. 7 della legge regionale n. 65/81;
Vista la deliberazione n. 49 del 18 novembre 1999, con cui il consiglio comunale di Trapani ha espresso il proprio avviso favorevole al progetto, ai sensi dell'art. 6 della legge regionale n. 15/91;
Vista la deliberazione n. 234 del 7 dicembre 1999, con cui il consiglio comunale di Marsala ha espresso il proprio avviso favorevole al progetto, ai sensi dell'art. 6 della legge regionale n. 15/91;
Visto il parere favorevole dell'ufficio del Genio civile di Trapani trasmesso con nota n. 11892 del 26 luglio 2000;
Vista la relazione istruttoria del gruppo IX di questo Assessorato, prot. n. 14 del 22 gennaio 2001, in ordine alla valutazione di impatto ambientale, con la quale si esprime parere favorevole sul progetto, con le seguenti prescrizioni:
1)  prima dell'inizio dei lavori dovranno essere acquisite tutte le eventuali autorizzazioni richieste dalla normativa vigente;
2)  le operazioni di bonifica dei terreni di fondazione dovranno essere condotte osservando scrupolosamente le indicazioni e prescrizioni riportate nella relazione geologica allegata al progetto, al fine di tutelare la stabilità della struttura da possibili cedimenti differenziali;
3)  il materiale di risulta proveniente dalle operazioni di bonifica del terreno dovrà essere conferito in una discarica autorizzata, da individuare prima dell'affidamento dei lavori;
4)  nella fase di cantiere dovranno essere eseguite le migliori tecniche disponibili, al fine di limitare al minimo la produzione di polveri e rumori, al fine di garantire il regolare deflusso delle acque del torrente Birgi, provvedendo a rimuovere prontamente dall'alveo eventuali materiali di risulta;
5)  dovranno essere adottati tutti i possibili accorgimenti al fine di garantire la sicurezza della circolazione e di limitare il disagio per la circolazione dei veicoli;
6)  prima dell'inizio dei lavori l'amministrazione proponente dovrà predisporre ed approvare un idoneo intervento di demolizione del ponte esistente, da realizzare dopo il completamento dei lavori in progetto, nonché un'idonea sistemazione ambientale del tratto di strada da dismettere;
7)  dovrà essere comunicata a questo Assessorato la data di inizio e di fine dei lavori fornendo adeguata documentazione fotografica delle opere realizzate;
Visto il parere n. 41 del 15 febbraio 2001, reso ai sensi dell'art. 10 della legge regionale n. 40/95, con il quale il gruppo XXIX della Direzione regionale dell'urbanistica si esprime favorevolmente sul progetto di che trattasi;
Ritenuto di condividere i superiori pareri del gruppo IX e del gruppo XXIX;
Rilevata la regolarità della procedura eseguita;

Decreta:


Art. 1

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 7 della legge regionale n. 65/81 e dell'art. 30 della legge regionale n. 10/93 ed in conformità ai pareri del gruppo IX prot. n. 14 del 22 gennaio 2001 e del gruppo XXIX prot. n. 41 del 15 febbraio 2001, è approvato il progetto dei lavori di costruzione delle bretelle di raccordo e di collegamento alla rotatoria per l'aeroporto di Birgi, con il rispetto delle prescrizioni sopra trascritte.

Art.  2

Fanno parte integrante del presente decreto e ne costituiscono allegati i seguenti elaborati, che vengono vistati e timbrati da questo Assessorato:
1)  corografia;
2)  relazione;
3)  computo metrico estimativo;
4)  elenco prezzi unitari;
5)  planimetria generale;
6)  profilo longitudinale;
7)  sezioni trasversali;
8)  sezioni tipo;
9)  vista assonometrica;
10)  computo volumi scavo;
11)  computo volumi rilevato;
12)  piano particellare di esproprio;
13)  stralcio strumenti urbanistici di Trapani e Marsala;
14)  analisi costi benefici;
15)  relazione di sintesi non tecnica;
16)  valutazione di impatto ambientale;
17)  relazione geologica;
18)  relazione geologica integrativa.

Art. 3

I comuni di Trapani e di Marsala restano onerati degli adempimenti conseguenziali al presente decreto che, con esclusione degli atti ed elaborati, sarà pubblicato per esteso nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 23 febbraio 2001.
  LO MONTE 

(2001.10.467)
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DECRETO 23 febbraio 2001.
Approvazione del piano regolatore generale, delle prescrizioni esecutive e del regolamento edilizio del comune di Termini Imerese.

Cliccare qui per visualizzare il provvedimento
(2001.10.463)
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DECRETO 27 febbraio 2001.
Modifica del piano straordinario per l'assetto idrogeologico relativamente al centro abitato di Gela.

Cliccare qui per visualizzare il provvedimento
(2001.10.456)
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DECRETO 7 marzo 2001.
Approvazione di variante al piano regolatore generale del comune di Niscemi.

L'ASSESSORE PER IL TERRITORIO E L'AMBIENTE

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71 e successive modifiche ed integrazioni;
Visto l'art. 68 della legge regionale n. 10/99;
Visto il decreto n. 117/D.R.U. del 23 settembre 1974, con il quale è stato approvato il piano regolatore generale del comune di Niscemi;
Vista l'istanza del comune di Niscemi, n. 22687-7102/G.T., assunta al prot. A.R.T.A. col n. 46122 del 25 settembre 2000, con la quale è stata richiesta la variante al P.R.G. per l'ampliamento del liceo scientifico Leonardo da Vinci;
Vista la delibera consiliare n. 63 del 24 novembre 1998, riscontrata esente di vizi di legittimità dal CO.RE.CO. di Caltanissetta nella seduta del 28 gennaio 1999, con la quale si adotta la variante in oggetto;
Visti gli atti relativi alla pubblicazione della variante, ai sensi dell'art. 3 della legge regionale n. 71/78 e constatata la regolarità degli stessi;
Vista la certificazione del segretario generale datata 14 settembre 2000 in ordine alla pubblicazione della variante, ai sensi dell'art. 3 della legge regionale n. 71/78, dalla quale si evince che avverso detta delibera è pervenuta, entro i termini, una sola opposizione da parte della ditta Pagano Giuseppe;
Vista la delibera n. 28 del 22 giugno 2000 di esame delle opposizioni;
Visto il parere n. 173 del 7 novembre 2000, reso dal gruppo XXXI della D.R.U. ai sensi dell'art. 68 della legge regionale n. 10/99, che parzialmente si trascrive:
"...Omissis...
I suddetti atti sono relativi all'approvazione di una variante al vigente P.R.G. finalizzata alla realizzazione dell'ampliamento del liceo scientifico Leonardo da Vinci ad opera della Provincia regionale di Caltanissetta.
La previsione dell'ampliamento della struttura scolastica rientra tra quelle accolte dal voto C.R.U. n. 577 del 19 novembre 1997, relativo al nuovo P.R.G. che, a seguito di detto voto, si trova attualmente in fase di rielaborazione, il quale, originariamente, prevedeva per tale area le destinazioni di viabilità ed attrezzatura urbana.
A seguito della procedura di pubblicazione è stata presentata una sola opposizione da parte della ditta Pagano Giuseppe, proprietaria della particella n. 30, foglio 55, sulla quale insiste un capannone adibito a falegnameria, abusivamente realizzato nell'anno 1996 e pertanto non sanabile sulla base delle leggi attualmente in vigore. Poiché, con nota prot. n. 19561 del 4 agosto 1999 la Provincia regionale di Caltanissetta ha comunicato di non ritenere indispensabile l'occupazione della part. n. 30, in quanto le opere edili non ricadono su di essa e pertanto l'opera sarebbe comunque realizzabile, salvo prevedere una differente sistemazione esterna, il consiglio comunale di Niscemi con la delibera n. 28 del 22 giugno 2000 ha deliberato di non trattare l'opposizione della ditta Pagano Giuseppe, in quanto non interessa l'attuale progetto, mantenendo immutata la destinazione d'uso attualmente prevista dallo strumento urbanistico generale.
Alla luce di quanto sopra descritto, considerato che stando alle previsioni del P.R.G. vigente, approvato con decreto n. 117/74, l'area in oggetto ricade in zona C2, all'interno del piano particolareggiato Cp6, come del resto il liceo realizzato, e che relativamente al P.R.G. in rielaborazione, come detto prima, l'ampliamento della struttura scolastica rientra tra le previsioni accolte con il voto del C.R.U. n. 577/97; ritenuto che sussista un indubbio interesse della collettività alla realizzazione dell'opera pubblica di che trattasi, e che tuttavia essa vada inserita più correttamente nel quadro urbanistico generale, si propone di accogliere la variante urbanistica nei termini proposti dal comune di Niscemi, in quanto la soluzione adottata sembra essere quella che meglio contempera l'interesse pubblico all'ampliamento del liceo scientifico con il proseguimento dell'attività produttiva preesistente, lasciando al tempo stesso impregiudicata, in sede di formazione dello strumento urbanistico generale e in accordo con quanto prescritto dal voto C.R.U. n. 577/97 nell'accogliere la proposta di ampliamento, la possibilità di pervenire alla sistemazione definitiva dell'area dal punto di vista della viabilità di servizio e della sistemazione degli spazi esterni del liceo nonché della futura sistemazione in sede più idonea dell'insediamento produttivo.";
Ritenuto di poter condividere il superiore parere espresso dal gruppo XXXI/D.R.U. ai sensi dell'art. 68 della legge regionale n. 10/99;
Rilevato che la procedura seguita è conforme alla legge;

Decreta:


Art. 1

Ai sensi e per gli effetti della legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71 ed in conformità al parere espresso dal gruppo XXXI/D.R.U. n. 173 del 7 novembre 2000, è approvata la variante al piano regolatore di Niscemi, adottata con delibera consiliare n. 63 del 28 novembre 1998, relativa all'ampliamento del liceo scientifico Leonardo da Vinci.

Art. 2

Sono allegati al presente decreto per costituirne parte integrante i seguenti atti ed elaborati che vengono vistati e timbrati da questo Assessorato:
1)  delibera consiliare n. 63 del 24 novembre 1998, con allegati nn. 1, 2, e 3;
2)  delibera consiliare n. 28 del 22 giugno 2000;
3)  allegato 3bis;
4)  parere gruppo XXXI/D.R.U. n. 173 del 7 novembre 2000.

Art. 3

Il presente decreto sarà trasmesso al comune di Niscemi per l'esecuzione ed alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana per la pubblicazione integrale, con esclusione degli allegati.
Palermo, 7 marzo 2001.
  LO MONTE 

(2001.11.549)
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DECRETO 8 marzo 2001.
Autorizzazione del progetto dell'Ente nazionale per le strade per la realizzazione di lavori stradali nel comune di Reitano.

L'ASSESSORE PER IL TERRITORIO E L'AMBIENTE

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71 e successive modifiche ed integrazioni,
Viste le altri leggi nazionali e regionali regolanti la materia urbanistica ed, in particolare, l'art. 7 della legge regionale n. 65 dell'11 aprile 1981, come modificato dall'art. 6 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 15;
Visto l'art. 10 della legge regionale 10 aprile 1995 n. 40;
Visto il foglio n. 12433 del 20 ottobre 1997, con il quale l'Ente nazionale per le strade ha richiesto, ai sensi dell'art. 7 della legge regionale n. 65/81 e successive modifiche ed integrazioni, l'autorizzazione ai lavori di variante per l'ammodernamento della S.S. 117 dal Km. 10,000 al Km. 10,300 nel comune di Reitano (ME);
Vista la nota assessoriale n. prot. 439 del 20 gennaio 1998, con la quale l'amministrazione comunale di Reitano è stata invitata ad esprimere, ai sensi dell'art. 6 della legge regionale n. 15/91, il proprio avviso a mezzo di delibera consiliare;
Vista la deliberazione n. 16 del 25 febbraio 1998, trasmessa con foglio n. 418/1006 del 7 aprile 1998, con la quale il consiglio comunale di Reitano ha espresso, ai sensi dell'art. 6, legge regionale n. 15/91, il proprio avviso favorevole in ordine ai lavori di sistemazione ed ammodernamento della S.S. 117 nel tratto tra i Km. 10,000 e 10,300;
Vista la nota prot. n. 12871 del l2 luglio 2000, con la quale l'ufficio del Genio civile di Messina, ai sensi dell'art. 13 della legge n. 64 del 2 febbraio 1974, ha espresso parere favorevole in merito alla variante in argomento;
Visto il parere favorevole all'approvazione dei lavori in argomento espresso, ai sensi dell'art. 7 della legge n. 1497/39 come applicato dalla legge n. 431/85, dalla Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Messina con la nota prot. n. 9055 del 18 dicembre 1998;
Vista la nota prot. n. 27303 del 13 dicembre 1997, con la quale l'Ispettorato ripartimentale delle foreste di Messina, alle condizioni indicate nella stessa nota, ha autorizzato ai fini idrogeologici i lavori connessi alla realizzazione dell'opera in argomento;
Visto il parere n. 2 del 30 gennaio 2001, che parzialmente di seguito si riporta, espresso, ai sensi dell'art. 10 della legge regionale n. 40 del 10 aprile 1995, dal gruppo XXX della D.R.U. di questo Assessorato:
"...Omissis...
Considerato che:
-  Dalla lettura degli atti prodotti si evince che il progetto proposto è parte di un programma di interventi, alcuni dei quali già attuati, finalizzati all'ammodernamento della S.S. 117 che congiunge il comune di Reitano con il comune di Mistretta ed oltre;
-  Il progetto in argomento interessa il tratto compreso tra il Km. 10,000 ed il Km. 10,300 ricadente nel territorio comunale di Reitano;
-  Le opere previste, finalizzate al miglioramento della scorrevolezza della strada in quel tratto, riguardano la realizzazione di una galleria naturale e di n. 2 gallerie artificiali, una in direzione Reitano, l'altra in direzione Mistretta, contigue alla prima;
-  Il comune di Reitano ha espresso avviso favorevole sui lavori in argomento a mezzo delibera consiliare n. 16/98;
-  Sul progetto si sono espressi positivamente l'ufficio del Genio civile di Messina, la Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Messina e l'Ispettorato ripartimentale delle foreste di Messina;
-  La variante proposta risulta di modesta entità ed appare migliorativa dell'attuale tracciato stradale;
-  Le opere risultano compatibili con l'attuale assetto territoriale ed urbanistico del contesto interessato;
-  La procedura seguita risulta regolare.
Per quanto sopra, questo gruppo XXX è del parere che il progetto per l'ammodernamento della S.S. n. 117 tra il Km. 10,000 ed il Km. 10,300, proposto dall'Ente nazionale per le strade, sia meritevole dell'autorizzazione di cui all'art. 7 della legge regionale n. 65/81 e successive modifiche ed integrazioni;
Ritenuto di poter condividere il superiore parere espresso dal gruppo XXX della D.R.U. di questo Assessorato con il parere n. 02 del 30 gennaio 2001;
Rilevato che la procedura seguita è conforme alla legge;

Decreta:


Art. 1

Sono autorizzati, ai sensi delI'art. 7 della legge regionale n. 65 dell'11 aprile 1981 e successive modifiche ed integrazioni, in conformità al parere n. 02 del 30 gennaio 2001 reso dal gruppo XXX/D.R.U. di questo Assessorato in premessa riportato nonché alle condizioni avanzate dagli organi sopracitati, i lavori di variante per l'ammodernamento della S.S. n. 117 dal Km. 10,000 al Km. 10,300, ricadenti nel comune di Reitano (ME);

Art. 2

Fanno parte integrante del presente decreto e ne costituiscono allegati i seguenti atti che vengono vistati e timbrati da questo Assessorato:
 1)  parere n. 02 del 30 gennaio 2001 espresso dal gruppo XXX/D.R.U. Assessorato;
 2)  delibera di C.C. n. 16 del 25/02/98;
 3)  relazione;
 4)  corografia;
 5)  relazione geologico - tecnica;
 6)  planimetria generale;
 7)  profilo longitudinale;
 8)  sezioni trasversali;
 9)  sezioni tipo;
10)  galleria naturale - disegno d'insieme;
11)  galleria artificiale - disegno d'insieme;
12)  piano particellare;
13)  imbocchi - disegno d'insieme;
14)  carpenteria centina;
15)  galleria naturale - armatura rivestimento con tralicci;
16)  galleria naturale - particolare impermeabilizzazione;
17)  galleria naturale - armatura arco rovescio e muretta;
18)  berlinese - disegno d'insieme.

Art. 3

L'Ente nazionale per le strade S.p.A. resta onerato a richiedere, prima dell'inizio dei lavori, ogni eventuale ulteriore autorizzazione o nulla-osta necessari per l'esecuzione delle opere di che trattasi.

Art. 4

L'Ente nazionale per le strade S.p.A. ed il comune di Reitano sono onerati, ciascuno per le proprie competenze, degli adempimenti conseguenziali al presente decreto che, con esclusione degli atti ed elaborati, sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 8 marzo 2001.
  LO MONTE 

(2001.11.512)
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DISPOSIZIONI E COMUNICATI






PRESIDENZA

Nomina di un componente del consiglio della Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura di Catania.


Con D.P.Reg. n. 33/gr.VII/SG del 2 marzo 2001, il sig. Rosario Leonardi è stato nominato componente del consiglio della Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura di Catania in rappresentanza dell'Associazione degli industriali della Provincia di Catania nel settore industria.
Il medesimo cesserà dalla carica unitamente agli altri componenti nominati in sede di costituzione dell'organo effettuato con D.P.Reg. n. 22/gr.VII/SG del 9 febbraio 2001 per la durata di 4 anni decorrenti dall'insediamento del medesimo.
(2001.10.473)
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Ricostituzione del consiglio di amministrazione della Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane.


Con D.P. n. 34/gr.VII/SG del 2 marzo 2001, il consiglio di amministrazione della Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane C.R.I.A.S. è stato ricostituito per la durata di un quadriennio, ai sensi dell'art. 10 della legge regionale 14 settembre 1979, n. 212, nella seguente composizione:
-  dott. Di Bartolo Giovanni - presidente;
-  dott. Castiglione Salvatore - componente esperto;
-  dott. Faraci Marziano - componente esperto;
-  dott. Greco Giuseppe - componente esperto;
-  Scivoletto Antonino - componente esperto;
-  Bonura Salvatore - in rappresentanza della Confederazione nazionale artigiani (C.N.A.);
-  dott. Barone Antonio - in rappresentanza della Confartigianato (C.G.I.A.).
Svolge le funzioni di vice presidente del consiglio di amministrazione della C.R.I.A.S. il sig. Salvatore Bonura.
(2001.10.472)
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Autorizzazione alla commissione permanente di collaudo per le forniture oggetto d'acquisto da parte del l'Amministrazione regionale per l'elevazione del numero di sedute.


Con D.P. n. 35/gr.VII/SG del 2 marzo 2001, in deroga alle disposizioni di cui al D.P. n. 82 del 24 marzo 1995, la commissione permanente di collaudo per le forniture oggetto d'acquisto da parte dell'Amministrazione regionale di cui al decreto n. 4433 del 17 ottobre 2000 è stata autorizzata ad effettuare n. 14 sedute entro il 31 dicembre 2000.
(2001.10.490)
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Integrazione del consiglio di amministrazione dell'Istituto autonomo case popolari di Enna.


Con D.P. n. 36/gr.VII/SG del 2 marzo 2001, il consiglio di amministrazione dell'Istituto autonomo case popolari di Enna, ricostituito con il D.P. n. 30/gr.VII/SG del 7 febbraio 2000, è stato integrato dal dott. Dibilio Giuseppe quale rappresentante delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, ai sensi dell'art. 6, 3° comma, punto 4, della legge n. 865/71.
Lo stesso cesserà dalla carica alla data di scadenza del consiglio di amministrazione dell'Istituto autonomo case popolari di Enna.
(2001.10.491)
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Concessione al comune di Alì Terme di deroga per la localizzazione di una stazione di distribuzione di carburanti.


Con decreto del Presidente della Regione n. 38/Gr. IV/S.G. del 6 marzo 2001, è stata concessa al comune di Alì Terme la deroga a quanto previsto dall'art. 15, comma 1, lett. a), della legge regionale n. 78/76, ai sensi dell'art. 57 della legge regionale n. 71/78, per la localizzazione di una stazione di distribuzione di carburanti.
(2001.11.506)
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Concessione al comune di Torrenova di deroga per la realizzazione di una strada di accesso a un impianto di depurazione.


Con decreto del Presidente della Regione n. 39/Gr. IV/S.G. del 6 marzo 2001, è stata concessa al comune di Torrenova la deroga a quanto previsto dall'art. 15, comma 1, lett. a), della legge regionale n. 78/76, ai sensi dell'art. 57 della legge regionale n. 71/78, per la realizzazione della strada di accesso all'impianto di depurazione sito in contrada Zappulla.
(2001.11.504)
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Concessione al comune di Menfi di deroga per la realizzazione di opere previste dal piano regolatore del porto di Porto Palo.


Con decreto del Presidente della Regione n. 40/Gr. IV/S.G. del 6 marzo 2001, è stata concessa al comune di Menfi la deroga a quanto previsto dall'art. 15, comma 1, lett. a), della legge regionale n. 78/76, ai sensi dell'art. 57 della legge regionale n. 71/78, per la realizzazione delle opere previste dal piano regolatore del porto di Porto Palo.
(2001.11.505)
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Concessione al comune di Capo d'Orlando di deroga per la costruzione di un sottopassaggio.


Con decreto del Presidente della Regione n. 41/Gr. IV/S.G. del 6 marzo 2001, è stata concessa al comune di Capo d'Orlando la deroga a quanto previsto dall'art. 15, comma 1, lett. a), della legge regionale n. 78/76, ai sensi dell'art. 57 della legge regionale n. 71/78, per la costruzione di un sottopassaggio carrabile al Km. 141+127 della linea ferroviaria Palermo-Messina.
(2001.11.507)
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Istituzione del Comitato regionale di protezione civile.


Con decreto n. 13/urpc del 28 febbraio 2001 dell'Assessore delegato alla Presidenza ed alla protezione civile, è stato istituito, ai sensi e per gli effetti dell'art. 6 della legge regionale 31 agosto 1998, n. 14, il Comitato regionale di protezione civile.
(2001.10.492)
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Incarichi attribuiti e compensi corrisposti a componenti di commissioni, comitati, consigli e collegi operanti nell'Amministrazione regionale (art. 1, comma 8, legge regionale 11 maggio 1993, n. 15).


La Presidenza della Regione comunica, ai sensi dell'art. 1 della legge regionale 11 maggio 1993, n. 15, comma 8, che nell'anno 2000 sono stati corrisposti a componenti privati o pubblici di commissioni, comitati, consigli e collegi comunque denominati, per incarichi attribuiti per l'espletamento di compiti connessi all'Amministrazione della Regione, i compensi indicati nelle tabelle che seguono trasmessi dalle seguenti amministrazioni o enti:
-  Assessorato regionale degli enti locali;
-  Assessorato regionale dell'industria;
-  Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente.
(Si omettono le tabelle)


(2001.11.542)
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ASSESSORATO DELL'AGRICOLTURA E DELLE FORESTE

Provvedimenti concernenti costituzione di servitù d'acquedotto a favore del demanio della Regione siciliana, ramo agricoltura e foreste, su immobili siti nei comuni di Bagheria, Bolognetta e Misilmeri, per lavori di irrigazione nel comprensorio S. Leonardo Ovest, 3° lotto, comprensorio Eleuterio.

Cliccare qui per visualizzare i provvedimenti


Provvedimenti concernenti espropriazione permanente e definitiva a favore del demanio della Regione siciliana, ramo agricoltura e foreste, su immobili siti nei comuni di Bagheria e Misilmeri per lavori irrigui S. Leonardo Ovest, 3° lotto, comprensorio Eleuterio.


Cliccare qui per visualizzare i provvedimenti
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ASSESSORATO DEI BENI CULTURALI ED AMBIENTALI E DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

Ricostituzione della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Messina.


Ai sensi e per gli effetti dell'art. 140, terzo comma, del testo unico n. 490/99, è stata ricostituita, con decreto n. 5226 dell'1 marzo 2001 dell'Assessore per i beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione, per un quadriennio a decorrere dalla data dell'1 marzo 2001, la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Messina, composta da:
1)  Soprintendente pro tempore per i beni culturali ed ambientali di Messina;
2)  dott.ssa Angela Mazziotta, nata a Messina il 30 gennaio 1949, residente a Palermo, via Noto n. 34 - rappresentante regionale;
3)  sig. Carmelo Ardito, nato a Taormina il 25 gennaio 1959, residente a Taormina, via Gramsci n. 2 - rappresentante regionale;
4)  sig. Francesco Riccobono, nato a Patti il 22 aprile 1943, residente a Taormina, via Jollia Bassa n. 7 - rappresentante provinciale;
5)  sig. Letterio Alessandro, nato a Scaletta Zanclea il 18 febbraio 1937, residente a Messina, via S. Sebastiano n. 16 - rappresentante provinciale;
6)  sindaci pro-tempore dei comuni interessati dalle proposte di vincolo paesaggistico da esaminare nella seduta della commissione.
Detta commissione è integrata ai sensi di legge, di volta in volta, da un esperto in materia mineraria o da un rappresentante del Corpo forestale della Regione o da altri esperti, mentre le funzioni di segretario sono espletate da un dipendente della competente Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali.
(2001.12.587)
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ASSESSORATO DEL BILANCIO E FINANZE

Approvazione del contratto individuale di lavoro dei dirigenti generali presso l'Assessorato del bilancio e delle finanze.


L'Assessore per il bilancio e le finanze, con i decreti nn. 52 e 53 del 20 febbraio 2001, ai sensi degli artt. 9 e 13 della legge regionale 15 maggio 2000, n. 10, ha approvato i contratti individuali stipulati tra lo stesso on.le Nicolò Nicolosi, Assessore per il bilancio e le finanze, giusta decreti di delega del Presidente della Regione siciliana n. 722 e n. 730 del 20 febbraio 2001, e, rispettivamente, i dottori Giovannino Sapienza e Americo Cernigliaro cui sono stati conferiti gli incarichi di dirigenti generali dei Dipartimenti bilancio e tesoro e finanze e credito.
(2001.10.477)
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ASSESSORATO DELLA COOPERAZIONE DEL COMMERCIO, DELL'ARTIGIANATO E DELLA PESCA

Sostituzione del commissario liquidatore della società cooperativa Jolly Trasporti, con sede nel comune di Gravina di Catania.


Con decreto dell'Assessore per la cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca n. 233/I/VII del 21 febbraio 2001, l'avv. Salvatore Carroccio, nato a Messina il 6 dicembre 1967 e residente in Messina, via S.S. 114, km. 4,200, n. 88, è stato nominato commissario liquidatore della società cooperativa Jolly Trasporti, con sede nel comune di Gravina di Catania, in sostituzione del commissario liquidatore, avv. Francesco Mirabella.
(2001.10.450)
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Conferimento di ulteriori competenze al commissario ad acta della Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane.

Con decreto n. 278 del 7 marzo 2001 dell'Assessore per la cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca, al dr. Salvatore Lanzetta, dirigente in servizio presso l'Assessorato della cooperazione, del commercio, dell'artigianato e della pesca e commissario ad acta presso la CRIAS, sono stati conferiti ulteriori incombenze da trattare presso l'ente.
(2001.10.494)
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ASSESSORATO DEI LAVORI PUBBLICI

Assunzione di impegno per l'esecuzione di lavori urgenti nel comune di Palermo.

Con decreto n. 2738 del 27 dicembre 2000, l'Assessore per i lavori pubblici, facendo riserva di approvare con successivo provvedimento la relativa perizia redatta dall'ufficio del Genio civile di Palermo ai sensi dell'art. 70 del R.D. n. 350/1895, ha assunto l'impegno di L. 356.970.298 sul capitolo 70301, esercizio finanziario 2000, per l'esecuzione dei lavori di somma urgenza di ripristino della sezione idraulica del canale Badame tratto compreso tra la via Paruta e immissione nel canale Boccadifalco nel comune di Palermo, esondato a seguito del nubrifagio del 9 settembre 2000.
(2001.10.469)
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ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

Approvazione del progetto relativo ad una stalla sociale in contrada Stagliata nel comune di Cerami.

Con decreto n. 61/D.R.U. del 6 febbraio 2001 dell'Assessore per il territorio e l'ambiente, è stato approvato, ai sensi dell'art. 1, 5° comma, della legge n. 1/78, così come recepito dall'art. 4 della legge regionale n. 35/78, il progetto relativo a stalla sociale in contrada Stagliata in variante al programma di fabbricazione del comune di Cerami e descritto negli elaborati allegati al provvedimento.
(2001.10.464)
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Nulla osta al comune di Randazzo per la realizzazione di lavori di urbanizzazione primaria.

L'Assessore per il territorio e l'ambiente, con decreto n. 68/IX del 22 febbraio 2001, ha concesso il nulla osta, con prescrizioni al comune di Randazzo, ai sensi dell'art. 30 della legge regionale n. 10/93 e successive modifiche ed integrazioni, al progetto dei lavori di urbanizzazione primaria in contrada San Lorenzo nel comune di Randazzo.
(2001.10.460)
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Provvedimenti concernenti nulla osta per impianti di cave.


Con decreto n. 70/41 del 23 febbraio 2001, l'Assessore per il territorio e l'ambiente ha reso positivamente il giudizio di compatibilità ambientale, ai sensi dell'art. 5 del D.P.R. 12 aprile 1996 e ha contestualmente concesso alla ditta Minutella Mariano, con sede in Geraci Siculo, via G. Falcone n. 23, il nulla osta ex art. 5 della legge regionale n. 181/81 per il rinnovo dell'autorizzazione alla coltivazione della cava di calcare sita in contrada S. Giorgio di Geraci Siculo.
(2001.10.455)


Con decreto n. 71/41 del 26 febbraio 2001, l'Assessore per il territorio e l'ambiente ha rilasciato il nulla osta all'impianto, ai sensi dell'art. 5 della legge regionale n. 181/81, alla ditta Montesano Giacomo & Purrazzo Antonino, con sede legale in Capizzi, per l'apertura di una cava di sabbia in contrada Raffo nel territorio del comune di Cerami (EN).
(2001.10.458)


Con decreto n. 76/41 del 27 febbraio 2001, l'Assessore per il territorio e l'ambiente ha rilasciato il nulla osta all'impianto, ai sensi dell'art. 5 della legge regionale n. 181/81, alla ditta Comisana Lapidei s.r.l. c/o Cuglietta A., con sede legale in Comiso, per l'ampliamento di una cava di calcare in contrada Sucarella-Canicarao nel territorio del comune di Comiso.
(2001.10.454)


Con decreto n. 77/41 del 27 febbraio 2001, l'Assessore per il territorio e l'ambiente ha rilasciato il nulla osta all'impianto, ai sensi dell'art. 5 della legge regionale n. 181/81, alla ditta Katana Trasporti s.r.l., con sede legale in Catania, per l'attivazione di una cava di sabbia in contrada Panano nel territorio del comune di Carlentini.
(2001.10.453)
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Aggiornamento dell'autorizzazione alla ditta Smari s.r.l., con sede in Siracusa, per la discarica sita nel comune di Melilli.


Con decreto n. 96/X del 2 marzo 2001, l'Assessore per il territorio e l'ambiente ha aggiornato, ai sensi dell'art. 57, comma 4, del decreto legislativo n. 22/97, il proprio decreto n. 366/10 dell'11 giugno 1993 di autorizzazione alla ditta Smari s.r.l., con sede legale in viale Scala Greca n. 284 - Siracusa, per la discarica di 2ª cat. tipo A sita in località Petraro del comune di Melilli.
(2001.10.457)
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CIRCOLARI





PRESIDENZA


CIRCOLARE COMMISSARIALE 13 aprile 2001, prot. n. 3800.
Progetti finalizzati al sostegno dell'informazione, sensibilizzazione e partecipazione delle popolazioni locali alle attività di raccolta differenziata nei comuni dell'Isola.

Alle Amministrazioni dei comuni dell'Isola
e, p.c.  Alle Province regionali dell'Isola 

Ai Prefetti dell'Isola
Al Ministero dell'Ambiente
Con disposizione commissariale n. 190 del 17 ottobre 2000 l'Assessore regionale per il territorio e l'ambiente, on.le Carmelo Lo Monte, è stato nominato Vice Commissario per l'attuazione degli interventi diretti a fronteggiare la situazione d'emergenza determinatasi nel settore dei rifiuti nella Regione siciliana, in attuazione delle disposizioni contenute nelle ordinanze del Ministero dell'interno n. 2983 del 31 maggio 1999, n. 3048 del 31 marzo 2000 e n. 3072 del 21 luglio 2000.
Il superamento dell'emergenza può essere perseguito attraverso uno sviluppo delle azioni di contenimento dei rifiuti, di attuazione della raccolta differenziata di selezione e recupero energetico.
Nel documento delle Priorità degli interventi per l'emergenza rifiuti, approvato con decreto commissariale n. 150 del 25 luglio 2000, sono stati individuati gli interventi prioritari per il periodo transitorio dell'emergenza, la cui durata è prevista in ventiquattro mesi.
Nel P.I.E.R. è stata, altresì, prevista l'opportunità di avviare, nello stesso periodo di emergenza, un'adeguata campagna di informazione e di educazione ambientale per sostenere la raccolta differenziata.
Più specificatamente è stata rilevata la necessità di prevedere una raccolta differenziata "spinta" attraverso la raccolta generalizzata del porta a porta, l'avvio di corsi mirati e calibrati di formazione del personale ai vari livelli sul nuovo "sistema", sostenuta da un'adeguata attività di comunicazione, informazione, sensibilizzazione, coinvolgimento dei cittadini in generale e di specifici segmenti della popolazione.
In questa fase, si ritiene opportuno corredare le iniziative già avviate del necessario momento di informazione e sensibilizzazione rivolto alle popolazioni locali, invitando i comuni dell'Isola a predisporre appositi progetti di comunicazione e sensibilizzazione delle popolazioni locali.
Pertanto, i comuni con popolazione inferiore a 10 mila abitanti, che abbiano già presentato la scheda di rilevamento per la raccolta differenziata per il 2000, ai sensi della circolare commissariale n. 5333 del 27 settembre 2000 e che abbiano raggiunto nel mese di aprile del 2001, almeno il 2% di raccolta differenziata, potranno presentare istanza di co-finanziamento, per iniziative di informazione, sensibilizzazione e partecipazione delle popolazioni locali alle attività di raccolta differenziata.
I comuni proponenti possono utilizzare, mediante appositi accordi che ne definiscono le modalità, anche risorse finanziarie diverse da quelle proprie o da quelle della struttura commissariale per finanziare le attività di progetto.
Il co-finanziamento concesso dall'ufficio del Commissario per l'emergenza rifiuti non può superare l'80% del costo ammissibile del progetto e comunque non potrà essere superiore a L. 50.000.000 I.V.A.inclusa. Ove il progetto presentato sia di importo superiore, l'Ente proponente deve avere già identificato, al momento dell'inoltro dell'istanza di finanziamento, le risorse necessarie per la copertura finanziaria del progetto, documentando gli accordi raggiunti con eventuali co-finanziatori.
L'istanza di cui sopra dovrà essere corredata della seguente documentazione:
1) progetto, debitamente approvato dall'U.T.C. ai fini della congruità dei prezzi, predisposto secondo quanto previsto dalle linee guida, consultabili sui siti web www.artasicilia.net e www.regione.sicilia.it/ Ufficio del Commissario per l'emergenza rifiuti e presso l'Ufficio del Vice Commissario sito nei locali dell'Assessorato del territorio e dell'ambiente;
2) provvedimento di approvazione del progetto con il quale viene assunto l'impegno di spesa a carico del bilancio comunale per la quota parte.
L'istanza corredata della documentazione richiesta dovrà pervenire entro il 18 maggio 2001, per posta o a mano in busta chiusa con l'indicazione "Progetto di informazione, sensibilizzazione e partecipazione delle popolazioni locali alle attività di raccolta differenziata" al seguente indirizzo: Ufficio del Vice Commissario per l'emergenza rifiuti in Sicilia, c/o Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente, via Ugo La Malfa, 169 - 90146 Palermo.
Si fa presente che i progetti presentati dai comuni con popolazione inferiore a 10 mila abitanti saranno esaminati e finanziati secondo l'ordine cronologico di arrivo e secondo le disponibilità finanziarie della struttura commissariale.
I comuni con popolazione superiore a 10 mila abitanti, al fine di consentire all'Ufficio del Commissario delegato per l'emergenza rifiuti di predisporre mirate iniziative di comunicazione e sensibilizzazione, sono invitati a fare pervenire una scheda informativa sulle attività di raccolta differenziata già avviate, entro il 10 giugno 2001, all'indirizzo di cui sopra.
  Il Vice Commissario per l'emergenza rifiuti: LO MONTE 

(2001.16.802)
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ASSESSORATO DELLA SANITA'


CIRCOLARE 27 marzo 2001, n. 1047.
Lotta contro le infezioni ospedaliere; elementi oggetto di valutazione per la verifica del raggiungimento degli obiettivi.

Ai direttori generali delle Aziende ospedaliere
Ai direttori generali delle Aziende U.S.L.
Ai direttori sanitari delle Aziende ospedaliere
Ai direttori sanitari delle Aziende U.S.L.
Ai direttori sanitari dei Policlinici
Nel richiamare la circolare n. 1034/2000, si riportano gli obiettivi per l'attuazione nelle Aziende U.S.L. e nelle Aziende ospedaliere dei programmi di sorveglianza e controllo delle infezioni in oggetto e gli elementi che saranno oggetto di valutazione per la verifica del raggiungimento di tali obiettivi per il corrente anno.
Obiettivo: istituzione in seno all'Azienda di una organizzazione finalizzata alla riduzione del rischio di infezioni endemiche od epidemiche di origine nosocomiale nei ricoverati, negli operatori sanitari e nei visitatori. Approntamento di linee guida e di adeguati protocolli.
Elementi di valutazione per la verifica del raggiungimento dell'obiettivo:
-  atto deliberativo di costituzione del C.I.O. e del gruppo operativo in base a quanto previsto dalla già citata circolare assessoriale n. 1034/2000;
-  atti idonei ad accertare l'esistenza di un razionale coordinamento, in grado di garantire un organico collegamento tra le attività del C.I.O., dei dipartimenti, della direzione medica di presidio e del servizio protezione e prevenzione, finalizzato all'utilizzo comune delle risorse;
-  verbali che documentino riunioni almeno trimestrali del C.I.O. e quindicinali del gruppo operativo;
-  definizione per il corrente anno dei programmi e dei meccanismi di sorveglianza delle I.O., nonché delle strategie di lotta;
-  verifica entro il mese di novembre dello stato degli interventi;
-  attuazione di programmi di formazione del personale;
-  predisposizione di distinte linee guida per:
a)  l'esecuzione degli interventi di pulizia, di disinfezione e di sterilizzazione;
b)  il controllo di qualità del materiale sterile;
c)  il trattamento delle esposizioni accidentali a liquidi biologici;
d)  l'utilizzo degli antibiotici a scopo di profilassi;
e)  il trasporto e la conservazione dei liquidi biologici;
f)  l'attuazione delle misure di isolamento in ospedale;
g)  il controllo delle infezioni nosocomiali delle vie urinarie;
h)  il controllo delle infezioni della ferita chirurgica;
i)  il controllo delle polmoniti nosocomiali;
l)  il controllo delle batteriemie;
m)  la identificazione, in funzione dei vari compiti, dei presidi protettivi (camici, guanti, mascherine, ecc.) ed il relativo controllo in ordine all'approvvigionamento;
n) la distribuzione e la raccolta della biancheria;
o)  per la gestione dei rifiuti solidi ospedalieri;
p)  la sorveglianza delle cucine e della ristorazione secondo la metodologia HACCP.
Obiettivo: attuazione di interventi intesi a ridurre il rischio di infezioni nosocomiali endemiche od epidemiche nei ricoverati, negli operatori sanitari e nei visitatori.
Elementi di valutazione per la verifica del raggiungimento dell'obiettivo:
-  approntamento di criteri per definire le infezioni ospedaliere;
-  predisposizione metodologie per la raccolta dei dati e per il relativo controllo di qualità;
-  dimostrazione dell'utilizzo dei dati ottenuti per indurre cambiamenti necessari al miglioramento dell'attività assistenziale;
-  esecuzione di accertamenti microbiologici finalizzati ad orientare l'attività della Commissione preposta all'approntamento e revisione del prontuario terapeutico riguardo a:
a) spettri di resistenza per microrganismo;
b) frequenza di isolamenti di microrganismi multiresistenti;
-  adozione di appositi protocolli intesi a consentire in caso di epidemie di svolgere indagini atte ad individuare, quando possibile, l'origine umana od ambientale dell'infezione e ad ipotizzare le modalità di trasmissione;
-  valutazione almeno annuale dei requisiti igienico strutturali (inclusa pulizia e disinfezione) dell'intero presidio al fine della prevenzione del rischio infettivo;
-  valutazione almeno tre volte l'anno dei requisiti igienico strutturali (inclusa pulizia e disinfezione) delle singole unità operative al fine della prevenzione del rischio infettivo.
Si precisa che gli elementi di valutazione accennati dovranno essere trasmessi entro, e non oltre, il 20 dicembre p.v. e che questo Assessorato è disponibile a fornire ogni possibile supporto informativo ed organizzativo alle Aziende che ne faranno richiesta attraverso il Gruppo di lavoro interistituzionale appositamente costituito (nota n. 2982 del 24 agosto 2000).
Nel richiamare la circolare del 2 novembre 2000, n. 1034 si riportano, di seguito, alcune direttive in tema di prevenzione e lotta delle infezioni ospedaliere.
1. PREMESSA
Come è noto vengono comunemente definite infezioni ospedaliere (Hospital Acquired Infection, HAI) quelle infezioni che insorgono durante il ricovero in ospedale, o in alcuni casi dopo la dimissione, e che non erano manifeste clinicamente, né in incubazione, al momento del ricovero, avvenuto per tutt'altra causa. Tali infezioni colpiscono i soggetti ospedalizzati, ma possono interessare, anche se meno frequentemente, il personale d'assistenza od altre figure che a vario titolo frequentano l'ambiente ospedaliero (studenti, personale volontario, ecc.).
Per avere contezza delle dimensioni del fenomeno "infezioni ospedaliere" basta accennare che, negli studi condotti in vari Paesi, l'incidenza di tali patologie riscontrata tra i ricoverati risulta compresa tra il 5 ed il 10% a seconda della specialità, della natura delle pratiche diagnostiche e terapeutiche e dell'applicazione dei programmi di controllo.
In Italia i risultati dello studio SIPIO (Studio italiano di prevalenza delle infezioni ospedaliere) condotto dall'Istituto superiore di sanità, su un totale di 34.577 pazienti, hanno evidenziato un tasso di prevalenza di pazienti infetti del 6,8%. Nell'ambito della ricerca, il 30,2% del totale delle infezioni ospedaliere si è manifestato a carico del tratto urinario, seguono le infezioni dell'apparato respiratorio (17,4% basse vie respiratorie e 7,1% alte vie respiratorie), le infezioni delle ferite chirurgiche (13,7%) e, quindi, le infezioni dell'apparato gastrointestinale (8,9%).
Trattasi di dati estremamente allarmanti, tenuto conto dei rilevanti riflessi sanitari (disabilità temporanee o permanenti, mortalità) e del consistente aggravio della spesa sanitaria conseguente all'aumento dei tempi di degenza, nonché degli esami diagnostici e degli interventi terapeutici aggiuntivi, così come dei costi a carico dei servizi territoriali, una volta dimesso il paziente.
Come è noto, responsabili di tali patologie possono essere microrganismi patogeni tradizionali - che, oltre ai pazienti, possono colpire anche il personale di assistenza - e microrganismi opportunisti, di regola non patogeni o scarsamente patogeni, responsabili di infezioni ospedaliere nei soggetti ricoverati che presentano una compromissione delle difese organiche.
Circa le fonti di infezione di regola si fa riferimento a due classi: esogene ed endogene.
Fonti di infezione endogena
Sono rappresentate da sedi del corpo umano di regola colonizzate dai microrganismi, esempio cute, naso, cavità orale, tratto genito-urinario, all. 1).
Fonti di infezione esogena
Comprendono, in particolare:
a) l'ambiente (inteso come superfici, pavimenti, pareti e suppellettili): alberga, di regola, microrganismi considerati non patogeni e difficilmente rappresenta una sorgente di infezione a meno che non vengano disattese le norme igieniche di base;
b) l'aria contaminata prevalentemente dal personale che soggiorna nell'ambiente; ovviamente la carica batterica ambientale risulta proporzionale al numero delle persone presenti in quel determinato ambiente;
c) il personale: le mani del personale rappresentano un serbatoio potenziale di infezioni, infatti, se il lavaggio non è stato sufficientemente curato, la flora batterica residente o temporanea può essere trasferita al paziente in caso di puntura o rottura dei guanti, evento non raro. Anche la cute di aree diverse dalle mani (capelli, barba, ecc.) può rappresentare una fonte di infezione per dispersione di particelle cutanee veicolanti microrganismi. Va notato, inoltre, che i microrganismi che colonizzano le narici e l'orofaringe del personale di assistenza possono essere espulsi sotto forma di droplets nuclei. Gli studi epidemiologici hanno dimostrato che in molti casi, il portatore del ceppo epidemico non lavorava a diretto contatto col paziente, non operava nel campo sterile o addirittura era stato presente in sala immediatamente prima dell'intervento, ma non durante.
2. GRUPPO OPERATIVO
A parziale modifica di quanto indicato nella circolare n. 1034 del 2.11.2000 il responsabile del gruppo operativo è il direttore della Direzione sanitaria del presidio ospedaliero.
3. RACCOMANDAZIONI CIRCA LA RAZIONALE UTILIZZAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI PER LA TERAPIA E LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI
3.1. Terapia chemioantibiotica
Gli antibiotici costituiscono la classe di farmaci più utilizzata in ospedale, anche perché il loro impiego non sempre risulta appropriato riguardo alla reale indicazione, alla scelta, alla posologia, alla durata ed al costo. Tale motivazione, nonché la pressione selettiva che essi esercitano, spiegano ampiamente lo sviluppo di microrganismi antibioticoresistenti e l'insorgenza di superinfezioni che inducono al ricorso a nuove formulazioni antibiotiche, in genere più costose ed a volte meno sicure.
Il costo per paziente affetto da batteri resistenti agli antibiotici, in termini di prolungamento del ricovero, sofferenze, insuccesso di operazioni ed eventualmente decesso, in caso di infezione incurabile, è evidente. Più difficile, invece, è la stima del costo per la società nel suo insieme. Vari lavori sull'argomento, tuttavia, portano alla conclusione che, per quanto l'impatto negativo sul piano economico e sanitario non possa essere quantificato con precisione, la resistenza agli antibiotici costituisce un problema sanitario grave ed un cospicuo onere per la società sotto il profilo economico.
In relazione a quanto precede, si rende necessaria l'adozione di valide iniziative rivolte al corretto impiego di tali presidi, con particolare riferimento alle peculiari indicazioni, alla scelta dei principi attivi e delle preparazioni, all'analisi ed alla valutazione dei consumi per costo e qualità, all'adozione di linee guida per l'esecuzione degli antibiogrammi, alla sorveglianza dell'andamento delle resistenze ed all'osservazione immediata o retrospettiva delle modalità di impiego degli antibiotici per specifici problemi o molecole.
A tale proposito potrebbero essere utili i seguenti criteri operativi distinti, a seconda se trattasi di terapia mirata o non mirata:
-  la terapia mirata (la più razionale almeno in linea teorica) comporta l'isolamento tempestivo e la identificazione del microrganismo in causa, nonché l'esecuzione dell'antibiogramma per la scelta dell'antibiotico più attivo;
-  la terapia non mirata è indicata allorquando la sede od il tipo di infezione non consentono l'attesa o impediscono gli esami microbiologici. In questo caso la scelta dell'antibiotico va attuata sulla base di criteri di razionalità tenendo conto che:
-  la sede dell'infezione può fornire, con buone probabilità, informazioni sull'agente eziologico e di conseguenza indicazioni sugli antibiotici in genere più attivi sui microrganismi in causa;
-  i dati epidemiologici locali (infezioni prevalenti e pattern di sensibilità/resistenza corrente) assumono un ruolo importante per la decisione dell'antibiotico da impiegare anche rispetto alle evidenze riportate in letteratura.
Queste informazioni consentono di istituire una terapia ragionata, semplice od in associazione, che verrà, ove necessario, modificata in senso mirato qualora siano disponibili i dati microbiologici di identificazione e di sensibilità in vitro, purché questi siano in buon accordo con i rilievi clinici che costituiscono, in ogni caso, l'elemento di giudizio prevalente.
Da evitare, comunque, fatta eccezione per i pazienti neutropenici, le terapie ad ampio spettro (di copertura), che inducono la selezione di germi multiresistenti, difficili da trattare.
3.2. Profilassi antibiotica
La profilassi antibiotica trova indicazione in assenza di infezione in corso, allo scopo di prevenirne l'insorgenza e la successiva diffusione.
Tenuto conto che in ambito ospedaliero una quota consistente di antibiotici viene utilizzata a scopo profilattico in maniera non sempre giustificata, occorre individuare precise indicazioni di impiego e tra queste:
-  probabilità effettiva di rischio infettivo, connesso a situazioni epidemiologiche obiettive (possibilità di contagio, ecc.) e/o gravi situazioni soggettive di maggiore suscettibilità alle infezioni (malattie debilitanti, diminuzione delle difese naturali, ecc.);
-  presumibile coinvolgimento di germi noti;
-  possibilità concreta che il prodotto somministrato con fini profilattici sia in grado di essere efficace, cioè capace di esercitare un'azione antibatterica valida.
Ciò, anche in considerazione che l'impiego di antibiotici comporta, di per sé, effetti indesiderati connessi alla tossicità dei farmaci, e favorisce l'induzione di resistenze batteriche e di superinfezioni batteriche e micotiche, rischi che risultano maggiori in presenza di associazioni poliantibiotiche prolungate nel tempo.
Tali considerazioni, per conseguenza, inducono a consigliare l'uso di antibiotici a scopo preventivo soltanto in presenza di valida indicazione ed, in ogni caso, sempre per periodi molto ridotti e con prodotti che abbiano:
-  la più bassa tossicità possibile;
-  un'ottima farmacocinetica;
-  assente o ridotta influenza sulla flora batterica intestinale;
-  basso costo.
Alla luce di tali esigenze, il C.I.O., integrato da tutti i primari del presidio ospedaliero, dovrà curare la formulazione di una lista selettiva di antibiotici ed un piano per la loro ragionata utilizzazione a fini terapeutici.
4. LE I.O. IN ALCUNI REPARTI A RISCHIO
4.1.  Infezioni operatorie
Nell'ambito delle I.O. un posto di rilievo è occupato dalle infezioni operatorie, oggi definite del sito chirurgico, per gran parte acquisite in sala operatoria, al momento dell'intervento.
Le aree del sito chirurgico, o contigue, costituiscono le fonti più frequenti di infezioni; S. aureus e Stafilococchi coagulasi negativi, largamente rappresentati tra la flora residente cutanea, sono i patogeni più frequentemente isolati nelle infezioni che seguono gli interventi puliti poiché vengono inoculati direttamente nel sito operatorio durante l'incisione cutanea o le manovre successive. Non è escluso, tuttavia, che gli stessi microrganismi possono migrare da sedi più lontane.
Ovviamente, negli interventi cosiddetti sporchi la flora residente delle vie respiratorie, gastrointestinali e genito-urinarie può direttamente contaminare il sito operatorio, così come infezioni distanti possono diffondere per via linfo-ematica.
Tra le fonti esogene di infezione da notare il personale sanitario ed i visitatori, nonché le attrezzature sanitarie e le strumentazioni, e, più genericamente, l'ambiente ospedaliero
In particolare, tra i comportamenti a rischio del personale che a qualunque titolo entra in sala operatoria, vanno sottolineate la non scrupolosa osservanza delle routinarie norme di asepsi, come il mancato uso di tute, zoccoli, mascherina e cuffia, o l'utilizzo di fiale multidose senza appropriata asepsi, ed ancora il non ortodosso impiego di materiali monouso, e la mancata pulizia e disinfezione delle apparecchiature dopo ciascun intervento.
4.2. Infezioni delle basse vie respiratorie (P.O.)
Le infezioni delle basse vie respiratorie, o polmoniti ospedaliere (P.O.), di regola, sono dovute a microrganismi di derivazione comunitaria, che si trasmettono con meccanismi simili a quelli che si verificano in qualunque comunità, ed a microrganismi di derivazione nosocomiale che colpiscono, di regola, pazienti in gravi condizioni cliniche, ricoverati in reparti di terapia intensiva od esposti ad apparecchiature di respirazione assistita in occasione di interventi chirurgici.
Le fonti di infezione nelle P.O. sono riferibili ai pazienti stessi, alle attrezzature respiratorie, al personale di assistenza, ad altri pazienti infetti ed all'ambiente ospedaliero.
In particolare, le infezioni endogene, di norma, sono secondarie alla colonizzazione orofaringea indotta da tutta una serie di condizioni cliniche (es. rigurgito gastrico, gravità della patologia di base, ecc.), favorita da interventi assistenziali (es. intubazione, alimentazione enterale che per proprio conto agevola il rigurgito, ecc.) che portano ad un trauma dell'epitelio, alla modifica della flora orale, ecc.
Tra le fonti di infezioni esogene da notare, innanzitutto, la ventilazione meccanica, con particolare riferimento ai circuiti respiratori, alla condensa che si crea nei circuiti, all'utilizzo di nebulizzatori per la somministrazione di farmaci, al tubo endotracheale, all'umidificatore. Altre fonti di infezione sono rappresentate: dagli spirometri, quando il boccaglio ed il circuito non vengono adeguatamente detersi e disinfettati subito dopo l'uso; dall'inalazione di aerosol contaminati nelle incubatrici, nelle tende con sistema di umidificazione e negli umidificatori ambientali; dal personale di assistenza, principalmente attraverso le mani; da altri pazienti infetti.
4.3. Infezioni delle vie urinarie (IVU)
Le infezioni delle vie urinarie, benché rappresentino un quadro nosografico a decorso il più delle volte benigno e molto spesso asintomatico, possono causare l'insorgenza di batteriemia secondaria, con una frequenza che va dallo 0,5% al 2-4% dei soggetti, con elevati tassi di mortalità conseguenti a tale complicanza.
L'associazione tra cateterismo vescicale ed incidenza di IVU è un dato ormai largamente accettato: complessivamente si può ritenere che l'80% delle IVU sia associata all'uso del catetere e che il restante 20% si verifichi in seguito ad altre manovre invasive sul tratto urogenitale. Tenuto conto che l'incidenza della batteriuria è compresa tra il 3 ed il 10% per ogni giorno di cateterizzazione uretrale, ne consegue che la durata della cateterizzazione rappresenta uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di tale complicanza.
5.  NORME DI PREVENZIONE DELLE I.O.
In base alle attuali conoscenze sul meccanismo di trasmissione delle I.O. ed alla disponibilità di misure efficaci ad interrompere la catena contagionistica, al giorno d'oggi, tali patologie, per una buona percentuale (circa il 30%), possono essere considerate prevenibili.
In particolare, le misure di prevenzione risultano maggiormente efficaci nei pazienti a basso rischio e nei casi in cui gli interventi assistenziali giocano un ruolo determinante; è il caso delle infezioni urinarie o della ferita chirurgica, le polmoniti post-operatorie e le batteriemie, frequentemente associate a cateteri intravascolari.
Risultano meno prevenibili, invece, le infezioni delle basse vie respiratorie ascrivibili alla flora endogena del paziente.
Precisato che misure preventive possono essere ricavate dalle linee-guida pubblicate dai CDC, nell'allegato 2) sono riportate alcune direttive e prescrizioni utili al personale sanitario medico e non medico ai fini dell'approntamento di appositi protocolli operativi.
6.  DISINFETTANTI (USO E PRECAUZIONI)
Richiamata la circolare assessoriale n. 488 del 17 maggio 1988, che in parte deve essere integrata con i nuovi prodotti introdotti in commercio nel corso del tempo, si riportano di seguito alcune prescrizioni circa l'uso corretto dei disinfettanti, con la precisazione che non è disponibile un unico disinfettante in grado di soddisfare contemporaneamente tutte le esigenze (es. rapidità di azione, bassa tossicità, elevata efficacia, alto potere di penetrazione, assenza di effetto deteriorante sui substrati, ecc.); è possibile, invece, ottenere i risultati desiderati dando al disinfettante la sua giusta collocazione per quanto riguarda le indicazioni, la natura dei materiali su cui deve espletare la sua azione, la tipologia e la entità della carica microbica:
-  i disinfettanti non vanno utilizzati quando l'obiettivo è la sterilizzazione;
-  tutte le superfici da disinfettare, preventivamente, vanno accuratamente deterse ed asciugate, o lasciate asciugare nel caso dei pavimenti;
-  dopo la disinfezione non risciacquare le superfici trattate per consentire al prodotto di svolgere un'azione residua; solo i presidi da utilizzare sul paziente (es. endoscopi, termometri) devono essere accuratamente risciacquati ed asciugati dopo il trattamento;
-  tutti i disinfettanti devono essere utilizzati rispettando le concentrazioni previste per il suo peculiare impiego; concentrazioni inferiori possono compromettere l'efficacia del prodotto, mentre concentrazioni superiori non ne accentuano l'efficacia, anzi possono comportare l'alterazione del substrato od essere causa di nocumento per il personale;
-  nell'utilizzo dei disinfettanti devono essere scrupolosamente seguite le modalità d'uso (relative al tempo di contatto, al PH del substrato, alla temperatura, al prodotto utilizzato per la diluizione, ecc.) riportate per ciascun prodotto o consigliate dal servizio farmaceutico;
-  i disinfettanti possono essere travasati, ove necessario, nei contenitori indicati dalla farmacia o dalle case produttrici. Le confezioni devono essere mantenute perfettamente chiuse, al riparo dalla luce o da fonti di calore; i disinfettanti vanno prelevati con scrupolo dalle confezioni originali al fine di evitare l'insudiciamento del prodotto;
-  la diluizione dei disinfettanti deve essere eseguita rispettando le indicazioni della casa produttrice o della farmacia.
7. CONTROLLI MICROBIOLOGICI (all. 3)
Con la necessaria puntualizzazione che la sorveglianza clinica nei ricoverati costituisce l'impegno prioritario nei programmi di controllo delle I.O., il laboratorio di microbiologia può rappresentare al giorno d'oggi un valido ausilio a portata di tutti gli ospedali.
Le indagini microbiologiche, con frequenza routinaria, sono indicate in particolare per il controllo biologico degli impianti di sterilizzazione e dei prodotti approntati localmente (liquidi di dialisi, liquidi per iperalimentazione, unità di sangue, latte per neonati e prodotti per l'alimentazione parenterale).
Altre indicazioni riguardano:
-  in caso di eventi epidemici, l'isolamento dell'agente responsabile e l'individuazione delle possibili fonti di infezione sui pazienti e sul personale sanitario;
-  l'isolamento periodico di eventuali microrganismi antibioticoresistenti ai fini della definizione di una politica degli antibiotici in ospedale;
-  l'identificazione di singoli casi di infezioni addebitabili a microrganismi sentinella frequentemente associati a diffusione epidemica con lo scopo di attuare, con tempestività, le necessarie misure preventive;
-  i controlli mirati di sterilità sul materiale sanitario o su prodotti commerciali dichiarati sterili.
I controlli biologici delle superfici degli ambienti, delle apparecchiature e delle suppellettili vanno eseguiti solo in presenza di precise esigenze epidemiologiche, previa preventiva consultazione del microbiologo.
8. CONTROLLI ISPETTIVI ED INTERVENTI EDUCATIVI
L'attività di prevenzione delle infezioni ospedaliere deve essere integrata da una costante attività di vigilanza su tutti gli ambienti nosocomiali da parte del dirigente medico di presidio e del medico competente, quest'ultimo per quanto riguarda la prevenzione delle patologie correlate all'attività lavorativa.
Direzione medica e medico competente dovranno curare, altresì, la formazione continua e l'aggiornamento del personale attraverso tutta una serie di iniziative, e tra queste:
-  incontri periodici durante i quali vengono analizzate le motivazioni alla base degli interventi decisi;
-  sessioni dimostrative finalizzate alla razionale esecuzione di alcune tecniche;
-  visite ai reparti intese a fornire al personale supporto e consulenza su specifici problemi insorti nell'adozione delle misure concordate;
-  approntamento di schematici protocolli operativi.
  L'Assessore: PROVENZANO 

Allegato 1
PRINCIPALI MICRORGANISMI COMPRESI TRA LA FLORA ENDOGENA POTENZIALI RESPONSABILI DI INFEZIONI OSPEDALIERE
(In parentesi la localizzazione più frequente)

Anaerobi gram-negativi  (intestino) 
Anaerobi gram-positivi  (intestino, vagina) 
Bacillo di Doderlein  (vagina) 
Bacteroides spp.  (intestino) 
Candida spp.  (vagina, orofaringe) 
Clostridium spp.  (intestino) 
Corynebacterium  (cute) 
Difteroidi  (vagina) 
Enterobacteriaceae  (intestino) 
Enterococcus spp.  (intestino) 
Escherichia coli  (intestino) 
Fusobacterium spp.  (orofaringe) 
Klebsiella spp.  (intestino) 
Lactobacillus spp.  (intestino, vagina, orofaringe) 
Mycobacterium spp.  (intestino, genitali esterni ed uretra anteriore) 
Neisseria spp.  (orofaringe) 
Proprionibacterium  (cute) 
Proteus spp.  (intestino) 
Staphylococcus aureus  (cavità nasali, cute) 
Staphylococcus epidermidis  (congiunt., orecchio est. cav. nasali, cute, orofaringe) 
Streptococchi non A  (orofaringe) 
Streptococcus spp.  (intestino, cavità nasali) 
Streptococcus pneumoniae  (orofaringe) 
Streptococcus salivarius  (orofaringe) 
Treponema spp.  (orofaringe) 
Veillonella spp.  (orofaringe) 

Va notato che la flora residente può modificarsi in risposta a diversi fattori tra cui la durata della ospedalizzazione, una prolungata terapia antibiotica, la degenza in terapia intensiva, l'esposizione a procedure invasive, ecc.
Allegato 2
DIRETTIVE AI FINI DELL'APPRONTAMENTO DI PROTOCOLLI OPERATIVI

1. GENERALITA'
La direzione medica di ogni presidio ospedaliero è tenuta ad impartire apposite disposizioni intese a:
-  contenere la libera circolazione dei ricoverati nel contesto del presidio e delle singole unità operative;
-  vietare l'introduzione di alimenti da parte dei pazienti stessi e dei visitatori;
-  regolamentare il numero di visitatori impedendo che più di due visitatori entrino contemporaneamente per singolo ricoverato.
Ciò potrebbe essere ottenuto fornendo ai ricoverati, al momento dell'ingresso, speciali tesserini con indicate le generalità del paziente, l'unità operativa, il numero diletto, l'orario in cui è possibile effettuare le visite che, ove possibile, dovrà essere diversificato tra i pazienti che occupano la stessa;
-  vietare l'introduzione in ospedale e l'uso di lenzuola, coperte e simili;
-  disciplinare l'utilizzo del materiale di casermaggio rinnovabile (lenzuola, federe, asciugamani e simili) che, nei reparti a rischio (malattie infettive, isolamento, ecc.) deve essere costituito da materiale a perdere da destinare dopo l'uso all'incenerimento;
-  prevedere la disinfezione terminale nelle sale di degenza, obbligatoria ad ogni dimissione nei reparti di isolamento;
-  utilizzare per la diagnostica e la terapia parenterale od endovenosa (siringhe, aghi, cateteri, cannule e simili) materiale monouso a perdere.
2. Prescrizioni per il personale
Il personale sanitario medico e non medico, oltre ad osservare le comuni norme di asepsi, nonché la tenuta e la pulizia degli indumenti personali, deve curare costantemente la pulizia delle mani. Tale operazione, da eseguire all'inizio dell'attività lavorativa e, più volte, durante l'arco della giornata, deve essere sempre accurata e deve prevedere l'utilizzo regolare di adeguato detergente ed acqua corrente. Prima della esecuzione di pratiche invasive, nonché prima e dopo il contatto con ferite o con persone o materiali infetti, è necessario altresì fare seguire un trattamento con adeguato disinfettante.
Il citato personale che presta servizio in reparti a rischio (rianimazione, sale operatorie, ecc.) e che presenta un processo infettivo, diffuso o localizzato, con possibilità di eliminazione di microrganismi nell'ambiente esterno (otiti, congiuntiviti, lesioni cutanee, ecc.) deve essere allontanato temporaneamente dal reparto a rischio ed utilizzato, se possibile, in unità operative non di diagnosi e cura.
Tutto il personale addetto alle operazioni di pulizia, sanifi-cazione e sanitizzazione deve curare il pieno rispetto delle norme di protezione e prevenzione, a tutela dei lavoratori e dei ricoverati, e dei protocolli approntati dal C.I.O., dalla direzione medica o dal servizio protezione e prevenzione. In tal senso il servizio prevenzione e protezione e la direzione medica del presidio eserciteranno una assidua vigilanza sugli operatori e sui mezzi impiegati, oltre ad assicurare una costante attività di formazione del personale.
3. PULIZIA E TRATTAMENTO DEGLI AMBIENTI
3.1. Ambienti a basso rischio (atri, attese, corridoi, scale, ascensori, uffici e simili, servizio farmacia)
Pulizia giornaliera:
-  asportare i sacchetti a perdere dai cestini, pulire questi ultimi con panno umido, quindi introdurre il sacchetto nuovo;
-  mediante panno inumidito con detergente, asportare la polvere dalle mensole, dai tavoli e dalle suppellettili varie e dagli arredi, nonché dai davanzali interni e da interruttori;
-  sempre con panno umido eliminare le tracce di sporco ed impronte da porte, stipiti, vetri e maniglie, telefoni; per maniglie e telefoni è opportuno utilizzare successivamente un panno umido intriso di soluzione disinfettante; mediante scopa a trapezio, meglio se dotata delle apposite strisce di carta inumidite monouso, rimuovere la polvere e lo sporco dei pavimenti, dagli angoli e dagli spazi sotto i mobili, procedendo dal fondo verso l'uscita dell'ambiente;
-  lavare i pavimenti con l'uso di MOP a doppio secchio; devono essere previsti almeno due passaggi uno di detersione ed il successivo di risciacquo; ricordarsi di sostituire periodicamente i panni utilizzati;
-  detergere i lavabi con prodotto specifico, quindi vanno risciacquate abbondantemente ed igienizzate con derivati del cloro; asciugare accuratamente la rubinetteria; periodicamente devono essere asportate dai lavabi e dalla rubinetteria le incrostazioni calcaree, con intervento meccanico o chimico;
-  pulire lavabi e water con polvere leggermente abrasive, risciacquare e disinfettare; versare nei sifoni una soluzione di idoneo detergente;
-  lavare i corridoi ed i saloni preferibilmente con macchina lavasciuga; per quanto riguarda i corridoi è opportuno operare in tempi diversi sulle due metà in modo che una rimanga asciutta al passaggio del personale;
-  procedendo dall'alto verso il basso, provvedere alla rimozione dello sporco dalle scale mediante scopa, ed alla sua asportazione al termine di ogni rampa, utilizzando la paletta; quindi procedere alla eliminazione della polvere dalle ringhiere e dai corrimano con panno inumidito;
-  lavare le scale con MOP, ricambiando l'acqua ad ogni rampa;
-  per la pulizia degli ascensori procedere nell'ordine: detersione con panno umido delle pareti interne, anche per rimuovere gli imbrattamenti e le scritte, quindi delle pareti esterne; successivamente procedere alla spazzatura ad umido dei pavimenti;
-  detergere con cura i lavabi con apposito prodotto, risciacquare abbondantemente, quindi trattare con derivati del cloro in adeguata concentrazione.
La pulizia giornaliera deve essere completata entro le 7,30 di ogni giorno onde evitare che l'afflusso degli operatori, immediatamente seguito dagli utenti, non si sovrapponga ad una situazione igienica carente o, peggio, ad interventi ancora in corso, vanificando questi o prolungandoli nel tempo.
Pulizia settimanale (a fondo):
-  eseguire le operazioni di pulizia accennate per gli interventi giornalieri, rimuovendo, ove possibile, gli arredi;
-  provvedere con l'apposito attrezzo alla spolveratura ad umido dei muri e dei battiscopa;
-  asportare con panno umido la polvere dai cassonetti, dalle tapparelle e dai radiatori;
-  pulire con panno inumidito con apposito prodotto i vetri;
-  rinnovare la lucidatura nei pavimenti cerati mediante l'impiego dell'apposita macchina.
3.2. Ambienti a medio rischio (ambulatori, camere di degenza, sale di medicazione, cucinette di reparto, sale per diagnostica, laboratori, pronto soccorso e simili)
Pulizia giornaliera:
-  dopo 15-20' dal rigoverno dei letti, nel caso delle camere di degenza, aprire, ove possibile le finestre per aerare gli ambienti;
-  allontanare i rifiuti dai cestini e pulirli con panno umido; sostituire i sacchetti a perdere;
-  mediante panno inumidito con detergente, asportare la polvere dalle testate dei letti, dai comodini, dalle mensole, dai tavoli e dalle suppellettili varie, daqli arredi, da davanzali interni, da interruttori e dalle prese di corrente;
-  sempre con panno umido eliminare le tracce di sporco e le impronte da porte, stipiti, vetri, maniglie e telefoni; per maniglie e telefoni è opportuno utilizzare successivamente un panno intriso di soluzione disinfettante;
-  asportare lo sporco dai pavimenti utilizzando la scopa a trapezio operando come accennato a proposito degli ambienti a basso rischio;
-  lavaggio dei pavimenti con il MOP a doppio secchio; devono essere previsti almeno due passaggi uno di detersione ed il successivo di risciacquo; ricordarsi di sostituire ad ogni stanza l'acqua di risciacquo ed i panni;
-  pulire i servizi igienici come accennato per gli ambienti a basso rischio.
Per le stesse motivazioni indicate nella pulizia giornaliera degli ambienti a basso rischio la pulizia giornaliera deve essere completata entro le 8,00 di ogni giorno.
Durante le citate operazioni il personale dovrà curare di dare il minimo disturbo ai ricoverati nel caso di stanze di degenza.
Pulizia a fondo, eseguire le operazioni di pulizia settimanali previste per gli ambienti a basso rischio, inoltre:
-  asportare la polvere dalle pareti utilizzando l'apposita asta;
-  per la pulizia a fondo delle cucinette di reparto è necessario allontanare, o comunque spostare dalle pareti, tutti i mobili;
-  eseguire il lavaggio dei servizi igienici nel seguente ordine: con panno spugna inumidito con detergente pulire i coperchi dei WC, quindi sciacquarli, proseguire poi con la pulizia dei vasi, utilizzando lo scopino e tirando lo sciacquone, infine igienizzare con candeggina;
-  detergere con panno spugna i lavabi, i piani doccia, i bidet; sciacquare abbondantemente, quindi tappare e riempire con acqua calda con aggiunta di candeggina in adeguate proporzioni; gli impianti sanitari vanno svuotati dopo circa 15' per cui nelle operazioni di pulizia delle stanze di degenza è opportuno dare la priorità ai servizi igienici;
-  pulire, sgrassare ed asciugare le pareti, procedendo dall'alto verso il pavimento, e le tubature idrauliche visibili; togliere eventuali residui di sapone dai supporti; eliminare le eventuali incrostazioni con prodotti disincrostanti; asciugare le rubinetterie.
3.3. Ambienti ad alto rischio (sale operatorie, terapie intensive ed emodialisi, centri per ustionati, degenze neonatali e per soggetti debilitati, locali per endoscopie degli apparati respiratorio ed urogenitale)
La prevenzione delle infezioni ospedaliere in tale tipologia di ambienti si attua prioritariamente attraverso l'applicazione di tutta una serie di comportamenti, di precauzioni di routine e di divieti, anche quelli che, ad una valutazione superficiale, potrebbero apparire ovvi e superflui, che i C.I.O. avranno cura di riportare in apposite linee guida, formulate anche in base alle esigenze locali ed alla tipologia delle unità operative.
Tali istruzioni dovranno prevedere, tra l'altro, le seguenti prescrizioni:
-  l'ingresso nell'area operatoria, ed in particolare nelle sale operatorie, deve essere limitato esclusivamente al personale coinvolto nello svolgimento dell'attività chirurgica.
Deve, inoltre, essere assolutamente vietato l'ingresso nel quartiere operatorio al personale non autorizzato;
-  la cute e le mucose esposte disperdono, inevitabilmente, microrganismi per cui l'abbigliamento indossato dall'équipe chirurgica, nonché l'uso di mascherine e cuffie, hanno una funzione di barriera intesa ad impedire, o quanto meno ridurre, la dispersione ambientale dei microrganismi e, per conseguenza, a prevenire la contaminazione delle ferite. Ne consegue che l'équipe chirurgica deve indossare sopra le apposite tute un abbigliamento sterile (camici, cuffie, mascherine, zoccoli, ecc.). Per gli anestesisti e per il restante personale presente in sala operatoria è obbligatorio l'uso dei pantaloni e delle casacche previste per il quartiere operatorio, nonché mascherine, cuffie e zoccoli;
-  le barelle di reparto non devono oltrepassare la zona filtro. Ne consegue che lo spostamento all'interno del blocco operatorio deve avvenire con mezzi e personale del blocco operatorio stesso;
-  la depilazione del campo operatorio, ove necessaria, da praticare la mattina dell'intervento a livello del reparto di degenza, deve essere limitata alla zona di incisione impiegando creme depilatorie o clipper;
-  le porte di comunicazione durante gli interventi devono rimanere sempre chiuse;
-  il dispenser contenente la soluzione antisettica installato nella sala di preparazione chirurghi va lavato settimanalmente con apposito detergente, quindi, dopo abbondante lavaggio, riempito con nuova soluzione; gli spazzolini per le unghie vanno lavati e sterilizzati dopo ogni uso;
-  l'impiego dei tappeti adesivi posti all'ingresso del blocco operatorio o delle singole sale, alla luce di una maturata esperienza, risulta di modestissima utilità ai fini della prevenzione delle infezioni.
Inoltre, in considerazione che il rischio di colonizzazione da parte della flora microbica nosocomiale è proporzionale alla durata della degenza, è opportuno ridurre la degenza preoperatoria effettuando gli accertamenti diagnostici e gli eventuali trattamenti terapeutici prima del ricovero.
3.3.1. PRESCRIZIONI PER IL PERSONALE ADDETTO AL QUARTIERE OPERATORIO
Oltrepassato l'ingresso alla zona filtro, indistintamente tutto il personale deve riporre negli appositi armadietti gli abiti indossati fino a quel momento, deve togliere bracciali, anelli, orologi e simili quindi deve indossare:
-  pantaloni con cinta elastica di lunghezza sino a 15 cm. dal piano di calpestio;
-  casacche con collo a "V" che lasciano scoperte le braccia sino a 5 cm al di sopra della piega del gomito, indossate su magliette girocollo per la copertura della zona pilifera del torace;
-  zoccoli di poliuretano destinati ad uso esclusivo in sala operatoria;
-  copricapo in tessuto sterili non tessuto monouso in grado di coprire completamente i capelli, o copricapo integrali in presenza di barba.
Nella zona filtro il personale procede ad un accurato, vigoroso e prolungato (>3') lavaggio antisettico delle mani con adeguata soluzione saponosa di disinfettante, al fine di rimuovere lo sporco, eliminare la flora microbica transitoria e ridurre la carica di quella residente.
Nel vano preparazione dell'equipe chirurgica il personale indossa, nell'ordine, la cuffia, la mascherina monouso sterile in tessuto non tessuto modellata sul naso (che deve rimanere coperto), adesa il più possibile al viso; le mascherine assicurano la loro capacità filtrante per diverse ore, tuttavia si consiglia la sostituzione ad ogni intervento o quando inumidite. Sempre per l'équipe chirurgica va previsto l'uso di occhiali protettivi.
Il lavaggio chirurgico delle mani, da eseguire sempre nell'ambito della zona preparazione, è finalizzato:
a) a rimuovere detriti e flora transitoria da unghie, mani ed avambracci;
b) a ridurre la flora microbica residente;
c) a protrarre il più a lungo possibile le due condizioni precedenti.
Per una corretta esecuzione del lavaggio pre-operatorio delle mani è importante che:
1)  le unghie siano corte, arrotondate, senza smalto e ben curate;
2)  le mani e gli avambracci siano bagnate uniformemente fino a 3 cm. al di sopra della piega del gomito;
3)  avendo cura di premere la leva del flacone a muro col gomito, il detergente-disinfettante, in congruo quantitativo, sia versato sulle mani ed accuratamente ed energicamente diffuso su tutta la superficie cutanea, compresi gli avambracci, per almeno 5';
4)  prima le mani, poi gli avambracci, siano risciacquate con acqua corrente, avendo cura di tenere le mani al di sopra del livello dei gomiti, per evitare che l'acqua possa scorrere da questi ultimi sulle mani;
5)  le unghie siano pulite con uno spazzolino sterile, bagnato di disinfettante, per almeno mezzo minuto per mano, quindi lasciare cadere lo spazzolino nel lavabo;
6)  siano risciacquate le mani come al punto 4);
7)  le mani (compresi gli spazi interdigitali) e gli avambracci siano trattati nuovamente ed accuratamente con disinfettante come al punto 3);
8)  prima le mani, poi gli avambracci, uno per volta, siano risciacquati con acqua corrente come al punto 4);
9)  con telo sterile, siano asciugate prima le singole dita, poi la restante parte della mano e, per ultimo, gli avambracci fino alla piega del gomito, senza ripassare dall'avambraccio alla mano. Fare attenzione che il telo non venga a contatto con i vestiti.
Dopo l'asciugatura delle mani e degli avambracci, con l'aiuto del personale di supporto e nel rispetto scrupoloso delle norme di asepsi si indossano nell'ordine:
-  il camice sterile;
-  i guanti sterili monouso;
-  gli occhiali protettivi per l'équipe chirurgica.
Completata la seduta operatoria, il personale procede nel seguente modo:
-  slacciata dal personale di supporto la legatura posteriore del camice, afferra le spalline del camice nelle zone delle cuciture e sfila camice e maniche in avanti verso le mani guantate, rivoltando il camice e rovesciando i polsi dei guanti;
-  rivolta il camice appallottolandolo e lo ripone nell'apposito contenitore;
-  rimuove i guanti, ponendo una mano guantata sulla parte esterna del guanto che copre l'altra mano. Sfila via il guanto dalla mano in modo da rovesciarlo evitando che la cute della mano tocchi la parte sporca del guanto;
-  rimuove il secondo guanto afferrando con le dita nude il polso rovesciato (cioè la parte interna pulita) del secondo guanto e lo sfila dalla mano rovesciandolo;
-  ripone i guanti sporchi nell'apposito contenitore.
Nella zona filtro il personale ripone la tuta e gli zoccoli nell'apposito contenitore ed indossa gli abiti prelevati dall'apposito armadietto.
3.3.2. PULIZIA, SANIFICAZIONE E SANITIZZAZIONE DELLE SALE OPERATORIE
Prima della seduta operatoria
Gli interventi previsti, da eseguire almeno mezz'ora prima l'inizio della seduta operatoria, essendo gli ambienti già puliti, consistono, nell'ordine:
-  rimozione della polvere dalle suppellettili (es. lampade scialitiche, carrelli, monitor, lettino operatorio, tavolo servitore, tavolo madre, respiratore automatico, ecc.); si utilizzano teli inumiditi con soluzione disinfettante;
-  asportazione della polvere dal pavimento con scopa a trapezio inumidita con soluzione a base di ipoclorito di sodio;
Fra un intervento e l'altro
-  rimozione dei contenitori dei rifiuti diversificati in speciali, vetro e carta;
-  trattamento del piano del letto operatorio con un telo inumidito prima con soluzione detergente quindi con soluzione disinfettante;
-  detersione e successiva disinfezione delle apparecchiature e delle suppellettili sporcate nel corso dell'intervento;
-  asportazione della polvere e dello sporco dal pavimento con scopa a trapezio inumidita con soluzione di ipoclorito di sodio (una sola passata); in presenza di sostanze organiche, detergere il pavimento utilizzando il sistema MOP, quindi trattare con scopa a frange inumidite con soluzione disinfettante.
Giornalmente al termine delle sedute operatorie
Rimozione e legatura dei contenitori dei rifiuti, diversificati in speciali, vetro e carta, ed allontanamento di questi dal quartiere operatorio attraverso il corridoio sporco;
-  allontanamento dalla sala di tutte le attrezzature mobili che verranno deterse con soluzione disinfettante;
-  detersione con soluzione disinfettante delle lampade scialitiche e del pistone di aggancio del letto operatorio;
-  detersione delle pareti (utilizzando le apposite aste), delle porte, delle griglie dell'aria, ecc., utilizzando appositi teli inumiditi con soluzione disinfettante;
-  allontanamento dello sporco dal pavimento con scopa a trapezio inumidita con soluzione di ipoclorito di sodio, successiva detersione seguita da trattamento disinfettante utilizzando il sistema MOP.
Ogni settimana (di regola il sabato) nelle sale operatorie
Allontanamento (ove possibile) di tutte le attrezzature mobili che verranno deterse con soluzione disinfettante:
-  pulizia delle bocchette di condizionamento dell'aria mediante apposito aspirapolvere;
-  detersione con soluzione disinfettante delle lampade scialitiche e del pistone di aggancio del letto operatorio;
-  detersione delle pareti (utilizzando apposite aste), delle porte, delle griglie dell'aria, ecc., utilizzando appositi teli inumiditi con soluzione disinfettante;
-  detersione a fondo dei pavimenti, quindi disinfezione con apposita soluzione disinfettante, utilizzando il sistema MOP (due passaggi per ogni trattamento).
Periodicamente, il C.I.O. o la direzione medica dovranno disporre la verifica della carica batterica ambientale (superfici ed aria indoor) nel contesto dei singoli ambienti come controllo dell'efficacia delle operazioni di sanificazione e sanitizzazione.
3.3.3.  PULIZIA, SANIFICAZIONE E SANITIZZAZIONE DEGLI AMBIENTI DESTINATI A TERAPIE INTENSIVA E A DIALISI
All'inizio di ogni turno per la dialisi ed almeno due volte al giorno nelle terapie intensive:
-  rimuovere i sacchetti dei rifiuti diversificati in speciali, vetro e carta, pulire i cestini con panno inumidito con soluzione disinfettante ed introdurre i sacchetti nuovi;
-  detergere e successivamente trattare con un panno inumidito di soluzione disinfettante le apparecchiature e le suppellettili;
-  asportare (una sola passata) la polvere e lo sporco dai pavimenti con scopa a trapezio inumidita con soluzione di ipoclorito di sodio (a tale proposito è consigliabile utilizzare strisce di carta monouso); particolare cura dovrà essere rivolta agli angoli ed agli spazi sotto gli arredi e le apparecchiature; in presenza di sostanze organiche, detergere il pavimento utilizzando il sistema MOP, quindi trattare con scopa a frange inumidite con soluzione disinfettante;
-  provvedere alla pulizia dei servizi igienici come accennato per le sale operatorie.
Tenuto conto che tali operazioni, almeno nei reparti di terapia intensiva, si svolgono in presenza dei pazienti, il personale dovrà curare di arrecare il minimo disturbo.
3.3.4. PULIZIA INGRESSI, RIPOSTIGLI, CORRIDOI ED AREE DI SERVIZIO ED IN GENERE DEGLI AMBIENTI COMPRESI NELL'AREA OPERATORIA, NEL CONTESTO DELLE TERAPIE INTENSIVE ED IN EMODIALISI
Giornalmente
-  detergere e disinfettare le varie superfici come previsto per le sale operatorie al termine delle sedute.
Ogni settimana
-  procedere nella pulizia a fondo come per le sale operatorie.
3.3.5. PULIZIA DEI SERVIZI IGIENICI
Giornalmente
-  trattare le superfici esterne ed i bordi del water, nonché il coperchio con teli inumiditi con soluzione detergente; tirare lo sciacquone, quindi versare una soluzione di ipoclorito di sodio e, a mezzo dello scopino procedere alla detersione delle superfici interne; passare un panno inumidito con soluzione di ipoclorito di sodio sui bordi del vaso e sul coperchio;
-  tappare, quindi riempire con acqua (preferibilmente calda) e candeggina, detergere con panno spugna i lavabi, i piani doccia, i bidet; sciacquare abbondantemente e svuotare il lavabo;
-  detergere accuratamente le pareti con panno inumidito con soluzione detergente, procedendo dall'alto verso il pavimento; detergere accuratamente le tubature a vista; asportare eventuali residui di sapone dai supporti; eliminare le eventuali incrostazioni con prodotti disincrostanti; detergere le rubinetterie con panno inumidito con soluzione detergente;
-  lavare il pavimento utilizzando il sistema MOP.
4. PULIZIA E DISINFEZIONE DELLO STRUMENTARIO
4.1. Strumenti critici
Sono così definiti quegli strumenti che presentano il più alto rischio di infezione in quanto, interrompendo la continuità dei tegumenti, sono introdotti in zone normalmente sterili (es. bisturi, ferri chirurgici, cateteri vascolari, linee di dialisi, aghi, siringhe, ecc.). Gli strumenti monouso, di regola, sono già sterilizzati e confezionati in custodie sigillate; negli altri casi la sterilizzazione si ottiene a mezzo dell'autoclave.
Dato che l'efficacia dei processi di sterilizzazione è influenzata dal grado di contaminazione microbica, lo strumentario chirurgico autoclavabile, subito dopo la seduta operatoria, deve essere trattato con immediatezza per evitare l'essiccamento di residui di sangue e di materiale organico che renderebbe più difficoltosa la pulizia.
Il personale appositamente incaricato, munito di guanti, deve procedere nel seguente modo:
-  immergere gli strumenti chirurgici nella soluzione disinfettante per 20'; quindi sciacquarli in acqua corrente ed immergerli nella soluzione detergente polienzimatica a 40 °C per almeno 15'; entrambi le soluzioni vanno sostituite dopo ogni singolo utilizzo;
-  in mancanza di lavastrumenti, pulire lo strumentario con spazzola morbida; particolare attenzione deve essere posta alle zone zigrinate, alle cavità ed alle superfici coperte. Canali particolarmente stretti richiedono speciali spazzolini ed anche l'uso di pompe a mano o ad aria compressa;
-  risciacquare abbondantemente per allontanare tutti i residui organici e di detergente;
-  procedere alla asciugatura manuale, utilizzando panni morbidi o carta che non rilascia fibre, o meglio con apparecchiatura ad emissione di aria calda; anche durante questa operazione il personale addetto dovrà indossare guanti robusti;
-  collocare gli strumenti destinati alla sterilizzazione nei singoli containers, uno per ogni tipologia di intervento.
I guanti utilizzati dal personale addetto al lavaggio ed alla sterilizzazione dello strumentario chirurgico vanno lavati e disinfettati con comune candeggina, facendo attenzione che questa non venga mai a contatto con gli strumenti.
4.2. Strumenti semicritici
Sono quelli che vengono a contatto con mucose integre (es. endoscopi, cateteri urinari, tubi ed aspiratori endotracheali, ecc.). Per questi strumenti i trattamenti richiesti devono comportare l'inattivazione di tutte le forme vegetative, comprese i virus. Infatti, le mucose integre, generalmente resistenti alle infezioni causate dalle spore batteriche, sono sensibili ad altri agenti infettanti quali virus e micobatteri. Per ottenere una disinfezione di livello adeguato, oltre ai mezzi fisici, possono essere impiegati i disinfettanti dotati di notevole capacità microbicida.
Endoscopi
In ordine, in particolare, agli endoscopi la pulizia va eseguita subito dopo l'uso con acqua e detergente, meglio se proteolitico, aiutandosi con una spugna od una garza; ricorrere all'impiego di una spazzola morbida per strofinare l'estremità distale con particolare attenzione ai fori di uscita acqua/aria; rimuovere le valvole e pulire con un batuffolo di cotone i punti di ingresso dei canali di biopsia ed aspirazione e la lente terminale; pulire tutti gli accessori (bottiglia di aspirazione, tubo di collegamento, ecc.); introdurre negli orifizi di ingresso del canale di biopsia/aspirazione appositi spazzolini e passarli per almeno 3 volte per tutta la lunghezza del canale; risciacquare per rimuovere ogni traccia di detergente; asciugare l'esterno con un tampone di garza ed il lume interno mediante aspirazione con aria; ove non autoclavabile, immergere l'endoscopio nella soluzione disinfettante per il tempo previsto; rimuovere successivamente lo strumento con tecnica asettica e risciacquarlo con acqua distillata o fisiologica sterili per almeno 5 minuti; asciugare con panno o garza sterili; riporre lo strumento al riparo dalla polvere, dall'inquinamento o dall'insudiciamento.
4.3. Strumenti non critici
Comprendono tutti quegli strumenti che vengono semplicemente a contatto con la cute integra (es. stetoscopi, fonendoscopi, termometri, ecc.). Di regola per detti strumenti è sufficiente un semplice lavaggio con acqua e sapone e, se il caso, una detersione con panno inumidito con soluzione disinfettante.
Termometri
In particolare per il trattamento dei termometri è consigliabile seguire le seguenti norme:
-  ascellari od inguinali: immergere il termometro per circa 10' in soluzione di clorexidina; sciacquare accuratamente; asciugare; strofinare con garza imbevuta di alcol etilico; conservare separatamente;
-  orali, rettali e vaginali: immergere il termometro per circa 10' in soluzione di clorexidina; sciacquare accuratamente; asciugare; immergere per almeno 30' in una soluzione di cloroderivati; risciacquare ed asciugare; conservare separatamente.
(2001.14.671)


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FRANCESCO CASTALDI: Direttore responsabile                               MARIA LA MARTINA: Redattore

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